Rassegna stampa 28 luglio

 

Verona, Tiziana Valpiana (Prc): i detenuti a rischio per la Tbc

 

Ansa, 28 luglio 2004

 

"Rischio tubercolosi per i 750 detenuti del carcere di Verona, rinchiusi in uno spazio ideato per contenerne 250". La deputata di Rifondazione Comunista Tiziana Valpiana, dopo la visita nella casa circondariale di Montorio - Verona, lancia l’allarme sulla "grave situazione igienico - sanitaria in cui versano detenuti e detenute e personale carcerario" e preannuncia una interrogazione urgente al Ministro di Grazia e Giustizia Castelli.

Un caso di tubercolosi allo stadio infettivo accertato, altri due dubbi, pressoché l’intera popolazione carceraria (665 detenuti e 63 detenute) sottoposta a controlli ed analisi per accertare la diffusione del virus: È questa la "gravissima" situazione denunciata da Valpiana, che insieme al consigliere comunale di Verona Fiorenzo Fasolo ha visitato lo scorso 24 luglio la Casa circondariale di Verona - Montorio. "La situazione - denuncia Valpiana in un comunicato - è gravissima.

Nel carcere c’è un tale sovraffollamento che dalle 14 alle 19 cessa completamente l’erogazione di acqua perché l’impianto esistente non regge. In più - prosegue - i turni di pulizia affidati ai detenuti interni, sono stati ridotti per carenza di fondi da sei ore ad un’ora e mezza quotidiana con la prospettiva di ridurre ulteriormente a turni di mezz’ora". Una condizione igienico sanitario drammatica, rileva la parlamentare, che ha favorito la diffusione del bacillo di Koch, responsabile della tubercolosi, che come confermano le radiografie fatte su 740 dei 750 reclusi ha toccato in qualche modo 268 di loro.

La Costituzione italiana, ha aggiunto, "parla di carcere come di un luogo atto alla rieducazione e al reinserimento nella società. La realtà di Verona, che non è neppure un caso isolato, conferma invece che ormai il carcere non è più in grado neppure di contenere".

Il "sospetto - ha aggiunto la parlamentare comunista, membro della Commissione affari sociali della Camera - è che il ministro Castelli ed il governo, con i pesanti tagli alla spesa sociale, vogliano esasperare la situazione per cominciare a privatizzare".

Sulla situazione del Carcere di Verona, la parlamentare ha quindi preannunciato una interrogazione urgente al ministro Castelli e ogni tipo di mobilitazione e sensibilizzazione democratica "utile a migliorare, anche minimamente, le condizioni di vita dei detenuti e del personale carcerario che condivide con i reclusi mancanze e rischi sanitari ed è costretto a turni massacranti, con la prospettiva di non vederseli retribuiti perché oltrepassano il monte ore consentito".

Verona: polemiche sulla situazione della casa circondariale

 

Redattore Sociale, 28 luglio 2004

 

Il carcere di Verona nella bufera. Alle prese con problemi sanitari e di sovraffollamento. Nei giorni scorsi erano stati scoperti fra i detenuti un caso conclamato di tubercolosi e due sospetti. Sottoposti al test della tubercolina tutti gli ospiti della struttura, 250 detenuti erano risultati positivi e nei giorni scorsi questi sono stati sottoposti tutti alle radiografie.

"Adesso ci sono due casi dubbi e dieci radiografie da ripetere - afferma l’on. Tiziana Valpiana, di Rifondazione Comunista, che ha visitato per quattro ore la struttura – ma i problemi maggiori sono quelli igienici. Non ho mai visto nulla del genere in dieci anni di visite nelle carceri". Come molte altre strutture anche la casa circondariale veronese è sovraffollata: 665 detenuti maschi, 63 femmine e 29 semiliberi: quasi 760 detenuti (il 60 per cento stranieri) invece dei 260 previsti, praticamente tre persone in celle che sono state costruite per contenerne solo una.

E la direzione ventila già la possibilità di aggiungere un ospite in ciascuna. I turni delle pulizie, effettuate dagli stessi detenuti, sono state ridotte, per tagli al bilancio, dalle sei ore e mezza di un anno fa all’ora e mezza di adesso, che a settembre diventerà mezz’ora a testa. E poi, sempre come racconta l’onorevole di Rifondazione, docce con la muffa sui muri, piastrelle scrostate, cavi elettrici "volanti", corsi ricreativi sospesi e personale della polizia penitenziaria insufficiente, con un organico sottostimato di almeno 100 unità.

"Quelli che hanno fatto gli straordinari per portare i detenuti a fare gli esami in ospedale – commenta l’on. Valpiana – non vedranno una lira in più, hanno fatto del volontariato, come i medici d’altronde, che non vedono uno stipendio da dicembre".

Qui nei giorni di gran caldo si è arrivati anche alla razionalizzazione dell’acqua. "Succede dopo le attività sportive – spiega Luca Di Mola, rappresentate provinciale Cgil della polizia penitenziaria –: se troppi detenuti fanno la doccia contemporaneamente e quindi viene superato il limite massimo di gettito previsto dall’azienda municipalizzata, entra in funzione un meccanismo automatico che blocca il flusso e lo ripristina solo dopo alcune ore.

Con quest’afa è un problema serio per la salute ma anche per l’igiene. L’impianto idrico è inadeguato perché tarato su una capienza di gran lunga inferiore a quella reale". Nato come carcere di massima sicurezza e inaugurato solo nel 1993, quella di Montorio è una struttura entrata negli anni scorso anche nell’inchiesta per le "carceri d’oro".

Milano: Comune s’impegna a dare opportunità lavoro ai detenuti

 

Redattore Sociale, 28 luglio 2004

 

Il Comune di Milano si impegna a offrire opportunità di lavoro ai detenuti milanesi nelle municipalizzate e controllate come Amsa, Atm, Sogemi, Aem, Milano ristorazione. La proposta è scaturita in sottocommissione carceri e la giunta ha approvato la delibera durante la discussione in aula sul bilancio di previsione 2004. L’amministrazione comunale di Milano si impegna ad

adoperarsi per offrire agli ex detenuti opportunità di lavoro nelle aziende municipalizzate e nelle sue controllate come Amsa (rifiuti), Atm e Mm (trasporti), Sogemi (mercati all’ingrosso), Aem (elettricità), Milano Ristorazione (ristorazion collettiva), Milano sport (gestione impianti sportivi).

Ad avviare la discussione sull’impiego di persone ex detenute nelle

municipalizzate è stata AgeSol, Agenzia di solidarietà alle persone detenute che svolge attività di formazione e inserimento lavorativo. AgeSol aveva da tempo avviato una serie di audizioni e incontri con la Sottomissione carceri del Comune. Nell’impegno sottoscritto si legge: "il documento impegna Sindaco e Giunta a promuovere e favorire l’inserimento lavorativo delle persone ex detenute nelle carceri della nostra città con percorsi protetti di accompagnamento e tutoring". "Siamo felicissimi, perché la richiesta era stata sollecitata proprio da noi, che ci occupiamo di reinserimento lavorativo dei detenuti - dichiara Licia Roselli, direttrice di AgeSoL -. Questo risultato crea un precedente di grande importanza - prosegue la Rosselli -, si crea così un impegno di grande significato da parte della Sottocommissione consiliare e del Comune di Milano, che credo sia la prima istituzione ad impegnarsi in questo senso".

Ma il clima di collaborazione fra l’amministrazione di Palazzo Marino e AgeSol ha prodotto altri significativi risultati. Sandro Antoniazzi, della sottocommissione carceri, racconta: "Durante l’ultima riunione è stato approvato un emendamento al bilancio grazie al quale è stata disposta una cifra di300mila euro da destinare a favore delle associazioni che operano all’interno delle strutture carcerarie. All’ordine del giorno c’era anche la proposta avanzata da AgeSoL e Celava, associazioni che si occupano di inserimento al lavoro. Il documento che accoglie la loro proposta mira ad avere un riferimento importante per sollecitare l’impegno del Sindaco in iniziative future".

Grecia: protesta detenuti contro blocco permessi per Olimpiadi

 

Swiss Info, 28 luglio 2004

 

I detenuti di diverse carceri greche stanno attuando ormai da diversi giorni uno sciopero della fame per protestare contro il blocco dei permessi di uscita, una misura decisa nell’ambito del dispositivo di sicurezza delle Olimpiadi di Atene. Secondo il Ministero della giustizia ellenico, la situazione è "sotto controllo", ma l’agitazione prosegue. Avanguardia della protesta, secondo quanto si è appreso, i molti detenuti albanesi in carcere in Grecia, ma alla protesta partecipano anche detenuti di altre nazionalità. Obiettivo della protesta, anche le condizioni di detenzione, segnate da grave sovraffollamento. Molti detenuti stranieri chiedono di poter inoltre scontare la pena nel loro Paese.

Ricordando che anche i permessi delle guardie carcerarie sono stati sospesi durante il periodo delle Olimpiadi, il Ministero ha detto che l’agitazione è iniziata nel carcere di Aghios Stefanos a Patrasso e si è poi estesa a quello ateniese di Korydallos, al Diavata di Salonicco, e nelle prigioni di Nafplio, Komotini, Larissa, Corfù, Ioannina e Halkida. In un recente rapporto, la Commissione nazionale per i diritti umani aveva definito le condizioni di detenzione a Korydallos "intollerabili dal punto di vista umano, ed esplosive", soprattutto a causa dell’affollamento delle celle. La Commissione ha denunciato la mancanza di separazione tra le varie categorie di detenuti e la scarsità del personale.

Emilia Romagna: aumentati fondi per comunità terapeutiche

 

Emilia Net, 28 luglio 2004

 

Aumentare la spesa regionale per migliorare la qualità e l’efficacia dei servizi di assistenza e inserimento nelle comunità di recupero rivolti ai tossicodipendenti. Per questo è stato firmato ieri a Bologna un accordo integrativo che ridefinisce le tariffe delle rette, pagate con il Fondo sanitario regionale, tra la Regione Emilia - Romagna e il Cea (Coordinamento enti ausiliari), ad un anno e mezzo dalla firma dell’intesa tra i due enti sulle "Prestazioni erogate a favore delle persone dipendenti da sostanze da abuso".

In base al nuovo accordo la Regione si impegna ad incrementare le tariffe per le strutture terapeutico - residenziali che passeranno dai 41,81 euro del 2003 ai 55,10 euro del 2006 (passando per i 44,32 del 2004 e i 49,19 del 2005). Contestualmente aumenta anche il tetto massimo di spesa regionale dedicato agli inserimenti dei tossicodipendenti in enti regionali: dai 10 milioni e 229 mila euro euro del 2004 ai 10 milioni 740 mila per il prossimo anno, fino agli 11 milioni 385 euro previsti nel 2006.

 

Alcuni dati sulle tossicodipendenze in Emilia - Romagna

 

Guardando i dati di un’indagine presentata dalla Regione, nel 2003 in Emilia - Romagna, le persone che si sono rivolte ai servizi delle Aziende Usl per problemi legati alla dipendenza da droghe sono state 10.774, con un aumento di 2.071 unità rispetto all’anno precedente. L’età media invece è diminuita passando dai 33 anni dell’utenza già in carico ai 29.

La prima sostanza di abuso è l’eroina (nel 78.3% dei casi), seguita dalla cocaina (10.9%), mentre l’ecstasy figura come sostanza primaria di abuso nello 0.9% dei casi. Inoltre, con una certa frequenza, si verifica l’associazione di più sostanze, in particolare cannabinoidi e cocaina.

Venendo ai principali trattamenti terapeutici effettuati dai Ser.T., il più praticato è quello di tipo psico-sociale ambulatoriale, seguono il trattamento con metadone integrato a lungo termine e gli inserimenti comunitari, mentre i trattamenti in carcere sono stati 1.110.

Sul fronte della mortalità per overdose in questi anni si assiste ad un costante calo: dai 67 casi registrati nel 1999 ai 22 del 2003. Per quanto riguarda gli inserimenti nelle comunità terapeutiche, lo scorso anno sono stati complessivamente 1653. Di questi 1513 sono stati realizzati in strutture della Regione e 140 fuori regione (in totale 306.298 giornate, di cui 274.819 in strutture regionali aderenti all’accordo).

Abruzzo/Molise: nasce Conferenza Regionale Volontariato Giustizia

 

Vita, 28 luglio 2004

 

Si è tenuta ieri a Larino (Cb), nella sede del Centro di Servizio per il Volontariato, la riunione che ha sancito la costituzione della Conferenza Regionale Volontariato Giustizia dell’Abruzzo e Molise, con la nomina a responsabile di Loredana Costa dell’associazione “Dalla parte degli ultimi” di Campobasso. Con quella abruzzese-molisana si è completata la costituzione delle Conferenze giustizia su tutto il territorio nazionale, per complessivi diciotto organismi regionali.

“Con quello di ieri - ha detto con soddisfazione Livio Ferrari, presidente della Conferenza Nazionale Volontariato Giustizia - è stato finalmente completato il disegno di un volontariato che si confronta e collabora indipendentemente dalle appartenenze e dalla cultura. A questo punto possiamo dire di aver costruito una rete che raccoglie veramente tutto il volontariato operante nelle carceri, contro la criminalità organizzata e in difesa dei diritti umani, sia in tutte le regioni che a livello di Organismi nazionali”.

“E’ un segnale forte della società civile - ha concluso Livio Ferrari - in un momento drammatico per le carceri italiane, segnate da crescenti suicidi, dalla mancanza di farmaci, dal sovraffollamento, dalle dure prove a cui è costretto il personale di polizia penitenziaria, mentre il Ministero della Giustizia gli unici soldi che investe li destina per potenziare i controlli visivi, telecamere e quant’altro per le holding, pane e acqua per le persone detenute, in fondo niente di nuovo purtroppo”.

Volterra: "Volterra Teatro" inaugurato da attori-detenuti

 

Cultura Web, 28 luglio 2004

 

Il festival internazionale "Volterra Teatro", che riguarda teatro, musica, danza, video ed arte, si svolgerà a partire da oggi e fino al primo agosto, nei comuni pisani di Volterra, Pomarance, Castelnuovo Val di Cecina, Montecatini Val di Cecina e Monteverdi Marittimo.

La manifestazione prenderà il via questo pomeriggio nella casa penale di Volterra con il debutto della Compagnia della Fortezza composta da attori-detenuti. Il gruppo è stato fondato 16 anni fa da Armando Punzo e questa volta sarà in scena con "P. P. Pisolini, ovvero Elogio al disimpegno, primo studio: Oltre i confini dell’impegno, le maschere della tentazione", un sogno visionario e allo stesso tempo spietato, in risposta alle assurdità della vita.

Tra gli ospiti d’onore del Volterra Teatro ci sarà Armand Gatti, poeta, regista, cineasta e scrittore francese. Gli organizzatori hanno deciso di offrire a tutti la possibilità di assistere gratuitamente alle conferenze che saranno tenute dall’artista dal 26 al 30 luglio presso Torre Toscano. Gatti incontrerà così il pubblico per condividere la sua lunga esperienza ed ogni tema sarà introdotto da un video. La Fortezza sarà ancora in primo piano con l’evento I Pescecani + Sing Sing Cabaret, concerto spettacolo a cura di Volterrateatro e di Armunia Festival. Sul palco insieme agli attori detenuti, numerosi artisti che partecipano alle due iniziative. Non mancheranno inoltre presenze d’eccezione come Il parto delle nuvole pesanti, Les Anarchistes, Bobo Rondelli, La Contrabbanda, la Filarmonica Giacomo Puccini di Pomarance, Le Ceramiche Lineari.

Il progetto ha la regia di Armando Punzo e il coordinamento musicale di Francesca Graneri e si svolgerà il 31 luglio in pazza dei Priori. Al momento spettacolare si affiancherà quello di approfondimento con il seminario aperto Video Cronache dal teatro in carcere, video-proiezioni, incontri ed interventi a cura di Gianfranco Pedullà, in collaborazione con il Coordinamento Regionale Toscano Teatro e Carcere (27, 28 e 31 luglio Centro Studi Santa Maria Maddalena).

Del progetto fa parte anche la mostra fotografica di Stefano Vaja, da anni fotografo della Fortezza, che presenta I Pescecani ovvero la Compagnia della Fortezza dal carcere alla tournée (dal 26 luglio al 1 agosto, Cortile della Pinacoteca). Tra gli ospiti e le prime internazionali ricordiamo la compagnia norvegese Wee Company, diretta dal coreografo Francesco Scavetta, al festival con lo spettacolo "Z", I love you honey bunny, in prima nazionale.

Catanzaro: trovati telefonini nel carcere, l’antimafia indaga

 

Quotidiano di Calabria, 25 luglio 2004

 

Due gli obiettivi della Dda: primo capire come sia stato possibile che in uno dei penitenziari, ritenuto tra i più sicuri della Calabria, alcuni detenuti siano entrati in possesso di telefoni cellulari; secondo appurare a chi gli ospiti di Siano abbiano telefonato. Un compito complicato quello che spetta ai magistrati antimafia coordinati da Gerardo Dominijanni, ma facilitato dal fatto che dopo la scoperta nelle celle dei telefoni, sono spuntate anche le loro sim card.

Una volta che i cellulari sono tornati funzionanti gli investigatori hanno controllato se nelle loro memorie e nelle rubriche c’erano numeri e nomi. In queste ore, invece gli inquirenti stanno analizzando i tabulati delle telefonate fatte dal penitenziario catanzarese.

Gli investigatori sospettano che dal carcere possano essere partiti ordini e disposizioni agli affiliati esterni per procurare soldi e forse assoldare nuovi picciotti. Ma anche per regolare conti scoperti e per "intimidire" qualcuno che magari stava cercando di crearsi un proprio spazio nella gestione del malaffare.

Sull’inchiesta della Distrettuale vige il massimo riserbo, anche se si è appreso che è aumentato il numero degli inquisiti. Infatti, oltre ai possessori dei cellulari si sono aggiunti i custodi delle sim card. Come era trapelato nei giorni scorsi si tratta di vecchie conoscenze delle forze dell’ordine, di un paio di esponenti della criminalità organizzata del Tirreno cosentino, di un personaggio di spicco del gruppo Perna di Cosenza, coinvolto oltre che nel processo Garden anche nell’operazione Star Price. Di una giovane leva, estranea ai gruppi che "governano" Cosenza ma sempre vicina alla malavita locale, e di picciotti della ‘ndrangheta del vibonese.

Non è escluso che la Dda abbia indagato anche agenti penitenziari che avrebbero chiuso un occhio per consentire a familiari o ad amici la consegna della preziosa merce. Sotto controllo della magistratura pure gli avvocati degli indagati. A proposito dei detenuti, alcuni sono stati trasferiti in altri penitenziari ritenuti più sicuri di Siano, altri, invece sono stati spostati di settore, ma impossibilitati a incontrare i loro complici e soprattutto ad avere contatti con il mondo esterno.

Appare sconcertante, in ogni caso, che in una struttura dotata di sofisticati sistemi di sicurezza quale è il carcere catanzarese sia stato possibile che i detenuti siano entrati in possesso di telefonini, come se fosse un libro o un qualsiasi oggetto personale. E se al posto dei cellulari si fosse trattato di armi?

L’inchiesta, insomma, si annuncia abbastanza lunga e delicata. Gli investigatori già da tempo sospettavano che un detenuto riuscisse ad avere contatto con l’esterno. E i risultati si sono avuti con le perquisizioni scattate la scorsa settimana. I primi a essere scoperti sono stati i cellulari senza le apposite schede. Quindi, le autorità giudiziarie hanno disposto ulteriori controlli e sono spuntate le Sim card. Le telefonate sarebbero state effettuate durante l’ora d’aria, ma anche durante la notte, quando i detenuti avevano la possibilità di passarsi i cellulari da una cella all’altra.

Catanzaro: delegazione della Cisl visita il carcere di Siano

 

Quotidiano di Calabria, 28 luglio 2004

 

Una delegazione della Cisl Fps ha effettuato una visita nella casa circondariale di Siano per rendersi conto direttamente della precaria situazione nella struttura e del grave stato di tensione esistente tra gli operatori già molte volte dagli stessi evidenziato. Nei giorni scorsi, la gran parte delle sigle sindacali, avevano rivolto un’aperta denuncia ai massimi livelli dell’Amministrazione penitenziaria.

Grave è la situazione - è detto in un comunicato - della sicurezza riscontrata. È stato verificato che gli strumenti ubicati nella sala regia abilitati al controllo interno della struttura non sono funzionanti in misura superiore all’80%, così come il sistema di allarme. È mal funzionante anche il centralino telefonico ed il relativo impianto. La situazione è risultata molto preoccupante nei vari posti di servizio dei vari settori e dei padiglioni.

Nei posti di servizio si registrano presenze al 50% del personale necessario, come risulta anche da disposizioni di servizio. Per quanto riguarda i posti fissi di servizio (cucina, lavanderia, magazzini, ecc.) gli stessi sono assicurati da un numero ridotto di personale con un conseguente carico di lavoro eccessivamente gravoso e non più sopportabile a fronte dei 580 detenuti.

Alcuni operatori, durante la visita, hanno fatto presente che, spesso, a causa degli impegni pressanti sono costretti, perfino, a trattenersi, per tutto il turno, per soddisfare i propri bisogni fisiologici. Anche le condizioni strutturali sono carenti: mentre sono stati adottati interventi di tinteggiatura in tutti i settori, la caserma e le camere del personale sono abbandonate e presentano infiltrazioni d’acqua. I mezzi di servizio e traduzione anche nel periodo estivo rimangono esposti al sole ed all’elevata temperatura creando disagio al personale. Inoltre lo stesso personale spesso al termine del turno di servizio viene costretto a proseguire il servizio, a volte, fino a 15-16 ore giornaliere.

 

 

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