Garçon n° 34

 

Garçon, la voce d ei ragazzi dell’I.P.M. di Casal del Marmo

Anno X - n° 34

 

Io sono Veronica

Non mi interessa!

Io sono Susy

Io sono Dragiza

Io sono Lucia

Cosa avrei fatto se...

Parlo di me

Chi bazzica lo zoppo

Ciao a tutti voi!

Amare il prossimo tuo…

Sono io

Cosa avrei fatto se…

Sì, sono proprio io

Farlo a… posta

Ai ragazzi dell’istituto scientifico

 

Io sono Veronica e mi racconto

Chi sono? Chi siete? Il buio fuori non mi permette di riconoscervi, il buio dentro non mi lascia capire chi sono io? Dicono che mi chiamo Veronica, ho 19 anni e, a parte qualche problema, diagnosticato da un paio di psichiatri, beh, a parte questo sono nella norma! C’è chi dice che sono buona, chi dice che sono cattiva… ma io questa sera vi dico che sono solo aria, aria che passa sopra a tutto, sono aria di montagna, a volte lieve e piacevole e poi d’un tratto forte, spietata e assolutamente distruttiva.

Potrei anche dirvi che sono solo fuoco, caldo e accogliente e improvvisamente immenso e devastante. Forse sono solo un sogno che spera di non essere più tramutato in incubo. Domani mattina forse sarò un fiore, una pozzanghera, chi può dirlo?? La cosa assolutamente certa è che non permetterò mai più, per nessuno motivo al mondo, che qualche estraneo entri nei miei segreti e decida quello che sono. È assolutamente impossibile riuscire a capire una persona mettendosi a spiarla da dietro un vetro!!

Io forse non conosco molte cose di me, ma voglio essere libera di decidere quando capirle e soprattutto libera di decidere se e da chi farmi aiutare!! Per ora so solo che sono Veronica, ho 19 anni e vorrei tanto essere solo aria per scappare via… happy freedom.

Discorso ai fantasmi

Salute, sono ancora qui in questa stracavolo di palazzina, in questa stramaledetta cella, e vi dico che sto cappottando dal sonno! E voi che cavolo leggete? Non vi hanno insegnato a farvi una bella pila di cavoli vostri? Dai scherzo, sto più skleratica del solito questa sera, sopportatevi i miei pacchi e se non vi va, cambiate pagina, di sicuro non mi metterò a piangere.

Visto che non ho niente da fare vi farò un elenco delle mie cose preferite. Non ho voglia di dividerle quindi troverete persone, canzoni, posti, profumi, tutti mischiati, se vi sta bene ok, se no ciao!

- Nicola, perché troppo il mio angelo custode

- Stand by me

- Polly, perché mi fa venire i brividi ogni volta che la sento

- Il profumo della pioggia

- Plinky, perché è tutto peloso

- The end, perché sì

- Il profumo dei mandarini perché mi sa di Natale

- La mia casa di montagna perché lì c’è tutta la mia vita e

- Il cimitero del mio Paese, perché lì ci sono le due stelle più belle

- La neve

- L’odore della vernice

- Paolo, perché mi ha insegnato a tirare fuori l’orgoglio

- Le candele, perché anche a mio zio piacevano

- Il vento dritto in faccia

- L’acqua

Ci sarebbe pure un’altra cosa ma se la scrivo iniziano a tirarmi delle storie allucinanti quindi faccio finta di niente. E poi non ho più voglia di scrivere perché ho scritto una schifezza… voglio farmi una doccia calda e soprattutto vorrei poterci stare sotto almeno mezz’ora (qua è un miracolo se riesci ad avere acqua tiepida per 5 minuti), e voglio una coperta, non sti cartoni, e adesso mi fermo perché l’elenco è troppo lungo!!

So che "voglio" non si dice, però cavolo fa freddo!! Se almeno potessi avere un pò di vodka, … ah! ah! Alla mia educatrice si saranno drizzati i capelli, dai che scherzo!!! Mi sa che vi saluto perché è proprio brutto sto bao di articolo!! Happy freedom

Vortice di idee, pensieri e parole

Tic! Tac! Tic! Tac… Estate, autunno, inverno, primavera, si avvicinano i vent’anni. La porta si è chiusa quando ne avevo quasi 17, e aspettando che si riapra resto qui e faccio finta di vivere!!! No, non è vero faccio molto di più ma siccome in questo periodo sto un pò grigia e mi fa tutto schifo non riesco ad essere molto obiettiva. La nicotina entra, mi annerisce un po’ i polmoni e poi esce, leggera… Come se non fosse successo niente.

Tic! Tac! Tic! Tac… Estate, autunno, inverno, primavera, le ore che si bloccano, quel maledetto calendario che non cambia mai pagina, e mentre fuori tutto corre, qua il tempo si è fermato sempre un giorno!

Tic! Tac! Tic! Tac... Estate, autunno, inverno, primavera, e tu dove cavolo sei? Avevi detto che se avevo bisogno ci saresti stato... Evidentemente eri ubriaco, ma lo sai che cosa ti dico? Che me ne sbatto di te e di tanti altri! Resto qui e mi guardo intorno, forse qualcosa succederà… ah, dolce illusione!!!

Tic! Tac! Tic! Tac... Estate, autunno, inverno, primavera… E fra poco sarà Natale, credo che il mio Babbo Natale sia morto nel camino perché il regalo che aspetto non arriva mai! L’importante è farsi una bella risata.

Tic! Tac! Tic! Tac... Estate, autunno, inverno, primavera, mi siedo un pò cercando di stare lontana dalla vita... ma lei sta dappertutto e allora ci gioco un pò a nascondino, chissà quando si deciderà a non cercarmi più!!

Tic! Tac! Tic! Tac... Estate, autunno, inverno, primavera, e adesso vi saluto, ho già vomitato abbastanza per questa sera, che se vogliamo essere sinceri, è troppo uguale alle altre, per meritarsi un briciolo di considerazione! Buona notte esserini che state di là, notte e basta esserini che state di qua! Happy freedom!

Ciao a tutti, non so cosa scrivere ma poi la Freda si arrabbia e quindi vedo di creare qualcosa. Mi manca la mia cifula però non importa a nessuno, quindi cambiamo argomento, anche perché poi inizio a sclerare e non ne ho voglia visto che è già da un pò che sto così!! Allora, ricominciamo, sono troppo stanca. Oggi sono due anni, quattro mesi e cinque giorni, che sto in apnea, non mi piace più questo gioco e non mi piacciono le favole che ci raccontano. Boh! Spero che mi passerà perché è veramente palloso stare così, se almeno potessi dormire senza... Lasciamo perdere anche questo argomento... Mi sa che è proprio questo il problema: qualsiasi cosa mi innervosisce. Prima che mi dimentichi vi saluta Malina. La prima parte di questo coso l’ho scritta al giornalino, adesso, invece, sto nella mia "favolosa" cella e forse a stomaco pieno mi viene "l’ispirazione". E’ mercoledì sera, sul muro davanti a me ci sono le foto di Hicham, un ragazzo che stava qui. Guardandole mi viene in mente come stavo i primi tempi. Stavo male, certo, però allo stesso tempo stavo meglio, c’erano le persone da conoscere, il posto da capire, e c’era la voglia di raccogliere tutti i pezzettini di me. Adesso, invece, c’è solo bisogno di andare lontano dalle persone, che ormai sono sempre le stesse, voglia di correre oltre le mura, via da qui e via da me, perché più vado avanti e meno mi sopporto, e tutti quei pezzettini che riattacco si scollano in continuazione. Questa sera mi sopporto anche meno del solito. C’è qualcosa dentro di me che proprio non mi va giù, a volte mi capita di avere un bisogno incredibile di vedere la mia immagine riflessa allo specchio, così, solo per controllare se sono ancora io, e in questo modo riesco a non sentire più quella cosa dentro. E’ un pò come quando si è ubriachi e guardandosi allo specchio ci si vede mezzi deformati, ecco dentro io ho qualcosa di simile, una Veronica deforme, che proprio non va d’accordo con quella che so di essere. Uffa! Mi sono inoltrata in una roba troppo complicata e rileggendo mi sono accorta che non è proprio così che volevo dire certe cose, vabbè, prendetele per buone, in fondo se le ho scritte un briciolo di verità ci sarà!! Mi raccomando non combinate troppi danni, fatevi una bella dormita e vivetevi ogni giorno con la consapevolezza che domani potreste essere solo polvere... Che poi non è tanto brutto visto che anche le stelle sono fatte di polvere!!

Dedicato a un angelo

Buona sera mio caro, è da un pò che non ti scrivo. Come sai le cose non vanno bene, nell’ultimo periodo e così ho deciso di rifugiarmi un pò dietro di te. Avrei proprio voglia di sedermi in macchina di fianco a te e andare un pò in quel bar! È così dolce il calore che sento quando ti scrivo e il suono della tua voce è, e sarà sempre, la mia ninna nanna speciale, una di quelle cose che nessuno potrà portarmi via.

Ne è passato di tempo dall’ultima volta che ci siamo "visti": era un pomeriggio, forse d’aprile, ricordo che prima di venire da te avevo deciso di comprarti una rosa, così, solo per ringraziarti, e mentre percorrevo la strada verso la tua nuova casa, ripensavo ai monti, al tuo viso, al tuo fischiettare per annunciare il tuo ritorno e poi eccomi di fronte al cancello. Sono entrata e ci ho messo un pò a trovare il tuo alloggio, eravate in tanti, ma alla fine sono arrivata da te, sotto quella lastra di marmo, c’eri tu che dormivi il tuo sonno eterno, ho appoggiato la mia rosa e sono corsa via.

