Rassegna stampa 15 gennaio

 

Giustizia: amnistia e indulto, fine della farsa…

 

Il Tempo, 15 gennaio 2006

 

La Camera affossa definitivamente amnistia e indulto. Il provvedimento, licenziato neanche due giorni fa dalla commissione Giustizia di Montecitorio, viene bocciato: per quanto riguarda l’amnistia, con solo otto voti di scarto e per quanto riguarda l’indulto, con 206 "sì" e 178 "no". L’Unione si divide e il risultato, per altro piuttosto scontato, viene salutato con favore dalla Lega e da An, da sempre contrarie a concedere i provvedimenti di clemenza. Mentre la "Rosa nel pugno", con tanto di Marco Pannella che si materializza in Transatlantico dopo il voto, attacca Ds e Dl per aver votato "no" all’amnistia. Anche nella Cdl la spaccatura è evidente: FI e Udc votano "sì", mentre An e Lega, contrarie, fanno ostruzionismo. Sull’indulto senza amnistia, però si ricompattano votando unite contro. "Un provvedimento dimezzato - spiega Erminia Mazzoni (Udc) - non serve a nessuno...". Il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini si definisce "facile profeta" e afferma: "Non ci voleva tanto a capire che questo sarebbe stato l’esito, non si doveva essere un Einstein della politica. Ci sono stati troppi condizionamenti esterni e c’è chi ha giocato con la vicenda per interessi politici che poco avevano a che fare con il problema". Mentre il ministro della Giustizia dichiara: "Ancora una volta i detenuti sono stati illusi...". L’aula e i conti... L’ostruzionismo di An e Lega "inchioda" dall’altra sera l’Aula della Camera ad un dibattito infinito. La seduta comincia presto, ma si arriva al primo voto solo in tarda mattinata, quando si bocciano le questioni pregiudiziali e sospensive presentate da An e Lega. Per il primo voto sugli emendamenti si deve aspettare il pomeriggio. Casini mette subito le carte in tavola: per gli emendamenti soppressivi serve la maggioranza semplice, mentre per quelli sostitutivi e per gli articoli del testo, nonchè per il provvedimento nel suo complesso, serve la maggioranza qualificata dei due terzi (406 voti). "I conti - profetizza subito Giovanni Kessler (Ds) - sono presto fatti: 406 deputati che dicono "sì all’amnistia" non ci sono. Quindi i giochi sono già finiti...". Ma per bocciare l’amnistia ne bastano di meno. L’emendamento soppressivo dell’articolo che la introduceva, che necessita di una maggioranza semplice, passa con 206 "sì" e 191 "no". Cioè con 15 voti di differenza e con solo 8 di scarto. Subito dopo tocca all’indulto respinto con 206 sì all’emendamento soppressivo e con 178 "no" più due astenuti. E all’indulto ridotto, affossato quasi all’unanimità (353 sì,3 no, 2 astenuti). Nessuno chiede il voto segreto. Nessuno chiede il voto segreto. Definito fino a ieri sera "necessario" anche dal deputato della Margherita Roberto Giachetti, da sempre tifoso del provvedimento di clemenza (fu lui a raccogliere le firme per far riunire la Camera il 27 dicembre scorso), in quanto avrebbe garantito una maggiore "libertà di azione", nessuno lo invoca. Per chiederlo servono le firme di 30 deputati o la domanda da parte del presidente di un gruppo parlamentare. Ma nessuno si muove. "Hanno fatto bene a non chiederlo - tuona Marco Pannella - così ognuno viene inchiodato alle proprie responsabilità". Unione e Cdl si spaccano e scoppia la polemica. Il centrosinistra si divide: Ds e Dl dicono "no" all’amnistia e "sì" all’indulto. Rosa nel pugno e sinistra radicale protestano. "È un errore gravissimo", dichiara Enrico Boselli. Ma dopo il voto si alza il tono della polemica. E il capogruppo dei Dl Pierluigi Castagnetti lancia il suo "j’accuse" agli alleati: "L’amnistia per come era stata scritta era una presa in giro. Lo dico a Buemi e a chi l’ha sostenuta. Serviva solo per una speculazione elettoralistica...". Mentre Pannella rincara la dose: "In quale Unione entriamo? In quella di Santi Apostoli o in quella con i Ds, Bossi e La Russa?". Significativo anche il leader dell’Udeur Clemente Mastella: "È stato un errore seguire un pifferaio fintamente magico come Pannella...". Finisce così una farsa che ha occupato le pagine dei giornali per un mese. Anche se era chiaro dal primo minuto che non c’erano nè i numeri e nè i tempi per varare la legge. Ora la farsa è davvero finita.

