IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 37, del 18 settembre 2008

 

Notizie da Padova

Una tirocinante racconta l’esperienza in carcere...

Notizie da Venezia

Nel carcere femminile della Giudecca, la festa dell’orto delle meraviglie

Chiude il progetto Urban - Apriamo i Muri

Notizie da Verona

Detenuti in gita con Progetto Carcere

Sette giorni su sette in ascolto di chi arriva a Montorio

Sui fatti di Bussolengo: lettera del Segretario provinciale di Rc

Un percorso per animatori della Carità

Notizie da Rovigo

Festa per i 20 anni di attività del centro Francescano d’ascolto

Appuntamenti

Padova: Granello di Senape e C.S.V. per gli Avvocati di Strada

Padova: C.S.V., parte il corso per chi opera nella scuola

Padova: Riunione Conferenza Regionale Volontariato Giustizia

Venezia: Serata Spritz con l’Associazione Decimo Binario

Verona: pomeriggio dedicato ai nuovi veronesi, gli immigrati

Verona: l’Universo dei diritti umani

Notizie da Padova

 

Una tirocinante racconta l’esperienza in carcere...

 

Valentina, tirocinante in carcere. Il suo percorso in carcere è iniziato prima dell’esperienza di tirocinio, quando collaborava al progetto Rewind, durante il quale gestiva le attività per la messa in scena di uno spettacolo teatrale. Aveva iniziato ad assaporare il clima di partecipazione, di coinvolgimento e di impegno a contatto diretto con le persone detenute e già sentiva il bisogno di "fare", di rendersi utile per il gruppo e per il progetto. Al termine del periodo di prove e in seguito alla prima dello spettacolo, avvenuto dentro al carcere, ha pensato di continuare la sua esperienza conoscendo però altri aspetti di quella realtà.

Così, sfruttando la possibilità del tirocinio (laureata in Sociologia, sta seguendo un Master in Criminologia), è entrata in contatto col mondo degli educatori all’interno della Casa di Reclusione. Dal suo racconto si coglie l’interesse e il coinvolgimento di una persona che crede nella possibilità, che crede nel cambiamento e nella potenzialità di ogni singolo individuo.

Ha operato a fianco degli educatori, conosciuto sia l’aspetto burocratico del loro lavoro, che quello umano di sostegno e appoggio e ha affrontato colloqui individuali per la stesura delle sintesi. La sua esperienza le ha fatto capire che il ruolo dell’educatore deve apparire al detenuto non come un’imposizione, ma come una figura di riferimento per avviare un percorso di cambiamento guidato.

Ora il tirocinio volge al termine, ma è intenzione di Valentina di rimanere come volontaria in carcere in una delle diverse attività che vi si svolgono, nella speranza che un giorno le sia possibile poter lavorare al suo interno grazie alle sue competenze professionali.

 

Notizie da Venezia

 

Nel carcere femminile della Giudecca, la festa dell’orto delle meraviglie

 

Come ogni anno, a settembre si è tenuta la ormai tradizionale Festa dell’Orto delle Meraviglie, un momento importante per la Casa di Reclusione femminile della Giudecca.

Sabato 13 sono entrati circa 150 ospiti a gustare le specialità internazionali che donne da tutti i continenti hanno cucinato. I piatti, tutti preparati con i prodotti dell’orto e con materie prime rigorosamente biologiche, sono stati molto apprezzati dagli ospiti tra i quali c’era il sindaco Cacciari, l’assessore alle politiche sociali della Provincia Rita Zanutel, rappresentanti del Comune. La direttrice degli Istituti di pena veneziani, dott.ssa Gabriella Straffi, approfittando delle presenza dei politici locali, ha accennato a una richiesta di ristrutturazione a cui però il sindaco non ha potuto dare una risposta positiva per "mancanza di fondi".

La giornata è stata piacevole anche se un forte acquazzone ha obbligato a spostare la festa dall’orto alla sala dei colloqui, che in occasione di questo incontro annuale vengono spostati dal sabato al venerdì. Dopo il benvenuto la direttrice si è complimentata con le varie realtà che operano all’interno del carcere - cooperative e associazioni - per la stretta collaborazione e sinergia che hanno dimostrato di saper attuare e che la stessa direttrice lo scorso anno aveva auspicato. Erano presenti, infatti, per il primo anno, i rappresentanti di tutte le cooperative e associazioni che "lavorano" alla Giudecca e che hanno strettamente collaborato anche per rendere un successo il progetto Papillon, quello portato alla mostra del cinema in collaborazione con la Biennale. C’è stato anche l’intervento di due detenute che lavorano per la cooperativa Rio Terà dei Pensieri, la cooperativa che ha portato l’orto, con l’ausilio di agronomi e volontari, nel corso di anni, alla condizione odierna. Le due ragazze hanno sottolineato l’importanza che ha avuto nel loro percorso carcerario l’esperienza diretta con la terra.

