Sportello documenti e tutele

 

Progetto "Sportello documenti e tutele"

 

Procedura e risorse: (Rif. Toscana Sociale PISR 2002 - 2004 - Azioni di inclusione - settore carceri - inserimento nell’area penale esterna e reinserimento sociale). Zona di Firenze.

 

Informazioni generali: il progetto prevede l’attivazione di uno sportello interno alla Casa Circondariale di Sollicciano, che lavori nel sostenere i detenuti nell’ottenimento dei documenti o nell’espletare procedure inerenti la residenza, il codice fiscale, la posizione previdenziale, l’iscrizione al collocamento e la disoccupazione, il titolo di soggiorno per gli stranieri.

L’ottenimento di questi documenti è segnale di cittadinanza, di conseguimento dei diritti e permette di procedere nell’ottenimento delle misure alternative, utili per scontare la pena fuori dal carcere e quindi in ultima analisi anche per combattere il sovraffollamento.

 

Soggetto titolare: Provincia di Firenze.

 

Soggetto gestore: Associazione di volontariato L’Altro Diritto, nata nell’ambito della Facoltà di Giurisprudenza di Firenze ha attivato dal 1998 un Centro di Consulenza Extragiudiziale. Responsabile Emilio Santoro – P.zza Indipendenza, 2 – Firenze.

 

In Associazione con l’Associazione Culturale Container, che dal 1995 ha attivato il Punto Informazione Lavoro Detenuti presso la Camera del Lavoro di Firenze, con protocollo d’intesa con la Regione Toscana. Responsabile Romeo Gatti – Borgo de Greci, 3 – Firenze.

 

In collaborazione con: Casa Circondariale di Sollicciano.

 

Soggetti dell’Accordo di Programma: Regione Toscana, Comune di Firenze, Provincia di Firenze

 

Responsabile del Progetto: Lia Pallone

 

Modalità di individuazione del soggetto gestore: l’Associazione Altro Diritto e il Pild sono da tempo attivi, a livello volontario, presso la C..C. di Sollicciano per la realizzazione di attività con contenuti analoghi a quelli del presente progetto. Le due Associazioni sono tra quelle individuate dall’art. 5 della 238/2000 ed il progetto verrà affidato e gestito secondo le procedure di cui alla delibera del Consiglio regionale 31/10/2001 n°199 (Direttive transitorie di affidamento dei servizi alla persona).

 

Soggetti beneficiari: Detenuti con necessità di lavoro interno, detenuti in procinto di chiedere la misura alternativa (affidamento, semilibertà, detenzione domiciliare), internati.

 

Costo totale: € 18.500

 

Richiesta finanziamento regionale "Toscana Sociale": € 12.750

Contesto in cui si colloca il progetto

 

La Casa di Reclusione di Sollicciano accoglie un elevato numero di detenuti, con caratteristiche assai diverse tra loro, ed il problema del sovraffollamento è espresso in sostanza dall’alta presenza di tossicodipendenti e stranieri. Al 30 aprile 2002 erano presenti 1.060 detenuti (capienza regolamentare 481 unità, tollerabile 810) di cui 632 stranieri e circa il 50% tossicodipendenti (dato indicativo).

Come si evince dal PIRS (Interventi per le persone soggette a misure dell’autorità giudiziaria) la necessità urgente di decongestionare il sistema penitenziario, per la Toscana a partire da Sollicciano, impone un convogliamento massiccio di risorse ed esperienze per dare un segnale deciso in questa direzione tanto ai detenuti che agli operatori che, in forma certo diversa, vivono con loro le gravi condizioni di disagio odierne.

A partire da ciò sarebbe senz’altro importante consolidare quegli interventi che il volontariato ha saputo attivare per favorire quelle reti integrate con il territorio al fine di implementare le opportunità di reinserimento sociale che necessariamente devono partire fin da dentro il carcere.

Una maggiore esternalizzazione della pena - come sottolineato nel PIRS ma anche dal protocollo d’intesa in via di rinnovo tra la Regione ed il Ministero della Giustizia – sarebbe possibile a partire da una migliore razionalizzazione dei raccordi tra gli uffici del carcere e gli enti esterni.

Ad esempio la possibilità per i tossicodipendenti di ottenere di scontare la pena presso le comunità terapeutiche senza subire la carcerazione, il più delle volte è resa difficoltosa dagli iter burocratici che dovrebbero essere espletati entro 30 giorni, un tempo insufficiente data la scarsa informazione in merito e la mancanza di presidi di consulenza giuridica presso i Sert.

Informazione e reti tra i servizi sono le condizioni che consentirebbero di favorire un maggiore ricorso alle pene alternative (affidamenti, semilibertà, detenzione domiciliare) o alle misure cautelari diverse dalla detenzione, come gli arresti domiciliari, riducendo non poco il peso del sistema giudiziario che ancora troppo spesso finisce per trovare nel contenimento intramurario la soluzione più semplice ma certo meno efficace per garantire la funzione rieducativa del carcere ed i percorsi di rientro sociale.

