IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 38, del 24 settembre 2008

 

Notizie da Padova

Presentati i 6 progetti di iniziative socio-educative per la Casa di Reclusione

Notizie da Venezia

Tavola Rotonda sulla legge Gozzini

L’associazione Granello di Senape intervista il Patriarca

Notizie da Verona

Conferenza Volontariato Giustizia Veneto: stesso presidente, grandi obiettivi

L’immagine riflessa: società e carcere in relazione, in una mostra on-line

Grazie ai fondi della Regione, un progetto macro per Microcosmo

Ancora detenuti in permesso con Progetto Carcere

Guida spirituale ortodossa, in attesa del permesso

Domenica di Fraternità tra detenuti, famiglie e volontari

Per un clima di tolleranza nella città di Verona

Orienta Donna: in sostegno alle donne straniere

Appuntamenti

Padova: "Solidale sarai tu!" Festa provinciale del Volontariato

Venezia: Associazione Decimo Binario, Serata Spritz

Verona: Fogli di via. Racconti di un vice questore

Carovana della pace a Verona: 28 settembre e 1 ottobre

Notizie da Padova

 

Presentati i 6 progetti di iniziative socio-educative per la Casa di Reclusione

 

6 sono i progetti di iniziative socio-educative che hanno avuto il finanziamento dell’Assessorato alle Politiche sociali della Regione Veneto per la Casa di reclusione di Padova, e che il 22 settembre sono stati presentati nel corso di un incontro con l’Ufficio educatori del carcere.

Opera Nomadi ha un progetto rivolto a detenuti Rom e sinti, che saranno contattati e aiutati sia per quel che riguarda la possibilità di accedere ai corsi di alfabetizzazione, sia per altri problemi all’interno del carcere e per la ricerca di opportunità di inserimento lavorativo all’uscita dal carcere. Si tratta sostanzialmente di una attività di mediazione tra detenuti rom e sinti-famiglie-istituzioni, che prevede anche momenti di formazione per agenti, operatori penitenziari, associazioni di volontariato.

La Cooperativa Cosep gestirà un progetto per i detenuti stranieri, volto ad accompagnarli a un lavoro di recupero delle loro radici e a metterli di fronte alla necessità di prepararsi al rientro nei loro Paesi di origine. Si tratta quindi di "Percorsi al bivio" in cui è importante anche riuscire ad attivare dei contatti in questi Paesi perché il rientro non sia causa di traumi, di solitudine, di spaesamento rispetto a una realtà spesso diversissima da quella che hanno conosciuto nel loro passato.

La Cooperativa AltraCittà ha presentato un progetto per la gestione della Biblioteca con catalogo informatico nelle diverse sezioni, possibilità di accesso per i detenuti e prestito anche dall’esterno, attraverso il Sistema bibliotecario di Abano. Sono previsti corsi di formazione per i detenuti per la catalogazione e l’archiviazione di documenti. La Biblioteca sarà arricchita quest’anno anche da abbonamenti a riviste in lingua (per ora, arabo, albanese e rumeno) e libri in lingua.

Il Consorzio Rebus gestisce un progetto volto a "recuperare e implementare" le competenze lavorative delle persone detenute. "Imparare facendo" è la base del progetto, che intende accompagnare i detenuti a capire "come si sta nel posto di lavoro, come ci si deve relazionare con i compagni di lavoro, affrontare i problemi che sorgono ogni giorno etc.".

Il Tam Teatro carcere gestirà un laboratorio teatrale con occasioni di incontro e confronto del gruppo di attori-detenuti anche sul territorio. All’interno del carcere saranno organizzati, tra l’altro, momenti di confronto del laboratorio con scrittori e autori di teatro come Giuliana Musso e Ascanio Celestini, incontri che saranno allargati ad altri gruppi di detenuti, come la redazione di Ristretti Orizzonti.

L’associazione "Granello di Senape" gestisce ormai da molti anni un progetto di informazione dal carcere, che coinvolge il Centro di Documentazione Due Palazzi con la redazione di Ristretti Orizzonti, il TG Due Palazzi, il Gruppo Rassegna Stampa e la legatoria. Ci saranno iniziative di formazione dei detenuti, come corsi di informatica di base e di gestione di pagine web, corsi di scrittura e di montaggio video, incontri con scrittori, giornalisti, magistrati, docenti universitari, produzione di materiali informativi per tutti i detenuti e i loro famigliari.

