Garçon n° 32

 

Garçon, la voce d ei ragazzi dell’I.P.M. di Casal del Marmo

Numero 32

 

Se potessi tornare indietro

Va pensiero

Io e il mio ragazzo

Considerazioni

Se rubi una cioccolata

Spazio vitale

Finalmente la libertà

Eccomi…

Licia parla di una persona

È stato un attimo

Un particolare incontro

Soliloquio a non finire…

 

Se potessi tornare indietro con il tempo…

Se potessi tornare indietro con il tempo farei tante cose diverse, come non essere mai venuta in Italia, perché ho perso una parte della mia vita, l’ho persa perché ho perso la mia libertà per sei mesi, e dopo non era lo stesso, sempre con la paura dentro al mio cuore di perdere un’altra volta la mia libertà. È giusto!

Un’altra volta mi trovo chiusa in carcere senza vedere la mia famiglia e senza sentire la tenerezza di mia madre che è la cosa più bella per una figlia. E per questo quando uscirò farò un’altra vita, più serena e penso anche di ritornare al mio paese per rivedere tutta la mia famiglia, specialmente la luce dei miei occhi, questa luce sarebbe mia madre. Solo chiedo a Dio di aiutarmi a uscire di qui e io ho tanta fiducia che Lui lo farà. (sommario)

Marlene

 

 

Va pensiero

Il pensiero correva, andava lontano ritornava al bar con gli amici o più indietro a scuola dai compagni. Di solito ci andava di notte quando il sonno non voleva saperne di arrivare, a volte mi capitava di essere risucchiata dai ricordi anche quando stavo, fra gli altri, e così mi isolavo, ma non stavo bene perché i ricordi in carcere fanno male.

Ma la cosa brutta è che quando pensi a una cosa, un viso, un amore, a quel pensiero se ne aggiungono altri, sempre più dolorosi. Dopo un primo periodo ho cercato di pensare solo al futuro, all’inizio andava bene, riuscivo a vedermi fuori, con un lavoro, insomma con una vita ma poi nei miei pensieri è arrivato un muro e non riesco a vedere oltre. E così mi ritrovo a pensare solo a oggi, al massimo a domani, e quando capita che il passato (un po’ sbiadito) torna, stringo i denti e spero che voli in fretta.

Io non ragiono così per rassegnazione o per pessimismo, ma solo perché credo che, in alcune situazioni vivere ogni giornata come se fosse l’unica che mi può aiutare a stare un po’ meno male. Quando uscirò, sono però sicura che sarò felice di ripensare anche a questo periodo… un po’ "chiuso"!

P.S. Non c’entra nulla con quello che ho scritto però la settimana scorsa se n’è andata la mia educatrice e, beh, anche se non voglio pensarci credo che mi mancherà.

Veronica

 

Sono ancora io, Fabio, qui si parla che se io potessi tornare in dietro cosa rifarei e cosa non rifarei! Secondo me chi vuole tornare indietro è una merda perché quando sbagli, non è colpa di nessuno ma solo colpa di chi ha sbagliato e deve accettare quello che ha fatto, perché nessuno è perfetto. Tutti sbagliano e ognuno deve accettare i suoi sbagli e cercare di non rifarli.

Anche io ho sbagliato moltissime volte. Lo sbaglio più grande che ho fatto è stato quello di fare la rapina per la quale mi trovo qui. Anche se non è un bellissimo posto, non posso prendermela con nessuno e devo pagare lo sbaglio che ho fatto. Questo sbaglio lo sto pagando con il carcere, e mi ha detto bene, perché con un po’ di sfortuna potevo anche pagarlo con la vita: per fortuna non è stato così!