L’apertura annuale dell’orto alla cittadinanza è servita per far conoscere quello che si fa "in galera", se ancora ce ne fosse bisogno, visto il largo consenso che le produzioni attuate all’interno del carcere - ortaggi, cosmetici e prodotti di legatoria - incontrano presso la popolazione veneziana.

Ogni giovedì mattina, infatti si possono acquistare ortaggi biologici, prodotti cosmetici di ottima qualità e di prezzo contenuto, prodotti di legatoria, al banco allestito in Fondamenta delle Convertite, di fianco all’entrata della Casa di Reclusione. Banco che molti veneziani "frequentano" tanto che spesso i prodotti si esauriscono a metà mattinata.

 

Chiude il progetto Urban - Apriamo i Muri

 

Mercoledì 17 settembre presso la ex chiesa di Santa Marta a Venezia si è tenuto l’evento finale del programma di riqualificazione urbana Urban Italia "apriamo i muri", conclusosi in questi giorni e premiato dal Ministero delle Infrastrutture come uno dei quattro migliori programmi realizzati in Italia per capacità di spesa e gestione. Si è trattato di un convegno di presentazione dei risultati conseguiti dal programma e di discussione sulle potenzialità future della programmazione europea 2007-2013. Sono stati invitati a intervenire al convegno: Luana Zanella, Assessora alle Relazioni Comunitarie ed Internazionali del Comune di Venezia, Enzo Castelli, Presidente della Municipalità Venezia-Murano-Burano, Fabrizio Rebershegg, vicepresidente della Municipalità Venezia-Murano-Burano, Paola Ravenna, dirigente dell’Area Politiche Comunitarie del Comune di Venezia, Federico Della Puppa, project manager del programma. In conclusione un concerto di Musiche del Mediterraneo con la partecipazione della cantante Patrizia Laquidara e del gruppo musicale Hotel Rif.

Il programma Urban Italia è stato finanziato dal Ministero delle Infrastrutture. In particolare il programma Urban Italia per Venezia, denominato "Apriamo i muri", aveva come obiettivo la rigenerazione urbana, infrastrutturale e sociale di aree degradate. Il programma prevedeva investimenti complessivi per 13,4 milioni di euro, dei quali 5,06 finanziati dal Ministero delle Infrastrutture attraverso la L. 388/2000, per realizzare un insieme di interventi di tipo infrastrutturale e sociale destinati a migliorare le infrastrutture, favorire la residenzialità locale, rifunzionalizzare alcuni servizi esistenti e attivare nuovi servizi per i residenti.

Sono state sistemate aree come quelle del Mulino Stucky, Trevisan e Scalera, e quelle ex Junghans fino a Sacca San Biagio e sono stati realizzati importanti progetti destinati ai residenti e in particolare alle fasce più deboli della popolazione: bambini, anziani, studenti, carcerati ed ex carcerati. Specifiche azioni hanno riguardato gli istituti penali, che hanno rappresentato un cardine importante del programma e hanno costituito un tentativo importante di "apertura dei muri".

Le due direttrici su cui si è puntato rispetto al carcere sono state la formazione e l’informazione-inclusione. I partner, per quel che riguarda il carcere, sono stati le cooperative "il Cerchio" e "Rio Terà dei Pensieri" e l’associazione "Granello di Senape". Le due cooperative si sono occupate di formazione. La prima in ambito sartoriale, in partnership con l’istituto Ruzza di Padova, si è occupata di un corso di formazione triennale, di cui abbiamo già parlato nella nostra newsletter, mentre la seconda si è occupata di un corso di confezionamento di calzature. L’associazione invece si è in questi anni impegnata nell’ambito informazione-inclusione, con lo sportello In-Out, sportello al quale detenuti, ex detenuti e familiari si possono rivolgere per qualsiasi tipo di informazione, di orientamento, di aiuto a costruire percorsi di sostegno alle dimissioni dalle carceri e all’inserimento degli ex carcerati nella vita sociale.

