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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di sabato 17 febbraio 2024

di Gian Domenico Caiazza

Il Riformista, 17 febbraio 2024 Se le carceri, come si sa, rappresentano l’unità di misura del livello di civiltà di uno Stato, le nostre ci restituiscono una fotografia impietosa della qualità della nostra democrazia. L’impressionante contabilità dei suicidi, la cui media già da anni allarmante sembra volersi stabilmente impennare in questo 2024, è solo una spia, un sintomo - emotivamente potente della condizione del tutto fuori controllo del più complesso luogo istituzionale di esercizio della potestà punitiva dello Stato.

 

di Riccardo Polidoro*

Il Riformista, 17 febbraio 2024 Occorrono subito provvedimenti come l’indulto, l’amnistia, la liberazione anticipata speciale, misure (pene) alternative. Dopo le raccapriccianti percosse subite dai detenuti il 6 aprile 2020 nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, le cui immagini suscitarono lo sdegno dell’intero Paese e l’immediato intervento presso l’istituto di pena dell’allora Presidente del Consiglio, Mario Draghi e del Ministro della Giustizia, Marta Cartabia che dichiararono: “Occorre attivarsi per comprenderne e rimuoverne le cause perché fatti così non si ripetano”, in questi giorni è stato pubblicato il video dell’inaudita violenza nei confronti di un detenuto da parte della Polizia Penitenziaria nel carcere di Reggio Emilia, del 3 aprile scorso.

 

di Eriberto Rosso*

Il Riformista, 17 febbraio 2024 “Andrebbero perciò adottate misure legislative di decarcerizzazione cominciando dai condannati che scontano pene inferiori a un anno”. Il tema della pena, le terribili condizioni delle carceri in Italia, la necessità che la politica agisca subito. Ne parliamo con Giovanni Fiandaca, Professore emerito di Diritto penale, già Garante dei diritti dei detenuti per la Regione Sicilia.

 

di Gabriele Terranova*

Il Riformista, 17 febbraio 2024 “Resta soprattutto l’esigenza di immaginare forme di penalità diverse, alternative al carcere come viene oggi declinato”. L’incontro con Mauro Palma - che ha da poco cessato la carica di Garante nazionale dei detenuti - comincia con un po’ di ritardo. “Mi scusi avvocato. A Terni, c’è stato l’ennesimo suicidio, il diciottesimo dall’inizio dell’anno. Ero al telefono con chi mi ha riferito la notizia”.

 

a cura di Ornella Favero*

Il Riformista, 17 febbraio 2024 Giovanni, raccontato dalla sorella Giulia. Giovanni aveva 34 anni quando ha conosciuto una ragazza, con cui condivideva le stesse passioni. Ma lei aveva qualcosa di più, due bambini piccoli, e veniva da una situazione di maltrattamento in famiglia, per cui si era separata dal suo ex e Giovanni aveva visto in lei una persona con la quale costruire una famiglia. A quel punto hanno arredato la casa per iniziare una vita insieme. Anche perché lei non aveva un lavoro, non aveva nulla. Giovanni era tanto innamorato di lei, lui era famoso tra i suoi amici per essere un bonaccione, generoso e anche un po’ ingenuo. E tutte le sue amiche e anche le sue ex lo descrivono come un ragazzo dolce, premuroso e assolutamente non violento.

 

di Elena Valentini*

Il Riformista, 17 febbraio 2024 L’imputato ha un incondizionato diritto ad ottenere il riesame della propria condanna sulla base di un qualsiasi motivo che possa rivelarsi idoneo a riformarla. Ultimamente, molte sono state le occasioni e le ragioni per puntare i fari sui centri di detenzione per stranieri: il clamore e le nocive polemiche attorno al “caso Apostolico”, a margine del quale le Sezioni unite hanno appena sollecitato la Corte di giustizia UE ad esprimersi sulla disciplina del trattenimento dei richiedenti asilo (come innovata dal decreto Cutro); la volontà di costruire nuovi centri di preparazione al rimpatrio, ostracizzata dagli amministratori locali (anche di centrodestra) e sfociata nella stipula del controverso patto tra Giorgia Meloni ed Edi Rama per creare alcuni C.P.R. e punti di crisi in Albania.

