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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di martedì 23 dicembre 2025
di Stefano Anastasìa
garantedetenutilazio.it, 23 dicembre 2025 L’ultima notizia dal fronte delle carceri è quella della morte di un uomo di quarantasette anni, con gravi problemi di salute, e che pure era ancora in carcere a tre mesi dal suo fine pena. Pena certa, inflessibile, disumana. Con questi saldi principi siamo arrivati a quasi 64mila detenuti per meno di 47mila posti detentivi. Tre anni di annunci e sproloqui sulla costruzione di nuove carceri, incentivi alle comunità di accoglienza e riduzioni delle misure cautelari in carcere ci hanno portato a questo: al numero di detenuti che erano nelle carceri italiane quando il nostro paese è stato condannato dalla Corte europea dei diritti umani per il sovraffollamento strutturale che lo caratterizzava e che è tornato a caratterizzarlo (oggi non abbiamo ancora subito l’onta di una nuova sentenza pilota solo perché è stato istituito un rimedio interno prima di andare in Europa, e infatti i magistrati di sorveglianza nel 2024 hanno riconosciuto in 5.837 reclami le condizioni inumane o degradanti cui sono costretti i detenuti).
di Riccardo De Vito
volerelaluna.it, 23 dicembre 2025 Nel corso del Giubileo dei detenuti, il Papa ha pronunciato una parola che da anni la politica evita con cura: amnistia. Nell’omelia del 14 dicembre 2025, Leone XIV ha rilanciato l’auspicio - già coltivato da Francesco nella Bolla di indizione dell’anno giubilare - che si possano “concedere forme di amnistia o di condono della pena” in molti Paesi. Non in un futuro indeterminato, ma qui, ora, subito. Il Papa ha pronunciato quella parola senza enfasi, nella convinzione che sia normale e necessaria in un’epoca in cui la pena della reclusione, per moltissime ragioni - il sovraffollamento è solo una di queste - sta tornando a essere supplizio, presa terribile sul corpo.
di Paola Balducci
Il Dubbio, 23 dicembre 2025 Ci ricordiamo di alcuni temi solo quando nella coscienza collettiva riesce a farsi strada il “dovere” di farlo. E c’è in effetti un momento, ogni anno, in cui il tema delle carceri italiane sembra riaffacciarsi con più forza nel dibattito pubblico: è il Natale. Un tempo simbolico, sospeso, in cui parole come umanità, dignità, misericordia e reinserimento tornano a circolare anche laddove, per il resto dell’anno, dominano rimozione, silenzio e anche quasi fastidio. Per qualche giorno, le celle sovraffollate, le vite sospese, le morti dimenticate sembrano rompere il muro dell’indifferenza. Poi, puntualmente, tutto torna com’era prima.
di Denise Amerini
sinistrasindacale.it, 23 dicembre 2025 Il 26 dicembre 2024 papa Francesco aprì la Porta Santa dentro il carcere di Rebibbia: la prima ad essere aperta dopo quella di San Pietro, a simboleggiare il carcere come luogo dove può esistere anche una sacralità, a fronte del rifiuto, dell’esclusione e della separazione dalla “società civile”, che sempre più ne fa una istituzione chiusa, totale, estranea. Il Giubileo della speranza, si disse, doveva essere speranza per tutti gli esclusi, per tutti coloro che vengono considerati scarti, da allontanare ed espellere. In quella occasione, come in tante altre, alta si levò la denuncia, da parte di molti, dello stato in cui versano gli istituti penitenziari, le condizioni in cui sono costretti a vivere i detenuti.
di Erald Hoxha, René Paniga, Alessandro Nathan Demolii
Corriere della Sera, 23 dicembre 2025 “Siamo ancora qua”, canta Vasco. Ma proprio per niente: a volte, specie quando viene Natale, la verità è che almeno noi abitanti delle prigioni non siamo più né qua né là. Anche se per ora, nello specifico di questo Natale strano, noi che fino a qualche giorno fa ci trovavamo nel carcere milanese di San Vittore siamo planati nel giro di una notte dentro quello di Bollate. Il migliore d’Italia, dicono. Ma torniamo a quando tutto è cominciato, sabato 13 dicembre. Un giorno che ricorderemo sempre. L’una del pomeriggio, terzo raggio di San Vittore, alcuni sono appena tornati dai colloqui. A un tratto le tv si spengono. È saltata la luce, su tutti i quattro piani.