 

Notizie da Verona

 

Detenuti in gita con Progetto Carcere

 

Buone notizie per l’associazione Progetto Carcere 663 che, dopo qualche mese di difficoltà, ad agosto ha potuto trascorrere una giornata di svago con 3 detenuti del carcere di Montorio in uscita in permesso premio. E ancora più buone le notizie per i tre detenuti, che con l’occasione hanno visitato Ponte di Veja: il ponte naturale più grande d’Europa, luogo tra i più suggestivi nei pressi di Verona. Negli ultimi tempi il Magistrato di Sorveglianza non aveva concesso permessi premio ai detenuti che avevano chiesto di partecipare a una qualche iniziativa organizzata dall’associazione all’esterno del carcere. Ma adesso sembra che la situazione si sia sbloccata e il 22 settembre dovrebbero essere due i detenuti che parteciperanno alla gita a Campo Silvano sui Monti Lessini. Nel frattempo, sempre grazie a Progetto Carcere, all’interno del carcere di Montorio si sono appena conclusi i tornei di calcio e pallavolo organizzati rispettivamente nella sezione maschile e in quella femminile della struttura.

 

Sette giorni su sette in ascolto di chi arriva a Montorio

 

Diventano sette i giorni predisposti all’ascolto dei nuovi detenuti in arrivo al carcere di Montorio. È quanto stabilito nella riunione della settimana scorsa, svoltasi nella casa circondariale tra le cinque associazioni di volontariato coinvolte nel provvedimento e l’intero pool operativo: Direttore del carcere, responsabile dell’Area Educativa, responsabile dell’Area Sanitaria, Ufficio Esecuzione Penale Esterna e Unità Operativa Tossicodipendenti in Carcere. I due giorni finora scoperti - il lunedì e il mercoledì - sono stati affidati rispettivamente alle associazioni "La Visitazione" e "La Fraternità". L’iniziativa rientra nei provvedimenti di una circolare del Ministero della Giustizia del precedente Governo relativa a "I detenuti provenienti dalla libertà" per "attenuare gli effetti traumatici della privazione della libertà e di predisporre gli interventi a tutela della incolumità fisica e psichica conseguenti all’ingresso in Istituto". Durante la riunione, Direzione e Comandante della Polizia penitenziaria si sono mostrati soddisfatti del servizio svolto finora dalle associazioni coinvolte (oltre alle già citate anche "La Libellula", "Ripresa Responsabile" e "Progetto Carcere 663"). Spiega il presidente della Fraternità, Roberto Sandrini: "questi colloqui sono importanti per i detenuti dal punto di vista pratico-operativo, ma soprattutto psicologico. In questo modo hanno la possibilità di incontrare una persona motivata che li possa ascoltare. Una figura diversa dall’operatore, al di fuori dal sistema penitenziario e giudiziario".

 

Sui fatti di Bussolengo: lettera del Segretario provinciale di Rc

 

Lettera scritta da Fiorenzo Fasoli, Segretario provinciale di Rifondazione Comunista, il 12 settembre. "Oggi pomeriggio ho accompagnato il consigliere regionale di RC Pietrangelo Pettenò nella visita al carcere di Montorio. La visita era motivata dal fatto di andare a verificare le condizioni delle tre persone arrestate, due uomini ed una donna, dopo i fatti accaduti qualche giorno fa a Bussolengo. La notizia è stata riportata sulla prima pagina di Liberazione e ne avevano parlato anche i giornali locali, ma sentire le testimonianze dirette, vi assicuro, è stato di un impatto incredibile. Ecco la loro versione dei fatti.

Una famiglia di Sinti, in trasferimento da Brescia e diretta a Trieste, si ferma in una piazzola di Bussolengo. Questa viene raggiunta da un’altra famiglia, proveniente da Affi, ed intenzionata a cogliere l’occasione per incontrare un figlio.

Visto che ormai era mezzogiorno, dopo aver fatto la spesa, il piccolo gruppo si accinge a consumare un piccolo pasto a base di panini imbottiti. Subito arrivano i vigili che intimano loro di andarsene. Poco dopo giungono i carabinieri della stazione di Bussolengo che, senza attendere molto, passano dalle parole ai fatti. E così comincia l’odissea.