Nella vita come tutti sanno si fanno molti sbagli, ad esempio: perdere la persona che ami mettendogli le corna con un’altra persona, oppure seguire delle amicizie sbagliate e fare una brutta vita, oppure drogarsi, etc. Di sbagli se ne possono fare tanti, l’importante per me è di non pentirsi mai di quello che si fa. Anche io se potessi tornare indietro non rifarei tutti gli sbagli che ho fatto fino ad ora e passerei una vita più piacevole, ma è una cosa impossibile, e si sa benissimo, quindi non pentiamoci mai di quello che facciamo perché gli sbagli nella vita servono anche a farci crescere. (sommario)

Fabio

 

Io e il mio ragazzo

Parlo di come ho conosciuto il mio ragazzo

Io sono una ragazza di 14 anni, mi chiamo Annalisa. Ho finito le scuole e ho preso la licenzia media. Durante il periodo estivo ho conosciuto un ragazzo di nome Virgilio. Ci siamo conosciuti per caso, un giorno al bar. Mi ha visto e mi è venuto vicino. Io pensavo: "Cosa vuole questo da me?", e lui mi ha detto "ti voglio conoscere", allora io gli ho detto "va bene". Dopo che ci siamo scambiati i nomi, abbiamo cominciato a dirci le cose.

Lui mi ha detto che era di Pescara, io di Lucera. Per un periodo di tempo ci siamo frequentati, per sette mesi, e lui un giorno mi ha portata a casa sua a farmi conoscere la famiglia. Così io ho conosciuto la sua famiglia, che mi è piaciuta subito. Dopo avere aspettato sette mesi abbiamo deciso di scappare, il 9 dicembre del 2000. È già un anno che mi sono sposata con lui, è un ragazzo dolce, buono, romantico. A me di lui piace tanto il suo carattere, e lo stimo molto come marito.

Gli voglio tanto bene e anche lui me ne vuole. Io sono fiera di lui. Virgilio ha 23 anni, lavora in un bar e stiamo molto bene insieme. La sua famiglia è allegra, divertente e mi vuole tanto bene. Io ne voglio a loro e sono fiera della sua famiglia. Io spero che vivrò felice e contenta con la famiglia e con mio marito.

Annalisa

Voglio tanto bene al mio ragazzo che sta lontano da me

Vorrei che fosse vicino a me come stavamo prima. Penso tanto a lui, ma a volte tento di non farlo, così non mi sento male. Forse mi sono innamorata o forse non lo so, però non sono pentita. Ho vissuto delle cose belle e anche cose brutte, ma così succede in tutte le coppie. A volte ricordo che quando stavo insieme a lui pensavo "E se un giorno non saremo più insieme?", e ora che lo siamo, vorrei non fosse stato così. Forse perché sono innamorata come una pazza. Voglio essergli vicino, stringerlo e fare cose che fanno tutti gli sposati. Io, come lui, sono in un posto brutto, però c’è la fede che un giorno saremo insieme e spero che alcune cose cambino, così saremo felici una volta per tutte. Vabbeh! Cosa vi posso dire del mio ragazzo? Sto da un anno insieme a lui e da quel giorno che ci siamo messi insieme è cambiato tutto, questo perché prima io stavo al mio paese. Dopo due mesi abbiamo litigato e ci siamo lasciati. Sono ritornata a casa mia e non l’ho più visto per sei mesi. Dopo ho saputo che è venuto in Italia e alla fine di quel mesetto, ho viaggiato pure io con mia cognata in vacanza.

Quando siamo arrivate a casa mia sorella l’ha visto perché lui è cognato di mia sorella. Quando l’ho visto avevo rabbia perché lo avevo vicino. Dopo un giorno sono andata in galera per 4 mesi a Nisida (Napoli). Quando sono uscita abbiamo parlato a lungo. Alla fine mi ha detto di metterci insieme. Io, gli ho detto che prima ci dovevo pensare (l’ho fatto, ho pensato a lui per un mese intero), anche se avevo voglia di baciarlo perché era con me. Quando è arrivato quel giorno stavo ascoltando la musica di Colombia, e lui cantava e mi guardava e io non riuscivo a dirgli che lo amavo. Alla fine sono uscita per un po’ di casa. Quando sono tornata mi ha detto che mi amava e mi ha promesso di cambiare e ci siamo baciati e ci siamo ritrovati.