Giustizia: e adesso le carceri incendieranno la politica...

 

L’opinione, 15 gennaio 2006

 

Martedì 10 gennaio 2006 era ripreso ufficialmente in Parlamento il confronto sulla questione dell’amnistia e dell’indulto. Il dibattito cominciava in Commissione Giustizia alla Camera, così come promesso dal Presidente Casini, e con tutti i buoni propositi post-natalizi. Paradossalmente, il rappresentante di Governo incaricato di seguire il provvedimento era il sottosegretario di Stato onorevole Luigi Vitali, colui che anche se non in modo manifesto, è stato tanto evocato nel dibattito del 27 dicembre scorso, almeno come il fautore massimo della cosiddetta legge ex Cirielli. Si, perché ad onor del vero, il tema dell’amnistia non ha fatto altro che mettere in evidenza la summa delle scaramucce politiche, che in questi anni hanno imperversato nel confronto politico tra i Poli. Un finto dibattito, una tavola rotonda basata sul nulla, una cartina di tornasole delle vere intenzioni politiche di un dialogo ormai interrotto da lungo tempo.

O meglio, una occasione sprecata sulla possibilità di dare una speranza a tutti coloro che stanno in carcere e che ormai difficilmente vedranno un provvedimento di indulgenza. Nella discussione che si è svolta in Parlamento, a volte anche con argomenti alquanto sprovveduti come la opportunità o meno dell’orario di convocazione, si sono raffrontate le posizioni di ciascun gruppo parlamentare: l’amnistia voluta dagli esponenti di Forza Italia collideva con chi ha fortemente voluto una stretta di vite per coloro che si trovano in posizione di recidiva, e anche nella stessa Casa della Libertà (ad esempio agli amici di Alleanza Nazionale). Ma la stravaganza s’è dimostrata anche a Sinistra, proprio per le posizioni che storicamente hanno sempre segnato la politica garantista dello schieramento degli stessi Democratici, contrari ad una amnistia ma non all’indulto. Così la campagna elettorale ha fatto le sue prime vittime, i detenuti. Solo che in una democrazia ormai celebrata, come quella in cui dovremmo trovarci noi, il problema dell’amnistia non avrebbe dovuto rappresentare il problema delle carceri, non un punto di debolezza, ma un punto di forza, non un atto per il quale ci si può giocare una campagna elettorale, ma un atto di umanità. Quindi incongruenti le posizioni dei DS, di Alleanza Nazionale e della stessa Lega, che non hanno messo in campo strumenti alternativi al problema delle carceri.

Ormai conosciamo bene i numeri del disagio, del sovraffollamento, conosciamo ormai lo stato di carenza in cui sono costretti molti detenuti, senza docce nelle celle, senza acqua calda. Carenze che toccano anche gli operatori della Polizia Penitenziaria che sono tenuti a svolgere il loro lavoro in condizioni limite ogni benedetto giorno. Ma alla luce degli avvenimenti, abbiamo dimenticato della possibilità di sanzioni alternative (detenzione domiciliare durante il week-end, le misure interdittive, i lavori socialmente utili o finalizzati al risarcimento del danno). Come abbiamo dimenticato la possibilità che un detenuto possa reinserirsi nella società molto più agevolmente se riabilitato attraverso sanzioni alternative. Si pensa al detenuto come socialmente pericoloso, quando allo stato solo il 12% della popolazione carceraria è dentro per reati di criminalità organizzata o reati di sangue: il resto sono tossicodipendenti ed emarginati. E dai fatti sin qui delineati, emerge che non esiste una volontà politica che superi lo stato in cui versa il popolo delle carceri in questo Paese. Oggi il problema resta, e sembra che incendierà le polveri anche nei prossimi cinque anni di legislatura.