di Mario Iannucci*

Il Riformista, 17 febbraio 2024 Le cause dell’aumento dei suicidi nelle carceri sono naturalmente molteplici: in primo luogo c’è da considerare che il disagio psichico, ormai largamente diffuso anche nella popolazione generale, nelle carceri è enormemente aumentato negli ultimi decenni perché si tende a dargli sempre di più una risposta reclusiva. Il secondo motivo è il “ritiro” della salute mentale dagli istituti di pena. Perché la salute mentale non è soltanto uno psichiatra che viene in carcere tre volte a settimana per qualche ora.

 

di Suor Anna Donelli

Il Domani, 17 febbraio 2024 In carcere finiscono sempre più detenuti psichiatrici. Le sezioni sono invivibili, con pochi spazi e ancora meno possibilità di ricevere cura. Così nei sani sale la rabbia, nei malati invece gli atti estremi. Da quindici anni sono volontaria nel carcere di san Vittore a Milano, dove mi dedico a chiunque mi chieda qualcosa, senza differenze di età, di provenienza, di cultura e religione. Il mio incontro è con la persona, non con l’autore di questo o quel reato. Parto dalla consapevolezza che ogni persona sia sempre di più di qualsiasi fatto commesso. All’interno di questa relazione di fiducia si può parlare in modo costruttivo, da compagna di viaggio, sperimento i piccoli salti di qualità e i cambiamenti di vita profondi, perché raggiunti con tanta fatica e pochi aiuti, ma ad un certo punto riusciti.

 

di Josephine Carinci

ilsussidiario.net, 17 febbraio 2024 Le carceri minorili sono in emergenza: 516 i reclusi al 31 gennaio 2024, un numero mai visto prima dal 2006. Aumento per effetto del decreto Caivano? Tra le statistiche pubblicate dal ministero della Giustizia, c’è un dato che mette in evidenza l’emergenza storica vissuta dal sistema carcerario italiano. 516: è questo il numero dei ragazzi e delle ragazze reclusi negli istituti penali per minorenni (Ipm) al 31 gennaio 2024. Si tratta del più alto numero mai registrato prima d’ora dal 2006, da quando vengono diffuse le statistiche sulla giustizia minorile. Un anno fa, i minorenni e i giovani adulti (18-24 anni) reclusi negli Ipm erano 385, dunque circa un terzo in meno.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 17 febbraio 2024 Il sottosegretario leghista alla Giustizia delinea le intenzioni del governo in materia di carceri minorili, dopo i dati pubblicati sul Foglio: “C’è bisogno di diversificare l’esecuzione della pena, adattandola alla situazione dei singoli ragazzi”. “Il dipartimento di giustizia minorile non si sta concentrando solo sul carcere. Certo, c’è la necessità di modernizzare le strutture, ma c’è soprattutto bisogno di diversificare l’esecuzione della pena, perché riteniamo che questa debba adattarsi alla situazione dei singoli ragazzi, spesso caratterizzata da fragilità come la dipendenza da sostanze stupefacenti”. Così, intervistato dal Foglio, Andrea Ostellari, sottosegretario leghista alla Giustizia con delega ai minori, delinea le intenzioni del governo in materia di carceri minorili ...

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 17 febbraio 2024 I deputati dem Serracchiani e Gianassi vanno all’attacco dell’esecutivo su un tema di giustizia: “Ciò che il governo prospetta è una riduzione minimale che non utilizza gli spazi concessi dalla riforma Cartabia”. Il Partito democratico va all’attacco del governo e lo fa attraverso il tema dei magistrati fuori ruolo, mai forse loro terreno di scontro in materia di giustizia in tale senso. “Stiamo assistendo ormai da settimane - hanno dichiarato i deputati Federico Gianassi e Debora Serracchiani - alla fuga della maggioranza di destra rispetto all’espressione di pareri sui decreti di attuazione della riforma Cartabia, in particolare sui magistrati fuori ruolo e sulle modifiche dell’ordinamento giudiziario che attengono anche al fascicolo di valutazione del magistrato.

