Rassegna stampa 29 luglio

 

Sicurezza: dal Senato via libera al decreto legge Pisanu

 

Adnkronos, 29 luglio 2005

 

Via libera del Senato alle misure antiterrorismo, contenute in un decreto legge, del ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Ora il provvedimento passa alla Camera. "È sicuramente una giornata positiva per la lotta al terrorismo. Il Senato ha migliorato in maniera significativa il nostro decreto e lo ha approvato con una larghissima maggioranza che riflette sicuramente l’unità degli italiani nella lotta contro il terrorismo", è il commento del titolare del Viminale. Il provvedimento presentato dal ministro dell’Interno ha ottenuto anche il sì dei senatori Ds, Margherita, Sdi, Udeur, Idv. Hanno votato contro Verdi, Prc, Pdci. Dal ministro l’invito agli italiani ad "andare in vacanza secondo i loro programmi e considerare realisticamente la minaccia come hanno mostrato di saper fare fino a questo momento". Soddisfazione per "l’unione bipartisan che c’è stata" è stata espressa dal presidente del Senato Marcello Pera. "Credo - ha aggiunto - che sia la prima volta in questa sala". Pera ha poi annunciato che il Senato è riconvocato per martedì prossimo se la Camera dovesse modificare il provvedimento.

Nel corso dell’esame, l’Assemblea di Palazzo Madama ha stralciato l’art. 16 dal decreto legge Pisanu che prevede di affidare al ministro della Giustizia l’autorizzazione a procedere per i reati di terrorismo internazionale. In mattinata si era cercato di raggiungere un accordo per ritoccare le norme ma la necessità di riflettere attentamente sull’articolo ha indotto alla presentazione di un ordine del giorno in cui si impegna il governo a inserire le norme in un provvedimento futuro. Il governo ha accolto l’ordine del giorno ed è stato successivamente approvato l’emendamento soppressivo dell’art. 16. La Lega ha votato no alla soppressione dell’articolo, ma ha espresso parere favorevole all’ordine del giorno. Il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano, avvicinato a palazzo Madama, ha riferito che le norme saranno inserite nel disegno di legge sulla superprocura varato nell’ultimo Consiglio dei ministri.

Approvato anche un emendamento della Lega Nord che inasprisce le pene per chi indossa in pubblico o in un luogo pubblico chador, burqa, caschi integrali e altro elemento che copra integralmente il volto di una persona. Si tratta di un inasprimento della legge 152 del 1975 che proibisce di circolare in luoghi pubblici con il viso coperto: si passa da 6 mesi a 1 anno a 1 e 2 anni e l’ammenda è passata da 1000 a 2000 euro.

Durante l’esame in aula, è arrivato il via libera anche ad un emendamento che prevede che militari impiegati in servizi di vigilanza, di fronte a comportamenti che possano mettere in pericolo l’incolumità delle persone o delle strutture sorvegliate, possano procedere all’identificazione e a trattenere sul posto persone e mezzi di trasporto, come già previsto attualmente. Si prevede, inoltre, che, in casi di necessità e urgenza che non consentano un tempestivo provvedimento dell’autorità giudiziaria, possano anche procedere a perquisizioni sul posto, per accertare l’eventuale possesso di armi, esplosivi e strumenti di effrazione. In nessun caso i militari avranno le funzioni di agenti di Polizia giudiziaria. "Lo scopo - ha spiegato il relatore del provvedimento Gabriele Boscetto - è quello di rendere i poteri conferiti ai militari maggiormente aderenti al delicato contesto operativo di intervento, limitando i concreti rischi per l’incolumità e la sicurezza delle infrastrutture vigilate e rendendo sicuramente più efficace il servizio in questione. Tali attribuzioni, peraltro, hanno una portata meno ampia rispetto a quelle a suo tempo conferite ai contingenti interessati all’operazione "Vespri siciliani", per i quali furono previste anche la qualifica di agente di pubblica sicurezza e la facoltà di accompagnare le persone fermate presso gli uffici di Polizia".

