Osservatorio Parlamentare

 

Interrogazioni e interpellanze al Ministro della giustizia

 

Pisapia - Seduta del 3 maggio 2005

 

Al Ministro della giustizia. - Per sapere - premesso che:

da notizie stampa si è appreso che, in data 27 aprile 2005, un detenuto di trentasei anni, Francesco Vedruccio, si è tolto la vita nel carcere di Sulmona, impiccandosi, con il cordone della tuta, alla finestra del bagno della sua cella;

l’ennesimo suicidio avvenuto nel carcere di Sulmona (il settimo in meno di due anni) conferma una situazione inquietante e che non può non preoccupare in relazione alle condizioni di vita all’interno dell’istituto di pena e/o al clima psicologico nel quale si trovano a vivere i detenuti, e non solo loro, all’interno dell’Istituto penitenziario di Sulmona -:

le informazioni e le valutazioni del Ministro rispetto ai gravi fatti esposti in premessa;

quali iniziative siano state intraprese a seguito degli altri casi di suicidi avvenuti negli ultimi mesi e quali iniziative intenda intraprendere per accertare eventuali responsabilità nella morte di Francesco Vedruccio;

quali misure - ad esempio, il rafforzamento delle misure di controllo e il sostegno psicologico ai detenuti - abbia adottato o intenda adottare al fine di evitare, per quanto possibile, che all’interno del carcere di Sulmona si verifichino nuovi ed analoghi episodi drammatici.

 

Deiana - Seduta del 3 maggio 2005

 

Per sapere - premesso che:

il 27 aprile 2005 si è tolto la vita nel carcere di Sulmona, impiccandosi nel bagno della cella utilizzando il cordone della tuta, Francesco Vedruccio 36 anni; si tratta del settimo suicidio in due anni, a partire dal 19 aprile 2003, quando si uccise con un colpo alla tempia la direttrice del carcere, Armida Miserere; il 12 ottobre 2003 un detenuto di 41 anni si tolse la vita nella sua cella soffocandosi con i lacci delle scarpe; il 28 giugno 2004 un detenuto di 58 anni si impiccò alla grata della sua cella; il 16 agosto 2004 il suicidio del sindaco di Roccaraso, Camillo Valentini dopo due giorni di carcere; a gennaio 2005 il suicidio di un boss di Cosa Nostra, Guido Cercola; il 10 marzo 2005, si tolse la vita impiccandosi con i lacci delle scarpe, Nunzio Gallo 25 anni, detenuto in una cella di sicurezza della sezione massima vigilanza; il carcere di Sulmona ospita circa 400 detenuti ed è diviso in quattro sezioni: una casa lavoro - nella quale l’80 per cento degli internati non lavora mentre il restante 20 per cento inizia a svolgere un’attività lavorativa dopo 4-5 mesi di internamento e per periodi limitati - una sezione "normale", una sezione di alta sicurezza con prevalenza di detenuti provenienti dal 41-bis e sotto osservazione, un’altra ad alto indice di sorveglianza che accoglie detenuti che hanno avuto un percorso carcerario particolarmente difficile; è un carcere dove sono concentrati centinaia di casi così detti problematici, per altro isolato e lontanissimo dai rispettivi luoghi di origine dei singoli detenuti con la conseguente e tutt’altro che rilevante pena aggiuntiva di non poter svolgere regolarmente i colloqui con i familiari, e dove vi sono ben 90 casi definiti "psichiatrici";

Lo scorso anno una forma pacifica di protesta, messa in atto per chiedere che venissero cancellate le disposizioni del nuovo regolamento interno del carcere che imponeva aggiuntive restrizioni come la limitazione di ricevere generi alimentari attraverso i colloqui e sommava alla pena un’ulteriore lesione della dignità personale incrementando le "conte" dei detenuti (conto e battitura delle sbarre) in particolare nelle ore notturne con conseguenti e ripetute sveglie, si concludeva con il trasferimento di molti detenuti verso altri supercarceri; si tratta dunque di una condizione carceraria particolarmente restrittiva ed estrema in cui è previsto oltre al notturno anche l’isolamento diurno connesso alla pena ed applicato a sentenza definitiva (anche dopo molti anni di reclusione), dove l’istituzione penitenziaria a giudizio dell’interrogante perde assolutamente la funzione di recupero dei carcerati che la Costituzione e l’ordinamento giudiziario le attribuiscono e nella quale non esiste alcuna possibilità di contatto con il mondo esterno né, malgrado la presenza di numerosi ergastolani, sono messe in atto le agevolazioni previste della legge Gozzini;

L’articolo 27 della Costituzione al comma 3 recita: "Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato". Se il ministro interrogato non ritenga indispensabile ed urgente chiudere immediatamente la Casa di reclusione di Sulmona individuando altra sistemazione per la popolazione carceraria e quali provvedimenti, in subordine, intenda mettere in atto per evitare che si verifichino altri episodi di suicidio; se per ciascun caso di suicidio ci sia stata un’indagine amministrativa e giudiziaria e, se sì, quali ne sono stati gli esiti; quale sia il numero dei medici, degli educatori, degli psicologi, degli assistenti sociali, degli assistenti volontari che operano all’interno del carcere di Sulmona e quale ruolo qualitativamente e quantitativamente svolgono all’interno della struttura; se sia stato attivo il Servizio Nuovi Giunti.

 

 

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