 

di Giacomo Puletti

Il Dubbio, 17 febbraio 2024 “Per noi la vera riforma della giustizia passa attraverso la separazione delle carriere, il cui esame è stato già avviato in Parlamento. Chiederemo la calendarizzazione per il prossimo mese”, dice il leader di Fi Tajani al Dubbio. “Il governo sarà sempre a fianco di chi lotta per la democrazia, per la libertà di pensiero e per i diritti inalienabili di ogni essere umano. Sono molto colpito dalla morte di Alexey Navalny dopo anni di persecuzione in prigione, ci stringiamo alla sua famiglia e al popolo russo”.

 

di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo*

Il Dubbio, 17 febbraio 2024 La vicenda che contrappone il governo italiano alla famiglia Cavallotti (e i tanti procedimenti connessi, dei quali ancora si parla solo tra gli addetti ai lavori) non poteva passare sotto il silenzio di quella parte dell’opinione pubblica che, ai ragionamenti tecnici - che siano giuridici, filosofici o sociologici non importa - preferisce la retorica del “nemico alle porte”, dello stato d’assedio, del “dagli all’untore”. Quella fazione di pensatori, sia consentita questa breve digressione, che vanno in Parlamento, dopo cinquant’anni in Magistratura, a rimproverare al governo di voler abolire i “reati penali” (è vero, è stato detto proprio così), mentre tutti gli operatori del diritto, magistrati compresi, invocano provvedimenti deflattivi, ivi compresa una robusta depenalizzazione.

 

di Leonardo Filippi*

Il Dubbio, 17 febbraio 2024 L’articolo su La Stampa dell’ex procuratore di Palermo e di Torino, Gian Carlo Caselli, prende inopinatamente posizione sul “caso Cavallotti”, gli imprenditori palermitani in causa contro l’Italia davanti alla Corte europea, la quale ha giustamente voluto chiedere chiarimenti sull’inquietante vicenda nella quale i fratelli Cavallotti, pur assolti in sede penale dalla partecipazione all’associazione mafiosa, si sono visti confiscare le aziende e ogni loro bene come misura di prevenzione perché indiziati di appartenere all’associazione mafiosa.

 

di Achille Saletti*

Il Fatto Quotidiano, 17 febbraio 2024 Senza ricorrere alla letteratura scientifica o agli studi di David Garland sulla correlazione tra il venire meno dei servizi di salute mentale ed il progressivo aumento di persone psichicamente instabili in galera, è sufficiente leggere un report o partecipare ad un qualsiasi convegno di medicina penitenziaria per rendersi conto del fatto che una fetta di popolazione carceraria, affetta da problemi seri di salute mentale, in galera non dovrebbe starci.

 

di Tiziana Maiolo

Il Dubbio, 17 febbraio 2024 Il muratore è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio della 13enne di Brembate di Sopra, ma non ha mai potuto realmente confrontarsi con le prove. Massimo Bossetti, all’ergastolo per l’omicidio di Yara Gambirasio, non potrà analizzare quegli abiti della ragazzina su cui è stato trovato il suo dna e che lo hanno portato alla condanna. Con una decisione incongrua rispetto a pronunciamenti precedenti, la corte di Cassazione ha respinto la richiesta dei suoi avvocati.

 

di Paola Rossi

Il Sole 24 Ore, 17 febbraio 2024 Lo sconto derivante dal rito ha natura sostanziale e il giudice non può procedere al calcolo partendo dall’ergastolo astrattamente comminato, ma applicato nella misura dei 30 anni. Per l’applicazione della disciplina della continuazione da parte del giudice dell’esecuzione va considerata come violazione più grave quella per la quale è stata “inflitta” la pena più grave, anche quando per alcuni reati si è proceduto con giudizio abbreviato. L’interpretazione normativa prevede, quindi, che quando per uno dei reati posti in continuazione a seguito dello sconto di pena derivante da giudizio abbreviato siano stati comminati trenta anni di reclusione al posto dell’ergastolo il giudice dell’esecuzione è tenuto a stabilire la pena conclusiva ...