Come potevo pensare che bastasse quel fiore per dirti grazie? E grazie a te, lo voglio dire questa sera zio: "Grazie per le volte che mi hai tenuta sui tuoi piedi, grazie per avermi fatta sentire veramente accettata, grazie per avermi insegnato che il rispetto si guadagna rispettando, grazie per tutte le mattine quando alzandoti facevi piano per non disturbare il mio sonno di bimba, grazie per l’amore assoluto al quale sentivo di appartenere, grazie per avermi mostrato cosa vuol dire avere una famiglia. In fine grazie per il calore che ancora mi dai, grazie per tutte le notti che vieni a salvarmi dai miei incubi. Ti scrivo, e mentre lo faccio so che tu e la zia siete accanto a me e io vi amo tutti e due. Se esistono gli angeli sono sicura che voi due siete i più belli. Vi ho delusi in mille modi e so che non basteranno cento vite per chiedervi perdono, e così maledico il tempo che vi ha portati via, odio me stessa per non aver avuto la forza di salutarvi! Vorrei che voi foste vivi, perché adesso vedendovi morire avrei il coraggio di dirvi addio. Bene, anche questa volta mio caro zio siamo arrivati ai saluti, grazie per avermi scaldato il cuore anche questa sera! Prima di chiudere vorrei chiederti di prestarmi un pò di coraggio... sono sicura che lo farai. Un bacio alla zia. Vi amo!".

Mannaggia alla Freda

Eccomi ancora qui… Maaa ciiiiao! Sicuramente oggi la Freda vorrà farmi scrivere qualcosa, ma non ne ho decisamente voglia, quindi adesso cerco di spremere al massimo il mio piccolo cervellino e vedo di tirar fuori qualcosa di decente! In questo periodo ho una confusione mentale pazzesca, non riesco a prendere una decisione su niente, e non è una bella cosa, anche perché poi mi ficco sempre nei guai!

Soprattutto su una cosa sto facendo un gran casino, non dico di cosa si tratta perché sono fatti miei, dico solo che fuori da qui, in certe situazioni, me la cavavo molto meglio, e se devo essere sincera, mi divertivo anche di più... sotto tutti i punti di vista. Mi sembra di essere una ragazzina di 12 anni, anzi no perché a dodici anni ero un pò più sveglia! Ok, ho già perso il filo del discorso, sto peggiorando! Di solito lo perdo dopo una pagina... Bah! L’anno scorso avevo scritto una roba che si intitolava "Cento volte più felice con…", adesso mi sono venute in mente ancora un paio di cose e quindi dovrete subirvele. Ed ecco a voi "Cento volte più felice con…". (parte seconda). Scherzetto! Non ho nessuna voglia di scrivere con cosa sarei più felice, anche perché non ho voglia di essere felice… Scherzetto un’altra volta! Dai, oggi è proprio meglio che lascio perdere, sto facendo proprio un casino!!! Ciao, sempre e comunque happy freedom! E mi raccomando tenete sempre un occhio verso il cielo.

La fuga

Ciao, ciao a tutti. La Freda ci ha dato una roba un pò complicata da scrivere quindi, come al solito, mi sa che farò un pò di testa mia. Però ci voglio provare a spiegare come si fugge. La risposta è molto semplice: bah! È inutile non riesco proprio a fare la personcina seria!

Ci sono un sacco di modi per fuggire: col pensiero, con le droghe, con l’alcool o, a volte, commettendo un reato, e ci sono anche molte cose dalle quali si può fuggire, si può scappare da una famiglia troppo finta, da uno squallido Paese, dalle vecchiette che spiano dalle finestre, dai problemi che non si vogliono affrontare, ed è facile, basta chiudere il cuore in un cassetto e imparare ad andare avanti a testa alta senza badare troppo a chi ci sta intorno.

So che è una brutta cosa da dire ma se veramente si vuole fuggire non si può star troppo a pensare e poi purtroppo, per noi esseri feriti bisogna imparare a ferire. Questa è una cosa che ho appreso un sacco di tempo fa!

Ho imparato anche che c’è una cosa da cui non si può proprio fuggire: la Coscienza, e credetemi è il peggior Giudice che esista. Io, con la mia, litigo, più o meno, tutti i giorni, ma niente, lei continua a parlare, parlare… Se qualcuna sa come si fa a scappare da questa roba che ci accompagna sempre spero che me lo faccia sapere perché io sto proprio al limite!!

Anche questa volta sono arrivata al "lieto fine". "Lieto" perché mi sono proprio stufata di rileggere quello che scrivo e accorgermi di essere sempre più scollegata. Finisco qui perché se vado avanti mi rinchiudo da sola in una camicia di forza! Buona notte e happy freedom a tutti! E ricordatevi che l’importante è non farsi schiacciare mai.

Depressione

Sono proprio depressa. Questa cavolo di palazzina mi sta troppo stretta, oggi più che mai! E’ venerdì è sono esattamente 801 giorni che sto rinchiusa qui! Due anni, tre mesi e dieci giorni, un botto di ore e una cifra incredibile di minuti, per non parlare dei secondi!! Poco? Tanto? Bah: forse semplicemente troppo! Qui ho visto ragazze piangere per settimane… Vabbè, meglio cambiare argomento.

Sono nella "mia" cellina e sto per accendermi l’ennesima sigaretta, non so che cavolo scrivere ma siccome le alternative non sono molte scriverò ancora... Non so bene cosa comunque… meglio di niente! Se può interessare a qualcuno, in questo momento sto ascoltando "Little by little" degli OASIS, Malina sta litigando con lo stereo e basta, le altre non so cosa fanno perché non le vedo. Sta musica non mi piace però mi costa fatica alzarmi e cambiare canale, voglio un telecomando! A parte che oggi mi stanco solo a respirare! Help! Voglio andare a farmi un giro a Milano, voglio le paranoie della mia casa (cugina), voglio il Luchino, il China, il Cippo, il Dema, il Niko, il Bonji, il Guido, il Ago, la Monza, la Nonora, l’Annina, il Clara, il Sascha e il Rasche, tutta la gente della Boggia, le… sotto la banca, le attaccate con la Debba, l’autostop con la mia sore a Madesimo, al freddo e al gelo! Chiedo troppo? Mi sa proprio di sì! Ma giura che non passa mai? Durano cinquanta ore ste giornate! Sono le 16.55 aiuuuuuuuto! Non so proprio più cosa "bao" scrivere e poi sto cappottando dal freddo! Chissà che fine ha fatto il mio esserino gommoso? (i più informati avranno capito che sto parlando di Marco, il tipo con cui stavo fino a quando mi hanno arrestata). Ahh, spegnetemi per favore!! Basta, basta, basta vi saluto prima che vengano strani istinti! Un bacio sulla punta del naso al mio Plisky. Happy freedom! Finalmente mi fanno sentire Eminem!!

P.S. Un bacio a Irene e Ale!

Giro giro tondo… quant’è complicato il mondo!

Chi sono, da dove vengo, ecc… Non lo scrivo perché non sono affari vostri. Premesso questo vedo di iniziare uno dei miei soliti discorsi contorti sperando di trovare una fine. Oggi pomeriggio, dalla Freda, non mi andava di scrivere però, siccome so che lei ci tiene, adesso sto qui, su questo davanzale con la penna in mano. C’è una cosa che da quando sono nata mi accompagna, è l’affetto dei miei zii, che, in un certo senso, mi hanno insegnato a vivere.

Mio zio è morto quando avevo otto anni e mia zia tre anni fa, però io sento che stanno ancora dietro di me e, come quando avevo due anni, cercano di non farmi cadere. Da quando mia zia non c’è più, non è cambiato molto, solo che il mondo mi fa un pò più schifo, perché so che tante piccole cose non torneranno più. Uno dei rimpianti più grandi che ho è di non aver avuto il coraggio di starle vicino negli ultimi mesi, non sopportavo l’idea che quella donne così forte, si stesse spegnendo piano piano, trasformandosi in quel piccolo essere calvo e fragile che si è spento una notte d’agosto. Per la verità era già da quando avevo dodici anni che la vedevo poco. In quel periodo la mia vita ha iniziato a prendere una piega un pò strana. I valori che mi erano stati trasmessi, la sera del mio dodicesimo compleanno, li ho presi li ho infilati in bocca e mandati giù con un gran sorso

di vodka, e con loro ho buttato via la bambina che ero e che non sarei più stata.

E’ stato un periodo così agitato che solo a ripensarci mi gira la testa, però anche se stavo proprio sul fondo una buona cosa l’ho trovata: si chiama Milena. Io non credo in Dio, ma se ci credessi, sono sicura che strarei tutto il giorno a ringraziarlo per avermi fatto incontrare l’unica persona al mondo capace di capirmi e di sentire quanto rumore fanno i miei silenzi. Adesso torno un attimo a parlare dei miei zii, perché non so se c’è qualcosa di buono in me, ma se c’è lo devo solo a loro. Adesso devo cercare una fine decente a questo miscuglio di idee, e come al solito sto entrando in paranoia perché non mi piace più quello che ho scritto, mi sono venute un sacco di idee ma non ho più voglia di sbattermi a scrivere, e poi fa troppo freddo. Mi manca Nicola e le sigarette stanno d’altra parte della cella, e i miei zii non ci sono più ma sono sempre e comunque i due esseri migliori del mondo, e come cavolo faccio a finire sta cosa strana che sta venendo fuori? Basta veramente, non mi piace parlare di me e con questo articolo sono venute fuori troppe cose che, forse, meriterebbero di essere approfondite, ma… Stop. Fine. Ciao ciao a chi dice che sono una str…, vaffa…, a chi giudica senza conoscere, e arrivederci a chi sa cosa ho fatto ma sa anche chi sono e mi vuole bene comunque.

Il mio cervello… ha preso il volo

Ebbene sì, quella massa molliccia che stava nella mia testa, ha fatto le valigie e se ne è andata… Credo che mi mancherà, anzi no, non credo a niente, perché senza cervello non si può credere. Come al solito sto delirando ma tanto alla Freda va bene anche così. Prima mi sono sbagliata perché si può credere anche senza cervello, si crede col cuore. Io col mio cuore credo ad un sacco di cose. Credo che dovrei credere di più in me stessa, credo che sia stupido cercare di interpretare i sogni delle persone, perché si finisce per renderli insopportabili. Credo che nessuno possa togliere a un bambino la voglia di guardare il cielo senza la paura che cada una bomba; credo in "lei" perché so che "lei" crede in me, credo che se vado avanti a scrivere ste cose uno di questi giorni mi porteranno al manicomio.

