IN-VENETO: INFORMAZIONE TRA IL CARCERE E IL TERRITORIO

Edizione n° 17, del 14 aprile 2008

 

Notizie da Padova

Al via il corso di "Avvocato di Strada"

Altin Demiri e il semaforo di nuovo verde

Notizie da Venezia

Dalla parte dei diritti umani: Amnesty International si presenta

Emergency in libreria

Adolescenze difficili - giovani e alcol: secondo incontro

Notizie da Vicenza

Reinserimento lavorativo: il consorzio Prisma

Notizie da Treviso

Codice a sbarre: la partenza è stata promettente

Notizie da Verona

Informare per ricevere aiuto

Per la pace e l’accoglienza

Per un dialogo tra reo, vittima e società

Seggio per il voto anche a Montorio

Notizie da Rovigo

È "giallo" per il caso del detenuto straniero fotografato…

Appuntamenti

Granello di Senape e C.S.V.: Corso per Avvocato di Strada

C.S.V. e Associazione "Noi": cineforum di riflessione

C.S.V.: conversiamo in inglese e in francese

Padova: "Droga: istruzioni prima e dopo l’uso"

Verona: congresso sulla Giustizia Riparativa

Notizie da Padova

 

Al via il corso di Avvocato di Strada

 

È partito venerdì 11 aprile il 3°corso di formazione e aggiornamento organizzato dall’associazione Granello di Senape e finanziato dal C.S.V. Il corso, gratuito, è dedicato alla tutela dei diritti giuridici, civili e politici degli emarginati, particolarmente degli immigrati, degli ex detenuti e internati e dei senza fissa dimora. La durata complessiva del corso è di 40 ore, distribuite in 20 incontri di due ore ciascuno, l’ultimo dei quali sarà il 23 ottobre. Possono parteciparvi tutti coloro che si occupano di problemi sociali e che devono dare risposte su quesiti di natura legale. Tutti gli incontri si terranno in via Citolo da Perugia, 35, Padova, tranne quello del 23 maggio che si terrà presso la casa di reclusione di Padova, via Due Palazzi, 35/A, in occasione della Giornata di Studi che Ristretti Orizzonti organizza annualmente.

In questa newsletter settimanale, negli appuntamenti, ricorderemo volta per volta l’incontro successivo specificando il tema trattato e il relatore. L’incontro di venerdì, il cui relatore è stato l’avv. Camilla Cenci, trattava della normativa in materia di infortunio sul lavoro, tema quanto mai attuale vista la strage continua. La partecipazione è stata numerosa.

 

Altin Demiri e il semaforo di nuovo verde

 

Altin Demiri è impiegato presso la cooperativa Città So.La.Re. da quasi un anno per la raccolta differenziata; l’abbiamo incontrato perché per alcune settimane si è sentito tremare la terra sotto i piedi, si è sentito mancare sicurezze e prospettive future. Insomma, ha passato un periodo che nessuno di noi vorrebbe vivere.

Altin è un detenuto del Due Palazzi e nel 2007 ha potuto beneficiare del lavoro all’esterno del carcere grazie all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario (che non è una vera e propria detenzione alternativa ma un beneficio concesso dal direttore dell’Istituto di Pena); dopo anni di lavoro dentro al carcere, fra i quali quello da pasticcere in cui si è cimentato per lungo tempo, si è trovato a vivere l’esperienza di lavoro esterno e ritrovare quel senso di libertà (seppur temporanea ma costante ogni giorno di lavoro) che all’interno delle restrizioni carcerarie non provava da quasi 15 anni.

È proprio questo senso di libertà che cogli nelle sue parole e specialmente quando racconta della paura di perdere il lavoro. Perché è questo il motivo per cui la terra gli è mancata sotto i piedi: Città So.La.Re. gestisce la raccolta differenziata nella città di Padova per l’APS (oltre ad altri lavori collegati al riciclaggio) e inspiegabilmente si è ritrovata senza appalto per lo svolgimento di quest’attività, e ciò significava non avere più lavoro per chi era impiegato con questo ruolo.