 

orizzontescuola.it, 17 febbraio 2024 Bussetti: “Valorizzare le persone che vivono e lavorano negli istituti penitenziari”. “Stiamo dando un segnale importante di attenzione della scuola e dei suoi professionisti al mondo delle carceri. Con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, Prap, vogliamo dare nuove opportunità e valorizzare le persone che vivono e lavorano negli istituti penitenziari”. Con queste parole il direttore dell’Ufficio scolastico regionale per il Veneto, Marco Bussetti, ha inaugurato il percorso di formazione “Incontri regionali di formazione congiunta per personale dell’amministrazione scolastica e penitenziaria in servizio presso gli Istituti Penali del Veneto”.

 

di Marcello Pesarini*

Ristretti Orizzonti, 17 febbraio 2024 Il Garante dei detenuti delle Marche, Giancarlo Giulianelli, conferma le cifre che Sinistra Italiana Marche denuncia da anni, ma tira conclusioni diverse, insiste sul fatto che non bisogna abbassare la guardia. Vediamole: sovraffollamento delle carceri con 902 presenti per una capienza di 837 unità, situazioni più pericolose ad Ancona Montacuto e Pesaro. In crescita il clima di insofferenza fino agli ultimi incidenti nelle scorse ore a Marino del Tronto, Ascoli Piceno. Gli agenti di Polizia Penitenziaria sono 587 sui previsti 771.

 

di Maurizio Degl’Innocenti

ilpost.it, 17 febbraio 2024 È il più grande della Toscana e le sue condizioni igienico-sanitarie sono pessime: in sette hanno ottenuto sconti di pena per essere stati detenuti in condizioni “inumane e degradanti”. Mercoledì 14 febbraio Gafur Hasani, un uomo di 51 anni di nazionalità serba, è morto all’ospedale Careggi di Firenze. Da qualche settimana era in custodia cautelare nel carcere di Sollicciano, nella periferia ovest della città, accusato di rapina. Le circostanze della sua morte non sono chiare, si era sentito male il 31 gennaio nella sua cella e poi era svenuto. I compagni a quel punto avevano chiamato la sorveglianza e Hasani era stato trasferito in ospedale, ma nonostante l’assistenza medica non si è più risvegliato dal coma ed è morto circa due settimane dopo.

rainews.it, 17 febbraio 2024 L’associazione Sbarre di Zucchero denuncia la drammatica situazione dei detenuti, e chiede aiuto e cooperazione alle istituzioni locali, sindaco Damiano Tommasi in testa. Giornata di protesta con presidio per denunciare una situazione sempre più difficile per gli istituti di pena italiani, dove, nei primi 45 giorni dell’anno ben 20 persone si sono tolte la vita.

 

di Domenico Cirillo

L’Unità, 17 febbraio 2024 Il presidente dell’Autorità garante nazionale dei detenuti Felice Maurizio D’Ettore ieri pomeriggio si è recato al carcere di Santa Maria Capua Vetere. La visita agli uffici giudiziari della cittadina casertana era in programma, ma è stata l’occasione per intervenire sul caso denunciato proprio ieri dal manifesto di un 21enne napoletano - M.C. - condannato a tre anni e quattro mesi per il furto di un Rolex ma in condizioni psichiatriche incompatibili con la carcerazione.