Credo anche che non me ne frega proprio niente di quello che pensano gli altri, e credo che sia una vera cattiveria illudere le persone con false promesse; credo che a volte è veramente necessario non fidarsi della gente, e poi credo, credo e ancora credo, in alcune persone che non mi hanno mai delusa e per finire non credo a chi dice di non aver paura di niente.

Non credo che valga la pena di parlare se chi mi sta Intorno non ha intenzione di ascoltare. Non credo al destino perché ognuno è padrone della sua vita, non credo in Dio, non credo più in "loro" che tanto non capiranno, e non credo che smetterò di fumare. Adesso credo che concluderò questo schifo! Ah, dimenticavo credo che si, non lo troverò mai.

Sabato nero a due

Help me, please! Oggi è proprio una giornataccia, non che le altre siano meglio però. Bah! Non so cosa scrivere, a parte che oggi è già un miracolo se riesco a mettere insieme due parole!! Vediamo, potrei parlarvi del tempo ma… Non ne ho voglia e poi c’è poco da dire: oggi c’è il sole. Non è possibile, non so più che scrivere, e non so nemmeno pensare, oggi! Vado a farmi una pausa, nella speranza che qualche anima buona mi dia una sigaretta, ci "sentiamo" fra dieci minuti. Sono tornata, non è che "fossi andata molto lontana" comunque… Prevedo una giornata lunga e faticosa!

Moooolto faticosa!! Avrei bisogno di andare un attimo al "Gaffe Svizzero" col Nico e la Deborah, giusto per riprendermi dallo sclero!

Lettera per lei

"Non può piovere per sempre", lo sappiamo tutte e due ma è in sere come queste, che i temporali sembrano eterni, e di sere come questa, nell’ultimo periodo ce ne sono troppe. Ci vorrebbe l’arca di Noé per raccogliere ogni animale bagnato e stanco, ci vorrebbe almeno un raggio di sole per scaldarti le ossa. "Non può piovere per sempre". Quante volte ce lo siamo detto io e te, ma è davvero così? Sono vere le parole che ci lanciamo come se fossero palloncini? Io so solo che il mio ombrello si è bucato e l’acqua adesso mi cade sulla testa, e niente riesce più ad asciugarmi. "Non può piovere per sempre". Sono due anni che ce lo ripetiamo come un’assurda filastrocca, sembra una favoletta per bambini, ma io e te bambine non lo siamo più da troppo tempo. In queste sere, però, è bello far finta di credere a quelle favole e pensare che veramente i temporali finiscono e che il principe azzurro arriva e ti salva. "Non può piovere per sempre". Dimmelo che è così, caz… dimmi che, se ci affogo in quest’alluvione, troverò la tua mano che mi tirerà fuori e mi farà respirare. Milena, "Non può piovere per sempre". Crediamoci ancora per un pò e poi cambieremo filastrocca, ma non ti preoccupare: un’illusione e una speranza per andare avanti la troveremo sempre! E’ solo per te tutto questo, per te che sai quello che è stato, quello che è, e hai paura di quello che sarà! Milena, lo sai che tanto io ci sono e ogni volta che vorrai sarò pronta adirti che "Non può piovere per sempre" e insieme a te ci spererò, perché "la speranza è l’ultima a morire".

Buona notte d’acqua, amica mia, spero che almeno non sia pioggia, ma solo lieve rugiada che al e mattino risplenderà. (sommario)

Veronica

 

Non mi interessa!

Quando sono nata? Allora, sono nata nel 1984 in Romania, vengo dalla Transilvania, non sono una vampira, e sono in Italia da due anni. Comunque ci siamo conosciuti l’anno scorso e non mi va di raccontare di nuovo la mia storia.

La domanda per oggi è "Che dovrebbe e non dovrebbe pensare la gente leggendo i nostri articoli e come possono capirli e giudicarli?". A me non me ne frega di cosa pensano. L’unica persona che ha il diritto di giudicarmi è Dio; gli altri si devono fare gli affari suoi e prima di giudicare si deve guardare nel suo specchio. Se tu pensi male di me mentre leggi questa cosa sono problemi tuoi perché a me non mi interessa… se tu mi capisci sono sempre problemi tuoi perché io non ti giudico mai… Ho imparato dalla vita e dal dolore di prendere sempre la medicina che si chiama "il pensiero" e tu non c’entri niente nel mio pensiero. Voi tutti fate finta di capire ma nessuno può capire i problemi degli altri, solo i propri problemi, e non dire che non è vero perché è così. Se tu riderai di cosa scrivo, io rido di cosa leggi, e se tu sei triste per me ti ho detto già che non ci credo, sei una finta, una illusione. Adesso ti saluto e tu non mi salutare perché non hai il diritto di salutare chi non conosci. Almeno io ti saluto perché oggi sono di buon umore perché finalmente sono stata trasferita dal "Manicomio Beccaria" di Milano. La mia collega di stanza Veronica, mi dice che sono impazzita. Voi che ne dite? Ha il diritto di giudicarmi? lo dico questa volta di "si", perché è vero! Basta e adesso ciao, dal "Manicomio Casal del Marmo". (sommario)

Malina

 

Io sono Susy

Che nottataccia!

Stasera non riesco a dormire. Ho mille pensieri per la testa che mi volano! Ognuno aspetta il suo turno, sto pensando a mio padre, sto pensando a una mia amica che sta male, sto pensando ai miei che mi mancano, sto pensando a quando uscirò da qui. Ho provato a guardare la TV, ma non ci riesco a sbarazzarmene. Ho preso lo sterietto per sentire un pò di musica e ho peggiorato la cosa. Mi stanno volando in testa pensieri brutti, belli, di tutti i generi.

Vorrei un pò parlarne con le mie compagne di stanza ma stanno dormendo profondamente, e poi sono sicura che non mi aiuterebbero. Che tranquillo! Stasera sembra che il tempo si sia fermato. Mi sento così sola e triste. Che freddo fa stanotte, ho il naso gelato, mi sembra di stare al Polo Nord. Sto sotto le coperte e sto tremando e penso al domani. Non mi va di svegliarmi al freddo anzi al gelo. È dura qui dentro, ogni giorno che passa mi diventa più pesante.

Non vedo l’ora di ritornarmene a casa. Chissà come sta la mia amica in questo momento, è un momento difficile per lei e sapendo che sta male mi sento in colpa perché non le posso stare vicino.

Mi sta chiedendo aiuto e io me ne sto con le mani nelle mani. Vorrei raggiungerla ma un muro me lo impedisce. Chissà quando potrò riabbracciare la mia famiglia. E il tempo mi frega, non passa mai. Una cosa sola mi rimarrà nel cuore che non cancellerò mai. Infatti non si può cancellare una persona speciale e cara di cui mi rimane solo una foto, la sua immagine perché lei non potrà mai ritornare indietro. Non riesco a dormire, voglio dormire, sarà il caffè che ho bevuto, sarà questa sera troppo silenziosa, lo sa solo Dio. A proposito io credo in Dio, ma allo stesso tempo dico "ma Dio non esiste". Però quando ho bisogno di pregare mi rivolgo a Dio; Boh! Io sono una ragazza strana e certe volte neanche io mi capisco da sola. È mezzanotte, hanno appena spento la TV e io non ho sonno. Beate le ragazze. Come dormono bene. lo, se dura ancora un pò, impazzirò.

Voglio e rivoglio dormire, dormire. Se avessi la bacchetta magica farei una piccola magia su di me "abracadabra". Macchè, non dormo, però è brutto quando non si riesce a dormire. Mamma mia, mi fa male la mano! Vi saluto e auguro la buona notte a quelli che già dormono: mi viene da piangere

Essere donna

Essere donna! Io non mi sento donna e anche se ho 17 anni mi sento ancora ragazzina. Forse lo dico perché non mi voglio sposare, che da noi nomadi ci sposiamo presto. A dire la verità, non so neanche io come mi sento; donna, ragazza, ragazzina, non so come mi sento. Credo che mi sento come una ragazza di 17 anni e mi comporto come si comportano tutte le ragazze di 17 anni. La donna ha troppe responsabilità e ha tanti problemi per la testa: il lavoro, il marito, i figli, poi non è detto che ci devono essere i figli in mezzo. È noioso essere donna: io penso invece di essere ragazza: è più divertente, pensi solo a divertirti, pensi a vestirti, pensi ai ragazzi. Da noi le ragazze nomadi non hanno il tempo per sentirsi ragazze perché si sposano presto e io di sta cosa che sono nomade sono contraria, anzi contrarissima. Infatti non è giusto che i genitori fanno sposare le figlie così presto, che non danno la libertà alle figlie, non è giusto e io non so perché non cambiano questa tradizione che fa schifo a morte e ste ragazze sono appena matte e già si sposano, così presto. Ci sono dei genitori che fanno sposare le figlie per forza. E se ci sono dei genitori (ma dove?), che chiedono alla figlia se si vuole sposare, e la ragazza dice di sì secondo me sbaglia, perché è giovane, è piccola. Se dice di no fa una cosa giustissima. Le ragazze che dicono di sì almeno dal padre, anzi dai genitori, è più libera e anche se sbaglia qualcosa non è che i genitori la fanno lunga.

Le ragazze che si sposano entrano in una gabbia. Se sbagliano con il marito, ma non ti dico quanto la fanno lunga, che non finisce più. Ragazze nomadi vi do un consiglio: Non vi sposate tra gli 11 e i 19 anni, sbagliate: fregatevene della nostra legge, divertitevi, fate quello che vi pare ok! Se io, Susanna, non ero affezionata ai miei genitori, alle mie sorelle, ai miei fratelli da mo’ che dicevo "ciao, legge di merda schifosa". Me ne andrei lontano dove non esistono nomadi. Ne ho abbastanza delle loro leggi e maledetto quello o quella che ha tirato fuori sta ca…o di legge. Ciao, non ho più nulla da dirvi perché è lunga da spiegare. Questa, di cui non conosco la storia, ha tanti particolari, tanto severi, e penso che sta in un libro, che nessuno di noi ha mai letto, e allora si fa così e basta, senza discutere. Ciao.

