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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 15 dicembre 2025
di Giovanni Gambassi
Avvenire, 15 dicembre 2025
Da Leone XIV la denuncia del sovraffollamento delle carceri e di insufficienti progetti di recupero. “Dal terreno duro del peccato, sbocciano fiori meravigliosi. Il Giubileo offra la possibilità di ricominciare”. “Che nessuno vada perduto! Che tutti siano salvati! Questo vuole il nostro Dio”. Leone XIV lo ripete con forza nell’ultimo appuntamento giubilare dell’Anno Santo 2025. Nella terza domenica d’Avvento, quella del “Gaudete”, si celebra il Giubileo dei detenuti. Messa presieduta dal Papa nella Basilica di San Pietro dove siedono i reclusi usciti con permessi speciali dal carcere per partecipare all’iniziativa dedicata a loro, gli agenti della polizia penitenziaria e i volontari che si fanno Samaritani dietro le sbarre.
di Carlo Ciavoni
La Repubblica, 15 dicembre 2025 Che oggi sia o no il Giubileo dei detenuti, poco importa, al di là dell’alto richiamo e il forte significato politico che Leone XIV ha voluto dare a questa giornata. Resta il fatto che il nostro Paese può vantare anche il primato del tasso di affollamento negli istituti di pena tra i più alti d’Europa: il 137%, con picchi assurdi come nel carcere di Lucca dove c’è un tasso del 244%. Sono numeri che si spiegano così: il totale delle persone detenute oggi è di 63.545; i posti regolamentari sarebbero 51.276; quelli che invece sono realmente disponibili sono 41.114. Quindi nelle celle delle carceri italiane ci sono 22.431 persone in più.
di Riccardo Benotti
agensir.it, 15 dicembre 2025 Il Papa ha auspicato amnistie e condoni durante la messa per il Giubileo dei detenuti, rilanciando l’appello di Francesco. Ha invitato a offrire a ogni persona la possibilità di ricominciare, denunciando le difficoltà del sistema carcerario e promuovendo una giustizia riparativa e inclusiva. “Confido che in molti Paesi si dia seguito” all’auspicio di amnistie e condoni. Papa Leone XIV rilancia con forza, nella messa per il Giubileo dei detenuti celebrata questa mattina in San Pietro, il desiderio espresso da Papa Francesco nella Bolla Spes non confundit di concedere “forme di amnistia o di condono della pena volte ad aiutare le persone a recuperare fiducia in sé stesse e nella società e ad offrire a tutti reali opportunità di reinserimento”.
di Susanna Marietti*
Il Fatto Quotidiano, 15 dicembre 2025 Lo scorso 26 dicembre Papa Francesco aprì la porta Santa a Rebibbia. Oggi - Giubileo dei detenuti - su una capienza di 46.124 posti vivono 63.868 persone. Siamo governati dall’ipocrisia. Tutti si definiscono cristiani ma nessuno ascolta le parole del capo della Chiesa. Lo scorso 26 dicembre Papa Francesco aprì la porta Santa a Rebibbia, dove giovedì è morta una detenuta e dove il giorno prima si è recato il Presidente della Repubblica. Le parole del Pontefice, che al carcere aveva dedicato pensieri e azioni, sono rimaste inascoltate, colpevolmente rimosse da parte di chi dirige il nostro sistema penitenziario.
di Enrico Rossi*
pensalibero.it, 15 dicembre 2025 Oggi, nel Giubileo dei detenuti, a Roma si parla di “speranza”, di dignità per le persone che sono in carcere. In Vaticano l’evento dura dal 12 al 14 dicembre e stamattina c’è la Messa in San Pietro: un rito pubblico che obbliga tutti - credenti e non - a domandarsi in quali condizioni versi il nostro sistema carcerario. La fotografia è questa: 63.868 persone detenute a fine novembre, con una capienza regolamentare di 51.275 posti, ma soprattutto con posti effettivamente disponibili scesi a 46.124 perché migliaia di celle e sezioni sono inagibili o chiuse. Più che un “sovraffollamento”, è una compressione quotidiana di corpi e di vita, con un sistema che lavora oltre la soglia minima di sicurezza. I numeri della disperazione li ricorda Antigone: nel 2024 i suicidi sono stati 91 (un record) e nel 2025 l’emergenza non si è fermata e ha raggiunto parlano i 74 suicidi (più altri decessi e casi da accertare).
