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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 16 novembre 2025
di Ornella Favero*
Ristretti Orizzonti, 16 novembre 2025 Gentile dottor Napolillo, Lei è stato di recente nella Casa di reclusione di Padova e ha visto un carcere dove, pur nelle difficoltà del sovraffollamento, si cerca con la collaborazione di tutti di rispettare il mandato costituzionale, cioè di garantire a più detenuti possibile di non entrare in carcere e uscirne a fine pena come sono entrati, ma di fare un percorso realmente rieducativo, che significa crescere culturalmente, mettere in discussione le proprie scelte passate, avere voglia di fare i conti con la sofferenza provocata dai reati, nelle vittime ma anche nei famigliari delle stesse persone detenute.
di Chiara Catone
La Discussione, 16 novembre 2025 Il sovraffollamento delle carceri resta una delle emergenze più gravi del sistema penitenziario italiano, ma secondo il Ministro della Giustizia Carlo Nordio le soluzioni non possono passare da strumenti “lineari e automatici”, come indulti o amnistie generalizzate. Le esperienze del passato, spiega, dimostrano l’inefficacia di questi interventi nel lungo periodo. Nordio cita l’indulto del 2006, varato dal Governo Prodi, quando la popolazione detenuta ammontava a 60.710 persone. Il provvedimento portò alla liberazione del 36% dei detenuti, con un calo immediato delle presenze. Tuttavia, il sollievo fu di breve durata: già nel febbraio 2008 i detenuti erano risaliti a 51.195, per poi raggiungere 63.472 nel luglio 2009, superando il livello precedente all’indulto. A tutto ciò si aggiungeva un dato particolarmente critico: una recidiva del 48% entro tre anni. “Questi numeri dimostrano che le misure automatiche non funzionano”, osserva il ministro, “rendendo necessario adottare interventi che tengano conto delle specificità trattamentali dei singoli”.
di Antonio Nesci
unosguardosutorino.it, 16 novembre 2025 Nel 2025, parlare di carcere come luogo di tortura può sembrare un’esagerazione. Eppure, i rapporti delle associazioni per i diritti umani, le denunce dei garanti dei detenuti e le statistiche ufficiali ci raccontano un’altra verità: in troppi istituti penitenziari, le condizioni di vita sono così gravi da ledere i diritti fondamentali dell’individuo. La detenzione, se vissuta senza strumenti di riscatto, è già una forma dura di punizione. Quando a questa si aggiungono il sovraffollamento, l’assenza di privacy, la mancanza di cure mediche e la negazione di relazioni affettive, si sfocia in una condizione che somiglia più alla tortura che alla giustizia.
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 16 novembre 2025 La campagna elettorale è già cominciata, e sia nel centrodestra che nel centrosinistra hanno iniziato a fare qualche calcolo per capire come provare a vincere, naturalmente, ma per capire anche come provare a non perdere. Il referendum è lontano, certo, ma la campagna elettorale è già cominciata, e destra e sinistra, da tempo, hanno iniziato a fare qualche calcolo per capire come provare a vincere, naturalmente, ma per capire anche come provare a non perdere, nel caso di sconfitta. Per vincere la partita referendaria, la destra, quella più di buon senso, ha capito che politicizzare troppo il referendum rischia di allontanare dal voto chi non si considera di destra, e considera una riforma garantista come un patrimonio anche progressista, e in questo senso trasformare la riforma in bandiera del berlusconismo o una lotta contro i magistrati sarebbe un errore di cui la maggioranza potrebbe pentirsi.
Ansa, 16 novembre 2025 “Questa riforma non contribuirà in alcun modo all’efficienza della giustizia. I processi non si accorceranno di un giorno. Le sentenze non potranno essere più giuste in virtù di una riforma che in realtà si limita a cercare di redistribuire diversamente i poteri dello Stato, a porre le condizioni per un controllo da parte dell’esecutivo sull’esercizio dell’azione penale fondamentalmente e quindi sulla magistratura prima inquirente e giudicante poi attraverso un meccanismo molto semplice: si indebolisce il Csm che è l’organo previsto dalla Costituzione per garantire autonomia ed indipendenza dei magistrati”.