Senza tanti preamboli al piccolo gruppo viene intimato di lasciare subito libera l’area e, senza attendere la risposta dei malcapitati, questi vengono investiti da insulti, offese, schiaffi fino a venire portati in caserma. Qui inizia un vero e proprio pestaggio, con calci, pugni e sputi a cui vengono sottoposti non solo gli adulti, ma anche i loro figli minori. Ad un ragazzo di 12 anni vengono rotti due denti. Il maresciallo ricorda che, se potesse, farebbe anche lui come Hitler.

La cosa va avanti per un bel po’, poi il gruppo viene portato a Peschiera per le impronte digitali e le fotografie di rito. Un bambino, oltre alle dita, è costretto a passare sul tampone delle impronte anche la faccia, mentre l’aggressione si ripete prima durante e dopo il trasferimento a Peschiera.

Alla fine, due adulti e la moglie di uno di questi, sono rinchiusi nelle celle di sicurezza di Bussolengo. Ed il pestaggio continua. Verso sera, il marito della signora si sente male e chiede di essere ricoverato all’ospedale. Nel trasferimento viene minacciato di non proferire parola con alcuno perché altrimenti non avrebbe più rivisto i suoi figli.

Al mattino, i tre vengono portati in tribunale per la convalida del fermo e devono viaggiare con le manette ai polsi, in ginocchio sul pavimento del cellulare e con la faccia rivolta a terra.

Prima di salire le scale per l’udienza devono passare davanti ai carabinieri autori delle loro aggressioni che non perdono l’occasione di minacciarli ancora una volta affinché non si lascino sfuggire parola su quanto accaduto.

Alla fine il giudice convalida il fermo. Il processo si terrà martedì prossimo ed intanto i tre sono rinchiusi a Montorio. La visita ha permesso di constatare che i segni delle percosse sono ancora molto evidenti sui loro corpi. Le compagne di cella della signora hanno garantito di non aver mai visto una persona ridotta in quelle condizioni. I tre sono ancora molto scossi per l’accaduto ed il marito della signora, oltre ad aver mostrato i segni delle botte prese sia sulla schiena che sulle gambe, ha affermato di essere riuscito ad alzarsi dalla branda solo oggi.

I due uomini sono in una cella con altre due persone. La donna divide la cella con altre due donne. Ricordo che le celle sarebbero per una, massimo due persone, ma in occasioni come queste anche i disagi dovuti al sovraffollamento diventano secondari. Tutti sono accusati di resistenza a pubblico ufficiale, e la donna anche di tentato furto dell’arma di un carabiniere. Ho visto tre persone molto miti e non riuscirei ad immaginarmele né aggressive, né pericolose. È chiaro che, in condizioni del genere, ogni accusa può essere facilmente utilizzata. Quindi anche Verona ha la sua Genova, la sua caserma Diaz o il suo Bolzaneto. I racconti sentiti, che per altro combaciano perfettamente sia nella versione degli uomini che in quella della donna, mi hanno riportato al Cile o all’Argentina dei militari. Non possiamo stare in silenzio. Dobbiamo reagire".

 

Un percorso per animatori della Carità

 

Prenderà il via il 23 settembre, il ciclo di 10 incontri organizzati dalla Caritas Diocesana veronese per i volontari che operano nelle parrocchie della diocesi. L’obiettivo è di creare un metodo operativo che faciliti la creazione di un linguaggio comune sui temi della carità, l’attivazione di esperienze di comunione tra gruppi di parrocchie e territori diversi e l’incremento della qualità dei servizi offerti. Tema degli incontri: "Testimoniare la carità nelle comunità ecclesiali per lo sviluppo integrale dell’uomo" attraverso un intenso percorso formativo socio-pastorale volto ad offrire una preparazione di base a quanti quotidianamente impegnano parte del loro tempo al servizio dei poveri. I partecipanti ai 10 incontri otterranno "il riconoscimento di un ministero e la sua valenza diocesana" direttamente dal Vescovo di Verona. Tre i moduli proposti: teologico-pastorale quello iniziale, cui seguiranno l’antropologico-relazionale e, in conclusione, una discussione sulle buone prassi per il volontariato. Calendario dei corsi, iscrizioni e informazioni: Caritas Diocesana Veronese Lungadige Matteotti n. 8 - Verona Tel. 045.8300677 - 045.8302649 Fax. 045.8302787 e-mail segreteria@caritas.vr.it, ufficioprogetti@caritas.vr.it

 

Notizie da Rovigo

 

Festa per i 20 anni di attività del centro Francescano d’ascolto

 

Nel mese di ottobre il Centro francescano di Ascolto compie venti anni, una tappa significativa nel cammino di attenzione alle persone in difficoltà e nella volontà di essere promotori di percorsi di riconciliazione, giustizia e pace sociale.

