Rassegna stampa 23 giugno

 

Pesaro: detenuto 42enne di origine rom si impicca in cella

 

Ansa, 23 giugno 2007

 

Un detenuto di origine rom, Nicola Spinelli, di 42 anni, si è ucciso ieri mattina impiccandosi nel bagno della cella che divideva con un altro recluso nella casa di reclusione di Villa Fastiggi a Pesaro. L’allarme è stato dato dagli agenti di custodia, che si sono accorti quasi subito dell’accaduto, ma quando i sanitari del 118 sono giunti sul posto per Spinelli non c’era già più niente da fare. Sul suicidio sono state aperte due inchieste, una della magistratura pesarese e l’altra, interna, della direzione regionale dell’amministrazione penitenziaria.

L’uomo era finito diverse volte in carcere, soprattutto per furto. L’ultima volta due giorni fa, quando provò un colpo ad un supermercato di Fano (Pesaro-Urbino) e, una volta scoperto, era fuggito lungo l’A/14, inseguito dai carabinieri di quattro città diverse. Arrestato al casello di Ancona-Nord, era stato trasferito a Villa Fastiggi. Sulla morte di Nicola Spinelli sono state aperte due inchieste: una della magistratura e l’altra della direzione regionale dell’Amministrazione penitenziaria.

Villa Fastiggi ospita attualmente 190 detenuti, su una capienza massima di 210, e non è quindi in condizioni sovraffollamento. Nei giorni scorsi il sindacato autonomo di polizia Sappe aveva protestato per la carenza di agenti di custodia (123, su una pianta organica di 169), ma l’episodio di oggi non appare collegato a questo problema.

Ergastolo: Mastella; no all’abolizione, ma deciderà la politica

 

Andkronos, 23 giugno 2007

 

Il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha ribadito oggi di essere contrario all’abolizione dell’ergastolo, come proposto invece dalla bozza di riforma del Codice penale elaborata da un commissione di esperti giuridici in 10 mesi di lavoro. "Personalmente, sono contrario all’abolizione della pena dell’ergastolo", ha detto il Guardasigilli in un comunicato diffuso dal suo partito, l’Udeur. "Un conto - ha spiegato Mastella - sono le commissioni di studio che formulano ipotesi tecniche, altro sono le determinazioni della politica. Per quanto mi riguarda, lo ripeto, sono decisamente contrario all’abolizione dell’ergastolo".

La bozza di riforma del codice a cui ha lavorato la commissione presieduta dall’ex parlamentare di Rifondazione Comunista Giuliano Pisapia, è stata presentata nei giorni scorsi a Mastella, prima di un prossimo approdo al Consiglio dei ministri. Tra le varie modifiche, essa prevede l’abolizione dell’ergastolo e il riconoscimento della legittima difesa solo per la tutela della persona, e non più del patrimonio. L’abolizione della prigione a vita, hanno spiegato i membri della Commissione, è basato sul dettato costituzionale, secondo cui la pena non è punitiva, ma deve servire a rieducare. Dunque si prevede la sostituzione dell’ergastolo con la pena massima di 38 anni di carcere, anche se non è esclusa una "soluzione aperta", hanno detto gli autori della bozza, con trattamenti differenziati per i condannati per mafia e terrorismo. In passato l’abolizione dell’ergastolo era stata proposta da almeno un referendum, che però aveva incassato una maggioranza di "no". Come ha riconosciuto lo stesso ministro Mastella in relazione al caso di Cesare Battisti - il militante della lotta armata condannato per alcuni omicidi e di cui l’Italia ha chiesto l’estradizione dal Brasile, dove è stato arrestato - la possibilità che un detenuto sconti effettivamente la pena a vita è quasi impossibile, per il sistema di riduzioni di cui beneficiano i detenuti per buona condotta.

Tra le altre misure previste dalla riforma, che aggiorna il cosiddetto "Codice Rocco", è previsto poi un ampliamento delle ragioni di legittima difesa, consentita in caso di pericolo di vita e per la difesa della libertà personale e sessuale, mentre viene abolita la norma che prevedeva la difesa del patrimonio, fortemente voluta dalla Lega Nord nella passata legislatura e fonte di forti polemiche tra schieramenti politici e tra magistratura e governo di centrodestra. Il giudice potrà decidere direttamente pene alternative al carcere per certi reati, disposizione che oggi viene assunta dal Tribunale di sorveglianza, anche perché la riforma punta ad ampliare il ricorso alle sanzioni interdittive, riparatorie e pecuniarie, con l’idea di riservare il carcere solo ai condannati per reati più gravi.

Ergastolo: Grasso; con abolizione si rischia una guerra di mafia

 

Il Corriere della Sera, 23 giugno 2007

 

Abolire l’ergastolo? Non sarebbe una buona idea, almeno per il procuratore antimafia, Piero Grasso, che teme contraccolpi pesanti nel mondo della criminalità organizzata. "Se si cominciano a indebolire quelli che sono i punti fermi della legislazione antimafia e si comincia a parlare di abolizione dell’ergastolo può avvenire una guerra di mafia di proporzioni immani", ha detto il magistrato a Palermo, durante la presentazione dei dati sull’economia illegale. "Se qualcuno di quelli che abbiamo all’ergastolo dovesse tornare - ha aggiunto - cioè con alcuni corleonesi di nuovo in campo, certamente la situazione potrebbe cambiare", in peggio, teme Grasso. E rimettere in discussione gli equilibri che reggono l’organizzazione mafiosa.

