IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 24, del 5 giugno 2008

 

Notizie da Padova

"Viceversa" contro "Edo"

"Asfur", tutti i 5 sensi coinvolti

Notizie da Venezia

Ri-Uscire: si avvia alla conclusione

Anche l’Hilton - Mulino Stucky dà lavoro alle detenute

Notizie da Verona

Centro d’Ascolto per detenuti e familiari

La Fraternità in ascolto ai familiari dei detenuti, condannati senza colpa

Convegno Seac: lettera di un ergastolano

Convegno Seac: agenti come fratelli per i detenuti

Convegno Seac: nessun ostacolo al momento del colloquio

Notizie da Rovigo

Soldi ai rom: non è vero ma c’è chi sfrutta la falsità per alimentare l’odio razzista

Appuntamenti

Granello di Senape e C.S.V.: per gli Avvocati di Strada

Salvador de Bahia e Montorio: carceri a confronto

Notizie da Padova

 

"Viceversa" contro "Edo"

 

Il corso di musica organizzato dalla cooperativa Nuovi Spazi sta volgendo al termine, e per mettere alla prova gli studenti è stato organizzato un concerto all’interno del Circondariale fra il gruppo musicale dei detenuti "I Viceversa" e un gruppo esterno composto da 25-30enni, gli "Edo". Entrambi i gruppi si sono esibiti di fronte alla popolazione del Circondariale incontrando molto entusiasmo e partecipazione, e ne è uscito un concerto molto coinvolgente. Tanto che gli "Edo" alla fine della loro esibizione sono stati coinvolti in improvvisazioni su richiesta dei detenuti che cantavano sopra al genere da loro richiesto! Il corso durerà fino a fine giugno, data in cui si sta pensando di organizzare un concerto finale per salutarsi e mettersi alla prova con un’altra esibizione live.

 

"Asfur", tutti i 5 sensi coinvolti

 

Lunedì 2 giugno, al Teatro Maddalene alle 19,00 si è assistito ad un particolare spettacolo teatrale intitolato "Asfur". L’associazione Tam Teatro Musica ha istituito un percorso di recitazione all’interno della casa di reclusione di Padova e per i testi ha preso ispirazione da "Solo andata" dello scrittore Erri De Luca e ha coinvolto nello spettacolo detenuti di etnia araba e ha dato il nome allo spettacolo ispirandosi ad una canzone popolare libanese, Asfur per l’appunto.

È un percorso di recitazione che ha dato molte soddisfazioni, sia in termini di attività di svago che di riflessione personale e profonda, oltre che di confronto col gruppo sul proprio passato, perché i temi affrontati per preparare lo spettacolo erano molto coinvolgenti. Al centro c’era l’immigrazione, con il tema del cammino e del viaggio, dei ricordi, della lontananza e della distanza per arrivare al capitolo "ritorno"; quindi contenuti pregni di senso, e però anche di sofferenza per tutti gli aspiranti attori. Ma a questo servono percorsi di questo tipo interni al carcere, servono anche alla riflessione e al cambiamento.

Al termine dello spettacolo, che ha soddisfatto vista e udito, c’è stata una festa araba per assaporare anche col senso del gusto, del tatto e dell’olfatto il clima dello spettacolo!

 

Notizie da Venezia

 

Ri-Uscire: si avvia alla conclusione

 

Nel mese di Giugno 2008 si conclude un’importante esperienza formativa che ha coinvolto circa 40 tra detenute e ex detenute della Casa di Reclusione di Venezia. Il progetto, Ri-Uscire, è stato sviluppato nell’ambito dell’iniziativa Comunitaria Equal grazie anche al sostegno della Regione Veneto. Si è trattato di un programma triennale finalizzato a promuovere competenze professionali di base, nel settore della moda e del costume, che ha visto coinvolto l’Istituto Ruzza di Padova. Il Comune di Venezia ha partecipato al progetto, collaborando con l’Istituto Ruzza, l’Associazione Edimar, la Fondazione Teatro La Fenice, la Fondazione Giorgio Cini e la cooperativa Il Cerchio.

Si tratta di un progetto che intende sostenere l’autonomia, la capacità imprenditoriale e il reinserimento sociale di persone che hanno vissuto l’esperienza del carcere. Da sottolineare come la fine di questo corso sia stata concretizzata nel confezionamento di un abito importante per un evento altrettanto importante: la "prima" del Barbiere di Siviglia al Teatro "La Fenice", dove la protagonista ha indossato in scena proprio l’abito fatto dalle detenute.

