Osservatorio Parlamentare

 

Interrogazioni e interpellanze al Ministro della Giustizia

 

Bellini - Seduta del 23 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

sono in fase di realizzazione, presso la casa circondariale di Sollicciano a Firenze, i lavori per la realizzazione dell’ultimo progetto concepito dall’architetto fiorentino Giovanni Michelucci, denominato "Giardino degli incontri", ed elaborato fra il 1986 e il 1990 con la collaborazione attiva di un gruppo di detenuti;

la struttura è composta da un unico spazio che si estende per una superficie complessiva di quasi 5000 metri quadri, con un edificio destinato agli incontri tra i detenuti ed i familiari e, ad esso collegato, un giardino con un percorso d’acqua, un laghetto artificiale ed un anfiteatro da 130 posti per rappresentazioni teatrali ed iniziative di carattere artistico e culturale;

il progetto esecutivo del Giardino degli Incontri, coordinato dall’ingegner G. Padellaro ed in collaborazione con la Fondazione Michelucci, è stato consegnato nel novembre del 1992;

nel corso del 1999 è stato approvato il decreto interministeriale di finanziamento del progetto esecutivo dell’opera sul cap. 8404 del Ministero dei lavori pubblici;

i lavori, appaltati all’impresa costruttrice Calosi e Del Mastio, sono stati realizzati nei tempi concordati al 95 per cento, mentre rimangono ancora da completare gli impianti di riscaldamento ed aerazione, gli impianti di video sorveglianza - resi necessari in corso d’opera dalle nuove normative in materia di sicurezza carceraria - oltre alle opere per il completamento della parte relativa agli arredi e alla sistemazione a verde del giardino;

a causa dei finanziamenti mancanti, circa 480.000 euro complessivi, il cantiere è stato bloccato, mentre per il completamento dei lavori la suddetta impresa costruttrice ha stimato un tempo massimo di 120 giorni;

non risulta che il Governo e i Ministeri competenti (Ministero delle infrastrutture e Ministero della giustizia) abbiano ad oggi garantito la disponibilità dei fondi necessari al completamento della struttura del "Giardino degli Incontri";

la rilevanza sociale dell’opera, che permetterebbe di dotare il complesso penitenziario di Sollicciano a Firenze di una struttura unica in Italia ed in Europa in questo senso, nasce dal bisogno di creare un luogo destinato ai colloqui dei detenuti con i familiari in un ambiente idoneo, in cui sia possibile sperimentare uno stretto rapporto con la città di Firenze e con la comunità esterna;

infatti, secondo il progetto originario del Giardino degli incontri, sono fra l’altro previsti: un punto ristoro, un teatro all’aperto con 130 sedute, la possibilità di esposizioni temporanee di lavori artigiani ed artistici prodotti fuori e dentro il complesso carcerario, la possibilità di incontri ed iniziative culturali anche promosse da associazioni o istituzioni esterne;

il Parlamento ha più volte rilevato il grave problema del sovraffollamento degli istituti penitenziari in Italia, compreso il complesso di Sollicciano a Firenze che attualmente ospita 1.023 detenuti a fronte di una capienza massima di 450 unità;

i rappresentanti della polizia penitenziaria e i sindacati di categoria, oltre che gli educatori, hanno più volte denunciato e sottolineato la grave carenza del personale addetto alla sorveglianza;

va ricordato, infine, che le finalità delle pene detentive dovrebbero essere innanzitutto quelle del recupero sociale del soggetto detenuto, che dovrebbe poter svolgere con continuità all’interno del carcere attività formative, lavorative e ricreative volte ad un positivo reinserimento sociale e lavorativo nella comunità -:

se e quali iniziative intendano adottare i Ministri interrogati per dare seguito al mantenimento degli impegni presi, affinché siano reperiti in tempi certi i suddetti fondi necessari al completamento dei lavori, circa 480.000 euro, per la realizzazione del "Giardino degli incontri" presso la casa circondariale di Sollicciano a Firenze, anche in considerazione delle ulteriori spese per la realizzazione degli impianti di video sorveglianza rese oggi necessarie dalla nuova legislazione in materia di sicurezza carceraria;

se si ritenga utile coinvolgere gli enti locali, la Regione Toscana e l’amministrazione penitenziaria per definire insieme lo stato della situazione e quali contributi le realtà interessate possono mettere in campo per la realizzazione del "Giardino degli incontri", nell’ambito del suddetto finanziamento di competenza statale.