È terribile per un cittadino libero, la perdita di lavoro; ancor di più lo è per un detenuto in "articolo 21" perché l’immediata conseguenza per lui è il ritorno in carcere e la nuova (e faticosa) ricerca di un impiego per ri-ottenere questo beneficio. Un soggetto in "articolo 21" deve prima individuare l’impiego e stabilire il contatto, poi presentare richiesta al direttore che valuterà e deciderà se concedere o meno la possibilità di lavorare all’esterno. Questo, oltre alla possibilità di cominciare a ricostruirsi una vita attraverso il mondo del lavoro (onesto e nobile come il riciclaggio, con la sua attuale importanza per ottenere un mondo più sostenibile) è anche il passaggio quasi obbligatorio per poter presentare successivamente la richiesta per una misura alternativa alla detenzione: oggi Altin dopo un anno di lavoro presso questa cooperativa può inoltrare tale domanda e una cosa che vuole mantenere è questo lavoro, perché adora la possibilità di guidare per la città, girare e godersi il traffico cittadino: che per noi quotidianamente è una gabbia mentre per lui è una piacevole fase del percorso di reinserimento che sta attraversando.

L’idea di tornare in carcere era particolarmente pesante, anche perché per poter cercare un nuovo impiego Altin avrebbe dovuto chiedere dei permessi premio (che non sono così frequenti) e affiancarsi ad associazioni che operano in questo settore per avere un aiuto. Per cui sarebbe stato molto complicato poter presentare nuovamente domanda.

Altin ci ha anche raccontato del buon rapporto fra colleghi (2 sono detenuti in semilibertà, gli altri sono cittadini liberi) citando come scuola utile la dura e forzata convivenza in carcere che gli ha permesso negli anni di diventare più tollerante, comprensivo e paziente. E ci ha parlato dell’incendio alle macchine per la raccolta differenziata avvenuto a fine dicembre scorso e delle tensioni conseguenti, fra le quali quella del ritrovarsi senza lavoro, senza "articolo 21", senza colleghi, senza traffico. Il clima dell’incontro poi si è disteso, abbiamo parlato d’altro fino a che non è arrivata l’ora del turno di lavoro. E del suo traffico.

 

Notizie da Venezia

 

Dalla parte dei diritti umani: Amnesty International si presenta

 

Il gruppo 031 Amnesty International di Mestre nel corso del mese di aprile 2008, grazie al contributo delle Municipalità di Chirignago-Zelarino, Favaro Veneto, Mestre-Carpenedo, Marghera nonché del Comune di Venezia e del Centro Pace, terrà un ciclo di presentazioni della propria attività e di quella dell’associazione internazionale a difesa dei diritti umani. I diritti umani sono continuamente calpestati e anche nel proprio piccolo si può contribuire a promuovere iniziative a favore delle persone più svantaggiate. Gli appuntamenti saranno il 15 aprile nella sala Commissione del centro civico di Favaro Veneto in piazza Pastrello n. 1, il 17 aprile a Mestre nel centro civico di Via Sernaglia n. 43 e il 22 aprile a Marghera nella sala consiliare del centro civico sito in Piazzale Municipio n. 1. Tutte le presentazioni inizieranno verso le 20.45. L’intento del progetto è duplice: da un lato far conoscere una delle associazioni internazionali più conosciute e stimate al mondo che opera fin dal 1961, dall’altro rendere possibile un confronto di idee con chiunque intenda portare il suo contributo, anche critico, ad un dibattito concernente i diritti umani e la loro tutela. Gli incontri sono aperti al pubblico. Gruppo 031 Amnesty International Mestre. Per ulteriori informazioni: 3406823839.

 

Emergency in libreria

 

Giovedì 10, alla libreria Marco Polo, in Salizada S. Lio a Venezia, c’è stato il secondo incontro a supporto delle iniziative di Emergency e per diffondere notizie sulle sue attività. Mesi fa il dottor Gabriele Risica (Direttore dell’Unità Ospedaliera di Cardiologia di Venezia), dopo 6 mesi di lavoro al nuovo Ospedale Centro Salam di cardiochirurgia di Khartoum in Sudan, era andato ad illustrare la nascita del progetto ed i suoi sviluppi insieme all’architetto dell’ospedale Raul Pantaleo e al responsabile di Emergency Venezia-Mestre Carlo Campana.

