In-Veneto: notiziario settimanale sul carcere

realizzato nell'ambito del Progetto "Dal Carcere al Territorio"

Notiziario n° 20, del 2 maggio 2010

Notizie da Padova

Ristretti a Vasto, invitata dalla Comunità Giovanni XXIII

Aggiornamenti dalla Casa Circondariale

Scelto il nome della Rete sul carcere: "ScarceraMenti"

Carcere-scuole: in redazione scuole di Padova, ma anche Gorizia e Conegliano

Notizie da Venezia

Rio Terà dei Pensieri, produzioni di qualità dalle carceri

Notizie da Treviso

Aggiornamenti sul Progetto "Voci di dentro, voci di fuori"

Notizie da Rovigo

I detenuti "si mostrano" attraverso "Autoritratti dal carcere 09"

Notizie da Verona

Reportage, ricette e riflessioni nel nuovo Miglio Rosso

Incontri "lunghi" tra detenuti e studenti

Il carcere sulla via di Emmaus

A Verona vita dura per i clandestini. Ma i regolari si integrano

Notizie da Vicenza

Promozione umana per gli studenti di Schio

Appuntamenti

Verona: incontro "Diritti e doveri. Ma tu dov’eri?"

Verona: incontro "Legalità e giustizia, l’esperienza di Libera"

Padova: anche io voglio il Garante dei diritti dei detenuti

Venezia: esposizione costumi d’arte realizzati nel carcere femminile

Notizie da Padova

 

Ristretti a Vasto, invitata dalla Comunità Giovanni XXIII

 

Invitata dalla Comunità Giovanni XXIII, la redazione di Ristretti Orizzonti ha partecipato, con una sua rappresentante, a una della "lezioni" che fanno parte di un corso per volontari penitenziari, organizzato in collaborazione con la Casa Circondariale, la Caritas di Chieti-Vasto, la Parrocchia di Santa Maria Maggiore, l’Associazione Nazionale Dirigenti Amministrazione Penitenziaria. Nel corso si è cercato di coinvolgere tutte le figure che lavorano in un Istituto penitenziario, operatori o esterni, che a vario titolo collaborano alle attività di trattamento, e anche personalità che per la loro esperienza o per il loro ruolo sociale possano contribuire al dibattito sulle pene e sul carcere.

Nell’incontro di giovedì 29 si è parlato dell’importanza del volontariato in carcere, dell’utilità del carcere, del superamento dello stesso. Relatori, oltre alla rappresentante di Ristretti, Domenico Barillà, psicoterapeuta milanese, autore di molti libri, e Giorgio Pieri, dell’Associazione Giovanni XXIII, promotore del progetto "Oltre le sbarre", e responsabile della casa di accoglienza "Madre del Perdono", per detenuti in misura alternativa o agli arresti domiciliari. I partecipanti hanno riempito l’aula magna della Casa Circondariale, situata in mezzo alle basse colline da dove si vede il mare in lontananza, e circondata da uliveti e alberi da frutto coltivati da alcuni detenuti. Il moderatore, padre Gianfranco Travaglini co-direttore della Caritas di Vasto, ha introdotto gli ospiti brevemente dando subito la parola a Domenico Barillà. Lo psicoterapeuta ha condotto gli ospiti attraverso un originale ragionamento partito da esperienze di lavoro e non solo, e dalla considerazione che chi finisce in carcere è simile al bambino che viene allontanato dalla "comunità" in cui è inserito - scuola, gruppo di compagni di gioco etc. - e come un bambino va guardato negli occhi per carpirne la fiducia, che sicuramente ha perso, e per coglierne i sentimenti e le motivazioni profonde. Ha messo su un piano simile la persona che va in terapia psicologica con il detenuto: entrambi soffrono di un sentimento di inadeguatezza. Ha parlato di entropia del carcere per cui lo stesso ha bisogno di "aria nuova" dall’esterno, aria nuova rappresentata dal volontariato, dalla società esterna che deve entrare e partecipare se non si vuole che il carcere "imploda". Importante il concetto che Barillà ha espresso: "Il delinquente è un ambizioso che ha perso coraggio" dove il coraggio è la capacità di tollerare l’insuccesso. Chi si sente inadeguato, perché ha perso coraggio per la paura dell’errore, rompe il patto con la territorio e ha tre modi di reagire: con un comportamento astensionistico ("non gioco per non perdere"), con uno fraudolento ("gioco ma imbroglio per vincere"), con uno vendicativo ("se devo perdere faccio perdere anche tutti gli altri").

