Belluno: condizioni disumane

 

Carcere di Belluno: condizioni disumane

La denuncia di Claudia Cadorin (RL) dopo l’ispezione

 

Corriere delle Alpi, 7 ottobre 2003

 

Sovraffollamento dei detenuti, sottorganico cronico degli agenti, assenza di infermieri e carenza di personale medico. Questi i "mali" del carcere di Baldenich, individuati dalla consigliera regionale Claudia Cadorin (Riformatori liberali) che ha effettuato ieri una visita alla struttura detentiva accompagnata da Michele Bortoluzzi e Franco Fois.

I dati più rilevanti, resi noti dopo la visita, sono i seguenti: "Un sovraffollamento di circa il 100% dei detenuti. La struttura nata infatti per circa 50 detenuti ne ospita 100. Il numero dei detenuti che si recano al lavoro esterno: il 2%. Il numero dei volontari esterni che attualmente frequentano il carcere: 1. Gli occupati interni: meno del 10%. Il personale: sotto organico del 15% (100 contro 120) e gli effettivamente presenti sotto di circa il 30% (80 contro 120). Medico: 1, per 3 ore al giorno (più alcune come volontario). Infermieri: 0. Dati che si commentano da soli".

Claudia Cadorin si è soffermata in particolare sui lavori di ristrutturazione. Baldenich, come altri carceri, è una struttura fatiscente, ma, a differenza di altrove, ha evidenziato come "sia stato incredibilmente complesso entrare, molto più che da altre parti, e non c’è stato possibile visitare ad esempio la zona che dovrebbe essere interessata dai lavori, rispetto alla quale abbiamo ricevuto delle risposte generiche della direttrice.

Mi sembra infatti impossibile", conclude la Cadorin, che alla domanda a che punto siano i lavori di ristrutturazione del carcere ci sia stato risposto "non lo so", e alla richiesta di accedere alla zona dei lavori ci sia stato detto che non c’erano le chiavi. Ho delle forti perplessità, ma non mancheremo di procedere a delle verifiche puntuali.

Michele Bortoluzzi, consigliere comunale a Belluno: "Ma com’è possibile che il capo della struttura non sappia a che punto siano i lavori, che non possa accedere all’area di un cantiere che è decisivo per il rilancio della struttura carceraria. Baldenich, così com’è, è uno dei tanti carceri dove il livello di vita delle persone rischia di essere così basso da impedirne il recupero.

La struttura è fatiscente, ci sono cavi fuori norma ogni dove, spazi d’aria insufficienti, strutture scarse, addirittura il campo da calcio chiuso per i lavori e ci si dice che non si sa quando finiranno. C’è qualcosa che non torna...".

Belluno è l’unico carcere visitato (il gruppo ha effettuato analoghe visite a Treviso, Venezia, Treviso Minorile, Padova e Rovigo) dove oltre al cancello siano chiusi durante il giorno anche i blindati. Ossia, oltre alle sbarre anche un portone di ferro, che oscura completamente. Non bastasse, lo spioncino che è uno sportelletto che consentirebbe almeno di vedersi e di dialogare da una cella all’altra è chiuso pure quello".

La struttura di Baldenich un tempo aveva la possibilità di offrire lavoro ai detenuti all’interno grazie ad una convenzione con la fabbrica di bici Rizzato, aveva un corso di ceramica, un numero maggiore di detenuti al lavoro esterno. "Oggi, di tutto questo, solo un cantiere che è una speranza ma la cui tempistica ed effettiva efficacia sfuggono".

 

 

 

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