Corso sull'alcolismo

 

Una settimana davvero speciale

 

L’A.C.A.T, associazione dei club alcolisti in trattamento: imparare, è il gusto di complicarsi la vita.

 

"Il metodo Hudolin: Un approccio dolce che esclude i farmaci e fa leva sul coinvolgimento di tutto la famiglia per superare i problemi alcol correlati e complessi". Il club riduce la sofferenza non può dare risposta scientifiche.

 

Sono alcune ore che sono rientrato da sei giorni di permesso.Voglio scrivere subito a caldo alcune riflessione per poterle poi condividere. Voglio raccontarvi di una bella esperienza che ho avuto il privilegio di sperimentare su me stesso.

Si è tenuta a Noventa Padovana nella splendida villa settecentesca di stile palladiano, nel villaggio S Antonio, la settimana di studi e sensibilizzazione ai problemi alcool correlati. Organizzata dall’A.C.A.T. Padova e sotto la direzione del Dottor Pier Mario Pili, condirettrice la Dott.ssa Nicoletta Regonati. Hanno partecipato al convegno di studi 32 iscritti provenienti da tutte le professioni e gli ambiti sociali: Laureate in psicologia, sociologia, educatori di comunità, casalinghe, operai. Erano rappresentati tutti gli strati sociali

In pratica è stato fatto conoscere ai corsisti il metodo di approccio ai problemi alcool correlati messo a punto negli anni 60 da un professore di Zagrabria, ormai conosciuto e riconosciuto anche dall’organizzazione mondiale della sanità (O.M.S.), come il metodo "HUDOLIN".

 

Sia io che Antonio un mio compagno di detenzione, con molta onesta abbiamo detto che eravamo due persone detenute in permesso. Anche Antonio è inserito da tempo come me, in uno dei club interni. Ho potuto sperimentare su di me, l’effetto che fa entrare in crisi con noi stessi. So già che non riuscirò a mettere su la carta le emozione che ho provato, ma ci proverò.

Con il gruppo di lavoro abbiamo discusso parlando di noi, preso conoscenza dei problemi relativi all’uso delle sostanze. Il direttore del corso e grande comunicatore, Prof. Piero Maria Pili ed i vari relatori che si sono succeduti ci hanno spiegato temi e concetti relativi ai problemi creati dall’alcool, è stato coinvolgente.

Chi non ha mai frequentato un club faticherà a comprendere il livello di comunicatività che si instaura tra le persone sedute a cerchio, mentre senza paura di critiche, si parla dei propri disagi.

Ho visto persone aprire il loro cuore come raramente mi capita di vedere. Alcuni hanno pianto per l’emotività, la grande carica comunicativa e dell’amore che siamo riusciti a fare circolare tra noi. Ho visto anche due stupende lacrime anche negli occhi di Aldo Agus acclamato alla presidenza dell’ACAT di Padova. Aldo da un decennio porta avanti l’idea che anche in carcere è possibile cambiare stile di vita ed affrontare una critica non solo dell’uso dell’alcool o delle sostanze, ma dell’intero stile di vita. I fatti gli stanno dando ragione. L’iniziativa padovana è stata presa a modello anche da altri istituti di pena.

Ho fatto delle amicizie che ho gia messo nel mio cuore, nel posto più bello e pulito dove si tengono gli amici e le persone veramente speciali Seppur sono una vecchia "pellaccia", ho sentito una forte emozione anch’io. La presidente regionale Flaviana Conforto, ed il presidente nazionale, ci consegnavano l’attestato, al termine della settimana di studi. In pratica chi ha voluto dare la sua adesione potrà a pieno titolo iniziare l’esperienza di servitore-insegnante in un club A.C.A.T. Il momento, era speciale, anche perché avevo sul ginocchio mio nipotino Giuseppe di quattro anni che voleva "aiutarmi" a leggere le conclusione finali dell’intera settimana di studio.

Quando tutto si è concluso ci siamo abbracciati e sentivo in quei baci ed in quelle strette, veramente tanto amore, affetto. Mi sono sentito voluto bene ed è una bella sensazione. Quegli abbracci e quelli baci erano anche per tutti quelli che sono in carcere, perché erano presenti nei nostri discorsi. So di aver fatto qualcosa di bello e in questo momento che sto scrivendo sto sorridendo perché rivivo quei giorni veramente speciali: cinquanta ore di studio intenso ed approfondito. Ha certamente già lasciato in me dei segni indelebili. Farà parte con rilevanza del mio bagaglio culturale, per la mia formazione, perla vita e per tutto ciò che sarò in grado di realizzare in futuro. Tutto questo mi ha fatto ripensare alla mia vita. Quella vita che mi è scivolata tra le mani e con essa la mia famiglia ed i miei affetti. La rivoglio! Intendo riappropriarmi della mia esistenza.

