In-Veneto: notiziario settimanale sul carcere

realizzato nell'ambito del Progetto "Dal Carcere al Territorio"

Notiziario n° 19, del 25 aprile 2010

Notizie da Padova

In scena con il Tam "Annibale non l’ha mai fatto"

Aggiornamenti sul progetto "carcere e scuole"

Terzo incontro della "rete" che si occupa di carcere e tossicodipendenze

Appello: "Anche io voglio il Garante dei diritti dei detenuti a Padova"

Notizie da Venezia

Nuovi progetti per il carcere femminile della Giudecca

La relazione sociale del "Granello di Senape" di Venezia

Notizie da Treviso

L’iniziativa "Voci in campo" nell’IPM di Treviso

Notizie da Verona

La magistratura di Sorveglianza sul caso di Khaled

Incontrarti, intrecci di parole musiche danze saperi migranti

Notizie da Vicenza

Detenuti in permesso per dare una mano

Appuntamenti

Padova: Giornata di Studi: "Spezzare la catena del male"

Padova: incontro "Migrazioni, Convivenza, Integrazione"

Padova: iniziative della "rete" su carcere e tossicodipendenze

Rovigo: "Autoritratti dal carcere", una settimana di eventi

Notizie da Padova

 

In scena "Annibale non l’ha mai fatto"

 

Stanno giungendo al termine i progetti di alcune delle associazioni che fanno attività in carcere a Padova. Il Tam Teatrocarcere, da 15 anni presente nella Casa di Reclusione, Venerdì 16 e sabato 17 aprile alle ore 20 e domenica 18 aprile alle ore 18, presso il Teatro delle Maddalene, ha messo in scena lo spettacolo Annibale non l’ha mai fatto, di Andrea Pennacchi e M. Cinzia Zanellato, ispirato al viaggio di Paolo Rumiz sulle orme del generale cartaginese.

La presenza di pubblico è stata buona, specie nello spettacolo di domenica pomeriggio in cui hanno assistito alla rappresentazione, tra gli altri, molti nordafricani come il protagonista, e anche molti bambini. Farid Kessaci è stato il protagonista, l’attore/narratore detenuto, insieme ad Andrea Pennacchi, di una storia dove Storia ufficiale e storia personale si intrecciano in un continuo gioco, e dove gli elefanti assurgono al ruolo di attori, non presenti fisicamente ma di grande importanza nella vicenda narrata, che è quella di un ragazzo e della sua elefantessa nella traversata delle Alpi compiuta da Annibale, parallela a quella, vera, del suo "discendente" Farid che attraversa le Alpi ai giorni nostri per cercare una vita migliore.

Bravi i due attori, divertente la parte in cui Farid traduce in arabo le parole dell’altro protagonista, rendendole quasi comiche.

 

Aggiornamenti sul progetto "Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere

 

In dirittura d’arrivo per l’anno scolastico 2009-2010 il progetto "Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere", anche se la richiesta da parte delle scuole di incontri sembra non fermarsi mai. Lunedì 19 all’Istituto Marconi, nella grande aula magna, ben 7 classi quarte hanno incontrato due detenuti in misura alternativa, una ex detenuta e la direttrice di Ristretti Orizzonti. Già nei mesi scorsi l’Istituto aveva partecipato al progetto con l’incontro di circa 150 studenti delle classi seconde, e in entrambe le occasioni è stata riscontrata una grande e interessata partecipazione. Altri quattro incontri ci sono svolti poi all’interno della Casa di Reclusione, dove gli studenti delle scuole hanno concluso il percorso con l’entrata in carcere e il confronto con i detenuti-redattori della rivista del Due Palazzi. Le impressioni, forse anche l’arricchimento, che i giovani hanno ricevuto da questa esperienza le evinceremo dagli scritti che ci pervengono e che parteciperanno poi al concorso indetto dal Comune di Padova, dove il primo premio è un computer portatile. La premiazione si terrà il 26 maggio al cinema MPX (data da confermare).