di Paul Oliviery*
Corriere della Sera, 23 dicembre 2025 Le festività e l’aria di Giuseppe Verdi, la forza di “ricordare che là fuori c’è qualcuno che ti ama e che ti aspetta: sono nato libero, voglio continuare a sorridere e far capire a chi come me è rinchiuso, e a mia moglie che tra breve partorirà, che la vita va oltre il buio”. Una lettera dal carcere: “Va’ pensiero” oltre il muro, la conquista della felicità. Scrivendo nel silenzio ascolto il vento. E attraverso la finestra della cella il tram sulle rotaie che se ne va. E le automobili in movimento. Seduto al tavolino osservo la sezione mentre i miei compagni dormono ancora. L’appuntato passa camminando senza far rumore, anche se il dondolio delle chiavi si fa sentire. Allora pensi al fatto che nonostante tu sia chiuso in questa stanza la tua mente ti trasporta lì fuori.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 23 dicembre 2025 Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge in base al quale le consultazioni elettorali del 2026, compreso il referendum sulla separazione delle carriere, si svolgeranno in due giornate, domenica e lunedì. Dietro questa scelta ci sarebbe l’esigenza di contrastare in tutti i modi possibili l’astensionismo che, almeno in teoria, potrebbe mettere a rischio la vittoria del Sì. Nulla invece è stato deciso sulla data della consultazione. L’incognita è legata all’iniziativa presa venerdì scorso da 15 cittadini che si sono recati in Cassazione per chiedere di raccogliere 500mila firme sullo stesso tema, ma con un quesito formulato in modo più ampio.
di Claudio Cerasa
Il Foglio, 23 dicembre 2025 Le opposizioni hanno considerato inopportuna la scelta delle consigliere laiche Eccher e Bertolini di scendere in campo come fondatrici del comitato “Sì riforma”. La critica è legittima e più che fondata: si tratta di una sgrammaticatura istituzionale. E’ opportuno che dei membri del Consiglio superiore della magistratura si mettano a fare campagna elettorale referendaria? La critica viene mossa alle consigliere laiche Claudia Eccher, di area Lega, e Isabella Bertolini, di area FdI, che sono scese in campo come fondatrici del comitato “Sì riforma”, favorevole alla legge Nordio sulla separazione delle carriere dei magistrati. Per le opposizioni, si tratta di una scelta inopportuna per chi fa parte di un’istituzione di garanzia, com’è appunto il Csm, che rischia di non apparire più come un organo imparziale.
di Guido Camera
huffingtonpost.it, 23 dicembre 2025 C’è qualcosa di curioso, e ormai abituale, nel dibattito sulla riforma della giustizia: si discute come se si trattasse di una partita di calcio. Da una parte i favorevoli, dall’altra i contrari. In mezzo, poco spazio per le sfumature, per il ragionamento, per l’idea - decisamente meno eccitante - che le riforme istituzionali non servano a “vincere”, ma a far funzionare meglio il sistema. È forse anche per questo che la riforma viene spesso raccontata in modo caricaturale: come un attacco alla magistratura, come un cedimento alla politica, come una rivincita punitiva. Narrazioni semplici, rassicuranti per chi le usa, ma poco aderenti alla realtà. Se si prova ad abbandonare la logica delle tifoserie, emerge invece un dato più sobrio ma più interessante: questa riforma non riscrive la Costituzione, prova piuttosto a darle finalmente attuazione.
di Giorgio Costantino
Il Domani, 23 dicembre 2025 La proposta di riforma costituzionale esprime il rancore di chi è riuscito soccombente di fronte ad iniziative del pm e tenta di giustificare la sconfitta con l’appartenenza di questo al medesimo ordine del giudicante. Quanto ai due Csm, nessuna persona ragionevole affiderebbe a soggetti scelti per sorteggio la decisione di qualunque questione. Nella Gazzetta Ufficiale n. 253 del 30 ottobre 2025 è stato pubblicato il testo della legge costituzionale approvato dal Parlamento in seconda votazione a maggioranza assoluta, ma inferiore ai due terzi. Perché quel testo diventi legge occorre che sia approvato anche dalla maggioranza dei votanti al referendum costituzionale.