L‘alcool è stato forse uno degli errori e non intendo nascondermi dietro esso, o della cocaina che per un certo periodo mi è stata compagna di strada.

Una scelta di stile di vita sbagliata, una scala di valori alterata dal fatto che davo troppa importanza ai soldi, mi hanno portato lontano per moltissimi anni. Quando nel 1977 ebbe inizio la mia storia di carcere avevo 19 anni, la donna con cui avevo in precedenza progettato di vivere insieme, aspettava un bambino, nacque quando ero in carcere già da 6 mesi. In quel periodo la relazione con la madre di mio figlio si interruppe. Massimiliano seppe che io ero suo padre all’età di dieci anni. Prima per lui ero lo zio Nik.

Avevamo fatto quella scelta per non fargli pesare sulle sue giovani spalle il mio arresto. La madre si era sposata, aveva ora altri figli e lui era stato riconosciuto dall’uomo che sposò sua madre. Stiamo rimettendo ora le cose al giusto posto. Per lui sono stato un’entità. Volevo, ma non potevo essergli vicino, accarezzarlo, fargli sentire che c’ero, che gli volevo bene. Negli anni ci siamo un po’ conosciuti ma non credo che ci conosciamo a fondo, manca una parte importante della nostra esistenza. Il tempo non manca per poterlo fare in futuro.

Ora Massimiliano è sposato ha ormai 24 anni. Dal matrimonio con Angela è nato Nicolas. Lo hanno voluto chiamare come me è stato il modo più bello e duraturo che mio figlio potesse usare per dirmi ti voglio bene. Questa è una parte della mia vita di cui vorrei riappropriarmi i miei affetti, la mia famiglia in generale per me. Gemme preziose nella notte della mia vita. Come stelle sono state li ad indicarmi un orizzonte, una meta a dirmi costantemente: noi ci siamo quando torni a casa?

Vorrei riuscire a dare al piccolo Nicolas quell’amore che non ho potuto ancora dare a mio figlio, ma come dicevo prima il tempo non manca. Entrare nei club vuol dire mettersi in gioco, in discussione. Questo mi ha accompagnato anche durante il corso. Sono cosciente che non è semplice ricollocarmi nel mio ruolo di padre di fratello ecc.. Spero tra le altre cose che una volta fuori (lo sarò anche se solo per lavoro esterno penso entro quest’anno), di poter continuare a frequentare i club e poter essere utile all’Acat nella misura in cui lo è stata per me, ed è molto elevata.

Ho imparato a fare un passo alla volta. Ora sto camminando. Per correre c’è ancora tanto tempo e tanta voglia di farlo. La libertà è bella, l’amore è bello, non dimentichiamolo mai. Dobbiamo tornare a tutto questo.

 

Nicola Sansonna

 

CORSO DI SENSIBILIZZAZIONE ALL’APPROCCIO ECOLOGICO SOCIALE

AI PROBLEMI ALCOLCORRELATI E COMPLESSI

(metodo Hudolin)

 

NOVENTA PADOVANA Villaggio S. Antonio 8 -13 aprile 2002

 

Conclusioni

 

Dall’8 al13 aprile 2002 si è svolto, sotto la direzione del dott. Pier Maria Pili, presso il Villaggio S. Antonio di Noventa Padovana (PD), il Corso di sensibilizzazione all’approccio ecologico-sociale ai problemi alcolcorrelati e complessi, che ha visto l’impegno e la partecipazione attiva di 32 corsisti provenienti da diverse province del Veneto.

La composizione dei corsisti, particolarmente ricca e variegata nella provenienza e nelle professionalità, ha costituito la vera ricchezza del corso ed ha permesso di sperimentare l’approccio ecologico.

L’augurio di buon lavoro inviato dalla professoressa Visnja Hudolin ed il saluto degli amministratori, hanno dato il via ad una settimana intensa e produttiva, sia sul piano emozionale che su quello scientifico.

Dalle lezioni e dal confronto nei gruppi e nelle comunità, favoriti da un clima "caldo" di accettazione reciproca, sono emersi contenuti nuovi e stimolanti che ci hanno portati alle seguenti conclusioni:

 

  1. Il Club è una comunità multifamigliare della comunità locale indipendente ed autonoma, che insieme ad altri Club si costituisce in Associazione a livello locale, provinciale, regionale e nazionale.