Sandra

Il mio ex-ragazzo

Io una volta stavo con un ragazzo da circa 10 mesi, io a questo ragazzo gli volevo tanto bene. Questo ragazzo si chiamava Mero, era alto circa un metro e settantacinque, aveva i capelli castani e la carnagione scura. Lui era sposato e aveva quattro figli e a me non mi interessava per niente. Poi i miei genitori hanno scoperto che io stavo con lui e mi hanno detto che lo dovevo lasciare. Noi abbiamo fatto finta che ci eravamo lasciati, e quando lo chiamavo ero proprio felice. Io con lui stavo molto bene e mi divertivo un sacco con lui.

Quando dovevo uscirci, facevo finta di andare in giro, invece andavo all’appuntamento con lui. Era tutto per me perché andavamo tanto d’accordo. Lui amava me e io amavo lui, ma peccato che era sposato e che aveva quattro figli. Io sono rimasta incinta di questo ragazzo e non sapevo come fare. Poi glielo ho detto e lui mi ha risposto che dovevo abortire e io ci sono rimasta male, perché quando ho saputo che ero incinta ero troppo felice e quando lui mi ha detto che dovevo abortire io mi sono messa a riflettere, ma poi sono andata in ospedale e ho abortito. I miei genitori non pensavano che ero incinta, ma se lo sapevano mi massacravano di botte.

È meglio che ho abortito! Se non abortivo, dopo che lo avrei partorito che ci facevo? Lo avrei dato in adozione e dopo mi sarei pentita. Giusto così è meglio che ho abortito, ma soffro tanto. Poi mi hanno presa e mi hanno messa qui in carcere. Lui è venuto al colloquio e quando l’ho visto ero troppo felice, non me lo sarei proprio aspettato. Questo ragazzo non lo potrò dimenticare anche se un giorno mi dovessi sposare: non lo dimenticherò mai. Resterà per sempre nel mio cuore. (sommario)

Renata

 

Considerazioni

Siamo ragazze di età non superiore a 20 anni e siamo in un posto chiamato Casal del Marmo. Fra tre ore saremo chiuse nelle celle. Da quelle sbarre possiamo solo vedere uccelli che volano sempre più in alto e io tra mille pensieri maledico la droga, ma allo stesso tempo la benedico. So che fa male ma sono cresciuta insieme alla roba, voglio smettere e smettere è una parola pesante. (sommario)

Glissa

 

Se rubi una cioccolata, vedrai cosa rubi domani!

Ciao a tutti ! Sono sempre io, quella rumena che oggi non ha tanta voglia di scrivere ma lo faccio per passare il tempo. Vorrei raccontare qualcosa di mia madre che per me è la più grande forza, perché lo so che mi è stata sempre vicina e starà ancora. Da quando ero piccola i miei genitori hanno cercato di dare a me e ai miei fratelli un’educazione buona. Adesso io so che ho sbagliato facendo questi furti in Italia, ma sono sicura che ho ancora quella educazione che mi hanno insegnato mia madre e mio padre.

Mi ricordo, quando ero più piccola, che mia madre mi ha mandato a comprare il pane in una panetteria che era vicina dove abitavo io. Quando sono arrivata lì ho chiesto il pane e la signora si è girata per portarmelo, e in quel momento ho visto un vassoio con della cioccolata appoggiata sul bancone. Ne ho preso una e l’ho messa in tasca. Siccome mia madre mi aveva dato i soldi fissi per il pane, quando sono arrivata a casa un po’ stupidamente ho preso la cioccolata e lei mi ha chiesto: "Da dove viene la cioccolata?". Ho risposto che l’avevo rubata alla panetteria! Mi ha dato qualche botta e mi ha detto delle parole come: "Chi ruba oggi un uovo, domani ruba oro!!!". Quelle parole erano vere. Così mi è successo. Ma adesso ho capito che ho fatto male ma comunque fa parte del passato, e in futuro farò in modo che sarà contenta per sua figlia e vedrà che vale quell’educazione che ho ricevuto da lei. Adesso vi dico ciao e spero che non vi siete annoiati! Io sì, e mi fa male la mano!!! (sommario)