 

Notizie da Venezia

 

Tavola Rotonda sulla legge Gozzini

 

L’associazione Granello di Senape, le cooperative Il Cerchio e Rio Terà dei Pensieri, con il patrocinio della Provincia di Venezia, del territorio veneziano che si occupano di carcere, hanno organizzato per venerdì 3 ottobre, alle 15.30, nella Sala Consiliare della Provincia di Venezia, a Cà Corner, un incontro sulle recenti proposte di modifica, in termini riduttivi, della "Legge Gozzini", legge del 1986 che ha introdotto nel nostro ordinamento penitenziario una serie di misure alternative alla detenzione come la semilibertà e l’affidamento in prova, legge che ribadisce il principio della funzione rieducativa della pena. Interverranno Davide Zoggia, Presidente della Provincia di Venezia, Cesare Campa, Onorevole e Consigliere Comunale, gruppo di Forza Italia, Novella Disopra, avvocato del Foro di Venezia, Chiara Ghetti, direttore del Uepe (ufficio di esecuzione penale esterna) della provincia di Venezia, Treviso e Belluno, Gabriella Straffi, Direttrice degli Istituti di Pena veneziani, Giovanni Tamburino, Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Venezia, Lanfranco Tenaglia, Ministro Ombra della Giustizia del Partito Democratico. I coordinatori saranno Roberta De Rossi, de "La Nuova Venezia" e Alda Vanzan de "Il Gazzettino".

 

L’associazione Granello di Senape intervista il Patriarca

 

Togliere all’uomo la speranza è un po’ come ucciderlo moralmente. Intervista al Patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, sul senso della pena, il carcere, la legge Gozzini.

Il Patriarca di Venezia, Cardinale Angelo Scola, ci ha rilasciato un’intervista sul tema del carcere e della legge Gozzini. La dottoressa Maria Laura Conte, che è a capo dell’ufficio stampa del Patriarcato, ci ha fatto da tramite con il Cardinale.

 

Chi si occupa di carcere sta vivendo un momento particolarmente difficile perché da più parti si parla di ridurre i benefici penitenziari, e di recente è stato depositato da parlamentari del Pdl un disegno di legge che abolisce gran parte della legge Gozzini, quella che prevede il reinserimento in società dei detenuti attraverso misure alternative, una legge che si vuol far credere crei maggiore criminalità e insicurezza nella società. Visto il prodigarsi della Chiesa cattolica nel sostenere l’inserimento di detenuti e detenute - pensiamo a tutto quello che la Caritas fa, non solo nell’esperienza veneziana - qual è la vostra posizione - e della Chiesa veneta - su disegni di legge come questo che, in nome della sicurezza, vorrebbero smantellare una legge come la Gozzini?

Io non posso entrare nella discussione tecnica sulla Gozzini e sul nuovo progetto di legge. Non è il mio compito e non ne ho la competenza. Mi preme però ricordare che la pena ha, per sua natura, un carattere medicinale. Non per nulla i grandi Padri della Chiesa hanno sempre definito Gesù come il grande medico delle anime e ripetutamente viene presentato in questi termini. Per questo tutte le volte che ho l’occasione di entrare in carcere, rimango colpito sempre positivamente quando vedo numerose iniziative di educazione, di reinserimento e di utilizzo positivo del tempo. Al contrario mi prende sempre un sentimento di dolore e di angoscia quando vedo i detenuti trascorrere passivamente il loro tempo. È fuori discussione la bontà di questa strada.

 

In questi anni si parla molto di certezza della pena. Come valuta la Chiesa questa definizione e che senso attribuisce alla funzione riabilitativa della pena rispetto a quella puramente afflittiva?

La certezza della pena è un elemento che, per essere ben capito, deve essere proposto con chiarezza alla società, a partire da colui che ha commesso la colpa. Il primo ad aver bisogno della certezza della pena è il colpevole, perché la possibilità del reinserimento passa attraverso il fatto che io posso realmente espiare la colpa. Infatti soltanto l’espiazione della colpa mi mette in condizione di ritrovare la mia libertà. Per questo la certezza della pena ribadisce la necessità della sua dimensione rieducativa e medicinale. In genere quando vado nelle carceri trovo i carcerati molto sensibili a questo, sensibili al fatto che devono espiare per essere liberi.