 

di Andrea Aversa

L’Unità, 17 febbraio 2024 Il prossimo 14 marzo è prevista l’udienza preliminare del processo. Gli agenti indagati sono accusati di tortura, lesioni e falso ideologico. È stato nominato dal presidente dell’Associazione Yairaiha ETS onlus. Quest’ultima è un’associazione che da anni si occupa e si preoccupa dei detenuti, dando sostegno alle famiglie e intervenendo su questioni riguardati i diritti degli stessi. L’avvocato Vito D. Cimiotta, si occuperà di costituire l’associazione stessa come parte civile nel procedimento penale che vede coinvolti a vario titolo diversi agenti della polizia penitenziaria del carcere di Reggio Emilia. La vicenda è esplosa dopo che sono diventate virali le immagini registrate dal sistema di video sorveglianza del penitenziario che hanno immortalato scene di vera mattanza.

 

di Paola Cioppi

Il Giorno, 17 febbraio 2024 Il progetto “Filodritto” che coinvolge una ventina di detenuti contribuisce a inserire il carcere in una rete di relazioni sul territorio. Un servizio di riparazione di capi di abbigliamento che parte dalla sartoria della Casa Circondariale Bassone di Como, e si rivolge al territorio. Si chiama “Filodritto” il progetto presentato ieri, che coinvolge una ventina di detenuti, uomini e donne, coordinato per CouLture Migrante dalla designer tessile Rachel Dobson.

 

di Roberta Barbi

vaticannews.cn, 17 febbraio 2024 Da oltre dieci anni l’artista che attraverso la sua arte rappresenterà le parole del Papa per il prossimo percorso quaresimale, porta il bello, il disegno e il fumetto negli istituti di pena italiani. Con la convinzione che “l’arte è capace di superare ogni barriera”. Il disegno che passa in secondo piano perché al centro c’è l’esperienza della condivisione, che crea relazione e, finalmente, affetto. Ma anche responsabilità: “Le opere d’arte devono essere firmate da tutti i detenuti perché sono opere d’arte collettive e partecipative”. Ha le idee chiare, anzi chiarissime Maupal, al secolo Mauro Pallotta, quando parla del suo lavoro tra murales, workshop e laboratori che dal 2011 ad oggi lo porta dentro e fuori gli istituti di pena italiani ...

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 17 febbraio 2024 Il suicidio di Ousmane Sylla, un giovane gambiano di soli 21 anni, avvenuto il 4 febbraio scorso nel Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di Ponte Galeria a Roma, ha evidenziato le criticità e le ingiustizie del sistema di detenzione amministrativa per i migranti. Giunto in Italia con la speranza di una nuova vita, Ousmane ha invece trovato solo dolore e disperazione. Soumaila Diawara, scrittore e attivista politico maliano rifugiato in Italia, ha sottolineato che il giovane non soffriva di disturbi mentali, ma è stato spinto al gesto estremo dalle leggi propagandistiche del governo italiano, che hanno prolungato i tempi di detenzione nei Cpr fino a 18 mesi.

 

di Vitalba Azzollini*

Il Domani, 17 febbraio 2024 La Corte di Cassazione ha chiesto alla Corte di giustizia dell’Ue di pronunciarsi in via pregiudiziale sulla legittimità della garanzia di circa 5.000 euro per i richiedenti asilo che vogliano evitare il trattenimento durante la “procedura accelerata in frontiera”. La Corte di Cassazione a Sezioni civili riunite ha chiesto alla Corte di giustizia dell’Unione europea (CgUe) di pronunciarsi in via pregiudiziale su una delle norme più controverse del cosiddetto decreto Cutro: quella che prevede il pagamento di una “garanzia finanziaria” di 4.938 euro da parte dei richiedenti asilo provenienti da paesi terzi sicuri che vogliano evitare il trattenimento durante la “procedura accelerata in frontiera”.

 

di Nello Scavo

Avvenire, 17 febbraio 2024 Con una sentenza definitiva viene condannato il comandante di una nave privata italiana che aveva soccorso 101 naufraghi e li aveva poi consegnati a una motovedetta libica. La Libia è “porto non sicuro” e facilitare la riconsegna dei migranti alle autorità di Tripoli è un crimine. Ora c’è una sentenza definitiva, che avrà conseguenze sui processi e le indagini in corso, oltre che ricadute sulle scelte politiche. La Corte di cassazione ha infatti confermato la condanna per il comandante di un rimorchiatore italiano che aveva soccorso 101 migranti e li aveva poi affidati a una motovedetta libica.

