Vita - 6 settembre

 

Non mi piaci? E io ti trasferisco. I detenuti come pacchi postali

 

Continuano a pervenirci lettere di denuncia su trasferimenti da carcere a carcere arbitrari, quando non punitivi. Questa settimana è la volta di Giovanni Del Deo, in carcere per reati amministrativi, non ha mai commesso nessun tipo di atto violento. A Padova è riuscito a "sopravvivere" al carcere impegnandosi in attività di informazione, come il TG 2Palazzi. Avrebbe potuto accedere presto alla semilibertà, avendo avuto un’offerta di lavoro all’esterno. Invece, Giovanni è stato trasferito nel carcere di Trento, a seguito della sua protesta molto moderata (una lettera che qui pubblichiamo) per la sofferenza provocata, a lui che è soggetto ad attacchi di claustrofobia, dalla improvvisa decisione di chiudere il "blindo" nelle ore notturne. Il trasferimento a Trento significa ricominciare un percorso di "reinserimento", che a Padova stava ormai giungendo felicemente a conclusione. Perché?

 

Riccardo Bonacina

 

Improvvisamente, la sera del 29 luglio 2002, dopo le ore 23, è stata chiusa la porta blindata esterna della cella n° 1 del Reparto Infermeria della Casa di Reclusione di Padova, nella quale alloggio da 3 anni, 2 mesi e 18 giorni, durante i quali la stessa porta è sempre rimasta aperta per disposizioni interne, determinate dall’accertamento di serie, conclamate e croniche patologie claustrofobiche che mi affliggono da oltre mezzo secolo.

Sto, ora, vivendo il 66° anno della mia vita e mi sono stati riscontrati anche problemi cardiovascolari per i quali mi viene somministrata una terapia di 7 pillole al giorno. La nuova situazione, venutasi a creare dalla notte del 29 luglio scorso, è invivibile per me, che sono stato costretto a passare la notte seduto sul tavolo, posto di fronte alla porta, in modo da poter guardare attraverso lo spioncino verso l’esterno, per tentare di attenuare le sensazioni di panico incontrollabile. Durante il periodo di permanenza nella Casa di Reclusione di Padova, il mio comportamento è sempre stato conforme ai Regolamenti.

Tutto ciò premesso: poiché non riesco a superare questa particolare condizione che assume le connotazioni di autentica, insopportabile tortura, certamente non voluta dall’Istituzione (né dalla Costituzione), chiedo aiuto affinché qualcuno possa intervenire, anche previo accertamento medico esterno, ma nel frattempo venga ripristinata l’apertura del "blindo". Non è mia intenzione fare nessuna protesta o sciopero della fame, ma - di fatto - non riesco ad assumere cibi solidi perché provocano immediatamente incontrollabili conati di vomito. Conseguentemente non riesco a sopportare le pillole che fino ad oggi hanno tenuto sotto controllo la mia pressione, né d’altra parte me la sento di accettare la somministrazione notturna di gocce tranquillanti, che ho visto spesso trasformare persone normali in autentici "zombie".

 

Giovanni Del Deo

 

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