Salviamo la Gozzini: 27 giugno 2008

 

Stop al "carcere della speranza"

di Guariente Guarienti (Avvocato penalista)

 

Il Verona, 27 giugno 2008

 

Una delle migliori riforme giudiziarie mai fatte in Italia è la cosiddetta legge Gozzini, che nel 1975 chiudeva un lunghissimo periodo di violazione sostanziale della Costituzione. "Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato", era solo una bella frase.

Nella realtà le carceri erano una specie di discarica dei marginali, uno "zoo per esseri umani" davanti al quale passavano i liberi, spesso solo perché più ricchi e fortunati. La legge Gozzini aveva creato "il carcere della speranza", dove il condannato aveva non solo doveri ma diritti, il buon comportamento permetteva sconti di pena, le condanne meno pesanti o l’ultimo periodo della detenzione potevano essere scontati fuori con il lavoro, precisi obblighi, controlli dei servizi sociali.

Il rapporto con il mondo esterno, in un’ottica di recupero progressivo al vivere civile, comportava permessi periodici e, a metà pena, salvo che per reati più gravi, la semilibertà. Quest’insieme di misure, ha avuto effetti positivi straordinari. È quasi completamente cessata la gravissima conflittualità esistente nelle carceri prima della riforma, meno dell’1% dei condannati ha violato gli obblighi, l’80% non più tornato a delinquere. Oggi il numero dei condannati affidati a misure alternative è pari a quello di chi sconta il carcere.

Con tutto questo, sulla base di una mentalità oscurantistica e di affermazioni false come "quotidianamente si susseguono casi di cronaca che vedono delinquenti incalliti, ammessi a fruire degli innumerevoli benefici previsti dal vigente ordinamento penitenziario, commettere nuovi ed efferati delitti" il senatore Filippo Berselli, di An, ha deciso di demolire la legge Gozzini. Niente più sconti di pena per buona condotta, l’affidamento ridotto da tre a un anno, semilibertà ridotta di un terzo, ergastolani senza più una speranza di libertà.

Le carceri, oggi sovraffollate, scoppieranno e scoppieranno rivolte tra i detenuti. Se al progetto Berselli si aggiungerà quello della Lega - niente condizionale per il furto, gli atti osceni, la cessione di uno spinello - l’Italia dovrà aprire in ogni città un campo di concentramento in aggiunta a quelli già previsti per gli stranieri irregolari, con buona pace per intelligenza, buon senso e umanità.

Legge Gozzini addio? Il carcere non ci sta

 

Vita, 27 giugno 2008

 

Salviamo la legge Gozzini! L’appello arriva da Ristretti News, notiziario quotidiano dal e sul carcere, che ha varato un notiziario speciale con il quale seguirà il percorso del disegno di legge presentato dal presidente della commissione Giustizia del Senato, Filippo Berselli (An) che ridimensiona sensibilmente i benefici di legge e gli sconti di pena per i detenuti.

"A nostro avviso rappresenta un pericolo molto grave per i percorsi di reinserimento dei detenuti, per il governo delle carceri e, infine, per la sicurezza di tutta la società", scrivono i giornalisti di Ristretti News. Che per questo invitano tutti i lettori "ad aderire, inviandoci una vostra riflessione scritta (o anche semplicemente il vostro nome) e organizzando iniziative pubbliche, per una migliore informazione rispetto all’efficacia dei benefici per i detenuti (liberazione anticipata, permessi premio, misure alternative)".

Il disegno di legge, in sei articoli, punta a rivoluzionare il sistema delle pene alternative: semilibertà dopo avere scontato due terzi della condanna e non la metà; affidamento ai servizi sociali solo se la pena non supera un anno e non più tre; cancellazione della liberazione anticipata, che riduce le condanne di 45 giorni ogni sei mesi nei casi di buona condotta; concessione dei domiciliari se rimangono da scontare due anni e non quattro; niente più semilibertà agli ergastolani e permessi concessi dopo venti anni di detenzione e non dieci. E infine, uscita dalla prigione a 75 anni, invece che a 70, "considerato il lieto allungarsi della vita umana".

In molte carceri sono già partite petizioni e raccolte di firme. E la Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia (8mila operatori carcerari) ha annunciato una mobilitazione che punta a coinvolgere Sindacati e Polizia penitenziaria.

Salviamo la legge Gozzini!

 

www.volontariatoggi.info, 27 giugno 2008

 

L’Associazione di Volontariato "Granello di Senape Padova" e la redazione di "Ristretti Orizzonti" hanno lanciato nei giorni scorsi un "Notiziario speciale" a puntate per documentare e seguire il percorso del Disegno di legge "Berselli" (n. 623), "che a nostro avviso - scrivono - rappresenta un pericolo molto grave per i percorsi di reinserimento dei detenuti, per il governo delle carceri e, infine, per la sicurezza di tutta la società."

"Ai nostri lettori - scrivono i volontari nella prima newsletter - lanciamo un appello: salviamo la legge Gozzini!. Invitiamo tutti voi ad aderire, inviandoci una riflessione scritta (o anche semplicemente il vostro nome) e organizzando iniziative pubbliche, per una migliore informazione rispetto all’efficacia dei benefici per i detenuti (liberazione anticipata, permessi premio, misure alternative)." Gli interventi verranno pubblicati nel "Notiziario speciale" e nel sito di Ristretti Orizzonti.