di Marcello Sorgi
La Stampa, 16 novembre 2025 Sembra fatta apposta per bruciare sul traguardo il governo, che si accinge a varare un nuovo “decreto sicurezza”, la “svolta securitaria” di Schlein davanti all’assemblea dei sindaci di centrosinistra, che da tempo, anni verrebbe da dire, premono sul Pd per ottenere politiche del genere. Ma quando si parla di questo, basta interrogare i primi cittadini, la prima frontiera è quella dell’immigrazione clandestina - trascurata da Schlein - che affligge molte città del Nord e del centro Italia amministrate da sindaci Pd o da coalizioni simil “campo largo”, che dovrebbero presto sentire le conseguenze dell’accordo bipartisan Meloni-Schlein sulla violenza sessuale.
di Luca Monticelli
La Stampa, 16 novembre 2025 Pressing dei sindaci progressisti, Sala: “Servono misure concrete”. “Non è mai successo nella storia del Pd che un segretario dedicasse oltre dieci minuti di intervento al tema della sicurezza”. La sintesi è di Matteo Lepore, sindaco di Bologna, al termine della prima assemblea degli amministratori democratici e progressisti voluta da Elly Schlein nel capoluogo emiliano. La leader dem ha appena parlato dal palco dell’ex capannone industriale di Dumbo, dove ha garantito ai sindaci che la sicurezza è un tema in cui il partito crede fermamente. “Per noi la sicurezza è una priorità reale, non un tema da campagna elettorale permanente”. Schlein sostiene che “esiste un diritto a vivere sicuri, noi non dobbiamo rincorrere la destra ma opporre la nostra visione”.
di Alessandra Ghisleri
La Stampa, 16 novembre 2025 Tra le donne il senso di paura sale al 70%. Per i cittadini spetta alla politica dare risposte. C’è una parola che, più di altre, torna ciclicamente al centro del dibattito pubblico, attraversa le campagne elettorali, plasma i discorsi politici e penetra nel linguaggio quotidiano: sicurezza. Un termine che non è più soltanto sinonimo di ordine pubblico o controllo del territorio, ma è diventato il termometro con cui gli italiani misurano la fiducia nel presente e la speranza nel futuro.
GIURISPRUDENZA
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 16 novembre 2025 La derivazione della sofferenza patita e della prostrazione inflitta a causa della condotta tenuta verso un altro familiare non può essere affermata de plano senza ulteriori accertamenti. La Corte di cassazione penale - con la sentenza n. 37220/2025 - ha accolto il ricorso di una donna contro l’ordinanza che le aveva applicato le misure dell’allontanamento dalla casa familiare e del divieto di avvicinamento alla parte offesa, cioè suo marito, con l’accusa di maltrattamenti derivanti da condotte violente e vessatorie contro il loro figlio.
di Piero Gaeta
Gazzetta del Sud, 16 novembre 2025 L’analisi dello psichiatra Nicola Pangallo, coordinatore della sanità penitenziaria dell’Asp di Reggio. “Subiamo un’inadeguata gestione regionale, quotidianamente affrontiamo decisioni “cervellotiche” Occhiuto pensi a un piano diretto e risolutivo, prima che la situazione degeneri in maniera irreversibile”.
di Paola Suraci
Corriere della Calabria, 16 novembre 2025 A Reggio Calabria 47 detenuti rinunciano al cibo per denunciare strutture fatiscenti e condizioni di vita al limite. I Garanti chiedono risposte immediate. Rifiutano il cibo da oltre dieci giorni. La protesta, iniziata con 23 detenuti della sezione “Scilla” del carcere di San Pietro a Reggio Calabria, oggi coinvolge 47 uomini, tutti appartenenti al circuito di alta sicurezza. Un gesto estremo, ma preciso e determinato, con cui denunciano le condizioni di vita che considerano insopportabili: celle anguste, corridoi scrostati, spazi comuni ridotti al minimo e cortili esterni privi di riparo dal sole cocente o dalla pioggia.
di Paola Pioppi
Il Giorno, 16 novembre 2025 Continuano gli sfollamenti dei detenuti che giovedì hanno partecipato alla rivolta scoppiata in due sezioni della casa circondariale Bassone. Nel mirino sono finiti almeno 50 nomi, soggetti che hanno scatenato o anche solo preso parte alla violenta protesta, degenerata in gravissimi danneggiamenti delle sezioni coinvolte. Molti di loro sono ancora da identificare, in quanto fin dai primi minuti, i detenuti hanno preso di mira e sfasciato le telecamere presenti nei corridoi o puntate verso le celle. Ma in molti casi, gli agenti sono stati in grado di vederli.