 

di Paolo Pandolfini

Il Riformista, 17 febbraio 2024 È accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina l’ex no global Luca Casarini che nel settembre 2020 salvò, portandoli a Pozzallo, 27 migranti (in cambio di denaro dirà l’accusa). “Non avevo dubbi che lo avrebbe fatto: questo è un processo politico al soccorso in mare, un’attività ritenuta ostativa delle politiche di violazione dei diritti umani”, ha tuonato mercoledì scorso l’ex no global Luca Casarini, uscendo dall’aula del tribunale di Ragusa dove è in corso l’udienza preliminare del processo che lo vede imputato con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

 

di Alfredo Marsala

Il Manifesto, 17 febbraio 2024 Ascoltato al processo Open Arms in corso a Palermo, il ministro conferma l’indirizzo politico: prima l’accordo Ue poi lo sbarco. Stavano tutti bene sull’Open Arms. Nessuno era in pericolo di vita. E i migranti che si gettavano in mare lo facevano, probabilmente, solo per potere sbarcare il prima possibile. Del resto, è la versione del ministro Matteo Piantedosi, la ong spagnola non aveva chiesto aiuto alla guardia costiera libica, aveva rifiutato di consegnare una trentina di naufraghi a Malta e aveva declinato il posto sicuro offerto da Madrid, e poco importa che se per raggiungere il porto delle Baleari bisognava navigare ancora per giorni. Il teste della difesa, allora capo di gabinetto al Viminale ...

 

di Francesco Brusa

Il Manifesto, 17 febbraio 2024 Il decesso in carcere dell’oppositore più noto di Putin. Il Nobel Muratov: “Torturato e ucciso dal regime”. Secondo le autorità “il detenuto si è sentito male dopo una passeggiata”. Ma nessuno ci crede: “È omicidio”. Una morte annunciata? Era ormai parecchio tempo che si temeva per le sorti dell’oppositore politico russo Alexey Navalny - sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento nel 2020, poi incarcerato l’anno successivo e infine a dicembre scorso trasferito nella remota colonia penale Ik-3, vicina al Mar Glaciale Artico - ma la notizia della sua scomparsa ha chiaramente provocato uno shock internazionale.

 

di Davide Varì

Il Dubbio, 17 febbraio 2024 Lo zar questa volta ha sbagliato i suoi calcoli. Perché questa morte ci fa ripiombare nella realtà, nella consapevolezza che la guerra che si combatte a Kiev riguarda la libertà di noi tutti. E il corpo senza vita di Navalny è lì a ricordarcelo. Navalny è morto, è morto in una prigione russa. È morto ammazzato dal regime di Putin. E a questo punto non è importante sapere se a provocare la sua morte sia stato un veleno degli uomini dell’Fsb oppure, come dice la stampa di regime, se si sia trattato davvero di un’embolia. Di certo possiamo fidarci delle parole di Dmitry Muratov, il dissidente, il Nobel per la pace, la voce storica di Novaya Gazeta: “Sono sicuro - ha scritto Muratov ...

 

di Luigi De Biase

Il Manifesto, 17 febbraio 2024 Aveva quasi 47 anni, metà dei quali spesi contro il Cremlino. La Russia al centro di tutto, anche con l’appoggio Usa. Le sentenze, il veleno, il fegato di tornare. “Com’era prevedibile”. Da qualche tempo queste tre parole sono pericolosamente in grado di spiegare tutto quel che avviene in Russia. “Com’era prevedibile” a febbraio di due anni fa Vladimir Putin ha ordinato l’invasione in Ucraina dopo avere assistito al fallimento della spericolata strategia che aveva scelto per ottenere nuovi accordi nel campo della sicurezza con l’amministrazione americana e con i governi europei. “Com’era prevedibile” ieri nella colonia penale di Kharp, nell’estremo nord del paese, è morto Alexeij Navalny, l’ultimo oppositore politico di Putin, l’unico, sostengono molti, davvero temuto al Cremlino.