Interventi

 

Gli Assistenti Sociali Uepe L’Aquila

 

Come operatori che per anni abbiamo lavorato nel settore penitenziario e nell’esecuzione penale esterna non possiamo non esprimere preoccupazione per ipotesi di modifiche legislative che vanno a cancellare l’ordinamento penitenziario vigente.

La normativa attuale, che ha consentito a molti condannati di seguire un percorso di responsabilizzazione e di accompagnamento verso il reinserimento sociale, ha permesso di ridare speranza a chi ha sbagliato, ma anche di creare presupposti utili a prevenire la ricaduta nel reato.

Ogni opportunità di crescita personale e di ricostruzione di legami familiari e sociali contribuisce a sottrarre la persona condannata all’emarginazione sociale e ai circuiti di devianza, solo un impegno in tal senso crea reali presupposti per prevenire la recidiva, nell’interesse di tutto il contesto sociale.

Auspichiamo che si valutino attentamente i dati resi noti dal Dap sull’andamento delle misure alternative, i quali consentono non solo di riscontrare come l’amplissima percentuale di misure si concludono con esito positivo, ma anche la sostanziale riduzione della recidiva fra coloro che ne hanno fruito rispetto a coloro che hanno scontato l’intera pena in carcere.

Purtroppo nei mass-media viene dato molto risalto a singoli episodi negativi che hanno coinvolto qualche soggetto in misura alternativa, ma non è dato spazio per far conoscere gli esiti positivi delle misure alternative e più in genere dei benefici previsti dall’ordinamento penitenziario (permessi-premio, liberazione anticipata, etc..).

Pensiamo che certezza della pena non possa significare semplicemente certezza del carcere, togliendo alla pena ogni funzione rieducativa.

Forse sarebbe utile anche valutare che molto spesso accedono alla misura alternativa persone che scontano condanne divenute definitive dopo molti anni dalla commissione del reato, nel frattempo, grazie all’impegno proprio e dei familiari, hanno ricostruito una situazione di normalità ed impedire la fruizione di un beneficio equivarrebbe a devastare quello che di positivo si è costruito e riportare la persona a rischio di marginalità e devianza.

D’altra parte giova sempre ricordare che l’accesso alle misure alternative non è automatico, ma viene disposto dalla Magistratura di Sorveglianza dopo un’attenta valutazione del singolo caso, purtroppo troppe volte nel parlare comune, ma anche nella stampa si descrive l’applicazione della misure alternative come un fatto automatico, ignorando il lavoro di raccolta di informazioni, di reperimento di risorse, di valutazione che viene effettuato prima della concessione della misura. Il presente documento a supporto di ogni movimento a tutela della Legge Gozzini!

 

Aloisi Alessandra, Giangiacomo Gabriella, Insardi Anna. Tunno Luana, Zimar Anna Maria

 

I volontari della Casa Circondariale di Gorizia

 

Siamo dei volontari che operano all’interno della Casa Circondariale di Gorizia. Da alcuni anni ci incontriamo settimanalmente con i detenuti che ne fanno richiesta, per redigere un giornale che si chiama "L’Eco di Gorizia" ed esce come allegato del giornale diocesano "Voce Isontina". Riusciamo a pubblicare circa 5 numeri all’anno. Logicamente seguiamo con interesse particolare tutto ciò che riguarda il mondo della giustizia.

In questo momento siamo particolarmente preoccupati per lo stravolgimento che l’attuale governo sta facendo della legge Gozzini e siamo indignati che questa azione venga contrabbandata per di più come garanzia di una maggiore sicurezza per la collettività. Noi volontari carcerari,che facciamo capo alla Comunità di accoglienza "Arcobaleno", abbiamo sempre operato affinché si potesse applicare il più possibile la legge Gozzini, dialogando con le amministrazioni locali e cercando un continuo aggancio con il territorio in cui operiamo ed in cui i detenuti dovranno reinserirsi, una volta scontata la loro pena.

Vogliamo perciò esprimere tutta la nostra disapprovazione nei riguardi del disegno di legge Berselli (n. 623), che tende a svuotare la legge Gozzini, accentuando il concetto di pena come castigo e vendetta e riducendo sempre di più la possibilità di reintegrazione dei detenuti nella società, come invece prevede l’articolo 27 della Costituzione.

 

Coordinamento Fp-Cgil Polizia Penitenziaria del Veneto

 

Il Coordinamento Fp-Cgil della Polizia Penitenziaria del Veneto, aderisce a "Salviamo la legge Gozzini": infatti pensiamo che l’attuale esecutivo voglia con la modifica della legge Gozzini rendere le carceri dei contenitori di rifiuti, cosa che non accettiamo. Inoltre, in sintonia con l’art. 27 della Cost. la pena deve essere rieducativa. Inoltre, aggiungiamo che solo dando possibilità a chi a commesso degli errori si crea sicurezza.

 

Adesioni del 27 giugno 2008

 

Tiso Antonella (Assistente Sociale Coord. presso Uepe di Como); Angela Netti; Guariente Guarienti (Avvocato penalista); Aloisi Alessandra, Giangiacomo Gabriella, Insardi Anna, Tunno Luana, Zimar Anna Maria (Assistenti Sociali Uepe L’Aquila); Gianpietro Pegoraro (Coordinamento Fp-Cgil Polizia Penitenziaria del Veneto); Francesca Rapanà (Granello di Senape).

 

 

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