Infine un consiglio a chi vuole fare volontariato in carcere: il detenuto vuol essere chiamato per nome (il riconoscimento individuale) e non vuol essere ulteriormente giudicato. A seguire, l’intervento della relatrice di Ristretti Orizzonti che ha trattato l’argomento del superamento del carcere, non tanto dal punto di vista del superamento della "idea" di carcere, argomento che richiede ben altre competenze, quanto del superamento inteso come non lasciarsi ingabbiare davvero dalla galera, e lottare per la sopravvivenza, non solo fisica, alla galera, e dell’apporto che il volontariato può dare a tale "sopravvivenza".

Partendo dal numero crescente di suicidi che avvengono nelle carceri si è parlato anche della nuova circolare che il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) ha mandato pochi giorni addietro. Nella Circolare si invitano i direttori ad "aprire" alla possibilità delle telefonate ai telefoni mobili, ad ampliare le ore di colloquio con le famiglie, a creare i presupposti affinché la maggior vicinanza delle famiglie sia di appoggio a quei detenuti che soffrono così tanto per la loro condizione da arrivare, sempre più spesso, a togliersi la vita.

Infine è intervenuto Giorgio Pieri, che ha parlato del progetto "Oltre le Sbarre", dell’attività della "sua" casa di accoglienza, del senso di questi percorsi.

 

Aggiornamenti dalla Casa Circondariale

 

Durante questi mesi il numero di detenuti presenti nella Casa Circondariale è rimasto pressoché invariato, con una media di 250 persone, a fronte di una capienza regolamentare di 98; si registra quindi il perdurare di una situazione di grave sovraffollamento, con alto turn-over.

Una novità importante riguarda, invece, le strutture: sono stati realizzati lavori di ristrutturazione del vecchio passeggio e delle zone sportive attrezzate. Ora i detenuti possono usufruire di un vero campo da calcetto e di un campo polivalente da pallavolo e pallacanestro, in materiale sintetico.

Da parecchi anni le attività sportive vengono seguite da membri dell’Associazione Padova Sport e Tempo Libero, che attualmente continuano a entrare nell’Istituto a titolo volontario, poiché quest’anno non hanno potuto usufruire di alcun finanziamento; al momento stanno organizzando un torneo di ping-pong e calcio balilla.

Tra le altre attività ricreativo-culturali, continua, invece, il progetto di orto biologico dell’Associazione Nemesi, che, visti i lavori di ristrutturazione, è stato predisposto in uno spazio verde recintato, che si trova tra il vecchio e il nuovo Istituto. Un gruppo di circa dodici detenuti ha la possibilità, due volte a settimana, di recarsi in quest’area, staccata dalla zona detentiva, e trascorrere alcune ore all’aria aperta, impegnandosi in attività agricole, che stanno finalmente dando i primi frutti e le prime soddisfazioni.

Anche il servizio di mediazione culturale della Cooperativa Sociale Orizzonti e le attività di sostegno dei volontari del Gruppo Operatori Carcerari Volontari (gestione del vestiario e colloqui) continuano ad essere disponibili per i detenuti.

In biblioteca, la cui gestione è affidata alla Cooperativa Sociale AltraCittà, al momento sono impegnati due detenuti, che svolgono il servizio gratuitamente: uno è sempre presente, mentre l’altro lo è un po’ meno, in quanto ha potuto ottenere un lavoro all’esterno, con l’art. 21, e si occupa della pulizia del bar che si trova fuori dall’Istituto (da diversi anni nella Casa Circondariale non erano presenti detenuti che godessero della misura dell’art. 21, ma due anni fa è stata fatta una prima richiesta, andata a buon fine, per un imputato, mentre ora l’ha potuto ottenere il suddetto detenuto, che è invece definitivo).

Una nuova attività ricreativo-culturale inizierà proprio dalla prossima settimana e consisterà in un cineforum e un percorso di arte-terapia, gestiti dall’Associazione Fantalica, grazie a un finanziamento interno (capitolo di spesa per le tossicodipendenze).