La scorsa settimana a Palermo, era stato assassinato il boss Nicolò Ingarao. Ma per Grasso non si tratta del temuto inizio di una guerra di successione: "Penso che, dai dati che abbiamo, si tratta di situazioni di assestamento piuttosto che di prodromi di una guerra di mafia". Ma i pericoli incombono. E i rischi sono concreti. Come, per esempio, la "tanto ventilata revisione dei processi", ha aggiunto il procuratore: applicare il cosiddetto giusto processo ai primi dibattimenti contro le cosche mafiose per le stragi, "potrebbe essere uno spauracchio che dà effetti negativi".

Mafia: Riina malato, gli avvocati chiedono la scarcerazione

 

Ansa, 23 giugno 2007

 

Il boss Totò Riina è ammalato e i suoi difensori chiedono ai giudici la scarcerazione del capomafia, condannato definitivamente all’ergastolo. Per gli avvocati Luca Cianferoni, Antonio Managò e Riccardo Donzelli, "mantenere Riina in carcere a 77 anni in queste condizioni significa volersi accanire su un detenuto anziano e malato, ben oltre la pena che gli è stata inflitta". Gli avvocati, secondo quanto anticipa L’Espresso, in edicola domani, sostengono nella richiesta di scarcerazione presentata al Tribunale di Sorveglianza di Milano l’incompatibilità del boss con il regime di detenzione. Riina è detenuto a Opera a Milano. Riina viene visitato dai medici tutti i giorni ma può rimanere soltanto un’ora all’aperto nel cortile. Le cartelle cliniche, allegate alla richiesta di scarcerazione presentata il 15 giugno scorso, indicano: "Due infarti e un’importante insufficienza cardiaca" che si sommano ad altre patologie meno gravi, come la gastrite cronica, l’ipertrofia prostatica, l’ipertensione, l’iperglicemia, il gozzo tiroideo, le ernie inguinali e la cirrosi epatica derivante da epatite C.

Il capo dei corleonesi, detenuto dal 15 gennaio 1993, è stato condannato dieci volte all’ergastolo ed è sotto processo per altri tre delitti eccellenti, fra cui quello del giornalista Mauro De Mauro, perché ritenuto uno dei mandanti.

Monza: allarme Tbc in carcere, grave un agente di p.p.

 

Il Giorno, 23 giugno 2007

 

Incubo tubercolosi nel carcere di Monza. Un agente di polizia penitenziaria è stato ricoverato per "una forma molto contagiosa di infezione polmonare". Non è in pericolo di vita, le sue condizioni sono in miglioramento, ma l’Asl ha imposto uno screening urgente a chiunque possa essere entrato in contatto con la guardia: cinquecento persone fra colleghi, volontari, insegnanti, medici, infermieri, direttore compreso.

Nessun pericolo per i 700 detenuti: l’agente colpito dalla tubercolosi è addetto allo spaccio. Sta dietro al bancone del bar-market degli agenti e del personale civile che gravita attorno all’istituto di via Sanquirico. E proprio nel piazzale accanto allo spaccio, da giovedì mattina è stato allestito un piccolo campo. Una tenda dove vengono effettuati i test Mantoux (lo stesso che veniva eseguito alle scuole elementari) per verificare la presenza del bacillo della tubercolosi, sulle 500 persone a rischio. "La situazione è comunque sotto controllo", dice il direttore del carcere, Massimo Parisi.

Restano, tuttavia, la pesante preoccupazione e il punto interrogativo su dove l’agente possa aver contratto l’infezione che si trasmette esclusivamente per via aerea. I 4mila detenuti che ogni anno passano da via Sanquirico, molti stranieri che vivono ai margini della società, in luoghi dove anche le più elementari forme di igiene sono lontane anni luce, spesso portano malattie infettive ormai debellate nei paesi occidentali, dalla scabbia alla tubercolosi.

Ma quella guardia con i detenuti non ha contatti. Il primo campanello d’allarme è suonato 10 giorni fa, quando in carcere è arrivata la telefonata dall’Asl che segnalava il caso di un agente portato in ospedale per tubercolosi.

"A quel punto - ricostruisce Francesco Bertè, direttore sanitario della casa circondariale monzese - abbiamo eseguito esami medici a qualche decina di persone, familiari compresi, che avevano avuto contatti molto ravvicinati con la guardia. Tutti hanno dato esito negativo". "Tuttavia - prosegue Bertè - non sapevamo ancora che forma di tubercolosi avevamo davanti". Finché giovedì è arrivata la seconda telefonata: "È altamente infettiva", s’è sentito dire il direttore sanitario.

"Come impone il protocollo del ministero, abbiamo attivato la macchina organizzativa per eseguire i test cutanei", chiarisce Bertè. Al ritmo di oltre un centinaio al giorno, entro domenica ognuna delle 500 persone coinvolte avrà effettuato l’esame. "Lunedì mattina controllerò personalmente gli esiti: in caso di positività procederemo alla radiografia del torace".

Genova: proiettili a Mons. Bagnasco, scoperto il colpevole

 

Ansa, 23 giugno 2007

 

La Digos di Genova ha identificato e denunciato il mittente della lettera con tre proiettili recapitata il 9 giugno all’arcivescovo di Genova e Presidente della Cei, Mons. Angelo Bagnasco. Si tratta di un uomo di 43 anni residente a Cuneo che ha agito non per motivi politici, ma per vendetta nei confronti di due albanesi sui quali voleva far ricadere la colpa della lettera minatoria.

