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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 20 novembre 2025
di Livia Montagnoli
artribune.com, 20 novembre 2025 Il pasticcio del Governo che rischia di ostacolare le attività dei detenuti. È in vigore da poco meno di un mese la circolare del Dap che obbliga numerosi istituti penitenziari d’Italia a sottoporre l’organizzazione di attività ed eventi in carcere a un’autorizzazione centralizzata. Scoraggiando progetti portati avanti da anni da cooperative, associazioni, mondo dell’educazione e dal Terzo settore. Essenziali per i detenuti.
di Giunta e Osservatorio Carcere dell’UCPI
camerepenali.it, 20 novembre 2025 Gli accorgimenti burocratici non siano l’occasione per soffocare le istanze del trattamento rieducativo nel nome di una distorta concezione della sicurezza e della legalità. La circolare del 21 ottobre a firma del direttore generale detenuti e trattamento, Ernesto Napolillo, sulle attività educative della comunità esterna al carcere è stata al centro di un incontro tenutosi al Ministero della Giustizia. In quella sede, l’Unione delle Camere Penali Italiane ha ribadito le proprie critiche e riserve sulla circolare che, ponendosi in contrasto con l’art. 17 Ordinamento Penitenziario, che attribuisce il potere di autorizzare gli eventi culturali, ricreativi ed educativi, proposti dalla comunità esterna al carcere, al magistrato di sorveglianza, su parere favorevole del direttore, rischia, attraverso la centralizzazione dell’iter autorizzativo, di limitare gli ingressi nelle carceri per attività educative, culturali e ricreative, della società esterna
di Vincenzo Scalia
L’Unità, 20 novembre 2025 I tragici fatti di corso Como, a Milano, con un giovane accoltellato da un gruppo di altri ragazzi in seguito al furto di una banconota da 50 euro, sembrano essere la ciliegina sulla torta per chi, a destra e a sinistra, riscopre la vocazione securitaria. A maggior ragione, vista la giovane età degli aggressori, legittimerebbe il varo del decreto Caivano, che ha ampliato il ruolo della sfera penale nel trattamento della devianza minorile. A una riflessione più accurata, però, si approda ad altre conclusioni. In particolare, quella che il carcere e le altre misure contenitive, non rappresentano la soluzione, bensì il problema, in quanto rimuovono la necessità di sciogliere dei nodi che aggrovigliano la società italiana odierna. La messa in atto di comportamenti violenti viene ascritta ai giovani, che infrangerebbero la patina di una società pacificata e armoniosa, secondo i desiderata del mercato. In realtà, ci insegna Wolfgang Sofsky, la violenza, nella modernità, non scompare mai del tutto. Si rimuove, si occulta, ma si ripropone sotto altre forme in contesti diversi.
di Angela Stella
L’Unità, 20 novembre 2025 “I problemi non nascono con questo Governo ma in tre anni ha causato danni forse irreversibili. Continueremo a visitare le prigioni e a denunciare, gli anticorpi della nostra democrazia resistono. Oltre a me, ci sono diversi parlamentari a denunciare la situazione delle carceri e ugualmente la società civile, nonostante le difficoltà, fa un lavoro straordinario, varcando quel confine ogni giorno per portare un po’ di speranza. Il ministero può rendere le cose più complicate, faticose. Ma questa forza non la può spezzare nemmeno Delmastro”.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 20 novembre 2025 Ammesso il quesito sulle carriere separate, il voto non potrà andare oltre la Pasqua, fissata per il 5 aprile. E intanto è bagarre sulle parole di Nordio sulla P2. L’Ufficio centrale per il referendum, costituito presso la Corte di Cassazione, ha ammesso le richieste di referendum da parte della maggioranza e dell’opposizione sulla riforma della separazione delle carriere. L’ordinanza, che porta la data del 18 novembre, verrà comunicata al Presidente della Repubblica, ai presidenti delle Camere, al presidente del Consiglio e al presidente della Corte costituzionale e verrà inoltrata entro cinque giorni dal deposito, “ai delegati dei parlamentari richiedenti” (Centro destra alla Camera: Simonetta Matone, Enrico Costa, Sara Kelany; centro desta al Senato: Marcello Pera, Pierantonio Zanettin, Enrika Stefani. Centro sinistra alla Camera: Luana Zanella, Chiara Braga, Riccardo Ricciardi; centro sinistra al Senato: Francesco Boccia, Francesco De Cristofaro, Stefano Patuanelli).