Il 17 giugno si terrà, invece, come ogni anno, il concerto conclusivo dell’attività del gruppo musicale composto da detenuti e coordinato dalla Cooperativa Sociale Nuovi Spazi. Il concerto si terrà in uno dei passeggi, dove saranno allestiti dei gazebo e probabilmente verrà fatto, come l’anno scorso, un piccolo bando per far partecipare anche gruppi esterni e forse anche un’esposizione di disegni e quadri realizzati dai detenuti.

Proseguono, infine, i corsi scolastici, con un nuovo progetto collegato di alfabetizzazione informatica, che coinvolge tre gruppi di detenuti.

Al momento, non sono invece attivi, corsi professionali, ma dovrebbe uscire un nuovo bando proprio in questo mese. Nonostante le consuete difficoltà dovute al sovraffollamento e le tensioni inevitabili, nell’Istituto vi è un clima abbastanza disteso, grazie soprattutto al buon lavoro degli operatori penitenziari e alle attività coordinate dai vari soggetti esterni.

 

Scelto il nome della rete: ScarceraMenti

 

Le realtà che costituiscono il cartello "ScarceraMenti" si sono incontrate per la quarta volta ieri sera per organizzare gli eventi che andranno a scandire il mese di maggio.

Il prossimo appuntamento è mercoledì 5 alle ore 12.00 davanti a Palazzo Moroni per tenere una conferenza stampa di presentazione, pubblicizzazione e lancio dei tre happening culturali di maggio. Nello specifico nei due eventi dei mercoledì successivi, 12 e 19 maggio, in Piazza delle Erbe verrà presentata la rete "ScarceraMenti" attraverso diverse attività e iniziative promosse dalle diverse realtà coinvolte, come videointerviste, un camper informativo con vademecum sulle sostanze nelle loro conseguenze sia psicofisiche che legali, musica e momenti di socializzazione sulle tematiche del carcere e delle sostanze, raccolta di firme per la petizione "Anche io voglio il garante dei detenuti a Padova".

Ogni realtà porterà il suo contributo convergendo nella giornata del 26 maggio, durante la quale verranno consegnati la petizione sul garante all’amministrazione comunale e il video-appello prodotto. La giornata si concluderà sotto la Casa di reclusione Due Palazzi con interventi e proposte per proseguire nei prossimi mesi.

 

Progetto carcere-scuole: in redazione scuole di Padova, ma anche Gorizia e Conegliano

 

Sono entrati in carcere questa settimana, per incontrare la redazione di Ristretti Orizzonti, un gruppo di studenti universitari accompagnati da docenti e funzionari del Comune di Padova; due classi del Liceo scientifico Nievo, due classi dell’istituto Enaip, due classi del Liceo Slataper di Gorizia e due classi del Liceo Immacolata di Conegliano.

 

Notizie da Venezia

 

Rio Terà dei Pensieri, produzioni di qualità dalle carceri veneziane

 

Rio Terà dei Pensieri è il nome della strada che costeggia il carcere maschile di S. Maria Maggiore, a Venezia. È da questo carcere che, nel 1994, è partita l’idea di un soggetto capace di portare formazione e lavoro nelle carceri veneziane: una cooperativa che attraverso l’istituzione di corsi e laboratori aiutasse i detenuti a costruire il loro futuro reinserimento sociale, alleviando al contempo la sofferenza di una vita che trascorre quasi interamente all’interno di celle sovraffollate.

La cooperativa sociale Rio Terà dei Pensieri, nata allora dalla determinazione congiunta di detenuti e volontari, ha operato fino ad oggi senza mai mutare la sua missione. Da quindici anni organizza "misure alternative alla cella" dentro gli istituti di pena veneziani: percorsi formativi e attività produttive che restituiscono a centinaia di uomini e donne la possibilità di impegnarsi e assumersi responsabilità, la dignità di un lavoro equamente retribuito, la speranza racchiusa in una crescita professionale.

Nel 1997 questo impegno è stato riconosciuto dalla Regione Veneto, che ha incluso la Cooperativa tra gli Enti Formativi e i Gestori di Progetti Sperimentali per il Reinserimento Professionale.