  2. Le associazioni sono al servizio dei Club e, al bisogno, li rappresentano nei rapporti con le istituzioni locali, li coadiuvano nell’ organizzazione delle Scuole Alcologiche Territoriali di 1°; 2° e 3° modulo e nelle altre attività previste dall’approccio ecologico-sociale proposto dal prof. Hudolin.

  3. I Club e le loro Associazioni collaborano con le istituzioni e con le altre associazioni per lo sviluppo dei programmi alcologici territoriali e per la riduzione dei consumi di alcol nella popolazione. Il luogo in cui si concretizza questa collaborazione è il Centro Alcologico Territoriale Funzionale.

  4. Il servitore-insegnante è al servizio delle famiglie del Club e della comunità ed è inserito in un processo di formazione ed aggiornamento continuo attraverso gli incontri mensili di auto supervisione, i corsi monotematici, gli interclub ed i congressi nazionali, la scuola di perfezionamento delle 300 ore, ecc. . . che gli permetteranno di migliorare le sue caratteristiche umane e professionali.

  5. Ci siamo sensibilizzati come cittadini, abbiamo sviluppato la capacità di metterci in discussione e raggiunto la consapevolezza che le nostre scelte porteranno nelle nostre famiglie e nelle nostre comunità delle perturbazioni e contribuiranno al cambiamento della cultura umana generale, a partire dai problemi alcolcorrelati.

  6. L’ approccio familiare, inteso come riconoscimento delle sofferenze e delle risorse di tutti i membri delle famiglie, esige che l’intera famiglia venga accolta nel Club.

  7. La "ricaduta" dovrà essere sempre intesa come momento di crisi che permette alla persona, alla famiglia, al Club ed alla comunità locale di attivare nuove risorse.

  8. Il passaggio dall’IO TI CURO, all’IO MI PRENDO CURA DI TE, rappresenta una maggiore consapevolezza di corresponsabilità, che caratterizza una solidarietà reale e profonda.

  9. Per raggiungere l’obiettivo di inserire almeno l’ 1% della popolazione nei programmi alcologici territoriali, i Club di questo territorio, con l’aiuto dell’ Associazione locale e di noi corsisti s’impegnano entro quest’anno a moltiplicarsi e ad organizzare un interclub, le scuole alcologiche territoriali di 1°, 2° e 3° modulo nelle loro comunità.

  10. Nella convinzione che il carcere è parte integrante della comunità locale, i Club e l’ACAT Padova si impegnano a sostenere e potenziare l’esperienza dei Club in carcere e chiedono di lavorare affinché le famiglie delle persone detenute possano entrare a farvi parte.

  11. I corsisti auspicano che le difficoltà di relazione tra l’ACAT ed il Dipartimento per le Dipendenze vengano superate in un clima di pace e di collaborazione.

 

Si inviano le seguenti conclusioni a tutti gli organizzatori del Corso (AICA T, ARCA T Veneto, ACAT Padova, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Provveditorato delle Tre Venezie, Agenzia del Centro Alcologici Territoriale Padova, Comune di Padova - Consiglio di Quartiere 6 Ovest, Comune di Noventa Padovana) al Dipartimento per le Dipendenze dell’Ulss 16, all’ACAT di Portogruaro, all’ACAT Sondrio, a Camminando Insieme a tutta la stampa locale.

 

 

IL LIBRO ED IL CUORE

 

"Dai miei appunti della settimana di studi e sensibilizzazione ai problemi alcol correlati tenutasi dal 8 al 13 aprile a Noventa Padovana nella villa settecentesca del villaggio S. Antonio. Direttore dei lavori prof. Piero Pili."

 

Gli argomenti più salienti trattati

 

Da dove provengono i problemi alcool correlati?

 

Approccio ecologico (il concatenarsi degli eventi legati ad un comportamento)

Sistema di apprendimento reciproco (l ‘ecologia parte dalla vita delle persone)

L’alcol disinfetta perché distrugge la membrana lipidica del batteri, quindi con lo stesso sistema danneggia le cellule. O.M.S.

Sostanza psico-attiva modifica la percezione della realtà è un sedativo, provoca dipendenza, è quindi è da considerarsi una droga .

Definizione di bere alcolici, perché si beve?

Alcune sostanze contenute nell’alcool sono cancerogene.

Il bere alcolici è un comportamento che si impara

Bere moderato, bere controllato e senza ubriacarsi.