Una giornata no

Vi racconto come è partita la mia mattinata. Stamattina non mi andava di alzarmi dal letto, come sempre ero distrutta perché avevo dormito male e mi fa male tutto il corpo. Poi è arrivata la fantastica Veronica a darmi il buongiorno. Se devo dire la verità mi ha tirato su il morale lei mi ha chiesto se le stiravo i pantaloni e io li ho stirati con molto piacere e poi, dopo tutto questo siamo finalmente uscite dalla gabbia. Ho respirato aria fresca, ho respirato aria fresca fino ad entrare in un’altra gabbia. Le prime facce che ho incontrato è stata la fantastica Freda e due insegnanti con la faccia sconvolta. Ho pensato nel mio pensiero: "Ah, si comincia bene la giornata" Ma niente. Che vi posso scrivere, non mi viene niente in mente.

Fra un pò devo lasciare perché devo andare a teatro e non mi va, ma come devo andare per fare un favore alla fantastica amica, ci devo andare per forza. Vi dico cosa stiamo recitando. Stiamo recitando una storia che si intitola "Il Drago" e io faccio il gatto e forse farò anche l’amica della fanciulla che si innamora del Lancillotto che sfida il drago. Certo non è facile uccidere il drago e poi non so come va a finire, Giorgio ci deve portare ancora i fogli e io vi saluto. Devo andare a teatro che è arrivato Giorgio, se non ci vado mi rompono le scatole e non mi va di rovinarmi la giornata.

Una scommessa tra amiche… tanto per passare il tempo

Giovedì scorso stavamo in cella io e Veronica e, per non annoiarci, abbiamo deciso di fare una scommessa. Veronica mi dice: "Scommettiamo che non hai le palle per uscire così, con i calzini allungati sui pantaloni fino a sopra le ginocchia?" Io ho accettato la scommessa senza problemi. Vestita così avrei dovuto andare in attività, e io ci sono andata. Chi perdeva la scommessa doveva mangiare tre primi di pasta, poi tre secondi, cioè tre porzioni di tacchino con insalata, tre arance e tre rosette. Quando mi sono presentata in biblioteca un ragazzo mi ha presa in giro ridendo e canzonandomi mentre quando sono passata lungo il corridoio, io mi vergognavo, ma Veronica str…a, mi ha chiamata dicendomi: "Dai Susanna vieni avanti fatti vedere" per godersi in pieno la scommessa, ma io l’ho mandata a quel paese e ho proseguito lungo il corridoio dicendo dentro di me: "Che str…a che è". Ma intanto io ero contenta dentro di me perché sapevo di vincere. Arrivato mezzogiorno io, tutta contenta sono scesa nella sala da pranzo e ho detto a Veronica "finalmente la mia vendetta". Lei poverina si è mangiata tre primi, tre secondi, tre arance e tre rosette e per poco non scoppiava. È diventata rossa in faccia, come un peperone e io ho vinto la scommessa.

Il ragazzo ideale

Come vorrei che fosse il mio ragazzo. Prima di tutto non stupido. Allora, alto non tanto, moro, occhi verdi, un bel fisico, il look elegante, tipo camicia, un paio di jeans, un paio di scarpe eleganti, non troppo, i capelli tutti corti alla militare, però non troppo schizzati. Non importa di che razza sia, ma solo non zingaro o di colore, non ho niente contro quelli di colore, ma non mi piacciono. Sto contro i nomadi, perché fanno una vita di merda e non mi piacciono perché non sanno vivere, sono stupidi. Io sono una ragazza nomade e non vorrei sposare uno zingaro. Io vivo bene con la mia famiglia ma certe ragazze no, si sposano presto, a partire dai 12 fino ai 19 anni. Almeno quelli che si sposano a 19 anni è già una cosa ma quelli che si sposano tra i 12 e i 17 anni, sono bambine, non sanno pulirsi il naso e si sposano! Che vita! Si rovinano la vita e lo sai che fanno? Vengono a chiederti la mano e ti chiedono: "Lo vuoi? Ti piace?" Anche se l’hai visto per la prima volta, se questa scema dice di si, se lo sposa. Però si sbaglia e già l’aspetta una vita di merda; io non mi sposerei mai così giovane e se mi devo sposare scelgo io il ragazzo, però che amo e conosco e poi sposarsi è solo una responsabilità, una in più non cambia una scatola. Delle ragazze nostre nomadi che si sposano, una cosa che odio è che si lasciano andare, cioè non si vestono, sono come le vagabonde perché i mariti sono gelosi delle mogli, mentre loro, i mariti fanno quello che gli pare, e questo che mi fa rabbia, almeno se pensassero di cambiare le regole di merda e va beh, ciao.

La fuga

Se hai fatto una cosa che non va è inutile scappare; non si può scappare dalla propria coscienza, ormai è fatta e non si può tornare indietro. Non puoi scappare dalla morte, dalla vecchiaia, dal proprio destino, e con il pensiero puoi fuggire solo se impazzisci. Con il proprio pensiero puoi giudicare, puoi avere i propri segreti come un diario di cui solo l’amnesia può cancellare la coscienza e il pensiero. Si potrebbe anche scappare da tante cose: per esempio a me piacerebbe scappare da un carcere di massima sicurezza. Mi piacerebbe anche fuggire da questo articolo, però non lo posso fare perché si incazzerebbe la Freda. Se un giovane fugge da casa sbaglia. Perché scappare? Se non si trova bene basta parlarne. Forse qualcuno lo capirà. Si può scappare anche nello sport: per esempio che fa atletica o gioca a calcio corre, corre. Se non fuggo subito da questo articolo mi sa che fuggirò anche con il pensiero, e quindi impazzirò. Invece mi sono divertita perché ho un essere strano in stanza mi ha aiutata a scriverlo, però se non chiudo subito, anzi immediatamente, rischio di finire a Santa Maria della Pietà, ospedale dei matti. Perciò vi devo lasciare, debbo fuggire perché a volte chi fugge si salva. (sommario)

Susy

 

Io sono Draghiza

Un pensiero che mi rincorre sempre…

Ciao a tutti ancora una volta. Sono io, Draghiza, ma questa volta non parlerò soltanto del mio caro marito, ma sì, magari alla fine. Allora: sono in carcere e ho conosciuto i ragazzi qui dentro. Per esempio Armando e Danilo, Baco e Senad. Ho conosciuto anche delle ragazze e mi trovo bene con loro. Anche la mia cugina Licia sta con me. Qui dentro mi sono fatta quattro mesi insieme a questi ragazzi e ragazze e mi stanno passando in fretta. Non me ne sono neanche accorta (eridai!!!).

Mi manca solo il mio amore. Non vedo l’ora di uscire, di uscire da questo carcere! Qui dentro puoi anche soffrire perché ti manca la libertà. Ti manca tutto qui dentro ma (eridai!!) la più brutta cosa è la mancanza di lui, solo lui, mio marito. Vorrei tanto avere un figlio con mio marito; è da due anni che lo vorrei avere. L’uomo mio si chiama Bairiza e mio figlio si chiamerà Bracò. Io ho promesso di mettergli questo nome perché credo in questo signore che si chiama Bracò. A proposito di mia cognata è pochissimo che si è sposata ed è già incinta. Sono molto contenta che le sta per arrivare un figlio, ma dentro di me sto soffrendo ancora di più. Ma questa è una cosa che non posso dire a nessuno e per sempre resterà dentro il mio cuore (ma come? Lo vado a dire a tutti?)

La fuga

Le ore in cella chiusa, senza vedere le persone e senza divertirsi. La prima fuga: ero in Francia, da mia madre, quando mia cugina mi ha convinto a scappare di casa. Avevo solo 12 anni, non capivo che facevo e mi drogavo; insomma, facevo tutto, tranne che non avevo confidenza con gli sconosciuti. Grazie a mia madre e a mio padre ho potuto dimenticare tutto.

Dopo due anni mia madre stava in carcere a Firenze, io stavo da mio nonno e mi divertivo tantissimo. Dopo quattro mesi mi hanno messo in carcere perché andavo a rubare. Dopo un mese sono uscita dal carcere e sono andata da mio padre in Francia, in un paese che si chiama Marsiglia, e così mi sono messa con un ragazzo. Ero tanto innamorata. Lui aveva 15 anni e io ne avevo 14. Era la prima volta che ero veramente innamorata, e lui mi chiedeva di fare l’amore con lui, ma io avevo paura, perché non sapevo cosa significava fare l’amore. Dopo due mesi mio padre volle venire a Roma e siamo arrivati a Roma. Io non conoscevo nessuno perché non ero mai venuta a Roma. Dopo due mesi ho conosciuto un ragazzo che si chiama Bairich e mi sono innamorata tantissimo perché era la persona giusta per me. Mio padre non sapeva niente di me e sono scappata con lui e ho fatto l’amore per la prima volta nella mia vita. L’ho sposato.

Ora vivo con la sua famiglia, è da due anni che sto vivendo insieme a lui. Un anno fa ero incinta di lui e improvvisamente ho abortito e ho perso mio figlio. Ora mi sto pentendo, ho sbagliato io perché sempre ero nervosa, forse è per questo. Ora sto in carcere e sto per impazzire, perché il carcere ti fa diventare fuori di testa. Uno può sbagliare ma anche perdonare. Nella vita devi passare di tutto, se non lo passerai ora quando lo farai? Quando sarai vecchia? No! Io amo tanto il mio piccolo amore perché ti fai o si ci stai. Ho appena 16 anni e mio marito ha 20 anni, io sono del sagittario lui è dei gemelli. Il mio sogno è avere un figlio con mio marito. Io sono della Lazio e anche mio marito. Sto bene con lui perché l’amo.

Tragedia alla nomade

Sono una ragazza di 16 anni ed è già da tre mesi che sto qui dentro. Io voglio raccontare solo due cose della mia vita. Allora, ho sposato un ragazzo, ero troppo innamorata. È da due anni che ci sto insieme e infine è arrivato il momento di sposarci, anche se la sua ex moglie stava insieme a lui, però si erano separati già da tre anni, ma a me questo non mi riguarda.