 

La solidarietà affronta il mercato

 

Negli anni la cooperativa è riuscita a creare una realtà economica vivace e consolidata. Oggi, distribuiti tra il carcere maschile di S. Maria Maggiore e quello femminile della Giudecca, sono attivi sei corsi di formazione e sette laboratori attrezzati. I detenuti, coadiuvati da docenti, collaboratori e volontari, producono articoli serigrafati, borse e pelletteria, creano linee di cosmetici, coltivano ortaggi biologici, realizzano lavori di legatoria e di taglio del vetro per mosaico. Il loro lavoro viene commercializzato sia attraverso la vendita al dettaglio che attraverso commesse pubbliche e private.

Fin dai suoi esordi, la cooperativa ha incluso tra i propri valori fondanti non solo solidarietà e trasparenza, ma anche il rifiuto di qualunque prospettiva assistenzialistica. Questo significa accettare la sfida del mercato, nonostante l’operare nella rigida istituzione carceraria comporti difficoltà a volte gigantesche. Gli ostacoli vengono compensati con l’impegno, la professionalità, l’investimento tecnologico. Il successo di questi sforzi è testimoniato dall’incremento dell’attività e dall’ampliamento del parco clienti, che oggi conta alcune eccellenze assolute nel mondo veneziano e non.

 

Notizie da Treviso

 

Aggiornamenti sul Progetto "Voci di dentro, voci di fuori"

 

Il Progetto Voci di dentro, voci di fuori, la cui ottava annualità è stata avviata ad ottobre 2009, ha previsto in questi mesi diversi incontri di confronto tra studenti delle scuole superiori della provincia di Treviso e i ragazzi detenuti nell’Istituto Penale Minorile (IPM) di Treviso.

Il tema affrontato è Il diritto ad una vita dignitosa e ogni scuola ha scelto di prendere in esame alcune storie di vita e confrontarle con la Convenzione dei diritti dell’infanzia.

In particolare nel mese di novembre il liceo classico "Giorgione" ha approfondito la storia La rabbia di Alan e il diritto alla non discriminazione ad essa correlato, e si è poi recato nell’Istituto Penale Minorile il giorno 20.

Nel mese di dicembre l’Istituto "Mazzotti" e il liceo "Duca degli Abruzzi" hanno lavorato su Storie di bambini e il diritto a non essere maltrattati, e hanno visitato i ragazzi detenuti il giorno 10 dicembre.

A gennaio, invece, è stato il turno dell’istituto "Veronese", che ha affrontato il tema della famiglia, attraverso la storia Quando la vita cambia. Durante la visita presso l’IPM, avvenuta il giorno 22, il confronto tra i ragazzi e i detenuti, provenienti da esperienze diverse e coinvolti personalmente in un tema come questo, è stato piuttosto acceso, ma allo stesso tempo molto proficuo.

Il 18 febbraio è stata realizzata l’attività in Ipm con gli istituti "Mazzini" di Treviso e "Fanno" di Conegliano. Il tema trattato riguardava il diritto a conoscere i propri diritti, con la storia di vita La giornata di Alina. Le classi hanno presentato degli ottimi lavori: i ragazzi dell’istituto "Fanno" hanno prodotto un dvd nel quale hanno parlato della Convenzione dei diritti dell’infanzia e spiegato alcuni concetti per loro fondamentali, mentre l’istituto "Mazzini" ha riscritto la Convenzione sottoforma di libretto molto semplice e simpatico, adatto alla lettura dei bambini. L’incontro in Ipm, condotto da una operatrice dell’Unicef esperta della tematica dei diritti, si è rivelato molto interessante e stimolante per i ragazzi ed in particolare per i detenuti, che hanno chiesto alla conduttrice di poter approfondire il tema con un ulteriore incontro.

Il giorno 8 aprile si sono recati in Ipm gli studenti dell’istituto "Mazzotti" di Treviso, dopo aver riflettuto su Storia di un viaggio e il diritto a non essere privato deliberatamente della libertà e a non essere torturato. L’attività è stata molto coinvolgente in particolare per i ragazzi detenuti, che hanno condiviso con gli studenti anche pensieri ed esperienze personali. Non sono mancati alcuni momenti accesi, dovuti alla discussione su alcune frasi molto provocatorie, che erano state inserite all’interno dell’attività dalle operatrici del Laboratorio scuola volontariato; tale situazione ha comunque fatto sorgere delle riflessioni importanti e creato un clima favorevole tra i ragazzi, che non hanno faticato a legare tra loro.