Non esiste un bere senza rischi, (meno e meglio)(O.M.S.)

 

Ore 19.30 visita al club Padova sede del Quartiere n° 6

 

Nei club possono entrare 12 famiglie quando si supera il numero si sdoppia il club.

Nel club non possono entrare più del 10% di problemi complessi.

 

La puntualità è un aspetto rilevato

Il club ha il compito di avere il clima affinché chi si è creato un "guscio" saprà che potrà essere sicuro e libero di uscire e parlare senza pausa.

 

Il servitori insegnante nel 64 era terapeuta professionale, ora è semplicemente al sevizio del club.

Il club si riunisce una volta alla settimana un ora e mezza circa, verbale conduttore.

Metodologico, la presenza della famiglia ai club , e necessario perché tutta la famiglia si adatta al sistema di connivenza dell’alcool, le relazioni diverranno soddisfacenti quando, si ricerca la fiducia.

Non si sa chi farà più fatica a cambiare, se i famigliari o che usava l’alcool o sostanze.

Titolo del tema: "la famiglia"

Gli equilibrio che si cercano la difficoltà a riappropriarsi del proprio ruolo, a volte fanno più fatica i famigliari ad accettare il cambiamento (andare ai club per se, è l’unico modo di andare insieme)

 

Concetto di uso ed abuso

 

Ogni uso di una sostanza tossica è un abuso?

L’alcool nella tradizione.

Spirito d’imitazione di gruppo l’appartenenza ad un gruppo che fa uso di una sostanza porta più facilmente a provare per paura di esclusione o curiosità.

Si inizia con un bicchiere…..

Il gusto della trasgressione nasce anche dai divieti assoluti.

Quando l’uso diventa abuso? Quando inizia a creare problemi a me ed a quelli che ho intorno.

 

9 aprile ‘02

 

Io e l’alcool

 

astemi- astinenti- bevitori problematici- alcolisti.

 

L’alcool agisce in primo luogo cui centri nervosi.

La tolleranza all’alcool sale nel tempo sino a raggiungere un tetto massimo. Ad un certo punto cala progressivamente.

Il 75% di incidenti stradali sono causati dall’alcool.

È la più frequente causa di morte per i giovani sotto i 25 anni.

 

Il piacere

 

I siti sensibili del cervello reagiscono agli impulsi provocati dall’alcool, come alle stimolazione naturali, quindi provoca la sensazione di piacere. (quindi la dipendenza può nascere da un’eccessiva ricerca del piacere)

Porta ad un’atrofia del centro del piacere.

Ad un certo punto non si usano più le sostanze per il piacere, ma per non sentire l’atrofia.

Il volere ed il dovere frequentare il club.

È possibile ogni tanto essere perdenti senza sentirsi ingabbiati in una categoria.

L’uso dell’antabuse nei club.

Il dispensario è stato sostituito dalla scuola alcologica territoriale.

 

Nel 1985 il prof. Hudolin disse: considerare l’alcooldipendenza una malattia è sbagliato! Bisogna parlare di stili di vita sbagliati.

 

La Famiglia, nel concetto generale, le funzione della famiglia è un gruppo aperto, perché è un continuo con il mondo, e la società ed il contesto sociale in cui vive.

Quando nella famiglia entra l’alcool, si creano nuove situazioni a cui non si è preparati a fare fronte.

La confusione dei ruoli, perdita di autorità nel contesto famigliare.

Il deterioramento dei rapporti familiari.

Le conseguenze: le responsabilità ricadono su chi non beve.

I figli spesso non parlano della situazione famigliare ma la vivono intensamente prendano ruoli non suoi.

 

Conseguenze: la famiglia si isola

 

Come ritrova l’equilibrio coinvolgere tutto "il sistema famiglia" quindi tutta la famiglia "cambia stile di vita" e s’impegna nel cambiamento.

Tutti i membri devono essere sostenuti nei club, accettare l’approccio famigliare è a volte difficile per l’alcolista e per i famigliari. Se non si applica iniziano gli abbandoni.

Obbiettivo: crescita e maturazione della famiglia .

L’operatore deve non solo imparare ma crescere personalmente e capire che, senza la presenza, della famiglia, il club non può funzionare.

Approccio multifamigliare, dal perché al come, accettazione della differenza degli stili di vita di ognuno di noi.

L’importanza del coinvolgimento famigliare nei programmi ACAT.

Dal punto di vista del diretto interessato.

