Lettera aperta al Sindaco di Padova

 

Padova: lettera al Sindaco sulla situazione della Casa Circondariale

il Coordinamento Carcere/Città di Padova

 

Egregio sig. Sindaco,

in quanto Direttivo del Coordinamento Carcere/Città di Padova, rappresentativo di numerose associazioni di volontariato e altre realtà del privato sociale impegnate nell’assistenza ai detenuti degli Istituti penitenziari della città, nella tutela dei loro diritti e nel sostegno del processo di risocializzazione, Le scriviamo per esprimere viva preoccupazione circa la situazione della Casa Circondariale di Padova, per come è stata denunciata dalle recenti manifestazioni di protesta dei detenuti. La stessa è peraltro da tempo nota e così riassumibile:

un livello di sovraffollamento del 300% (300 detenuti su una capienza massima tollerabile di 100 – 120 posti, che assegna a questa struttura il triste primato dell’istituto più sovraffollato d’Italia, con un indice di quasi 10 volte superiore a quello medio nazionale)

la presenza di una percentuale di immigrati detenuti di oltre l’80%, superiore di oltre 30 punti percentuali alla componente immigrata delle carceri del Veneto, che col suo 50% occupa già il primo posto della graduatoria nazionale.

l'assenza dei requisiti minimi di igiene e di vivibilità, con celle da una persona abitate anche da tre, da quattro persone abitate da otto/dieci, con un water collocato nello stesso ambiente, senza alcuna separazione e addirittura senza tavoletta di copertura, con buona pace di ogni idea di privacy e di prevenzione sanitaria, oltre che di elementare decenza.

la necessità di frequenti sfollamenti, con conseguente impossibilità di attuazione di qualsiasi programma di trattamento, cui pure gli imputati hanno diritto.

la presenza, a lato della struttura in questione, di una nuova struttura, già da tempo ultimata, tuttora non agibile per problemi tecnici, economici e procedurali.

i recenti trasferimenti, che hanno coinvolto anche parecchie delle persone che più si erano impegnate nell’azione di protesta in questione.

Tale situazione, che non esitiamo a ritenere e definire estrema, risulta in palese contrasto con la normativa internazionale e nazionale, con l’art. 27 della nostra Costituzione, con l’ordinamento penitenziario e i regolamenti, in tema di diritti dei detenuti, di umanizzazione della pena, di funzione rieducativa della stessa,cui la stessa detenzione cautelare non può risultare estranea. Basti, per tutto, il fatto che tali condizioni appaiono in evidente violazione con le regole di cui agli artt. 6, 95, 134, 135 del Nuovo Regolamento del 20/9/2000. Il fatto che tale realtà riguardi massimamente persone in attesa di giudizio e beneficiarie della presunzione di innocenza, come poi assai spesso viene confermato, la rende ulteriormente paradossale e contraria ai principi di legalità, oltre che di sostanziale umanità.

Oltre all’enorme disagio delle condizioni di vita interne, alle gravi difficoltà per qualsiasi attività trattamentale e di socializzazione, preoccupano i possibili effetti sui sentimenti di estraneità, di isolamento sociale, di comprensibile reattività che tutto ciò potrà determinare nei reclusi, con ulteriore futura marginalizzazione. L’episodio di suicidio di questi giorni appare simbolicamente condensare l’insieme di questi significati. E pure in così evidente inciviltà va rilevato e apprezzato l’atteggiamento di ragionevolezza che complessivamente ha ispirato la protesta di questi giorni. A sostegno della stessa e delle sue ragioni, nello spirito e nella prospettiva di decongestionare la situazione attuale e di prevenire il suo riprodursi, questo Coordinamento si è già espresso nel senso di:

sollecitare l’immediata apertura della nuova struttura adiacente a quella in oggetto, nella logica della redistribuzione di una quantità di reclusi quantomeno non superiore a quella attuale.

chiedere, in caso di impossibilità in tempi rapidi, per motivi burocratici o tecnici, alle autorità competenti esplicita chiarezza sui motivi di tali difficoltà, su possibili responsabilità a livello istituzionale, sui tempi e i modi praticabili per scioglierle o superarle.

chiedere l’effettuazione di un’indagine conoscitiva sui motivi che determinano pur nel grave quadro nazionale e regionale, la particolarità del caso del Circondariale di Padova; se siano essi riferibili alla frequenza di trasferimenti in questa sede da altri istituti, alla frequenza e alla facilità di arresti per certe imputazioni o a carico di particolari aree di soggetti, o ad altro, al fine di modificare, ove si rivelasse utile o necessario, determinate logiche o modalità di intervento.

sollecitare interventi strutturali urgenti al fine almeno di garantire le condizioni minime di igiene e di tutela della privacy e della dignità umana, attualmente non rispettate.

auspicare visite periodiche regolari da parte del Magistrato di sorveglianza, al fine di monitorare costantemente la situazione interna e di intervenire, per quanto di sua competenza, a tutela dei diritti dei detenuti.

Con questa lettera aperta ci rivolgiamo ora a Lei, in quanto primo cittadino di questa città, per sollecitare l’Amministrazione comunale, considerata la realtà di questo istituto come parte integrante del proprio territorio, a valutare le attuali condizioni come inaccettabili e incompatibili con la civiltà delle tradizioni e dei progetti che contraddistinguono la città di Padova e ad intervenire di conseguenza, in conformità alle proprie competenze e prerogative, tenuto conto che, ai sensi del suindicato regolamento del 2000, i reclusi degli istituti penali presenti nel territorio comunale sono considerati a tutti gli effetti, per il periodo di durata della detenzione, come residenti nel Comune di Padova

Sollecitiamo in particolare la rapida istituzione del Garante dei diritti dei detenuti e del Tavolo di Lavoro delle istituzioni e delle associazioni sul carcere, secondo i progetti in corso di definizione, così come delineati nel recente convegno del 18/11 u.s. e di cui la situazione qui denunciata dimostra l’urgenza.

Sottolineiamo inoltre l’importanza di una rapida attivazione di interventi utili all’accoglienza e all’inserimento sociale degli ex detenuti, nonché all’implementazione delle misure alternative.

Fiduciosi che farà tutto il possibile, nell’ambito delle sue competenze e prerogative, per favorire una soluzione per la gravissima situazione dell’istituto in oggetto, La ringraziamo della certa disponibilità, con un sentito saluto e gli auguri di un anno di proficuo lavoro.

Il Direttivo del Coordinamento Carcere/Città di Padova

 

 

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