di Massimo Siclari*
Il Domani, 23 dicembre 2025 Una scelta anticipata rispetto allo scadere dei novanta giorni dalla pubblicazione del testo su cui si andrà a votare nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica (curiosamente avvenuta il giorno stesso dell’approvazione parlamentare) sarebbe inopportuna ed inevitabilmente destinata a turbare il clima in cui dovrebbe svolgersi la campagna referendaria. Stando alle dichiarazioni del ministro Carlo Nordio e del viceministro Francesco Paolo Sisto, il referendum costituzionale in tema di giustizia potrebbe tenersi nel mese di marzo, se non entro la metà del mese, secondo quest’ultimo. Più di recente, è apparsa notizia per cui in ambienti governativi sarebbe emersa la volontà di chiamare i cittadini al voto il 1 marzo, la prima domenica del mese.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 23 dicembre 2025 Per una riforma della giustizia che dovrà affrontare un referendum, ce n’è un’altra che sabato facilmente diventerà legge con un voto del Senato. Si tratta del ridisegno delle funzioni e dell’organizzazione della Corte dei conti, organo che ultimamente ha dato un paio di dispiaceri grossi al governo sul progetto per il ponte sullo Stretto di Messina, bollato come illegittimo per una lunga serie di motivi, dalla violazione delle direttive europee all’incertezza sui costi, dai problemi sui contratti alla mancanza del parere dell’Autorità di regolazione dei trasporti.
di Marco Noce
L’Unione Sarda, 23 dicembre 2025 Parla Domenico Arena: “Siamo preoccupati. Il sistema isolano? Già in sofferenza”. I detenuti al 41 bis da trasferire in Sardegna? Quanti? E dove? A Uta? A Nuoro? Mistero: l’amministrazione penitenziaria regionale non sa cosa intenda fare quella nazionale. “Non siamo stati consultati né interpellati né informati”, alza le mani il provveditore per la Sardegna, Domenico Arena. Siciliano di nascita, poco meno di un anno fa è stato trasferito da Roma a Cagliari con l’incarico di sovrintendere al sistema carcerario isolano: un ritorno nell’isola, per Arena, che ha vissuto a Sassari gli anni dell’università.
di Marzia Piga
cagliaritoday.it, 23 dicembre 2025 Il senatore dem Marco Meloni: “Norma del 2009 con il centrodestra”. Ticca (Riformatori): “Scelte fatte nel 2020 dall’esecutivo Conte”. Comandini: “Dal Governo ci attendiamo e pretendiamo lealtà e correttezza istituzionale”. Il dibattito sul possibile rafforzamento della presenza di detenuti in regime di 41 bis in Sardegna (ne abbiamo scritto qui) non è destinato a placarsi e ora si sposta sulle responsabilità politiche della scelta di inviare i detenuti speciali nelle zone insulari. A intervenire è il senatore sardo del Partito Democratico Marco Meloni, che in una nota chiama direttamente in causa Fratelli d’Italia e il deputato Salvatore Deidda, chiedendo un fronte comune per evitare che l’isola diventi la destinazione privilegiata dei detenuti di massima sicurezza.
vrsicilia.it, 23 dicembre 2025 Un corpo senza vita in una cella. La corsa contro il tempo degli agenti della polizia penitenziaria, i tentativi di rianimazione, poi la constatazione del decesso. È quanto accaduto nel carcere di Balate, a Gela, dove un detenuto di 37 anni si è tolto la vita impiccandosi. L’allarme è scattato durante un controllo di routine. I funerali si sono svolti ieri. L’uomo era detenuto per reati legati alla droga ed era rientrato da poco in istituto dopo la revoca degli arresti domiciliari. Un rientro improvviso che riporta l’attenzione sulle condizioni psicologiche dei detenuti nelle fasi più delicate della detenzione e sui percorsi di supporto disponibili all’interno delle strutture penitenziarie.