Sicurezza: sul "Pacchetto Pisanu" c’è l’intesa politica

 

Corriere della Sera, 29 luglio 2005

 

Il clima è quasi quello dell’unità nazionale. Il decreto antiterrorismo arriva al Senato e, come aveva chiesto il presidente Marcello Pera, potrebbe essere approvato domani pomeriggio. Margherita, Ds e Sdi confermano l’atteggiamento di massima apertura già espresso con gli applausi tributati al ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu che alla Camera aveva illustrato la sua linea di intervento. E accettano di discutere con la maggioranza gli aspetti "controversi" per arrivare ad un accordo. Ma, come sul rifinanziamento per la missione in Iraq, Verdi, Prc e Pdci hanno una posizione diversa rispetto ai colleghi del resto dell’Unione e fanno sapere che il loro orientamento è per il no.

Intanto anche la Camera decide di lavorare ad oltranza. "È inimmaginabile - dichiara il presidente Pier Ferdinando Casini - che si vada in ferie senza aver esaminato il provvedimento". Alcuni punti vengono contestati da Ds e Margherita. Ma come spiega il diessino Massimo Brutti "non abbiamo alcuna preclusione, né siamo intenzionati a porre alcun veto". Rinvio a data da destinarsi viene invece deciso per la norma che concedeva alle forze armate il potere di perquisire e controllare persone e luoghi sospetti. Quell’emendamento inserito inaspettatamente nel decreto della pubblica amministrazione sarà riscritto per delineare meglio i limiti.

Per accelerare i tempi si decide di procedere in commissione con la seduta notturna in modo da arrivare in Aula questo pomeriggio. Sono cinque gli emendamenti preparati da Ds e Margherita, ma è soprattutto su due articoli che la richiesta di modifica viene ritenuta "irrinunciabile". Il primo riguarda l’obbligo per la magistratura di chiedere l’autorizzazione a procedere al Guardasigilli quando si contesta il reato di terrorismo internazionale. "È una estensione di un articolo del Codice penale già in vigore - chiarisce Brutti -, ma poiché in questo caso riguarderebbe reati commessi sul territorio nazionale, crediamo non sia opportuno legare l’obbligatorietà dell’azione penale al giudizio del Guardasigilli".

Cambiamenti vengono chiesti anche sulla norma che affida al procuratore generale della Cassazione il potere di autorizzare gli 007 a compiere intercettazioni preventive. "La volontà comune di maggioranza e opposizione - dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia Renato Schifani - è di lavorare insieme con concordia su eventuali esigenze di modifica del provvedimento. Il momento è delicato e bisogna dare una risposta al Paese. Abbiamo preso atto della disponibilità dell’opposizione a non ricorrere a nessun atteggiamento ostruzionistico e questo lascia ben sperare". La conferma arriva dal capogruppo dei Ds Gavino Angius. "Noi - puntualizza - siamo in ogni caso per perseguire due obiettivi. Il primo è quello di cercare la più ampia unità e coesione possibili; ovviamente, un’unità che deve essere nel merito delle misure adottate. E poi proponiamo che comunque il Parlamento nella sua interezza licenzi prima della pausa estiva il provvedimento. Sono i due punti che guidano la nostra iniziativa".

Nessuna apertura, invece, dalla sinistra radicale che chiede un dibattito approfondito. "Si tratta di misure inefficaci - dice il leader del Prc Fausto Bertinotti - e lesive dello Stato di diritto". "Siamo orientati per la contrarietà - spiega il Verde Alfonso Pecoraro Scanio - e invitiamo i colleghi del centrosinistra a non cadere nella trappola di rincorrere la Cdl". Reato di terrorismo internazionale Per la maggioranza per avviare le indagini si deve ottenere l’autorizzazione del Guardasigilli. Per l’opposizione: nessuna dipendenza dal ministro Intercettazioni preventive agli 007 Maggioranza: l’autorizzazione deve essere concessa dal procuratore generale della Cassazione.