 

Una pena che sia davvero riabilitativa può, a suo parere, essere scontata tutta in carcere o è fondamentale che la seconda parte della pena possa permettere alla persona detenuta di ricostruirsi gradualmente un percorso di reinserimento attraverso le misure alternative?

La pena dovrebbe comportare al più presto, dopo lo shock e la presa di coscienza della necessità dell’espiazione, la possibilità di un lavoro personale di riabilitazione che può passare attraverso il lavoro materiale, attraverso lo studio o attraverso la riscoperta di fenomeni di solidarietà all’interno delle carceri stesse. Evidentemente tutto questo va condotto con realismo e sotto la responsabilità ultima di chi ha il compito di guidare la vita dentro le carceri e di orientarla secondo i criteri del diritto e della giustizia.

 

La legge Gozzini, a suo parere, ha bisogno di aggiustamenti o è una buona legge?

Io non ho mai avuto occasione di accostarla in maniera diretta e formale e perciò mi è difficile dare un giudizio puntuale. Posso solo ribadire che quanto favorisca il valore medicinale della pena secondo me è positivo e va salvato.

 

Per quanto riguarda la vita in carcere, questa legge, anche grazie alla liberazione anticipata (che vorrebbero abolire) ha cambiato la fisionomia delle carceri ridando speranza ai detenuti. Come pensa potrebbero cambiare le cose se fosse modificata la legge? La mancanza di speranza può portare alla disperazione, alla violenza, alla distruzione e all’autodistruzione?

Certamente togliere all’uomo la speranza è un po’ come ucciderlo moralmente e quindi non bisogna assolutamente mai farlo. Sarebbe una presuntuosa pretesa di sostituirsi al buon Dio. È evidente, tuttavia, che quando si parla di questi temi bisogna avere l’equilibrio di contemperare il positivo dell’azione rieducativa e medicinale con il realismo, e cioè con il fatto che il detenuto dimostri di essere effettivamente disponibile e in grado di svolgere il cammino di riabilitazione. Qui si innesta il principio della sicurezza.

 

A cura del progetto "Il carcere dentro le città"

 

Notizie da Verona

 

Conferenza Volontariato Giustizia del Veneto: stesso presidente, grandi obiettivi

 

Dopo 9 anni di presidenza, resta a Maurizio Mazzi - volontario dell’associazione La Fraternità di Verona - il ruolo di responsabile della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia del Veneto per il triennio 2008-2011. È quanto stabilito dall’assemblea che si è tenuta a Padova lo scorso venerdì.

Si tratta di una riconferma che, in continuità con gli impegni intrapresi, si pone come obiettivo il rafforzamento e l’allargamento delle associazioni iscritte, il rilancio della scelta del volontariato che vive i principi fondanti ispirati dalla carta dei valori, oltre a un impegno programmatico nel campo della comunicazione sui temi della giustizia.

Un pomeriggio, quello di venerdì 19, nel quale sono emerse considerazioni interessanti su alcuni punti critici del volontariato, come il rapporto tra una effettiva intensificazione delle attività in carcere e un interesse ancora insufficiente per il loro significato strategico, politico, e quindi per la loro rappresentanza. I volontari appaiono gratificati dal proprio impegno, dal desiderio di recuperare, ascoltare, aiutare l’altro, il detenuto, e nello stesso tempo devono misurarsi con una realtà nella quale si parla solo di sicurezza, si fanno leggi per punire con sempre più carcere i reati di cosiddetto "allarme sociale", si minaccia di svuotare una legge importante come la Gozzini.

Di fronte a questo il volontariato intende impegnarsi con forza, dandosi degli obiettivi comuni e rafforzando il proprio legame con il territorio.

 

L’immagine riflessa: società e carcere in relazione, in una mostra on-line

 

Un percorso didattico per tutti, che stimola la riflessione, che provoca reazioni. Una mostra particolare, che testimonia quanto i detenuti - e soprattutto ciò che essi provano - non rappresentino una realtà tanto lontana e diversa da quella comune. Si tratta dell’Immagine Riflessa, un percorso didattico fortemente voluto dall’associazione La Fraternità e già presentato in occasione delle scorse edizioni di TraMuraLes, la mostra organizzata ogni anno dall’associazione, per offrire ai detenuti di Montorio l’opportunità di esporre e vendere le loro produzioni artistiche e di artigianato.