 

di Manuela Cavalieri e Donatella Mulvoni

L’Espresso, 17 febbraio 2024 Ma il prossimo inquilino della Casa Bianca non farà nulla per cancellarla. Anche se le esecuzioni sono diminuite rispetto a vent’anni fa, dal 2021 il trend è in aumento. L’azoto è la nuova frontiera anche se la gran parte degli statunitensi, per la prima volta, crede che le sentenze siano emesse in modo ingiusto. “Quando l’ho visto con la maschera addosso, sembrava un’altra persona rispetto a quella a cui avevo dato l’estrema unzione cinque minuti prima. Il viso cambiava colore dal rosso al blu, al viola; i bulbi oculari erano sporgenti, le labbra gonfie. Appena hanno attivato l’azoto, ha provato a dimenarsi, pareva che la testa stesse per esplodere”.

 

DOCUMENTI

Circolare del D.A.P.: "Fenomeno suicidario. Azioni di prevenzione in ambiente penitenziario"

Articolo: "La giustizia riparativa messa alla prova", di Rosa Anna Ruggiero

Articolo: "L’applicazione delle pene sostitutive di pene detentive brevi nella fase di cognizione del processo penale", di Giuseppe Biondi

Radio Carcere, di Riccardo Arena. Puntata del 15 febbraio 2024. "Sollicciano, Trattamenti Disumani". L'ordinanza del Magistrato di Sorveglianza di Firenze, ignorata dal Dap. Gli ultimi due detenuti che si sono impiccati a Pisa e a Lecce...

APPUNTAMENTI

Convegno Cappellani Carceri di Puglia e Basilicata: "Lo vide e ne ebbe compassione". (Lc 10,32). "Dall’indifferenza alla cura" (Bitonto-BA, 17 febbraio 2024)

Presentazione del libro: "La vendetta del boss. L'omicidio di Giuseppe Salvia", di Antonio Mattone (Arienzo-Ce, 17 febbraio 2024)

Teatro Puntozero Beccaria: "Alice nel Paese delle Meraviglie", regia di Giuseppe Scutellà (Milano, fino al 18 febbraio 2024)

La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione dal 19 al 25 febbraio 2024

L'Associazione Antigone presenta "Prospettive minori", 7° Rapporto sulla giustizia minorile in Italia (Roma, 20 febbraio 2024)

Seminario: "Fare scuola in carcere per attivare processi trasformativi" (Casa di Reclusione di Milano Bollate, 20 febbraio 2024)

Ordine degli Avvocati di Firenze e Università di Firenze: "Ciclo di incontri sui diritti umani" (Firenze, dal 20 febbraio al 10 luglio 2024)

Seminario progetto Università in carcere: "La giustizia riparativa tra teoria e pratiche" (Padova, 21 febbraio 2024)

Stage Mediazione umanistica con il prof. Adolfo Ceretti: "Perdono o ricomposizione?" (Milano, 24 e 25 febbraio 2024)

Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli" - Dipartimento di Giurisprudenza. Seminario: "Costituzione e carcere" (S.M. Capua Vetere, 1 marzo 2024)

"5° Convegno Nazionale dei Cappellani e degli Operatori della Pastorale penitenziaria" (Assisi-PG, dal 24 al 27 aprile 2024)

CORSI FORMAZIONE

Percorso formativo di Verso Itaca APS: "La scrittura che ripara" (7 incontri online e incontro finale in presenza a Milano, fino al 20 aprile 2024)

"La vita si cerca dentro di sé. Lessico autobiografico", laboratorio con lectio magistrale di Duccio Demetrio (Milano, 20 aprile 2024)

BANDI E CONCORSI

Concorso letterario "Adotta l’orso. Per uscire dall’Isolamento o dall'Auto-reclusione" (Scadenza 15 marzo 2024)

 

 

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