Dopo un mese lei è venuta a vivere insieme a noi. Io non sapevo niente, qui le ragazze me lo hanno detto proprio oggi. Io lo amavo veramente e pensavo sempre alla mia vita insieme a lui. Io pensavo che mi amava ma invece non era così come pensavo. Ormai è finita tra noi e due e io sto troppo male. La mia famiglia è in Francia. Io non voglio ritornare da loro perché se lo farò sposerò un’altra volta e io non voglio perché ho perso l’uomo che amavo. Forse andrò in comunità e starò lì per sempre.

Non lo so perché ho fatto tutto questo: se lui mi amava veramente io non avrei fatto questo. Sto male perché non me l’aspettavo proprio da lui almeno perché non lo ha fatto quando ero fuori. Allora perché farlo proprio adesso? Non lo so perché, ma vorrei tanto sapere. Se c’era qualche motivo allora aveva ragione ma io non ho fatto niente di male. Ed ora mi sono stufata di ricominciare questa vita di "m...a!". Ho perduto la fiducia in me stessa, non credo più ai sentimenti e ho paura che non saprò più amare nessuno, neanche me stessa.

Raccontare, pensare, leggere, per capirti, giudicarti

Io sono una ragazza di 16 anni, sono slava, ma sono nata ad Amburgo. Io scrivo solo due cose della mia vita. Ho sposato il ragazzo che amo già da due anni, sono felice con lui perché lo amo, ma la mia famiglia pensa che io vivo male, e mi vogliono separare da mio marito. Io non voglio perché da quando mi sono sposata non sono più andata a vedere la mia famiglia, ed è per questo, forse, ma non lo so. Mio padre sta in carcere e a me dispiace. Mia madre sta in Francia. Io da quando sono sposata ho dimenticato tutto. Continuo la mia vita passata insieme al mio piccolo amore. Vedi, la mia famiglia pensa sempre male di me ma a me non me ne frega niente. Fino a 16 anni ho passato sia il bene che il male, ma ora, una volta per sempre voglio dimenticare tutte le cose sbagliate che ho commesso nella vita, si deve passare tutto. Da tre mesi sto qui dentro e mi devo fare ancora quattro mesi. Forse non li farò qui dentro. Io per un anno ho vissuto da sola, senza la mia famiglia; stavo a Firenze con la mia cugina Lucia, ma non ero sposata, io mi drogavo, non ascoltavo nessuno, sia mia madre che mio padre, e per questo che mi sto pentendo e grazie a Dio ho smesso con l’eroina. Vedi qui tutti mi dicono che ho fatto male a sposarmi ma a me non me ne frega di nessuno. Su una cosa però hanno ragione per esempio se mi piace uno non possa starci insieme, mi annoio a raccontare la mia storia. Per la droga io andavo a rubare, non avevo soldi e a me servivano perché se non lo usavo dopo mi faceva male, ma proprio male, per questo ringrazio Dio che ho smesso. Senza la droga non si può vivere. Se la usi sempre dopo ti prende l’astinenza.

Ringrazio anche mio marito che non mi ha mai giudicata, ma anzi, mi ha aiutata piano piano con il suo amore a lasciarla. Io so che la gente pensa male di chi fa queste cose, ma secondo me prima di giudicarci dovrebbe conoscere le cause che ti fanno diventare cattiva e ti fanno entrare in carcere. Nessuno ama perdere la libertà perché nasciamo liberi, ma spesso nasciamo in famiglie con problemi, con genitori separati che non si curano di noi, che non ascoltano quello che chiediamo, che non vogliono accettare le nostre scelte, magari parlandone con calma, ragionando. Quando non c’è tutto questo, noi non sopportiamo e ci allontaniamo facendo a nome nostro.

L’arresto

Allora mi trovavo a Firenze con una mia cugina di 13 anni. Passeggiavamo per le strade del centro quando abbiamo visto un gruppo di turisti giapponesi. Noi li cerchiamo perché sono molto ricchi e hanno macchine fotografiche e cineprese e poi sono persone molto lente e tranquille, sempre con il naso per aria. Noi approfittiamo della loro distrazione, ci avviciniamo e chiediamo l’elemosina. Una chiede l’elemosina mentre l’altra dà colpi nel braccio di uno dopo avere visto dove sta il portafoglio che portano o nelle tasche laterali del pantalone o nelle borse. Io metto le mani nel pantalone o apro la borsa e continuando a distrarli prendo il portafoglio. Dopo siamo scappate tutte e due.

Mentre correvamo siamo state viste da una macchina dei carabinieri in borghese che hanno bloccato l’auto e ci hanno rincorso fino a quando non ci hanno preso. Ci hanno portato in caserma dove hanno lasciato libera mia cugina, perché è troppo piccola, e mi hanno portato al Centro di prima accoglienza dove sono stata tre giorni. Dopo l’interrogatorio del Gip sono stata trasferita a Roma. Dopo un mese e quattro giorni sono uscita. Io ho promesso a me stessa di non farlo più, ma chissà… dipende dal destino.

Pazienza! Quanta!

Oggi sono stata molto contenta perché ho visto il mio amore al colloquio. Io l’amo tanto perché sto bene insieme a lui. Esempio: quando io amo una persona che non sta vicino a me io mi sento veramente persa senza di lui; ma dico grazie a me stessa perché non ci penso. In questi due anni ho sempre sognato di avere un figlio con mio marito perché a me piacciono tantissimo i figli, ma il Dio non me lo vuole dare e non lo so perché ma spero con tutto il cuore che presto avrò un figlio; perché senza figli non c’è vita. Pazienza! Non ho mai saputo perché la gente che sta qui in carcere è così cattiva, anche se non tutti. Fuori non è così solo qui in carcere, perché ormai sono abituati con noi che siamo detenuti, ma che ci vuoi fare? Devi avere solo un pò di pazienza, finché stai qui dentro. Ma un giorno, una volta fuori, altro che pazienza!

Ti amo…

Ciao a tutti, sono una ragazza di 16 anni, sono slava. In questo momento mi trovo in carcere. E’ da 4 mesi che sono qui chiusa senza vedere la mia famiglia che ora stanno tutti a casa, senza di me. Qui dentro è troppo brutto, non passa mai il tempo, come se fosse bloccato, non vedo l’ora di uscire da questo maledetto carcere. Prima non sapevo che significa soffrire, ma qui in carcere me ne sono resa conto. Quando ero fuori non me ne fregava di nessuno ma ora che ho saputo il mio cuore sta piangendo. Perché qui dentro mi sento sola, troppo sola. Ma un giorno uscita da questo inferno dirò a me stessa che non vi ritornerò mai, mai, mai, più. Ricordati che il carcere è di passaggio non obbligato. Mi manca il mio dolce amore. Io lo amo tantissimo e sarà sempre mio, solo mio, il mio piccolo amore, il mio marito. Ti amo. (sommario)

Draghiza

 

Io sono Lucia

Parlo di me

Sono Licia. Sono nata a Roma, ho 18 anni. Adesso vorrei scrivere due parole sella mia vita personale. Per cominciare: in questo momento mi trovo a Casal del Marmo da cinque mesi e vi assicuro che non è bello a questa età trovarsi in carcere; ma non ci possiamo fare niente: abbiamo sbagliato e adesso stiamo pagando. Io ho passato una vita che non è stata facile passarla, ma per fortuna, adesso ho lasciato tutto il passato dietro le spalle anche se certe cose passate non si dimenticano. Adesso sono impegnata in varie attività, ho degli amici che purtroppo ho conosciuto qua dentro, però stiamo bene insieme, almeno ci facciamo passare un pò di tempo scherzando. Questa è la terza volta che entro qua dentro e la mia condanna è di tre anni. Per adesso sto facendo un pò di tutte le attività per esempio faccio palestra, pallavolo, pizzeria, teatro, insomma un pò di tutto, giusto per passarmi la giornata e per imparare nuove cose, anche se in questo posto non c’è un granché da imparare. Qua dentro ci sta anche la mia cugina e tra un pò dovrebbe uscire e io sono contenta per lei.

Anche io tra un pò dovrei uscire a fare un corso di parrucchiera ma di preciso non lo so quando. Io spero presto perché secondo me è arrivato il momento di cambiare la vita e anche altre cose. La mia vita non è stata facile perché ho sofferto molto. Ho passato tante cose brutte che adesso non vorrei passare per nessuna ragione al mondo. Si ho passato anche cose belle però anche in quelle belle ho sofferto ugualmente.

La mia vita in carcere

Sono Licia. Io adesso vi racconto quello che faccio quando sono chiusa in cella. Quando sto in cella mi metto a scrivere, a parlare con le altre ragazze, a scherzare, mi metto a pensare alle cose che facevo fuori, prima che mi arrestassero. Io qua dentro ho conosciuto tanti ragazzi e ragazze e anche persone che già conoscevo fuori, quindi con le persone con cui avevo già contatto da fuori. Sto bene e mi trovo bene, anche con le persone che ho conosciuto qua dentro. Quando stiamo in compagnia ci mettiamo a raccontare quello che facevamo quando stavamo fuori, oppure ci mettiamo a scherzare. A me piace la compagnia solo se mi trovo a mio agio. Quando però sono incazzata preferisco starmene da sola; qua dentro mi trovo meglio solo con una compagna di cella che conosco da tanto tempo e le voglio un mondo di bene. Poi ci sta pure un ragazzo che è molto simpatico: si chiama Armando, è un amico albanese che ti può capire tante cose, anche perché lui ha fatto tante esperienze.

Fuggire fuggire

Sono sempre Licia. Fino a oggi si può dire che la mia vita è stata una continua fuga. Io sono fuggita da tante cose e per tanti gravi motivi. Per esempio fuggivo sempre da casa perché non mi piaceva la vita che dovevo fare e me ne andavo in giro felice, perché ero uno spirito libero. Quando facevo i casini, o rubando o spacciando, mi ritrovavo con le persone che mi venivano dietro. Scappavo per paura di essere presa e portata in un posto da dove non si può scappare: il carcere. E ci sono entrata tre volte e adesso dovrò restare per tre anni.