"L’Immagine Riflessa" - ideata da una psicologa che opera nel carcere veronese ed espressa graficamente con l’aiuto di un esperto - intende essere un percorso a disposizione di scuole, parrocchie e chiunque fosse interessato a darne visibilità. I pannelli realizzati - le cui immagini sono ora disponibili anche in rete, accedendo al sito www.lafraternita.it - utilizzano frasi forti, che raccontano alcune delle emozioni che caratterizzano la vita di ognuno, nella vita di tutti i giorni o in determinate fasi dell’esistenza (come l’adolescenza o particolari episodi di sofferenza e disagio). Emozioni prevalenti nella condizione del detenuto e che per questo ci fanno sentire più simili a lui. Guardare la nostra immagine - la nostra società riflessa in relazione al mondo carcerario - consente una comprensione reciproca, tiene aperte molte prospettive e riduce le distanze tra mondo-fuori e mondo-dentro-le sbarre. Ci mostra la realtà e cancella i pregiudizi.

Una riflessione che può essere fatta con l’ausilio di volontari in grado di stimolarla adeguatamente, portando testimonianze e parlando di ciò che significa davvero "carcere". Un’occasione per incontrarsi e sensibilizzare giovani, e meno giovani, sul mondo penitenziario. Per maggiori informazioni, contattare La Fraternità, info@lafraternita.it – 045.8004960.

 

Grazie ai fondi della Regione, un progetto macro per Microcosmo

 

Una redazione vivace, che lavora a tempo pieno. Detenuti, volontari e insegnanti collaborano fianco a fianco per la stesura di Microcosmo, il giornale tanto atteso della Casa Circondariale di Verona e che sarà senz’altro ben accolto da chi è interessato a saperne di più su chi e come si vive al di là delle sbarre.

Si tratta di uno dei vari progetti svolti da associazioni di volontariato penitenziario, che la Regione Veneto ha approvato e finanziato per l’anno 2008-2009. Spiega Paola Tacchella, insegnante in carcere e coordinatrice del progetto: "Grazie al contributo assegnato dalla Regione all’associazione La Libellula per il progetto MicroCosmo, avremo anche a Verona una redazione più stabile, che lavora, invita esperti per occasioni di confronto sulle tematiche più diverse; che documenta le attività interne al carcere, ma che desidera anche imparare e prepararsi per svolgere al meglio il proprio lavoro". A questo scopo sono previsti svariati corsi: da quelli di scrittura, all’impaginazione e uso del pc.

La Tacchella - che si appoggia a Ristretti Orizzonti e a Ornella Favero, direttrice della rivista in uscita dal carcere di Padova e con alle spalle anni di impegno nella realtà carceraria - si mostra fiduciosa rispetto al lavoro che verrà svolto: "Sarà importante avere la capacità di approfondire i temi trattati, per superare le banalità e i pregiudizi che accompagnano spesso una realtà poco conosciuta come quella del carcere". È possibile consultare il primo numero del giornale - il numero zero - cliccando su www.ristretti.it nell’archivio della sezione "Il carcere e i mass-media".

 

Ancora detenuti in permesso con Progetto Carcere

 

Sono rimasti stupiti e contenti i due detenuti di Montorio - entrambi di nazionalità marocchina - che lunedì scorso si sono recati in gita a Campo Silvano con l’associazione Progetto Carcere 663, grazie ai permessi premio concessi loro dal Magistrato di Sorveglianza. Spiega il presidente dell’associazione, Maurizio Ruzzenenti: "Li abbiamo portati a visitare quella che è chiamata la valle delle Sfingi (per la somiglianza delle rocce erose con le opere egiziane) e non è certo un paesaggio a cui erano abituati". Sempre grazie a Progetto Carcere, mercoledì si è svolta la grande finale estiva del torneo di calcio tra due delle sezioni maschili.