di Ugo Adamo
lacnews24.it, 15 dicembre 2025 Nel 2024 i Tribunali di sorveglianza hanno accolto più di 5.800 ricorsi per trattamenti inumani e degradanti. Finora inutili gli appelli di Papa Francesco che chiese in vista dell’anno giubilare provvedimenti di clemenza per restituire speranza. Il titolo attribuito a questo nostro intervento, che può apparire provocatorio, è stato scelto per richiamare l’attenzione del lettore su una situazione drammatica, quale quella che si vive nelle carceri italiane da ormai troppo tempo. La condizione degli istituti penitenziari ha raggiunto livelli allarmanti: a fronte di 46.500 posti realmente disponibili, essi ospitano circa 63.500 persone, in condizioni di sovraffollamento estremo.
di Lino Fresca
calabria7.news, 15 dicembre 2025 Suicidi, violenze e sovraffollamento. È il dramma che si vive nelle carceri italiane. Cinque detenuti si sono suicidati negli ultimi giorni negli istituti di pena italiani. Il Giubileo dei detenuti inizia nel peggiore dei modi, con notizie di morte e disperazione. Pochi giorni fa è morta nel carcere di Rebibbia una donna cinquantanovenne, probabilmente per overdose. Precedentemente ci sono stati un caso di suicidio nel carcere di Viterbo e il decesso di un detenuto a lungo in coma e in terapia intensiva per una violenza tra detenuti all’interno di Rebibbia. Una brutta successione di morte che segna queste giornate dedicate ai detenuti. Ancora un altro suicidio è stato segnalato nel carcere di Lecce.
di Alex Corlazzoli
Il Fatto Quotidiano, 15 dicembre 2025 “Senza rieducazione, si preparano solo nuovi delinquenti”. Intervista a don Roberto Musa, cappellano della casa circondariale di Cremona: “Chi lavora in carcere è continuamente preoccupato di non svolgere appieno la sua missione”. “Non si può andare avanti a dare la tachipirina ha chi ha il tumore. Entro in carcere dal 2010. Da allora sono passati governi di ogni colore politico ma non so quanto, ci sia in Parlamento, la volontà trasversale di agire su quanto avviene dietro le sbarre. Questa non è un’emergenza ma un problema strutturale: le celle scoppiano, i funzionari sono oppressi dalla burocrazia, non siamo attrezzati ad affrontare le persone detenute a causa delle dipendenze da nuove sostanze, spesso manca un accompagnamento per il post detenzione”.
di Bruno Giordano*
italreport.it, 15 dicembre 2025 Il Giubileo dei detenuti si celebra con numeri inequivoci: dall’inizio dell’anno in carcere sono morti 223 detenuti, di cui 76 suicidi, 4 morti in un solo giorno, a cui bisognerebbe aggiungere tutti i tentativi di suicidio e i gesti autolesionistici. E senza dimenticare chi in carcere ci lavora. Persone, più che numeri, spesso ristrette per pene non di lungo periodo, che dimostrano come il nostro sistema penitenziario sia fuori dalla Costituzione: l’art. 2 tutela i diritti umani in qualsiasi formazione sociale in cui operi, quindi anche in carcere; e l’art. 27 vieta la pena di morte. Eppure, di carcere si muore. Nella Costituzione tutte le pene, non solo quelle detentive, non devono andare contro il senso di umanità, hanno come unico fondamento la rieducazione di chi ha commesso un reato, non la sofferenza. Non fargli mancare l’aria.
GIUSTIZIA
di Tino Palestra
Corriere della Sera, 15 dicembre 2025 Quello slogan che promette miracoli mentre i temi veri restano nel cassetto. Il dibattito sul referendum costituzionale promosso dal governo Meloni. Mi ero ripromesso di non intervenire sul referendum sulla giustizia (definizione già forzata, trattandosi di questioni riferite semmai all’assetto della magistratura) e da mesi mi lascio stoicamente scorrere sopra la testa le straparlate dei mille opinionisti che, con la riforma Nordio, vendono al pubblico giustizie più giuste, giudici che pagano i loro errori e persino giustizie più efficienti: ma quando, con slogan non molto dissimili, scendono in campo anche i “colleghi” della Camera penale (di molti dei quali ho stima personale e professionale sincera), non riesco a trattenermi.