Giovedì Gabriele Risica è andato a parlare dell’attività dell’Ospedale sorto in Sierra Leone per portare aiuto alla popolazione afflitta da anni di guerra feroce, paese in cui il 30% dell’esercito nel 2000 era costituito da bambini di età inferiore ai 15 anni. Le patologie diffuse nel paese, dove la mortalità infantile è 280 volte più alta di quella italiana, sono quelle tipiche del terzo mondo, alle quali si aggiungono, inoltre, le numerosissime amputazioni avvenute durante la guerra. Era usanza diffusa, infatti, amputare arti non solo ai nemici, ma anche a donne e bambini. Il dottor Risica, su espressa richiesta del Governo della Sierra Leone ad Emergency, è andato a fare degli screening a pazienti affetti da patologie cardiache in modo da poterli mettere in lista per l’intervento chirurgico che poi avverrà nel centro di cardiochirurgia di Khartoum.

All’appuntamento ha partecipato anche Carlo Campana.

La serata ha avuto un grande successo di pubblico, molti i giovani. È stato distribuito materiale informativo e bollettini per fare il versamento a sostegno delle attività di Emergency. In libreria, inoltre, si trova un salvadanaio dove ognuno può versare denaro, salvadanaio che verrà consegnato al responsabile Emergency Carlo Campana una volta riempito interamente... speriamo presto!

 

Adolescenze difficili - giovani e alcol: secondo incontro

 

Il secondo incontro del ciclo "Adolescenze difficili - Giovani e Alcol", tenutosi presso il Centro Culturale "Candiani" di Mestre, è iniziato con la proiezione del film "Fame chimica" (regia di Antonio Bocola e Paolo Vari, 2003). A Milano, sullo sfondo degradato del quartiere Quarto Oggiaro, si incrociano le storie di ragazzi ai margini; tra loro, amici dall’infanzia, Manuel - piccolo spacciatore del rione -, Claudio - che lavora per una cooperativa di carico e scarico merci - e Maja, disposta a spacciare stupefacenti pur di realizzare il sogno di ritornare a Londra. Tra apatia, conflittualità e slanci ideali, si delinea il profilo di una generazione dimenticata da una politica pronta ad erigere muri e ad identificare nello ‘straniero’ l’origine del male sociale.

Al dibattito seguito alla visione del film hanno partecipato, coordinati da Fabrizio Uliana dell’Associazione Lila: Rita Zanutel, Assessora alle Politiche di Integrazione e Sicurezza Sociale della Provincia di Venezia, e don Gino Rigoldi dell’Istituto Penale per minorenni "Cesare Beccaria" di Milano, autore del recente "Il male minore. Devianza giovanile, un problema per tutti" (Mondadori, 2007). Don Rigoldi ha messo in luce i nuclei fondanti del lavoro educativo che svolge da anni con i minorenni. Punto di partenza per l’innescarsi della relazione che consente la rieducazione appare il riconoscimento della colpa da parte di chi ha trasgredito, e la conseguente identificazione dell’altro come portatore di esperienza propria, assoluta e inviolabile. Il problema della devianza minorile, ha concluso don Rigoldi dopo la descrizione di alcuni casi significativi, riguarda l’intera collettività che deve farsene carico.

 

Notizie da Vicenza

 

Reinserimento lavorativo: il consorzio Prisma

 

Il consorzio Prisma, che raccoglie 54 cooperative di cui 25 di tipo B, attraverso uno Sportello aperto nel carcere di Vicenza in collaborazione con gli assistenti sociali dell’Uepe, con gli educatori, con le associazioni Progetto Jonathan e Il Lembo del Mantello, ha operato, dal 2006 ad oggi, 19 inserimenti lavorativi di persone in misura alternativa al carcere. Lo sportello è aperto una volta alla settimana e lì l’operatore incontra i detenuti che ne fanno richiesta, ma si rivolge soprattutto a coloro che possono beneficiare delle misure alternative.

Le tappe principali del servizio sono quindi: colloqui individuali, contatti con le cooperative facenti parte del consorzio per verificarne le disponibilità occupazionali, accompagnamento dei detenuti che ottengono la misura alternativa. L’agenzia di inserimento lavorativo agisce sulla spinta di una convinzione: il lavoro come strumento di riabilitazione e occasione per re-integrarsi a pieno nel tessuto del territorio. Il progetto è finanziato dalla Cariverona.

