Rassegna stampa 11 gennaio

 

Amnistia: provvedimento in aula alla camera oggi pomeriggio

 

Apcom, 11 gennaio 2006

 

Il provvedimento di amnistia e indulto arriverà nell’aula della Camera oggi pomeriggio. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio riunitasi stamane. Lega e An hanno espresso la loro contrarietà alla calendarizzazione decisa dai capigruppo.

An e Lega preannunciano "un’opposizione molto dura" che, secondo il capogruppo di An, Ignazio La Russa, "non garantisce, al momento, che si possa raggiungere la maggioranza" dei voti. Per La Russa è solo una scelta di "propaganda elettorale. Sembra che l’unico problema serio sia questo dell’amnistia. Per cui - ha spiegato La Russa al termine della riunione dei capigruppo - Alleanza Nazionale, che aveva un atteggiamento sereno su questo tema, visto questa elettoralistica accelerazione, ha detto chiaramente di non capire come si possa anticipare l’amnistia rispetto ad un provvedimento come il riordino delle carriere dei carabinieri, delle forze dell’ordine, nonché la legittima difesa già prevista per domani".

Oggi pomeriggio arriva, quindi, il provvedimento sull’amnistia in Aula "cancellando addirittura la ratifica dei trattati esteri, e domani mattina, dopo la proposta per il voto ai militari italiani all’estero, si prosegue ad oltranza sull’amnistia". Viene, quindi, meno il "clima sereno" assicurato inizialmente da An e Lega, che preannunciano "opposizione molto dura".

"Anche Forza Italia ha auspicato che l’amnistia fosse discussa il prima possibile. Per noi - ha spiegato il capogruppo della Lega, Andrea Gibelli - c’erano altre necessità, ad esempio il provvedimento sulla legittima difesa, già approvato da un ramo del Parlamento. Faremo opposizione molto dura".

La discussione sull’amnistia e l’indulto, che inizierà oggi pomeriggio, riprenderà domani mattina alle 11 con le prime votazioni sul complesso degli emendamenti. Prima, alle 9.30, si voterà il provvedimento che riguarda il voto dei militari italiani all’estero.

Il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha riferito il capogruppo dello Sdi Ugo Intini, ha assunto l’impegno di far fare uno studio dei provvedimenti che potrebbero essere votati in Commissione in sede deliberante. Tra martedì e mercoledì prossimo si terrà una nuova Conferenza dei capigruppo per definire il calendario di gennaio.

Franco Giordano (Rifondazione Comunista) ha sottolineato che nella conferenza dei capigruppo di oggi "di positivo c’è la decisione sull’immediata calendarizzazione del provvedimento su amnistia e indulto. E di negativo c’è il fatto che l’opposizione annunciata da An e Lega è davvero di una cinica strumentalità". Per Ugo Intini (Sdi-Rosa nel Pugno) la calendarizzazione dell’amnistia "è un successo" ed "è evidente che la maggioranza è divisa ed è curioso - ha sottolineato - che parte della maggioranza minacci ostruzionismo. Credo che domani mattina - ha osservato Intini - ci sarà il primo voto che è di importanza decisiva perché se ci saranno i 2/3, il provvedimento andrà avanti anche fronteggiando l’ostruzionismo di Lega e An che evidentemente puntano alla propaganda. Io credo che nei gruppi parlamentari e nelle coscienze dei singoli deputati ci sia un largo spazio per un provvedimento di amnistia. E spero e credo che a favore dell’amnistia i numeri sarebbero molti di più di quanti sarebbero sulla carta".

Amnistia: primo sì al testo in Commissione Giustizia alla Camera

 

Tg Com, 11 gennaio 2006

 

Dopo quasi cinque ore di dibattito, la commissione Giustizia di Montecitorio dà il primo via libera ad un provvedimento di clemenza a favore dei detenuti. Il provvedimento su amnistia e indulto approderà in Aula a Montecitorio nel pomeriggio, in base alla decisione presa dalla Conferenza dei capigruppo della Camera.

Accanto all’indulto, previsto dal testo base giacente in commissione dal gennaio 2003, viene inserita anche l’amnistia grazie all’approvazione di un emendamento del responsabile Giustizia dello Sdi, Enrico Buemi.

Resta comunque la pesante incognita dell’Aula, dove sarà necessaria la maggioranza dei due terzi. Ds e Margherita restano infatti contrari all’amnistia (ieri si sono astenuti), la Lega si oppone a qualsiasi provvedimento di clemenza così come An, ieri assente in Commissione.

