Prime Conclusioni 4

 

Contesto

 

Stimare il mercato delle "nuove droghe", anche se molte di queste sostanze non sono affatto nuove, è piuttosto difficile a causa dello scarso contatto tra consumatori e servizi pubblici/istituzioni. Le uniche informazioni sono quelle, relative ai sequestri, delle forze dell’ordine. Stando ai pochi dati nazionali, in Italia ci sarebbero circa 400mila consumatori di nuove droghe tra i 15 e i 25 anni.

Secondo alcune ricerche condotte a livello locale, il numero dei consumatori e la frequenza del consumo sono in aumento e interessano una fascia d’età sempre più giovane (tra i 18 e i 25 anni). In particolare, l’età media della prima assunzione è compresa tra i 15 e i 18 anni e nel 59% dei casi è avvenuta in discoteca (ricerca Mosaico-Parsec).

Se inizialmente lo spaccio e il consumo di droghe sintetiche avvenivano quasi esclusivamente nelle discoteche, oggi si è esteso anche ai pubs, alle feste private, ai raves.

 

Questioni critiche

 

Benché molti indicatori suggeriscano un aumento della diffusione delle droghe di sintesi, manca ancora un’attenzione adeguata alla complessità del problema. Spesso il dibattito oscilla tra una posizione "sottovalutativa" - che nega l’esistenza di problemi legati al consumo - ed una "omologante" - che riconduce tali problemi alle dipendenze tradizionali.

Il consumo delle droghe di sintesi, a differenza dell’uso di sostanze "tradizionali", non appare direttamente legato a profili di dipendenza. I consumatori non si percepiscono come tossicodipendenti e difficilmente si rivolgono ai servizi pubblici. D’altro canto, Ser.T. e comunità non sembrano ancora in grado di rispondere ai problemi di un consumo che pone domande diverse da quelle della tossicodipendenza tradizionale. Il risultato è una sostanziale "invisibilità" dei consumatori.

La letteratura scientifica sugli effetti a lungo termine dell’uso di droghe sintetiche è ancora carente. Non esistono evidenze in grado di sgombrare il campo dai dubbi e chiarire le reali conseguenze del consumo.

L’impossibilità, per gli operatori, di analizzare la composizione chimica delle pillole impedisce un monitoraggio del mercato. Fino a qualche anno fa le analisi effettuate dalle forze dell’ordine hanno evidenziato la presenza di partite di droghe sintetiche altamente impure e pericolose.

Il ruolo non più esclusivo delle discoteche nel consumo delle droghe di sintesi impone una differenziazione e una ulteriore dislocazione degli interventi di prevenzione e supporto.

 

Proposte

 

Potenziare gli interventi di prevenzione e d’informazione nei luoghi di aggregazione, coinvolgendo soprattutto i gestori dei locali, i servizi territoriali e le scuole guida {in particolare sull’uso di alcool e droghe prima di guidare).

Organizzare info point, servizi per i rientri notturni, spazi chilI out (stanze di "decompressione") all’uscita dai locali notturni.

Orientare l’offerta dei servizi sociali (Ser.T.) e delle comunità verso le nuove forme di consumo e studiare interventi nei luoghi di aggregazione per entrare in contatto con giovani che non si riconoscono come tossicodipendenti.

Avviare ricerche e analisi cliniche per valutare i danni prodotti dalle droghe di sintesi sul medio e lungo termine.

Creare le condizioni giuridiche per consentire agli operatori l’avvio delle analisi delle sostanze (in laboratorio e anche direttamente sul luogo), superando il vincolo del sequestro da parte delle forze dell’ordine. Il pill testing è già legale in Olanda, Spagna, Germania, Francia, Belgio, Svizzera, Austria. Conoscere ciò che i ragazzi assumono è essenziale anche per definire un’eventuale terapia.

 

Precedente Home Su Successiva