Inoltre, sempre nell’ambito del progetto, venerdì 6 giugno, alle 15, a Palazzo Mocenigo (Museo di Storia del Tessuto e del Costume, Venezia San Stae) verrà inaugurata una mostra di costumi d’arte, realizzati da detenute ed ex detenute della Casa di reclusione della Giudecca, che si potrà visitare sino al 16 giugno. E sempre venerdì a Palazzo Mocenigo, dalle 10 alle 13.30, si svolgerà un incontro pubblico organizzato dall’Isfol e dall’Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani), i quali hanno scelto il progetto "Rjuscire" - assieme ad altre quattro iniziative - come progetto più significativo per il Nord Est. In particolare, questo incontro è dedicato al tema dei "Partenariati locali per l’inclusione e laboratori per le pratiche di riqualificazione del tessuto sociale".

L’Amministrazione comunale, attraverso il servizio comunale Politiche Comunitarie, si è occupata del coordinamento delle attività e della gestione amministrativa e contabile, mentre la direzione Produzione Culturale ha messo a disposizione i propri archivi storici sulla storia del costume e del teatro.

 

Anche l’Hilton - Mulino Stucky dà lavoro alle detenute

 

Il 26 maggio si è tenuta una conferenza stampa presso l’Hotel Hilton - Mulino Stucky alla Giudecca, per presentare l’accordo stipulato tra l’hotel e la cooperativa sociale "Il Cerchio", che gestisce la lavanderia del carcere femminile alla Giudecca, in base al quale le detenute laveranno le divise del personale dell’albergo e gli abiti dei clienti.

All’evento erano presenti, oltre che il general manager dell’Hilton, Mario Ferraro, il sindaco Cacciari, il Presidente della provincia Zoggia, la direttrice delle carceri veneziane Gabriella Straffi, e Gianni Trevisan, presidente della cooperativa "Il Cerchio". Questo accordo da 120 mila euro l’anno rende "Il Cerchio" tra le aziende più virtuose nel dare lavoro a soggetti svantaggiati, anche perché non necessita di fondi da parte dell’istituzione pubblica, e quindi non risulta di peso ma di aiuto alla stessa. Trevisan ricorda che la lavanderia già lavora con l’Harry’s bar da qualche anno, e che la cooperativa "Il Cerchio", insieme a Rio Terà dei pensieri, l’altra cooperativa che opera nelle carceri veneziane e che produce essenze, profumi, saponi e ortaggi biologici dell’orto del carcere femminile, è ormai parte integrante del tessuto economico cittadino.

Non è mancata una polemica, da parte delle lavanderie cittadine che fanno capo alla Confartigianato, che, anche se dichiarano di non essere assolutamente contro il reinserimento dei carcerati nella società, ritengono di essere state penalizzate da questo accordo.

 

Notizie da Verona

 

Centro d’Ascolto per detenuti e familiari

 

La proposta di un Centro d’ascolto davanti al carcere di Montorio risale a oltre 10 anni fa. A detta del volontario della Fraternità, Arrigo Cavallina "si tratta di una proposta che avanza e retrocede con un silenzio da parte dell’amministrazione precedente che continua con quella attuale". Nell’attesa di ottenere le autorizzazioni per creare il Centro d’ascolto davanti al carcere i volontari della Fraternità ritengono che "non possiamo restare con le mani in mano". Dopo alcuni mesi di formazione e con l’esperienza di chi opera nel volontariato penitenziario da anni, La Fraternità ha deciso quindi di aprire un Centro d’ascolto per detenuti e loro familiari, nella sua sede in via Provolo, 27 a Verona. Due gli obiettivi principali: non solo dare informazioni ai familiari di chi è detenuto sul funzionamento generale del carcere (colloqui, telefonate, pacchi, etc.) e orientare chi è in uscita dal carcere sui servizi presenti in città (mense, dormitori, centri per l’impiego, servizi sociali, etc.) ma soprattutto offrire ascolto a chi soffre per una detenzione presente o passata, vissuta in prima persona o meno. Il Centro sarà aperto il mercoledì dalle 18 alle 20 e il venerdì dalle 16 alle 18. Per informazioni: 045.8004960, info@lafraternita.it

 

La Fraternità in ascolto ai familiari dei detenuti, condannati senza colpa

 