Il testo approvato prevede che sia concessa l’amnistia "per ogni reato non finanziario per il quale è stabilita una pena detentiva non superiore nel massimo a quattro anni ovvero una pena pecuniaria, sola o congiunta a detta pena". L’amnistia è inoltre concessa per i reati a mezzo stampa, per la violenza o minaccia e resistenza a pubblico ufficiale sempre che non abbia causato lesioni personali gravi o morte, per rissa, truffa, per ogni reato commesso dai minori di diciotto anni salvo alcune eccezioni. Non è concessa invece ai recidivi, ai delinquenti abituali, o professionali o per tendenza. Non si applica, inoltre, ai reati commessi dai pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione, ai reati di mafia, ai reati commessi in occasione di calamità naturali, ai reati di evasione, a quelli di false dichiarazioni al difensore e al pm, ai reati di violenza privata. Resta l’indulto non superiore ai due anni per chi abbia scontato un quarto della pena e non superiore ai 10 mila euro per le pene pecuniarie.

Amnistia: Violante mette le mani avanti, poche speranze

 

L’opinione, 11 gennaio 2006

 

"Non bisogna illudere i detenuti. Noi faremo il possibile: siamo favorevoli all’indulto, ma francamente non mi pare ci siano le condizioni". Luciano Violante, ieri pomeriggio ha messo le mani avanti a proposito di amnistia in zona Cesarini di questa quattordicesima legislatura. Gli ha risposto sarcasticamente a stretto giro di posta Sergio d’Elia di "Nessuno tocchi Caino", con una citazione da Fantozzi: "come è buono lei signor Violante, con i detenuti". La riunione della commissione giustizia alla Camera era stata monitorata tutto il giorno dal presidio che i Radicali, le associazioni del volontariato e i sindacati degli agenti penitenziari tengono da giorni davanti a Montecitorio. Ma nonostante tutta la buona volontà, la logica, la sicurezza e la decenza militino per il varo di questo provvedimento, la verità è che sembra non esserci più trippa per gatti. E questo nonostante l’approccio ottimista che l’esponente dello Sdi Enrico Buemi aveva avuto con le proprie dichiarazioni alle agenzie. Come al solito tutto si arenerà per colpa dell’ipocrisia di una sinistra che non vuole lasciare ad An e alla Lega l’aut-out pre elettorale di legge e ordine. La strategia per mandare tutto all’aria è semplice: marciare divisi per non colpire uniti. E poi con un Di Pietro in casa che un giorno sì e l’altro pure fa il guastafeste in materia di giustizia tutto diventa più facile.

Anche tentare di fare ricadere sull’opposto schieramento politico la colpa del nulla di fatto. Così Tonino del Mugello può sentenziare che "continuare a parlare di amnistia e continuare a riproporla è una mossa sbagliata e disonesta nei confronti di tutte quelle persone detenute che sperano in un atto di clemenza e che ogni volta vedono smentita questa loro speranza. A fine legislatura è un’inutile perdita di tempo". Restano, schierati senza sé e senza ma, per la coerenza con l’appello di Woytyla a un provvedimento di umanità verso i detenuti solo, oltre ai Radicali italiani e agli addetti ai lavori, i verdi, i comunisti unitari e rifondaroli più qualche cattolico trasversale ai due schieramenti. Tutto molto lontano da quei due terzi del Parlamento che una demagogica modifica dell’articolo 79 della Costituzione rese necessari per procedere a un nuovo provvedimento sfolla galere. Sembra di ritornare ai tempi dell’indultino quando la montagna partorì il topolino. Peccato che le nostre patrie galere partoriscano solo morti suicidi. Uno a settimana per tutto il 2005.

Firenze: il problema di Sollicciano resta il sovraffollamento

 

Ansa, 11 gennaio 2006

 

Alcuni interventi sono stati effettuati, altri sono in corso e altri ancora dovranno essere fatti per riportare la situazione all’interno del carcere di Sollicciano a un livello accettabile. Ma resta sempre, e anzi rischia di diventare sempre più grave, il problema del sovraffollamento. È questo il dato emerso al termine dell’incontro, convocato dall’assessore alle politiche sociosanitarie Graziano Cioni, per fare il punto sulla situazione all’interno del carcere e sui lavori concordati nei mesi scorsi tra Amministrazione comunale, Amministrazione carceraria e Azienda sanitaria.

