A scuola di scrittura

 

Come scrivere un articolo

 

Buoni consigli per verificare l’organizzazione interna dei vostri testi 
(settima puntata)

 

di Stefano Brugnolo

 

I paragrafi che compongono un articolo non devono essere come pezzi che non hanno rapporto tra loro, occorre stabilire dei legami fra i capoversi e anche all’interno dei capoversi. Prendiamo questo branetto storico che tratta dell’episodio che scatenò la prima guerra mondiale:

 

Il 28 giugno 1914 l’arciduca Ferdinando, erede al trono d’Austria e Ungheria e la moglie Sofia vengono uccisi a Sarajevo (capitale della Bosnia da poco passata sotto il completo controllo austriaco) in un attentato terroristico.

L’Austria lancia un ultimatum alla Serbia: deve mettere al bando le organizzazioni nazionalistiche e affidare alle autorità competenti austriache la direzione delle indagini in territorio serbo per accertare responsabili e mandanti dell’azione terroristica.

Il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia mentre a sua volta la Russia dichiarava guerra all’Austria.

 

Scritto così il testo risulta incomprensibile. Mancano i collegamenti, alcuni dati di contesto sono stati eliminati. Vediamo di ristabilire i passaggi mancanti (li scriveremo in grassetto). Ecco:

 

Il 28 giugno 1914 l’arciduca Ferdinando, erede al trono d’Austria e Ungheria, e la moglie Sofia vengono uccisi a Sarajevo (capitale della Bosnia da poco passata sotto il completo controllo austriaco) in un attentato terroristico compiuto dal militante di un’organizzazione nazionalistica filo-serba (che puntava all’unificazione la Bosnia con la Serbia).

Dato che L’Austria è convinta che dietro all’attentato ci siano i dirigenti serbi lancia un ultimatum alla Serbia: deve mettere al bando le organizzazioni nazionalistiche e affidare alle autorità competenti austriache la direzione delle indagini in territorio serbo per accertare responsabili e mandanti dell’azione terroristica. La Serbia però respinse questo ultimatum e così il 28 luglio l’Austria dichiarò guerra alla Serbia mentre a sua volta la Russia, che era da sempre alleata alla Serbia, dichiarava guerra all’Austria.

 

Come vedete a questo punto il testo s’è fatto leggibile. Ecco, vorrei che quando scrivete un vostro pezzo controllaste continuamente i passaggi, i ponti, i collegamenti tra frase e frase, tra capoverso e capoverso. Inserendo tutti quei pezzettini che facciano da collante, che assicurino coerenza, coesione e progressione. Curate perciò soprattutto i connettivi. Cosa sono i connettivi? Possono essere congiunzioni (e, ma), avverbi (contemporaneamente, successivamente) o espressioni formate da più parole (in conseguenza, ne discende che) che servono appunto a connettere tra di loro le diverse parti del testo e a guidare il lettore nel riconoscere l’articolazione interna di questo.

A questo scopo qualche consiglio:

  1. Quando il discorso riprende un argomento citato in precedenza, cercheremo di segnalare la connessione mediante espressioni di rinvio, come ad es.: per queste ragioni…, mediante tecniche del genere…, la tribù di cui s’è detto…, tanto impegno si giustifica…

  2. Quando vi è un rapporto logico fra un pezzo e un altro che precede segnaleremo il rapporto mediante adeguati connettivi (espressioni che servono appunto a collegare i pezzi del discorso), in grado di suggerire, di caso in caso, che si introduce una causa, una spiegazione, una conseguenza, una correzione a quanto prima affermato, e così via. Ad es.: tuttavia…comunque…, invece…, eppure…, nonostante ciò…, dunque…, al contrario…, è evidente che…, ecco perché…, in effetti…, peraltro…

  3. Quando vi è una relazione nel tempo e nello spazio, segnaleremo il rapporto mediante elementi temporali e spaziali come: contemporaneamente…, nel frattempo…, successivamente…, ieri…, oggi…, proseguendo a sinistra…

  4. Quando più capoversi costituiscono elementi di una serie, li introdurremo con elementi come: in primo luogo…, in secondo luogo…, infine…; primo…, secondo…, terzo…