Forse con le fughe ho cercato di non pensare, neanche ai pericoli che incontravo. E forse scappavo perché cercavo di darmi quello che gli altri non mi volevano dare. Ora che sono dietro queste sbarre fuggo lo stesso. Sì, con la mia mente giro dappertutto, mi immagino tante cose, soprattutto quando sono chiusa in cella, con la mente non ti accorgi di dove ti trovi, e faccio tante cose, anzi me le immagino. Per esempio, quello che abbiamo fatto, quello che vorremmo fare. Non si sa mai, ognuno ha le sue cose per la testa che ti danno momenti belli e anche brutti, malinconia, gioia che cerchi di conservare il più possibile nella mente per non soffrire di più. (sommario)

Licia

 

Cosa avrei fatto se...

Gli amici che io avevo, quando stavo fuori, te lo assicuro che prendevano senz’altro una macchina, chiusa con le chiavi nel cruscotto. Invece, io non ho mai rubato nella mia vita, però devo essere sincero che io se mi trovavo in difficoltà, nel senso che se stavo senza soldi, oppure senza casa, io la prendevo la macchina, confermo questa cosa. Stiamo parlando di una macchina chiusa, ma con le

chiavi dentro il cruscotto. Io come facevo a prenderla? Innanzitutto se non mi trovavo in quelle difficoltà la risposta è che la macchina non la toccavo. Come ho già detto, però, se stavo senza niente nella tasca, io per prenderla spaccavo il vetro, entravo dentro, l’accendevo e la portavo via. Dopo la vendevo, per i soldi. Però se mi prendeva la polizia io finivo in prigione, così rovinavo la mia vita. Perché io non ho mai rubato? Primo perché non mi mancava niente nella vita, avevo tutto. Secondo perché avevo anche paura che finivo in prigione, lontano dalla famiglia. Non è buono farsi arrestare perché come tutti i figli che restano vicino a papà e mamma, così vorrei restare anche io.

La mia storia personale

Sono Armando, sono nato il Albania, ho 19 anni. Nella mia vita personale ho passato momenti belli e momenti brutti, ma spero che in futuro recupererò momenti che non sono passati in fretta. Sono da due anni e quattro mesi in carcere, e sono stato all’I.P.M. di Lecce. Là ho imparato molte cose, ho imparato a parlare l’italiano e a scriverlo, ho imparato a lavorare la pietra leccese, come si lavora e tante altre cose.

Adesso mi trovo all’I.P.M. di Roma: mi trovo bene??? Per modo di dire. Ho conosciuto dei ragazzi bravi e dei ragazzi s…!!! Qua vado in molte attività, per esempio a teatro, in attività sportiva, calcio, palestra, pallavolo, e tante altre cose. Per il futuro spero, quando esco, di rimanere in Italia. Devo ricominciare daccapo. Vorrei trovare un lavoro, così capirò che significa la mancanza di famiglia, e la libertà. La mia famiglia sta in Albania, e non la vedo da due anni e quattro mesi, mi manca tanto.

Nella mia famiglia sono mancato per due anni. Prima sono stato in Grecia dove mi sono fermato per un pò di tempo. Dopo sono ritornato dalla mia famiglia, avevo 14 anni, e sono rimasto per 2 anni, in Albania, e poi sono venuto in Italia. Ho trovato un lavoro e ho lavorato per 6 mesi: ho lavorato con la ruspa. Poi non ho lavorato più, perché non c’era più lavoro, sono tornato in Albania. Stavo con i miei genitori, però ho frequentato per un pò di tempo amici che non erano buoni amici per me. Io non volevo fare certe cose, ma purtroppo ho preso anche io quella strada, e adesso mi trovo qua in carcere.

Spero con tutto il cuore che non prenderò più quella strada perché, altrimenti, finisco sempre in questo posto. Non è che ho paura di farlo di nuovo, ma questa è la mia scelta, voglio che vivo una vita, questa, come già vivevo, prima di due anni fa. E adesso mi domando: Cosa penserà la gente leggendo questa storia? Secondo me la gente potrebbe pensare che io potrò diventare un bravo ragazzo, e dalle mie parole potrebbe capire che tipo sono. Oppure, sempre secondo me, la gente, forse, penserà che io sono un ragazzo cattivo, che non mi comporto bene con le persone, che vendendo la droga faccio del male ai giovani come me, e questo mi dispiacerebbe perché io sono buono, ho buoni sentimenti ma è la vita che facevo che mi ha rovinato. (sommario)

Armando

 

Parlo di me

Ciao, miei cari lettori, vi scrivo per raccontarvi un po’ della mia vita. Appena sono nato sono andato a vivere in un quartiere di Roma, a Torbellamonaca. Voi sapete che non è un bel quartiere, ma purtroppo, non è colpa mia e neanche dei miei genitori, ma è stato un caso. Crescendo in questo quartiere ho avuto tanti problemi; il problema più grande della mia vita è stato la droga. La droga mi sta mangiando le piccole cellule cerebrali e ho pure provando a smettere ma non ci sono mai riuscito. Ora che sono qui a Casal del Marmo vorrei provare a smettere e penso che, questa volta, ci riuscirò con l’aiuto di mia madre e di chi mi circonda. Un altro problema che ho incontrato nella mia vita è stato che non ho mai avuto un papà e penso che questo problema ha influito molto nella mia vita. Ora però ho capito che non ho un papà ma ho una grande mamma, alla quale voglio tanto bene e guai a chi me la tocca. Ora mi manca tanto, ma la sento sempre vicina a me. Nei momenti più difficili basta che penso a lei, mi immagino lei che mi tira avanti dicendomi "non mollare mai". Io le dico "Grazie di esistere". Mamma ti voglio bene non lasciarmi mai.

Sto in carcere e…

In questo tempo che sto trascorrendo in carcere penso a molte cose. Quando sto in cella penso che nella vita ne ho fatte di cotte e di crude ma non significa che debba continuare a sbagliare, ma a capire. Ora è arrivato il momento di voler pensare all’importanza della vita che io sto buttando al vento. In futuro, quando uscirò da questo putiferio, vorrei andare a lavorare così inizierò ad aiutare mia madre, e a renderla felice, con il mio fratellino. Le ore che sto con gli altri le trascorro abbastanza bene, guardo la TV, gioco a carte e parlo di me con altri per farmi conoscere e per conoscere anche gli altri. A parte queste cose con loro mi trovo abbastanza bene. Con le ragazze, ancora, mi ci devo ambientare, le conosco a malapena perché è poco che sono entrato qui e ancora ci devo prendere dialogo, ma penso che presto inizierò a conoscerle meglio. Io sto meglio in compagnia perché con gli amici mi diverto tanto. Quando stavo fuori del carcere avevo amici, con loro mi drogavo tanto, e con loro parlavo di donne e di droghe. Anche in carcere con gli altri detenuti parlo di quando mi drogavo con i miei amici e parlo anche di donne. (sommario)

Mirco

 

Chi bazzica lo zoppo impara a zoppicare

È quello che è successo a me. La mia vita è andata, con il lungo andare zoppicando. Avevo circa undici anni, quando ho cominciato a frequentare le scuole medie e da li sono iniziati i problemi. Tutto incominciò il primo anno di scuola media, quando incominciai a frequentare ragazzi apparentemente normali, ma con un pizzico di vivacità di troppo, che col passare del tempo, fecero emergere i primi piccoli problemi, come ad esempio incominciare a fumare, e rientrare più tardi la sera, usare termini e vocaboli non molto educativi, ecc… e queste, come ho già detto, sono stati i primi cambiamenti che ho riscontrato. Andando avanti con gli anni, le cose non sono migliorate, anzi il terzo anno di prima media, ormai ripetuta per tre volte, eravamo tutti un pò più grandicelli e incominciavamo a fare cose di ben lunga peggiori di quelli precedenti, cioè fare i primi tiri di spinello, anche se magari solo per provare, incominciare a tornare molto tardi, frequentare sale giochi e comitive di gente più grandi, che di sicuro non ti dava il buon esempio, e che per cercare di imitarli ti facevano finire nei guai. Finché poi, finita la scuola, ho capito che stavo entrando in un giro che mi poteva dare problemi e infatti è stato così, perché dagli spinelli sono passato alla cocaina, poi, dopo un pò di tempo, ho iniziato anche con l’eroina e le pasticche ecc. Adesso infatti mi trovo nel carcere minorile di Casal del Marmo perché ho fatto anche dei reati. Proprio a causa della droga.

E parliamo un pò di me…

Io sono nato a Roma 17 anni fa. Ho vissuto nove anni nella zona della Magliana Vecchia, poi a 10 anni sono andato ad abitare nella zona di Boccea. Io sono sempre stato un ragazzo molto disubbidiente, non ascoltavo mai i miei genitori, infatti a 17 anni mi trovo in carcere per la seconda volta. Da bambino non mi piaceva andare a scuola perché non mi piace studiare e stare a sentire gli altri. A 12 anni ho iniziato a farmi la prima canna e mi è piaciuto molto, e da quel giorno non ho più smesso di farmi le canne. Dopo la morte di mia madre ho iniziato a drogarmi con sostanze più forti e a fare reati del tipo: furti e rapine a mano armata. I furti li facevo di notte nei supermercati con gente più grossa di me. Invece le rapine le facevo con ragazzi della mia età, e quando facevo le rapine ci andavo, la maggior parte di volte, sempre fatto di eroina. Tra le ragazze che ho conosciuto, la maggior parte, mi dicono che sono un grandissimo bastardo, anche se non so il perché. Però secondo me le ragazze dicono che sono un bastardo per il mio comportamento, perché certe volte, mi prende a trattarle male e a prenderle in giro, e invece altre volte ci sto tranquillo, tuttavia ogni tanto mi dicono che sono pure matto. Io ho perso mia madre a 13 anni e questo mi ha fatto molto male, perché mia madre era tutto ciò che amavo al mondo e da quando non c’è più lei non mi importa più di niente.