di Angela Nicoletti
frosinonetoday.it, 23 dicembre 2025 Il detenuto era assistito dagli avvocati Persichini e Bartolomucci. La Procura ha disposto l’esame autoptico per accertare le cause della morte. Sono ore di dolore e interrogativi per la famiglia di Francesco Morra, il detenuto di 47 anni deceduto nel carcere di Cassino nella notte tra sabato e domenica. L’uomo è stato trovato privo di vita all’interno della cella dopo un improvviso malore, segnalato dai compagni di detenzione. L’allarme ha fatto scattare l’intervento degli agenti della polizia penitenziaria e dei sanitari del 118, ma all’arrivo dei soccorsi la situazione appariva già compromessa.
paesenews.it, 23 dicembre 2025 È stato trovato cadavere all’interno della sua cella Salustri Marco, di 38 anni, originario di Roma, sposato a Napoli, e da qualche tempo detenuto nella struttura carceraria di Carinola dove stava scontando una pena definitiva per reati minori. Avrebbe terminato la sua pena fra circa un anno. Il decesso è avvenuto ieri, le circostanze restano ancora tutte da chiarire, come restano da chiarire le cause. Per fare luce sulla vicenda, la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere ha ordinato il sequestro della salma e il suo trasferimento presso l’Istituto di medicina legale di Caserta, dove saranno svolti gli esami necessari a stabilire le cause del decesso.
garantedetenutilazio.it, 23 dicembre 2025 “Ringrazio il Sindaco Marco Piendibene e l’Amministrazione comunale di Civitavecchia per la decisione di istituire e nominare il Garante comunale dei detenuti, peraltro nella persona di Corrado Lancia, che viene da un importante percorso di impegno civile e istituzionale a fianco delle persone detenute”. Così il Garante delle persone detenute della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, alla notizia della nomina di Corrado Lancia a garante comunale. “È importante - ha proseguito Anastasìa - che gli enti locali, i comuni o le province in forma aggregata, si dotino di autonome figure di garanzia delle persone private della libertà, che possano assicurare loro il pieno accesso ai servizi sociali e anagrafici e sensibilizzare le comunità locali sulle necessità degli istituti penitenziari, delle Rems e degli altri luoghi di privazione della libertà”.
vaticannews.va, 23 dicembre 2025 I dipendenti del noto organismo sociale di Padova rinunciano in questo Natale ai doni per inviare un importante contributo alla comunità della Sacra Famiglia e anche all’Opera della Provvidenza di S. Antonio di Sarmeola di Rubano, che da più di 60 anni accoglie persone di ogni età con gravi patologie e fragilità. Dalla cooperativa anche l’idea di un panettone che rilancia un messaggio di solidarietà e pace. In questo Natale i 650 dipendenti della Giotto, cooperativa sociale attiva da circa quarant’anni per i più fragili a Padova, non riceveranno un dono ma saranno loro a farlo.
di Alessia Cataudella
La Sicilia, 23 dicembre 2025 Anche nella casa circondariale di Ragusa il Natale ha acceso un’atmosfera diversa, trasformando per un giorno il carcere in uno spazio di incontro e condivisione tra genitori detenuti e figli. L’iniziativa si è svolta grazie al progetto Labirinti, che ha permesso a bambini e bambine di giocare nel cortile dell’istituto insieme ai propri genitori. Un’occasione significativa per rafforzare legami familiari fragili, creando contesti educativi protetti e a misura di bambino. Per qualche ora, il gioco e la fantasia hanno attenuato le barriere imposte dalla detenzione.
di Giorgio Paolucci
Avvenire, 23 dicembre 2025 Adolfo Ceretti è uno dei pionieri della giustizia riparativa. “Negli incontri tra il reo e la vittima aiutiamo a entrare nelle profondità dell’umano, attraversando la carne della vita”. “In questa società sempre più incattivita c’è bisogno di un nuovo paradigma della giustizia. Di fronte alla delinquenza e al crimine si deve reagire opponendosi al male, ma senza compiere altro male, come argomentava profeticamente il cardinale Martini nei tempi bui del terrorismo. I sistemi penali in fondo razionalizzano la crudeltà, ma nessuna sentenza riesce a saziare la sete di giustizia presente nelle vittime, che non sono “risarcite” dalla punizione perché dalla punizione non ricevono la riparazione della loro dignità infranta. È necessaria un’altra logica, è necessaria una vera rivoluzione culturale, di cui la giustizia riparativa è un utile strumento”.