di Valentina Stella
Il Dubbio, 20 novembre 2025 Il presidente di Sezione della Cassazione critica la separazione delle carriere: “Riforma politica che riduce i controlli e rende i cittadini più fragili”. Giuseppe Santalucia, presidente di Sezione in Cassazione, già presidente dell’Anm, come spiegherebbe a un cittadino perché votare No? Lo farei offrendo il senso politico di questa riforma, così come illustrato dalla presidente Meloni e dal ministro Nordio: è una riforma che serve a ridimensionare il potere giudiziario e l’efficacia dei suoi poteri di controllo. Basti pensare alle dichiarazioni rese dalla premier sulla Corte dei Conti e a quelle del Ministro stupito “che una persona intelligente come Elly Schlein non capisca che questa riforma gioverebbe anche a loro, nel momento in cui andassero al governo”.
di Giuseppe Ariola
L’Identità, 20 novembre 2025 “La scelta di istituire un comitato per il Sì è l’esito di un percorso naturale perché l’Unione delle Camere Penali coltiva questa riforma da oltre un trentennio, giungendo poi nel 2017 anche a raccogliere 72 mila firme per una sua proposta di riforma costituzionale della giustizia di iniziativa popolare. Possiamo dire, con un certo orgoglio, che quella riforma depositata in Parlamento è stata poi l’impronta genetica della riforma Nordio”. Non nasconde una certa soddisfazione l’avvocato Francesco Petrelli, presidente dell’Unione delle Camere Penali e alla guida del comitato referendario dei penalisti per il Sì alla riforma della giustizia.
di Francesca Spasiano
Il Dubbio, 20 novembre 2025
Primo via libera alla Camera alla proposta bipartisan di Pd-FdI: la riforma introduce il principio di consenso “libero e attuale” nella fattispecie di violenza sessuale. Dimenticatevi la bagarre. La scontro sull’educazione sessuale che aveva incendiato l’Aula appena una settimana fa è già un lontano ricordo, ora che a Montecitorio torna il sereno. Di più: una parentesi d’idillio tra tutte le forze politiche, che oggi hanno votato all’unanimità, con 227 voti a favore, la proposta di legge che riforma il reato di violenza sessuale.
di Rebecca De Bortoli
La Stampa, 20 novembre 2025 Visita alla struttura di Torino con il sindaco Stefano Lo Russo: “Mettere nello stesso spazio persone che hanno commesso reati e altre che sono trattenute solo per la mancanza di un permesso di soggiorno è profondamente ingiusto e poco lungimirante”. “Il CPR a volte è molto peggio di un carcere”. Non usa mezzi termini Diletta Berardinelli, nuova Garante dei diritti delle persone private della libertà personale di Torino, insediata da pochi mesi. È quanto afferma al termine del sopralluogo effettuato oggi alle 15.45 nel Centro di Permanenza per i Rimpatri, insieme al sindaco Stefano Lo Russo. “Almeno in un istituto penitenziario - aggiunge - esistono attività. Qui invece ci sono persone che trascorrono fino a tre mesi senza alcuno stimolo. Non è così che si affrontano i flussi migratori: la libera circolazione per motivi economici non può essere trattata come un reato”.
