Vita - 4 aprile 2003

        

Oltian: "Nel 1998 avevo 14 anni e come tutti anch’io avevo armi"

 

Articoli in italiano, ma anche in albanese, arabo e altre lingue: ecco Strada facendo, l’ "internazionalissimo" giornale dell’Istituto penale minorile di Bologna, dove le testimonianze dei giovanissimi: "detenuti" sono pubblicate in italiano, ma anche nella loro lingua d’origine.

Un giornale quindi che è davvero un serbatoio di storie di ragazzi, che nella loro vita hanno già visto guerre, emigrazioni e dolori, come se fossero vecchi di cent’anni, ma anche un incontro di culture, ed è triste che questo confronto tra italiani e immigrati, ricco di spunti e di idee, avvenga più facilmente in un carcere che fuori, nella società. Ma chi ha voglia,: "fuori", di confrontarsi con quelli che sono considerati oggi i principali autori di "attentati" alla nostra sicurezza?

 

Ornella Favero

 

Ciao carissimi amici albanesi. In questa vita capiamo molte cose ma non quando si deve. In carcere ho capito molte cose, qui dentro è brutto ma non come pensate voi, il carcere mi ha dato molta esperienza. Oggi vi volevo raccontare un po' della mia vita. Io sono cresciuto in montagna, nel 1995 avevo 11 anni e lavoravo in campagna con mio nonno; andavo a scuola, ma non regolarmente perché la mia maestra aveva solo 22 anni. Poi in Albania le scuole sono state chiuse e i bambini spaventati per quella cosa che gli sta succedendo, le persone morte da tutte le parti.

Di più erano i bambini che non sapevano cosa erano le armi, giocavano con le bombe perché loro non sapevano con che cosa stavano giocando, sapevano che erano le bombe, ma non sapevano che quelle ti prendono la vita. Nel 1998 io avevo 14 anni e come tutti gli altri anche io avevo le armi. Le armi ti fanno perdere la pazienza, io stavo vicino a mio nonno, lui mi diceva di stare lontano dalle armi perché ti prendono la vita, ma io non credevo alle sue parole finché un giorno è morto il mio amico.

Quel giorno è stato il giorno più difficile della mia vita e nello stesso giorno ho buttato le armi che avevo e nel 2000 sono venuto in Italia. Quando sono venuto in Italia sono andato a Bologna e ho lavorato come muratore e poi sono andato a San Benedetto, dove ho lavorato con il pesce per un po' di tempo. Dopo è venuto anche mio padre e siamo andati a Verona dove ho trovato un lavoro come giardiniere. Anche quel lavoro non è durato tanto e poi siamo andati a Rivoli Veronese, abbiamo lavorato con la potatura. Quando abbiamo finito, mio papà mi ha portato in Sicilia per non lasciarmi con gli amici che avevo perché erano dei bastardi.

Sono rimasto 5/6 mesi in Sicilia e sono tornato a Bologna dove ho frequentato degli amici che rubavano. Anche io ho cominciato a rubare ed eccomi dove sono finito: in carcere! Sapete perché sono finito qui? Perché non ho sentito cosa mi diceva mio padre e chi non sente i genitori finisce sempre male, come me.

 

Oltian

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