L’ultimo incontro, avvenuto la scorsa settimana, il 23 aprile, ha coinvolto i ragazzi dell’istituto "Munari" che hanno analizzato la storia Ricordi di famiglia e il diritto alla migliore educazione possibile/ responsabilità della famiglia

Le operatrici del Laboratorio scuola volontariato hanno svolto anche un incontro di verifica con gli insegnanti delle scuole e gli operatori del carcere, durante il quale si è fatto il punto su alcuni aspetti da migliorare e si è dato spazio a nuove idee per il prossimo anno. Al momento stanno lavorando all’organizzazione della festa conclusiva del Progetto, che si terrà il 17 maggio.

 

Notizie da Rovigo

 

I detenuti "si mostrano" attraverso "Autoritratti dal carcere 09"

 

Facendo seguito all’esperienza di laboratorio di movimento corporeo e teatralità "Oltre i Confini", svolto nel 2008 su iniziativa del coreografo Vito Alfarano, che portò all’applauditissimo spettacolo "Il Rumore dell’amore", lo stesso gruppo di artisti, fedele all’idea di portare "fuori" ciò che è nato dentro al carcere, da un’idea di Luigi Marangoni propone il nuovo risultato del laboratorio svolto nel 2009 presso la Casa Circondariale di Rovigo e lo comunica alla città attraverso "Autoritratti dal carcere 09", una settimana ricca di eventi artistici e approfondimenti sulla situazione delle carceri italiane.

Dopo avere incontrato gli studenti delle Scuole di Rovigo e dell’Università di Genova per il nostro precedente lavoro, quest’anno abbiamo sentito l’esigenza di fare qualcosa che avesse una grande forza comunicativa: mostrare chi sono i detenuti attraverso le loro facce e le loro parole in un luogo centrale della città, dove chiunque potesse vedere, anche se solo di passaggio. Così nel novembre 2009 siamo entrati nella Casa Circondariale di Rovigo e abbiamo spiegato le nostre intenzioni ai detenuti: riprenderli mentre parlavano di sé e proiettare la loro immagine su un palazzo pubblico (video-istallazione).

Era chiaro che accettare sarebbe stata una sfida per loro: infatti chi è stato detenuto, a causa del suo "marchio", fa fatica a trovare lavoro e reinserirsi nel tessuto sociale. Mostrarsi alla cittadinanza così apertamente è un atto di coraggio, che dodici di loro hanno compiuto, non pensando alle eventuali conseguenze future. Sono stati animati da un’esigenza interiore di comunicare, di far sapere chi sono e perché si trovano lì dentro.

La città di Rovigo avrà quindi la grande opportunità di assistere a quest’atto di coraggio pieno di umanità, in cui le storie, le parole, hanno una semplicità a tutti noi cara, la semplicità che riguarda le cose importanti della vita e cioè gli affetti.

Abbiamo coinvolto i locali del centro della città e varie Associazioni per trovare una strada di condivisione di alcuni valori, primo tra tutti la conoscenza, veicolata attraverso l’arte. La risposta è stata ottima e molti organizzeranno appuntamenti per l’occasione, inseriti in un calendario unico. Abbiamo coinvolto le Scuole Medie Superiori, perché vedano il Documentario realizzato in carcere. Ci sarà spazio per una riflessione sull’attualità scottante delle morti in carcere, dal titolo "I diritti calpestati: di carcere si muore".

Alla Sala della Gran Guardia sarà sempre visibile la mostra fotografica di Giulio Cesare Grandi relativa al laboratorio in carcere e il Documentario.

 

Notizie da Verona

 

Reportage, ricette e riflessioni nel nuovo Miglio Rosso

 

Puntuale arriva anche sul web il terzo numero del Miglio Rosso, il periodico realizzato all’interno del carcere di Montorio dai detenuti della terza sezione. Nel numero di aprile ampio reportage delle opinioni dei detenuti sull’idea del governo di mandare ai domiciliari chi ha un residuo pena di un anno. Poi la rubrica culinaria sulle ricette che si possono preparare con i pochi ingredienti reperibili in cella, tra cui gli imperdibili "Machemaroni alla carcerese". Le profonde riflessioni di De Col sulla (dubbia) certezza della pena e di Gasperotti sulla paura dei detenuti ad andare "all’aria" e sul concetto di non violenza. Poi poesie, proposte e tanto altro ancora. Per leggere Il Miglio Rosso: http://www.lafraternita.it/images/3.pdf.