di Giorgia Tisselli
cronacabianca.eu, 20 novembre 2025 Il consigliere evidenzia che frequenti episodi di trascuratezza medico-sanitaria sono segnalati all’interno degli istituti penitenziari. Chiarezza sulla situazione dell’assistenza sanitaria negli istituti di detenzione. Priamo Bocchi (FdI), in un’interrogazione, chiede alla Regione di fare chiarezza in merito al tragico episodio avvenuto nel carcere di Reggio Emilia e, in generale, sulla situazione dell’assistenza sanitaria negli istituti di detenzione della regione. “Il 10 aprile 2022, nel carcere di Reggio Emilia, dov’era arrivato il giorno prima, moriva il detenuto Giuseppe Convertino di 39 anni. Dall’autopsia emerse che il trentanovenne morì per edema polmonare emorragico dovuto a un’insufficienza respiratoria provocata da un’intossicazione acuta da metadone - spiega il consigliere -.
di Laura Martellini
Corriere della Sera, 20 novembre 2025 L’allarme lanciato da Stefano Anastasìa. Alcune reti aggiunte dopo il crollo della volta della seconda rotonda di Regina Coeli. Il garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale del Lazio, Stefano Anastasìa, ha effettuato oggi con il suo staff un’approfondita visita di monitoraggio alla casa circondariale di Cassino. E ne è emerso un quadro allarmante: “L’istituto soffre per un sovraffollamento del 175% (163 detenuti per 93 posti regolamentari effettivamente disponibili). Un’epidemia di scabbia si è apparentemente appena esaurita.
di Maria Clara Labanca*
napolimonitor.it, 20 novembre 2025 La scorsa estate, a seguito di ripetute tensioni createsi all’interno del carcere di Matera, una certa attenzione mediatica si concentrava sul funzionamento dell’istituto e sulle sue criticità. Dopo una visita alla casa circondariale, la garante regionale per i detenuti Tiziana Silletti denunciava una situazione insostenibile in termini di sovraffollamento, con 197 detenuti a fronte di 132 posti (dato coerente con quello di tutte le strutture della regione Basilicata, che si attesta sul 144 per cento). Poche settimane dopo, l’associazione Luca Coscioni, che aveva lavorato a un report sulla situazione sanitaria delle carceri della regione, comunicava che l’azienda sanitaria materana non aveva fornito alcuna documentazione a dispetto della richiesta di accesso civico agli atti.
udinetoday.it, 20 novembre 2025 Venerdì 21 novembre alle 18 la Sala Petris del centro Balducci di Zugliano ospiterà Conoscere per superare i pregiudizi e costruire rete sul territorio. L’evento segna la costituzione ufficiale della Conferenza regionale volontariato e giustizia del Friuli Venezia Giulia Odv, che da anni opera attraverso la collaborazione di diverse realtà territoriali per dare concretezza ai percorsi di risocializzazione delle persone private della libertà, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle tematiche dell’esecuzione della pena e sull’importanza dell’ascolto delle vittime di reato.
luccaindiretta.it, 20 novembre 2025 In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne il prossimo martedì (25 novembre) l’auditorium Vincenzo Da Massa Carrara ospiterà alle 20,30 lo spettacolo Fermati, voglio solo parlarti!, spettacolo ad ingresso libero fino ad esaurimento posti, che ha l’obbiettivo di trasformare un luogo di detenzione in un laboratorio di consapevolezza collettiva frutto del percorso teatrale che la compagnia Experia e Empatheatre portano avanti da anni negli istituti carcerari di Lucca, San Gimignano e Massa.
di Paolo Foschini
Corriere della Sera, 20 novembre 2025 Più di cento tra risposte, proposte e documenti inviati. E un “record di consultazioni”, sul sito del Ministero dell’economia e finanze, per il testo del Piano nazionale dell’economia sociale. “Segno evidente che di questo strumento c’era un grande bisogno”: a dirlo è Gabriele Sepio, che nella redazione del Piano ha svolto un ruolo di coordinamento tecnico. Più di cento tra risposte, proposte e documenti inviati. E un “record di consultazioni”, sul sito del Ministero dell’economia e finanze, per il testo del Piano nazionale dell’economia sociale. Il “segno evidente che di questo strumento c’era un grande bisogno e che esso tocca le corde di un mondo che lo aspettava da molto tempo”: a dirlo è Gabriele Sepio, che nella redazione del Piano ha svolto un ruolo di coordinamento tecnico.
