Dove sono le case per le ex detenute?

 

Abitazioni per le ex detenute: che fine hanno fatto le promesse?

 

La Nuova Venezia, 23 settembre 1999

 

L’anno scorso, in occasione della Festa della donna, si è tenuta all’interno della Casa di reclusione della Giudecca un’assemblea delle detenute alla presenza del ministro Fassino, dei rappresentanti degli enti locali, della Provincia, del Comune, dei Consigli di quartiere del centro storico, i presidenti e i rispettivi consiglieri di amministrazione delle IPAB del Comune di Venezia, i dirigenti o i presidenti dell’ex Amav, Actv, Ater e del Consorzio Venezia Nuova. All’incontro le autorità si sono assunte impegni precisi per sviluppare il lavoro per detenute in semilibertà, in affidamento o a fine pena, indispensabile per il reinserimento nella società.

È stato sottolineato con forza che il lavoro è importantissimo, soprattutto a fine pena, per evitare di ricadere negli errori precedenti. Fortunatamente nel Nordest e nel Comune di Venezia trovare lavoro non è un grosso problema neanche per le ex detenute.

Tutti coloro che sono intervenuti hanno ribadito oltre al lavoro per una detenuta a fine pena è importantissima l’abitazione, perché con un salario di circa 800 € è assolutamente impossibile trovare un’abitazione, visti gli attuali prezzi di Mercato. Oggi un primo risultato si è ottenuto per le semilibere o le detenute in permesso straordinario durante la detenzione con l’apertura di una casa di accoglienza della Caritas, un impegno portato avanti e risolto dall’ex patriarca di Venezia Cardinale Cè.

La casa di accoglienza risolve un problema importantissimo, quello di avere un ristoro, necessario soprattutto durante le fredde giornate invernali o quelle afose d’estate durante i permessi da trascorrere in città, con l’assistenza delle suore. Rimane però totalmente irrisolto il problema dell’abitazione soprattutto per le ex detenute.

I presidenti delle IPAB si erano impegnati a risolvere questo problema in modo graduale, in tempi ben definiti. Le sottoscritte detenute durante la Festa della donna dell’8 marzo 2002, ad un anno da tale promessa, non hanno alcuna risposta in merito, ne dai presidenti dell’IPAB, né dagli assessori sociali del Comune e della Provincia.

Siamo a conoscenza che all’interno dell’Istituto Pietà con un intervento del Giubileo è stata realizzata una foresteria di 40 posti letto, il 50% delle stanze viene trasformato in centro studi per le problematiche delle ragazze madri e bisognose di aiuto. Avere un centro studi è un fatto importantissimo ma riteniamo che 25 posti letto per persone esterne alla città sia un privilegio.

Con la presente siamo a chiedere un intervento preciso da parte degli assessorati alle Politiche sociali perché intervengano nei riguardi del Consiglio di amministrazione delle IPAB della città per realizzare dai 2 ai 6 posti letto a tariffe mensili con affitti ragionevoli da 150 – 175 – 200 €. Il patrimonio delle IPAB deve essere utilizzato per le categorie dei bisognosi; come previsto dai rispettivi lasciti dei patrimoni.

 

Seguono 70 firme

 

 

 

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