 

Incontri "lunghi" tra detenuti e studenti

 

Proseguono gli incontri sportivi tra detenuti e studenti delle scuole veronesi. Calcio per il maschile e pallavolo per il femminile, la formula proposta dall’associazione ProgettoCarcere 663 che, ogni anno, organizza anche qualche giornata "lunga", che vede la presenza dei giovani studenti per tutta la mattina e il primo pomeriggio. Momenti di confronto di sicura esperienza, che, nel mese in corso, si svolgeranno nelle giornate del 4, 11 e 27.

 

Il carcere sulla via di Emmaus

 

Dalle difficoltà di sopravvivere nasce un’oggettiva spinta a commettere reati. E la composizione dei detenuti in carcere ne è la conseguenza: solo un’esigua minoranza appartiene alla grande criminalità organizzata, la maggioranza è ripartita tra le tre categorie prevalenti degli immigrati irregolari, dei tossicodipendenti, dei disagiati psichici. Arrigo Cavallina, volontario dell’associazione "La Fraternità", il 25 aprile scorso ha incontrato oltre 60 persone che hanno partecipato all’ultima giornata del corso "In viaggio", organizzato dal Centro Missionario Diocesano e da altri organismi ecclesiali di Verona "per conoscere, capire e incontrare", e prepararsi a un’eventuale esperienza missionaria. "Compagni di viaggio" il tema dell’incontro, ispirato alla lettura dell’episodio, nel Vangelo di Luca, dei viandanti verso Emmaus affiancati da Gesù risorto, che riconoscono però solo quando, al tavolo della locanda, spezza il pane. Gesù, riconosciuto, sparisce e i viandanti assumono la responsabilità di correre ad annunciare e dar seguito all’incontro.

Dopo il vivace e suggestivo commento al brano da parte di Flora Massari, Cavallina ne ha ripreso alcune indicazioni per affiancare i partecipanti al corso ai compagni di viaggio più vicini: gli emarginati nelle povertà delle nostre strade e prigioni.

Prendendo l’avvio da una provocazione sull’indifferenza, con le foto di Stefano Cucchi in obitorio, si è chiesto perché delle tante voci indignate quando si è lasciata morire Eluana Englaro, così poche si alzano adesso, sapendo che è stato lasciato morire di botte, di abbandono, di disidratazione Stefano Cucchi.

Nel corso si era già parlato della forbice planetaria nella divaricazione tra crescente ricchezza da una parte e crescente povertà dall’altra. Ma in Italia, anche secondo i recenti dati Ocse, questa polarizzazione è particolarmente accentuata. Per ognuna delle categorie prevalenti che popolano le carceri, si è fatto cenno alla normativa e alle difficoltà di accoglienza, integrazione, cura, aiuto. C’è una seconda forbice perfettamente sovrapponibile a quella del rapporto tra povertà e ricchezza: la forbice legislativa che si rivolge all’area dell’emarginazione con l’unico strumento della criminalizzazione e del carcere e all’area del potere con la moltiplicazione delle garanzie di impunità e dei provvedimenti ad personam (o ad personas quando riguardano anche gli amici).

La popolazione detenuta continua ad aumentare oltre il massimo tollerabile, mentre le risorse di personale e di mezzi per il rispetto dei principi costituzionali dell’umanità del trattamento e della finalità educativa sono drammaticamente insufficienti e progressivamente ridotte. Tra le conseguenze il degrado delle condizioni di vita, gli episodi di aggressione, i suicidi già saliti a 22 dall’inizio dell’anno. A questo si aggiungono gli effetti della crisi che rendono difficile ormai per chiunque, e ancor di più per chi esce dal carcere, trovare un posto di lavoro. E ancora si aggiungono gli effetti di un’opinione pubblica aizzata dalle campagne di propaganda sulla sicurezza e su una "certezza della pena" intesa sempre come ferocia di carcere e vendetta. Ogni provvedimento ragionevole sarebbe impopolare e anche tanti giudici sono portati ad abusare della carcerazione preventiva e a rifiutare permessi e misure alternative che faciliterebbero il reinserimento sociale.

Da almeno un anno e mezzo il Governo proclama: abbiamo un piano carceri. Ancora non è decollato, ma sappiamo di cosa si tratta: una grande colata di cemento per costruire nuovi edifici con appalti "d’emergenza", cioè sottratti a qualunque regola, controllo, visibilità. Di fronte alla tragedia dei suicidi c’è chi sghignazza come alla notizia del terremoto dell’Aquila, pregustando l’affare. E guarda caso le ditte coinvolte nello scandalo della protezione civile sono le stesse che da anni stanno costruendo nuove carceri in Sardegna.

"Cosa potrebbe essere invece l’equivalente dello spezzare il pane, incarnato nella nostra responsabilità attuale e politica?", si chiede quindi Cavallina. Proprio lo spezzare quella ricchezza per destinarne una parte non a combattere la presunta minaccia ma a prevenirla, a facilitare l’accoglienza e l’integrazione degli immigrati con leggi e strutture a garanzia dei diritti e della regolarizzazione; a destinare fondi e personale adeguati all’applicazione della normativa che vuole i tossicodipendenti inseriti in programmi terapeutici e non chiusi nell’inerzia delle celle; a predisporre una rete di servizi sociali di aiuto a chi fa fatica a farcela da solo; ad organizzare iniziative locali di lavori di utilità sociale per prosciugare la disoccupazione, l’emarginazione, la disperazione, la sorgente di nuove illegalità.

I partecipanti al corso hanno incontrato dunque, a conclusione del loro viaggio formativo, anche un’opportunità per non restare indifferenti e coinvolgersi con spirito di missione a due passi da casa.

 

A Verona vita dura per i clandestini. Ma i regolari si integrano

 

Risiedono nei quartieri più popolosi e "popolari"; lavorano come operai nel campo dell’industria e nell’83% dei casi hanno un lavoro retribuito. Gli immigrati che vivono a Verona, secondo una recente ricerca curata dalla Fondazione Rodolfo Debenedetti e dall’Università Bocconi in 8 città italiane, si sentono meno discriminati che nel resto d’Italia: ma solo se sono regolari.

Dati importanti, secondo l’assessore ai servizi demografici Daniele Polato, che fa sapere: "Abbiamo intenzione di studiarli a fondo per dare risposte migliori, in termini di servizi e semplificazione amministrativa, agli stranieri che si trovano nella nostra città, con la finalità di migliorare la loro integrazione nella comunità veronese attraverso iniziative concrete". Secondo i dati dei Servizi demografici del Comune, i residenti a Verona sono 264.429 (di cui 13.856 bambini fino a 5 anni) nei quali sono compresi 25.964 immigrati regolari (di cui 2.727 bambini fino a 5 anni). Nella ricerca sono state coinvolte circa 150 persone, con un campione rappresentativo di tutti gli immigrati, anche irregolari, residenti in varie aree cittadine, in particolare nei quartieri dove la loro presenza è maggiore: Borgo Milano, Borgo Roma, Golosine, Porto San Pancrazio, Veronetta. Dallo studio emerge innanzi tutto che la percentuale massima di immigrati irregolari (clandestini) a Verona è dell’11% alla data della ricerca (da settembre a novembre 2009; il dato comprende anche il gran numero di colf e badanti attualmente in fase di regolarizzazione) ed è sia inferiore alla media nazionale (14%) che più bassa rispetto a tutte le altre città italiane ad eccezione di Rimini, dove tuttavia il dato è scarsamente indicativo in quanto rilevato alla fine della stagione turistica. Sembra poi che a Verona gli immigrati regolari si sentano meno discriminati (16,9%) che nel resto d’Italia (20,3%) mentre gli immigrati irregolari si sentono più discriminati a Verona (42,9%) che nel resto d’Italia (27,8%).