Obiettivo finale del progetto sarà quello da un lato di migliorare la qualità della vita interna agli istituti, dall’altro di favorire il decongestionamento della struttura di Sollicciano da cui discende la possibilità concreta di operare tutti gli altri interventi di natura rieducativa o lavorativa. I risultati saranno monitorati per consentire un’effettiva verifica sugli obiettivi raggiunti.

La collocazione dello sportello nella rete dei servizi

 

L’effettività dell’esercizio di alcuni diritti, che è condizione base per accedere alle misure alternative, è subordinata al possesso di alcuni documenti o all’espletamento di talune pratiche burocratiche, come ad esempio l’iscrizione al collocamento o l’attribuzione del codice fiscale e della residenza anagrafica.

La condizione di detenuto rende spesso difficoltoso l’accesso ai servizi offerti dagli enti competenti, unitamente alla scarsa conoscenza dei diritti stessi di cui può godere, a partire dal diritto di cittadinanza che si mantiene anche se in condizione di reclusione. Non pochi sono i casi di detenuti che, usciti dal carcere, hanno perso la precedente residenza e questo non gli consente di avere un nuovo documento e quindi essere riconosciuto come cittadino.

La funzione dello sportello sarà quindi quella di:

informare i detenuti sulle tutele di cui possono godere anche in previsione del loro pieno reinserimento sociale;

aiutare i detenuti nell’ottenimento dei documenti, delle iscrizioni attraverso il reperimento e la compilazione della modulistica, nonché nella trasmissione presso gli enti competenti.

È altresì fondamentale il raccordo con le altre associazioni del privato sociale che già svolgono alcune azioni, come il CAOS o il CIAO, con i quali stabilire accordi di collaborazione. Per l’espletamento di tali funzioni è indispensabile rafforzare la rete tra gli operatori dei servizi territoriali, come descritto nel seguente schema:

 

Sollicciano

 

Ufficio educatori

Ufficio matricola

Ufficio ragioneria

 

 

 

Sportello Documenti
e Tutele

Anagrafe

INPS

Patronati

Centri per l’Impiego

Ufficio Imposte Dirette

Sert e ASL

Servizi sociali

Questura

CSSA

 

Gli strumenti da impiegare saranno:

 

Un questionario d’ingresso per la raccolta dei dati personali e rilevazione dei bisogni (mancanza di documenti, perdita della residenza, etc.);

Collegamenti telefonici ed eventualmente via internet con i servizi territoriali;

Depliant o bollettini d’informazione sui servizi rilasciati ed i diritti possibili (in più lingue).

 

A premessa del buon funzionamento del servizio e del conseguimento degli obiettivi fissati vi è dunque la definizione di precisi accordi con gli uffici competenti per facilitare al meglio le procedure burocratiche.

Servizi rilasciati dallo sportello e bisogni rilevati

 

Codici fiscali

 

L’attribuzione del codice fiscale rappresenta il primo passo per l’accesso ad una buona parte dei servizi offerti dalle pubbliche amministrazioni. Per i detenuti, in particolar modo per quelli extracomunitari che ne sono quasi sempre sprovvisti, esso costituisce un prerequisito essenziale per l’accesso al lavoro sia interno al carcere sia esterno. Da alcuni mesi, a seguito di un accordo informale intercorso tra l’Ufficio Imposte Dirette e Altro Diritto, le richieste di codice fiscale sono gestite da assistenti volontari. Il gran numero di domande ha reso però difficile garantire questo servizio in maniera costante nel tempo, in assenza di uno sportello stabile all’interno di Sollicciano.

 

Residenze anagrafiche e documenti d’identità personale

 

La residenza anagrafica è un titolo essenziale per il detenuto che, una volta uscito o quando ancora si trova in carcere, voglia ottenere il rilascio di documenti d’identità e iscriversi al Centro per l’Impiego. Dopo un periodo di reclusione stabilito dalla legge è possibile richiedere la residenza anagrafica presso la Casa Circondariale. I detenuti che hanno perso la precedente residenza si trovano di fatto impossibilitati a recarsi direttamente presso gli uffici competenti e non facile è assicurare la presenza dei messi comunali entro tempi a volte urgenti.

 

Indennità di disoccupazione

 

I detenuti che lavorano all’interno del carcere o che hanno lavorato nel periodo precedente alla reclusione hanno spesso diritto all’indennità di disoccupazione con requisiti ridotti. E’ già da diverso tempo che il PILD, con la collaborazione dell’INCA, si occupa di preparare per i detenuti, tra gennaio e marzo di ogni anno, le richieste da rivolgere all’INPS. La brevità del periodo di tempo entro cui la domanda va presentata ed il costante aumento delle richieste da parte dei detenuti hanno fatto nascere l’esigenza di riorganizzare il sistema in modo da renderlo più efficace. Nel corso del 2002, infatti, una parte dei detenuti di Sollicciano non sono stati in grado di poter presentare la domanda per l’indennità di disoccupazione, malgrado la collaborazione dell’ufficio ragioneria.