di Leandro De Gaudio
Il Mattino, 15 dicembre 2025 Ormai non è solo un argomento per addetti ai lavori, non è solo materia per giuristi. La riforma della giustizia, che prevede tra l’altro anche la separazione delle carriere tra pm e giudici, infiamma il dibattito politico e culturale della città. Una questione che ha dato vita a comitati per il sì e per il no, in vista del referendum fissato in primavera che chiama i cittadini italiani ad esprimersi sul progetto di legge voluto dal ministro guardasigilli Nordio. Al di là di magistrati e avvocati, sono pronti a fornire il proprio contributo attori e intellettuali, artisti e uomini di cultura, esponenti di associazioni e imprenditori. Tutti decisi a raccontare (e a motivare) l’opportunità di sostenere o contrastare la separazione tra giudicanti e requirenti. Iniziamo da questo pomeriggio.
agenparl.eu, 15 dicembre 2025 Enrico Costa (Forza Italia), vicepresidente della Commissione Giustizia: La libertà personale violata per giorni e giorni per il Csm è un fatto di “scarsa rilevanza”. Quali gli altri elementi sui quali è fondata la “scarsa rilevanza”? Che il detenuto non abbia presentato reclamo o richiesta di scarcerazione. “Un Pm si dimentica in carcere un detenuto in custodia cautelare e lo scarcera con 43 giorni di ritardo rispetto alla scadenza dei termini. Il Ministro della Giustizia avvia un’azione disciplinare nei confronti del magistrato. Esito: il CSM lo assolve per “scarsa rilevanza” del fatto. 43 giorni in carcere sono di “scarsa rilevanza” per la sentenza numero 8 del 2025.
TERRITORIO
umbriadomani.it, 15 dicembre 2025 Nelle carceri dell’Umbria c’è “una quantità rilevante di persone con certificazione medica che dichiara inesorabilmente la loro incompatibilità col sistema ma rimangono seppelliti nelle strutture perché non ci sono soluzioni”. A sottolinearlo, con l’Ansa, è Giuseppe Caforio, Garante in Umbria dei detenuti ai quali è stato dedicato il Giubileo. Cominciato il 12 dicembre, il Giubileo dei detenuti è terminato oggi. Fu Papa Francesco a volerlo e che aprì la Porta Santa anche a Rebibbia. “Sono molti a non comprendere ancora che da ogni caduta ci si deve poter rialzare. Il Signore continua a ripeterci che una sola è la cosa importante: che nessuno vada perduto” ha detto Papa Leone XIV nella Basilica di San Pietro.
Ristretti Orizzonti, 15 dicembre 2025 Uno strumento di quotidianità e allo stesso tempo un veicolo di cultura costituzionale e promozione dei diritti. Questo è il progetto ‘Calendari’ presentato oggi, martedì 16 dicembre, in conferenza stampa dal Garante dei detenuti della Toscana Giuseppe Fanfani. Nato da un’idea della Società della Ragione, con il sostegno della Fondazione CR Firenze e Fondazione Michelucci, sarà distribuito mercoledì 17 dicembre nelle carceri di Sollicciano e Gozzini di Firenze e nella Casa circondariale di Arezzo.
di Miriam Romano
La Repubblica, 15 dicembre 2025 A novembre le presenze sono arrivate a quasi 1.200. E ciclicamente torna l’ipotesi di un trasloco altrove. Due raggi del carcere di San Vittore sono chiusi da anni, in attesa dei lavori di ristrutturazione. Mentre il sovraffollamento ha raggiunto da tempo picchi oltre il 200 per cento. Secondo il rapporto di Antigone il tasso a novembre 2025 è arrivato addirittura al 231%: la struttura ospita, con quasi 1.200 detenuti, più del doppio delle persone rispetto alla sua capienza. Ciclicamente torna la proposta di spostare il carcere milanese. Solo poche settimane fa il sindaco Beppe Sala era tornato sulla questione proponendo di trasferire la casa circondariale fuori dal centro città. “So che ci sono delle resistenze, ma secondo me San Vittore non è un carcere dignitoso per Milano. Fino a due anni fa - aveva ribadito il sindaco - c’erano camere femminili con le turche”.