 

Notizie da Vicenza

 

Promozione umana per gli studenti di Schio

 

Una vasca all’ingresso della scuola. E dentro una serie di prodotti per l’igiene: shampoo, bagno schiuma, dentifricio e, come si dice, chi più ne ha più ne metta. Una trovata davvero originale quella degli studenti del liceo Tron di Schio, che nei giorni scorsi, hanno incontrato il fondatore dell’associazione La Fraternità, Fra Beppe Prioli.

"Sono andato a Schio con un ex detenuto di Verona - racconta Fra Beppe - per intervenire non all’ora di religione, ma durante quella che io vivo come un’ora di promozione umana. Io non parlo di Dio ai ragazzi, ma dell’uomo. Ed è per questo che agli incontri partecipano anche ragazzi di religioni diverse".

Fra Beppe - che a Schio ha incontrato 4 classi di ragazzi tra i 16 e i 18 anni - ha parlato di carcere, giustizia e, soprattutto, del rispetto, della vita e del significato dei valori. E tra le problematiche che affliggono chi vive in carcere, ha fatto presente agli studenti anche quella dell’igiene. "Provate voi a lavarvi senza sapone e poi rimettervi le cose sporche". Da qui la trovata dei giovani di raccogliere una sere di prodotti per la pulizia personale nella vasca sistemata all’ingresso della scuola, per farli poi avere ai detenuti di Verona. "A Montorio siamo ormai a quota mille. E di bisogno ce n’è davvero tanto", precisa il frate che fa parte anche della cappellania della casa circondariale di Verona. E conclude: "Ho lasciato i ragazzi con un interrogativo: di fronte al male, quale risposta? Sempre e solo carcere o ci sono altre strade percorribili? Fra una settimana sarò di nuovo fra loro per raccogliere le loro impressioni, su cui ho voluto si prendessero del tempo di riflettere".

 

Appuntamenti

 

Verona: incontro "Diritti e doveri. Ma tu dov’eri?"

 

Sabato 15 maggio alle 20.30 a Villa Elena di Affi serata di confronto e discussione sul tema dei diritti-doveri e sulla dignità della persona. L’incontro è organizzato dal Gruppo Giovanissimi della Parrocchia di Affi come sintesi del loro cammino annuale. Interverranno, tra gli altri: don Pierluigi Di Piazza del Centro di Accoglienza e di Promozione Culturale "E. Balducci" di Udine; Roberto Sandrini dell’Associazione "La Fraternità", che opera nel carcere di Montorio; don Paolo Bolognani della "Comunità dei Giovani" di Albarè.

 

Verona: incontro "Legalità e giustizia, l’esperienza di Libera"

 

Mercoledì 5 maggio 2010 alle ore 20,45 a San Giovanni Lupatoto (Vr) si terrà un incontro con don Luigi Ciotti sul tema "Legalità e giustizia: l’esperienza di Libera". Introduce l’incontro Elisabetta Reguitti, giornalista de "Il Fatto quotidiano".

L’incontro si terrà presso il Cinema Teatro Astra (Via Roma 3/B) ed è organizzato dalla Cooperativa del commercio equo e solidale "El Ceibo" di San Martino Buon Albergo, dall’Associazione "Arcobalupo" di San Giovanni Lupatoto in collaborazione con la Cooperativa equosolidale "La Rondine". Ingresso libero.

 

Padova: anche io voglio il Garante dei diritti dei detenuti

 

5 Maggio: conferenza stampa di lancio delle iniziative informative su carcere e sostanze e della petizione "Anche io voglio il garante dei diritti dei detenuti a Padova". 12 Maggio: primo appuntamento informativo su droghe e conseguenze legali serale in Piazza delle Erbe 19 Maggio: secondo appuntamento serale in Piazza delle Erbe. 26 Maggio: giornata conclusiva di consegna delle firme raccolte.

 

Venezia: esposizione costumi d’arte realizzati nel carcere femminile

 

Mercoledì 5 maggio alle ore 18.00 presso le sale Apollinee del Teatro La Fenice, sarà presentata l’esposizione dei costumi d’arte e degli abiti di scena realizzati dal laboratorio sartoriale del carcere femminile di Venezia, gestito dalla cooperativa Il Cerchio.

 

 

Il Progetto "Dal carcere al territorio" è finanziato dall'Osservatorio Nazionale per il Volontariato - Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - Direttiva 2007 sui progetti sperimentali delle Organizzazioni di Volontariato.