 

Guida spirituale ortodossa, in attesa del permesso

 

A maggio è scaduto il mandato di Padre Gabriel Codrea, da un paio di anni guida spirituale della popolazione ortodossa detenuta nella casa circondariale di Montorio. La settimana scorsa padre Codrea ha fatto richiesta dell’articolo 17 necessario ad accedere al carcere. Già a giugno aveva dichiarato: "Spero che il giudice possa rinnovare il mio mandato, altrimenti la comunità rumena in carcere rischia di ritrovarsi allo sbando". La Chiesa Ortodossa Romena non è ancora riconosciuta ufficialmente in Italia, per questo padre Gabriel necessita dell’autorizzazione del giudice per poter entrare in carcere come un qualsiasi cappellano cattolico. Se l’autorizzazione dovesse arrivare, padre Gabriel - insieme alla moglie - riprenderà anche a partecipare agli incontri di intercultura organizzati dall’associazione La Fraternità per favorire la conoscenza reciproca tra le diverse etnie presenti a Montorio.

 

Domenica di Fraternità tra detenuti, famiglie e volontari

 

Riprendono il 28 settembre - dopo la breve pausa di agosto - gli incontri tra familiari, detenuti in permesso e volontari dell’associazione la Fraternità. Sarà l’Istituto Don Mazza di Verona a ospitare l’incontro di domenica prossima per l’usuale appuntamento mensile. Nel corso della giornata verrà offerta - come sempre - la possibilità di raccontarsi, aiutarsi e comprendersi reciprocamente, e l’occasione per dare e ricevere consigli, forti della propria esperienza. Una giornata stimolante, per stare insieme tra amici.

 

Per un clima di tolleranza nella città di Verona

 

"Avevamo il timore che il poco tempo a disposizione tra la conferma del Comune e l’evento portasse ad un’iniziativa tra pochi, e invece possiamo dire che l’esperimento di mobilitazione di persone da parte del Cartello è pienamente riuscito!" Questo il commento del gruppo reading che sabato scorso ha organizzato un evento pubblico con canti, poesie e racconti dei "Veronesi de soca e de ancò" in nome del Cartello di associazioni "Nella mia città nessuno è straniero". Scopo della giornata, spiega un volontario che ha aderito al Cartello, "ricucire le storie dell’immigrazione veronese, utilizzando il dialetto locale come elemento di unione, non di separazione".

Il pubblico, molto variegato, numeroso e partecipe, ha avuto modo di apprezzare l’alternarsi di varie proposte, tra musiche della tradizione popolare, seguite da letture e racconti. Un pomeriggio destinato a smuovere la memoria dei veronesi. Commenta un partecipante all’evento: "Se, come un tempo, tornano ad esserci l’accoglienza, l’attenzione e la disponibilità gli stranieri si possono tranquillamente integrare". Secondo la quarantina di associazioni, laiche e cattoliche, aderenti al Cartello "c’è bisogno di riappropriarsi della tradizione dell’ospitalità che caratterizzava le campagne venete, intesa come capacità di accogliere e comprendere l’altro, contraddistinto da cultura, abitudini e credenze diverse magari, che tuttavia vanno viste in un’ottica arricchente e non destabilizzante. Promuovere, insomma, un clima di tolleranza e di apertura nella città di Romeo e Giulietta". Per altre iniziative e curiosità, è possibile visitare il sito www.nellamiacittanessunoestraniero.it

 

Orienta Donna: in sostegno alle donne straniere

 

Un servizio di orientamento, informazione e sostegno alle donne straniere nella ricerca di lavoro, gestito dall’associazione "Le ninfee". Si tratta dell’ultima proposta che ha preso il via da un paio di settimane alla casa di Ramia, il Centro interculturale delle donne dell’Assessorato alla Cultura delle Differenze e Pari Opportunità del Comune di Verona. Il servizio è attivo ogni giovedì dalle 13.30 alle 15.30 (preferibilmente su appuntamento al numero 045.8032573), presso Casa di Ramia in via Mazza 50, Verona. Mail: casadiramia@libero.it

 

Appuntamenti

 

Padova: "Solidale sarai tu!" Festa provinciale del Volontariato

 

"Solidale sarai tu!" Festa provinciale del Volontariato. Il 28 settembre - in Piazza della Frutta, Piazza delle Erbe, Piazza dei Signori, dalle ore 10 al tramonto: programmi completi su www.csvpadova.org.

 

Venezia: Associazione Decimo Binario, Serata Spritz

 

Altino (Venezia): Chiostro di Altino, Sala "Le Vie" (vicino Museo Archeologico Nazionale). Venerdì 26 settembre 2008 ore 18.30.