Malina

 

Spazio vitale

Che cos’è lo spazio vitale? Per me è tutto e non riesco ad accettare che qualcuno me lo invada, ed è proprio bello quello che mi sta succedendo in questo periodo (lungo), non ho neanche un angolino dove poter stare per conto mio, dove pensare, o anche solo dove poter sbattere la testa senza che venga qualcuno a rompere. Devo dire che questa mancanza "d’aria" oltre ad altri problemi mi sta esaurendo completamente! lo provo qualche volta a recuperare un po’ di terreno ma è inutile, a nessuno importa del mio bisogno di spazio. Così tiro avanti anche se mi sento sotto quattro treni, però non c’è niente da fare, più ho bisogno di spazio, e più gli altri me lo occupano, per esempio da oggi siamo quattro in cella, e non credo di reggere!

Spero che qualcuno prima o poi mi capisca, invece di ripetermi che è meglio se sto con gli altri e altre cose del genere, e mi aiuti a ritagliarmi un angolino d’aria solo per me, anche perché, come ho detto, non sopporto di essere privata del mio spazio vitale e potrei iniziare a mordere! (sommario)

Veronica

 

Finalmente la libertà

Finalmente lunedì sta arrivando perché in quel giorno uscirò e non vedo l’ora. Dopo tutto questo tempo qui dentro penso che quando esco farò un’altra vita, ma non come prima, perché mi sono stufato di questo carcere e non voglio più tornare qui dentro. Ho una famiglia che sta male e solo per colpa mia che sto in carcere, ma non è solo questa volta: è la terza e sono sicuro che è l’ultima. Quando uscirò vado a Milano con mio zio ma non con mio fratello, perché mio zio è un uomo vecchio e non mi lascia andare a spacciare. Lui lavora regolare, è da vent’anni che sta in Italia con la sua famiglia e mi vuole bene come un figlio. È stato sempre vicino a me, ma io sono scemo, non l’ho mai ascoltato. Ma adesso non sono più scemo perché questa volta ho capito che vuol dire la libertà. Quando sono uscito in permesso ho visto un mondo diverso da prima ed è grazie a Dio che finalmente ho capito come devo fare quando uscirò, perché non devo sbagliare un’altra volta. Ho saputo che cosa è la vera vita e anche che la libertà è più importante nella vita. (sommario)

Hicham

 

Eccomi… sono Malina

Ciao a tutti. Io sono Malina e sono nata in Romania ed ho 17 anni. In questo articolo vorrei raccontare come sono arrivata qua in Italia, come mi trovo qui. Era il 5 gennaio 2001 quando sono partita dalla Romania. Ero così contenta che andavo via di casa ma non so perché. Io mi trovavo molto bene con la mia famiglia ma avevo voglia di farmi una vita indipendente, così ho deciso di andare nel mondo e ho scelto l’Italia perché qui avevo qualche amico che mi ha aiutata anche a partire dalla Romania nascosta dentro un camion. Dalla Romania non possono andare via tutti, se non come clandestini. Era molto freddo in quella camionetta perché era inverno. Era la più brutta notte della mia vita. Io pensavo che se arrivo qui trovo un mondo dove non c’è sofferenza, dove non ti può mancare niente, invece ho trovato tanta sofferenza e tanta solitudine. Mi dispiaceva tanto che sono partita da casa però dovevo rimanere a fare qualcosa. Così ho cominciato a rubare. Era tutto così facile per me perché ho pensato che non ti possono fare niente. Mi hanno preso tante volte ma mi lasciavano andare. Ma adesso è finito con tutto questo perché ho visto come è il carcere e non voglio ritornare più qui. Ho ancora un mese da farmi e quando esco vado da mia sorella in Irlanda e comincio lì in un modo più bello a realizzare il mio sogno. Ma sicuramente non ruberò più. (sommario)

Malina

 

