Lo SP.IN., presso il CSSA di Genova

 

Lo SP. IN. di Genova, Sportello Informativo presso il CSSA

 

C/o C.S.S.A di Genova

Via Passo Frugone n° 4/3

16100 Genova

Tel. 010.543968

 

Dal novembre 1998 a ottobre 1999 si sono svolti degli incontri, presso il CSSA di Genova, per verificare la realizzazione dello sportello informativo. A tali incontri partecipavano: assistenti sociali del CSSA, operatori del Comune e della Provincia di Genova, alcune realtà presenti nel territorio, poi impegnate nello SP.IN. (Centro di Solidarietà di Genova, Comunità San Benedetto al Porto, Cooperativa Agorà, Cooperativa il Biscione, Coordinamento Ligure Persone Sieropositive, Croce Rossa Italiana, SEAC, Veneranda Compagnia della Misericordia).

Nella seconda parte del periodo si è affrontato e realizzato un Corso di Formazione con 44 iscritti, di 8 incontri. Dopo il corso ci sono stati incontri di approfondimento tematico presso il CSSA.

Il Servizio si è aperto a marzo del 2000, il responsabile è il Direttore del CSSA e tutto il lavoro viene svolto in stretta collaborazione con gli assistenti sociali.

Il gruppo di lavoro è vario: studenti, casalinghe, laureati ecc. Attualmente sono impegnate 14 persone, tra cui un coordinatore e due operatori.

Lo SP-IN. è rivolto a tutte le persone che hanno problemi di giustizia, familiari di detenuti e ai servizi presenti sul territorio.

 

Metodologia: la presenza contemporanea di due volontari durante l’orario di apertura dello SP. IN., il coordinatore e gli operatori sono spesso presenti per integrare il lavoro; la supervisione una volta al mese; una volta al mese riunione di verifica.

 

Cosa si offre:

ascolto

aiuto nella stesura nel curriculum vitae, che poi è inviato a cooperative, consorzi

compilazioni moduli

informazione ed avviamento ai servizi sul territorio

 

Cosa non si offre:

un alloggio

lavoro

cibo

soldi e sigarette ecc.

 

Gli strumenti:

una banca dati in continuo aggiornamento

una rete sul territorio

la disponibilità umana

 

Alcuni dati:

Persone che si sono rivolte allo SP.IN.: 158, di cui 108 uomini. Stranieri 21.

Le persone sono state inviate dagli assistenti sociali o da operatori di altri servizi, o hanno appreso dell’esistenza da familiari e conoscenti, e dalla pubblicità.

Tra le richieste: la più frequente riguarda il lavoro 89 casi.

 

Prospettive per il futuro: proseguire l’attività con anche un’aggiunta all’interno del Carcere di Marassi e di Pontedecimo, la realizzazione di incontri con gruppi di detenuti; realizzare un nuovo Corso di Formazione.

 

L’obiettivo finale "è stato possibile perché era ed è comune a tutti, Enti Pubblici, Associazioni di Volontariato, Cooperative, che si sono impegnate in questo progetto, che è un vero lavoro di rete".

 

Alcune Osservazioni

Da quanto è stato scritto in premessa e da quanto esposto nell’illustrazione, seppur breve e sommaria, delle pratica delle esperienze, si evince che:

ogni territorio, quando ne sente l’esigenza, attiva un servizio di orientamento ed inserimento lavorativo per detenuti, a partire dai bisogni e dalle risorse lì presenti

i servizi sono diversi, non solo per tipologia e per il territorio che coprono, ma anche per le risorse che riescono ad attivare

le reti funzionano e sono queste l’unico strumento che può offrire e dare risposte integrate a soggetti, come i detenuti e gli ex detenuti, portatori di numerose problematiche

i servizi sono spesso un connubio tra pubblico e privato (gli esempi esposti ne sono uno specchio, Privato con Comuni, Province, ASL, Amministrazione Penitenziaria) ed è questa la formula che meglio realizza gli obiettivi, non solo in termini di erogazioni di risorse (finanziarie e di personale) ma soprattutto dimostra la volontà del Pubblico ad affrontare il problema dei detenuti, seppur con formule diverse, anche se dovrebbe essere un dovere specifico in virtù delle leggi sovracitate

solo in rari casi c’è un coinvolgimento diretto dell’Amministrazione Penitenziaria, nelle sue articolazioni periferiche, e questo diventa spesso un problema, poiché laddove ci sono disponibilità dovute alle persone che ivi lì operano l’attivazione di percorsi d’inserimento lavorativo non solo diventa più snella ma è indubbiamente più idonea e con probabilità alte di buona riuscita. Ci dovrebbe essere invece un coinvolgimento istituzionale in questi servizi, proprio per non lasciare al caso la loro riuscita e realizzazione

in nessun caso c’è un coinvolgimento della Magistratura di Sorveglianza, è questo è per molti operatori un grosso problema, se non un ostacolo.

 

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