 

10 aprile’02

 

La realtà secondo l’aspetto ecologico ce la inventiamo, la cambiamo la formiamo con le nostre menti.

L’interdipendenza è contagiosa simpatia allegria malessere.

Imparare, è il gusto di complicarsi la vita.

Più situazioni complesse si riesce a gestire più siamo sani, però lo stress ne è il prezzo. Se voglio una mente ricca, bella e articolata le "rigidità" sono insane bisogna sapersi equilibrare e "squilibrare" con armonia.

Lo stress è spesso bene e sano farlo circolare.

Nella vita bisogna imparare ed insegnare anche a perdere.

Lasciare una traccia è fare.

L’approccio alcologico apre alle differenze la forza del gruppo.

Nessuno può cambiare nessun altro ma posso creare le condizioni perché questo avvenga.

È sbagliato dire non posso fare questo o quello (bere drogarmi), ma devo imparare a scegliere di non farlo.

Educare ad accettare una sofferenza di base necessaria per vivere, per stare con gli altri, basta cambiare un solo di questi elementi per modificare gli altri. (Passiamo la vita a forgiare le nostre catene e poi ci lamentiamo di portarle).

Porsi nuovi interrogativi è esplorare l’ignoto. Manutenzione della nostra simpatia.

Pensare la sera a tre cose belle fatte nella giornata o viste, si no si fa una continua manutenzione dei rapporti, va fatta nella quotidianità.

Il diritto di dire e di sentirsi dire ti amo ti voglio bene ho bisogno di te.

Ricominciare

 

Il servitore insegnante è il primo colloquio

 

Nei club l’aggressività di linguaggio e di atteggiamento deve restare fuori. Quindi il servitore insegnante de cercare di creare condizioni affinché tutto il gruppo si possa esprimere, e parlare di se.

Quando un club è in ricaduta si riuniscono alcuni club, si tiene un corso di secondo modulo(dinamiche del club).

Il primo colloquio, il servitore insegnante si danno poche informazione, orari, scuola, approccio famigliare, non ci sono medicine, la riservatezza del club. Questo lo si fa un quarto d’ora prima del club.

Il servitore insegnante chiede se ci sono altri problemi.

Non esiste una supervisione dei servitori insegnanti. Già dal primo incontro si informe la persona che sta per entrare nei club che farà anche una scuola di primo modulo.

 

11 Aprile 2002

 

la frequenza nel club molto prolungato nel tempo può essere considerata una dipendenza sostitutiva?…si sostiene di no! E si usa dire : da ora…..sino ai fiori.

La ricaduta nei vari modi di approccio

approccio morale- approccio medico- teoria genetica ecc…

La teoria della personalità (è stata scientificamente dimostrata falsa).

Il club riduce la sofferenza non può dare risposta scientifiche.

La comunità tende a escludere chi ha un grave problema

Problemi normali, producono squilibrio e stress producono nuovi pensieri in relazione allo squilibrio.

La rigidità è l’incapacità psichica di oscillare.

Il 10% dell’uso delle sostanze è auto-cura.

La mentalità "2000" l’uomo forte vincente dinamico iperattivo.

I pro... dell’uso, cosa ci cerca: emozioni positive, sensazioni fisiche positive, piacere ecc..

L’ecstasyi porta per intossicazione neuro tossica, una paralisi dei sensi del piacere.

Nell’approccio ecologico non bisogna mai prevenire il disagio, un " fallimento aiuta la crescita molto più di una rinuncia.

Cambiare noi per cambiare il mondo. A volte anche un pensiero comunicato senza delicatezza può ferire.

 

Aldo Agus Pomeriggio

 

Nel suo piccolo il club è una cellula sana nella comunità, della quale è parte integrante. Promuove una rete di solidarietà.

L’importanza dell’informazione per poter fare delle scelte giuste, per una presa di coscienza del problema.

Il lavoro in rete….la prevenzione.

La salute si nutre e vive delle cose di tutti i giorni. La rete sociale non è utile solo per i dipendenti ma a tutti coloro che vi sono legati.

I nemici della rete sociale:

Paura del giudizio degli altri. Negare il problema o minimizzarlo.

Conseguenze: morte sociale e isolamento.

( il vero viaggio non è scoprire nuove terre ma avere nuovi occhi. Marcel Proust)

 

Angelo Tedioli

 

Spiritualità antropologica: i valori umani, promuovere la pace. Solidarietà, amicizia, amore, sono valori spirituali.