di Chiara Daina
Corriere della Sera, 20 novembre 2025 In 10 anni tolti alla criminalità 200 ragazzi. Il programma coinvolge spesso le mamme. Ddl per consentire il cambio di generalità. L’idea di Roberto Di Bella. L’aiuto di Libera. Ci sono dei boss dell’ndrangheta che dal carcere gli scrivono lettere per ringraziarlo di aver tolto i loro figli dalla spirale della criminalità organizzata e avergli permesso di rifarsi una vita. Non se lo aspettava Roberto Di Bella quando nel 2012, da presidente del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria, mise in piedi il progetto “Liberi di scegliere” per dare un’alternativa esistenziale ai minori provenienti da famiglie mafiose e fu tacciato dai clan di “deportare i bambini”.
di Allegra Ferrante
Corriere della Sera, 20 novembre 2025 Figlio unico di un notaio del centro, nipote di una delle famiglie storiche della borghesia milanese, ora è in cura psichiatrica. A maggio è stato incastrato da due minorenni che aveva istigato a rapinare un passante. Il coltello brilla un istante sotto i neon in via di Tocqueville. Non gli serve toccarlo. Ne misura la geometria: “Questo no. Te lo portano via alla prima perquisa”. Si muove con sicurezza. “È lui, il milanese”, lo annunciano. Filippo (nome di fantasia) è l’istruttore di un piccolo branco di maranza: li aggancia, li fa sentire scelti, li addestra a scippi e rapine. Ha vent’anni, studia Ingegneria gestionale al Politecnico, media del 28. Figlio unico di un notaio del centro, nipote di una delle famiglie storiche della borghesia milanese, quelle con il cognome inciso sulle targhe di ottone e sugli inviti della Triennale. “La psichiatra dice che sono un curatore della violenza altrui”.
di Federico Berni
Corriere della Sera, 20 novembre 2025 I magistrati: “Disumana indifferenza”. Il calcio, la palestra per rafforzare un fisico ancora mingherlino, la scuola. E quel vizio di “alzare le mani” e darsi pose da “maranza”, da “gente dei quartieri difficili”, che sembra stridere con il loro retroterra di ragazzi cresciuti giocando a “Fortnite” e frequentando l’oratorio estivo nella periferia tranquilla di Monza. Eppure sarebbero stati pronti a “colpire di nuovo”, dopo aver quasi ucciso un ragazzo poco più grande di loro, “indifferenti all’altrui sofferenza” secondo quanto emerso dalle ultime novità investigative. Chi li ha visti dopo che la polizia ha bussato a casa loro per eseguire un ordine di carcerazione per tentato omicidio, ha notato in alcuni di loro un’evidente vulnerabilità, pelle e ossa in tuta e ciabatte, lo sguardo basso.
di Mauro Covacich
Corriere della Sera, 20 novembre 2025 L’uscita di scena delle gemelle e le domande sulla vita che riguardano tutti. La scelta delle gemelle Kessler ci offre un dono a cui è difficile rinunciare, la possibilità di parlare di un vero tabù, il suicidio. A ben vedere, nel caso delle due signore quasi novantenni, non si tratta infatti di suicidio assistito, anche se tecnicamente viene definito così, bensì della decisione che Ellen e Alice hanno preso ritenendo di aver vissuto abbastanza e di potersi accordare una fine volontaria. Due donne sane, agiate e soddisfatte della lunga esistenza condotta fin lì. Niente a che vedere con le persone afflitte da una grave malattia che chiedono un fine vita dignitoso perché costrette a sofferenze inaudite, documentate da cartelle cliniche, oltre che dalle loro dichiarazioni disperate.