 

Buemi - Seduta del 16 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

il carcere minorile "Ferrante Aporti", sito nella città di Torino, è stato nel corso degli anni, un luogo dove si è cercato di sperimentare un processo reale di reinserimento sociale dei giovani detenuti;

per proseguire questa opera, visto il prevalere, negli ultimi tempi, di una concezione più basata sulla vendetta e sull’autoritarismo che sul recupero del detenuto, il comune di Torino, con l’aiuto di una commissione, presieduta da Pietro Vercellone, noto esperto di diritto minorile, aveva presentato un progetto di riqualificazione del carcere minorile che puntava su inserimento ed inclusione sociale;

tale progetto è stato, per il momento, affossato per mancanza di volontà politica da parte del Ministero;

ad avviso dell’interrogante sembra negativo e controproducente concepire l’espiazione della pena esclusivamente come vendetta, elemento questo che rischia solamente di alimentare la criminalità, e, di conseguenza, come si intenda agire per togliere il detenuto da quel contesto sociale e da quelle condizioni di vita in cui, spesso, maturano isolamento sociale e tendenza al crimine -:

se si ritenga valido il progetto presentato dal comune di Torino, teso al recupero dei giovani detenuti, e per quale motivo, visto oltretutto le dichiarazioni più volte fatte dal Ministro sulla volontà di ristrutturare e rendere più efficiente le carceri italiane, non si è ancora provveduto a finanziare tale opera.

 

Buemi - Seduta del 16 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

nel luglio 2003 fu costituita la società "Dike Aedifica SPA.", controllata dalla "Patrimonio SPA" del Ministero dell’economia, avente per oggetto l’esercizio in forma di impresa dell’attività da eseguirsi anche in regime di concessione, di realizzazione totale o parziale di interventi di edilizia giudiziaria e penitenziaria, ivi compresi i carceri minorili, sia in sede di nuova costruzione che di rifacimento e/o ristrutturazione di immobili esistenti;

in pratica, come ha avuto modo di specificare il Ministro Castelli all’inaugurazione dell’anno giudiziario 2005, alla Dike Aedifica saranno attribuite le risorse derivanti dalla vendita dei penitenziari dismessi, che saranno utilizzate per le ristrutturazioni, le acquisizioni, da effettuare, in forma privilegiata, attraverso la locazione finanziaria, con procedure, quali il leasing immobiliare e il project financing, implicanti l’affidamento e la gestione a privati della costruzione di edifici penitenziari;

in materia, è utile ricordare la vicenda del carcere di Pordenone, previsto dal Ministro nel piano straordinario, che inizialmente era stato pensato con il finanziamento ordinario ed il costo stimato di circa 20 miliardi di lire, nel 2003 c’è un ripensamento e si inaugura la stagione del leasing con una stima prevista di 32,5 milioni di euro, con un aumento quasi triplicato dei costi;

in questo modo, anche il carcere, diventa terreno di sperimentazione della finanza creativa, ad avviso dell’interrogante, a tutto danno delle finanze dello Stato, che vende il proprio patrimonio immobiliare (compresi i relativi terreni edificabili) per affittare, con diritto di acquisizione a lungo termine, nuovi istituti penitenziari;

non a caso, lo stesso Presidente del Consiglio, durante un incontro con il Presidente cileno Lagos, ha affermato "noi guardiamo alle tante cose positive realizzate in Cile. Ad esempio la privatizzazione del sistema carcerario";

un’operazione complessiva che tarda a realizzarsi viste le pochissime ristrutturazioni delle strutture carcerarie sin qua realizzate o progettate, che tende, però, a determinare una pericolosa inversione di tendenza, quella di considerare le carceri come luogo di profitto e non di recupero e reinserimento sociale;

a tutto ciò, si accompagna quanto avvenuto il 23 marzo 2005 con l’inchiesta portata avanti dal pubblico ministero romano, Pietro Giordano, che ha iscritto, tra gli altri, sul registro degli indagati anche Giuseppe Magni, consulente dimissionario, dal mese di febbraio del corrente anno, del Ministro della giustizia per l’edilizia carceraria, su presunte irregolarità ed episodi di corruzione legati agli appalti per la edificazione o ristrutturazione di alcuni istituti penitenziari;