Licia parla di una persona meravigliosa

Sono una ragazza Rom, mi chiamo Licia e adesso vorrei parlarvi di una persona fantastica che si chiama Fausto. Qua in Casal del Marmo, io lavoro con lui in pizzeria. Non è una pizzeria come quelle di fuori, però io ci passo il tempo che corre veloce, perché io posso parlare con lui. È un uomo di 50 anni, è una persona molto dolce e disponibile, che farebbe di tutto per darti una mano. Mi ascolta mentre gli parlo e sono sicura che lo fa anche per me. Mi ha aiutata molto non solo perché mi ha insegnato ad essere una brava pizzaiola, ma mi ha detto tante parole che mi hanno fatto un mondo di bene. È un buon amico di tutti e io non solo ascolto i suoi consigli ma gli voglio molto bene, e penso a lui come ad una persona speciale. (sommario)

Licia per Fausto

 

È stato un attimo

Un giorno mentre stavo ancora a letto pensavo a dei bei vestiti per la festa che tutti i cileni celebrano il 18 settembre, festa nazionale. Ho pensato di andarci a rubare però, ho pensato anche di non farlo. Ci ho pensato tre volte e alla fine ho deciso di farlo. Quando mia sorella e mia cognata si sono alzate e siamo andate a Piazza di Spagna, siamo arrivate davanti all’Espensive e ci abbiamo preso 5 milioni di vestiti. Quando siamo uscite dall’Espensive e stavamo per prendere il pullman, sono appariti due questurini in borghese, che già ci conoscevano dall’anno scorso, dalla prima volta che ci avevano beccato. Loro ci hanno viste e ci hanno fermato, e hanno chiesto di fargli vedere le borse che portavamo. Dopo averle viste ci hanno portato in Questura. Dopo a me e a Marlen al Centro di prima accoglienza per due giorni, poi quando siamo andate in tribunale siamo state condannate a due mesi, e a mia sorella che è maggiorenne sei mesi di arresti domiciliari. Mi dispiace tanto perché adesso non mi può venire a trovare per fare il colloquio. (sommario)

Sandra

 

Un particolare incontro al Casale

Ciao a tutti, mi chiamo Alissa e in questo carcere ho conosciuto un ragazzo rumeno che si chiama Mikic, e ci siamo messi insieme. Lui faceva di tutto per farmi felice anche se ci dividevano queste sbarre. E io ero felice, non avevo mai incontrato un ragazzo così gentile e così maledettamente bello. Perché io fuori mi facevo di eroina, e tutte le persone che mi volevano aiutare le ho perse e non volevo perdere anche questo ragazzo, che mi aiutava nei momenti difficili. Facevo tutti il possibile per dimostrargli il mio amore e il mio bisogno di lui.

Qui dentro ho passato tante cose belle, e brutte, ho sofferto tanto per lui e pensavo che un giorno fuori di qua che la mia sofferenza sarebbe passata ma mi sbagliavo. Dopo sette mesi di convivenza qua dentro lui doveva uscire, e io stavo male ma allo stesso momento ero contenta. Il 4 luglio lui è uscito e io mi sentivo abbandonata da tutti ma soprattutto da lui. Per me lui era tutto quello che volevo. Io aspettavo di andare in comunità solo per nove giorni, e poi dovevo rientrare qui dentro. Ma io non avevo nessuna voglia di rientrare qui, perché avevo bisogno di lui.

Sono andata in comunità, dove sono rimasta solo per 4 ore poi sono scappata. Ho comprato subito la scheda per chiamare Mikic, avevo fatto il numero e ho chiesto di lui, ma non era in casa, mi ha risposto la sorella che mi ha detto di chiamare dopo mezz’ora. Ho aspettato e ho richiamato, e mi ha risposto lui, ero troppo felice di sentirlo. Aveva preso il taxi da Roma per venirmi a prendere a Civitavecchia, poi ci siamo incontrati ed ero troppo felice, ma è durata poco perché la sera avevamo preso l’albergo e avevamo fatto una sniffata di roba. Ma io con tutte le mie forze ho detto: "Io non mi faccio". Ma come si dice, è dura dire sempre di no. Ora chiudo perché ho sofferto sia per lui sia per le botte che mi dava. Ma nonostante questo io l’amo ancora e soffro perché è la "merda" di eroina che ha cambiato il mio piccolo Mikic, il negretto della mia vita. Sei e sarai sempre nel mio cuore. Solo ora che ti ho perso so che per amore si può anche morire. Ti amo Mikic. (sommario)