Roma: interrogazione 28 deputati su salute Danilo Coppola

 

Ansa, 23 giugno 2007

 

Ventotto deputati di tutti i gruppi politici della Camera sottoscrivono un’interrogazione a risposta immediata in Commissione al ministro della Giustizia, Clemente Mastella, sulle condizioni di salute di Danilo Coppola. I deputati chiedono di sapere "se a carico del Signor Coppola esistano documenti di qualsiasi genere e natura dai quali emerga" che "i ricoveri in ospedale e presso il reparto di osservazione psichiatrica del Carcere di Roma Rebibbia siano dovuti a simulazione da parte del detenuto".

I deputati chiedono a Mastella "quali siano le ragioni" per le quali - a seguito della perizia del Dottor Antonio Coppotelli che sosteneva "le condizioni di salute di Coppola Danilo sono da ritenersi incompatibili con il regime carcerario" - "si è provveduto ad un’ulteriore perizia; se era la prima perizia che il Dottor Antonio Coppotelli eseguiva e, in caso contrario, se in passato vi siano state perizie del Dottor Coppotelli che sono state sottoposte ad ulteriore perizia". Nell’interrogazione si chiede, infine, "se le eventuali esigenze cautelari debbano considerarsi prioritarie rispetto allo stato di salute del detenuto, in particolare se in custodia cautelare; nel caso di danni irreversibili alla salute del detenuto a chi debba attribuirsi la eventuale responsabilità di detta evenienza".

Vicenza: operatori a confronto sul tema "carcere - azienda"

 

Il Gazzettino, 23 giugno 2007

 

"Per gli istituti penitenziari, il futuro è avvicinarsi al modello dell’azienda". Sono le parole del responsabile della formazione della casa circondariale di Vicenza Claudio Petruzzellis, aprendo il convegno "Pianeta Carcere - quale formazione per il personale penitenziario e per i detenuti?". La lunga giornata di lavori, ieri al S. Pio X, è stata promossa da Eurocultura in collaborazione con la Casa Circondariale di Vicenza, con il patrocinio del Comune di Vicenza e dell’Ordine degli Assistenti Sociali del Veneto.

Tra i presenti l’assessore comunale ai servizi sociali Patrizia Barbieri e la direttrice di Eurocultura Levi Bettin. L’incontro è stato l’atto conclusivo del progetto Masks finanziato dall’Ue, ed era diretto a responsabili, operatori, formatori e studenti attivi nell’ambito dei servizi sociali e di supporto alla persona.

Masks si prefigge di confrontare le competenze e le professioni nel settore dei servizi sociali e di assistenza alle persone in Europa. È così che Eurocultura, attraverso il convegno, ha voluto portare questa riflessione anche al cospetto del mondo carcerario. Petruzzellis, dunque, ha illustrato le buone pratiche del carcere di Vicenza: "Quando si parla di lavoro, dobbiamo distinguere tra interno ed esterno.

Il primo riguarda le attività occupazionali di natura domestica. Qui sono stati assunti 38 detenuti che svolgono mansioni di giardiniere, cuoco e si occupano delle pulizie. Per quanto riguarda il lavoro per l’esterno, nel carcere di Vicenza opera una cooperativa che impiega detenuti, per lavori di saldatura. Nell’ultimo semestre ne sono stati assunti 4, che si aggiungono agli altri 6 presenti in cooperativa".

Ci sono poi i corsi di formazione: "Ogni anno 30 detenuti frequentano i corsi del Fondo Sociale Europeo. Corsi di agricoltura biologica e di lavorazione e decorazione del legno. Insomma, l’attività di formazione e quella pratica sono in equilibrio tra di loro. Può accadere dunque che quando qualcuno finisce di scontare la pena, venga assunto da ditte private". Le carceri, secondo Petruzzellis: "Diventeranno in futuro sempre meno istituzionalizzate e si avvicineranno di più al modello privato. Come aziende che fanno crescere il proprio potenziale umano e lavorativo. Da parte nostra cerchiamo di creare formazione professionale aderente a ciò che all’esterno si richiede".

La seconda parte del convegno è stata dedicata alla presentazione dei risultati di Masks che, in tre anni di attività, ha effettuato analisi ed elaborato uno strumento informatico destinato ad operatori e dirigenti per rilevare il gap esistente tra competenze esplicite e competenze implicite richieste nell’ambito delle diverse professioni nel settore sociale. "I cambiamenti nel mercato del lavoro richiedono un continuo adeguamento delle competenze professionali dei lavoratori. Ma le istituzioni che formano non sempre sono al passo".

Nisida: un mini-torneo di calcio per i ragazzi dell’Ipm

 

Ansa, 23 giugno 2007

 

Minitorneo di calcio con l’obiettivo di reinserire nel tessuto sociale i minori detenuti nel carcere di Nisida. "I colori di Nisida" - questo il nome del progetto - saranno accesi dall’Associazione sociale e culturale napoletana "Scugnizzi" con il patrocinio della Regione Campania e del comune di Napoli il 26 giugno alle ore 10, quando si fischierà il calcio d’inizio alla prima gara. Tra le compagini impegnate nel torneo, da segnalare, oltre alle rappresentative dei ragazzi dell’Ipm di Nisida e di quello di Airola, la rappresentativa giovani imprenditori napoletani e quella dell’associazione "Scugnizzi", capitanata da Salvatore, un ex detenuto del carcere isolano, attualmente inserito nel mondo sociale.

Il 27 Autorità della Regione Campania e del Comune di Napoli premieranno i vincitori del torneo ed i detenuti vivranno un momento di svago con alcuni personaggi della fiction televisiva "Un posto al sole", i "Chiattoni animati" ed un concerto dell’artista Mauro Nardi. Madrina del torneo Cristiana Barone.