Una domenica dedicata all’ascolto dei familiari di chi è recluso. Questo il profondo significato della "Giornata di Fraternità", alla quale partecipano anche detenuti in permesso e volontari dell’associazione La Fraternità, attiva a Verona da ormai quarant’anni. Un momento per dare sostegno alle "seconde vittime" di reato: i familiari, che scontano una "condanna", ma senza colpa. Anche loro, come il proprio caro finito in carcere, subiscono il trauma dell’arresto, la sofferenza della detenzione, talvolta l’emarginazione. Emarginazione causata dai vicini di casa, che tolgono il saluto, dagli amici, che non chiamano più. "Almeno la Chiesa deve essere presente: queste persone hanno bisogno di essere accolte e di essere ascoltate. La Chiesa deve dare questo segnale" afferma a gran voce fra Beppe. Il francescano, fondatore della Fraternità, da anni organizza questi tipi di incontri, insieme ai volontari dell’associazione. L’ultimo si è tenuto domenica scorsa, con circa una quindicina di famiglie presenti, accomunate dalla necessità di affrontare e condividere i propri vissuti con chi sta vivendo esperienze simili.

 

Convegno Seac: lettera di un ergastolano

 

"Uno dei grandi problemi che l’ergastolo porta è l’affievolimento dei rapporti affettivi. Il carcere è il luogo della solitudine, quella vera, assoluta. In questo luogo l’uomo deve reprimere i suoi sentimenti, dimentica del tutto cosa significhi dare e ricevere un gesto affettuoso". Brevi frasi, ma colme di significato e sofferenza, quelle scritte da un ergastolano detenuto a Porto Azzurro. Parole che hanno contribuito alla profonda riflessione sul senso di questa pena durante il 40° Convegno Seac che si è tenuto all’Isola d’Elba qualche settimana fa. Quanto sottolineato dal detenuto rappresenta solo uno dei problemi causati dalle lunghe detenzioni, che può essere in parte risolto con la presenza del volontariato che "cerca di far sì che il recluso non interrompa del tutto il contatto non con l’esterno ma con il genere umano, dando non l’illusione, ma la concretezza che i sentimenti non muoiono. Il sentimento che il volontariato dona è forse quello più importante: l’amicizia, vera e incondizionata". Per il testo integrale www.lafraternita.it alla voce novità: Convegno Isola d’Elba.

 

Convegno Seac: agenti come fratelli per i detenuti

 

"Qui la Polizia Penitenziaria può offrire un ascolto, essere un fratello, a seconda del bisogno. A Pianosa ci sentiamo davvero parte del trattamento, non siamo un apri e chiudi come nelle altre carceri". Una preziosa testimonianza arrivata da un agente in servizio nell’isola toscana, durante una delle tre giornate del recente Convegno Seac svoltosi all’Elba. "Sarebbe importante dare l’opportunità a chi è a fine pena di concluderla qui, mentre solitamente il carcere spinge a dipendere dagli altri, "passivizza" (la domandina è utilizzata per qualunque cosa). Qui si impara a risolvere problemi, a gestire sia le cose che se stessi". Un’opportunità al momento offerta solo a 4, 5 detenuti, assunti dalla Cooperativa S. Giacomo: gestiscono l’edilizia (stanno ristrutturando alcuni edifici) e la ristorazione, a servizio dei circa 250 turisti che quotidianamente visitano l’isola durante la stagione estiva.

Secondo Maria Pia Giuffrida, Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana, "è importante dedicare maggior attenzione al personale, a tutti gli operatori penitenziari: va improntato un cambiamento, data una maggior motivazione. Spesso alcuni perdono il senso delle azioni che svolgono". A Pianosa la motivazione è forte e i risultati positivi si respirano nell’aria. Si tratta di una realtà dove regna un vero rapporto umano tra agenti e detenuti e un concreto desiderio di aiutare chi è stato a lungo recluso.

 

Convegno Seac: nessun ostacolo al momento del colloquio

 

"L’attuale normativa stabilisce che non devono esserci elementi di separazione tra detenuti e familiari al momento dell’incontro. Ma alla fine del 2007 solo la metà dei 208 istituti italiani hanno adeguato alle normative le loro sale colloqui". Ad affermarlo, durante la giornata conclusiva del Congegno Seac che si è svolto all’Elba, è Corrado Marcetti, architetto della Fondazione Michelucci, che prosegue: "vanno predisposti nuovi ambienti. A Sollicciano (FI) i detenuti hanno creato il giardino degli incontri, nato da un loro progetto e coordinato dall’architetto Michelucci. La relazione con la propria famiglia è il punto centrale dal quale partire per la ricostruzione di una nuova vita. Questa relazione non può essere umiliata e ostacolata da mura anche nel prezioso momento del colloquio".

