Rassegna stampa 7 giugno

 

Milano: 21enne suicida in carcere, doveva scontare ancora sei mesi

 

Adnkronos, 7 giugno 2005

 

Doveva scontare ancora sei mesi di reclusione un giovane detenuto che nel carcere di Bollate domenica pomeriggio intorno alle 15.30 si è impiccato nel bagno della cella che divideva con altri ragazzi. Forse il giovane, che era stato trasferito dal carcere di San Vittore e che era stato condannato a dieci mesi per droga, era depresso. Il gesto viene definito "assurdo" dal responsabile delle carceri lombarde Luigi Pagano: Bollate è un carcere a "regime aperto" e poi all’interno della cella c’erano altri detenuti tutti giovani. Domenica pomeriggio dopo il pranzo A.R. ha preso la corda dell’accappatoio e si è ucciso. Sul suo corpo è stata disposta l’autopsia.

Roma: Sappe; rischio epidemia di parotite a Rebibbia Femminile

 

Agi, 7 giugno 2005

 

Una giovane detenuta della casa circondariale femminile di Roma è stata ricoverata presso l’ospedale Spallanzani, dopo che le è stata diagnosticata una pariotite, malattia altamente contagiosa. A renderlo noto è il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria che, in un comunicato, ha sottolineato come la situazione igienico sanitaria del penitenziario romano sia ormai divenuta insostenibile. La scorsa settimana un’altra detenuta, affetta da Aids, è morta per aver contratto il virus della varicella, diffusosi in maniera epidemica. Il Sappe, da giorni presente davanti alla struttura con un sit-in, continuerà la protesta e preannuncia nuove iniziative non esclusa quella di una manifestazione davanti palazzo Chigi, Montecitorio e Palazzo Madama per denunciare la grave carenza di personale.

Guantanamo: improbabile la chiusura della base-carcere

 

Ansa, 7 giugno 2005

 

Torna a far discutere Guantanamo dopo le dichiarazioni di oggi sulla sua difficile chiusura. Lo afferma il capo di stato maggiore interarmi Usa, Richard Myers, dopo la proposta di chiusura del campo-prigione sollevata dal senatore democratico Joseph Biden. I detenuti vanno portati davanti il tribunale e non rimessi in libertà aggiunge Myers sottolineando come in passato alcuni di loro, a seguito del rilascio, sono ritornati a combattere.

Tratta: nel 2004 tra le 2.000 e le 3.000 le vittime in Italia

 

Redattore Sociale, 7 giugno 2005

 

ROMA - L’Italia è paese di destinazione e transito del traffico di donne e bambini per lo sfruttamento sessuale e del lavoro: nel 2004 le vittime sono state tra le 2000 e le 3000, provenienti principalmente da Nigeria, Romania, Moldova, Ucraina e Albania. Lo rivela il Rapporto annuale sul traffico di esseri umani redatto dal Dipartimento di stato statunitense e pubblicato in sintesi su Nuoveschiavitu.it. Il portale, frutto della collaborazione tra il Cestim e l’ong Mlal Progetto Mondo, approfondisce la realtà della tratta e racconta on line le nuove forme di schiavitù con notizie settimanali, storie, interviste e schede informative.

"Nel 2004, il governo italiano è risultato primo in Europa per il numero di persone vittime di questi traffici che sono state protette con speciali visti e programmi di assistenza statale; - si legge - molte delle vittime che hanno ricevuto aiuto sono state integrate con successo nella società italiana". Per quanto riguarda il 2004, il governo "non ha fornito statistiche aggregate e aggiornate sul rispetto delle leggi": non si sa quindi se si sia verificato o meno un miglioramento negli sforzi per contrastare tali traffici. Le statistiche disponibili dell’anno 2003 hanno riportato 328 arresti, in aumento rispetto ai 209 del 2002. Tra il 2002 e il 2003 sono state registrate 41 sentenze di condanna di primo grado.

Rapporto diritti globali 2005: cresce la disuguaglianza sociale

 

Redattore Sociale, 7 giugno 2005

 

"Rapporto sui diritti globali 2005": cresce la disuguaglianza sociale, insieme al disagio abitativo (a Milano circa 8mila immigrati vivono in zone dismesse); 17mila persone rinchiuse nei Cpt; record italiano nella povertà infantile (rispetto all’Ue): 1 milione 700mila i minori poveri, il 16,6% del totale. Sono alcuni dei dati contenuti nelle 4 sezioni (Diritti economico-sindacali; Diritti sociali; Diritti umani, civili e politici; Diritti globali ed ecologico-ambientali, articolate a loro volta in 17 capitoli) del volume presentato oggi presso la sede nazionale della Cgil; curato da Sergio Segio, il rapporto è stato realizzato dalla Associazione SocietàINformazione e promosso dalla Cgil nazionale in collaborazione con il Coordinamento nazionale delle Comunità di accoglienza (Cnca), Arci, Legambiente, Antigone e Forum ambientalista, associazioni italiane rappresentative e territorialmente diffuse impegnate sulle problematiche trattate dallo studio, pubblicato dalla casa editrice Ediesse.

Tra i temi affrontati, il diritto all’informazione, nuove e vecchie povertà, le politiche sui redditi e quelle sociali, le trasformazioni del mercato del lavoro, la sicurezza e la salute sui luoghi di lavoro, lo sfruttamento minorile, il carcere e la giustizia, le droghe e le politiche neoautoritarie, il Terzo settore e l’economia solidale, i nuovi movimenti e la globalizzazione, le guerre infinite e i terrorismi globali, i diritti umani, la tortura e le discriminazioni nel mondo, lo stato del pianeta e lo sviluppo, le politiche ambientali nel mondo e altro ancora. "Il Rapporto sui diritti globali fotografa lo stato dei diritti e analizza le politiche utili per una loro maggiore affermazione a livello locale e globale, italiano e mondiale. Uno strumento fondamentale per arricchire la formazione e supportare l’attività quotidiana di quanti operano nella scuola, nell’informazione, nella politica, nel mondo del lavoro, delle professioni sociali, del volontariato e del non profit", nota l’Ediesse.

In ognuno dei capitoli viene analizzato e definito il punto della situazione e vengono delineate le prospettive del 2005. L’analisi e la ricerca sono corredate da ampie cronologie dei fatti, approfondite schede tematiche, dati statistici aggiornati, glossario, riferimenti bibliografici e web e indice dei nomi citati.

 

Segio: "La spesa di protezione sociale in Italia si aggira intorno allo 0,1%: fanalino di coda in Europa, dove in media si spende il 2% della Finanziaria con questa finalità"

 

"La spesa di protezione sociale in Italia si aggira intorno allo 0,1%: fanalino di coda in Europa, dove in media si spende il 2% della Finanziaria con questa finalità". Lo ha evidenziato Sergio Segio, curatore del Rapporto sui diritti globali 2005, presentato questa mattina presso la Cgil.

"Il Rapporto contiene anche buone notizie - ha aggiunto Segio -: in un periodo fosco, in peggioramento, si osservano esperienze positive di bilancio partecipativo che tendono a coinvolgere maggiormente i cittadini". Tuttavia "cresce la disuguaglianza sociale": "I Numeri dicono che la metà delle ricchezze famigliari nette è detenuta dal 10% della popolazione, mentre la metà delle famiglie italiane possiede il 10% della ricchezza totale - osserva Segio nel Rapporto -. Mediamente una famiglia molto ricca lo è 80 volte di più di una famiglia povera. Chi è ricco lo diventa sempre di più, mentre la povertà è un piano inclinato da cui è impossibile risalire e in cui si va sempre più in fondo".

Cresce anche l’indebitamento degli italiano: "I pagamenti rateali per crediti al consumo delle famiglie italiane sono aumentati dal dicembre 2002 al settembre 2004 a livello nazionale del 18,4%: maggiormente al sud (19,1%), nella media nelle isole e nel nord-ovest (18,5%) e nel nord-est (18,7%), in maniera meno sensibile al centro (17,5%)".

"Questo è il terzo Rapporto sui diritti globali e questo conferma il successo che incontra, anno dopo anno, questa pubblicazione, che riassume il pregio di essere una summa, una sintesi di tutti i temi attinenti ai diritti, alle loro violazioni in tutti i campi della vita civile, economica, sociale e istituzionale che riguardano l’intero pianeta. Una pubblicazione originale che non ha riscontri in nessuna altra pubblicazione, né nazionale, né europea, né mondiale e che di anno in anno si preoccupa di allargare e qualificare la sfera dei propri interventi e delle proprie narrazioni", afferma nella prefazione allo studio Guglielmo Epifani, segretario nazionale della Cgil. (lab)

Droghe: al Dnpa imminenti le dimissioni del direttore Nicola Carlesi

 

Redattore Sociale, 7 giugno 2005

 

Il direttore del Dipartimento nazionale per le Politiche antidroga (Dnpa), Nicola Carlesi, presenterà le sue dimissioni dall’incarico. L’annuncio dovrebbe essere dato ufficialmente nelle prossime ore. L’ex parlamentare, nominato ai primi di aprile del 2004, era di fatto lontano dall’ufficio da una decina di giorni, finché stamattina vi è tornato per una breve riunione con i dirigenti del Dipartimento e per confermare una decisione già presa da una decina di giorni.

La prima conseguenza delle dimissioni di Carlesi sarà lo slittamento, o forse la cancellazione, della Conferenza nazionale sulla droga, prevista dal 20 al 22 settembre prossimi a Pescara: si tratta di un appuntamento triennale previsto dalla legge sulle tossicodipendenze del 1990 e che avrebbe vissuto quest’anno la sua quarta edizione (dopo Palermo, Napoli e Genova).

Tra i motivi dell’uscita di scena di Carlesi verrebbero addotti problemi di salute. In realtà sarebbero predominanti motivi di carattere politico. Molto va fatto risalire al 16 febbraio di quest’anno, quando durante un convegno il ministro Giovanardi (Udc) annuncia di essere stato chiamato ad "aiutare" Gianfranco Fini nella gestione delle politiche sulle droghe. Si tratta di fatto di un passaggio di delega dal ministro degli esteri, ideatore e "padrino" del Dnpa nonché presentatore della proposta di riforma della legge del ‘90, a quello per i rapporti con il Parlamento. Un passaggio che lascia Carlesi, già deputato di An e promotore di varie iniziative in materia di stupefacenti, privo di un riferimento politico diretto. A ciò va aggiunto che era lo stesso Carlesi ad ambire forse all’assegnazione di quella delega, come logica conseguenza del suo incarico di direttore.

Nel frattempo, e forse anche a causa di questa situazione, hanno proceduto con lentezza le operazioni per l’organizzazione della Conferenza di Pescara, evento delicato e molto atteso come sede privilegiata di confronto tra il governo, le regioni e gli operatori pubblici e privati di tutta Italia. La promessa fatta dal Dnpa di svolgere almeno tre pre-conferenze territoriali non è stata mantenuta, e oggi non ve ne sarebbero più nemmeno i tempi tecnici. Per questo si è fatta strada l’ipotesi di uno slittamento di un paio di mesi, ma secondo vari osservatori le condizioni sono tali da far pensare addirittura a un rinvio a dopo la prossima legislatura.

Bisognerà comunque attendere la formalizzazione delle dimissioni e che cosa deciderà il governo riguardo l’eventuale sostituzione di Carlesi.

Immigrazione: Nichi Vendola (Prc); la legge Bossi-Fini è illegale

 

Vita, 7 giugno 2005

 

Il presidente della Puglia è intervenuto sui Cpt: una violazione della nostra storia e della nostra cultura. "Come governatore della Puglia intendo onorare le leggi dello Stato, ma intendo onorarle meno quando esse sono violazione dei diritti dell’uomo e la legge Bossi-Fini sull’immigrazione è una legge illegale": un forte applauso accoglie le parole del presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, al convegno sul Mediterraneo, promosso da Provincia e Comune di Bari, Ufficio scolastico regionale, Scuola di pace "don Tonino Bello" e Missionari Comboniani.

‘Intendo tutelare - dice ancora Vendola - i diritti e la vita di qualsiasi persona si trovi in territorio pugliese; così quei cosiddetti luoghi di accoglienza, cinti da filo spinato, all’interno dei quali si attua una detenzione amministrativa degli immigrati, costituiscono una violazione della nostra storia, della nostra cultura, del diritto alla vita". "Non voglio inchinarmi a questa legge illegale - aggiunge Vendola, riferendosi ancora alla Bossi-Fini - perché c’è Guantanamo dietro l’angolo. E non è una questione di numeri perché anche una sola persona privata del suo diritto alla vita è tutto il mondo".

Minori: Rapporto Unicef; un milione negli istituti in Europa e Asia

 

Redattore Sociale, 7 giugno 2005

 

La violenza contro i bambini negli istituti è diffusissima, secondo ricerche effettuate dall’Unicef in previsione di un’importante conferenza sulla violenza contro i bambini in Europa e Asia centrale, che si terrà a Lubiana dal 5 al 7 luglio. La ricerca ha anche rivelato gravi lacune dal punto di vista della conoscenza del fenomeno e dei dati. "I bambini che vivono in istituti (dalle case famiglia ai centri di detenzione) sono terribilmente vulnerabili"- ha dichiarato Maria Calivis, Direttore regionale Unicef per l’Europa centro/orientale e la Comunità di Stati Indipendenti (CSI) -. Sono vulnerabili perché rimangono isolati dalla società e vivono in un ambiente chiuso. E quanto più sono segregati, tanto più aumenta il rischio di violenza e diminuisce la possibilità che queste violenze vengano denunciate. Non dobbiamo dimenticare che questi bambini, prima di approdare a un istituto, hanno già passato esperienze durissime. Sono stati colpiti da problemi familiari, e questo non fa che aumentare la loro vulnerabilità".

La Consultazione sulla violenza contro i bambini in Europa e in Asia centrale di Lubiana è una delle nove previste in tutto il mondo su questo argomento e contribuirà allo studio del Segretario Generale Onu sulla violenza contro i bambini, che verrà completato nel 2006.

Nessuno sa esattamente quanti bambini, in Europa e Asia centrale, vivano in istituti, ma le stime indicano intorno ad un milione di bambini. "C’è un grave e fondamentale gap di conoscenze sui dati"- ha affermato Calivis - che rende la questione "invisibile" e impedisce di affrontarla in modo efficace".

I risultati delle ricerche attualmente disponibili stimoleranno probabilmente accese discussioni nel corso della Consultazione regionale. In particolare, secondo l’Unicef, ricerche in corso in Irlanda indicano abusi protrattisi per decenni. Un’indagine ha raccolto 3000 denunce, il 60% delle quali da parte di ultracinquantenni che, da bambini, avevano subito abusi negli istituti. Inoltre, il Comitato Onu per i diritti dell’infanzia ha espresso preoccupazione per la mancanza di chiari divieti contro le punizioni corporali negli istituti in Belgio, Repubblica Ceca, Francia, Kirghizistan e Moldavia. Ancora: un rapporto del Kazakistan rivela che l’80% dei bambini nei collegi viene trattato "con crudeltà", mentre in interviste ai bambini in istituti in Gran Bretagna, 62 bambini su 71 intervistati hanno riferito di violenze fisiche tra bambini, e metà di loro avevano sperimentato direttamente violenze che andavano da coltellate, a calci e botte, ad atti di vandalismo per danneggiare le loro proprietà personali, a minacce.

L’Unicef lancia un allarme sulla giustizia minorile, "poiché le ricerche segnalano che i minori in conflitto con la legge corrono il più alto rischio di subire violenze nelle prime fasi, pre processuali, di detenzione".

Il Comitato Onu per i diritti dell’infanzia ha segnalato il problema dei maltrattamenti da parte di funzionari di polizia contro bambini e giovani in stato di custodia giudiziaria in Albania, Francia, Georgia, Romania, Svizzera, Ucraina e Uzbekistan. "I giovani - segnala l’Unicef - spesso vengono tenuti in custodia cautelare assieme agli adulti, incrementando così il rischio di maltrattamenti. In Germania, vi sono prove di minacce, ricatti e persino stupri. In Croazia, il personale di custodia è stato visto prendere i ragazzi a calci, botte e bastonate".

"Questo è inaccettabile - ha aggiunto Calivis -. La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia detta le norme per i bambini in istituto. Il Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa ha ulteriormente specificato i diritti dell’infanzia in istituto, incluso il diritto a non subire violenze. Le regole ci sono, occorre applicarle".

In particolare, l’Unicef chiede ai Ministri che parteciperanno alla Consultazione del prossimo luglio su bambini e violenza di: promuovere leggi che vietino ogni forma di violenza contro i bambini, in qualsiasi luogo: negli istituti, nelle scuole, in famiglia e nella comunità; garantire che mettere i bambini in istituti o in centri di detenzione rappresenti la soluzione estrema a cui ricorrere; avviare un sistema di raccolta di dati consistenti, comparabili e disaggregati sui bambini negli istituti in tutta la regione; controllare l’operato del personale che si occupa dei bambini, pagarli adeguatamente e assicurarsi che siano formati a gestire tensioni e conflitti che possono sfociare in violenza; creare una procedura efficace che permetta ai bambini in istituto di sporgere denuncia e assicurarsi che i bambini ne siano a conoscenza; garantire che questi bambini abbiano contatti regolari con le loro famiglie, salvo il caso in cui ciò possa essere nocivo per loro.

Enna: 38 carcerati lavorano alla pulizia dei siti archeologici

 

La Sicilia, 7 giugno 2005

 

Aidone. Il principio che ha ispirato l’iniziativa di ieri nell’area archeologica di Morgantina, è quello della "giustizia riparativa". Trentotto detenuti per tutta la mattinata hanno ripulito dalle erbacce l’area archeologica scoperta esattamente 50 anni fa. Dieci di loro sono arrivati dal carcere Pagliarelli di Palermo, ventidue dal Brucoli di Augusta, quattro da quello di Piazza Armerina e due dalla casa circondariale di Enna.

Il progetto del Dap, il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, è di quelli dalle valenze molteplici ed è frutto di un accordo tra i ministeri della Giustizia e dell’Ambiente, che punta a valorizzare il patrimonio ambientale con l’impegno dei detenuti. In provincia di Enna è stato possibile realizzare l’iniziativa grazie alla Provincia che ha aderito alla proposta delle case circondariali di Enna e Piazza Armerina di portare avanti iniziative di valorizzazione dei beni culturali che si avvalessero dei detenuti.

Grazie al protocollo d’intesa tra il presidente della Provincia, Cataldo Salerno, la direttrice delle due case circondariali Letizia Bellelli, il soprintendente ai beni culturali Salvatore Scuto e il rappresentate dell’associazione Sicilia Soccorso Pierluigi Tagnesi, è stato possibile occupare a Morgantina per una settimana quattro detenuti di Piazza che proseguiranno il lavoro di diserbo e pulitura fino giovedì, e coinvolgere per un giorno altri trentadue reclusi. "In questi ultimi venti anni - ha detto il direttore del Dap, Giovanni Tinebra - le carceri italiane hanno fatto passi da gigante. Oggi i detenuti sono qui, a lavorare in un sito archeologico nel contesto di un accordo che punta ad un reinserimento concreto nella società".

Il direttore del Dap aggiunge che servono nuove carceri e che bisogna razionalizzare gli spazi di detenzione, ma che si sta lavorando in questa direzione come dimostrano la prossima inaugurazione del carcere di Perugia e iniziative come quella di Morgantina.

Nuccia Miccichè e Concetta Rampello sono le responsabili dell’area educativa delle carceri di Enna e Piazza Armerina. "Questo progetto - spiegano - è frutto di un lungo lavoro fatto all’interno del carcere con i detenuti, ma che è possibile solo con il coinvolgimento di enti e istituzioni. Lo scorso dicembre un gruppo di nostri carcerati ha ripulito l’area del castello di Enna, ma abbiamo deciso di incentrare questa attività su Morgantina in occasione del cinquantesimo anniversario della scoperta". Sergio, Stefano, Salvatore ed Enzo, sono i quattro detenuti che lavoreranno fino a giovedì. "Innanzi tutto - dicono sorridenti - lasciateci ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile a noi e ai nostri compagni fare qualcosa di utile per la società. È giusto che chi sbaglia paghi, ma potere riparare lavorando per la società ti fa sentire meglio, perché da senso alla pena".

Ieri erano presenti anche il questore di Enna, Giorgio Iacobone, il prefetto Carmela Elda Floreno, il presidente della Provincia, Salerno, il vescovo di Piazza Armerina, Michele Pennisi, amatissimo dai detenuti. Alla fine i "trentotto" hanno voluto stringere la mano di Tinebra e esprimere l’augurio che quello che oggi è un approccio possa diventare una forma abituale di espiazione delle pene detentive. Giulia Martorana

Terni: arte-terapia e teatro per il recupero dei detenuti

 

Corriere di Terni, 7 giugno 2005

 

Attraverso l’arte-terapia un ulteriore strumento che viene utilizzato nella casa circondariale per completare le offerte e le iniziative indirizzate al recupero dei detenuti. Nel periodo natalizio un’opera in ceramica è stata donata alla città ed ha trovato ospitalità nella prestigiosa sede del palazzo di primavera. Nel quartiere di San Valentino è stata collocata, a febbraio, una scultura realizzata interamente dai detenuti e posizionata con il contributo della cooperativa Solco. Sculture in ferro, ceramiche, murales caratterizzano gli ambienti esterni ed interni della struttura penitenziaria producendo quelle positive emozioni che la realizzazione dell’opera, ma anche la possibilità di goderne, stimolano nell’animo umano.

Il 30 maggio scorso si è conclusa con una rappresentazione l’attività del laboratorio teatrale che la Sezione Femminile della C.R.I. ha iniziato dieci anni fa nella Casa Circondariale di Terni, nello spirito dell’art. 10 comma a) dello Statuto del Comitato Nazionale Femminile che appunto prevede " l’assistenza diretta a persone bisognose nelle forme più idonee alle necessità delle stesse".

Se è vero che il Carcere, oltre ad essere un luogo afflittivo dove si "pagano" gli errori commessi, è pur vero che bisogna pensarlo come un luogo dove è auspicabile e possibile il cambiamento.

Il bel teatro sulle cui pareti sono riprodotte opere di Ricasso e di Van Gogh, dove un’intera parete è occupata dall’immagine della città ideale del Palazzo ducale di Urbino, ha ospitato un nutrito numero di invitati fra i quali molti studenti che hanno voluto condividere questo momento di festa e di emozioni attraverso la musica, il canto, il ballo e la recitazione.

Tra gli ospiti l’attore Enzo De Caro che ha apprezzato moltissimo la messa in scena di due brani tratti da La Smorfia che lui stesso aveva interpretato a suo tempo con Massimo Troisi.

Amministrazione penitenziaria e Croce Rossa Italiana hanno così deciso di puntare sulla relazione, sulla dignità e sulla ricerca di quanto c’è di positivo in ognuno di noi: se cerco sempre il male sicuramente lo troverò, lo stesso accade per il bene!

La partecipazione dei detenuti sia al laboratorio teatrale che a quello di ceramica (anche quest’ultimo compie dieci anni) è assolutamente libera e volontaria e questi due elementi danno all’esperienza una valenza educativa e di arricchimento reciproco sul piano personale.

In particolare nello spazio teatrale, anche se per un tempo limitato, si abbattono le barriere, le energie sono finalizzate ad un progetto al quale i detenuti danno il loro contributo di idee che vedono realizzate nel momento finale della rappresentazione davanti ai compagni, agli ospiti.

Il complesso dell’esperienza li porta a riflettere e a rendersi conto di come le risorse individuali concorrano a realizzare uno scopo che è di natura collettiva e come dalla dimensione corale le caratteristiche delle singole personalità siano non compresse ma valorizzate.

Valori educativi ampiamente riconosciuti anche all’interno dei programmi del ministero della Pubblica Istruzione che sottolineano gli aspetti formativi del teatro per quanto riguarda la creatività e la formazione dell’integrazione sociale dell’individuo.

L’approccio iniziale della curiosità non disgiunta dallo scetticismo nelle proprie possibilità,si è trasformato rapidamente in una forma di strano coinvolgimento che ha fatto scattare la passione, l’impegno, la voglia di vedere realizzato il proprio prodotto. Tutto questo, che prima di tutto è un percorso interiore, sicuramente sostiene ed accresce la propria autostima e il sentimento della dignità personale. Il coinvolgimento e la condivisione si moltiplicano ed ecco che si organizza un rinfresco per gli ospiti a cura dei detenuti che hanno frequentato il laboratorio di panetteria e che offre pizze e crostate per una merenda. Ecco che il bibliotecario propone che si visiti la sua biblioteca. Il percorso virtuoso, insomma, si è attivato.

Empoli: la custodia attenuata apre al pubblico il suo giardino

 

Comunicato Stampa, 7 giugno 2005

 

"Estate…al fresco", prima edizione: da domani le prenotazioni. Musica, teatro, cinema, degustazione, giochi, sport, momenti di confronto e relazione. Da mercoledì 29 giugno, nel giardino del Pozzale, fino a giovedì 14 settembre dalle 19.30 alle 23.30.

Sarà la prima edizione di un’estate speciale alla Casa Circondariale femminile a custodia attenuata di Empoli. Una manifestazione ‘aperta’ al pubblico esterno: Estate… al fresco! Comincerà mercoledì 29 giugno e andrà avanti fino a giovedì 14 settembre.

Un ‘cocktail’ fresco tra musica, teatro, cinema, degustazione, giochi collettivi, sport confronto e relazione con il pubblico esterno che prenderà avvio, appunto, mercoledì 29 giugno 2005 dalle 19,30 alle 23,30. Per tutti gli appuntamenti in programma, è necessaria la prenotazione. Coloro che vorranno partecipare potranno inviare i propri dati anagrafici (data e luogo di nascita, residenza) alla segreteria della manifestazione dieci giorni prima di ogni iniziativa. Per la prima data di Estate…al fresco! le prenotazioni cominciano da domani, mercoledì 8 fino a lunedì 20 giugno. Gli indirizzi di riferimento sono: ragazzefuori@virgilio.it, 0571.757626 e info@segnalidifumo.net, 0571.80516. In caso di rinuncia occorre comunicare l’eventuale cancellazione della prenotazione. Per entrare nel giardino del Pozzale è necessario un documento di identità valido.

Se l’intento della manifestazione è mettere insieme, creare più conoscenza con le ospiti del carcere, riportare sotto gli occhi di tutti questa struttura che è parte del nostro territorio, lo spettacolo teatrale I semi della libertà, condotto da Teresa Delogu e Luana Ranallo della compagnia Giallo Mare Minimal Teatro di Empoli, aprirà lo scenario della manifestazione mercoledì 29 giugno, rappresentando un mondo globalizzato, ricco e povero di cibo.

Proprio per il tema affrontato, le ragazze della custodia attenuata prepareranno un buffet ad offerta con i prodotti del commercio equo e solidale, acquistati dalla Misericordia di Empoli, che devolverà la somma raccolta al progetto in corso d’opera dell’ospedale in Burkina Faso.

I semi della libertà sarà fatto in replica per il pubblico esterno per entrare in contatto con il maggior numero possibile di spettatori ed interessati ai progetti di carattere culturale che si svolgono all’interno delle mura carcerarie. L’intera manifestazione è organizzata da: Comune di Empoli, la direzione della struttura, l’Arci Empolese-Valdelsa in collaborazione con la redazione di Ragazze Fuori, Centro Attività Musicale di Empoli (CAM), Mediateca Regionale Toscana, Giallo Mare Minimal Teatro, Uisp, progetto Recupero Merci, circolo Arci Pozzale, Misericordia di Empoli e "Segnali di fumo" il portale giovani della Regione Toscana.

Sono sette gli appuntamenti serali. Per il secondo appuntamento, mercoledì 13 luglio 2005 e cioè la prima data che vedrà protagonista la musica con le band giovanili musicali empolesi, curata dall’Arci Empolese-Valdelsa le prenotazioni partiranno venerdì 24 giugno 2005 e termineranno mercoledì 6 luglio 2005.

Ecco tutto il calendario della manifestazione:

mercoledì 29 giugno - I semi della libertà, spettacolo teatrale

mercoledì 13 luglio - concerto band: Los Variones, 12/Ottavi, Ance, Silvy e le sinapsy interrotte

mercoledì 27 luglio - speciale tombola in collaborazione con il Circolo Arci del Pozzale e buffet preparato dalle ragazze con i soli prodotti delle Cooperative che coltivano nei territori confiscati alla mafia. Il ricavato della tombola andrà a sostegno della associazione Libera. I premi saranno donati dal progetto Recupero Merci

giovedì 4 agosto - Il cinema probabilmente… incontro con la settimana arte a cura della Mediateca Regionale Toscana di Firenze

mercoledì 24 agosto - partita di pallavolo con la partecipazione di squadre esterne a cura dell’assessorato allo Sport del Comune e Uisp

mercoledì 7 settembre - concerto band: Vincanto, Dioniso, Birra dei folli

mercoledì 14 settembre - concerto band: W.O.M.M., Clima-X, Sbanda

Il programma degli appuntamenti e tutte le informazioni utili saranno visibili sul sito Internet del Comune www.comune.empoli.fi.it, nelle newsletter, sul sito dell’Arci Empolese-Valdelsa, del Cam, della Compagnia delle band. Il programma sarà anche inserito nel depliant di Luci della città. Verranno affissi manifesti e distribuiti volantini per ogni appuntamento nei luoghi di maggiore aggregazione.

 

 

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