Opposizione: il potere di autorizzazione spetta ai procuratori dei capoluoghi Prelievo forzoso del Dma Per la maggioranza il prelievo deve essere effettuato "nel cavo orale". Secondo l’opposizione non deve essere fornita una disposizione "fisicamente didascalica" Espulsioni degli extracomunitari Maggioranza: in certi casi il provvedimento può anche essere senza motivazione. Opposizione: norme più rigide, ma sempre garantendo il diritto di difesa e dunque la motivazione Colloqui investigativi in carcere Per la maggioranza possono effettuarli ufficiali di livello provinciale o loro delegati. Secondo l’opposizione devono essere affidati a investigatori specializzati

Sicurezza: via libera bipartisan al "Pacchetto Pisanu"

 

Ansa, 29 luglio 2005

 

Disco verde del Senato al "pacchetto anti-terrorismo" presentato dal ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu. Ora il provvedimento passa alla Camera. "È sicuramente una giornata positiva per la lotta al terrorismo. Il Senato ha migliorato in maniera significativa il nostro decreto e lo ha approvato con una larghissima maggioranza che riflette sicuramente l’unità degli italiani nella lotta contro il terrorismo", è il commento di Giuseppe Pisanu.

Il provvedimento ha ottenuto anche il sì dei senatori Ds, Margherita, Sdi, Udeur, Italia dei valori. Hanno votato contro Verdi, Prc, Pdci. Dal ministro l’invito agli italiani ad "andare in vacanza secondo i loro programmi e considerare realisticamente la minaccia come hanno mostrato di saper fare fino a questo momento".

Nel corso dell’esame, l’Assemblea di Palazzo Madama ha stralciato l’art. 16 dal decreto legge Pisanu che prevede di affidare al ministro della Giustizia l’autorizzazione a procedere per i reati di terrorismo internazionale. In mattinata si era cercato di raggiungere un accordo per ritoccare le norme ma la necessità di riflettere attentamente sull’articolo ha indotto alla presentazione di un ordine del giorno in cui si impegna il governo a inserire le norme in un provvedimento futuro. Il governo ha accolto l’ordine del giorno ed è stato successivamente approvato l’emendamento soppressivo dell’art. 16. La Lega ha votato no alla soppressione dell’articolo, ma ha espresso parere favorevole all’ordine del giorno.

Sicurezza: Brutti; fatta nostra parte con senso di responsabilità

 

Apcom, 29 luglio 2005

 

"Il decreto legge è stato modificato in punti significativi e le norme anti-terrorismo sono migliori, oggi, grazie al nostro contributo". È quanto sottolinea in una nota il senatore Massimo Brutti, responsabile giustizia dei Democratici di Sinistra commentando il via libera di Palazzo Madama al pacchetto Pisanu.

"Ci siamo adoperati per arrivare ovunque possibile a soluzioni condivise. Abbiamo ritenuto necessario fare la nostra parte, con senso di responsabilità, per raggiungere una convergenza unitaria. Un risultato - prosegue il senatore - che è stato raggiunto anche grazie al clima costruttivo che si è instaurato nel corso dei lavori, prima in commissione e poi in aula. Sono state isolate e respinte le proposte più estreme, provenienti dalla Lega, che puntavano ad esempio a prolungare oltre le 24 ore e a dismisura la durata del fermo per l’identificazione".

"Abbiamo corretto e migliorato alcuni aspetti - spiega Brutti - che destavano numerose perplessità, in particolare le norme sulle espulsioni amministrative. Sulla base di una nostra proposta è stata correttamente delimitata la portata dei colloqui investigativi nella materia del terrorismo. Abbiamo ottenuto la soppressione dell’autorizzazione a procedere da parte del ministro di Giustizia per l’esercizio dell’azione penale in merito a reati di terrorismo internazionale, che ci appariva una interferenza ingiustificata del governo nella giurisdizione".

Inoltre, prosegue l’esponente della Quercia "abbiamo ottenuto anche che l’autorizzazione ai servizi di intelligence per le intercettazioni non venisse assegnata al procuratore generale della Cassazione, che è magistrato di legittimità, ma ai procuratori generali presso la Corte d’appello. Abbiamo ottenuto norme più garantiste per il fermo con finalità di identificazione".

