Osservatorio Parlamentare

 

Interrogazioni al Ministro della Giustizia (Camera dei Deputati)

 

Bellillo - Seduta del 25.11.2004

 

Per sapere - premesso che:

Paolo Dorigo è detenuto dall’ottobre 1993 per una condanna a 13 anni e 6 mesi di reclusione;

la Corte europea per la Difesa dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali è intervenuta più volte sul caso Dorigo, invitando il nostro paese a riconsiderare la sua posizione processuale e celebrare in suo favore un "giusto processo" nel corso del quale possa essere messo nelle condizioni di esaminare le dichiarazioni del collaboratore che lo ha indicato come responsabile dell’attentato alla base di Aviano per il quale è stato condannato;

Dorigo ha iniziato da circa due mesi uno sciopero della fame, per richiamare l’attenzione sul suo caso, che ha reso le sue condizioni di salute estremamente preoccupanti;

il giudice di sorveglianza ha rigettato l’istanza di sospensione dell’esecuzione della pena proposta dai legali di Dorigo con la motivazione che "...lo stato di debilitazione fisica volontariamente indotto da detenuto attraverso attesti autolesionistici, come l’astensione dal cibo, non possa in nessun caso integrare quella grave infermità fisica che costituisce il parametro di valutazione per il rinvio dell’esecuzione della pena";

a sostegno dell’iniziativa portata avanti da Dorigo e, soprattutto a difesa delle sue critiche condizioni di salute, è stato lanciato un appello, al quale hanno aderito numerosi intellettuali e parlamentari veneti affinché "chi ha potere e responsabilità in questa drammatica vicenda intervenga per salvargli la vita -:

quali iniziative intenda adottare al fine di garantire migliori condizioni di salute al signor Dorigo;

se intenda adottare iniziative normative volte a prevedere l’obbligatoria riapertura dei processi penali, a seguito delle pronunce della Corte europea per la difesa dei diritti dell’uomo.

 

Rotundo - Seduta del 25.11.2004

 

Per sapere - premesso che:

i lavoratori che operano nei servizi e negli istituti penitenziari (Polizia Penitenziaria, Assistenti sociali, Educatori, ragionieri e personale amministrativo) da tempo hanno avviato azioni di protesta contro il mancato pagamento del trattamento economico accessorio relativo gli anni 2002-2003;

in data 1o ottobre 2004 si è svolta una manifestazione davanti al dipartimento dell’amministrazione Penitenziaria per rivendicare nello specifico: 1) il pagamento del Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali per il 2002-2003 del personale di Polizia Penitenziaria (circa 500 euro pro capite 2) il pagamento del fondo Unico di Amministrazione del personale amministrativo e socio educativo del Comparto Ministeri relativamente al 2003, 3) l’applicazione integrale del contratto integrativo e dell’Accordo nazionale quadro di Amministrazione (sottoscritto nel marzo 2004);

stando alle Organizzazioni sindacali di categoria, il DAP avrebbe l’intenzione di apportare una drastica riduzione alle some pro capite già stabilite con il contratto integrativo per il personale di Polizia Penitenziaria impiegato nei servizi operativi (- 50 per cento circa, ovvero 20 euro mensili in luogo dei 35 stabiliti) -:

se il Ministro sia a conoscenza del mancato pagamento del trattamento economico accessorio a favore dei lavoratori che operano nei servizi e negli istituti penitenziari e se non ritenga opportuno pervenire ad una rapida definizione della questione alla luce soprattutto dei già gravi problemi che affliggono gli Istituti penitenziari nel nostro paese.

 

Ruzzante - Seduta del 23.11.2004

 

Per sapere - premesso che:

i lavoratori che operano nei servizi e negli istituti penitenziari di tutto il territorio nazionale (Polizia Penitenziaria, Assistenti sociali, Educatori, ragionieri e personale amministrativo) stanno protestando da tempo contro il mancato pagamento del trattamento economico accessorio relativo agli anni 2002-2003;

in data 1o ottobre 2004 si è svolta una manifestazione davanti al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (a cui hanno aderito le Oo.Ss.Fp.Cgil, Fps Cisl E Pa Uil) per rivendicare nello specifico: il pagamento del Fondo per l’Efficienza dei Servizi Istituzionali per il 2002-2003 del personale di Polizia Penitenziaria (circa 500 euro pro capite), il pagamento del Fondo Unico di Amministrazione del personale amministrativo e socio educativo del Comparto Ministeri relativamente al 2003, l’applicazione integrale del contratto integrativo e dell’Accordo nazionale quadro di Amministrazione (sottoscritto da Cgil, Cisl E Uil e il Ministro della giustizia nel marzo 2004);