Napoli: il "teatro detenuto" che sorprende il pubblico

 

Ansa, 23 giugno 2007

 

Sta riscuotendo successo la rassegna di teatro "Il carcere possibile", il ciclo di spettacoli in scena al Teatro Mercadante provenienti da diversi Istituti Penitenziari di Napoli, della regione Campania e del Lazio. Hanno particolarmente sorpreso - in un clima di grande attenzione verso tutti i lavori rappresentati - gli spettacoli "Mangiatene tutti" della Casa Circondariale di Poggioreale, diretto dal regista Pino Carbone (una singolare e a tratti struggente incursione nei temi del Calvario e della Passione di Cristo) e "Noi aspettiamo (Godot?)" presentato dall’Ospedale Pschiatrico Giudiziario di Aversa su regia di Anna Gesualdi e la supervisione di Enzo Moscato. Con alle spalle questi primi tre giorni, la rassegna sospende il programma sabato 23 e domenica 24 per riprendere lunedì 25, con una giornata tutta dedicata agli Istituti per minori: alle 18.30 i ragazzi detenuti dell’IPM di Airola presenteranno lo spettacolo "La tassa dell’ignoranza", liberamente tratto da "La patente", "Una voce" ed "Enrico IV" di Pirandello per la regia di Antimo Nicolò; alle 20.00 i ragazzi dell’Istituto Minorile di Nisida rinnovano la presenza alla rassegna con lo spettacolo "Sette cucuzze, tre felle" (testo e regia di Alberto Ferraro e Marco Tricas), tre favole - una di origine sarda, una campana e una africana - raccontate e interpretate sul filo espressivo tipico della tradizione orale della nostra regione.

Dove: Teatro Mercadante, piazza Municipio 1, Napoli

Quanto: ingresso gratuito

Info: 081.5510336

Bologna: il 13 luglio concerto con i detenuti a Marzabotto

 

Comunicato stampa, 23 giugno 2007

 

Canzoni e Canzonette - Venerdì 13 luglio 2007, ore 21.15

Ospiti della rassegna Notti di luce a Monte Sole

Marzabotto - Provincia di Bologna

Ingresso gratuito

 

Gruppo Elettrogeno presenta un concerto-spettacolo di musicisti detenuti e non, a seguito di un percorso annuale svolto insieme sulla "canzone italiana" per il progetto Parole Comuni, laboratori di musica e teatro condotti dalla Compagnia Gruppo Elettrogeno all’interno della Sezione maschile e Sezione femminile della Casa Circondariale di Bologna, con il sostegno del Settore Coordinamento Sociale e Salute del Comune di Bologna.

Il gruppo musicale presenterà una scaletta di brani, selezionati soprattutto tra alcuni grandi classici della canzone italiana, tra cui Vasco Rossi, Fabrizio De Andrè, Fabio Concato, Michele Zarrillo, Renato Zero, Massimo Ranieri, Fausto Leali, musica napoletana, siciliana e tanti altri.

Il concerto si propone come un vero evento pop che mescolerà ritmi, melodie, parole della musica italiana a sonorità e strumenti provenienti dalle tradizioni popolari, in particolare siciliana e napoletana, alternando brani preparati a improvvisazioni.

I musicisti saranno "accompagnati" (in una singolare inversione di funzioni) da un narratore d’eccezione, l’attore Ivano Marescotti, le cui sagge ma non saggistiche "letture" restituiranno un senso complessivo al percorso.

Lo spettacolo si presenta come un vero evento pop che mescolerà ritmi, melodie, parole della musica italiana a sonorità e strumenti provenienti dalle tradizioni popolari, alternando brani preparati a improvvisazioni e attraversati dalla narrazione di Ivano Marescotti.

Ma sarà al tempo stesso (e forse ancora di più) un evento sulla lingua e sulle lingue che la canzone può rappresentare e di cui un universo circoscritto di diversità come è il carcere può diventare contenitore: il carcere e la canzone legati da questa reciproca vocazione ad essere contenitore del molteplice che nelle lingue si rappresenta.

Lo spettacolo-concerto, dal titolo Canzoni e canzonette è prodotto da Gruppo Elettrogeno in collaborazione con la Casa Circondariale di Bologna e con il sostegno del Settore Coordinamento Sociale e Salute del Comune di Bologna.

Attualmente Gruppo Elettrogeno sta realizzando il progetto Parole Comuni, Teatro, scrittura, musica, pratiche comunicative, laboratorio teatrale e musicale all’interno della Casa Circondariale di Bologna. Il Progetto Parole Comuni - Teatro, scrittura, musica, pratiche comunicative, sostenuto da Settore Coordinamento Sociale e Salute del Comune di Bologna e realizzato con la collaborazione della Casa Circondariale di Bologna, consiste nell’attivazione e conduzione di un laboratorio di pratica teatrale, video e scrittura narrativa realizzato con le detenute della Sezione Femminile della Casa Circondariale di Bologna e un laboratorio musicale condotto con i detenuti definitivi della Sezione Penale Maschile della Casa Circondariale di Bologna.

Libri: raccolta di lettere dei detenuti italiani in Germania

 

Adnkronos, 23 giugno 2007

 

"Che qualcuno passi a sentire come stiamo" è il titolo di una raccolta di lettere di detenuti italiani in Germania, curata da Elke e Mauro Montanari e che verrà presentata dall’Istituto Italiano di Cultura. Alla serata, prevista per il 26 giugno presso la Biblioteca Universitaria di Stoccarda, interverranno il Console Generale d’Italia, Faiti Salvadori e saranno presenti i deputati della circoscrizione estero, Franco Narducci della Margherita e Massimo Romagnoli di Forza Italia. L’evento sarà condotto da Mauro Montanari, direttore del "Corriere d’Italia", mentre il gruppo italo-tedesco "Insieme per caso" ne curerà la parte musicale.