di Andrea Gianni
Il Giorno, 15 dicembre 2025 Reclusi trasferiti a Bollate e in altri penitenziari. “L’episodio porta alla luce problemi che denunciamo da anni”, dicono i sindacati. Vertice in Prefettura. I detenuti del terzo reparto del carcere di San Vittore, inagibili e senza elettricità dopo due incendi provocati da un cortocircuito, sono stati trasferiti in altre carceri, in particolare nel penitenziario di Bollate che già sconta problemi di sovraffollamento. Una delicata operazione che ha coinvolto in tutto circa 250 reclusi, spostati anche fuori regione, mentre si stanno pianificando i lavori per riparare i danni e riaprire il reparto, con tempi ancora imprevedibili.
di Gandolfo Maria Pepe
La Sicilia, 15 dicembre 2025 Percorsi di studio per promuovere rieducazione e reinserimento, con il sostegno del Ministero e del personale penitenziario. La Casa Circondariale di Caltanissetta compie un importante passo avanti sul fronte della rieducazione e del reinserimento sociale delle persone detenute con l’avvio ufficiale del Polo Universitario, in collaborazione con l’Università Kore di Enna. Un progetto di alto valore sociale e culturale, che rafforza il ruolo della formazione come strumento centrale del percorso trattamentale. L’iniziativa è stata resa possibile grazie al sostegno del Ministero della Giustizia - Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, e del Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Sicilia, da tempo impegnati a promuovere percorsi educativi capaci di incidere concretamente sulle prospettive future dei detenuti.
infodent.it, 15 dicembre 2025 La salute dei detenuti continua a rappresentare una delle sfide più complesse e meno visibili del sistema sanitario italiano. Negli istituti penitenziari, le criticità strutturali e la carenza di personale formato ostacolano l’accesso alle cure, creando disuguaglianze significative nella gestione della salute dei detenuti. Per rispondere a queste problematiche, l’Università degli Studi di Milano ha lanciato un Corso di Perfezionamento in Medicina Penitenziaria, pensato per formare professionisti in grado di garantire continuità di cura tra carcere e territorio.
laprovinciacr.it, 15 dicembre 2025 Celebrazione nella struttura penitenziaria con il vescovo Daniele Gianotti, tra testimonianze, riflessioni spirituali e il richiamo alla speranza come diritto di ogni persona. Anche nella Casa circondariale di Cremona è stato vissuto il Giubileo delle persone detenute. La celebrazione a Ca’ del Ferro è stata presieduta da mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema e delegato della Conferenza episcopale lombarda per la pastorale carceraria, nella mattinata di ieri, sabato 13 dicembre. Una ulteriore occasione per accendere una luce di speranza nel carcere cremonese in prossimità del Natale, quando proprio la mattina del 25 dicembre a celebrare l’Eucaristia insieme ai detenuti sarà il vescovo di Cremona Antonio Napolioni.
di Angelica Malvatani
Il Resto del Carlino, 15 dicembre 2025 Una messa che vale come un abbraccio e un incoraggiamento, nel giorno in cui la Chiesa celebra il giubileo dei detenuti. L’arcivescovo Rocco Pennacchio ha voluto essere nella casa di reclusione di Fermo, in luogo in cui provare a parlare di tempo, di perdono, di consapevolezza, nel giorno in cui si celebra l’avvento. Al suo fianco Monsignor Armando Trasarti, arcivescovo emerito e cappellano del carcere, dentro è per tutti don Armando, da 30 mesi ogni settimana incontra i detenuti e mai è accaduto che non si presentassero per un momento di conforto, di confronto, di confessione.
riforma.it, 15 dicembre 2025 Il convegno nazionale della Diaconia valdese a Roma il prossimo 22 gennaio. Il 2025 ha segnato il cinquantesimo anniversario della riforma dell’ordinamento penitenziario in Italia. Un traguardo che, a distanza di cinque decenni, non coincide però con un reale miglioramento delle condizioni di vita all’interno degli istituti di detenzione. La popolazione carceraria ha continuato ad aumentare, fino a rendere strutturale il sovraffollamento delle carceri, mentre le risorse a disposizione dell’apparato giudiziario e penitenziario restano insufficienti. A dicembre 2025, il numero di persone che si sono tolte la vita in contesti di privazione della libertà personale ha superato le settanta unità, a cui si aggiungono coloro che sono deceduti dopo il ricovero ospedaliero.