di Marco Birolini
Avvenire, 23 dicembre 2025 L’ultimo caso ad Avezzano, in una cascina usata come riparo notturno. Dal 2020 si sono contati oltre 1.200 decessi tra i clochard. Nel 2026 l’Istat quantificherà (finalmente) il fenomeno. Sono storie tanto minime quanto tragiche, confinate ai margini della cronaca. Le morti dei senza dimora non fanno notizia, ma continuano senza sosta. L’hanno chiamata “la strage invisibile”, perché in strada si muore di freddo ma non solo, d’inverno ma anche d’estate, eppure nessuno sembra accorgersene. I clochard vivono sotto un portico, dormono in un letto fatto di stracci e cartoni, ma in pochi si curano di loro.
di Giansandro Merli
Il Manifesto, 23 dicembre 2025 Una clemenza parziale che cancella oltre metà della pena residua. L’uomo, in prigione dal 2015 come “scafista”, si professa innocente. La sua avvocata, Cinzia Pecoraro, afferma: “Chiederemo comunque un’altra revisione del processo. Il nostro obiettivo è ottenere giustizia attraverso l’assoluzione da tutte le accuse”. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato una grazia parziale per Abdelkarim Alla F. Hamad: ha cancellato undici anni e quattro mesi dai venti che gli restano ancora da scontare in carcere. Il cittadino libico, conosciuto come Alaa Faraji, si trova all’Ucciardone di Palermo con una condanna definitiva per concorso in omicidio plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. È in prigione dal 2015, quando ad appena 19 anni sbarcò in Italia.
di Gea Scolavino Vella
napolimonitor.it, 23 dicembre 2025 Dopo diciassette mesi di detenzione il Tribunale di Napoli ha assolto quattro giovani migranti dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Le storie di S., A., K. e I. si intrecciano nel luglio 2024, quando la nave dell’Ong Ocean Viking recupera due imbarcazioni partite dalle coste libiche, in area Sar (ricerca e soccorso) e le conduce al porto di Napoli. Appena sbarcato il gruppo, prende avvio la consueta ricerca dello “scafista”. Bastano poche ore e qualche testimonianza raccolta in modo raffazzonato per individuare i nomi di quattro ragazzi.
ESTERI
di Annalisa Camilli
Internazionale, 23 dicembre 2025 Ricorderemo il 2025 per il suo impatto sulla libertà e sui diritti umani nel mondo, in primo luogo perché l’arrivo al potere di Donald Trump negli Stati Uniti ha avuto delle immediate conseguenze sul diritto di asilo e sul diritto internazionale umanitario. Infatti tra le prime decisioni prese da Trump il giorno del suo insediamento, il 20 gennaio 2025, c’è stata la firma dei decreti esecutivi che prevedevano quelle che poi sono diventate delle vere e proprie deportazioni di massa dagli Stati Uniti ad altri paesi come il Salvador o Cuba, cioè dei trasferimenti forzati di cittadini stranieri in paesi terzi che non sono il loro paese di origine, sulla base di valutazioni sommarie del loro status legale.
Corriere del Veneto, 23 dicembre 2025 La nuova speranza per Alberto Trentini si chiama Alberto Rafael López Moreno. Venezuelano di origine e trapiantato a Vienna, di professione ambasciatore presso l’Onu, López da qualche giorno ha raggiunto il Paese sudamericano con l’obiettivo di spalancare le porte del carcere El Rodeo in cui si trova il cooperante del Lido da 403 giorni. La missione, promossa con il sostegno dell’Onu, dell’Organizzazione per lo sviluppo delle relazioni diplomatiche, dell’Organizzazione internazionale per i diritti umani e della Santa Sede, è facilitata dalla rete di relazioni dello stesso López nel Paese d’origine.
DOCUMENTI
Articolo. "Fare giornalismo dentro le carceri", di Francesco Berto
Articolo. "Cinquanta anni dalla rivoluzionaria legge del 1975 sulla droga", di Lorenzo Miazzi
CASSETTA DEGLI ATTREZZI
Statistiche: suicidi, morti per malattia, cause da accertare (aggiornamento al 21 dicembre 2025)
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