 

Terzo incontro della "rete" che si occupa di carcere e tossicodipendenze

 

Martedì 20 aprile si è svolto il terzo incontro delle associazioni che aderiscono al nuovo progetto di rete solidale per le questioni carcerarie e della tossicodipendenza. È stata una riunione tecnico-organizzativa per la costruzione delle video-interviste che accompagneranno la campagna di raccolta firme "Anch’io voglio il garante dei diritti dei detenuti a Padova".

Si è deciso come impostare i video-appelli e la suddivisione dei ruoli da svolgere.

Inoltre da oggi è stata aperta la petizione on-line che potete trovare sulla pagina di Facebook "Anch’io voglio il garante dei diritti dei detenuti a Padova" dove potete trovare le ultime novità e gli sviluppi di questa campagna, e la mail garantepadova@libero.it dove potete contattarci per ricevere maggiori informazioni. Unico problema sul quale non ci si è ancora trovati d’accordo è il nome da dare a questo gruppo che per il momento continueremo a chiamare "rete". Qui di seguito c’è l’appello che è stato messo su Facebook nel caso qualcuno voglia firmare.

 

Anche io voglio il Garante dei diritti dei detenuti a Padova

Appello per una città dei diritti anche dei detenuti

 

La campagna "Anche io voglio il garante dei diritti dei detenuti a Padova" è sostenuta da associazioni, privati cittadini, studenti, realtà culturali e organizzazioni della società civile di varia tipologia.

Siamo tutti diversi per percorsi personali e collettivi di vita, ma mossi dalla preoccupazione nata dal vedere come di carcere si possa troppo spesso morire.

Siamo profondamente amareggiati e indignati per le fotografie e le notizie circa la morte ancora senza colpevoli di un ragazzo di 31anni, Stefano Cucchi, morto in seguito all’arresto per qualche grammo di hashish.

È da questi sentimenti che è partita per alcuni la necessità di approfondire ed indagare la conoscenza sull’argomento, scoprendo purtroppo che la sospetta morte di Stefano è stata una delle tante tragedie che vengono celate dentro le mura delle carceri italiane; solo quest’anno infatti, da Gennaio ad Aprile 2010, i suicidi in carcere sono stati già 20, di cui due nel carcere Due Palazzi di Padova.

Per altri che si occupano di carcere da molto tempo la situazione è conosciuta, ma l’impennata delle morti di carcere negli ultimi tempi ha imposto una presa di posizione e di coscienza sulla necessità di intervenire concretamente.

Questi avvenimenti ci hanno imposto di rompere il silenzio su una tematica tanto difficile quanto emarginata dalle notizie dei media, di iniziare percorsi di costruzione di "altro" attraverso la rete delle varie esperienze e competenze, verso un obbiettivo comune.

Pensiamo che sia necessario dire basta alle violenze e alle morti nelle carceri, che sia fondamentale garantire anche ai detenuti di vivere nel rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo, che per loro stessa natura non possono e non devono dipendere dalla reclusione.

In molti città d’Italia dove è presente un carcere, ma anche nel nostro stesso Veneto, come a Rovigo e a Verona, è stata istituita la figura del garante dei diritti delle persone private della libertà personale.

Il garante è un organo di garanzia che, in ambito penitenziario, ha funzioni di tutela delle persone private o limitate della libertà personale. I garanti ricevono segnalazioni sul mancato rispetto della normativa penitenziaria, sui diritti dei detenuti eventualmente violati o parzialmente attuati e si rivolgono all’autorità competente per chiedere chiarimenti o spiegazioni, sollecitando gli adempimenti o le azioni necessarie.

Il loro operato si differenzia pertanto nettamente, per natura e funzione, da quello degli organi di ispezione amministrativa interna e della stessa magistratura di sorveglianza.

I garanti possono effettuare colloqui con i detenuti e possono visitare gli istituti penitenziari senza autorizzazione, secondo quanto disposto dagli artt. 18 e 67 dell’Ordinamento penitenziario.

