Lettera sulla giustizia

 

"Lettera sulla giustizia…"

di Patrizia Tellini, da Empoli

 

Sono molto affezionata al "notiziario dal carcere on-line" e sono molto affezionata a Vita ed alla responsabile di Ristretti e Orizzonti, Ornella Favero.

Comincio così la mia lettera-intervento, perché forse potreste aiutarmi in un fatto personale che sta per accadere, che voglio raccontare a testimonianza di quanto discutibile possa essere la nostra "amata" giustizia, nella quale comunque credo.

La mia storia personale è simile a tante altre. Ho conosciuto il carcere, i suoi muri, i rumori, le sue negazioni e tentazioni a 22 anni. Tossicodipendente come molti, ho commesso dei reati collegati a quella condizione che non mi permetteva più di vivere ma di sopravvivere a stento. Ho scontato quasi dieci anni di carcere nelle carceri a circuito ordinario, senza benefici di legge, perché il mio reato non li contemplava. Carceri che invece di aiutarmi ad uscire dalla tossicodipendenza, hanno creato altre dipendenze.

Poi, un’amica mi parlò della custodia attenuata di Empoli. Ecco quale fu la mia scelta. Provare. Spedire l’istanza e andare là a vedere che cosa potevo salvare di Patrizia. Lì sono davvero cambiata. Un cambiamento totale, profondo. Il solo ed unico. Dopo quasi due anni di attenuta ho proseguito il mio percorso in una comunità ligure. Un’esperienza indimenticabile che è rimasta sulla mia pelle. Una "casa" dove ogni estate vado a incontrare le ragazze e tutto lo staff.

Sono uscita nel 2000. Dal giornale interno al carcere, Ragazze Fuori, è nato un lavoro. Non solo mi occupo della redazione del giornale dell’Amministrazione comunale ma lavoro nell’ufficio stampa del Comune di Empoli e sono diventata giornalista pubblicista. E ancora. A gennaio 2004 sono diventata mamma di uno splendido figlio, Emanuele che è la gioia più grande della mia vita.

Ma, e arrivo al "ma", il 7 luglio mi hanno fissato un processo di un reato commesso nel 1996: furto di duecento mila lire che erano in un sacchetto vicino alla cassa di un negozio.

Devo pagare. Ho sbagliato e devo pagare. Ma adesso è proprio giusto rimettere in pericolo la mia nuova vita? Perché i "piccoli" devono sempre pagare tutto, multe e via dicendo ed i "potenti" che delinquono se ne stanno tranquilli nelle loro ville? Non è polemica. È che si parla tanto di come i tossicodipendenti e non, devono essere presi per mano e condotti in un reinserimento vero nella società e poi, quando tutto sembra andare a "gonfie vele", ecco che ci pensa il Tribunale a ricordarti che nel lontano 1996 commettesti un furto, che probabilmente avevi cancellato dalla tua memoria.

Che vuoi che sia un anno di affidamento, di firme, di tutte le altre limitazioni che queste misure, anche se pur alternative alla detenzione, comportano?

Ho paura. Ho faticato tanto per raggiungere questi obiettivi. Mi domando perché è così importante ri-condannare una persona che di carcere ne ha masticato e che da cinque anni vive una vita normale, senza pretese, lavorando in onestà, con la sua famiglia, facendo la mamma.

Qual è l’esempio da dare alla società civile? Forse dovrebbero conoscere di più la realtà di un reinserimento sociale, di un vero recupero e dare, invece, delle opportunità di grazia.

 

Empoli, 21 maggio 2005

 

Patrizia Tellini

 

 

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