Per l’occasione il 23 ottobre è stato organizzato un convegno, presso l’Accademia dei Concordi nella Sala degli Arazzi "P. Oliva", in Piazza Vittorio Emanuele II, 14, a Rovigo, che vedrà la presenza di alcuni amici e compagni di viaggio di tutti questi anni, tra i quali: don Luigi Ciotti presidente del Gruppo Abele e dell’associazione Libera, Alessandro Margara, presidente della Fondazione Michelucci, uno dei padri della Legge Gozzini, Giuseppe Mosconi docente di Sociologia del Diritto dell’Università di Padova, e don Vittorio Nozza, direttore della Caritas Italiana. Il coordinatore sarà Livio Ferrari direttore del centro Francescano di Ascolto.

È stato anche prodotto un cofanetto, che verrà distribuito ai partecipanti all’evento e a coloro che ne faranno richiesta, che contiene: a) un volume sulla storia dell’associazione, i progetti e le iniziative prodotte, i servizi e gli sportelli in atto, nonché le proposte per il futuro; b) un dvd che raccoglie contributi filmati sulla vita dell’associazione e fotografie che ne ricordano i volti e i momenti segnanti. Il convegno inizierà alle 17.30.

 

Appuntamenti

 

Padova: Granello di Senape e C.S.V. per gli Avvocati di Strada

 

Padova: Casa Comboni, via Citolo da Perugia, 35. Giovedì 18 settembre 2008 19.00-21.00. Riprende il corso di formazione e aggiornamento per il servizio di Avvocato di Strada. Il corso è gratuito e aperto al pubblico, previa iscrizione via mail. Tema: "Il diritto alla residenza dei senza fissa dimora: questioni con l’anagrafe". Relatore: avv. Raffaella Ruffato

 

Padova: C.S.V., parte il corso per chi opera nella scuola

 

Padova: sede del Centro Servizio Volontariato, via dei Colli 4 (Zona Brusegana). Sabato 20 settembre e sabato 4 ottobre dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 17.00. Il Csv promuove anche quest’anno un corso gratuito per le associazioni che propongono o intendono attivare progetti e attività nelle scuole. Il corso è aperto a volontari o presidenti di associazioni interessate. È altresì obbligatorio per le associazioni che risultano assegnatarie di un contributo con il bando percorsi didattici 2008, così come previsto da bando, anche se ha giù frequentato l’edizione 2007 del corso. È necessaria l’iscrizione. Info: www.csvpadova.org

 

Padova: Riunione Conferenza Regionale Volontariato Giustizia

 

Padova: Tempio della Pace, via Tommaseo 47. Venerdì 19 settembre 2008. Riunione della Conferenza Regionale Volontariato e Giustizia. Questo incontro sarà motivo anche per eleggere il nuovo presidente e ringraziare dell’operato degli ultimi 9 anni il presidente attuale Maurizio Mazzi, dell’associazione La Fraternità di Verona.

 

Venezia: Serata Spritz con l’Associazione Decimo Binario

 

Venerdì 26 settembre 2008 ore 18.30. Altino (Venezia): Chiostro di Altino, Sala "Le Vie" (vicino Museo Archeologico Nazionale). Iniziativa nata per sensibilizzare e informare sul lavoro svolto dallo Sportello di consulenza e assistenza legale per senza dimora a cui collaborano un gruppo di avvocati e per raccogliere fondi per sostenere le spese operative dell’iniziativa per l’anno 2009.

La serata è organizzata dall’associazione 10° Binario, Avvocati (x) Senza Dimora, cooperativa GEA, con il patrocinio del Comune di Venezia - Assessorato alle Politiche Sociali e Rapporti con il Volontariato - e prevede aperitivo con ricco buffet, l’accompagnamento musicale de "La leggenda del pianista sul furgone - concerto spettacolo per pianoforte e viaggiatori - di Stefano Cortese, l’intervento dell’Assessore alle Politiche sociali prof. Simionato e di rappresentanti degli altri soggetti istituzionali coinvolti. Necessita prenotazione ai numeri: 328.7178296/7 e il costo è di 30 euro. Ci auguriamo una massiccia partecipazione!