Amnistia: Fini; un volgare inganno sulla pelle dei detenuti

 

Apcom, 15 gennaio 2006

 

Nonostante la contrarietà a indulto e amnistia Gianfranco Fini, dal palco dell’Assemblea nazionale di An, non rinuncia a commentare il dibattito che si è avuto nei giorni scorsi in Parlamento sull’opportunità di un gesto di clemenza per i detenuti. "Quando si parla di sovraffollamento delle carceri non si risponde con l’amnistia - ha detto - che è stato un volgare inganno sulla pelle dei detenuti rappresentato da qualcuno per lucrare vantaggi elettorali. Siamo stati molto più coerenti noi di Alleanza nazionale".

Amnistia, La Russa; svelato il bluff, non c’erano i numeri

 

Sesto Potere, 15 gennaio 2006

 

"Anche un bambino di cinque anni o un consigliere circoscrizionale di un paese sperduto avrebbe potuto capire subito che non c’erano né le condizioni politiche, né i numeri perché passasse il provvedimento sull’amnistia e l’indulto". Cosi’ il capogruppo di An alla Camera, Ignazio La Russa, commenta il voto a Montecitorio che ha bocciato il provvedimento di clemenza. Mostrando soddisfazione per il risultato, La Russa che aggiunto: "Siamo stati bravi non soltanto a dire no, ma anche a sventare una manovra che ci voleva bloccati su questo tema. Sospendendo l’ostruzionismo abbiamo potuto vedere il bluff della sinistra e di chi sosteneva il provvedimento. Litigavano tra loro solo per motivi elettoralistici. Ma queste non sono cose da prendere alla leggera, altrimenti si creano aspettative nel mondo del carcere difficili da spegnere".

Bari: protesta dei detenuti per lo stop all’amnistia-indulto

 

Gazzetta del Mezzogiorno, 15 gennaio 2006

 

Anche nel carcere di Bari infuria la protesta dei detenuti per il "no" del parlamento a amnistia e indulto. Momenti di tensione a partire dal tardo pomeriggio. Le scene di protesta sono state notate anche dall’esterno del penitenziario. I reclusi agitavano posate e altri oggetti contro le sbarre delle finestre delle celle. Nulla è trapelato di quel che è accaduto all’interno. Interpellato intorno alle 21, l’ispettore di Polizia penitenziaria addetto alla sorveglianza ha rifiutato il colloquio col cronista. Fonti bene informate hanno comunque confermato che per tutta la sera la tensione è stata alle stelle. D’altra parte il carcere barese trattiene più di 600 detenuti, il doppio di quanti ne potrebbe recludere.

Viterbo: niente apertura del reparto ospedaliero per i detenuti

 

Il Messaggero, 15 gennaio 2006

 

"Non disponibili ad una eventuale apertura, fino a quando il personale promesso non sarà visibile in loco". Unità ospedaliera di medicina protetta a Belcolle per i detenuti malati oncologici e infettivi: nonostante le promesse, per le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria quella di domani sarà una falsa partenza. Ma la carenza di uomini in pianta organica non è l’unico quid che non quadra; in discussione c’è qualcosa di più, c’è il fattore sicurezza. I detenuti rischiano infatti di trovarsi di fronte a un accesso diretto verso la libertà.