La manifestazione è realizzata in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia di Stoccarda, la Comunità Cattolica Italiana di Stoccarda, l’ACLI Baden-Wurttemberg, il Cais di Stoccarda e il "Corriere d’Italia" di Francoforte. Condurrà la serata Mauro Montanari, direttore del "Corriere d’Italia".

Empoli: ex direttore condannato per truffa e molestie

 

www.ladyradio.it, 23 giugno 2007

 

Undici anni di reclusione: è questa la dura sentenza di condanna emessa oggi dai giudici del Tribunale di Firenze nei confronti dell’ex direttore del carcere femminile di Empoli, Nicola Silvestri, riconosciuto colpevole di abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, truffa e molestie sessuali. Il pubblico ministero, Pietro Suchan, aveva chiesto una condanna a sette anni e mezzo di reclusione. Silvestri, 58 anni, barese, era stato indagato inizialmente nel novembre 1999 per abuso d’ufficio, con l’accusa di aver perseguitato una infermiera fino a sospenderla dal lavoro perché la donna non aveva voluto cedere alle sue avances.

Un anno dopo, il funzionario era stato raggiunto da un ordine di custodia cautelare nella propria abitazione per falso ideologico e truffa perché avrebbe dirottato a suoi familiari a collaboratori una parte degli oltre 150 milioni che la Usl 11 di Empoli aveva destinato agli ex internati dell’ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo per le cure di riabilitazione. A queste accuse si era poi aggiunta quella di molestie sessuali ai danni di alcune impiegate del carcere ed agenti di custodia. Il comportamento dell’imputato era stato al centro di alcune indagini interne disposte dall’Amministrazione penitenziaria in seguito alle quali si era dimesso dall’incarico nel novembre 1999.

Siracusa: gli studenti in carcere... per un progetto teatrale

 

La Sicilia, 23 giugno 2007

 

La casa di reclusione apre le porte per qualche ora ad un gruppo di studenti. Sono gli alunni del liceo scientifico di Acireale ed una V classe dell’Istituto alberghiero di Pachino. Motivo dell’incontro è la messa in scena di una commedia dal titolo "Il cammino di don Sturzo", elaborata e diretta dalla professoressa Carmela Blandini, che ha realizzato il progetto teatrale promosso dal ministero dell’istruzione.

I dialoghi sono stati scritti da due docenti universitari, Lucia Denitto e Salvatore Lupo, per il resto ci ha pensato la Blandini in armonia con "gli attori", tutti alunni scelti tra quelli frequentanti i corsi scolastici dentro l’istituto, che non si sono tirati indietro. Non è stato semplice mettere su la rappresentazione. "In realtà- fa rilevare l’educatrice Francesca Alì- abbiamo dovuto superare parecchie difficoltà. Ci sono volute disposizioni scritte ed autorizzazioni del magistrato. Tutto va pianificato nei minimi dettagli. Qui non può entrare nemmeno una sedia, figurarsi forbici, martelli e l’occorrente per le scene. Come abbiano fatto a realizzare tutto questo è un miracolo". Naturalmente il merito va anche alla direttrice Angela Lanteri che consente tutto questo. Riabilitazione ed integrazione sociale: due punti su cui si incentra il programma della casa di reclusione di Noto, nata come casa di lavoro. "Solitamente nelle carceri i detenuti ricercano l’ozio - specifica l’Alì -.

Qui tutti devono lavorare. Tanti di loro preferiscono andarsene altrove perché trovano questi orari duri e stressanti. Spesso non sono abituati alle regole per cui alzarsi la mattina alle sette, fare colazione ed essere in officina alle otto non è semplice". Nella casa di reclusione di Noto ci sono quattro officine per falegnami, fabbri, tessitori e sarti. Ci sono le scuole primarie, secondarie e due corsi professionali.

Insomma non c’è tempo per stare con le mani in mano ed il lavoro, coperto dalle note previdenziali e assicurative, sebbene non garantisca un grande stipendio dà loro la possibilità di mandare qualcosa a casa e di vivere decorosamente. Invitato alla commedia anche Benito Marziano che ha letto una poesia tratta dalla sua raccolta "Sisifo". È emozionato. "Era un ambiente che non conoscevo - ha detto - questo contatto mi ha fatto crescere. Sono persone coi nostri stessi problemi, le stesse ansie le stesse preoccupazioni ma che non hanno avuto le nostre stesse opportunità". Anche la giovane tirocinante Enrichetta Landolina ha gli occhi lucidi. "Sto vivendo un’esperienza bellissima. Ho imparato che le cose più semplici sono le più importanti. Grazie ai reclusi oggi apprezzo meglio la vita".