Invece con mio padre non è che ci vado tanto d’accordo perché quando stavo fuori da qui e toccavo l’eroina ci litigavo sempre, perché mi diceva che quella robaccia mi faceva male e io gli rispondevo sempre male. Mio padre, dopo la morte di mia madre, dopo un anno, si è messo con un’altra donna e questo io non l’ho accettato, perché io non voglio nessuna madrina e poi, soprattutto quella che sta con mio padre, anzi, a dire la verità mi sta pure antipatica. Adesso mio padre si trova a Regina Coeli perché ha fatto anche lui una rapina, però mio padre non è che l’ha fatta ad un negozio, l’ha fatta in banca e mo’ si deve fare tre anni e mi dispiace anche se quando stavo fuori non ci andavo d’accordo. La gente, appena leggerà questo articolo, penserà che sono un tossico, criminale, ma non è così perché se passassero quello che ho passato io, penserebbero come penso io, anche se spero che nessuno passi quello che ho passato io. Me lo auguro per me e per gli altri.

È facile giudicare quando uno ha una vita normale, non ha problemi, vive in una famiglia unita e felice, ha un lavoro e tanto amore intorno. Ma dovrebbero pensare a chi, specialmente da bambino, queste cose non le ha avute e ha vissuto problemi più grandi di lui che cerca di dimenticare drogandosi, rubando, facendosi male ancora di più.

Sono in cella

Quando sto in cella mi vengono mille pensieri perché vorrei uscire ma non si può perché sono circondato dalle mura, dalle sbarre alla finestra e una porta blindata e così non posso uscire. Quando la sera mi metto alla finestra vedo la libertà e mi rode un pò perché io sto qua dentro e non posso andarmi a divertire con i miei amici e la mia ragazza. Poi in cella stiamo in due perciò non è che ti prende a fare tante cose, allora ti metti a scrivere. Però, a dirvi la verità, mi sono stancato anche di scrivere e così quando sto in cella il tempo non mi passa mai.

Da quando sto qui ogni volta che salgo in cella mi metto a pulire perché solo così mi passa il tempo. Io penso che se andiamo a vedere tutte le celle la mia è la più pulita, mica perché gli altri sono sporchi, però io quando pulisco, pulisco molto bene. Poi, soprattutto, il bagno e anche perché sono un pò schizzinoso, allora voglio la cella pulita. Poi ogni sabato sera non riesco a prendere sonno perché a me piace andare a ballare e penso a tutti i miei amici che vanno a ballare, e io ci sto un pò male, perché io sono malato di andare a ballare, e per questo ogni sabato mi rode molto. Non vedo l’ora di uscire per andare a ballare e per stare con i miei amici e, soprattutto, con la mia ragazza.

Non vedo l’ora anche di uscire per stare con la mia ragazza perché ci sono molto affezionato e mi manca e, soprattutto, ho voglia di fare l’amore con lei. Comunque adesso vi saluto e spero che non vi ci troverete mai in una cella. (sommario)

Danilo

 

Ciao a tutti voi!

Mi chiamo Monica e ho 16 anni! Ma vi dico che quello che ho passato in questi anni non lo desidero per gli altri. Sto soffrendo per il mio primo amore, per la mia famiglia, che da 7 anni si sono separati. Sto soffrendo per i miei fratelli che stanno nel mio Paese, l’Ungheria, e io sto senza vederli da mesi perché sto in Sardegna con mia madre. Adesso mi trovo in carcere, però sto bene con le altre ragazze. Sono chiusa per furto, perché ero stupida, ubriaca e nervosa. Mi hanno dato 20 giorni da passare qui, chiusa dentro, ma un giorno mi sembra un anno. Ancora il sole si alzerà per 17 volte e sarò libera, e vi dico, ve lo giuro, non faccio più nessun casino. Ehi tu, che stai leggendo questa pagina, ricordati le mie parole: "La vita vivila come è veramente fatta, senza casini". Buona fortuna. (sommario)

Monica

 

Amare il prossimo tuo…

Per me amare il mio prossimo è difficile. "Perché" non amo me stessa. Voi vi chiederete il perché la mia vita è come quella di un vagabondo. La droga, la strada, mi hanno rovinato, quindi come faccio ad amare il mio prossimo se la vita non mi ha dato tempo di amare me stessa? Quando comincerò ad amare me stessa, amerò anche il mio prossimo.

E’ importante amare il prossimo perché se trovi una persona in difficoltà e le presti aiuto è una cosa bella. Per me è così, ma per un sadico non è la stessa cosa. lo se vedo una vecchietta (con tutto il rispetto) che sta male, l’aiuto, con tutto il cuore. Allora, rifletto, so amare gli altri. (sommario)

Anonima

 

Sono io

Io sono un ragazzo di 18 anni, vengo da un paesino piccolo. Non ho mai conosciuto veramente, e profondamente, la mia famiglia, e per questo sono rimasto scosso e turbato nella mia vita. Per questo non mi fido più di nessuno e cerco di sfuggire da tutti e da tutto. Ora racconto la mia vita.

Non so qual è il motivo vero e proprio, ma mio padre e mia madre, all’età di due mesi mi hanno consegnato ai servizi sociali, i quali mi hanno messo in un istituto di suore, dove sono rimasto per cinque anni.

Dopo, la mia vita, è continuata dentro una famiglia affidataria dove, però, mi sono trovato male, forse per la mia contrarietà al bene, cioè non potevo vedere la figura materna, e così me ne sono andato. Da li, poi, sono cominciati i problemi con la droga, l’alcol e tutto il resto. Così mi ha preso un’altra famiglia, dove ancora mi trovo, ma dove, si può dire, che per volontà mia non mi sono mai fatto aiutare. Loro hanno cercato di aiutarmi, ma io niente, e così sono entrato nel bunker della droga, che mi ha fatto arrivare in carcere.

Questa famiglia mi sta aiutando molto, sia fuori che qui dentro. Io li ringrazio molto, ma non riesco a dimostrargli la mia gratitudine e il mio affetto nei loro confronti. Però capisco con quanta fatica loro affrontano le mie delusioni, e penso che non se lo meritano. Dicendo queste cose mi contraddico perché se le dico dovrei ammettere di fare determinate cose e dovrei, almeno, dare un pò di gratificazione a loro. Spero che ora, quando esco da qui. affronterò la vita a testa alta, e affronterò i miei problemi non buttandomi giù, ma con maggior forza per andare avanti; per imparare ad amarmi e ad amare, a distinguere il bene dal male, a credere in qualcuno ed in qualche cosa, ad avere fiducia nelle mie capacità, cercando di dimenticare il passato e non farmene un alibi per i miei sbagli o per i miei insuccessi. È difficile, per me, dire quello che penserà chi mi leggerà, come mi giudicherà, però penso che prima di giudicare bisogna conoscere. (sommario)

Giordano

 

Cosa avrei fatto se…

Io e un mio amico stavamo passeggiando in uno dei quartieri della mia città in tranquillità. Ci fermiamo a un bar per bere una birra e scambiare due chiacchiere. Dopo un paio di ore usciamo dal bar e ci incamminiamo verso casa mia, dove dovevamo organizzare una festa. A un certo punto il mio amico, con aria sospetta, guarda dentro una macchina, lo vedo che sta guardando troppo egli chiedo: "Che guardi?". Lui mi risponde "niente" e io gli dico "non dire cazzate". Lui allora mi dice che la macchina ha le chiavi sul cruscotto, però la serratura della portiera è chiusa. Così gli viene in mente di rubarla, sentendo così mi sale una tremolino in corpo.

Incredibile! Ma lui, coraggiosamente, senza perdere tempo, si è tolto la giacca, ha fasciato la mano, ha dato un pugno al vetro che è caduto in mille pezzi, ha infilato il braccio e ha preso le chiavi. Io lo guardavo, tra il sorpreso e l’impaurito, fino a che lui ha aperto lo sportello, mi ha detto di salire per fare un giro. Non ho potuto dirgli di no perché, altrimenti, lui capiva che non ne avevo il coraggio. Fortunatamente nessuno ci ha visto e dopo abbiamo rimesso la macchina dove stava prima. Da allora mi chiedo: ma io avrei fatto come lui? Se penso a quei momenti rispondo di no, ma quando ti trovi per strada non puoi dare una risposta sicura. Però, fino ad oggi, non ci ho mai provato a fare così (attenzione: ho usato altri mezzi). (sommario)

Alfredo

 

Sì, sono proprio io

Ciao ragazzi, sono una ragazza di nome Fahra e voglio scrivere la mia storia. Io avevo 1 anno e la mia mamma mi ha lasciata da sola con la mia nonna e così sono cresciuta senza di lei, e dopo io non lo sapevo chi era mia madre, e quando mia nonna mi portava da lei, litigava sempre con me. Io vedevo sempre un ragazzo, e mi sono innamorata di lui. Sono passati due anni, e siamo stati insieme e io lo amavo davvero. Però, dopo due anni, io non potevo più restare, perché mi menava e litigava con me, e io non avevo il cuore per lasciarlo. Dopo un altro ragazzo si è innamorato di me, ma io non lo sapevo. Lui era sposato e io non volevo perché aveva dei bambini e io dicevo sempre alla sua moglie che non lo volevo. Sono passati due mesi da quando sono entrata in carcere. Quando sono uscita la mia mamma mi ha menato e io ho detto: "Vedrete che un giorno starò con lui". E dopo lui mi pregava per stare insieme, e io gli ho detto "ok". Così siamo stati insieme due anni e, anche lui, litigava sempre con me, poi menava la sua moglie, e io non potevo dire niente. Lui faceva un casino per me e io non sapevo cosa mi aspettava avanti. Soffrivo sempre per lui, litigavo sempre con i miei genitori e adesso non posso più ascoltare nessuno. Infatti una persona quando tiene fiducia, deve soffrire sempre. Questo ragazzo mi ha fatto troppo male dentro, nel mio cuore, e io non posso più fare questa vita e voglio cambiare, lo spero tanto. (sommario)

Fahra

 