Pensiamo che l’istituzione di questa figura sia fondamentale anche nella città di Padova, dove esiste una delle carceri più importanti del nord est e purtroppo tragicamente nota anche dagli ultimi tristi fatti di cronaca. Due suicidi dal’inizio di quest’anno.

Crediamo che sia giusto costruire un percorso culturale, significativo e reale, con tutta la cittadinanza che si proponga dal basso, dalle nostre sensazioni e spesso dall’indignazione che ci muove, per creare una realtà diversa, anche in luoghi come il carcere così sconosciuti e apparentemente lontani da noi.

Chiediamo perciò a tutti voi di mettervi in gioco, di rendervi protagonisti e di urlare in faccia al silenzio che "anche io voglio il garante dei diritti dei detenuti nella nostra città".

Quest’appello all’istituzione di un garante per i diritti dei detenuti è rivolto in maniera totalmente laica a tutti coloro che come noi s’indignano di fronte alle recenti inaccettabili notizie sul mondo carcerario. Per questa ragione abbiamo deciso di estendere l’appello a docenti universitari e ricercatori, attori e registi, sportivi famosi e dilettanti, cantanti e persone famose di qualsivoglia specie affinché quest’appello possa esser il più partecipato e deciso.

L’invito che rivolgiamo attraverso questa mail è di mandare alla redazione della rete un breve video, 10 secondi al massimo, o una breve registrazione audio (anche attraverso una telefonata) in cui venga evidenziato quanto sia inaccettabile morire di carcere e quanto sia indispensabile la presenza di un garante per i detenuti.

Attraverso i video e le registrazioni audio inviateci e con quelli che noi fisicamente faremo a Padova grazie alla disponibilità di personalità pubbliche (vari docenti universitari, alcuni giocatori del Padova calcio, politici di rilievo nazionale, etc) costruiremo un video-collage pubblicitario della campagna, un video che ci accompagnerà e sarà uno dei nostri strumenti per far sentire la nostra richiesta.

Ringraziando in anticipo vi invitiamo a portare avanti la causa assieme a noi.

Per qualsiasi difficoltà tecnica siamo a vostra totale disposizione e potete contattarci all’indirizzo mail: garantepadova@libero.it.

 

Notizie da Venezia

 

Nuovi progetti per la Giudecca

 

La direttrice della Casa di Reclusione per Donne di Venezia, a molti noto come il carcere della Giudecca, giovedì 22 aprile ci ha concesso una lunga intervista in cui si sono sfiorati vari temi tra i quali l’importanza dell’applicazione delle misure alternative al carcere come mezzo per aumentare la sicurezza sociale, il bisogno di cambiamenti strutturali negli iter giudiziari e nel pensare nuovi modelli legislativi e penitenziari, la detenzione femminile, la maternità delle donne detenute, il problema dei bambini in carcere e il progetto, già finanziato, per ripensare la struttura carceraria per le mamme con bambini.

Prendendo a modello l’ICAM di Milano, l’istituto a custodia attenuata per detenute (sia definitive che non) madri con bambini, esistente dal 2007 e aperto con la sinergia di vari referenti che a diverso titolo hanno collaborato al progetto (enti territoriali, Provincia di Milano che ha messo a disposizione l’immobile, Regione Lombardia per l’assistenza della Asl, Comune per l’inserimento negli asili nido e scuole materne, Ministero della Giustizia, dell’Istruzione), ma apportando modifiche importanti rispetto alla realtà lombarda, la direttrice Straffi ci ha spiegato come intende questa struttura. Non sarà infatti una struttura distaccata dal carcere come a Milano, ma verrà "costruita nella parte dove ora ci sono gli uffici amministrativi che danno sulla fondamenta (la fondamenta a Venezia è quella "strada" che corre lungo il canale), con entrata autonoma rispetto a quella del carcere".. Questa scelta è stata operata per dare continuità al percorso che le detenute-madri fanno attraverso il lavoro, la scuola, le attività che nella Casa di reclusione di Venezia sono molte. I bambini del nido della Giudecca sono seguiti anche da due associazioni di volontari che si occupano di portarli fuori per tutto il giorno: all’asilo nido comunale nei giorni in cui questo è aperto, a casa dei volontari, in spiaggia quando è stagione. In questo modo le madri hanno il tempo di seguire anche un loro percorso di rieducazione attraverso, appunto, le varie attività che si fanno dentro. Inoltre la presenza così costante dei volontari, che diventano un punto di riferimento per i piccoli, ha il fine anche di costruire delle relazioni forti che, nel caso la madre debba rimanere in carcere anche dopo il compimento del terzo anno di età del figlio, serviranno nel momento del distacco dalla madre: infatti è successo che qualche bambino sia stato momentaneamente affidato a volontarie che l’hanno seguito più costantemente.

