Osservatorio Parlamentare

 

Interrogazioni e interpellanze al Ministro della Giustizia

 

Guerzoni e altri - Seduta del 1 marzo 2005

 

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere - premesso che:

nei giorni scorsi diversi organi di informazione hanno dato notizia che il 21 marzo prossimo verrà inaugurata una nuova struttura carceraria destinata a detenuti tossicodipendenti presso quella che ora è la Casa di Lavoro esistente nel comune di Castelfranco Emilia, suscitando sorpresa sia nelle amministrazioni locali che nella regione, in quanto il sindaco del comune ha più volte dichiarato di essere del tutto all’oscuro del progetto e di non essere mai stato informato a livello istituzionale né dal Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria), né dal Ministero della giustizia, e altrettanto è stato ribadito dall’assessorato regionale competente in materia di servizi sociali e sanitari;

la regione Emilia - Romagna e il Ministero della giustizia nel 1998, all’interno di un protocollo d’intesa, sottoscrissero l’impegno a portare avanti un progetto per istituire una sezione a custodia attenuata anche presso la Casa di Lavoro di Castelfranco Emilia, che avesse come riferimento le positive esperienze già in corso nella regione. Infatti in Emilia Romagna sono attive da tempo due sezioni a custodia attenuata per tossicodipendenti, a Rimini e a Forlì, istituite in base a quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 309/90. Queste sedi sono di dimensione ridotta (15 posti), con personale del carcere (polizia penitenziaria e educatori) integrato da professionisti dell’Azienda sanitaria, in collaborazione con le Comunità terapeutiche del territorio e con gli enti locali per la costruzione di percorsi al termine della detenzione;

non è però mai stato dato corso all’impegno assunto, né sono stati attivati i previsti tavoli di confronto tra le istituzioni coinvolte, né si è pensato a definire gli indispensabili protocolli operativi. Ora invece si propone attraverso la stampa "un carcere modello", "che servirà per aprirne altre in Italia". Inoltre le dimensioni della struttura, che prevede 140 detenuti, fanno intendere che si è di fronte a qualcosa di profondamente diverso, come diverso sembra essere il rapporto privatistico nella gestione affidata ad una comunità esterna. Poco o nulla infatti è stato detto sul progetto, che se esiste, è stato però definito senza tenere in alcuna considerazione le altre esperienze e senza coinvolgere la regione che è titolare attraverso il servizio sanitario della competenza della tutela della salute anche delle persone dipendenti da sostanze in carcere -:

quale iniziativa intenda assumere per fornire una informazione più precisa della situazione esistente al sindaco e alle amministrazioni locali, le cui comunità sono direttamente coinvolte dalle decisioni assunte o che si assumeranno da parte dell’amministrazione penitenziaria e del Ministero della giustizia;

se non ritenga opportuno, prima di procedere ad inaugurazioni, secondo gli interpellanti, affrettate e di stampo elettoralistico, aprire un reale tavolo di confronto con la regione rispondendo positivamente alla richiesta avanzata di verificare tecnicamente il progetto e sulle sue finalità, in considerazione dell’esperienza esistente e della particolare attenzione che deve rivestire un tema come quello della condizione della persone tossicodipendenti detenute, che richiede per l’obiettivo del recupero e del reinserimento sociale un rapporto stretto con il territorio.

 

Guerzoni, Manzini, Sereni, Mariotti, Maurandi, Nigra, Mazzarello, Zanotti, Sabattini, Bandoli, Grandi, Motta, Nannicini, Nieddu, Sandri, Sedioli, Soda, Buffo, Dameri, Pisa, Battaglia, Bellini, Bielli, Sciacca, Albonetti, Montecchi, De Brasi, Trupia, Fumagalli, Cennamo, Buglio, Paola Mariani, Raffaldini, Cordoni, Lolli, Gasperoni, Carboni.

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