A porre il problema sono la Uil Pubblica amministrazione penitenziari di Roma e del Lazio e il Sappe, dopo un incontro al carcere di Mammagialla sul tema. "Il provveditore regionale del Lazio - dice il coordinatore di Roma e del Lazio della Uilpa penitenziari, Daniele Nicastrini - ha dato rassicurazioni sul fatto che l’amministrazione centrale, a partire dal capo del dipartimento, avrebbe destinato le unità necessarie per avviare l’apertura della struttura a regime. Ma essendo la stessa di interesse nazionale, finché non vedremo il personale sul posto non siamo disponibili". Ancora più duro il Sappe, che accusa l’amministrazione penitenziaria di voler "aprire il nuovo reparto incurante dei problemi strutturali, logistici e organici dello stesso". E poi pone un tema prioritario, quel piccolo problema legato alla sicurezza. "Sul percorso che i detenuti affronteranno ogni volta che ci saranno da fare delle visite - spiega la segreteria provinciale - c’è una porta antipanico che dà direttamente su una strada secondaria". Da qui si va dritti all’uscita, un passaggio per il paradiso senza alcun ostacolo.

La Spezia: foto dal carcere, i detenuti si raccontano

 

Secolo XIX, 15 gennaio 2006

 

Si intitola "Convivenze 02/05" e raccoglie le immagini realizzate da una quarantina di detenuti della Casa circondariale della Spezia. Il libro, con le foto scattate nei laboratori di educazione all’immagine tenuti, appunto tra il 2002 e il 2005, dentro al carcere di Villa Andreino da Enrico Amici nell’ambito del progetto "Fotografia ed esperienza", sarà presentato mercoledì 18 gennaio alle ore 17 al Centro d’Arte Moderna e Contemporanea di piazza Battisti. Promosso dall’assessorato al Welfare del Comune della Spezia assieme alla direzione dell Casa circondariale, il progetto è stato portato avanti dagli insegnanti dei corsi di grafica pubblicitaria dell’istituto professionale "Einaudi". Enrico Amici è il curatore del volume, realizzato in 1500 esemplari con il contributo della Fondazione Carispe e stampato dalla Tipografia Moderna che ne è anche la casa editrice. Mercoledì, durante la presentazione, si incontreranno per la prima volta al Camec alcuni studenti del corso di grafica pubblicitaria dell’Einaudi con detenuti che frequentano lo stesso corso in carcere.

L’opera, che contiene circa 170 immagini, è stata presentata in anteprima in Comune dall’assessore Massimo Federici, da Enrico Amici, dal direttore della Casa circondariale Maria Cristina Bigi, dal preside dell’Einaudi Clementina Petillo, da Franco Arzelà presidente dell’Istituto Regionale Ricerca Educativa della Liguria e dall’educatrice carceraria Licia Vanni. "È questo il risultato di una delle tante esperienze promosse dal Comune con la Casa circondariale - ha sottolineato Federici - strumenti idonei a cercare di rompere la separazione tra la realtà carceraria e le sue vicende umane e la città". Maria Cristina Bigi ha ricordato come il volume abbia dietro di sé l’impegno e gli sforzi di tante persone, dell’amministrazione penitenziaria, degli enti locali, dell’istituzione scuola e degli stessi detenuti: "Si tratta - ha detto - del compendio di quanto fatto all’interno del carcere con i laboratori e ne rappresenta il filo conduttore, un risultato particolarmente apprezzabile sia sotto l’aspetto qualitativo che sotto il profilo umano, che inoltre testimonia le tante sinergie messe in campo".