"La scorsa estate emerse con forza la situazione critica all’interno del carcere di Sollicciano - spiega l’assessore Cioni - sia per lo stato di degrado della struttura sia per il sovraffollamento, arrivato a livelli inaccettabili". Alla fine di luglio i detenuti erano infatti 1.011 (935 uomini e 86 donne) cui si aggiungevano 7 bambini. "Ebbene, se alcuni interventi sono stati effettuati in risposta alle emergenze segnalate dall’Azienda sanitaria, per esempio in materia di infiltrazioni e di impianti di aerazione - aggiunge l’assessore Cioni - la situazione complessiva rimane critica".

Dai successivi sopralluoghi dell’Asl infatti sono emersi elementi di degrado in altre sezioni del carcere, ma soprattutto quello che preoccupa é il sovraffollamento, ormai cronico, del carcere di Sollicciano. Ad oggi i detenuti sono 1.023 cui si aggiungono 4 bambini e, come sottolinea il garante Corleone, "è molto concreto il rischio che si tratti di un numero destinato ad aumentare nei prossimi mesi". "Come Comune riconosciamo lo sforzo serio effettuato dall’Amministrazione carceraria all’interno del penitenziario - ribadisce l’assessore Cioni - però annullato dall’esagerato affollamento di detenuti. Finora sono stati portati a termine o previsti interventi tampone, quello che serve è invece un progetto complessivo per riportare le condizioni a livello accettabili e ovviamente le risorse per portarlo a termine". All’incontro era presente, tra gli altri, il direttore del carcere fiorentino Oreste Cacurri.

Venezia: le carceri di Venezia sono belle... altro che da buttare

 

Il Gazzettino, 11 gennaio 2006

 

"Altro che da buttare, le carceri di Venezia sono belle". A pronunciare questa singolare affermazione è uno dei fondatori storici della Cooperativa Rio Terà dei Pensieri, Raffaele Levorato, che da tredici anni visita le carceri quotidianamente e che perciò la realtà penitenziaria veneziana la conosce molto bene. "Frequento le carceri dal 1993 - afferma Levorato - ed entro ogni giorno nel femminile o nel maschile. Sono rimasto stupito dall’affermazione che la casa di reclusione femminile sarebbe da buttare: in realtà è un collegio svizzero, peccato che manchino le studentesse". All’interno del carcere della Giudecca gran parte delle donne detenute è impegnata in un qualche lavoro - lavanderia, laboratorio di cosmesi, sartoria, legatoria, calzoleria, orto con sbocco di mercato in città, anche ad alti livelli come nel settore alberghiero - il che rende la casa di detenzione femminile una realtà molto attiva. Lo stesso sindaco Cacciari, nella sua recente visita, ha riconosciuto il merito di questo al lavoro delle cooperative, di alta professionalità, eccezionale e forse unico a livello nazionale, grazie alla grande sensibilità e all’intelligente impegno con cui la direttrice Gabriella Straffi affronta i problemi delle carceri veneziane. "Mi piacerebbe che la stessa attenzione che c’è da diverso tempo sul carcere femminile si facesse anche su Santa Maria Maggiore - continua Levorato - È un carcere dove si soffre e dove (a differenza del femminile dove le porte delle celle sono aperte dalle 8 alle 20) la gente è chiusa in cella 20 ore su 24". Soprattutto lo storico volontario della cooperativa Rio Terà dei Pensieri auspica al più presto una visita del sindaco Cacciari alla realtà maschile. Cacciari è andato a Santa Maria Maggiore 12 anni fa, per l’inaugurazione del laboratorio di editoria. Per l’occasione aveva regalato quattro magnolie ai carcerati: le piante costituiscono ancora oggi l’unico angolo verde della struttura. "È l’unica erba che si vede - dice Levorato - vorrei che tornasse ancora". "Il carcere femminile è bello, c’è vita - continua Levorato -, ma quello maschile entro marzo-aprile, appena finiranno i lavori di ristrutturazione, diventerà un carcere casalingo, alla vecchia, più umano, molto meglio delle carceri nuove, tutte costruite in cemento. Il sovraffollamento è diminuito, da 270 carcerati siamo passati a 225 e, ultimata la ristrutturazione, dovrebbero arrivare nuovi laboratori, in modo di consentire ai detenuti di uscire dalle celle per andare a lavorare nei laboratori. Il periodo di detenzione così passa più velocemente e hanno meno tempo per pensare alle loro cose tristi. Diverse persone straniere, una volta uscite di carcere, mi hanno cercato per ringraziarmi". La cooperativa sta anche studiando con la direttrice Straffi la possibilità di un’attività alla ex casa di lavoro maschile della Giudecca, dove sono detenuti in custodia attenuata. Un sogno di Levorato sarebbe poi quello di trasformare l’abbandonata chiesa di Santa Maria Maggiore in altri laboratori. "C’è però il rischio che il nuovo braccio non possa essere aperto in primavera - conclude Levorato - per la mancanza di un numero sufficiente di agenti di polizia penitenziaria".

