Vita - 29 marzo

 

Ti sei riscattato? Non importa. Lo Stato ti rivuole in galera

 

Quella che segue è una pagina di diario di Manuela, ex tossicodipendente, rientrata in carcere per vecchi reati, dopo che aveva chiuso con la droga, messo al mondo una figlia, si stava ricostruendo una vita. È una storia che fa pensare che il carcere, in casi come questo, non serva proprio a nulla.

 

Ornella Favero (e-mail: ornif@iol.it)

 

Ora che sto in carcere devo pensare che non devo morire, ha un gioiello che mi aspetta, chiede mamma ogni giorno, e piccola di 2 anni, e io non commento reati da 4 anni proprio perché l’ho tanto desiderata, ma ora che va al nido e che pronuncia le prime paroline, io non ci sono! Questa è la mia disperazione, pago reati di 12 anni fa, di 7 anni fa! Ora avrei pure il diritto di ottenere un affido, sono ex tossicodipendente, non tocco l’eroina da 4 anni, però quel marchio mi rimane tutta la vita! Ho desiderato cambiare vita e ci sono riuscita, ho voluto fare una famiglia, mi sono sposata con un uomo uguale a me con tanta sofferenza sulla schiena, solo come me, insieme a me per amor mio è cambiato anche lui.

Stavamo assieme in tutti gli istanti, ci siamo sempre bastati. Non avevamo voglia di fermarci in giro, sempre lo stesso giro… ma quando trascorri i tuoi anni dalla gioventù in poi a farti le pere, chi conosci? Quali amici puoi avere, tutti continuano a farsi, ma noi no! Io speravo di conoscere persone nuove con l’asilo della mia bimba, di legare con un’altra mamma senza problemi di questo genere, portare i bambini alle giostre assieme, conoscere poi il marito e presentare il mio, ma sono qui impotente.

Grazie al cielo almeno sono sana, con la vita che ho fatto ho rischiato anche l’Aids, ho perso persone a me care per questa maledettissima malattia. Ora sono in cella con una ragazza di un bel colore scuro, che non sa cos’è la tossicodipendenza (per sua fortuna) ma mi vuole bene! Sto attraversando la fine del metadone e sto bene con la testa, fiera e orgogliosa di essermi tolta la schiavitù dello sciroppo che da 8 anni prendevo. Però il mio fisico si deve ancora assestare.

Ma perché mi propongono solo di andare con la bimba in comunità? Sanno che amo mio marito e non riescono a comprendere che non è giusto, nemmeno per lei, tenerci per un così lungo periodo lontani? Non ci sono risposte a queste mie domande e, allora, ancora mi chiedo perché proprio a me, non ho fatto del male a nessuno, solo a me stessa, e la mia piccola, innocente creatura cosa c’entra? Quando finirà la mia agonia?

Dopo che mi chiuderanno il blindo, ancora un altro giorno è passato e cerco con le cuffie di dormire, domani alle 5 o alle 6 sarò già sveglia, accenderò la mia prima sigaretta e tutto tornerà ancora così… ancora più lungo il tempo senza sapere cosa mi aspetta, che ne sarà di me e della mia famiglia.

 

Manuela

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