 

Notizie da Treviso

 

Codice a sbarre: la partenza è stata promettente

 

Grande successo e partecipazione a Treviso all’inaugurazione del 5 aprile alle 18.30 della mostra-concorso pittorico-fotografica "Codice a sbarre" che ha coinvolto i detenuti della Casa Circondariale di Treviso, gli alunni delle classi prime degli Istituti Superiori di Treviso e provincia, il CTP2 Regina Mundi e anche i ragazzi dell’Istituto Penale Minorile. Unico limite è stata l’impossibilità dei detenuti di esserci: quelli del minorile per ovvi motivi di privacy e quelli della Casa Circondariale perché non ancora "definitivi".

Massimo Zanta, presidente dell’associazione Emergenze Oggi che, con l’associazione Itaca, ha organizzato l’evento, ci ha parlato della presenza di rappresentanti di tutta la società civile: circa 400 persone, tra cui molti cittadini comuni, dimostrazione che progressivamente, continuando a portare avanti i progetti con passione e convinzione, si riesce a coinvolgere e a sensibilizzare anche persone che non sono direttamente interessate all’argomento. Zanta fa notare anche come il lavoro di squadra - al quale hanno contribuito le associazioni, le istituzioni, il volontariato, le ULSS, la scuola e con la sua disponibilità il direttore della Casa Circondariale dottor Francesco Massimo - sia risultato vincente. Le opere sono state realizzate su un oggetto di uso comune quale è il box di cartone porta pizza. Selezionate dieci tra le 130 opere pervenute: il primo premio è andato a Luca Murador - 14 anni - dell’Istituto d’Arte Munari di Vittorio Veneto la cui opera sarà ingrandita e applicata sugli autobus di Treviso nel mese di aprile. È significativo come questo ragazzo, che voleva ritirarsi da scuola, attraverso questa esperienza abbia deciso di continuare! A settembre ripartirà il progetto, questa volta a livello regionale, e a novembre ci sarà la presentazione dello stesso a Bruxelles. La mostra rimarrà aperta presso Ca’ dei Carraresi fino al 30 aprile.

 

Notizie da Verona

 

Informare per ricevere aiuto

 

"È necessario fornire alle persone un’informazione puntuale e corretta sul pianeta carcere". Un volontario dell’associazione veronese La Fraternità commenta così la chiusura della settimana di sensibilizzazione svoltasi di recente a Costermano, in provincia di Verona. Ricca la serie di incontri organizzata per l’occasione, con la presentazione delle varie attività della Fraternità e del Don Tonino Bello (associazione che si occupa soprattutto del reinserimento dei detenuti a livello sociale e familiare) e la proposta di alcuni libri sia del fondatore della Fraternità, Fra Beppe Prioli, che del volontario Arrigo Cavallina. Non sono mancate inoltre testimonianze concrete: esperienze di carcere, di volti, di vissuti, di storie, anche a lieto fine. La giornata di chiusura, domenica 6 aprile, è iniziata con la celebrazione di Don Sergio Pighi, - per anni cappellano del carcere di Verona - ed è proseguita con il forte appello di fra Beppe: "Date un segno di speranza a Montorio". La comunità, invitata dalla parrocchia a partecipare al pranzo conviviale aperto a tutti, ha risposto alla preghiera con prontezza e coinvolgimento, facendo dono soprattutto di prodotti per l’igiene, un aspetto spesso trascurato in carcere proprio per la mancanza di mezzi.

 

Per la pace e l’accoglienza

 

In occasione del quarantesimo anniversario dell’assassinio di Martin Luther King, il cartello di associazioni veronesi "Nella mia città nessuno è straniero" ha organizzato un incontro con letture e filmati sul leader della resistenza nonviolenta. Giovedì 3 aprile, nonostante il tempo non sia stato dei migliori, la cittadinanza si è fatta sentire ed ha partecipato numerosa all’evento. Francesco, socio dell’associazione La Fraternità, commenta la giornata come qualcosa "di vivo, toccante e attuale" che testimonia come la forza dell’amore sia in grado di vincere sempre, prima o poi, su quella bruta e irrazionale. Con questo spirito il cartello, formato da oltre trenta associazioni, il 5 aprile ha dedicato una giornata ai nuovi giovani veronesi, premiati a scuola per il loro rendimento durante l’anno scolastico 2006/2007. Proseguono intanto il ciclo di incontri su "Il diritto antidiscriminatorio tra teoria e prassi applicativa" che si terrà nella Facoltà di Giurisprudenza fino al 30 maggio e il corso di formazione sul "Diritto dell’immigrazione" organizzato dall’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Verona.