di Mara Miceli e Amedeo Lomonaco
vaticannews.va, 15 dicembre 2025 Tra strade morse dal traffico e dalla frenesia quotidiana una mostra a cielo aperto, organizzata in occasione del Giubileo dei detenuti, invita lo sguardo a fermarsi per cogliere, attraverso il linguaggio delle immagini, frammenti di vita di una comunità “invisibile”: quella che vive nel penitenziario romano. Il Giubileo dei detenuti è anche un’occasione di profonda riflessione oltre i ritmi della quotidianità. Anche la mostra “Il Mondo alla Rovescia”, organizzata a Roma in occasione di questo evento giubilare, esorta a fermarsi, a non lasciarsi travolgere dalla frenesia cittadina. In questo tempo, ormai prossimo al Natale, il quartiere attorno al carcere di Rebibbia si tramuta in un paesaggio narrativo, in un’oasi urbana.
di Valentina Moro
La Stampa, 15 dicembre 2025 Tra laboratori di scrittura, partite di calcio e teatro: così i detenuti si ricostruiscono una vita. “Non sono stato un bravo figlio, come faccio io a essere un buon papà dentro il carcere?”. Se lo chiedeva spesso Tom quando, mentre era recluso, è nata sua figlia, come ha raccontato in videoconferenza durante il convegno “Oltre le mura” quest’anno dedicato alla genitorialità in carcere. “Come si fa a spiegare a un bambino di 2-3 anni perché il papà non torna a casa il weekend o durante le feste?”.
di Padre Guido Bertagna*
L’Unità, 15 dicembre 2025 La storia dell’adultera contenuta nel Vangelo di Giovanni, spiega anche il titolo del XI Congresso di Nessuno tocchi Caino, il 18, 19 e 20 dicembre a Milano nel Teatro del Carcere Beccaria: “Non giudicare!”. Dopo “Spes contra spem” e “La fine della Pena” dei precedenti, “Non giudicare!” è il titolo del XI Congresso di Nessuno tocchi Caino, il 18, 19 e 20 dicembre a Milano nel Teatro del Carcere Beccaria. Superare radicalmente il sistema di giudizio: è il passaggio decisivo per cancellare il peccato originario dei sistemi penali e penitenziari.
di Eugenio Murrali
vaticannews.va, 15 dicembre 2025 Presentato all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede il volume del giornalista dei media vaticani Davide Dionisi, che negli anni ha raccolto riflessioni e testimonianze sull’universo carcerario, mettendone in luce anche le opportunità di rinascità e l’umanità che vi ha incontrato. Con il suo lavoro e il suo libro Davide Dionisi si è posto l’obiettivo di contribuire a creare un ponte tra quel mondo del carcere che da giornalista ha saputo conoscere e raccontare e il mondo esterno, spesso distante e inconsapevole. La presentazione del volume Le loro prigioni. Percorsi di libertà dietro le sbarre (Gambini editore) ha dato vita a un incontro ricco di contenuti e di partecipazione in una settimana significativa in cui si tiene il Giubileo dei Detenuti.
di Mariano Sabatin
globalist.it, 15 dicembre 2025 Per chi la conosce, solo Francesca Ghezzani, giornalista e conduttrice televisiva (autrice e volto di Ipso facto sulla piattaforma Canale Europa Tv) avrebbe potuto scrivere un libro difficile, coraggioso e per tanti versi divisivo come “Il silenzio dentro” (Swanbook Editore), in cui si occupa della miriade di problematiche che i detenuti italiani devono affrontare. Ghezzani è campionessa di cortesia, rispetto, ferrea deontologia e nel suo libro si ravvisano questi e altri valori.
AFFARI SOCIALI
di Ilvo Diamanti
La Repubblica, 15 dicembre 2025 Continua la relazione tra flussi e allarme sicurezza nonostante il numero degli arrivi sia costante. Il fenomeno dell’immigrazione ha un peso e un ruolo significativo, in Italia, costituisce, infatti, quasi il 10% della popolazione: oltre 5 milioni di persone. E ha un peso rilevante, sul piano demografico ed economico. In molti settori ha un ruolo importante, talora determinante, nell’occupazione. Al di là delle polemiche che continua a sollevare. Peraltro, ha una geografia composita. Infatti, anche se l’attenzione (spesso polemica) si concentra sulla componente che proviene dall’Africa, una parte rilevante ha origine da Paesi europei: Romania, Albania, Ucraina. E dalla Cina. La presenza degli stranieri, in Italia, comunque, ha un peso importante, per l’occupazione e la produzione. Ma continua a suscitare attenzione e polemica, come mostrano i dati rilevati dall’Associazione Carta di Roma e dall’Osservatorio di Pavia.