 

La relazione sociale del "Granello di Senape" di Venezia

 

Pubblichiamo la relazione sociale che riguarda l’anno 2009, che la presidente dell’associazione di volontariato penitenziario "Granello di Senape" ci ha mandato.

L’associazione "Il Granello di Senape" propone ormai da anni, con continuità, una serie di iniziative all’interno e all’esterno degli Istituti Penitenziari Veneziani. Tali attività sono rivolte alla popolazione detenuta ma si pongono anche l’obiettivo di favorire la conoscenza nel territorio della realtà penitenziaria e di consolidare il rapporto tra la città ed il carcere favorendo il reinserimento sociale delle persone ristrette. L’associazione opera in collaborazione con Enti Locali, Cooperative Sociali e Associazioni di Volontariato che costituiscono la rete di solidarietà del nostro territorio.

 

Attività negli Istituti

 

All’interno delle strutture detentive veneziane l’associazione ha garantito l’apertura per due giorni alla settimana della biblioteca del carcere della Casa Circondariale di S. Maria Maggiore con la presenza di quattro volontarie.

Sempre presso la Casa Circondariale Maschile durante tutto l’anno abbiamo realizzato il progetto finanziato dal CSV avente come titolo "L’altro da me". Oltre al coordinamento ed alla supervisione da parte di volontarie dell’associazione, il progetto si è avvalso della collaborazione di docenti universitari ed altri esperti. Tale attività, rivolta ad esplorare ed approfondire le varie forme della comunicazione, si è rivelata particolarmente importante in un carcere in cui ormai la presenza straniera è rilevante; il corso peraltro è stato molto apprezzato dai ristretti e ha trovato il favorevole consenso della Direzione e dell’Area Educativa con le quali si è instaurato un rapporto continuativo.

Sempre nell’ambito del progetto l’associazione ha organizzato in data 28.08 un reading a cura di Lorenzo Soccoli e in data 14.12 un concerto di musica leggera a cura di Angelo Lacitignola e Fabio Caon.

Anche quest’anno l’associazione ha collaborato con Coop. Adriatica nella preparazione, organizzazione e realizzazione dell’evento "Ad Alta Voce" che ha avuto luogo sabato 17 ottobre di fronte a un pubblico di detenuti, agenti e volontari.

A metà giugno, inoltre, con il contributo della Presidenza del Consiglio Comunale abbiamo provveduto a consegnare ad ogni detenuto di S. Maria Maggiore un kit di prodotti per la pulizia personale come suggerito dalla Direzione non in grado di rispondere alle necessità dei ristretti così numerosi.

Alcune volontarie che operano all’interno della Casa di Reclusione Femminile si sono occupate della cosiddetta "spesina" settimanale (cioè procurare oggetti/prodotti - autorizzati dalla Direzione - e richiesti dalle detenute che diversamente non potrebbero ottenerli) e hanno collaborano alla gestione della lavanderia industriale della Cooperativa Il Cerchio.

Oltre alle iniziative continuative, l’associazione ha organizzato alcune manifestazioni di carattere culturale e ricreativo; tra queste é divenuta ormai tradizionale la giornata dell’8 marzo.

In collaborazione con il Centro Donna del Comune di Venezia e con le cooperative "Il Cerchio" e "Rio Terà dei Pensieri", sono stati offerti a tutte le detenute il pranzo e un concerto della fisarmonicista Miranda Cortes. Inoltre tutte hanno ricevuto dei doni. Al di là dell’iniziativa festosa rivolta alle detenute, l’8 marzo si caratterizza ormai come occasione di incontro tra città e Istituto perché ogni anno numerosa è la partecipazione esterna -soprattutto femminile- e la giornata diviene occasione di colloquio, conoscenza e condivisione.

Nel mese di settembre si è collaborato con l’UDI all’organizzazione dell’incontro all’interno della manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne.

In ambedue gli Istituti, in occasione delle festività di fine anno, è stato donato, in collaborazione con la Coop. Adriatica, un pacco contenente prodotti alimentari.

 

Attività nel territorio

 

Il 13 novembre è stato presentato dall’autrice, da don Nandino Capovilla e da Livio Ferrari, garante delle persone private della libertà del Comune di Rovigo, a S.ta Maria delle Grazie - Mestre il libro di Daniela De Robert "Frontiere nascoste. Storie ai confini dell’esclusione sociale"

L’11 dicembre alla Scoleta dei Calegheri a Venezia è stato presentato dalle autrici, Mauro Palma e Guido Moltedo il libro di Donatella Stasio e Lucia Castellano "Diritti e castighi, storie di umanità cancellata in carcere" con letture di Michela Martini.

Nel corso del 2009 è proseguita inoltre, grazie al finanziamento della Regione Veneto, l’attività dello Sportello Carcere Esterno gestito secondo le linee progettuali che di seguito schematicamente vengono riassunte:

Gestione delle informazioni - aggiornamento della mappa delle informazioni, raccolta ed organizzazione del materiale informativo, elaborazione delle informazioni mediante la redazione di schede di sintesi finalizzate ad una chiara ed efficace consultazione e redazione di schede-report descrittive dei servizi con i quali lo sportello di volta in volta si relaziona.

Tale azione si esplica in:

individuazione delle aree informative finalizzate alla realizzazione dell’albero delle informazioni

individuazione delle fonti per un costante aggiornamento delle informazioni

redazione di schede suddivise per argomento e volte ad agevolare la conoscenza delle diverse aree tematiche individuate

Orientamento ed ascolto - definizione insieme all’utente di una prima ipotesi di percorso, filtro e orientamento verso i servizi preposti.

Tale azione si esplica in:

sostenere l’individuo nella messa a fuoco di un proprio percorso di inserimento sociale che tenga conto delle attitudini e delle vocazioni personali

aiutare a riformulare il proprio profilo professionale in relazione alle competenze di base e alle esperienze acquisite durante il periodo di reclusione, anche attraverso l’assistenza alla stesura del curriculum

favorire un ingresso nella vita sociale anche attraverso l’indicazione di attività o iniziative promosse da diversi servizi e soggetti presenti in città

sostenere il bisogno di relazione attraverso un dialogo interpersonale basato sull’ascolto attivo

supportare le famiglie dei ristretti nel rapporto con l’Istituzione Carceraria fornendo loro informazioni per ridurre il disagio di tale situazione.

Sempre durante l’anno l’associazione ha partecipato ai seguenti progetti:

Progetto "Il carcere dentro la città", capofila il "Granello di senape di Padova"

Progetto "Con-Tatto" Csv - Provincia di Venezia

Progetto commissione "Casa Giudecca" per ex detenute o detenute in misura alternativa.

Progetto Papillon durante la 66° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica che si è svolta al Lido di Venezia.

L’associazione è stata presente anche ad alcuni mercatini: a maggio e dicembre in p.zza Ferretto a Mestre, organizzati dalla Municipalità, al Lido in occasione della festa dell’Ascensione, organizzato dal Circolo ARCI P. Neruda, a S. Pietro a Castello e alla festa del Volontariato organizzato dal CSV della provincia di Venezia.

 

Notizie da Treviso

 

L’iniziativa "Voci in campo" nell’IPM di Treviso

 

Gli istituti superiori della Provincia di Treviso, di anno in anno coinvolti nel Progetto di Educazione alla Cittadinanza Voci di dentro, voci di fuori - promosso nell’Istituto Penale Minorile (IPM) dal Laboratorio scuola volontariato di Treviso -, hanno manifestato il desiderio di intensificare le relazioni con i ragazzi che vivono nella struttura penitenziaria, cogliendo anche le opportunità di incontri più informali. In particolare alcune scuole si sono organizzate per poter entrare in IPM a giocare delle partite di calcio.

Quest’anno, data la volontà diffusa degli istituti di approfondire la relazione con l’IPM anche in orario extra scolastico, è nata l’idea di promuovere l’iniziativa di calcio Voci in campo.

Il progetto ha come finalità generale quella di offrire agli studenti e ai ragazzi "ristretti" sane e positive occasioni di incontro e confronto, attraverso la pratica sportiva.

Per consentire un’esperienza di protagonismo positivo, l’organizzazione dell’iniziativa è stata curata dagli stessi ragazzi dell’IPM, sostenuti da alcuni operatori della Uisp (Associazione sportiva che opera anche all’interno del carcere). In questo compito i ragazzi sono stati inoltre supportati da un gruppo di studenti volontari del Laboratorio Scuola e Volontariato, provenienti dall’istituto "Alberini". Dopo un incontro di introduzione al volontariato svolto presso questa scuola, circa una decina di ragazzi ha infatti espresso la volontà di conoscere da vicino il mondo del carcere e di poter svolgere qualche attività all’interno della struttura. Le operatrici del Laboratorio Scuola e Volontariato hanno così colto l’occasione per inserirli nella programmazione del torneo, sperando poi di continuare il percorso con loro e programmare qualche altra iniziativa.

Gli istituti che hanno aderito al progetto sono: ISA "Munari", Liceo "Giorgione", Itas "Mazzini", Ipsaar "Alberini". Le partite si svolgono presso l’IPM, il lunedì pomeriggio, dal 12 aprile al 3 maggio. 

Durante ogni partita un’apposita commissione valuta ciascuna squadra, non solo sotto il profilo tecnico del gioco (numero di goal, possesso di palla, falli commessi, ammonizioni subite, ecc.), ma tenendo in considerazione, in vista del punteggio finale, anche il comportamento dei membri della squadra in campo, con i compagni e gli avversari, il rispetto dei ruoli e il coinvolgimento nel gioco di tutti i componenti della squadra.

La squadra esterna che risulterà aver realizzato il punteggio più alto, si scontrerà in una partita finale con la squadra dell’IPM, il giorno 17 maggio, in occasione della conclusione del percorso Voci di fuori, voci di dentro.

Lunedì 12 aprile si è disputata la prima partita contro il "Mazzini Social team", la squadra dell’ITAS "Mazzini" di Treviso, che si è conclusa 9-2 a favore del "Real IPM". I ragazzi del "Mazzini Social team" hanno accettato la sconfitta con amino sportivo, e hanno poi condiviso un momento conviviale, portando bibite e patatine, per festeggiare insieme ai ragazzi detenuti.

 

Notizie da Verona

 

La magistratura di Sorveglianza sul caso di Khaled

 

La magistratura di Sorveglianza di Verona interviene sulla morte di Khaled, il giovane magrebino deceduto al Policlinico di Verona il lunedì di pasquetta, a pochi giorni dalla sua scarcerazione. "Abbiamo ricevuto la richiesta di sospensione della pena da parte della direzione del carcere il 25 marzo. E lo stesso giorno è stato emesso il provvedimento", spiega il magistrato Lorenza Omarchi. Nessuna omissione e nessun ritardo quindi nella risposta che, non trovando alcuna segnalazione di pericolo di vita nel referto medico che accompagnava la richiesta, ha avuto esito negativo ed è stata rimandata alle valutazioni del Tribunale di Venezia. "La magistratura di sorveglianza ha l’autorità di intervenire in via provvisoria per situazioni con carattere d’urgenza", spiega ancora l’Omarchi. "In questo caso non è stato ritenuto ci fossero le condizioni per un differimento provvisorio della pena, trattandosi di una patologia dermatologica. Se le carte avessero parlato di un imminente pericolo di vita, il provvedimento sarebbe stato diverso". La richiesta arrivata dalla direzione del carcere ha quindi seguito l’iter standard ed è stata avanzata la domanda di un trasferimento in un centro clinico penitenziario (specifiche strutture con infermerie più attrezzate) sia al Tribunale di Venezia che al Ministero. Anche se il fine pena prossimo rendeva difficile l’intervento del Ministero in tempo utile.

"Khaled era affetto da una psoriasi in forma particolarmente aggressiva e da un disturbo di tipo psicologico, se non psichiatrico, che non gli faceva collaborare alle terapie". Una morte dovuta quindi forse a un’infezione degenerata, per l’incapacità dell’ex detenuto di seguire norme igieniche e terapie.

Sul fatto che Khaled, al momento della scarcerazione, avesse un decreto di espulsione in corso, l’Omarchi precisa poi: "Era sconosciuto e non identificato e per noi era inammissibile l’espulsione visto che non sapevamo chi fosse. Ma può darsi che il suo nome fosse stato raggiunto dall’ordine del questore e quindi ci fosse una procedura di tipo amministrativo che imponeva il suo allontanamento dal territorio entro 5 giorni".

 

Incontrarti, intrecci di parole musiche danze saperi migranti

 

Mostrare, attraverso l’arte e la letteratura, come sia importante nella nostra società l’apporto culturale degli stranieri e degli italiani di origine straniera. Con questi intenti il 3 maggio alle 20 nell’Aula Magna del liceo Scientifico Statale "A. Messedaglia" in via Bertoni si terrà l’iniziativa "Incontrarti": mostre, libri, prodotti artigianali, letteratura della migrazione, musica e danze.

IncontrARTI è un evento che nasce da una collaborazione tra il Teatro Scientifico Laboratorio e il cartello di associazioni "Nella mia città Nessuno è straniero", in collaborazione anche con la Consulta Provinciale Studentesca di Verona

Si ascolteranno le parole di autori e attori di origini diverse, che si sentono italiani e stranieri insieme. E, oltre a un incontro di arti e artisti, andrà in scena anche il desiderio di esprimersi e sentirsi un po’ come l’altro, scambiandosi le parole e i gesti, per scoprire quanto dell’altro già ci appartenga, per imparare quello che vorremmo fosse anche nostro e insegnare quello che desideriamo condividere.

 

Notizie da Vicenza

 

Detenuti in permesso per dare una mano

 

Permessi premio finalizzati a dare una mano. Due i detenuti coinvolti e due le ore "donate" in occasione del Social day che si è tenuto il 17 aprile a Vicenza. Dalle 9 alle 11 di mattina, due reclusi nella casa circondariale di Vicenza hanno lavorato per la Cooperativa Insieme all’allestimento di un evento. Ma i soldi guadagnati non sono stati versati sui loro conti, bensì devoluti a una delle cooperative o progetti beneficiari del Social Day.

Oltre ai detenuti, molti i giovani coinvolti (7 istituti superiori del bassanese, 50 classi di scuole elementari e medie del territorio e una decina di istituti superiori e scuole medie di Schio, Thiene, la città di Vicenza e l’ovest vicentino). Hanno partecipato inoltre più di 50 gruppi informali provenienti da tutta la provincia di Vicenza.

Il ricavato delle ore di lavoro (ma di fatto di volontariato per chi ha dato il suo contributo) andrà a finanziare per il 50 per cento la costruzione di un Sala Polivalente per ragazzi Rom a Ioanis (Romania) e la Cooperativa "Pio La Torre" in Sicilia che lavora in terreni confiscati alla mafia. E per il rimanente 50 per cento un progetto scelto dai singoli territori: per l’area bassanese un progetto di sostegno dell’attività dell’Associazione NATs a Santa Cruz in Bolivia; per l’area Schio e Thiene due progetti di sostegno scolastico a Wad Medani e nella diocesi di Kosti in Sudan; per l’area Vicenza e ovest vicentino un progetto di sostegno a una microimpresa giovanile in Nicaragua.

Il Progetto "Social Day - una mano tira l’altra" è inserito all’interno dell’Iniziativa "Azione province giovani", promossa dal Dipartimento della Gioventù in intesa con l’Unione Province d’Italia, ed è promosso dalla Provincia di Vicenza.

Il percorso di sperimentazione nella provincia di Vicenza ha visto crescere la partecipazione dei giovani locali dai 150 del primo anno (2007) ai più di 1.000 nel 2009 e ha promosso il coinvolgimento di 13 scuole del territorio e 20 contesti formali ed informali della zona (oratori, gruppi giovanili, squadre sportive) e 40 organizzazioni di volontariato.

 

Appuntamenti

 

Padova: Giornata di Studi: "Spezzare la catena del male"

 

Casa di Reclusione Due Palazzi, via Due Palazzi 35/A 21 maggio 2010. Giornata Nazionale di Studi: "Spezzare la catena del male". Dall’incontro tra vittime di reati e famigliari di persone detenute la richiesta di pene più umane e rispettose dei diritti (Il modulo per iscriversi si trova nel sito www.ristretti.it).

 

Padova: incontro "Migrazioni, Convivenza, Integrazione"

 

Padova 29 aprile 2010 ore 15 Municipio Sala Paladin: Migrazioni, Convivenza, Integrazione, Riflessioni sul "pacchetto sicurezza".

Presentazione: Massimo Michelozzi, magistrato, segretario della sezione Veneto di Magistratura Democratica, Leonardo Arnau, avvocato, presidente del circolo "Giulio Ambrosoli" Associazione Giuristi Democratici.

Relazioni introduttive: Vittorio Borraccetti, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Venezia, Giulia Perin, Avvocato del Foro di Padova, Asgi.

Tavola rotonda: coordina Lorenzo Miazzi, giudice presso il Tribunale di Rovigo, redazione Diritto Immigrazione Cittadinanza, Franco Angeli editore.

Partecipano: Marco Ferrero, avvocato, Master Immigrazione Università Cà Foscari di Venezia, responsabile per l’immigrazione Acli del Veneto, Domenico Lucano, Sindaco di Riace, Boubacar Niang, segretario provinciale Fillea Cgil, Don Luigi Tellatin, referente per il Veneto di Libera, Flavio Zanonato, Sindaco di Padova.

Conclusioni: Rita Sanlorenzo, consigliere della Corte d’Appello di Torino, Segretario Nazionale di Magistratura Democratica.

I lavori termineranno alle ore 18. Il convegno è stato accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Padova con 3 crediti formativi.

 

Padova: iniziative della "rete" su carcere e tossicodipendenze

 

29 Aprile ore 21.00 presso Reality Shock, via Castelfidardo: quarto incontro della "rete".

5 Maggio: Conferenza stampa di lancio delle iniziative informative su carcere e sostanze e delle petizione "Anche io voglio il garante dei diritti dei detenuti a Padova".

12 Maggio: Primo appuntamento informativo su droghe e conseguenze legali serale in Piazza delle Erbe.

19 Maggio: Secondo appuntamento serale in Piazza delle Erbe.

26 Maggio: Giornata conclusiva di consegna delle firme raccolte.

 

Rovigo: "Autoritratti dal carcere", una settimana di eventi

 

"Dal 28.04.2010 ore 18:30 al 02-05-2010 ore 20:00 Piazza Vittorio Emanuele II e la Sala della Gran Guardia a Rovigo vedranno un susseguirsi di eventi che vanno sotto il titolo di "Autoritratti dal carcere", ideati da Luigi Marangoni. Una settimana di eventi: video-installazione; documentario, fotografia, riflessioni e performances.

 

Il Progetto "Dal carcere al territorio" è finanziato dall'Osservatorio Nazionale per il Volontariato - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direttiva 2007 sui progetti sperimentali delle Organizzazioni di Volontariato.

 

Precedente Home Su Successiva