 

Iscrizione al Centro per l’Impiego - contatti con servizi per l’impiego

 

Si tratta del primo fondamentale passo per poter accedere al mercato del lavoro sia a fine pena che durante l’esecuzione di una misura alternativa. Pochi detenuti sono informati della possibilità di iscriversi dal carcere ed anche se stanno lavorando al suo interno, nonché delle facilitazioni successive al raggiungimento dell’anzianità di disoccupazione. Infine spesso non hanno la documentazione necessaria (residenza, documenti) per avviare la domanda.

 

Versamenti contributivi

 

È prevista nel nostro ordinamento la possibilità per gli stranieri che lavorano in Italia di recuperare, una volta ritornati nel paese d’origine, i contributi previdenziali versati all’INPS. Per i detenuti provenienti da paesi con cui l’Italia è convenzionata si possono trasferire i contributi direttamente presso l’ente pensionistico dello stato d’appartenenza; per tutti gli altri è possibile recuperarli in termini monetari tramite l’ambasciata o il consolato italiano all’estero. I detenuti devono, però inoltrare la richiesta prima di far ritorno al proprio paese ed è quindi possibile avviare la procedura già dal carcere. Per i detenuti italiani i bisogni sono quelli del cittadino che si rivolge al patronato: verifiche contributi versati, ricongiungimenti, istanze, dichiarazioni, ricorsi.

 

Permessi di soggiorno

 

Sono molto ricorrenti i casi di detenuti regolari cui scade il permesso di soggiorno durante la reclusione; in questo caso è utile un sostegno affinché il detenuto produca la richiesta di rinnovo nei tempi previsti dalla legge. Nel caso in cui, mediante l’affidamento in prova o un’altra misura alternativa, il detenuto lavora è possibile richiedere la conversione del "permesso per motivi di giustizia" a permesso per motivi di lavoro. La Questura di Firenze è disponibile a valutare caso per caso la situazione di quei detenuti che sono stati in possesso di un permesso di soggiorno per motivi di lavoro poi non rinnovato.

Organizzazione tecnica dello sportello

 

L’ufficio, pur operando principalmente all’interno dell’istituto e quindi con un accesso facilitato alle sezioni ed ai detenuti, avrà una sede attrezzata all’interno della Casa Circondariale, cioè un ufficio dotato di attrezzatura minima (telefono, PC), da condividere con altri, per permettere il contatto con gli uffici erogatori dei documenti e responsabili delle procedure. Abbiamo calcolato sulla base dell’esperienza che per l’attività dello sportello saranno necessari due operatori, un responsabile ed un coadiutore, per un impegno di 25 ore totali a settimana; 20 del responsabile, 5 del coadiutore (di norma un volontario). L’orario si articolerà in 16 ore di sportello interno (tre giorni alla settimana) e 9 di sportello esterno e raccordo con la rete. Il numero di volontari, di norma studenti di giurisprudenza che operano a rotazione, sarà di circa 4/5.

Nei primi mesi il servizio dovrà essere potenziato per far fronte alla prima rilevazione dei bisogni e disbrigo delle pratiche richieste, per poi procedere su ritmi regolari con i nuovi ingressi, definito in un periodo di sei mesi successivo all’arrivo onde verificare l’effettiva permanenza nell’Istituto.

Successivamente, una volta stabiliti rapporti efficienti con gli uffici pubblici esterni, dovrà essere verificato il rapporto tra ore interne ed esterne, privilegiando comunque l’attività di sportello interno.

Verrà individuata una figura di collegamento, in qualità di responsabile del servizio, che curi il raccordo con gli enti per rendere al meglio gli interventi degli operatori, nonché monitorizzi l’andamento e segua la pubblicizzazione dello sportello tra i detenuti ed all’esterno.

Sarebbe utile dotare lo sportello di un fondo per le spese amministrative dei detenuti in quanto spesso costretti a rinunciare a taluni diritti perché in gravi difficoltà economiche, anche trattandosi di costi esigui per bolli, spedizioni postali o spese comunque attinenti a pratiche legali.

Il questionario d’ingresso per la rilevazione dei bisogni sarà curato in collaborazione con gli educatori e formulato in modo da evitare richieste non congrue ed avere un quadro realistico degli interventi necessari.

Gli strumenti informativi saranno rivolti sia ai detenuti sia agli enti coinvolti; si tenderà ad essere presenti come servizio riconosciuto anche presso gli altri strumenti di comunicazione prodotti dai vari enti (ad esempio sul sito internet del Comune o nelle carte dei servizi) così da pubblicizzare lo sportello e implementare gli scambi informativi con i vari uffici presenti sul territorio.

Report finale dovrà valutare sulla base del monitoraggio effettuato i risultati in termini qualitativi e quantitativi, ovvero come ha risposto il servizio ai bisogni dei detenuti in termini di soddisfazione e raggiungimento dei diritti e tutele, nonché sul riscontro riguardo le effettive facilitazioni dirette o indirette nel favorire l’accesso alle misure alternative alla detenzione.

 

 

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