 

Seggio per il voto anche a Montorio

 

Sono circa 60 i detenuti di Montorio che hanno espresso alla direzione la propria volontà di andare alle urne. In Italia possono votare tutte le persone che non hanno perso l’elettorato attivo. Tra queste chi è in attesa di giudizio o chi è condannato con pene inferiori ai 5 anni (o con un cumulo di pene di cui nessuna superiore ai 5 anni). A Montorio, che è una Casa Circondariale, i detenuti rientrano praticamente tutti in una di queste due condizioni. Dei circa 700 carcerati, una percentuale molto alta è però composta di stranieri (circa il 70%), e molti degli italiani aventi diritto a farlo (tra cui 7 delle 43 donne recluse) non sembrano di fatto interessati a esprimere una scelta politica.

La struttura carcere non ha nessuna competenza specifica riguardo alle votazioni, e svolge lo stesso ruolo di qualsiasi altra struttura ospitante i cosiddetti "seggi volanti" (come ospedali e luoghi di cura). Le richieste vengono inoltrate al Comune che, una volta verificata l’idoneità della persona al voto, invia all’istituto penitenziario le schede elettorali (o le loro copie) di chi risiede a Verona o in provincia, e una carta di autorizzazione speciale per chi risiede invece in altre città italiane. A sabato gli "abilitati al voto" a Montorio risultavano essere dieci, la rimanente cinquantina era ancora in attesa di una risposta. Il giorno delle elezioni, una stanza adibita viene allestita a seggio con tanto di presidente e scrutatori nominati dal Comune.

 

Per un dialogo tra reo, vittima e società

 

"Bisogna riportare il conflitto in una dimensione reale: mettere in primo piano il rapporto tra reo e vittima, inserendolo anche nel contesto sociale". E per far questo, secondo la professoressa Elisabetta Palermo Fabris dell’Università di Verona, è necessaria una mediazione: "un’attività posta in essere da soggetti esperti, per realizzare la ripresa del dialogo tra chi commette un reato, chi lo subisce, e la società in cui avviene". Mediazione intesa anche come "un percorso di riconoscimento del male inflitto alla persona", che il professore di Diritto Penale dell’Università di Verona, Lorenzo Picotti, vede necessario alla "ricostituzione del rapporto tra reo e vittima in quanto persone". Questo il tema al centro della seconda e ultima parte del seminario "Per una giustizia sensibile alla sofferenza di familiari e vittime" che si è svolto venerdì 11 aprile all’università di Verona. Quello della Giustizia riparativa è un tema caldo, che in questi mesi verrà affrontato anche in altre città italiane e che, proprio a Verona, vedrà a breve la presenza di esperti internazionali, in occasione del congresso del forum europeo, in programma dal 17 al 19 aprile in Gran Guardia. Ne emerge una volontà, nuova e comune, di riequilibrare le attenzioni e cercare vie alternative alla detenzione, per una giustizia che miri a ricucire i rapporti tra le persone. Durante l’incontro, organizzato dall’associazione di volontariato La Fraternità, in collaborazione con le Facoltà di Scienze della Formazione e di Giurisprudenza dell’Università di Verona, non sono mancate testimonianze dirette di tale processo di mediazione. Come quello in atto in Trentino, con un centro pubblico formato da mediatori esperti, e quello applicato con i minori dal dottor Alessandro Padovani del Centro Studi Opera Don Calabria di Verona. "Mettendo faccia a faccia reo e vittima, il 90-95% delle mediazioni è andato a buon termine - ha spiegato Padovani - ma è necessario che venga riconosciuta una figura professionale di mediatore in ambito penale, perché tali cifre diventino consistenti". A tutela della vittima e dei suoi diritti è nata di recente a Verona l’Associazione scaligera assistenza vittime di reato (Asav), non ancora del tutto operativa ma pronta a collaborare anche con le forze dell’ordine per informare e sostenere chi, in particolare, è colpito dalla microcriminalità.