  5. Quando ci si trasferisce da un’idea a un’idea diversa, cercheremo di ammorbidire il passaggio, usando frasi di transizione, come: ma non tutti gli animali si comportano a questo modo..., c’è anche un’altra maniera di considerare il fenomeno..., ulteriori prospettive vengono aperte da..., considerando il problema da un altro punto di vista…

  6. Se è vero che le espressioni di connessione e legame sono fondamentali per saldare e rendere coesi i paragrafi, tuttavia esse non devono appesantire il testo, non devono risultare troppo pedanti e ridondanti. Espressioni come «al fine di chiarire quanto precedentemente detto», oppure «in riferimento a quanto precedentemente affermato» risultano pesanti, goffe.

 

Qualche volta bisogna saper saltare da un pensiero all’altro, senza voler spiegare tutto. In altre parole ci sono casi in cui il legame tra un paragrafo e l’altro dev’essere reso in modo ellittico e cioè dev’essere sottointeso, lasciando al lettore il compito di riempire quel vuoto, quel passaggio (talvolta il lettore si secca se lo trattate come un bambino da tenere per mano, a cui dev’essere spiegato tutto, per filo e per segno). Un esempio: «La bambina è uscita di casa alle nove del mattino e alle diciotto del pomeriggio non è ancora rientrata. La mamma e il papà sono disperati e chiamano la polizia…». Uno potrebbe chiedere: la mamma e il papà di chi? Ma va da sé che si tratta dei genitori della piccola scomparsa, e che è inutile specificarlo. Così come è inutile specificare cosa denunciano: evidentemente la scomparsa della bambina.

 

Bene, per concludere qualche consiglio per verificare l’organizzazione interna dei vostri testi, che vi sarà utile soprattutto in fase di revisione. Quando cioè rileggete il vostro testo per vedere quanto e se tiene. Ecco di seguito dieci utili avvertenze:

  1. Controlla se vi sono dati o idee in contraddizione con altri (magari si tratta solo di contraddizioni apparenti, ma spetta a te esplicitarlo).

  2. Controlla se per caso ci sono pensieri o passaggi «fuori tema», poco pertinenti, poco collegati con il resto del discorso, o addirittura inutili.

  3. Controlla se vi sono idee che non sono svolte con la necessaria completezza (per esempio possono mancare certi passaggi logici o certi dati che mancando rendono oscuro il tuo discorso, come abbiamo visto nel caso del branetto storico appena citato).

  4. Collegato con il punto precedente: controlla se certe tue affermazioni "buttate lì" risultano sufficientemente provate o documentate. Se no, cerca di rimediare; se non puoi o sai farlo, tagliale senz’altro.

  5. Controlla se le idee sono esposte nell’ordine giusto (altrimenti detto: non saltare di palo in frasca).

  6. Collegato al punto precedente: controlla se per caso il tuo discorso potrebbe risultare più efficace cambiando l’ordine dei pezzi (puoi utilmente servirti del metodo taglia-e-incolla reso possibile dal word-processor).

  7. Controlla se esiste un equilibrio tra le parti: mettiamo che tu hai sprecato tre paragrafi per l’incipit, cinque per lo sviluppo o parte centrale del tuo testo, e altri tre paragrafi per il finale; ebbene c’è un evidente squilibrio tra le parti del tuo testo, devi senz’altro rafforzare la parte centrale del tuo discorso.

  8. Controlla se le idee sono ben collegate: se il passaggio da un’idea all’altra non è fluido, inserisci degli elementi di raccordo (vedi i connettivi sopra trattati).

  9. Controlla se ci sono ripetizioni o inutili insistenze (una volta che hai espresso un pensiero o una convinzione è inutile ribadirli, caso mai fai un rapido accenno di rimando: «come ho già detto»).

  10. Controlla se ci sono passaggi inutili e cioè evidenze che possono benissimo essere taciute, sottointese.

  11. Controlla se sei riuscito a portare il tuo discorso a una necessaria conclusione o se per caso l’hai interrotto a metà senza giungere a una stretta finale.

 

Per ora basta così. Alla prossima.

 

 

 

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