 

Verona: pomeriggio dedicato ai nuovi veronesi, gli immigrati

 

Sabato 20 settembre, dalle 17 alle 19, il Cortile Mercato Vecchio di Verona farà da sfondo all’iniziativa pubblica organizzata dal Cartello di associazioni "Nella mia città nessuno è straniero" per ricordare quelli che un tempo partivano e conoscere i nuovi - gli immigrati - che oggi arrivano nella città scaligera. Canti, poesie e racconti dei "Veronesi de soca e de ancò" con Roberto Puliero, che ripercorrerà, con ironia e leggerezza, la storia dei nostri bisnonni emigranti. Grazia De Marchi, accompagnata dalla fisarmonica di Giuseppe Zambon, canterà invece l’incontro tra culture e musiche, in una miscela di canzoni popolari veronesi e tango argentino. Parteciperà inoltre Tommaso Rossi, che farà incontrare al pubblico una coppia di migranti davvero speciali che si misero in viaggio oltre 2000 anni fa, per poi proporre - nella Verona di Giulietta e Romeo - la commovente storia di due nuovi veronesi. Gianpaolo Trevisi, Vicequestore, che per lungo tempo ha rivestito il delicato incarico di Dirigente dell’Ufficio Immigrazione della Questura veronese, racconterà da un osservatorio particolare l’universo dei nuovi cittadini. E ancora musica con Noel Ortega, artista veronese di origini filippine, per un pomeriggio all’insegna della condivisione e dell’arricchimento reciproco.

Spiega il Cartello nel comunicato inviato alla stampa: "in un momento particolarmente difficile, per la nostra città e per il paese, nel quale incertezza, paura, razzismo, si mescolano e producono un clima di diffidenza, in cui tutti si sentono più insicuri, noi vogliamo proporre un evento pubblico con canti, poesie e racconti per ricordare quelli che un tempo partivano e conoscere i nuovi - gli immigrati - che oggi arrivano nella nostra città. Pensiamo che oggi sia particolarmente necessario offrire ai cittadini degli spazi di ascolto e di confronto, di conoscenza reciproca e, quindi, offrire a tutti coloro che la abitano una Verona realmente "sicura". Abbiamo bisogno di riappropriarci della tradizione dell’ospitalità che caratterizzava le campagne venete, intesa come capacità di accogliere e comprendere l’altro, sempre caratterizzato da molteplici appartenenze, e abbiamo bisogno di farlo ricordandoci chi eravamo e riflettendo su quale società vogliamo consegnare alle nuove generazioni".

 

Verona: l’Universo dei diritti umani

 

Martedì 23 settembre, tra le 18 e le 23, incontro delle culture rom e sinti alla cooperativa sociale La Genovesa in via Apollo, 42 con "E non chiamateci zingare".

L’appuntamento rientra nel calendario organizzato a Verona dal coordinamento veronese per la Pace e i Diritti in occasione della seconda rassegna "L’Universo dei diritti umani" organizzata per il 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani e della Costituzione della Repubblica italiana. L’incontro prevede alle 18 "Mani di donne" a cura di Luciana Angeloni. Un racconto a più voci.

Donne si incontrano, comunicano, progettano un’esperienza di integrazione. Seguono letture e testimonianze a cura della Comunità dell’Isolotto e del Laboratorio Kimeta di Firenze e letture dal libro di Pinuccia Scaramuzzetti "Una storia, tante vite".

Alle 21, dopo il buffet Kuhinja Romani, al via la presentazione del libro "Non chiamarmi zingaro" di Pino Petruzzeli, attore, regista e scrittore. "La parola zingaro è diventata offensiva, per cui essi stessi e i loro amici evitano di pronunciarla. Una volta non lo era…" Dal prologo di Pedrag Matvejevic. Intervengono l’autore ed Eva Rizzin, della Federazione "Rom e Sinti insieme". Coordina Cristina Stevanoni, Università di Verona. L’ultimo appuntamento della rassegna si terrà poi martedì 30 settembre (sempre alla Genovesa e negli stessi orari) con "Diritto alla pace in Medio Oriente", storie e sentieri per ricostruire la speranza. Per maggiori informazioni: www.lagenovesacoop.org, info@lagenovesacoop.org.

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

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