di Lorenzo D’Avack
Il Dubbio, 20 novembre 2025 Il loro caso mostra quanto sia urgente una legge in Italia. Le gemelle Alice ed Ellen Kessler hanno avuto, come trovo scritto, una vita meravigliosa nel mondo della danza e poi la loro storia diviene un “drammatico errore”, (Ansa) perché hanno deciso di restare unite nella “danza della morte”. Nulla, invece, di “drammatico”. Le gemelle Kessler insieme e nel rispetto delle condizioni della Corte costituzionale tedesca hanno voluto fare l’ultimo percorso della vita, essere pienamente consapevoli di quel tratto terminale che non poteva avvenire casualmente, ma di cui dovevano essere pienamente proprietarie.
di Marco Bresolin
La Stampa, 20 novembre 2025 Nicosia guiderà la presidenza dell’Unione da gennaio e punta a chiudere i negoziati sul Patto. Il ministro Ioannides: “Non basta pagare, l’onere dell’accoglienza va condiviso”. Parte tutto in salita il negoziato tra i governi Ue per mettere in pratica il piano della Commissione, che ha chiesto agli altri Stati membri di aiutare l’Italia, la Spagna, la Grecia e Cipro, vale a dire i Paesi che secondo Palazzo Berlaymont si trovano ad affrontare una pressione migratoria “spropositata”. Il primo incontro a livello tecnico tra gli esperti delle 27 capitali ha visto emergere una netta resistenza all’ipotesi di redistribuire i richiedenti asilo (almeno 30 mila) dai quattro Paesi mediterranei. E il muro non riguarda soltanto gli Stati Visegrad, che avevano manifestato pubblicamente la loro indisponibilità: nessuno, per il momento, ha offerto la disponibilità ad accogliere i richiedenti asilo che si trovano nei Paesi Ue più esposti ai flussi.
ESTERI
di Daniele Zaccaria
Il Dubbio, 20 novembre 2025 Il disegno di legge che vuole introdurre in Israele la pena di morte per i terroristi “che uccidono ebrei in quanto ebrei” con un’esecuzione prevista entro novanta giorni dalla condanna e senza alcuna possibilità di appello, segna un punto di non ritorno nella deriva autoritaria che sta attraversando lo Stato ebraico. È una rottura profonda con la cultura giuridica democratica nel suo complesso, che considera il diritto al ricorso un cardine irrinunciabile e una tutela minima contro l’arbitrio dello Stato. Il fatto che la misura sia promossa apertamente dal ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben-Gvir, leader di Otzma Yehudit e figura simbolo della nuova destra radicale israeliana, mostra la direzione politica verso cui si sta cercando di spingere il paese: una giustizia più rapida, più dura, meno verificabile, fondata su un’idea di sicurezza che prevale su quella di garanzia.
di Estefano Tamburrini
Avvenire, 20 novembre 2025 I numeri choc del Gruppo di lavoro Onu. Lia, bimba di un anno e due mesi, è nata per miracolo dopo aver patito - mentre in era in grembo - la prigionia della mamma, l’attivista cubana Lisdani Rodríguez Isaac, scarcerata in extemis, sotto libertà condizionata, dal regime ereditato da Miguel Díaz Canel. Lisdani, arrestata per presunti oltraggi e disordini pubblici, viveva una gravidanza a rischio causa “placenta previa”. Rimaneva però sotto condizioni detentive inadeguate, senza cure e sotto pressioni, anche se sottili, affinché abortisse, secondo l’ong Prisoners defenders. Lia però è nata sana, quando sua madre godeva già di libertà condizionata, detta Licencia extrapenal. Per poter restare fuori dalla cella Lisdani “esegue lavori forzati”, è “perennemente sorvegliata”, e “non può uscire dalla città”.
DOCUMENTI
Articolo. "Poche certezze e molti dubbi per l’interrogatorio anticipato", di Giorgio Spangher
APPUNTAMENTI
Seminario. "Immaginiamo città riparative" (San Paolo D'Argon-BG, 22 novembre 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 23 novembre 2025
CORSI DI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI