Indagine del N.A.G.A. di Milano

 

Indagine sugli stranieri irregolari passati dall'ambulatorio N.A.G.A. di Milano

P. Olivani*, G. Cantoni*, A. Dangelo*, A. De Matteo*, B. Fantola*, S. Meloni*.

(*Volontari associazione Naga - Milano)

 

Introduzione

La presenza dell’immigrato rappresenta per la sanità italiana un problema relativamente nuovo. L’impatto con questa utenza è stato, sino a poco tempo fa, trascurato e ritardato anche dalla politica di clandestinizzazione tuttora operante nel nostro paese. Nella legislazione recente si è finalmente affrontato il problema nell’ottica dell’affermazione di un diritto, con un risultato teorico eccellente: l’Italia è ora, alla luce del Decreto legislativo 286/98, la prima nazione al mondo in cui ogni uomo, al di là di tutte le distinzioni, ha diritto alle cure mediche.

L’applicazione di questa legge permane difficoltosa: la sua estrema novità ed il ritardo con cui viene divulgato il regolamento di applicazione, favoriscono le posizioni minoritarie di chi vuol lasciare queste problematiche nell’indeterminatezza.

Risolto comunque il problema del "diritto alla salute", occorrerà affrontare quello della "salute nel rispetto delle diversità". La nostra medicina occidentale è chiamata a riscoprire alcun valori, quali l’importanza del rapporto medico-paziente e la visione olistica anziché settoriale della patologia da trattare, valori che risultano molto spesso trascurati in nome di una visione esclusivamente tecnologica.

In considerazione di quanto detto, acquista notevole interesse l’esperienza accumulata dalle associazioni del volontariato sanitario, quali il nostro Naga di Milano, che hanno per prime affrontato il problema "salute dell’immigrato" proprio nei settori più marginali, quali quelli dell’immigrazione clandestina. La raccolta dei dati riguardanti l’attività sanitaria svolta dal volontariato, pur se parziale, (vedi ad esempio la difficoltà di eseguire indagini anamnestiche approfondite per l’inopportunità o la difficoltà di comunicazione, la limitatezza dei mezzi diagnostici, la mancanza di denominatori, relativa alla reale presenza degli stranieri sul territorio, che impedisce di quantizzare in termini di incidenza le singole patologie), questa raccolta, dicevamo, rappresenta comunque la fonte di notizie più diretta sulle patologie dell’immigrato e quindi anche un indispensabile strumento per la prossima presa a carico dello straniero malato da parte della struttura pubblica.

 

Materiali e metodi

 

I dati provengono dalla cartella clinica abitualmente in uso presso l'ambulatorio NAGA.

I dati sanitari sono stati elaborati per problema (metodo SOAP); le codifiche usate sono quelle della "International classífication primary care" (ICPC) nella sua versione italiana. Questa classificazione permette di codificare le diagnosi, o in mancanza il sintomo principale della malattia. Le codifiche sono composte da una lettera che individua l'apparato (respiratorio, cutaneo ecc.), da un numero che si riferisce al tipo di malattia (infettiva, traumatica ecc) e da un altro

numero che individua la malattia stessa. I dati sono stati successivamente inseriti in un archivio

computerizzato, sottoposti a controllo qualitativo ed elaborati utilizzando il programma File Marker. Alcune visite non hanno individuato sicuri problemi medici(come le visite esclusivamente per motivi burocratici, per invio ad altri specialisti, per valutazione esami o prescrizione farmaci); in un numero ristretto di casi poi non è stato possibile attribuite alcuna codifica al problema per incompletezza della cartella o perché illeggibile.

I dati presi in esame riguardano solo i pazienti che si sono rivolti al Naga per la prima volta nel periodo 1 gennaio - 31 marzo 1999. E' stato considerato il primo episodio di malattia ed anche gli altri successivi se presenti, purché verificatisi nel lasso di tempo considerato.

Nei grafici sono riportati, come confronto, anche i dati relativi alle nostre ricerche precedenti, relative agli anni 1991,1993-94 e 1997.

 

Risultati

 

Le visite/anno previste per il 1999 sono ancora in aumento rispetto agli anni precedenti; rappresentano il numero più alto mai effettuato in Italia da questo tipo di ambulatori. Considerando che la richiesta di visite negli anni precedenti é stata di 2,2 visite/anno/paziente, si deduce che il Naga sta curando nel 1999 una popolazione di circa 9.000 immigrati irregolari.

[La popolazione di Extracomunitari irregolari nella provincia di Milano comprendeva, nel dicembre 1998, circa 75.000 persone su un totale di 3.600.000 abitanti fra cui 210.000 immigrati regolari. 62.000 dei 75.0000 irregolari hanno presentato domanda di sanatoria: ciò dà loro diritto a fruire dell'assistenza sanitaria pubblica. (dati dell'Osservatorio del Comune di Milano, modificati)].

 

Prime visite

 

L'indagine è stata condotta, come si è detto, solo sui nuovi pazienti (= prima visita). Risulta così che nel gruppo di 5055 visite totali eseguite presso il nostro ambulatorio nel periodi gennaio - marzo 1999, sono stati elaborati solo i .dati relativi a 1605 pazienti (quelli presentatisi al Naga per la prima volta). I non iscritti al SSN sono praticamente la totalità.