 

Notizie da Rovigo

 

È "giallo" per il caso del detenuto straniero fotografato…

 

È giallo nel carcere di Rovigo sul caso di un detenuto straniero che sarebbe stato fotografato con in mano un cartello con scritte umilianti. La denuncia arriva dalla Cgil del Veneto che ha interessato il sottosegretario alla Giustizia, Luigi Manconi, il quale a sua volta ha chiesto al Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e al Capo dell’Ufficio Ispettivo che ha chiesto venga fatta chiarezza sull’accaduto.

Sembra che nonostante si fossero configurati atti lesivi della dignità personale, la direzione del carcere non abbia svolto alcuna inchiesta interna ritenendo l’episodio di scarso rilievo. Protagonista del fatto sarebbe un marocchino fotografato con un cartello che riportava la frase "Grazie della terapia avuta che mi ha fatto guarire". La foto sarebbe poi stata scaricata su un computer. La procura di Rovigo ha già aperto un fascicolo per far luce sulla vicenda.

 

Appuntamenti

 

Granello di Senape e C.S.V.: Corso per Avvocati di Strada

 

Padova: Casa Comboni, Via Citolo da Perugia, 35 Giovedì 17 aprile ore 19.00-21.00. Secondo incontro del corso di formazione e aggiornamento per il servizio di Avvocato di Strada. Il corso è gratuito e aperto al pubblico , previa iscrizione. Tema: "I permessi di soggiorno per immigrati: un quadro generale". Relatore: avv. Marco Ferrero. Info: padova@avvocatodistrada.it.

 

C.S.V. e Associazione "Noi": cineforum di riflessione

 

Padova: Cinema REX - Via Sant’Osvaldo, 2. Mercoledì 16 aprile: "4 minuti". Tema: carcere e musica. Con la partecipazione dell’associazione Granello di Senape.

 

C.S.V.: Conversiamo in inglese e francese

 

Padova: il Csv promuove un corso di conversazione di lingua inglese e francese aperto a cittadini e associazioni secondo i seguenti orari: lingua francese a partire dal 16 aprile ore 18 tutti i mercoledì sino a metà giugno; lingua inglese a partire dal 17 aprile ore 18 tutti i giovedì sino a metà giugno. Il corso, gratuito, si tiene in corso Vittorio Emanuele II, 249. Info e iscrizioni: www.csvpadova.org; info@csvpadova.org; tel. 049.8686817

 

Padova: "Droga: istruzioni prima e dopo l’uso"

 

Padova: C.S.V. e C.I.N. - Centro iniziative nuove - "Droga: Istruzioni prima e dopo l’uso". Padova: via Guizza 294. Sabato 19 aprile ore 15. "Dalla strada alla prefettura… e poi?" un’opportunità per prendere le distanze dalla dipendenza"

 

Verona: congresso sulla Giustizia Riparativa

 

Verona: Gran Guardia, dal 17 a l 19 aprile. "Per una Giustizia riparativa in Europa. Cooperazione fra opinione pubblica, politici, professionisti e ricercatori" è il titolo della quinto congresso del forum europeo sulla giustizia riparativa. La città scaligera ospiterà i maggiori esperti su tale modello di giustizia, che vede nella riparazione del danno una soluzione per superare insieme (reo e vittima) il conflitto che si genera a seguito di un atto delittuoso. Il congresso - realizzato in collaborazione con l’Istituto Don Calabria e con il supporto dell’assessore alle politiche giovanili del Comune di Verona, del Dipartimento per la Giustizia Minorile e del Ministero della Giustizia - inviterà i partecipanti a dare uno sguardo più da vicino a pratiche e strutture di cooperazione fra i maggiori esponenti in questo campo. In attesa di presentare e discutere le difficoltà incontrate nell’Europa del sud per consolidare l’utilizzo della giustizia riparativa e delle sue possibili risposte, si ragionerà sull’esigenza e le possibilità di ulteriori regolazioni nell’agire in questo campo.

Direttore: Ornella Favero

Redazione: Chiara Bazzanella, Francesca Carbone, Livio Ferrari, Vera Mantengoli, Paola Marchetti, Maurizio Mazzi, Francesco Morelli, Riccardo Munari, Franco Pavan, Paolo Pasimeni, Jaouhar Redouane, Daniele Zanella.

 

Iniziativa realizzata nell'ambito del Progetto "Il Carcere dentro le Città", realizzato grazie al contributo del "Comitato di Gestione del Fondo speciale per il Volontariato del Veneto"

 

 

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