Osservatorio Parlamentare

 

Interrogazioni e interpellanze al Ministro della Giustizia

 

Onnis - Seduta del 15 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

secondo dati recentemente diffusi dalla stampa, in Italia si conterebbero ormai ben 59.000 detenuti, che, con circa 7.000 nuovi ingressi ogni mese, progressivamente aumenterebbero di circa duecento unità alla settimana (Il Corriere della Sera, edizione dell’11 giugno 2005, pagina 16);

le statistiche dimostrano che si tratta del numero più elevato finora raggiunto in Italia;

parallelamente alla crescita della popolazione carceraria, sarebbero anche aumentati, in percentuale, i casi di suicidio tra i detenuti: 52 nel 2004 (9,2 ogni 10.000 detenuti), 25 nei primi cinque mesi del 2005 (10,1 ogni 10.000 detenuti; Il Corriere della Sera, citato). Secondo altre fonti, invece, finora, nel corrente anno, si sarebbero verificati addirittura 30 casi di suicidio tra i reclusi (La Repubblica, edizione dell’11 giugno 2005, pagina 13);

a Cagliari, il direttore del penitenziario di Buoncammino ha pubblicamente rilevato la particolare condizione di quell’istituto, ove sarebbero attualmente presenti 480 detenuti, gran parte dei quali afflitti da gravi patologie (Il Giornale di Sardegna, edizione del 2 giugno 2005, pagina 32);

in particolare, secondo i dati diffusi dal direttore del penitenziario sopra indicato, quel carcere ospiterebbe 124 detenuti con sofferenze psichiatriche gravi, 165 colpiti da epatite di tipo B e C, 150 sieropositivi, 24 dei quali con AIDS conclamato;

l’elevato numero di reclusi portatori di gravi malattie rende ulteriormente difficile, presso il penitenziario di Buoncammino, la gestione degli spazi, già molto ristretti, in quanto occorrerebbe garantire i detenuti sani dai contatti con i malati e dai rischi di contagio;

inoltre, vengono lamentate evidenti carenze di personale civile e della polizia penitenziaria;

il Ministro interrogato ha annunciato di voler porre rimedio alla drammatica situazione delle carceri italiane, e in particolare al sovraffollamento riscontrato in molte strutture, attraverso la realizzazione di un piano "articolato in sei punti", prevalentemente basato sulla "redistribuzione dei detenuti sul territorio nazionale, sull’utilizzo di posti in istituti ora chiusi e sull’apertura di due penitenziari a Perugia e ad Ancona; e su un giro di vite delle espulsioni degli extracomunitari in arresto" (Il Corriere della Sera, citato);

interessa in particolare conoscere quali misure siano state approntate in relazione ai problemi evidenziati presso gli istituti di pena in Sardegna, con specifico riguardo alla gestione della popolazione carceraria che versa in precarie condizioni di salute e alla convivenza tra questi detenuti e quelli considerati sani -:

quali dati aggiornati siano a disposizione del Governo in relazione alla situazione riscontrata presso il carcere di Buoncammino, a Cagliari, e presso gli altri penitenziari della Sardegna, con particolare riguardo al numero di detenuti effettivamente presenti in ciascuna struttura, ai casi di sovraffollamento eventualmente riscontrati e alla percentuale di reclusi portatori di patologie;

quali iniziative siano state assunte o programmate con riguardo ai penitenziari della Sardegna e, in particolare, quali misure si vogliano attuare per porre rimedio ai problemi di gestione della convivenza tra detenuti sani e ammalati, nonché alle carenze di personale civile e della polizia penitenziaria, recentemente lamentati con specifico riguardo al carcere cagliaritano di Buoncammino.