di Manuela Plastina
La Nazione, 16 novembre 2025 Pubblico e privato insieme per ristrutturare l’istituto e rivoluzionarne la gestione. L’idea di Ance Toscana. Un progetto di riqualificazione per il carcere di Sollicciano, con il coinvolgimento anche degli stessi detenuti. Che sia una rivoluzione non solo per gli spazi fisici - attualmente in pessime condizioni - ma anche per come essi vengono utilizzati e concepiti. Un ripensamento, quindi, dell’intero sistema carcere: non una mera punizione, ma un percorso di riabilitazione. Nel nome di quel reinserimento sociale e di quella rieducazione ricordata - ma non abbastanza evidentemente - dall’articolo 27 della Costituzione.
Gazzetta di Mantova, 16 novembre 2025 “Così aiutiamo chi ha bisogno ad ascoltarsi e a sciogliere le emozioni negative. Con il calore dell’energia”. Non si ascoltavano più, costrette a osservare il mondo a spicchi e strisce, attraverso le sbarre. Senza più la prospettiva di un orizzonte certo, anche il sonno era diventato una punteggiatura inutile. Così per le detenute della casa circondariale di via Poma, coinvolte in un percorso di Reiki: articolato in quattro sedute, è stato riproposto dopo il gradimento della prima edizione (domani l’ultimo incontro). L’iniziativa, incoraggiata dalla direzione della Casa circondariale, è dell’associazione Sos Reiki, che offre un servizio di volontariato a persone (“e amici animali”) in situazioni di sofferenza fisica ed emotiva.
youtvrs.it, 16 novembre 2025 Cosa faresti se il tuo migliore amico finisse in carcere? Da questa domanda nasce “TheRAPia”, il progetto ideato dalla rapper marchigiana Miss Simpatia, al secolo Sandra Piacentini, che per rivedere un amico detenuto ha varcato le porte della Casa Circondariale di Montacuto ad Ancona. Quell’ingresso, però, si è trasformato in qualcosa di molto più grande. “Pensavo di entrare per rivedere Hamza. Invece ho visto il paese. Nudo. Marcio. Segreto. Non è fiction. Qui parlano i veri detenut”, racconta l’artista.
di Marco Lanterna
Il Foglio, 16 novembre 2025 Il potere della letteratura è di non agire direttamente nella storia, ma di agire sui singoli uomini che poi nella storia agiscono. Il come purtroppo rimane un fatto extra letterario. In questi tempi di sovrainformazione dove, per ogni accadimento, ai canali ufficiali si affiancano e sovrappongono quelli ufficiosi e alternativi dei social, in un coacervo non di disinformazione oscurantista, bensì al contrario di iperinformazione illuminista, però con conseguente e paradossale sparizione del vero nel riverbero dei veri, gioca ancora un ruolo decisivo la vecchia e bistrattata Letteratura. Ucraina, Gaza etc.: disponiamo di mille resoconti e reportage in tempo reale, una letteratura instant pressoché infinita, eppure la comprensione e fissazione di tali eventi storici sarà aiutata solo da singole e potenti testimonianze ...
AFFARI SOCIALI
di Paolo Di Stefano
Corriere della Sera, 16 novembre 2025 Gli studenti dovranno essere accompagnato da un bravo insegnante di letteratura, di quelli e di quelle che sanno leggere e appassionare (ce ne sono tanti e tante). Sarà la volta buona che finalmente la scuola riuscirà a fare apprezzare la lettura ai ragazzi e alle ragazze, se l’educazione sessuale o affettiva, chiamiamola come vogliamo, passerà attraverso le pagine dei grandi romanzi. Chi è che insegnerà l’educazione sessuale o sentimentale o affettiva ai nostri figli e alle nostre figlie? Quali figure professionali o morali saranno le più adatte? Gli psicologi e le psicologhe? I filosofi? Gli scienziati? La psicoterapeuta o l’esperto dell’età evolutiva?