di Gianfranco Schiavone
L’Unità, 15 dicembre 2025 Dalla spettacolare operazione con cui nel 2023 è stato sgomberato il cosiddetto Silos, nulla è cambiato. Lo scandalo concentrato in un’unica megastruttura con centinaia di migranti in stato di abbandono si è trasformato in uno scandalo diffuso. Era il 21 giugno 2023 quando, con una spettacolare operazione di sgombero e trasferimento di circa 200 richiedenti asilo, veniva chiuso il cosiddetto Silos, un’enorme struttura adiacente alla stazione ferroviaria di Trieste centrale che fu, insieme a decine di altri edifici vicini in stato di abbandono, uno dei magazzini del porto (oggi detto vecchio) dell’impero asburgico. Nel Silos da circa due anni centinaia di persone che avevano chiesto asilo (o meglio, migliaia tenuto conto della loro rotazione) affondavano nel fango mostrando, in concreto, cosa fosse il sistema di accoglienza del Belpaese.
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 15 dicembre 2025 Don Fabrizio Bazzoni e l’imam Suleiman nel quartiere multietnico di San Siro, l’uno accanto all’altro tra i bambini di famiglie cristiane e musulmane, insieme per una preghiera congiunta e nel comune desiderio “che il mondo intero fosse come questa piazza”. E il 18 dicembre una iniziativa analoga, sempre a Milano, in zona Corvetto. “Mi commuovo”, ha detto anche quest’anno Olga del quartiere milanese di San Siro. Don Fabrizio Bazzoni e l’imam Suleiman hanno appena finito la loro “preghiera congiunta”, col racconto della nascita di quello stesso Gesù nella versione rispettivamente dei Vangeli e del Corano. E adesso al centro della scena ci sono i bambini dei palazzoni lì attorno, con i loro genitori un po’ cristiani e un po’ musulmani, a rappresentare i personaggi del presepe vivente allestito in Piazzale Selinunte.
di Guido Corso*
La Stampa, 15 dicembre 2025 Sul disegno di legge n. 1722, volto al rafforzamento della strategia di contrasto all’antisemitismo (cosiddetto ddl Delrio), circola molta confusione. La prima critica sostiene che si tratti di una legge superflua, poiché esisterebbe già la legge Mancino (l. n. 205/1993), che punisce con la reclusione chi diffonde idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale. L’equivoco è evidente. Il ddl non introduce nuove fattispecie punitive. Non tocca la stampa, né i libri o i giornali. Non si sovrappone alle leggi già esistenti. Interviene sull’odio antisemita in rete e solo per disciplinare il meccanismo delle piattaforme (rimozione dei contenuti, limitazioni temporali all’utilizzo dei social network e al più sanzioni a carico delle piattaforme). Appare davvero singolare un’indignazione generalizzata nei confronti di misure di contrasto di fenomeni tanto pervasivi, come i discorsi d’odio veicolati dai social network.
di Flavia Amabile
La Stampa, 15 dicembre 2025 Il Dipartimento antidroga: “In Italia un suicidio collegato all’uso della sostanza”. Il segretario di +Europa: “Difficile confondere quel prodotto con un cannabinoide leggero”. Da palazzo Chigi è stato diffuso un allarme su un prodotto cannabinoide che può provocare anche la morte. Secondo il sistema nazionale di allerta rapida per le droghe del dipartimento Antidroga di palazzo Chigi si è verificato “un grave episodio, avvenuto nei giorni scorsi, legato al consumo di prodotti contenenti cannabis a basso contenuto di Thc (c.d. cannabis ‘light’) e un pericoloso cannabinoide sintetico denominato Mdmb-pinaca”.
DOCUMENTI
Articolo. "Democrazia e giustizia: ultima chiamata", di Fulvio Vassallo Paleologo
Articolo. "La riforma della magistratura fra testo e contesto", di Vincenzo Roppo
APPUNTAMENTI
Seminario Università La Sapienza. "Carcere in-formazione" (Roma, 15 dicembre 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 15 al 21 dicembre 2025
Teatrando entra nelle strutture detentive. "Giovani e scuola in scena" (Casa circondariale di Rovigo, 16 dicembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI