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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di giovedì 11 dicembre 2025

di Alessia Candito

La Repubblica, 11 dicembre 2025 Carcere, l’appello di garanti e associazioni: “Provvedimento di clemenza per svuotare le prigioni”. Negli istituti di pena italiani ci sono 63.500 a fronte dei 46.500 posti effettivamente disponibili. Nelle scorse settimane, il presidente La Russa aveva proposto un mini-indulto, ma il governo ha spento le speranze. Un provvedimento di clemenza che riduca in maniera netta e rapida il numero di detenuti negli iperaffollati penitenziari italiani. L’appello arriva da diciannove fra organizzazioni e sindacati, fra cui Cgil, a Buon diritto, Arci e Cgil, che insieme alla conferenza dei Garanti dei diritti delle persone private della libertà personali che chiedono al governo un provvedimento urgente. “La condizione negli istituti penitenziari italiani è drammatica”, affermano.

 

di Leonardo Fiorentini

L’Unità, 11 dicembre 2025 Un provvedimento immediato che riduca la pressione sul sistema penitenziario, riportandolo entro soglie minime di vivibilità. Ricordiamo le parole di Bergoglio. Settantaquattro persone detenute suicide da inizio anno. Altrettanti cartoni senza volto, alcuni anche senza nome, di fronte a Montecitorio. Il 10 dicembre, giornata dei diritti umani, è stata celebrata a Roma con un flash mob organizzato in occasione del Memorial Cucchi a cui hanno partecipato fra gli altri la sorella Ilaria e Fabio Anselmo. Alle morti incatenate si aggiungono i suicidi di agenti di polizia penitenziaria e operatori sociali, oltre a 47 decessi ancora da chiarire. Numeri che parlano di una sofferenza estrema all’interno delle carceri, insopportabile per chiunque la vivi. Il sovraffollamento è arrivato a contare 63.868 persone ristrette a fronte di poco più di 46.500 posti effettivamente disponibili. Un sistema che è palesemente fuori legalità costituzionale e convenzionale.

 

di Roberta d’Angelo

Avvenire, 11 dicembre 2025 Il capo dello Stato ha inaugurato un’istallazione artistica e ricorda il dovere del fine rieducativo della pena: “I detenuti fanno parte della Repubblica”. Nella settimana del Giubileo dei detenuti, Sergio Mattarella torna a dare voce e senso a chi sconta la pena nei penitenziari italiani. Non tutti, rileva, adeguati al ruolo che la Costituzione definisce per la riabilitazione carceraria. Ed è in questa ottica che il capo dello Stato fa un elogio alle realtà, come quella di Rebibbia, che garantiscono a quanti scontano la pena per i reati commessi di non rimanere “isolati dal mondo esterno”, perché, “come è doveroso”, facciano “parte del mondo esterno, del mondo della nostra Repubblica”.

 

di Monica Mondo

Famiglia Cristiana, 11 dicembre 2025 Bisogna vigilare, perché la sicurezza è un bene necessario; ma sperare in una redenzione, che è il termine cristiano per parlare di recupero. Perché i detenuti restano persone e vanno trattate da persone, senza infierire, senza abbandonarle “gettando la chiave”. C’è stato un movimento politico bipartisan per la legge sul femminicidio, con alcuni distinguo sul consenso che richiedeva approfondimenti. Sarebbe un bel segno un altro accordo tra maggioranza e opposizione per un provvedimento umanitario che consenta ai detenuti a fine pena di trascorrere il tempo rimanente a casa. Non capiterà, temo: troppo forti gli irrigidimenti ideologici o l’uso strumentale della pietà. Una “emergenza della bontà”, come l’ha definita il presidente del Senato Ignazio La Russa, ed è una notizia che la proposta arrivi da un esponente di spicco di un partito che non è mai stato attratto da iniziative “svuota carceri”. In anni passati richieste di sconti per buona condotta erano state fatte e ottenute. E ricordiamo l’appello inascoltato di Giovanni Paolo II a Montecitorio, tanti anni fa.

 

di Massimo Brugnone

Il Foglio, 11 dicembre 2025 “Non siamo d’accordo, né come Governo, né personalmente su una proposta svuota carcere”. E’ netto nella sua posizione il sottosegretario alla giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove in merito alla richiesta del presidente del Senato Ignazio La Russa che aveva auspicato un provvedimento entro Natale per ridurre il sovraffollamento carcerario. L’onorevole di Fratelli d’Italia è intervenuto insieme al deputato di Italia Viva Roberto Giachetti alla prima puntata del video-podcast “Divergenze parallele” del Foglio e ha espresso la sua contrarietà a ridurre i tempi delle pene per i detenuti attualmente in carcere. “Ma per un dato empirico di plastica evidenza - spiega Delmastro - io sono nato presso a poco 50 anni fa, c’era il problema del sovraffollamento carcerario, mancavano circa 10.000 posti detentivi. Sono nel ben mezzo del cammin della mia vita, direbbe il poeta, e c’è il sovraffollamento carcerario, mancano 10.000 posti detentivi. Questo fa comprendere che le sinistre ricette messe in campo in passato, da indulti a svuota carcere più o meno mascherati, non hanno funzionato”.

 

di Angelo Picariello

Avvenire, 11 dicembre 2025 Il vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura: “Il tema del sovraffollamento è urgente”. Poi cita il capo dello Stato e ricorda che “le misure alternative hanno dato prova di maggior efficacia rispetto alla detenzione carceraria”. Perciò va ripensato “il ruolo della pena”. “Il tema del sovraffollamento e della condizione carceraria è urgente”. La proposta del presidente del Senato Ignazio La Russa di una modica misura di clemenza, in vista del Natale, per i detenuti a fine pena, è già archiviata, ma per il vicepresidente del Csm, l’avvocato Fabio Pinelli, il problema non è rinviabile.

 

di Andrea Oleandri*

antigone.it, 11 dicembre 2025 Sono ancora aperte le iscrizioni per il webinar internazionale di presentazione delle International Guiding Statement on Alternatives to Solitary Confinement (IGS), le nuove linee guida globali dedicate alla riduzione e al superamento dell’isolamento carcerario. Il webinar si terrà L’11 dicembre 2025, dalle 14:30 alle 19:30. L’isolamento carcerario, nonostante sia riconosciuto da numerosi organismi internazionali come pratica potenzialmente lesiva della dignità umana e della salute psicofisica, continua infatti a essere utilizzato in molti sistemi penitenziari come strumento di gestione o sanzione disciplinare. La IGS intende colmare una lacuna cruciale: definire standard condivisi, basati su evidenze e buone pratiche, che permettano ai Paesi di ridurre gradualmente il ricorso all’isolamento fino al suo superamento, promuovendo approcci più rispettosi dei diritti delle persone detenute e più efficaci nel garantire sicurezza e benessere.

 

di Franco Mirabelli*

huffingtonpost.it, 11 dicembre 2025 Sulla riforma della giustizia e il referendum vorrei solo richiamare alcune questioni, soprattutto politiche, che definiscono il contesto in cui è nata questa riforma. Prima di tutto è utile ricordare che la maggioranza di governo che ha proposto questa riforma, in questi anni, ha fatto una serie di interventi legislativi volti a depotenziare la lotta alla corruzione e ai reati dei colletti bianchi. Mentre si è continuato a produrre nuovi reati e alzare le pene, affrontando così ogni questione, dai rave party a Caivano, Nordio ha abolito il reato di abuso di ufficio e dato una stretta all’utilizzo delle intercettazioni per i reati contro la Pubblica Amministrazione.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 11 dicembre 2025 Il giurista spiega perché votare Sì: giudice davvero terzo, pm parte senza privilegi, sorteggio per spezzare il potere correntizio e un Csm ricondotto al suo ruolo originario. “La campagna del No? Pessima e contraddittoria”.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 11 dicembre 2025 L’ordinario di Genova critica la riforma: “Affidare al caso i due Csm è uno strappo democratico. Rischiamo una magistratura meno indipendente e un sistema disciplinare usato per “formare” i magistrati troppo autonomi”.

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 11 dicembre 2025 La giudice Girardi condanna a pene pesanti gli imputati del processo sull’eplosione della fabbrica abusiva di fuochi d’artificio a Ercolano ma viene aggredita dai famigliari delle vittime. Manes: “Oggi l’idea di pena utile e proporzionata è impopolare”. Costringe tutti a riflettere sulla concezione della “pena” da parte dei cittadini quanto accaduto ieri al tribunale di Napoli, dove i parenti e gli amici delle tre vittime dell’esplosione di un anno fa a Ercolano di una fabbrica abusiva di fuochi di artificio hanno tentato di aggredire il giudice dopo la lettura della sentenza emessa nei confronti dei titolari dell’azienda.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 11 dicembre 2025 La reazione politica all’audizione del procuratore nisseno Salvatore De Luca in commissione antimafia era scontata. Anche se in un Paese normale non dovrebbe esserlo. Tra conflitti di interesse e approccio ideologico sul tema delle stragi di mafia, non si riesce a essere intellettualmente onesti. Si finisce solo per strumentalizzare in modo volgare i giudici Falcone e Borsellino. Ma è un problema antico. Basta ascoltare l’intervista che Corrado Augias fece a Giovanni Falcone all’indomani dell’uscita del suo libro scritto a quattro mani con Marcelle Padovani. Il giudice ammazzato a Capaci disse testualmente: “Spesso condizionati dalle contingenze della lotta politica, siamo portati a vedere questi problemi, in particolare il rapporto tra mafia e politica, con una lettura che in realtà è inadeguata rispetto alla gravità del problema”. E qual è la gravità del problema? Lo spiega sempre Falcone: “È che è la mafia a porre in condizione di autonomia le regole del gioco”.

 

di Diana Pompetti

Il Centro, 11 dicembre 2025 C’è la richiesta di archiviazione per il medico e i due infermieri iscritti nel registro degli indagati. Il 46enne di Mosciano fu stroncato da un attacco cardiaco. Il pm: “Garantita l’assistenza prevista”. Tra le tante inchieste in corso sui detenuti morti nel carcere di Castrogno nell’ultimo anno, c’è un fascicolo che si chiude con una richiesta di archiviazione nei confronti di un medico e di due infermieri all’epoca dei fatti in servizio nel penitenziario teramano. L’inchiesta è quella sulla morte di Domenico Di Rocco, il 46enne moscianese di etnia rom trovato morto nella sua cella nel marzo di quest’anno.

 

di Silvia Pogliaghi

trendsanita.it, 11 dicembre 2025 Negli istituti penitenziari italiani persistono criticità strutturali che ostacolano l’accesso alle cure: carenza di personale formato, servizi frammentati, scarsa integrazione con il territorio. Il Corso di Perfezionamento in Medicina Penitenziaria dell’Università degli Studi di Milano è nato per rispondere a queste esigenze. Negli istituti penitenziari italiani la tutela della salute continua a rappresentare una delle aree più critiche e meno visibili del sistema sanitario. Carenza di personale con competenze specifiche, frammentazione dei servizi, difficoltà di integrazione con le strutture territoriali e un fabbisogno crescente di professionalità specialistiche - dall’infettivologia alla salute mentale - rendono evidente la necessità di un rafforzamento formativo strutturato.

 

di Valeria Arnaldi

Il Messaggero, 11 dicembre 2025 La fondazione dell’ex ministra ha promosso l’iniziativa a Rebibbia. “Un simbolo potente di connessione tra il dentro e il fuori, tra chi oggi è recluso e una società che può — e deve — tornare a guardare”. Così, ieri mattina, l’ex ministra della Giustizia Paola Severino, ha definito l’installazione permanente Benu di Eugenio Tibaldi, entrata, proprio grazie alla Fondazione Severino - di cui l’ex ministra è presidente - e alla Fondazione Pastificio Cerere, con Intensa Sanpaolo, nel patrimonio della Casa circondariale femminile di Rebibbia “Germana Stefanini” e visibile, appunto, anche dall’esterno. Un messaggio reso ancora più potente e di impatto dall’inaugurazione dell’opera alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

 

di Livia Montagnoli

artribune.com, 11 dicembre 2025 Dopo un percorso partecipato lungo oltre un anno, l’artista piemontese svela l’opera permanente che condensa desideri, speranze e voglia di riscatto delle detenute di Rebibbia. “BENU” si compone di due fenici luminose, visibili anche dall’esterno del carcere. BENU è il nome di una mitologica creatura egizia, antesignana della fenice, simbolo millenario di rinascita. E con le detenute della Casa Circondariale Femminile di Rebibbia, a Roma, Eugenio Tibaldi (Alba, 1977) ha lavorato proprio sulle molteplici prospettive di futuro, riempiendo di tanti significati diversi un simbolo comune: “Durante le giornate trascorse a Rebibbia ho avuto la netta percezione che la divisione fra chi è all’interno e chi non lo è sia davvero labile.

 

di Fiorenza E. Aini

gnewsonline.it, 11 dicembre 2025 Uno studente, di più, un laureando, che si interroga sul senso dell’utopia: il suo destino, i fallimenti cui è andata incontro nei vari periodi storici, la possibilità di una nuova società, capace di superare conflitti, guerre e fratture. Utopia: Wikipedia la descrive come “un ideale irrealizzabile, un progetto inattuabile, il modello immaginario di una società perfetta, dove gli uomini vivano nella piena realizzazione di un ideale politico e morale”. Un ‘progetto inattuabile’ proprio nulla ha a che vedere con quanto realizzato dallo studente che oggi si è laureato, e che nelle sue condizioni aveva tutto il diritto di immaginare difficoltà se non addirittura la sicura impossibilità di raggiungere il traguardo.

 

garantedetenutilazio.it, 11 dicembre 2025 Matinée riservata alle scuole per “Ramona e Giulietta” al Teatro Spazio Rossellini. “In carcere c’è tanta affettività tra le persone detenute, che litigano fra di loro e in qualche modo si aiutano molto tra di loro. Il problema è quando l’affettività diventa amore, e questa cosa in carcere non si vuole che ci sia tra le persone detenute. Poi ci sono i rapporti con chi sta fuori: i familiari, gli amici, le compagne, i compagni. In carcere si possono fare quei dieci minuti di telefonate alla settimana per poter parlare con il proprio marito, la propria moglie, i propri figli, il proprio fratello, la propria sorella. Dieci minuti alla settimana. La possibilità di incontrarsi, in mezzo ad altre persone, per un’ora: già l’abbraccio non si può fare”.

 

di Francesco Crippa

vita.it, 11 dicembre 2025 Bruxelles accelera sulla costruzione della “fortezza Europa”: approvati dal Consiglio dei ministri tre regolamenti di modifica del Patto immigrazione e asilo su Paesi sicuri, Paesi terzi sicuri e hub di rimpatrio esterni. Ora la palla passa al Europarlamento per il via libera definitivo. Settimana scorsa, invece, è stata approvata un’intesa sulla revoca delle agevolazioni sui dazi di accesso al mercato unico per i Paesi terzi che rifiutano di riaccogliere i propri cittadini espulsi.

 

di Matteo Losana

Il Manifesto, 11 dicembre 2025 L’adozione di politiche sull’immigrazione sempre più restrittive, lesive dei diritti fondamentali che - nonostante tutto - garantiscono i migranti, procede spedita, anche a livello sovranazionale. Prima, l’8 dicembre, il Consiglio europeo (organo dell’Unione europea) ha trovato l’accordo per allargare la definizione di Paesi sicuri. Consentendo così agli Stati membri di considerare inammissibile la domanda di asilo anche quando il richiedente potrebbe ricevere protezione in un Paese terzo (con il quale non è più necessario abbia alcun legame).

di Giansandro Merli

Il Manifesto, 11 dicembre 2025 Palazzo Chigi esulta per il sostegno crescente, ma l’organizzazione internazionale fa scudo alla Convenzione europea e alla Corte. L’attacco al cuore dello stato di diritto è arrivato al Consiglio d’Europa. Ieri nell’ambito dell’organismo internazionale - da non confondere con istituzioni comunitarie come il Consiglio Ue o quello europeo - si è tenuta una riunione informale convocata dal segretario generale Alain Berset dopo la lettera promossa lo scorso maggio da Italia e Danimarca. Sette le firme raccolte in quel momento, poi cresciute nei mesi. Obiettivo: fissare dei paletti alla Corte europea dei diritti dell’uomo e aprire una discussione per la modifica della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Entrambe hanno come sigla “Cedu”, altro elemento che crea confusione su un tema serissimo.

 

di Stefano Lepri

La Stampa, 11 dicembre 2025 Più si esplorano le disuguaglianze del nostro mondo, più si capisce che è difficile combatterle. Si sente dire spesso che con la globalizzazione sono molto aumentate, ma è vero solo in parte. Il rapido sviluppo di molti Paesi emergenti nel quarto di XXI secolo che è già trascorso ha certo rimescolato molte carte, e mutato i gradini delle graduatorie mondiali; le nuove tecnologie hanno consentito di accumulare ricchezze enormi negli Stati Uniti.

 

di Vittorio Pelligra

Avvenire, 11 dicembre 2025 Il divieto ai minori di 16 anni non è una limitazione della libertà ma un meccanismo di coordinamento che aiuta i giovani a fare ciò che già vorrebbero fare ma da soli non riescono. L’Australia ha appena deciso di vietare l’uso dei social media ai minori di sedici anni. Una misura drastica, certo, ma che nasce da una attenta analisi dei dati. Come dimostra Jonathan Haidt in The Anxious Generation, la crescita della diffusione dei social è direttamente collegata all’esplosione dei disturbi ansiosi e depressivi tra gli adolescenti. Dal 2010 in poi - spiega Haidt - con la diffusione degli smartphone, i tassi di depressione e autolesionismo nelle ragazze sono letteralmente raddoppiati in molti Paesi occidentali.

 

di Elisabetta Zamparutti

L’Unità, 11 dicembre 2025 Lo dimostra quello che accade in Iran: 1878 esecuzioni dall’inizio dell’anno. Non parliamo di pena capitale, ma di un regime che si regge sulla violenza. La giornata mondiale per i diritti umani è stata istituita il 10 dicembre del 1950 per commemorare l’adozione della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani avvenuta due anni prima, il 10 dicembre del 1948, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Fu una delle prime giornate mondiali a essere istituita. All’epoca ne esistevano solo un paio. Oggi il calendario offre l’occasione di commemorare quasi ogni giorno, insieme ad almeno un santo, anche una ricorrenza mondiale. Sono profondamente convinta che la proliferazione eccessiva, vale per i beni di consumo come anche per le giornate mondiali, rischia di vanificarne il valore e il significato.

 

di Carletta Di Blasio

ancoraonline.it, 11 dicembre 2025 Nel novembre 2025 la lista ufficiale dei Prisoners Defenders, ong internazionale con sede in Spagna che si occupa di difesa dei diritti umani, ha registrato un nuovo record: 1.192 prigionieri politici a Cuba. Sono 19 i nuovi casi inseriti nell’aggiornamento mensile, segno di una repressione che continua ad aumentare e che si conferma come strumento sistemico del regime per soffocare ogni forma di dissenso. Arresti arbitrari, sparizioni forzate, e condanne sproporzionate: è questo lo schema ricorrente che, secondo il rapporto, alimenta un vero e proprio “terrorismo di Stato”.

 

DOCUMENTI

Garante dei diritti delle persone private o limitate nella libertà personale del Comune di Padova: "Relazione finale 2025"

Articolo. "Un’esperienza alla Casa lavoro di Vasto. L’importanza dell’aumento dello spazio relazionale ed educativo", a cura del Clan Universitario Samarcanda, Padova 75

"Detenuti stranieri: domande e risposte". Un vademecum per stranieri e operatori A cura dello Sportello di informazione giuridica per detenuti stranieri della Clinica legale di Giustizia penale (Dipartimento C. Beccaria, Università degli Studi di Milano)

APPUNTAMENTI

Incontro-dibattito. "35° Anniversario del Tavolo Inclusione Padova: solidarietà e grave marginalità" (Padova, 11 dicembre 2025)

Convegno. "Il diritto alla speranza nel cinquantennale dell’Ordinamento Penitenziario, nell’anno del Giubileo della Speranza e nel triduo del Giubileo dei Detenuti" (Roma, 12 dicembre 2025)

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 14 dicembre 2025

Incontro-dibattito. "L’esecuzione penale oltre il carcere per le madri con bambini" (Torino, 15 dicembre 2025)

CRIVOP Italia ODV. "Corso base formazione penitenziaria per aspiranti volontari" (Torino - Casa circondariale Lorusso e Cotugno, 20 dicembre 2025)

CORSI DI FORMAZIONE

Corso di perfezionamento. "Il carcere come elemento del territorio: l'assistenza sanitaria durante e dopo la detenzione" (Milano, iscrizioni fino all'8 gennaio 2026)

Corso formazione: "La scrittura che ripara. Le metafore per raccontare la vita" (Da remoto con un incontro conclusivo - facoltativo - a Milano, dal 29 gennaio al 12 marzo 2025)

Corso di formazione iniziale "Mediatore familiare secondo Norma Tecnica Uni 11644 e D. Interministeriale 151/2023" (Bologna, fino all'8 novembre 2026)

BANDI E CONCORSI

Premio letterario Città di Castello: "Destinazione Altrove. La scrittura come esplorazione di mondi senza tempo" (Scadenza il 31 dicembre 2025)