stando alle Organizzazioni sindacali di categoria, il Dap avrebbe l’intenzione di apportare una drastica riduzione alle somme pro capite già stabilite con il contratto integrativo per il personale di Polizia Penitenziaria impiegato nei servizi operativi (- 50 per cento circa, ovvero 20 euro mensili in luogo dei 35 stabiliti) -:

se il Ministro sia a conoscenza del mancato pagamento del trattamento economico accessorio a favore dei lavoratori che operano nei servizi e negli istituti penitenziari e se non ritenga opportuno arrivare ad una rapida definizione della questione alla luce soprattutto dei già gravi problemi che affliggono gli Istituti penitenziari.

 

Patarino - Seduta del 17.11.2004

 

Per sapere - premesso che:

nei giorni scorsi il Sappe, sindacato autonomo di polizia penitenziaria, attraverso un comunicato stampa del segretario regionale della Puglia, ha lanciato l’allarme per le condizioni di assoluta invivibilità registrate nel carcere di Taranto, a causa dell’insostenibile sovraffollamento;

la situazione nel penitenziario del capoluogo Jonico è diventata difficilissima sia per gli agenti, sia per i detenuti;

l’istituto può ospitare non più di 350 detenuti ed attualmente ne ospita circa 650, dei quali 200 reclusi ad "alta sicurezza", senza che nel frattempo sia stato aumentato il numero degli agenti;

in celle nate per ospitare un solo detenuto (celle di due metri per tre e anche meno) sono ristretti fino a cinque detenuti sistemati in letti a castello che arrivano sino al terzo piano;

ogni poliziotto è costretto a lavorare in sezioni detentive con 90 detenuti;

le condizioni strutturali del carcere non sono meno preoccupanti: il muro di cinta, diventato peggio di un campo minato con buche su tutto il perimetro, mette a grave rischio l’incolumità del personale;

le garitte sono senza riscaldamento e con molte infiltrazioni di acqua;

la grave crisi non è ancora esplosa solo perché finora è prevalso il senso di sacrificio e di abnegazione dei tanti poliziotti che stanno rinunciando a diritti, quali riposi e congedi per mantenere a galla una struttura ormai al collasso -:

se non ritenga di intervenire con le più opportune iniziative per destinare:

a) un numero maggiore di agenti, sì da far fronte all’alta presenza di detenuti, che continua a crescere costantemente, anche a seguito di ripetuti e più serrati controlli effettuati dalle forze dell’ordine;

b) fondi per mettere in stato di sicurezza la struttura e, di conseguenza, l’incolumità degli agenti che all’interno della stessa svolgono con alto senso del dovere il proprio servizio, mettendo a rischio la propria vita.

 

Lucidi, Violante e Tidei - Seduta del 16.11.2004

 

Per sapere - premesso che:

dall’11 ottobre 2004 è in corso una protesta del sindacato di polizia penitenziaria OSAPP davanti all’ingresso della Casa circondariale di Civitavecchia, in via Aurelia Nord - km 79,500, per denunciare le condizioni di sovraffollamento e di organici in servizio del tutto inadeguati sia presso l’Istituto citato sia presso il Carcere penale di Civitavecchia, in Via Tarquinia 20;

il sindacato segnala come nei due istituti penitenziari siano detenuti tra le 600 e le 650 persone, di cui 550-600 nella Casa circondariale di Via Aurelia Nord e 60 nel Carcere di Via Tarquinia;

gli operatori di polizia penitenziaria attualmente in servizio presso i due istituti ammontano a 270 unità, di cui 28 risulterebbero distaccate presso altri uffici;

tali cifre testimoniano una seria carenza di organico, quantificabile in 130 unità, di cui 20 di personale femminile;

in queste condizioni, il sovraffollamento dei detenuti e la carenza di personale di polizia penitenziaria impedisce agli istituti penitenziari di assolvere in modo adeguato al loro compito istituzionale di applicazione della pena detentiva, che deve essere erogata garantendo condizioni di vivibilità e sicurezza nelle carceri, così come deve essere orientata al recupero e alla reintegrazione sociale dei detenuti -:

se sia a conoscenza della situazione descritta e se ritenga di dover confermare l’entità delle carenze di organico di polizia penitenziaria sopra indicate con riferimento ai due istituti penitenziari di Civitavecchia;

se ritenga di dover confermare l’entità del personale distaccato presso altre sedi e in caso affermativo, di dover intervenire per limitare il ricorso a tale differente impiego del personale, che rischia di penalizzare oltremisura la funzionalità dei detti istituti;

quali iniziative intende adottare per porre fine a tale stato di cose, assicurando il rafforzamento dell’organico di polizia penitenziaria, affinché gli operatori siano messi nelle condizioni di svolgere i loro compiti istituzionali nel migliore dei modi, a fronte del significativo numero di detenuti presenti nei due istituti di Civitavecchia.

 

Antonio Russo - Seduta del 16.11.2004

 

Per sapere - premesso che:

risulta all’interrogante che il detenuto C.D. attualmente ristretto presso il carcere Poggioreale di Napoli, abbia subito violenze tali da essere ricoverato d’urgenza presso l’ospedale Cardarelli;

le guardie poste al controllo del detto detenuto presso i locali dell’ospedale, in data 14 novembre 2004, non hanno consentito, peraltro reagendo in modo scortese, il colloquio dello stesso detenuto con l’avvocato difensore regolarmente costituito;

solamente nel pomeriggio del 15 novembre 2004, è stato consentito il colloquio con la moglie con il vincolo della presenza delle guardie carcerarie -:

se non ritenga assolutamente necessario ed urgente accertare, da un lato, la veridicità dei fatti sopra esposti, dall’altro, le eventuali responsabilità anche se del caso degli agenti di polizia giudiziaria addetti alla sorveglianza del detenuto C.D.

 

Magnolfi e Lulli - Seduta del 16.11.2004

 

Per sapere - premesso che:

gli uffici giudiziari della città di Prato vivono da tempo una situazione di emergenza per costante mancanza di organico;

questa emergenza è testimoniata in modo inequivocabile dall’enorme divario fra i bisogni (180.000 abitanti solo nel capoluogo, di cui oltre il 10 per cento stranieri; circa 26.000 imprese iscritte alla camera di commercio; 3.119 cause civili iscritte solo nel 2001) e il numero di magistrati e di personale amministrativo in organico;

per quanto riguarda la situazione della procura della Repubblica, da tempo è stata denunciata la totale inadeguatezza di una pianta organica che prevede sette magistrati a fronte di un carico di lavoro che, al 31 ottobre 2004, ammonta a circa 21.000 notizie di reato pendenti;

l’imminente trasferimento di due sostituti procuratori che lasceranno gli uffici di Prato in questi mesi è destinato a rendere ancor più pressante la necessità di un intervento per far fronte a questa situazione;

il settore del personale amministrativo versa, se possibile, in condizioni ancora più drammatiche;

anche qui la pianta organica, già di per sé insufficiente, risulta in buona parte scoperta;

l’unità Unep (Ufficio notifiche esecuzione e protesti) del tribunale di Prato ha ricevuto nel 2003 circa 80.000 atti da notificare con 116.000 destinatari e per il 2004, ad oggi, ci sono circa 66.000 atti registrati con quasi 100.000 destinatari;

per contro, sono previsti sulla carta 23 ufficiali giudiziari, mentre ne risultano impiegati soltanto otto e manca uno dei quattro operatori Unep in organico;

non migliore è la situazione del personale amministrativo delle cancellerie dove risulta vacante più del 30 per cento della pianta organica prevista (sono impiegate 56 delle 72 unità previste);

in questa situazione l’amministrazione della giustizia a Prato è destinata a subire disfunzioni e ritardi sempre maggiori -:

se il Governo intenda prendere misure per rispondere in maniera più adeguata alle esigenze degli uffici giudiziari della città di Prato e della sua provincia;

se in particolare, intenda rivedere la dotazione organica del Tribunale, della Procura e del personale amministrativo che appare gravemente sottostimata rispetto a qualsiasi criterio e parametro quantitativo e qualitativo;

se quantomeno intenda garantire la totale copertura dei posti previsti nell’organico della Procura e del personale amministrativo delle cancellerie del Tribunale e della Procura di Prato;

se, in particolare, siano previste assunzioni per l’Ufficio Notifiche Esecuzioni e Protesti di Prato a seguito del concorso per 443 Ufficiali Giudiziari espletato lo scorso anno e in che tempi si è previsto di agire.

 

 

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