Cambiamento all’interno dei programmi ecologico sociali: significa non soltanto accetta re la sobrietà ma anche un nuovo tipo di comportamento individuale. Il cambiamento oltre che individuale deve arrivare tramite il lavoro di rete della comunità.

L’interdipendenza sentita come sistema determinante Perché se ciascuno di noi prende la sua decisione di cambiare, sta già cambiando la società in cui vive.

Si deve parlare di moltiplicazione dei club non di divisione. Il club deve dividersi per non perdere di vista le motivazioni iniziali, per lasciare sempre una porta aperta a chi vuole entrare. A dodici famiglie avviene la divisione- moltiplicazione.La spiritualità può essere vista come insieme della nostra cultura e delle caratteristiche di vita.

Può essere emozionale, politica, religiosa.

I programmi: non appiattimento ma crescita collettiva e personale.

"garanzia etica" Coerenza con i programmi dell’associazione).

Il servitore insegnante ed il conduttore devono essere in grado di captare il disagio spirituale e di lasciare un ampio spazio di verbalizzazione.

Il club serve anche per comportarsi in maniera migliore da un punto di vista umano, insegna la solidarietà, si crea una catena solidale.

 

Danilo Salezze (frate Francescano)

 

La trascendenza

 

Elevarsi ad un livello superiore alla propria esistenza, un superamento, una trascendenza da se stesso.

La sobrietà diventa un sinonimo di crescita oltre all’astinenza quasi una trascendenza dal proprio stile di vita.

Auto trascendimento:

Chiedere aiuto, ascolto della domanda di aiuto, arrivo al club, primi passi di astinenza, l’astinenza che diventa sobrietà, superamento della vergogna iniziale, ricaduta, restare comunque nel club, rispettare le regole del club, non usare il club, saper fermarsi ogni tanto meditare.

 

Valori etici: Il primato della persona concreta, la privacy del club, l’ascolto del disagio proprio e altrui.

La pazienza, aspettare sul fiume la barca dell’amico.

 

Ennio Masiero (gruppo autogestito)

 

Il compito primario del servitore insegnante è fare capire a chi arriva nuovo che si trova in un ambiente con gente che non lo giudica. Che ha o ha avuto gli stessi problemi. La ricaduta non va demonizzata, semmai sdrammatizzata.

Chi entra nei Club deve trovare: Tranquillità serenità e sicurezza.

 

Alessandra Coco (Co- conduttore)

 

I casi complessi : Più problemi presenti contemporaneamente all’interno di una stessa famiglia.

La famiglia pian piano deve riuscire a portare all’interno del club tutte sue problematiche.

Il club riproduce nel suo piccolo le caratteristiche della società.

L’importanza di avere relazioni sane.

È bene che il servitore insegnante non abbia incontri privati o colloqui relativi ai problemi del club fuori dal club.

Il club, deve mettere in relazione le persone, esiste un elenco telefonico del club.

12 aprile 2002 venerdì

 

Prof. Piero Pili

 

Bisogna sempre prendersi del tempo per riflettere sul proprio stile di vita.

Club nel mondo: ultimi in ordine di tempo, India e Nuova Zelanda

Ogni club CAT (zona) è autonomo, si associano formando l’ACAT, (città) gli ACAT regionali formano ARCAT , a livello nazionale c’è AICAT.

I club in Italia sono 2300/2400 le associazioni ACAT non dovrebbero comprendere più di dodici club per motivi di comunicazione diretta. Non perfettamente quantificabili perché sempre in evoluzione. In più, ed in meno. Ma il trend e verso l’alto.

Esistono banche dati a più livelli, locali, regionale, nazionale. (sistema delle schede simili in tutte le sedi)

 

Daniele Sandonà

 

Cerca l’approccio comunitario, rispondendo al bisogno del territorio.

 

Ivana Stevamiglio

 

Tra i valori è stato individuato l’importanza della formazione e dell’aggiornamento, per le famiglie e dei servitori insegnanti.

Formazione di base, aggiornamento, formazione permanente, perfezionamento.

 

Per i servitori insegnanti:

 

corsi di sensibilizzazione,

incontri mensili dei servitori insegnanti,

indispensabile l’auto supervisione,

corso di perfezionamento di 300 ore nei fine settimana,

scuole alcoologiche territoriali, divise in tre moduli: Primo, formazione di base Secondo, è rivolto alle famiglie ogni due anni ( che sono già nel club) lo organizzano più club insieme.

Terzo modulo, informare e sensibilizzare tutte le famiglie della comunità (due incontri di due ore, procede per target di destinatari).

 

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