di Nadia Somma Caiati*
Il Fatto Quotidiano, 16 novembre 2025 Lo studio di Choudry e Rodriguez Gutierrez, realizzato in collaborazione con D.i.Re, mostra un problema comune ai sistemi giudiziari: una comprensione parziale della violenza familiare. Per molte donne europee, lasciare un partner violento non significa mettersi in salvo. Significa entrare in un nuovo labirinto: quello della giustizia familiare, che spesso finisce per aggravare il trauma della violenza. Un ampio studio condotto in cinque Paesi - Bosnia, Inghilterra e Galles, Francia, Italia e Spagna - solleva interrogativi sulla capacità dei sistemi giudiziari di proteggere donne e bambini. Quali sono le conclusioni della ricerca? La giustizia familiare, così com’è, rischia di riprodurre la violenza anziché contrastarla.
di Federica Pennelli
Il Domani, 16 novembre 2025 Non solo il ragazzo trasferito da via Corelli di Milano alla struttura di Gjadër, in Albania, valutato inidoneo al trattenimento. Come denuncia la rete Mai più lager, le storie legate al sistema di violenza detentiva dei Cpr sono molte, quotidiane e strutturali. L’infettivologo Nicola Cocco: “Il contesto detentivo che non può essere migliorato, riformato e nemmeno “monitorato”: può solo essere abolito”. Prima nove mesi nel Cpr di via Corelli a Milano, poi spostato nella notte nel centro di detenzione per migranti di Gjadër in Albania e ora valutato dalla Commissione vulnerabilità come persona non idonea al trattenimento, e rispedito in Italia.
di Leonard Berberi
Corriere della Sera, 16 novembre 2025 “Sarà il Patto europeo a dire come evolveranno i Centri per migranti. Le accuse? Parte del gioco”. Il primo vertice intergovernativo Italia-Albania di Villa Doria Pamphilj, a Roma, ha ribadito il rapporto sempre più stretto tra i due Stati e quello personale (e politico) tra i premier Giorgia Meloni ed Edi Rama. Il primo ministro balcanico si è addirittura spinto a dire che Italia ed Albania sono un “unico Paese”. Anche se la polemica - politica e giudiziaria - sui centri per migranti italiani in territorio albanese causa qualche mal di testa. “Quello che posso dire è che anche su questo dossier siamo stati e siamo al fianco del governo italiano”, dice Rama in un’intervista al Corriere.
di Natalia Distefano
Corriere della Sera, 16 novembre 2025 Il cooperante italiano è detenuto in un carcere in Venezuela da un anno senza un capo di accusa formale. Nell’anniversario dell’arresto la madre Armanda Colusso accusa: “Gli è stato tolto un anno di vita”. “Mi aveva rasserenata la stretta di mano del nostro presidente Mattarella il 19 ottobre scorso alla ministra dell’Istruzione venezuelana e il clima disteso e costruttivo con cui si erano tenute le celebrazioni per la canonizzazione dei due santi venezuelani a Roma. Avevo sperato che quella occasione fosse il punto di svolta per la liberazione di Alberto”.
di Francesco Anfossi
La Domenica, 16 novembre 2025 Il figlio di Jimmy Lai, l’editore di Hong Kong arrestato dalla Cina: “I diritti non vanno dati per scontati”. “Mio padre ha dato tutto per difendere la libertà di Hong Kong, ora rischia di morire in carcere”. La voce di Sébastien Lai, 31 anni, è ferma ma velata di dolore. Figlio di Jimmy Lai, imprenditore e giornalista cattolico, fondatore del quotidiano Apple Daily, detenuto con l’accusa di “collusione con forze straniere”, è oggi il volto internazionale della campagna per la sua liberazione. A Milano ha ritirato a nome del padre il premio “Fatti per la verità”, e dal palco ha lanciato un appello: “Spero che anche l’Italia si unisca a Trump nel chiedere il suo rilascio”.
di Costanza Oliva
Avvenire, 16 novembre 2025 Lo denuncia un rapporto Onu secondo cui le condizioni di detenzione nell’isola sono “disumane e degradanti”. Tra luglio e settembre, in soli tre mesi, nelle carceri di Haiti sono morti 52 prigionieri. Di fame, di sete, di malattie che non avrebbero dovuto uccidere nessuno, se solo avessero avuto accesso a cure mediche o a un po’ d’acqua pulita. A denunciare la situazione è l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite sui diritti umani, che definisce le condizioni di detenzione nell’isola come “disumane e degradanti”.
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