Iniziativa nata per sensibilizzare e informare sul lavoro svolto dallo Sportello di consulenza e assistenza legale per senza dimora a cui collaborano un gruppo di avvocati e per raccogliere fondi per sostenere le spese operative dell’iniziativa per l’anno 2009.

La serata è organizzata dall’associazione 10° Binario, Avvocati (x) Senza Dimora, cooperativa GEA, con il patrocinio del Comune di Venezia - Assessorato alle Politiche Sociali e Rapporti con il Volontariato - e prevede aperitivo con ricco buffet, l’accompagnamento musicale de "La leggenda del pianista sul furgone - concerto spettacolo per pianoforte e viaggiatori - di Stefano Cortese, l’intervento dell’Assessore alle Politiche sociali prof. Simionato e di rappresentanti degli altri soggetti istituzionali coinvolti. Necessita prenotazione ai numeri: 328.7178296/7 e il costo è di 30 euro. Ci auguriamo una massiccia partecipazione!

 

Verona: Fogli di via. Racconti di un vice questore

 

Mercoledì 24 Settembre alle 18 Gianpaolo Trevisi - vicequestore aggiunto e dirigente dell’Ufficio immigrazione della Questura di Verona - presenta alla Fnac il suo libro "Fogli di via. Racconti di un vice questore". Un libro in cui i protagonisti hanno volti e sentimenti, concretezza e tenerezza, responsabilità e solidarietà. Trevisi passa dall’altro lato della scrivania e così nasce un libro contro il pessimismo che si legge tutto d’un fiato. "Trevisi, badate non è un poliziotto debole di stomaco che piange le sue vittime. È un ufficiale che ha capito come sia necessario, per fare davvero il proprio dovere, entrare in relazione con l’interlocutore" (Dalla Presentazione di Gad Lerner.

 

Carovana della pace a Verona: 28 settembre e 1 ottobre

 

Arriva a Verona il 28 settembre, quella carovana della pace inaugurata con il Giubileo del 2000 e che da allora ha visto susseguirsi altre tre carovane fino al 2004. Proposta dagli Istituti Missionari e dai Centri Missionari Diocesani, con il sostegno del Segretariato Unitario di Animazione Missionaria, la Carovana Missionaria della Pace si rimette in cammino e, nel suo percorso verso la tappa conclusiva che si terrà a Roma il 4 e 5 ottobre, organizza due giornata di incontri a Verona. La prima, domenica 28 settembre, prenderà il via dal Centro Universitario Missionario di San Massimo dove, alle 10 di mattina, verrà lanciato il messaggio con le motivazioni della Carovana prima del tragitto verso il Palazzetto dello Sport, passando per il meeting degli adolescenti. Dal Palazzetto - dove l’arrivo è previsto per le 11.30 con l’Eucarestia e momenti di sensibilizzazione - la carovana si sposterà poi al Tempio Votivo fino alle 17: tra musica, percussioni, danza e lo slogan "Nella mia città nessuno è straniero".

Spazio poi - per la seconda parte dell’evento - a don Luigi Ciotti che, la mattina dell’1 ottobre alle 9, incontrerà le scuole del triennio delle Superiori al Teatro Cinema Stimmate sul tema di quest’anno: "Libera la parola". Nel pomeriggio la Cattedrale ospiterà un momento d’incontro e preghiera tra le carovane del nord est e quelle del nord ovest che si riuniranno a Verona.

E poi ancora allo Stimmate a partire dalle 2030, per l’apertura del mese missionario e la conclusione della Carovana Missionaria della Pace a Verona, con Don Luigi Ciotti, il vice questore di Verona Giampaolo Trevisi e la testimonianza di alcuni immigrati tra musica e spettacoli. È scritto nel comunicato della Carovana: "Liberare la Parola significa far sì che chi parla possa essere ascoltato, recuperare la bellezza e il senso del comunicare, far fluire la parola-progetto, assumersi la responsabilità anche di denunciare. C’è l’urgenza di riconoscersi in valori condivisi e di riempire di significato e di azione la parola pace. Riaffermare che essere costruttori di pace vuol dire fare comunità, operare per la giustizia, avere a cuore la dignità e i diritti di ogni persona, tenere lo sguardo aperto sul mondo".

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

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