Sappe: dopo incontro con Capo del Dap manifestazione sospesa 

 

Comunicato stampa, 23 giugno 2007

 

È stata sospesa la manifestazione nazionale indetta dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, il più rappresentativo della Categoria con 12mila iscritti, indetta a Roma davanti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria per il 26 giugno 2007. "Lo abbiamo deciso" dichiara Donato Capece, Segretario generale del Sappe "dopo un incontro avuto con Ettore Ferrara, Capo del Dipartimento, che ha dimostrato attenzione verso le nostre rivendicazioni sindacali ed è immediatamente intervenuto su alcuni punti specifici." "

"In particolare" spiega Capece "Ferrara ha dato immediate disposizioni per provvedere al rimborso delle rette per gli asili nido dei figli dei poliziotti penitenziari (pratiche che erano inspiegabilmente inevase dal Dap), ha convocato la riunione per la assegnazione di 1.100 vice Sovrintendenti che stanno frequentando il corso di formazione, revocato - seppur parzialmente - il blocco dei distacchi in altri sedi per gli agenti con gravi problemi familiari, ha siglato l’Accordo per la ripartizione del Fondo di Efficienza per i Servizi Istituzionali del 2007 e definitivo la ripartizione dei fondi a livello regionale per il pagamento del lavoro straordinario a favore della Polizia Penitenziaria. E queste erano alcune delle motivazioni alla base della nostra manifestazione del 26 giugno, che abbiamo quindi deciso di sospendere stante la disponibilità e la dimostrazione di sensibilità verso le rivendicazioni del Sappe da parte del Capo del Dap Ferrara". Capece auspica che ora il presidente Ferrara assuma urgenti provvedimenti per le altre richieste sindacali, tra le quali la definizione di un nuovo Modello Organizzativo per il servizio delle Traduzioni e dei Piantonamenti, una riorganizzazione dell’Ufficio Pensioni e Cause di Servizio del Dap e l’emanazione di un condono per le infrazioni disciplinari del Personale di Polizia.

Immigrazione: Cpt, resta solo la possibilità di indignarsi

 

Liberazione, 23 giugno 2007

 

Entrare nei Cpt è diventato più facile. Non c’è più bisogno di spacciarsi per consulenti di parlamentari o di contrattare i tempi con la prefettura in attesa di poter gettare un occhio oltre le sbarre.

Si viene accolti dai funzionari con pazienza e disponibilità che fino a poco tempo fa non c’erano, si gira per le strutture, si parla con le persone con una certa libertà.

Una mano di vernice. Il fatto è che: nonostante il comprovato fallimento, anche in funzione degli scopi per cui erano stati pensati, nonostante i costi altissimi di gestione - 47 euro giornalieri per ogni trattenuto, senza contare le spese di sorveglianza- nonostante le tante sofferenze inferte, inevitabili quando si privano le persone delle libertà personali, i centri continuano a esistere.

E se 3 ne sono stati chiusi, quello di Ponte Galeria si appresta a crescere: in tempi brevi potrà ospitare 64 persone in più, in una struttura nuova, adiacente il vecchio Cpt, pensata in passato come centro di identificazione per richiedenti asilo.

Ci saranno dei cambiamenti nella definizione degli spazi per dar meno l’idea di quello che il centro è: una galera, anzi, a detta dei reclusi, pardon "ospiti", peggio di una galera.

Eppure, anche se divenisse un giardino dell’Eden, questo come gli altri Cpt si dimostrerebbero per quello che sono: luoghi irriformabili, la cui chiusura è prioritaria rispetto a qualsiasi soluzione politica da individuare per chi è in condizione di irregolarità.

Certo, si tratta di spazi in cui incappano percentuali minime di migranti, la cui vita è spesso sospesa per ragioni che denotano ben altre assurdità e ingiustizie: anni passati in carcere e, a pena scontata, 2 mesi in più per essere identificati, paesi che ostacolano il rientro, uomini e donne sorpresi perché assunti al nero, persone che hanno perso il diritto a restare per un infortunio sul lavoro, persone la cui condizione sanitaria è incompatibile con qualsiasi trattenimento, persone che hanno visto in pochi attimi fallire i propri progetti di vita.

Bisognerebbe che la politica della città ripartisse anche da queste persone, dalle loro vite interrotte, che non li si considerasse incidenti di percorso ma simbolo della necessità di cambiare paradigma.

A impedirlo ci sono resistenze europee ma anche nazionali, c’è anche il fatto che le questioni connesse all’immigrazione vengono derubricate dall’agenda politica, per far posto ad altro, c’è la paura di perdere consenso.

Ci resta la possibilità di continuare ad indignarsi e a far indignare, la necessità che in questa che si spera sia una fase transitoria, una legge regionale ad hoc, permetta che le visite al centro, condotte da organismi indipendenti, siano più frequenti e invasive.

Ci resta l’idea che nella città che molti di noi vogliono non c’è posto per luoghi di inutile contenzione e che se è vero, come ci è stato detto, che a breve aprirà un centro di accoglienza per rifugiati, richiedenti asilo e minori, in zona Boccea, questo non potrà essere l’ennesima riproposizione del ghetto invisibile per invisibili.

Droghe: il 26 giugno è la "Giornata mondiale contro la droga"

 

Fuoriluogo, 23 giugno 2007

 

L’appello dei capigruppo delle commissioni Giustizia e Affari Sociali della Camera

È possibile celebrare il 26 giugno, Giornata Mondiale contro la droga, con spirito costruttivo e impegno politico per modificare l’attuale legge sugli stupefacenti. Vicende di cronaca, proposte dettate in parte dall’emergenza spesso riconducibile ad una enfatizzazione mediatica, iniziative di segno diverso da parte di istituzioni locali e nazionali, hanno evidenziato la necessità di sviluppare maggiormente il confronto.

Riteniamo sia urgente intervenire con approccio pragmatico, scevro da ideologismi che producono solo fallimenti. Nell’ultima Relazione al Parlamento sulle tossicodipendenze è stato evidenziato il raddoppio sia dei consumatori di cannabis (2 milioni nel 2001 e 3.800.000 nel 2005), che quelli di cocaina (350.000 nel 2001 e 700.000 nel 2005); nel 2005, le oltre 90 mila segnalazioni per uso e possesso di sostanze stupefacenti riguardavano: 80% cannabis, 13% cocaina e 7% eroina. I prezzi al dettaglio delle sostanze nel mercato nero sono diminuiti, nonostante l’aumento dei sequestri.

Le istituzioni dovrebbero ripartire da questi numeri e capire cosa non ha funzionato nella politica repressiva e di criminalizzazione del precedente Governo, anche in considerazione del fatto che il consumo di cannabis, nonostante tutto, è abitualmente considerato "normale". Avere messo sullo stesso piano tutte le sostanze, quelle che danno dipendenza fisica e che possono provocare la morte con una overdose e quelle che non danno dipendenza fisica -in caso psicologica- come la cannabis, è un evidente errore che ha trasformato in delinquenti il malato-tossicodipendente e il consumatore medio di droghe. Se, come sostiene l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la tossicodipendenza è una malattia, sono urgenti politiche di riduzione del danno per cercare "solo" di salvare vite.

Dopo l’urgenza si dovrà anche affrontare la scelta proibizionista in sé del nostro ordinamento, mettendo mano all’adesione dell’Italia ai trattati internazionali che legano anche il nostro Paese a questa scelta.

Il ministro per la Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, prima al Senato poi alla Camera, ha già illustrato le linee guida di un possibile intervento del Governo. Un buon contributo e una buona partenza, a nostro avviso: il consumatore di droghe dovrebbe essere punibile solo se provoca danno ad altri, mentre allo Stato sarebbero affidate prevenzione, cura e informazione nonchè lotta a criminalità e narcotraffico.

Per le ragioni sopra esposte si sollecita la Camera dei Deputati, attraverso le commissioni competenti Affari Sociali e Giustizia, ad aprire al più presto un confronto fra le diverse proposte di legge al riguardo già depositate, che saranno integrate dal disegno di legge del Governo, quando formalmente depositato in Parlamento.

Il silenzio, sottovalutando un problema che riguarda tutta la società, le libertà dei singoli e l’economia, sarebbe perpetrare in quell’errore politico che ha generato e alimenta risposte sbagliate.

 

I capigruppo nelle Commissioni Affari Sociali e Giustizia:

Donatella Poretti - Enrico Buemi (Rosa nel Pugno)

Tommaso Pellegrino - Paola Balducci (Verdi)

Daniela Dioguardi - Daniele Farina (Rifondazione Comunista - SE)

Luigi Cancrini - Silvio Crapolicchio (PdCI)

Katia Zanotti - Carlo Leoni (Sinistra Democratica per il Socialismo Europeo)

Giuseppe Astore (Italia dei Valori)

Lucio Barani (Partito Socialista-Nuovo Psi)

Droghe: alla Camera pdl sui test antidroga ai parlamentari

 

Notiziario Aduc, 23 giugno 2007

 

 

Alla Camera approda in commissione la proposta di Pier Ferdinando Casini sui test antidroga ai parlamentari. La legge sarà ai blocchi di partenza il prossimo martedì mattina, alla Affari costituzionali. Relatore, l’Udc Maurizio Ronconi. La legge, sottoscritta da 89 deputati (Udc al completo, ma anche parecchi aennini e forzisti, tra i quali i capigruppo La Russa e Vito, e pure alcuni ulivisti e un Verde) è stata di recente rilanciata dal leader centrista alla trasmissione di Fiorello ‘Viva radio 2’. E dalla prossima settimana si entra nel merito.

Due soli articoli per l’antidoping’ parlamentare, con la finalità di "assicurare trasparenza e informazione al cittadino" sull’eventuale uso di droghe da parte dei suoi rappresentanti per "favorire la libera e consapevole determinazione della volontà dell’elettorato". In pratica, deputati e senatori saranno sottoposti al test al momento della nomina e una o più volte all’anno in date stabilite dai presidenti dei due rami. Nel rispetto delle norme sulla privacy, i risultati saranno poi resi noti, a meno che l’assunzione di stupefacenti non sia prescritta dal medico per uso terapeutico. Il test non sarà obbligatorio, ma il nome di chi rifiuta finirà in un elenco pubblico.

Europa: in 10 anni forte aumento reati legati a discriminazioni

 

Redattore Sociale, 23 giugno 2007

 

Particolare recrudescenza nei fenomeni di antisemitismo e contro gay e lesbiche. Le conclusioni del rapporto 2007 dell’Ong Human Rights First. Tra i governi più impegnati: Francia, Germania, Regno Unito, Russia ed Ucraina.

I crimini legati all’odio sono aumentati in modo intenso nel corso dell’ultimo decennio in Europa. In particolare c’è stata una recrudescenza nei fenomeni di antisemitismo e contro gay e lesbiche. Sono queste le principali conclusioni del rapporto 2007 dell’ONG statunitense Human Rights First, che lavora in difesa dei diritti umani.

Il rapporto si riferisce agli avvenimenti del 2006 e spiega come i governi europei (soprattutto in Francia, Germania, Regno Unito, Federazione Russa ed Ucraina) si siano impegnati nel combattere i crimini legati all’odio razziale, anche se la strada da percorrere per sradicare queste pratiche è ancora lunga.

In particolare, sugli attacchi contro gli ebrei, nel rapporto si legge: "che l’antisemitismo persiste ad alto livello in tutta Europa e in America del Nord". Gli attacchi antisemitici nel 2006 sono aumentati drammaticamente rispetto a quelli registrati l’anno precedente, raggiungendo addirittura il picco più alto da quando si è cominciato a monitorarli, nel 1984.