 

Dati socio anagrafici

 

Sesso

 

I 2/3 sono maschi, i dati rispecchiano quelli del 1997. [Prevalenza maschile fra Senegalesi, Marocchini e Albanesi, femminile fra Filippini e Peruviani ]°.

 

Età

 

Nel gruppo fra 15 e 44 anni sono compresi il 90,2%, in analogia al 1997.

(I bambini risultano praticamente assenti, ma il dato non corrisponde ad una reale mancanza di minori, bensì è dovuto al fatto che da circa un anno i minori che si presentano al Naga vengono indirizzati c/o gli ambulatori delle strutture pubbliche, che se ne fanno carico in base al Decreto legislativo 286, 25 luglio 1998).

[Fra i più giovani Albanesi e Marocchini, fra i meno giovani Filippini e Peruviani].

 

Provenienza

 

In lieve flessione l'Est Europa 3%) rispetto al 1997; l'America latina aumenta del 3% e continua ad essere al primo posto.

 

Data di arrivo in Italia

 

Il 50% è arrivato in Italia nell’ultimo anno e l’80% negli ultimi 2 anni.

L'8% è presente irregolarmente da più di 5 anni.

 

Istruzione

 

Si mantiene costante il dato del 50% di immigrati clandestini in possesso di un livello di istruzione superiore.

L'analfabetismo si riduce al 3,9% dal 6% del 1997; [persiste soprattutto fra Senegalesi e Marocchini, i più istruiti sono Filippini e Peruviani]°.

 

Lingua

 

Il 32,7% parla solo la lingua madre. Il dato è in peggioramento (rispetto al 27% del 1997). [ le maggiori difficoltà linguistiche sono degli Albanesi e dei Marocchini]°.

 

Abitazione

 

Il 7% è costituito da soggetti senza fissa dimora, o che abitano in insediamento abusivi; (il dato è ridotto del 50% rispetto al 1997).

 

Attività lavorativa attuale

 

I disoccupati sono scesi al 50% dal 55% del 1997, riportandosi sui valori registrati nel 1993-94. [dai dati Naga 97 e 93-94]

 

Dati sanitari

 

L'insieme delle diagnosi di malattia o, in mancanza di queste, del sintomo principale costituiscono gli episodi di malattia. Il numero totale degli episodi di malattia è stato 1856 e si riferisce a 1400 pazienti (come si nota alcuni di essi hanno avuto più di un episodio di malattia nel periodo considerato).

Gli episodi globalmente considerati (diagnosi o sintomo) si distribuiscono in maniera diversa per apparato: prevale l'interessamento di 4 apparati: respiratorio 19,7% cute 18,3%, muscolo-scheletrico 14,2% e digerente 12,8%.

 

Prime conclusioni

I dati socio-demografici evidenziano come le situazioni di maggior disagio si trovino fra gli immigrati irregolari provenienti dall'Albania e dal Marocco, in particolare uomini, la maggioranza dei quali si è dichiarata disoccupata e senza fissa dimora o alloggiata presso un dormitorio. Al contrario, le condizioni migliori appaiono quelle dei Filippini: 8 su 10 circa dispone di un'abitazione ed ha un lavoro. Anche la situazione dei Peruviani appare meno difficile di altre: la metà circa ha casa e lavoro. La condizione dei provenienti dal Senegal si distingue da tutte le altre: la grande

maggioranza (pressoché tutti uomini) dispone di un alloggio pur trovandosi nella condizione di disoccupato o di venditore ambulante.

I dati sanitari evidenziano assenza di malattie "tropicali o esotiche" o comunque caratteristiche dei paesi del terzo mondo fra le malattie rilevate nell’ambulatorio Naga prevalenza di:

malattie acute dell'apparato respiratorio [faringiti, bronchiti],

malattie cutanee [scabbia, micosi],

malattie dell'apparato muscolo-scheletrico [ferite, traumi degli arti, lombosciatalgie],

malattie dell’apparato digerente [gastriti, ulcere, malattie dentarie].

Questo gruppo di malattie è in analogia con quello presente nelle fasce estremamente disagiate della popolazione italiana là ove più facilmente si registra povertà, disagio abitativo- alimentare e lavoro precario.

dai nostri dati non è possibile stabilire un confronto corretto fra l'incidenza delle malattie negli immigrati irregolari rispetto alla popolazione italiana, in quanto mentre nella popolazione italiana le malattie vengono espresse in "numero dei casi per abitanti" nella popolazione immigrata irregolare è solo possibile esprimere il "numero dei casi per pazienti dell'ambulatorio" essendo approssimativo il numero totale degli immigrati irregolari sani cui riferirsi ed essendo la rilevazione della malattia non sistematica, ma estesa solo a chi, in mancanza di un'assistenza sanitaria nazionale, si presenta spontaneamente agli ambulatori del volontariato.

Per determinate patologie importanti di riscontro relativamente frequente nella nostra popolazione di immigrati irregolari, quali la TBC si sono cercate delle vie indirette per valutare l'entità del fenomeno: si è già da tempo osservato come ai centri specializzati, di diverse regioni affluisca un immigrato ogni 3 italiani ciò comporterebbe un'incidenza della malattia diverse volte superiore a quella della popolazione italiana. Si è però altresì osservato che l'insorgenza della malattia avviene in maggioranza dopo 6-12 mesi dall'ingresso clandestino: ciò indicherebbe nel degrado socio-abitativo e nel contagio all'interno del proprio gruppo il fattore determinante lo sviluppo della malattia.

 

 

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