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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di domenica 14 dicembre 2025
di Giacomo Galeazzi
La Stampa, 14 dicembre 2025 Il cardinale: “Sovraffollamento insostenibile, i suicidi in cella sono 18 volte più che in libertà. Serve una giustizia dal volto umano, come diceva Platone la punizione è utile solo se rieduca”. “C’è troppa sofferenza nelle carceri. Si tratta di fare giustizia alla vittima non di giustiziare l’aggressore - dice il cardinale Matteo Zuppi (fin dal 1981 incontrava a Rebibbia i carcerati, compresi i “dissociati” del terrorismo). Due terzi delle persone che escono dal carcere e che hanno seguito percorsi solo dentro al carcere sono recidivi. Al contrario coloro che sono stati ammessi a fruire delle misure alternative al carcere hanno una bassissima recidiva”.
di Vincenzo R. Spagnolo
Avvenire, 14 dicembre 2025 Irma Conti, componente del Garante dei detenuti: il sovraffollamento accresce il disagio, con 77 suicidi e 1.700 tentativi Una soluzione? Accelerare sulle misure alternative e sul lavoro esterno. “Il Giubileo dei detenuti è l’ultimo dell’anno giubilare. Mi piace pensarlo così, perché è quello degli ultimi che spero poi rinascano e riescano ad essere primi. Personalmente, lo sto vivendo in questa chiave, con la speranza che ci si possa incamminare su un percorso concreto di recupero e riabilitazione di chi oggi sta scontando una pena”.
di David Maria Riboldi*
Avvenire, 14 dicembre 2025 Ogni volta che inizio una predica con una domanda è molto elettrizzante. L’uditorio intuisce che la risposta non è scontata. Gli occhietti brillano, sembra di vedere i pensieri muoversi nelle menti di chi ho davanti. Dietro le palpebre di occhi che si chiudono per pensare; sotto la calvizie che sa di lunga esperienza. Qualcuno sussurra qualcosa nell’orecchio al vicino: magari sa la risposta o pensa di saperla. E poi c’è chi gioca d’azzardo dentro di sé e, come ogni giocatore, vuole vincere. Sembra di leggere libri aperti e sognanti. Qualcosa di ludico, che fai guardando i bambini sulle prime panche, ma dove sono soprattutto i grandi a giocarsela.
di Giorgio Pieri*
interris.it, 14 dicembre 2025 Il Giubileo del 2025, incentrato sulla Speranza, è per sua natura un tema in profonda continuità con il Giubileo Straordinario della Misericordia voluto da Papa Francesco nel 2015. Misericordia e speranza sono inseparabili: non può esistere speranza senza misericordia, né misericordia che non generi speranza. Quel Giubileo ci ha insegnato che la misericordia è più di un gesto; è un modo di essere che guarisce le relazioni umane e accoglie ogni esperienza. Misericordia, etimologicamente, deriva da miser (misero) e accordis (cuore): significa mettere nel mio cuore la miseria dell’altro e portarla insieme. È la capacità di farsi carico del peso degli altri. Questo atteggiamento apre alla speranza, perché nel momento in cui accolgo, offro all’altro la possibilità di ricominciare.
di Lorenzo Cipolla
interris.it, 14 dicembre 2025 L’ispettore generale dei cappellani delle carceri don Raffaele Grimaldi riflette sul significato dell’evento giubilare dedicato alle persone detenute. Chi ha sentito chiudere dietro di sé la porta di una cella, soglia prima della quale resta la propria libertà personale, oggi attraverserà la Porta santa nella Basilica di San Pietro e la luce della speranza potrà entrare nelle carceri per illuminare il buio che le affligge. Il Giubileo dei detenuti è l’evento conclusivo dell’anno giubilare, singolare coincidenza visto che all’inizio del Giubileo papa Francesco aveva dischiuso per la prima volta una porta santa in un penitenziario, a Rebibbia.
di Gigliola Alfaro
agensir.it, 14 dicembre 2025 Il Premio Castelli è una delle tante attività messe in campo dalla San Vincenzo De Paoli a favore dei detenuti e della legalità. Ne parliamo con Antonella Caldart, responsabile del Settore Carcere e Devianza della Federazione nazionale italiana Società di San Vincenzo De Paoli Odv, in occasione del Giubileo dei detenuti. Sono molteplici le attività della Federazione nazionale italiana Società San Vincenzo de’ Paoli a favore di chi vive ristretto, ma anche per formare volontari e sensibilizzare i giovani alla cultura della legalità. “Specchio insopportabile e maledetto. Volgevo lo sguardo altrove pur di non vedere quella faccia riflessa che ogni mattina mostravi, ma tu, impietoso, mi affliggevi, esibendo il volto di un detenuto”.
di Giorgio Paolucci
Avvenire, 14 dicembre 2025 L’esperienza del Giubileo a Roma con chi ha commesso delitti anche gravi e ha preso coscienza di essere amato da Dio malgrado tutto ci porta a sentirli vicini e a cercare lo stesso sguardo su di noi. Assassini, rapinatori, ladri, stupratori. Cosa ci fanno oggi nella basilica di San Pietro? Sono arrivati per incontrare Papa Leone XIV e assaggiare il sapore di un frutto che la Chiesa offre anche a chi ha vestito i panni di Caino, a chi ha tradito il patto con la società, a chi pensa di non meritarlo, quel frutto. Si chiama misericordia, parola che esprime un amore senza confini, racconta il chinarsi del cuore di Dio sulle miserie dell’uomo, di ogni uomo, e dona speranza attraverso il perdono, incarnando una giustizia che ha una misura più alta di quella umana.
di Giuseppe Muolo
Avvenire, 14 dicembre 2025 Di prima mattina, un’intensa foschia ha ricoperto tutta la zona. Poi è arrivato il sole. E piano piano si è preso la scena, facendosi spazio tra le nuvole. Lo hanno interpretato quasi come un segno, i detenuti, i cappellani e i volontari di diverse carceri italiane che ieri e venerdì si sono riuniti a Sacrofano, a pochi chilometri da Roma. Tutti insieme per pregare e prepararsi alla Messa di stamattina con papa Leone XIV, cuore del Giubileo dei detenuti, l’ultimo grande evento giubilare. C’era Luca (nome di fantasia), che sta scontando la sua pena dal 2018.
a cura di Giorgio Paolucci
Avvenire, 14 dicembre 2025 In occasione del Giubileo dei detenuti riceviamo e pubblichiamo i messaggi di chi potrà andare a Roma e di chi invece potrà partecipare solo da lontano. In vista del Giubileo dei detenuti che verrà celebrato oggi, domenica 14 dicembre, che porterà a Roma seimila pellegrini e che avrà il suo culmine nella Messa presieduta alle 10 da Leone XIV nella Basilica di San Pietro, molti messaggi sono arrivati alla redazione di Avvenire. Vengono sia da parte di chi potrà recarsi nell’Urbe, sia da quanti, pur dovendo restare in carcere, hanno voluto testimoniare come stanno vivendo questo “tempo forte”. Alcuni nomi delle testimonianze che seguono sono di fantasia.
di Giovanni Negri
Il Sole 24 Ore, 14 dicembre 2025 Ieri il comitato direttivo “Ragioni tecniche evaporate, solo un sì o un no ai giudici”. Oramai il referendum alle porte sarà sulla magistratura, sulla stima e credibilità di cui gode o potrà godere, e non più sulle questioni tecniche oggetto della legge di riforma costituzionale. Alza il tono il presidente dell’Anm Cesare Parodi al comitato centrale di ieri in un intervento che lui stesso sottolinea come irrituale anche nella lunghezza. “Ho maturato una sensazione molto forte: sarà un referendum contro la magistratura - sottolinea Parodi. Sono parole forti perché la mia osservazione sulla realtà di tutti i giorni, negli uffici, sulla stampa, sulle televisioni, fra le persone mi porta purtroppo a questa conclusione, che è esattamente il contrario di quello che io auspicavo”.
di Edmondo Bruti Liberati
Corriere della Sera, 14 dicembre 2025 Quello del prossimo anno sulla magistratura sia comunicato in maniera corretta. Ricordi d’infanzia all’avvicinarsi delle Feste. Nelle prime classi delle elementari scrivevamo la “Letterina di Natale”. Propositi di buon comportamento in casa e a scuola, discreti suggerimenti per i regali e infine desideri per un Mondo migliore. Oggi l’auspicio è la pace e il rispetto dei diritti delle persone. Più terra terra avanzo tre pensierini, desideri (wishes allora non si usava) su che cosa voteremo al prossimo Referendum sulla riforma della magistratura.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 14 dicembre 2025 C’è un gruppo pronto ad andare in Cassazione e fermare così il blitz del governo. L’Anm: “Serve un dibattito informato nel paese”. La mossa già nei prossimi giorni. Prc: “Disponibili a presentare un quesito”. Nei primissimi giorni della settimana, un gruppo di cittadini si recherà alla cancelleria dell’Ufficio centrale per il referendum della Corte di Cassazione e farà richiesta di raccogliere le firme per il referendum sulla riforma della giustizia. Non è stato complicato comporre questo mini comitato informale, anche se le varie associazioni che compongono la Via Maestra (e i partiti) hanno evitato di prendere una posizione precisa sul punto, un po’ per calcolo, un po’ per opportunità e un po’, forse, per generale sottovalutazione della questione.
di Fulvio Gianaria e Alberto Mittone*
La Stampa, 14 dicembre 2025 Non sappiamo se ai cittadini che andranno alle urne per esprimere la loro opinione nel referendum sulla separazione delle carriere dei pm e dei giudici interessa conoscere l’opinione di chi ha frequentato per cinquant’anni le aule giudiziarie, perché non sappiamo se nel tempo che viviamo l’esperienza sia ancora un valore. Ci sembra comunque utile trasmettervi un’opinione pensata e pacata. Innanzitutto una premessa che deve essere chiara a tutti e che ci pare non possa essere smentita. Se si pensa che i problemi della giustizia italiana siano quelli di essere lenta e farraginosa, si sappia che la riforma di cui si discute non influirà per nulla su questi difetti, così come non servirà a ridurre gli errori che nessun sistema processuale riesce ad eliminare del tutto.
di Manuela D’Alessandro
agi.it, 14 dicembre 2025 La Cassazione respinge il ricorso a una donna non potrà scontare la pena ai domiciliari perché non ha una casa adeguata. Non ha una casa adatta e c’è un “elevatissimo rischio” che commetta gli stessi reati per cui è stata condannata. Per questo la Cassazione ha respinto nei giorni scorsi il ricorso di una donna incinta e malata di tumore al seno contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza di Milano che le aveva negato la possibilità di scontare la pena a 30 anni di carcere per numerosissimi furti ai domiciliari lasciando l’Icam (Istituto a Custodia Attenuata per detenute Madri) nel quale si trova. Dopo che è stato presentato il ricorso, il figlio della donna è nato prematuro.
di Claudia Guarino
Il Tirreno, 14 dicembre 2025 A dare l’allarme il compagno di stanza: la pm ha disposto l’autopsia. Il messaggio del Garante dei detenuti. Ad accorgersi che qualcosa non andava è stato uno dei due compagni di cella, che ha dato l’allarme. Ma quando operatori sanitari e agenti penitenziari sono intervenuti, per lui non c’era più niente da fare. Il livornese Kevin Cecchi è morto lì, a 31 anni, nel reparto di Media Sicurezza del carcere delle Sughere, a Livorno.
di Elisabetta Andreis e Pierpaolo Lio
Corriere della Sera, 14 dicembre 2025 Dopo cortocircuito elettrico un secondo incendio. “Esclusi atti dolosi”. La giornata in allerta nel carcere sovraffollato: un blocco elettrico ha lasciato senza corrente l’intero III raggio, che ospita detenuti comuni e “la Nave” con i carcerati tossicodipendenti. Secondo incendio nella notte, senza feriti. La maggioranza spostata a Bollate, altri fuori regione. Per quasi tutta la giornata s’è lavorato a evitare in ogni modo il “piano b”. E cioè quello che però è poi avvenuto: essere costretti a trasferire quasi un quarto degli “ospiti”. Gli autobus della polizia penitenziaria sono arrivati in serata davanti al carcere di San Vittore. E una volta fatto il carico di detenuti - 250, in pratica tutto il “III Raggio” - sono ripartiti con destinazione Bollate e altri penitenziari fuori regione.
lecceprima.it, 14 dicembre 2025 Dopo i due decessi in pochi giorni, visita del deputato dem Claudio Stefanazzi a Borgo San Nicola. La stoccata al governo: “Strategie punitive, nessuna volontà di agire”. Fuori, presidio di volontari. L’idea per la formazione: detenuti Oss con titolo spendibile una volta usciti. I volontari in presidio. Due suicidi in pochi giorni. È questo il drammatico bilancio che ha riacceso i riflettori sul penitenziario di Borgo San Nicola. Un’emergenza denunciata dal Sappe, sindacato della polizia penitenziaria, e che ha spinto il deputato leccese del Partito democratico Claudio Stefanazzi a effettuare una visita ispettiva d’urgenza nella struttura.
di Diana Ligorio
Il Domani, 14 dicembre 2025 Federica Lombardia ha una malattia genetica che si chiama acondroplasia. La sua passione è la scrittura, che ha portato tra le mura del penitenziario: “Qui mi sento me stessa”, dice. Da Castel Maggiore alla Dozza, in bici sono ventitré minuti e sei chilometri di case basse, pianura e poi campagna. Non è provincia, non è periferia della città. Nessuna identità nel paesaggio. Nessuna architettura verticale. Solo un muro di cinta mostra nella sua altezza la sostanza di una separazione. “Alla Dozza ci devi proprio voler andare”, dice Federica Lombardi mentre lega il manubrio a un palo e tira fuori il documento per accedere alla casa circondariale Dozza di Bologna. Federica, alla Dozza, ci vuole proprio andare: “Se salto un martedì, mi mancano i ragazzi, mi manca quello spazio”.
di Tiziano Grottolo
Corriere del Trentino, 14 dicembre 2025 Oltre mille persone hanno attraversato la città in segno di protesta per dire no ai Cpr: “Migranti criminalizzati”. “Più di 1.500 persone sono qui per dire no al sistema dei centri di permanenza per i rimpatri, non vogliamo i Cpr né a Trento né in Albania”. È il messaggio lanciato dagli attivisti che ieri hanno preso parte alla manifestazione promossa da un coordinamento di oltre 60 sigle. Si tratta di movimenti, collettivi antirazzisti, scuole di italiano, associazioni, sindacati e partiti di sinistra e centrosinistra.
di Stella Bonfrisco
Il Resto del Carlino, 14 dicembre 2025 “Una vita caduta per terra” il titolo dello spettacolo andato in scena alla ‘Pulce’. È il risultato di un laboratorio teatrale organizzato da MaMiMò. “Perché l’anagramma di carcere è ‘cercare’ e forse il senso della vita è proprio cercare, andare avanti”: una battuta in un copione carico di emozioni e voglia di spiegare la condizione di chi è privato della libertà, ma chiede comunque di aprirsi all’intera comunità. “Una vite è caduta per terra” è il titolo dello spettacolo che venerdì sera è andato in scena nella palestra - fresca di ristrutturazione - del carcere reggiano. Protagonisti i detenuti della sezione maschile: Ahmed, Anass, Angelo, Bruno, Davide, Gaetano, Khalil, Marco e Mattia, che hanno inoltre lavorato alla scrittura del testo, con la regia di Gian Marco Pellecchia e la drammaturgia di Paolo Bruini.
orvietonews.it, 14 dicembre 2025 La Casa di Reclusione di Orvieto, in collaborazione con la Caritas Diocesana di Orvieto-Todi e con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto presenta “Spezzacatene. Una storia di brigantaggio”, un fotoromanzo ideato, scritto e fotografato dai detenuti all’interno di un percorso educativo e artistico guidato da Manuela Cannone e Ludovica Andò, da un’idea del capo area educativa della Casa di Reclusione di Orvieto Paolo Maddonni. La presentazione, come annunciato, si terrà lunedì 15 dicembre alle 11 all’Auditorium “Gioacchino Messina” di Palazzo Coelli, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto.
di Roberto Barzanti
Il Manifesto, 14 dicembre 2025 Temi, memorie, recensioni, opere Due fascicoli della rivista internazionale “Todomodo” (Olschki editore) e il XVI “Leonardo Sciascia colloquium”: la drammatica attualità delle accuse dello scrittore siciliano. Se uno scrittore contemporaneo sollecita un gruppo di amici a produrre una serie di iniziative che non solo ne mantengano viva la memoria, ma ne approfondiscano le predilette tematiche e raccolgano testimonianze, recensioni, opere grafiche consone alla sua alacre creatività, questa è la migliore verifica della permanenza del suo mondo, delle domande che ha formulato, delle accuse che ha gridato. Come se le sue pagine fossero restate aperte e sollecitassero a proseguire il lavoro avviato con furore. È quanto è accaduto e accade a Leonardo Sciascia (Racalmuto, 8 settembre 1921- Palermo, 20 novembre 1989).
di Letizia Tortello
La Stampa, 14 dicembre 2025 Lo scrittore greco: “La manipolazione dei media è un grande rischio per la democrazia”. “La resistenza non ha età”. Lo scrittore greco Petros Markaris condensa in un titolo - quello del suo prossimo libro del commissario Charitos - lo slogan più adatto per sopravvivere ai tempi durissimi che stiamo vivendo. “Tempi di retromarcia”, in costante sfida della democrazia e dei diritti acquisiti. In cui la libertà di espressione, di critica e di dissenso cedono sotto i colpi feroci del potere che bolla sommariamente come “fake news” le notizie più scomode e pericolose.
ansa.it, 14 dicembre 2025 La Bielorussia ha liberato 123 detenuti tra cui l’attivista anti-regime Maria Kolesnikova, in carcere dal 2020. Lo hanno reso noto i media di Stato. All’operazione hanno partecipato anche i servizi segreti ucraini, ha rivelato il presidente Volodymyr Zelensky. “Grazie al ruolo attivo degli Stati Uniti e alla collaborazione dei nostri servizi di intelligence, circa un centinaio di persone, tra cui cinque ucraini, stanno tornando in libertà”, ha spiegato su Telegram. Kolesnikova era stata condannata a 11 anni di carcere nel 2021 a seguito delle proteste seguite alle elezioni presidenziali bielorusse del 2020. La donna ha già parlato con sua sorella, Tatyana Khomich, ha affermato Igor Kravtsov, rappresentante della squadra del leader dell’opposizione bielorussa Viktor Babariko.
di Anna Maselli
Corriere della Sera, 14 dicembre 2025 Il cooperante veneziano detenuto da oltre un anno a Caracas. Appello dell’attrice Ottavia Piccolo alle istituzioni: “Ricordatevi di lui”. Il tempo al Lido di Venezia trascorre lento, scandito dalla congiunzione “e”. Un anno e un giorno, un anno e dieci giorni, un anno e un mese. Ogni scatto in avanti delle lancette è un istante in più che Alberto Trentini trascorre dietro le sbarre del carcere di El Rodeo, poco distante da Caracas in Venezuela. E venerdì la mamma Armanda Colusso è tornata a lanciare un nuovo appello dai microfoni della trasmissione radio “Tutta la città ne parla”: “Sono ormai tredici mesi che Alberto è in prigione e noi non sappiamo darci pace. Mi chiedo ogni mattina, cosa penserà del suo Paese che sembra averlo abbandonato?”.
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