Aumentano gli alcolisti detenuti

 

E in carcere aumenta il numero degli alcolisti

 

L’Eco di Bergamo, 17 gennaio 2003

 

Il carcere è sovraffollato, quasi la metà dei detenuti ha problemi di tossicodipendenza, il numero di quelli dediti all'alcol è in crescita. È il quadro che emerge dalla relazione del procuratore aggiunto Tommaso Buonanno che, nel presentare il rendiconto sullo stato della giustizia a Bergamo nell'ultimo anno giudiziario, affronta anche i problemi della casa circondariale di via Gleno.
La maggior parte delle persone finite in carcere durante i dodici mesi compresi tra il luglio 2001 e il giugno del 2002 sono soggetti dediti allo spaccio di stupefacenti: rappresentano il quaranta per cento del totale. Seguono poi, a netta distanza, i detenuti per furto (7,4 per cento), per ricettazione (6,3) e per rapina (4,9). Quest'anno è stato segnalato anche un aumento degli ingressi di soggetti imputati di omicidio consumato e tentato: quattro nel primo caso, dieci nel secondo.

Per la maggior parte – si legge nella relazione – si tratta di persone che manifestano problematiche di tipo psicologico se non addirittura psichiatrico. Tale situazione di disagio viene spesso acuita dal fatto che, trattandosi di autori di reati, come ad esempio quelli a sfondo sessuale, che rendono i medesimi invisi agli altri detenuti, si rende necessario separarli dal resto della popolazione carceraria".

Altri problemi sono causati dal fatto che quasi il cinquanta per cento delle persone in carcere sono tossicodipendenti e che molti altri, invece, sono dediti all'eccessivo consumo di alcolici: un fenomeno, quest'ultimo, "in brusco innalzamento" e che crea non poche difficoltà nei rapporti con gli agenti di polizia penitenziaria e con gli altri detenuti (si sono verificati episodi di resistenza e minaccia a pubblico ufficiale e lesioni nei confronti dei compagni).
In via Gleno sono confinate circa cinquecento persone (oltre un terzo sono extracomunitari) a fronte di una capienza che supera di poco le duecento unità. Gli spazi, è la prima conseguenza, sono insufficienti. "In alcuni momenti si è reso necessario – scrive il procuratore aggiunto – adibire a cella le salette ricreative poste all'interno delle sezioni, sfornite di servizi igienici. Ciò fino ad oggi non ha consentito di predisporre reparti differenziati in base alla tipologia di detenuti".

Un'altra conseguenza del sovraffollamento è relativa alle condizioni di salute. L'elevata concentrazione di persone in spazi può favorire il contagio di malattie virali. Molto frequenti risultano le patologie respiratorie, dovute all'elevato consumo di sigarette in aree anguste (la situazione non consente di creare reparti separati per fumatori e non fumatori).
Nella relazione si sottolinea inoltre che i tagli dei fondi previsti per la spesa sanitaria "rischiano di creare un situazione di grave disagio all'interno dell'istituto". Nell'ultimo anno giudiziario non si sono verificati suicidi, anche se non sono mancati detenuti che hanno cercato di togliersi la vita: sette i tentativi, sei attuati da detenuti italiani e uno da un immigrato.

 

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