"La convergenza unitaria che si è realizzata qui in Senato - afferma - può costituire un segnale positivo per i cittadini, che in questo momento sono preoccupati e allarmati dalla minaccia del terrorismo. Viviamo una stagione delicata che richiede sobrietà, impegno, concordia tra le istituzioni e soprattutto misure concrete".

"Lavoreremo ancora, con lo stesso spirito, - conclude Brutti -per affrontare quei nodi ineludibili che questo decreto non tocca minimamente: le risorse finanziarie destinate alla sicurezza, a tutt’oggi decisamente insufficienti, il coordinamento delle indagini giudiziarie in materia di terrorismo e la riforma dell’intelligence".

Sicurezza: Pisanu al Senato; no allo scontro tra civiltà

 

Ansa, 29 luglio 2005

 

"Non possiamo confondere la minaccia del terrorismo islamico con la religione, la cultura e la civiltà dell’Islam, ribadiamo dunque il nostro no allo scontro tra civiltà, ma rinnoviamo i nostri sforzi per cogliere la concreta dimensione internazionale del pericolo e fronteggiarla al meglio, concertando una risposta comune dinanzi a una minaccia sempre più chiaramente comune". È questo il messaggio politico che il Ministro degli Interni, Giuseppe Pisanu, porta all’esame dell’Aula di palazzo Madama, che domani dovrà votare il provvedimento antiterrorismo varato la scorsa settimana dal Governo.

Nel suo discorso il titolare del Viminale ha ricordato che la battaglia contro il radicalismo islamico si combatte e si vince in due modi: uno con le armi contro i terroristi e l’altro tendendo una mano ai musulmani pacifici. Il Ministro ha poi sostenuto come un’ alleanza con i Paesi islamici esposti alla minaccia terrorismo di matrice fondamentalista possa aiutare i Paesi occidentali nella lotta al terrore. Sempre riferendosi ai rapporti tra mondo occidentale e Islam il Ministro Pisanu ha evidenziato il ruolo della "Consulta" per l’Islam italiana, presso il Ministero degli Interni, nella quale approfondire tutti i problemi che possono essere ostacolo all’integrazione e all’esercizio dei diritti civili, compresi quelli collegati alla libertà religiosa e alla convivenza pacifica. La Consulta sarà formata - ha aggiunto Pisanu - da "persone di cultura" e religione islamica, non solo estranee ad ogni forma di fanatismo religioso o di estremismo politico, ma che aderiscano in maniera convinta alle regole del nostro ordinamento democratico.

Il Ministro dell’Interno ha poi ricordato che il suo collega degli esteri, Gianfranco Fini promuoverà entro l’anno un incontro con i giovani provenienti dai Paesi Arabi.

 

Più controllo del territorio

 

Il Governo intende controllare di più il territorio per prevenire gli atti di terrorismo, incrementando il numero degli operatori destinati a questo servizio, recuperando il personale oggi in servizio presso i reparti scorte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza. Il Ministro dell’Interno - Giuseppe Pisanu - nel suo intervento questo pomeriggio al Senato ha ricordato come il decreto legge che dispone misure urgenti per il contrasto del terrorismo internazionale preveda interventi in proposito. In particolare, saranno aumentati i poliziotti e i carabinieri di quartiere ( già nella scorsa settimana sono entrati in servizio 750 nuove unità e entro la fine dell’anno altrettanti saranno dislocati nelle aree urbane a particolare rischio).

Le attività di prevenzione e indagine delle forze di Polizia hanno consentito, ha spiegato Pisanu di conoscere " le moschee", le scuole craniche, i centri culturali e gli altri luoghi di aggregazione" dove l’immigrazione islamica in Italia si riunisce. A proposito di Shengen, l’ Italia non chiuderà le frontiere, ma intensificherà i controlli , così come già fatto ai confini tra l’Austria e la Slovenia.

Tra i provvedimenti che i senatori si apprestano ad esaminare e sui quali voteranno domani (oggi pomeriggio in Commissione Giustizia e Affari Costituzionali di Palazzo Madama sono stati presentati 120 emendamenti dall’opposizione) ci sono quelli che riguardano il Dna, l’importazione, la commercializzazione, il trasporto e l’impiego di esplosivo, le attività di volo, il ripristino dell’arresto fuori flagranza di reato per la violazione degli obblighi della sorveglianza speciale, l’espulsione dell’immigrato che sia considerato un pericolo per la sicurezza nazionale o che agevoli un’organizzazione terroristica.

Il provvedimento verrebbe sospeso qualora lo straniero collaborasse con l’autorità giudiziaria. Tra gli altri punti previsti per il decreto legge all’esame, ci sono anche i colloqui investigativi, il raddoppio da 12 a 24 ore del fermo di polizia giudiziaria per identificazione di persone sospette. Sulla questione delle schede telefoniche il Ministro degli Interni ha ribadito che i dati di traffico dovranno essere conservati fino al 31 dicembre 2007, ferma restando la necessità dell’autorizzazione giudiziaria per il loro utilizzo.

Viterbo: chiude la mensa del carcere, agenti senza pasto

 

Il Messaggero, 29 luglio 2005

 

Dal 12 agosto le guardie carcerarie di Mammagialla rimarranno a bocca asciutta: senza il servizio mensa. Dal 12 agosto cinque cuochi, dipendenti della Rcm andranno a casa: senza più un lavoro, licenziati. Il perché? L’azienda che gestisce l’appalto di ristorazione per i dipendenti della casa circondariale viterbese è in liquidazione e cinque lavoratori (quattro donne e un uomo), oltre a non avere più un’occupazione, rischiano anche di perdere gli stipendi arretrati e il trattamento di fine rapporto (Tfr). Per questo duplice problema è scesa in campo la Cisl-Fisascat.

Dice il segretario generale, Giorgio Petroselli: "Ora il disagio è doppio e bisogna trovare una soluzione al più presto. Tuttociò è solo la conseguenza degli appalti a massimo ribasso che, di fatto, costeranno poco, ma sicuramente non sono in grado né di offrire un servizio ai dipendenti del carcere né di tutelare i lavoratori della ditta che si aggiudica l’appalto". Intanto stanno scomparendo piano piano dalla cucine della mensa i vari macchinari e a breve sarà tabula rasa. "Per questo - continua Petroselli - abbiamo inviato già una lettera al direttore di Mammagialla per chiedergli un incontro chiarificatore al più presto, entro il 12 agosto".

Olanda: pene più severe per chi esalta il terrorismo

 

Ansa, 29 luglio 2005

 

Pena fino a 2 anni di reclusione in Olanda per chi "glorifica" atti di terrorismo, ma anche chi li minimizza o li nega. Questa è la misura contenuta in un progetto di legge che il governo olandese presenterà ufficialmente in Parlamento a fine anno, e che riguarderà anche il negazionismo del genocidio e dei crimini di guerra. Secondo le previsioni del ministero della Giustizia dell’Aja la proposta di legge dovrebbe entrare in vigore entro la prossima estate.

Usa: condannato rifiuta grazia, meglio la morte che l'ergastolo

 

Ansa, 29 luglio 2005

 

Kevin Conner, 40 anni, ha preferito morire piuttosto che passare il resto dei suoi giorni in carcere. Connor in una lettera al governatore aveva fatto esplicita richiesta affinché non gli venisse concessa la grazia. "Uccidere una persona è molto più onesto e umano - ha scritto - di imporre la repressione con la scusa della giustizia del sistema penale". L’esecuzione è avvenuta ieri mattina nella prigione di Michigan, nello stato dell’Indiana.

Milano: arrestati 15 semiliberi, rapinavano e spacciavano

 

Ansa, 29 luglio 2005

 

Erano in semilibertà, uscivano dal carcere e andavano a rapinare banche e spacciavano droga. Invece di seguire i programmi di lavoro e di riabilitazione, una quindicina di detenuti continuavano a commettere reati, a Milano e nel milanese. Sono stati però scoperti dalla polizia, che ha sgominato l’organizzazione e ha emesso quindici ordinanze di custodia cautelare.

Durante i monitoraggi ai detenuti in semilibertà, gli investigatori hanno scoperto che i soggetti controllati non si recavano in aziende o cooperative a lavorare ma facevano sopralluoghi fuori e dentro istituti di credito dove, poi, venivano effettuati i colpi. Con i soldi derivati dalle rapine, poi, secondo quanto spiegato dalla questura di Milano, veniva acquistata cocaina che finiva in bar, centri commerciali e locali.

Bologna: tutte le carenze della "Dozza" e del "Pratello"

 

Bandiera Gialla, 29 luglio 2005

 

Sovraffollamento, carenze igienico sanitarie, mancanza di educatori professionali o assistenti sociali, presenza di barriere architettoniche e mancata vigilanza dell’Ausl sul cpt; sono questi i problemi delle carceri bolognesi sollevati da Medicina Democratica e confermati anche dal Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl di Bologna nel suo rapporto relativo al primo semestre 2005. Alla Dozza il problema principale è senz’altro il sovraffollamento, che si traduce nella presenza di 1.030 detenuti all’interno di una struttura pensata per accoglierne 437.

Ovviamente la conseguenza principale è il deteriorarsi delle condizioni igienico sanitarie della struttura. Si registrano infatti quattro casi di tubercolosi e sette di scabbia, che si collocano nel quadro più ampio di riduzione delle risorse finanziarie destinate al trattamento e all’assistenza sanitaria: i 30 infermieri operanti all’interno del carcere non vi lavorano a tempo pieno, in quanto distaccati dall’ASL. I detenuti tossicodipendenti risultano 277 e 20 le persone affette dal virus dell’Hiv. Si aggiunge poi il problema della mancanza di educatori, solo uno per ogni cento detenuti, che si ripercuote sulle opportunità, per chi sta in carcere, di essere reinserito adeguatamente nella società. Infine, la carenza di informazioni e di assistenza legale, impedisce ai detenuti di accedere a misure quali i permessi settimanali, la semilibertà, la liberazione anticipata.

Per quanto riguarda l’istituto penale per minori del Pratello, invece, a fronte di una capacità ricettiva di 12 persone, la struttura ospita 20 ragazzi di cui solo uno è italiano. Qui manca l’assistente sociale e il cortile non è sufficientemente spazioso per poter svolgere attività sportive come basket o pallavolo. A questo si aggiungono i problemi dovuti ai recenti lavori di ristrutturazione, che hanno peggiorato, rispetto agli anni passati, la situazione degli spazi disponibili e le condizioni di sovraffollamento dei locali e delle celle.

"Le carceri devono cessare di essere terra di nessuno dove i diritti delle persone rimangono ibernati; ­ commenta Vito Totire del circolo "Chico" Mendes e rappresentante di Medicina Democratica - le incongruenze riscontrate devono essere sanate al più presto, altrimenti le visite ispettive divengono vuote e inefficaci. Un importare strumento potrebbe essere una composizione maggiormente multidisciplinare dell’équipe dell’Ausl che visita le carceri, in modo da poter valutare anche la situazione delle persone in regime di semilibertà, e in particolar modo le condizioni di sicurezza sul lavoro." Ma la polemica maggiore si scatena sui cpt. "Anche i centri di permanenza temporanea, che andrebbero comunque sciolti, dovrebbero essere sottoposti alla vigilanza delle Aziende sanitarie locali ­ propone Vito Totire - così come avviene per qualsiasi locale pubblico e per tutte le prigioni".

Empoli: progetto Danza e carcere, saggio-spettacolo Motus

 

Giustizia.it, 29 luglio 2005

 

"È stata un’esperienza bellissima", così esordisce Paolo, affidato in prova ai servizi sociali, alla fine del saggio-spettacolo Motus, messo in scena a conclusione del progetto Danza e carcere. Realizzato dal Dap del ministero della Giustizia, con l’associazione InScena e l’Istituto Universitario di Scienze Motorie (ex Isef) di Roma, il progetto ha coinvolto dodici (9 uomini e 3 donne) fra affidati, semiliberi e ammessi al lavoro esterno ex articolo 21 dell’ordinamento penitenziario.

"Sono uno sportivo", prosegue Paolo, "ma la boxe, non mi aveva mai dato queste emozioni. Ho potuto esprimermi sia dal punto di vista fisico che emotivo, questa attività ti aiuta a tirar fuori i problemi e le insicurezze. E poi ci siamo fatti anche un sacco di risate". Al corso di attività espressivo-motorie, che Paolo e gli altri hanno frequentato per un anno una volta a settimana, hanno partecipato anche alcuni studenti dello Iusm in tirocinio di formazione. Le lezioni, di quattro ore ciascuna, erano tenute nella palestra monumentale dell’Istituto universitario da Alessandro Mezzetti, un insegnante che ha ottenuto simpatia e attenzione dai suoi allievi. "È una persona straordinaria", dice Paolo, "ha saputo coinvolgerci in tutti i sensi". Paolo racconta ancora: "All’inizio alcuni di noi erano un po’ dubbiosi sulla partecipazione al corso. Ma, probabilmente, si trattava solo di un imbarazzo iniziale nel fare gli esercizi. Che cosa ho imparato? Soprattutto ad essere me stesso, ma anche a mettermi alla prova e a superare le insicurezze. Mi piacerebbe tanto continuare".

Sulmona: proposto corso "ad hoc" per far laureare i detenuti

 

Il Messaggero, 29 luglio 2005

 

Una laurea in carcere. Questa l’iniziativa presa dalla fondazione "Istituto per lo studio del diritto dell’esecuzione penale e del diritto penitenziario" di Sulmona. Alla presenza del direttore del penitenziario di via Lamaccio, Giacinto Siciliano, e del preside del consorzio per il polo universitario, Fabrizio Politi, l’avvocato Lando Sciuba, presidente dell’associazione, ha invitato ieri durante una conferenza stampa, la direzione generale della amministrazione penitenziaria, i rettori delle università abruzzesi, l’assessorato alla cultura delle Regione Abruzzo e gli enti locali, a partecipare alla conferenza programmatica che si terrà presso la sala delle udienze del Tribunale di Sulmona il prossimo 29 settembre per esaminare la possibilità di varare un corso di laurea in materie giuridiche ed economiche. Primo esempio in Italia, il corso di laurea avrebbe come bacino di utenza la popolazione degl’istituto penitenziario di Sulmona e del personale dell’amministrazione penitenziaria in servizio presso tale struttura e presso la scuola di formazione, senza comunque escludere ulteriori possibili ambiti di utenza.

Partendo dal presupposto che a Sulmona esiste un istituto penitenziario la cui popolazione ospitata, mediamente, ha un relativo grado di istruzione media, è legittimo pensare ad un "corso di studi universitari, nel particolare contesto umano ed operativo della realtà intra-muraria. Questo - dice l’avvocato Sciuba, - rappresenterebbe una eccezionale occasione di impegno culturale e didattico, di prospettive esistenziali e, per quanto del caso, di concreto perseguimento di un processo di recupero morale e sociale nel segno più autentico e reale del principio della individualizzazione della pena in fase esecutiva". Per ciò che attiene i problemi logistici dell’organizzazione la presenza della moderna struttura penitenziaria di via Lamaccio e della scuola di formazione del personale dell’amministrazione penitenziaria, risolverebbe all’origine qualunque preoccupazione. Inoltre, la Fondazione assicura la disponibilità non solo della propria biblioteca specializzata in materie giuridiche ma anche quella del consiglio dell’ordine forense della città. Sono già pronti ad impegnarsi almeno venticinque professionisti.

 

 

Precedente Home Su Successiva