tale situazione, a fronte di una sostanziale assenza di controlli sulle scelte operate dalla "Dike Aedifica SPA", pone inquietanti interrogativi sia per quanto riguarda le scelte politiche, che quelle di carattere finanziario ed economico;

a ciò va aggiunto che tali scelte, probabilmente dettate da interessi, ad avviso dell’interrogante, più di carattere elettorale, considerato il fallimento della politica di repressione della criminalità, nonostante l’impegno profuso dalle forze dell’ordine, che da un attento esame su come sia possibile prevenire e perseguire il crimine, rischiano di rendere più esplosiva la situazione nelle carceri italiane che stanno diventando, sempre più, luoghi di contenimento più che strutture atte al recupero;

sembra opportuno, ad avviso dell’interrogante, che il Parlamento sia messo al corrente sulle attività della Dike Aedifica Spa con particolare riferimento alla gestione, valorizzazione e eventuale alienazione del patrimonio demaniale;

si ritiene necessario, per sconfiggere la criminalità, accompagnare la necessaria opera di repressione con una politica più attenta al recupero e al reinserimento dei detenuti che, spesso per piccoli reati, affollano le carceri italiane e che a ciò si debba accompagnare un rafforzamento dello stato e delle garanzie sociali come elemento di prevenzione -:

quale attività ha realizzato, a tutt’oggi, la Dike Aedifica SPA, nell’ambito dell’attività sociale di costruzione e ristrutturazione di edifici penitenziari e quali istituti sono stati alla stessa trasferiti nell’ambito delle dismissioni previste;

quali sono i rapporti di lavoro che il signor Giuseppe Magni ha intrattenuto, durante l’incarico di consulenza per l’edilizia penitenziaria, con la Dike Aedifica SPA;

se non ritenga che le scelte, sin qui operate, con la dismissione di patrimoni e relativi terreni edificabili, che puntano a privatizzare il sistema penitenziario, siano dannose non solo da un punto di vista economico, ma anche da un punto di vista sociale visto il rischio concreto, legato alla necessità di realizzare profitti da parte degli imprenditori interessati, che si crei una frattura ancora più profonda tra detenuti e società con il conseguente rischio di un ulteriore aumento della criminalità nel nostro Paese;

come s’intenda, nell’immediato, risolvere la situazione di sovraffollamento delle carceri italiane, in cui malati terminali, piccoli e grandi criminali, vivono in condizioni spesso disumane, come hanno più volte denunciato gli operatori del settore, che hanno portato ad un aumento impressionante del numero di suicidi.

 

La Grua - Seduta del 16 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

risulta all’interrogante che le organizzazioni sindacali rappresentative degli agenti di Polizia Penitenziaria in servizio presso la Casa Circondariale di Ragusa avrebbero diffuso un documento con il quale si denuncia la gravità della situazione in cui versa detta casa Circondariale a causa della carenza dell’organico degli agenti, del sovraffollamento della popolazione detenuta e dello stato di degrado di alcuni reparti detentivi per insufficienza di fondi per la manutenzione;

il personale di Polizia del Carcere di Ragusa è notevolmente sottodimensionato e, ciò nonostante, è chiamato a fronteggiare quotidianamente situazioni straordinarie in condizioni minime di sicurezza;

a fronte di una capienza normale di 188 detenuti, in atto, nella Casa Circondariale di Ragusa ve ne sono ospitati ben 220, con conseguenze negative sia per le legittime proteste dei detenuti (ad alcuni dei quali non è possibile assicurare neppure un posto letto), sia per l’impossibilità di attuarne la separazione in adeguati reparti;

lo stato di degrado di alcuni reparti detentivi determina malcontento fra i detenuti e fa sorgere il rischio di clamorose proteste difficili da controllare -:

se non ritenga di valutare l’opportunità di incrementare adeguatamente il personale di Polizia Penitenziaria nella Casa Circondariale di Ragusa, di procedere allo sfollamento dei detenuti e di stanziare somme adeguate per migliorare le strutture detentive.

 

 

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