I corsi e i laboratori sono ancor più apprezzabili in quanto possono offrire una nuova possibilità di lavoro ai detenuti una volta scontata la pena. La preside Petillo dopo avere ricordato il non facile lavoro degli educatori del suo istituto a contatto con la realtà carceraria ha ricordato come "Convivenze" sintetizzi tantissimi progetti messi in atto dalla scuola nel carcere in questi anni, dai filmati "Il mare dentro", "Diversi confini" e "Alto mare", al "Calendario 2003", al percorso di collage "Un colpo a regola d’arte". "Abbiamo dato voce ad una umanità dolente - ha aggiunto la preside - offrendo ai detenuti la possibilità di esprimere le loro sofferenze, i loro sentimenti e il loro dolore". La necessità di abbattere quelle che ha definito "sbarre culturali", è stata invece rimarcata da Verzillo, che ha ricordato come le attività educative all’interno delle carceri siano un aspetto fondamentale del riscatto esistenziale del singolo e rivestano una importante funzione di ricostruzione del sé nell’ambito del periodo detentivo. Per Amici si è trattato di una esperienza didattica in un percorso integrativo parallelo tra studenti interni ed esterni al carcere, mentre l’intero progetto ha avuto lo scopo di avvicinare e sensibilizzare la comunità al problema dei detenuti e di creare un dialogo tra la comunità e la realtà carceraria. È stata un’occasione per i protagonisti di "Convivenze" per varcare le mura del carcere e dare voce ed espressione alla speranza di riscatto. I testi all’interno del volume sono stati curati da Erri De Luca, Amilcare Mario Grassi, Paolo Manfredini, Tae Haye, Xingwu, Vittorio Lo Valvo, Maria Cristina Bigi, Massimo Federici, Clementina Petillo e Francesco Verzillo.

Catania: Litterio Story allieta il pomeriggio dei detenuti

 

Ansa, 15 gennaio 2006

 

"Litterio Story" al carcere Bicocca di Catania. Enrico Guarneri, Giovanna Criscuolo e Vincenzo Volo hanno allietato per un po’ la permanenza di molti detenuti. Un pomeriggio di spensieratezza quello che i detenuti del carcere di Bicocca hanno trascorso ieri in compagnia di uno dei beniamini del pubblico siciliano, l’attore cabarettista Enrico Guarneri, in arte "Litterio", che ha messo in scena un’altra puntata della sua "Litterio Story" che tanto successo ha riscosso nella trasmissione "Insieme" di Antenna Sicilia. L’iniziativa è stata promossa dall’Amministrazione guidata dal sindaco Umberto Scapagnini ed in particolare dall’assessorato alla Promozione Sociale retto da Stefania Gulino. Sia il sindaco Scapagnini, sia l’assessore Gulino erano presenti in prima fila allo spettacolo presentato dal giornalista Salvo La Rosa.

Prima che cominciasse la manifestazione, il sindaco ha sottolineato "il grande impegno dell’Amministrazione verso realtà problematiche, come quelle delle carceri, che non devono essere dimenticate, ma considerate privilegiate in un sistema di recupero attraverso diversificate manifestazioni culturali ed artistiche". La Rosa, dopo una breve introduzione nella quale ha sottolineato la immediata collaborazione tra l’amministrazione e la compagnia che già in altre occasioni ha offerto sorrisi ai detenuti di diverse carceri, ha passato il testimone agli artisti. Oltre a Guarneri c’erano anche gli attori Giovanna Criscuolo e Vincenzo Volo, che hanno così allietato il pomeriggio dei detenuti di Bicocca che hanno dimostrato di apprezzare molto lo spettacolo offerto dagli artisti nostrani, che hanno mostrato grande sensibilità nel presentare gag all’insegna di una comicità tutta siciliana.

Caserta: lavoro per i detenuti, progetto della Provincia

 

Ansa, 15 gennaio 2006

 

Un programma di interventi per favorire l’avvio di percorsi formativi e l’inserimento nel mondo del lavoro dei detenuti. Lo prevede l’Accordo di rete tra la Provincia di Caserta e il Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria della Campania, che sarà firmato lunedì prossimo, 16 gennaio, nella sede del Centro per l’impiego di Caserta in via Sud Piazza d’Armi. L’intesa è stata promossa dall’assessore provinciale alle Politiche del lavoro, Enrico Milani e sarà sottoscritta dal Provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Tommaso Contestabile.

La sinergia con l’Amministrazione penitenziaria consentirà di sperimentare un nuovo metodo di lavoro attraverso progetti integrati che avranno come obiettivo comune "il recupero di risorse umane ed energie sociali compromesse dalle conseguenze dell’aver commesso reati". Saranno i Centri per l’impiego provinciali a fornire informazione e dati sull’offerta occupazionale disponibile e a individuare iniziative di formazione per i detenuti e per i soggetti in esecuzione penale esterna.

 

 

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