Anche la discriminazione e le violenze nei confronti della popolazione musulmana europea sono persistite inalterate nel corso del 2006, nonostante un numero di incidenti registrati inferiore al 2005, anno in cui si verificò un picco vertiginoso in seguito agli attacchi alla metropolitana londinese.

La violenza contro gli omosessuali sta diventando poi sempre più visibile in molte parti d’Europa, sebbene solo Svezia e Regno Unito si siano impegnati a monitorare tali attacchi in modo dettagliato e ufficiale. Una maggiore presenza pubblica degli omosessuali in molti casi ha portato con sé un incremento nella retorica omofobica e nelle ripercussioni violente. Questo è stato ad esempio il caso delle manifestazioni Gay pride organizzate in cinque città dell’Est Europa - Mosca, Bucharest, Varsavia, Riga e Tallin - durante la primavera e l’estate del 2006.

Nel corso della conferenza di presentazione del rapporto, Maureen Byrnes, direttrice di Human Rights First, ha affermato che "la violenza motivata da pregiudizi razziali rimane un serio problema in Europa. Mentre alcuni paesi come Francia, Germania e Regno Unito si sono impegnati a monitorare sistematicamente questi crimini, la maggior parte dei paesi non raccoglie nemmeno dati per compilare statistiche sul problema. Questo riflette una sottintesa indifferenza da parte di molti governi".

Il rapporto analizza un campione di paesi con dovizia di dettagli. Nella Federazione Russa, ad esempio, c’è stata una proliferazione di attacchi violenti nei confronti di minoranze etniche e religiose nazionali. Un caso per tutti: a gennaio un estremista ha ferito con un coltello nove fedeli riuniti in preghiera nella sinagoga di Mosca. Con la stessa intensità si sono registrati attacchi razzisti in Ucraina nei confronti di persone di origine africana e di altre minoranze. In Ottobre cinque uomini hanno attaccato ed ucciso un uomo di origine nigeriana. In Germania, crimini di matrice razziale hanno raggiunto le soglie più alte da quando il sistema di monitoraggio corrente è stato introdotto, nel 2001.

"Gli Stati europei in particolare, devono rendersi conto della necessità di combattere i crimini legati all’odio razziale, ponendoli fra le proprie priorità politiche" conclude la Byrnes. Secondo Human Rights First, le armi per combattere questi crimini si trovano nelle mani dei governi europei: le conclusioni del rapporto invitano caldamente ad adottare leggi che prevedano pene adeguate per tali reati, a stabilire dei sistemi ufficiali di monitoraggio dei crimini legati all’odio, e ad adottare una politica di tolleranza zero.

Polonia: 20mila detenuti (forse) al lavoro per "Euro 2012"

 

Ansa, 23 giugno 2007

 

Il governo polacco sta seriamente valutando la possibilità di utilizzare circa 20.000 detenuti per la costruzione di strade, stadi e alberghi per il campionato di calcio europeo del 2012.

La Polonia ha elaborato un ambizioso programma per sostituire le fatiscenti strutture realizzate durante l’era comunista prima dell’Euro 2012, ma il settore delle costruzioni, che sta vivendo un vero e proprio boom, è a corto di manodopera, anche perché molti polacchi sono emigrati all’estero in cerca di salari migliori.

Pawel Nasilowski, vice capo dell’amministrazione carceraria polacca, ha detto ieri all’agenzia di stampa Pap che il programma edilizio potrebbe essere utilizzato anche come sistema di riabilitazione per i detenuti. Ai carcerati sarebbe consentito di uscire soltanto sotto stretto controllo. La Polonia ospiterà l’Euro 2012 insieme all’Ucraina.

Cina: pestato in carcere attivista per diritti umani cieco

 

Vita, 23 giugno 2007

 

Cheng Guangcheng picchiato da carcerati su istigazione delle guardie. Appello di Amnesty International: "la sua vita è in pericolo".

L’attivista cinese per i diritti umani Cheng Guangcheng, che è cieco, è stato picchiato in carcere da altri detenuti su istigazione delle guardie. Lo denuncia oggi Amnesty International, precisando che a Cheng sono state negate le cure mediche e che l’attivista ha iniziato uno sciopero della fame per protesta. "Amnesty International ritiene che la sua vita sia in pericolo, e che rischi altre torture e maltrattamenti", denuncia un comunicato dell’associazione per i diritti umani. Il pestaggio del 16 giugno è stato raccontato da Chen alla moglie, quando la donna è andata a trovarlo il 19 nel carcere di Linyi, dove è detenuto. Chen ha detto di essere stato punito per aver insistito nel voler chiedere un appello alla sentenza di condanna che gli è stata comminata dall’alta corte della provincia di Shandong.

Esperto legale autodidatta, ma cieco fin da bambino, Chen ha bisogno di un aiuto esterno per scrivere l’appello, ma sinora le autorità hanno limitato la durata delle visite della moglie o dell’avvocato, impedendo di fatto la stesura del ricorso. Chen è diventato famoso nel 2005 guidando la protesta di decine di famiglie della regione di Linyi contro una campagna di sterilizzazioni e aborti forzati. Alcuni funzionari di basso livello sono stati rimossi e o arrestati in seguito alle denunce dell’attivista. Ma poi lo stesso Chen è stato arrestato nel 2006 per alcuni scontri fra polizia e contadini, e condannato in un processo che Amnesty ha definito "politicamente motivato".

 

 

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