Attenti al libro

 

Sembrano proprio come noi, sembra scritto da uno di noi

Per la prima volta il carcere descritto com’è veramente in tutti i suoi aspetti

senza indulgere a sensazionalismi, ma raccontando il grigiore della vita quotidiana

 

recensione a cura di Graziano Scialpi

 

 “Sembrano proprio come noi” è un libro che mi ha quasi annoiato. Ma io vivo il carcere da dieci anni e leggere la puntuale descrizione delle mie limitate e ripetitive giornate non può che annoiarmi. A tutti gli altri, a chi la galera non la conosce e la vuole conoscere, consiglio di leggerlo.

Daniela de Robert è una giornalista del TGDue e il “mestiere” lo conosce bene. Nei vent’anni durante i quali è entrata come volontaria a Rebibbia non si è fatta fuorviare, ha osservato con occhio professionale e distaccato la “realtà parallela e atemporale” del carcere, cogliendola nei suoi caratteri essenziali e più veri e raccontandola con uno stile da inviato d’altri tempi. Non ha fatto alcuna concessione allo spettacolarismo, al truculento e a tutti gli altri ingredienti “speziati” che oggi sembrano necessari per ogni successo editoriale, televisivo etc. Ha individuato e descritto i grigi rituali di una quotidianità che, minuto dopo minuto, infantilizza e aliena dal mondo “normale”, dal mondo di fuori. Lo stillicidio assai poco spettacolare che lentamente, ma inesorabilmente ti cambia dentro e fuori. Per fare un solo esempio, pur avendo letto decine e decine di pubblicazioni sul carcere, solo nel libro della de Robert ho trovato per la prima volta la descrizione di una cosa che tutti i detenuti conoscono molto bene: la “camminata da galera”. In appena una ventina di righe l’autrice è riuscita a cogliere l’essenza di questo particolare modo di camminare e a spiegarlo come forse nemmeno un detenuto riuscirebbe a fare. Può sembrare una sciocchezza, ma a tale proposito vorrei raccontare un aneddoto realmente accaduto.

La nostra direttrice, Ornella Favero, frequenta il carcere da oltre dieci anni, ma, per una particolare organizzazione del nostro istituto e altre ragioni, il suo “raggio di azione e di osservazione” è sempre stato limitato all’area dove si trovano la redazione e le altre attività scolastiche. Un paio di anni or sono la televisione svizzera ha realizzato un documentario sul nostro carcere e i cameraman hanno ottenuto il permesso di riprenderci anche durante i passeggi negli appositi cortili. Quando Ornella ha visto la cassetta è scoppiata a ridere e ci ha chiesto: “Ma come cavolo camminate? Ma lo avete fatto per le telecamere?”. Al che tutti noi l’abbiamo guardata come se fosse un’anormale e le abbiamo risposto: “È così che si cammina!”. Volete sapere come si cammina in galera? Leggete “Sembrano proprio come noi”. È un libro agile e leggero. Appena 119 pagine che si leggono in un soffio… eppure c’è tutto o quasi: le domandine, il reinserimento, le misure alternative, i consigli di disciplina, il “galeottese”, le “biciclette”, gli affetti, la schizofrenia dei semiliberi… troppo lungo stilare la lista di tutto quello che la de Robert è riuscita a stipare in appena 119 paginette, perché appunto è riuscita a metterci tutto, o quasi, raccontandolo con leggerezza, humor e un grande senso di umanità. È probabilmente la migliore descrizione della galera italiana che abbia mai letto.

 

 

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