Alissa

 

Soliloquio a non finire…

Mi chiamo Belma e sono nata in Italia. Ho 16 anni e voglio raccontare la mia storia: cosa ho provato per un ragazzo. Io neanche lo conoscevo, lui me l’ha chiesto e ci siamo messi insieme. Dopo me l’ha chiesto un altro ma ero innamorata di lui. Mi ha chiesto anche lui perché il primo non mi piaceva tanto e quello ha saputo che a me non mi fregava niente di lui. Lui è partito subito e ha parlato con me. Io gli ho detto: "Vieni se mi ami" e lui è venuto. Io quel secondo ragazzo l’amavo molto, ma alla fine l’ho lasciato. Mi sono messa con il primo. Stavo con lui da un anno e non sapevo che lo amavo così tanto.

Quando se ne è andato via ho provato dentro tanta sofferenza per quel ragazzo. Anch’io ho sbagliato tanto, ma lui ha sbagliato per due volte e io non l’ho perdonato. Ogni volta che mi parlava, io non gli davo retta per niente. E adesso mi sento che non esisto più. Ogni cosa che faccio, come pensare, penso di più a lui, egli voglio tanto bene, non so come. Lo amo e non posso scordarlo mai. Non voglio staccarmi da lui. Almeno se mi dicesse "sto con te", io mi sento che sto ancora con lui che lo amo. Tutte le ragazze mi odiano, perché sono una ragazza molto coraggiosa. Alla fine mi sono rotta le palle, parlavano sempre male di lui, che lui era anche un tossico. Quando sono andata in giro l’ultima volta ho parlato con lui, ma mi ha preso la polizia e mi hanno messo in carcere. Ma ragazzi! Uno è nato sempre con i problemi! Ma grazie a Dio almeno non lo vedo per un po’ di tempo così farò di tutto per scordarlo. Ma nessuno si sente come quando uno soffre però nessuno può soffrire sempre. Ogni volta che mi metto a dormire penso di tutto, perché non sai mai cosa ti capita nella vita, non lo sai mai, ma mi piacerebbe tornare indietro e dimenticare tutte queste brutte cose. È mio desiderio di essere una ragazza intelligente ed educata, di guidare, di essere un’attrice famosa in tutto il mondo e di essere una cantante.

È una cosa bellissima, stai sempre nel divertimento e sulle cose belle. Ma non è sempre così: ragazzi che ne pensate? Ho passato nel carcere un brutto periodo di quasi un anno. Se io davo retta a mia madre non finivo in carcere. Prima ho scontato due mesi, e sono uscita, poi sono ritornata un’altra volta. Adesso stavo a casa, se davo retta a mia madre! Ma vi dico "su con la vita, ragazzi!". Io avevo un’amica vera e lei sapeva tutto di me, si mischiava nella mia vita e io cosa facevo? Era proprio una "stronza"!. Mi diceva "lascia stare quel ragazzo, non è tipo tuo, è brutto" , e tante cose cattive su di me.

Alla fine lei si è messa con il mio ragazzo e io se avevo pensato che era un’amica giusta per me mi sono sbagliata. Dico il suo nome: si chiama Laura, è una rompiscatole, e alla fine quando mi sono messa in testa una cosa anche io mi sono messa con il suo fidanzato, ma ci siamo lasciati presto.

Anche lui era il mio amico migliore, mi faceva i favori, ma non mi andava molto bene di stare con lui perché sapevo che era di un’altra. Non posso mettermi anch’io e alla fine lo lascerò, ma mia madre mi disse che non voleva che stavo con quel ragazzo che amavo tanto. Grazie a Dio però ormai è acqua passata. (sommario)

Belma

 

 

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