 

Notizie da Rovigo

 

Soldi ai rom: non è vero ma c’è chi sfrutta la falsità per alimentare l’odio razzista

 

"L’odio razzista si alimenta anche di falsità". A dirlo sono l’assessore provinciale alle Pari opportunità Guglielmo Brusco e la presidente della commissione provinciale Maria Grazia Avezzù, facendo riferimento a una diceria senza alcun fondamento, ma che da tempo viene presentata come vera con il solo scopo di far crescere la discriminazione nei confronti di popolazioni ed etnie che, al di là delle problematiche insite nel loro difficile percorso di integrazione, non possono essere circondate da false accuse con l’unica finalità di metterle in cattiva luce e aumentare il livore popolare nei loro confronti.

Un esempio lo dà la voce secondo cui i nomadi Rom, Sinti e di altre etnie riceverebbero dai Comuni una diaria giornaliera di sostentamento addirittura di 35 euro a testa. "Una falsità assoluta - ha sostenuto Brusco - messa in giro ad arte anche da rappresentanti politici di importanti partiti nel tentativo di alimentare l’odio razzista verso i più deboli e chi vive ai margini della società".

Brusco, per smentire con dati reali questa illazione, ha inviato una specifica richiesta al Comune di Trecenta e ieri ha reso pubblica la risposta della giunta altopolesana che smentiva ogni concessione di aiuti ai nomadi. "Siamo di fronte a un tentativo di imbarbarimento dei rapporti sociali - ha continuato Brusco - Ascoltiamo tutti invece i richiami al buon senso, alla giustizia e alla solidarietà che provengono anche dal mondo cattolico. Facciamo rispettare la Carta europea dell’uguaglianza e della parità di donne e uomini approvata dalla Provincia e da tutti i Comuni polesani". "Esprimiamo forte preoccupazione per i diritti dei minori non accompagnati che sono stranieri e soli - ha fatto eco la presidente della commissione Pari opportunità Maria Grazia Avezzù - Tra le popolazioni nomadi questo problema è particolarmente vivo. I casi di borseggio, accattonaggio e furti sono addebitabili proprio a minori che fanno riferimento ad adulti che li obbligano a questa esistenza sfruttata. Si tratta di uno stigma sociale che va contrastato e al quale la società civile deve prestare la massima attenzione".

 

Appuntamenti

 

Granello di Senape e C.S.V.: per gli Avvocati di Strada

 

Granello di Senape e C.S.V.: per gli Avvocati di Strada. Padova: Casa Comboni, via Citolo da Perugia, 35. Giovedì 5 giugno 19.00 - 21.00. Undicesimo incontro del corso di formazione e aggiornamento per il servizio di Avvocato di Strada. Il corso è gratuito e aperto al pubblico, previa iscrizione. Tema: "Emarginazione sociale e microcriminalità. Fattispecie penali previste dal Testo Unico sull’immigrazione". Relatore: dott.ssa Sonia Bello

 

Salvador de Bahia e Montorio: carceri a confronto

 

Salvador de Bahia e Montorio: carceri a confronto. Verona: sede della Fraternità, via Provolo 27 Lunedì 9 giugno alle ore 21. Dopo l’incontro di gennaio con una volontaria che opera nel carcere di Macapà, l’associazione veronese La Fraternità, organizza un altro incontro finalizzato allo scambio di conoscenza e confronto tra la situazione penitenziaria locale e quella brasiliana.

"Qui siamo al tempo della pietra, quasi tutte le carceri hanno il doppio o il triplo di carcerati, addirittura ammucchiati al punto di dover dormire a turno legati alle inferriate. In questi giorni appaiono casi di ragazze minori messe in carcere assieme alla maggioranza di uomini e sistematicamente violentate senza che la giustizia si interessi... siamo in un altro mondo".

Padre Ferdinando Caprini, missionario a Salvador de Bahia, commenta così la realtà in cui si trova a operare ogni giorno. Dopo aver letto i due libri del fondatore della Fraternità Fra Beppe Prioli e averne conosciuta l’attività, Padre Ferdinando ha voluto un incontro di conoscenza e di confronto comune con i volontari dell’associazione.

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

 

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

 

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