Amnistia: Antigone; con sì al testo fuori 18.000 detenuti

 

Ansa, 11 gennaio 2006

 

“Se solo fosse approvato il testo ieri licenziato dalla Commissione Giustizia potrebbero uscire dalle carceri circa 18.000 detenuti. Sono questi infatti coloro i quali hanno un residuo pena inferiore ai 2 anni”. Ad affermarlo è Patrizio Gonnella, presidente nazionale di Antigone, secondo il quale però “il testo presenta ancora troppe cautele e troppe eccezioni; comunque sarebbe importante che la Camera, prima dello scioglimento, arrivasse al voto, per capire chi è favorevole, chi è contrario e chi invece eccede in tatticismo”.
“Oggi nelle carceri ci sono quasi 61.000 detenuti – continua Gonnella -, con la ex Cirielli si arriverà entro pochi mesi a stipare ulteriori decine di migliaia di detenuti non si sa in quali luoghi. Di fronte a questa situazione un atto di clemenza generalizzato è un atto di giustizia sostanziale. La preannunciata dura opposizione della Lega e di An confina queste forze politiche in un angolo buio, triste. Dovrebbe contemporaneamente facilitare tutte le forze dell’Unione a schierarsi compatte per un provvedimento di amnistia e di indulto i più ampi possibile. Le elezioni non si vincono o non si perdono alimentando paure ed insicurezze.”

Droghe: la polverina della paura, di Raffaella Olandese

 

Corriere di Como, 11 gennaio 2006

 

Reati commessi per avere il denaro per acquistare una dose di droga e reati violenti compiuti, quasi senza saperlo, sotto l’effetto delle sostanze stupefacenti. È duplice il collegamento tra tossicodipendenza e criminalità, secondo la responsabile del Servizio Tossicodipendenze (Sert) dell’Asl di Como, Raffaella Olandese.

"Purtroppo, ormai da tempo, gli stupefacenti sono causa diretta o indiretta di molteplici reati - dice l’esperta - E il forte aumento negli ultimi anni del consumo di cocaina, considerata la droga dei ricchi, non ha ridotto i reati legati alla tossicodipendenza".

"In realtà, la cocaina è diventata una droga per tutti - precisa Raffaella Olandese - Certo, ci sono alcuni consumatori che non hanno problemi a gestire la dipendenza senza commettere reati, ma con la diffusione dell’uso di questa sostanza in tutte le categorie e fasce di età, capita spesso che la dipendenza porti a commettere reati di furto o rapina per procurarsi la sostanza".

"Un’ulteriore aggravante - osserva ancora Raffaella Olandese - è che la cocaina è una sostanza psicostimolante e quindi si possono attuare comportamenti violenti sotto effetto della droga. Ai reati per avere soldi si aggiungono così violenze e aggressioni dovute all’alterazione del comportamento. Questo vale anche per alcuni psicofarmaci forti, che compromettono lo stato del sistema nervoso e quindi possono portare a commettere reati senza quasi rendersi conto della gravità di quello che si sta facendo".

"L’incidenza della droga sui reati è un dato reale che sperimentiamo soprattutto entrando in carcere per l’assistenza ai detenuti con problemi di tossicodipendenza - insiste l’esperta - La legge prevede la messa a punto di programmi terapeutici mirati, ad esempio per il reinserimento lavorativo o il ricovero in comunità terapeutiche".

Una possibilità che non può essere vista come una facile scappatoia per evitare il carcere. "Innanzitutto deve essere fatta una diagnosi precisa di tossicodipendenza - dice Raffaella Olandese - Inoltre chi fa richiesta di questi percorsi deve avere requisiti specifici. Alcuni detenuti fanno questa richiesta solo per evitare la carcerazione, pensando che sia un percorso facile. In realtà chi non ha motivazioni sufficienti spesso disattende il programma, ricade nel reato e si vede revocata dai giudici questa possibilità".

"Per questo abbiamo sviluppato il progetto Spazio Carcere - aggiunge la responsabile del Sert - che ci permette di mettere a punto programmi per chi vuole intraprendere seriamente un percorso terapeutico. Grazie a questo lavoro stiamo registrando un netto miglioramento dell’efficacia di questi interventi nelle comunità terapeutiche".

 

 

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