Farlo a… posta

mmaginazione: una tua fotografia mi ricorderà per sempre il tuo dolce viso, vecchio e stanco. Ogni cosa che farò, ti penserò. Passo la mano nel mio cuore e ho capito che ho sbagliato. Poi, ad un tratto non mi hai visto più e una freccia ti ha colpito dritto al cuore, sapendo che mi hanno arrestato. E dentro queste mura non faccio altro che stare male dentro di me, ma non per paura, ma per il dolore che ti ho dato. Ma la vita continua e dobbiamo stare uniti perché non riesco a immaginare la mia vita senza di te. Tu che mi hai insegnato tante cose della vita, anche se non l’ho saputa portare verso il bene, ma avevo scelto una strada sbagliata. Ma chiunque può sbagliare, e io questo sbaglio lo sto pagando caro, e adesso corro verso la strada del bene. Ma sappi che nel mio cuore, nella mia anima, nei miei ricordi e nella mia mente, dentro ogni mio pensiero tu resterai per sempre con me, anche se adesso mi trovo in queste mura, tu provi un dolore immenso, e stai soffrendo più di me. (sommario)

Giovanni Cirlincione

 

Ai ragazzi dell’istituto scientifico di Poggio Mirteto in risposta alle riflessioni

L’esperienza del carcere mi ha fatto molto riflettere. Sono rimasta stupita nel passare una mezza giornata in un carcere minorile e sono sicura che le stesse reazioni, emozioni non le avrei subite se questa giornata l’avessi passata in un carcere come Rebibbia. Sono rimasta stupita nel vedere molte cose: innanzitutto non avrei mai pensato che ragazze di 14 - 15 anni facessero queste cose: spaccio, prostituzione, furto, omicidio... anche se dentro di me sapevo che esistevano persone di questo tipo. Con "questo tipo", intendo dire ragazze ancora troppo giovani per fare atti di vandalismo; non voglio certo dire che quando si cresce uno li può fare, ma semplicemente è che sono abituata a vedere e sentire al telegiornale di uomini che fanno queste cose. Per me è stata una brutta esperienza incontrare quella ragazza - madre, cioè mi ha fatto piacere che lei si è messa a parlare con noi, è stata gentile, tranquilla non ci ha evitato, anzi ci ha sorriso.

È stato brutto nel vedere quel bambino, tra sei mesi glielo levano e non sa dove andrà a finire; non riesco neanche ad immaginare la sofferenza di lei nel lasciare il bambino, non sapere dove va, come crescerà, non poterselo crescere da sola… Spero per lei che la sua pena si esaurisca prima di questi sei mesi. Mi ha fatto piacere che Marco si sia ambientato bene e che abbia superato la sua paura iniziale. Vedevo quei ragazzi che assecondavano ogni sua richiesta e che non lo evitavano anzi gli venivano incontro. C’erano ragazzi provenienti da ogni parte del mondo: cinesi, marocchini, africani, nomadi e tanti altri. Alcuni di quei ragazzi erano molto dolci, socievoli ed era un piacere parlare con loro. Ci siamo integrati abbastanza bene e mi posso ritenere soddisfatta di questa visita. Ho reagito abbastanza bene anche se non si vede perché mi tengo tutto dentro. Se sarà possibile il prossimo anno spero di poterci ritornare.

Sara

Risponde Malina

Anche io sapevo che, purtroppo, esiste il tuo tipo di essere. Non ti auguro di sbagliare e di non poter farti perdonare, anche se ti penti di quello che hai fatto. Voi ci avete visto come persone che sono a socievoli. Vi sbagliate e non puoi dire questi "ragazzi"? Perché usi "questo tipo"?

Giovedì 16 la classe si è recata al carcere così il giorno seguente in classe se ne è parlato. Ascoltando i miei compagni devo dire che tutti hanno avuto delle buone impressioni, mentre io ne ho avute di negative. Fin dall’inizio sapevo che questa non era una gita di piacere come le altre, ma neanche la immaginavo così. Siamo arrivati e subito gli educatori ci hanno fatto il resoconto di chi ci saremo trovati davanti poco dopo. Per sciogliere subito il ghiaccio abbiamo fatto una partita, che poco è servita, almeno a me. Dopo siamo usciti e lì ho provato a parlare con qualcuno ma, forse, c’era troppa tensione, immaginavo che tra le due parti ci fosse più complicità, ma mi sbagliavo. L’unica cosa che ho provato è stata tristezza e pena per i ragazzi e il posto, ma soprattutto nel vederli trascurati. All’interno c’era molta solidarietà.

Ciò che questa uscita mi ha lasciato è stato il fatto di dover apprezzare la libertà e ciò che ho e non dover sempre chiedere ma talvolta anche accontentarsi. Collettivamente definirei questa visita positiva, ma personalmente negativa, comunque se un domani ci si dovesse tornare io ci andrei per potermi ricredere e cercare di vederla con un altro occhio, magari farmela piacere.

Giulia L.

Risponde Malina

Volevo chiederti cosa hai trovato davanti e dopo. Animali o persone come te, anzi meglio di te perché almeno non giudicano senza conoscere. Vai a farti un giro a questo mondo! Tu non hai sbagliato mai? Sono sicura di si, però non puoi uscire sempre impunita! E siamo tutti uguali e tutti figli di Dio! Ti credi speciale? Perché?

L’esperienza della visita al carcere per me non è stata molto positiva in quanto ho vissuto sette anni in un istituto il cui vissuto potrei definirlo psicologicamente traumatizzante, proprio in quella fase di età dove sarebbe stato bello stare accanto ai propri genitori e fratelli. La mia infanzia, e perciò la mia passata sofferenza, non l’ho voluta io, ma purtroppo la vita ci propone il nostro cammino, che non è deciso da noi, ma dalla nostra stessa vita. Ieri mi sono ritrovata per la prima volta a condividere le mie sofferenze passate con amici del mio felice presente quindi ho avuto difficoltà anche perché so cosa si prova ad essere persone insignificanti, senza libertà (chiedendo sempre permesso per andare a bere, al bagno, ecc.). So come ci si sente ad essere gelosi di qualcosa che non si ha, conosco bene la voglio di scappare dalla propria vita, ma oggi mi rendo conto che fuggire non serve a nulla, ma oggi mi rendo conto che fuggire non serve a nulla ma dobbiamo combattere, affrontare le nostre paure, incertezze, sofferenze solo così potremo conoscere il vero amore, la vera amicizia e la libertà. Ieri vedendo gli occhi di quei ragazzi ho visto il mio sguardo che avevo in passato: infelice, misterioso, dubbioso, incerto, curioso come quello di un bambino appena nato che scruta il mondo per conoscerlo meglio e poi inseguirlo per viverci. So come ci si sente a stare chiusa in quattro mura si conosce solo un mondo, quello di anime innocenti ma contemporaneamente sofferenti. Per me sorpassare il cancello del mio istituto e quindi uscire fuori era come camminare e respirare l’aria di un altro mondo che non avevo avuto la possibilità di conoscere. Maddalena ieri ha detto una cosa che io ho condiviso molto. Lei stava sulla soglia del cancello e disse: "Se faccio un passo indietro avrò una vita, se lo faccio in avanti ne avrò un’altra ancora". Io mi considero fortunata ad aver varcato quella soglia che per me sembrava un sogno irrealizzabile. Ma soprattutto ringrazio il Signore di avermi fatto conoscere non solo la felicità ma anche tanta sofferenza, solitudine e sono convinta che nella vita servano prima di tutto momenti di tristezza per vivere felicemente dopo. Perciò gli uomini che hanno conosciuto solo uno stato d’animo cioè quello della felicità alla fine si renderanno conto di essere persone incomplete. Amici, spero che questa esperienza, vi abbia fatto capire che la vita non è solo "rose e fiori" ma è ben altro, bisogna accontentarsi, perché c’è sempre qualcuno che soffre più di noi. Mi auguro che tutto ciò che avete visto e provato ieri non sia solo passeggero ma duraturo per tutta la vostra vita.

Ringrazio, e vi consiglio di ringraziare anche voi il Prof. Cucchi per avermi fatto conoscere un mondo che la maggior parte della gente non conosce da vicino e inoltre penso che tutto ciò vi servirà per vivere felicemente il presente e il prossimo futuro accorgendovi che sarete ragazzi migliori di due giorni fa. Vi dedico una poesia, spero vi piaccia.

Stefania

Per essere felici nella vita basta poco

Cruda verità. Possiede grande verità, nella vita prima di essere felici bisogna conoscere la vera sofferenza altrimenti la nostra felicità diventerebbe monotona non rendendosi conto che la vita è fa più semplice felicità. Basta poco per essere felici ed è bello esserlo. Basta un muro, una rete, delle grate per capire che la felicità, la libertà non sono l’unico stato d’animo dell’uomo. C’è chi è nato felice e chi no! C’è chi ha conosciuto solo gioie e chi solo rimpianti; chi sarà alla fine il più felice?

Chi ha sempre sorriso o chi ha sempre pianto? Il prediletto sarà il versatore di lacrime in quanto in ogni piccolo gesto, o soffio di vento lo rendono entusiasta e gioioso mentre a chi la vita ha sempre sorriso purtroppo non capta più nelle piccole cose di felicità, ma solo una grande monotonia la vita!

Noi stiamo facendo un lungo viaggio ma non sappiamo perché lo stiamo facendo, né perché continuare a Cammil1are, né dove ci porterà; sappiamo soltanto che un giorno questo nostro camminare finirà. Perciò la vita di tutti noi scorre molto velocemente e da essa dobbiamo cogliere ogni minimo rumore, soffio di Vento dobbiamo ascoltare gli uccelli, lo scorrere dell’acqua ma forse agli uomini felici tutto ciò non basta, ma alle anime sofferenti si ! La vera felicità è cogliere un fiore, innaffiarlo, non sapendo che quel fiore forse rappresenta proprio la nostra vita. Non lasciamola scorrere da sola. Cogliamo in lei le piccole cose perché solo attraverso le minuscole felicità si arriverà ad una grande presente futura vita felice. (sommario)

 

 

Stefania

 

 

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