 

Rosato e Damiani - Seduta del 15 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

il carcere di Trieste ospita al suo interno una sezione femminile, che accoglie anche le detenute qui trasferite dopo la chiusura della sezione femminile del carcere di Tolmezzo e l’inizio dei lavori di ristrutturazione del carcere di Udine;

la sezione offre potenzialmente un buon standard di servizi, il lavoro e l’organizzazione godono di un riconosciuto apprezzamento e molto attivo è l’operato svolto dai volontari che integrano l’attività di agenti, psicologi ed educatori spesso non in numero sufficiente visto il numero di detenute che la sezione accoglie;

recentemente è stata completata la realizzazione di un’area trattamentale, dotata di due laboratori medici e spazi per il trattenimento, per cui sono state impiegate cospicue risorse, spazio di grande importanza per la socialità delle detenute nella struttura e per il loro processo di recupero e reinserimento nella società;

il tentativo di procedere all’apertura dell’area ha reso ancor più evidente il cronico problema del personale, in particolare a causa della mancanza di un numero adeguato di agenti donne, problema che sta impedendo l’utilizzo dello spazio;

la carenza di agenti di polizia penitenziaria donne nella sezione è resa evidente anche dalla difficoltà di garantire molti servizi che dovrebbero essere svolti solo da personale femminile, ma ai quali, essendo il numero di agenti donne a disposizione insufficiente, devono obbligatoriamente provvedere anche gli agenti uomini -:

se non ritenga opportuno provvedere ad assegnare agenti donne alla sezione femminile del carcere di Trieste, al fine di rendere operative le strutture ivi presenti, anche utilizzando gli istituti della mobilità volontaria del personale o nuove assunzioni.

 

Mascia - Seduta del 14 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

il personale di Polizia Penitenziaria impiegato nella casa circondariale di Busto Arsizio ha proclamato lo stato di agitazione per segnalare la gestione tenuta dalla direzione del carcere;

le organizzazioni sindacali da tempo denunciano inascoltate uno stato di cose inaccettabile che peraltro ha gravi ricadute sull’organizzazione del lavoro all’interno del carcere;

da una lettera inviata in data 20 maggio 2005 dai rappresentati del coordinamento locale Uil.Pa, Cisl.Fps, Sappe; Osapp, Sinappe, Snapp a tutti gli organi competenti si apprende, tra l’altro: "Il personale di PP.PP. si vede ormai rifiutato tutto ciò a cui ha diritto ed in particolare: i permessi legge 104 (arbitrariamente censurati); i congedi sono posti in essere atteggiamenti autoritari; i congedi straordinari per motivi familiari vengono comunque e sempre censurati; il lavoro straordinario, disposto d’autorità, viene messo a recupero e non retribuito; il servizio è disposto in modo provvisorio e mai definitivo, non vi è giorno in cui non subisca variazioni improvvise; non vi è nessuna considerazione nei confronti di coloro che prospettano delle situazioni familiari particolari, tanto da subire ritorsioni qualora il personale si renda indisponibile ad assumere incarichi specifici";

le organizzazioni sindacali denunciano inoltre che "ogni sforzo profuso nel tentativo di riproporre un sistema di relazioni sindacali quantomeno accettabile, è vanificato da un Direttore completamente fuori da ogni regola" e di trovarsi davanti ad una "dittatura" che ignora le indicazioni che giungono dal Dipartimento e dal Provveditore regionale -:

se e quali iniziative intenda adottare per far fronte alla grave situazione in cui il personale della casa circondariale di Busto Arsizio si trova ad operare;

se non ritenga grave l’annullamento di un sistema di relazioni sindacali accettabile e quali iniziative intenda adottare nei confronti della direzione del carcere affinché si ripristinino immediatamente normali relazioni sindacali;

se non intenda convocare immediatamente attraverso i competenti organismi dell’Amministrazione il coordinamento locale Uil.Pa, Cisl.Fps, Sappe, Osapp, Sinappe, Snapp al fine di approfondire i problemi di gestione segnalati e trovare soluzioni condivise.

 

Vigni - Seduta del 14 giugno 2005

 

Per sapere - premesso che:

l’evasione di un detenuto dalla casa circondariale di Siena, avvenuta nei giorni scorsi, ripropone il problema della inadeguatezza delle strutture del carcere di Santo Spirito e la necessità di predisporre la realizzazione di un nuovo edificio carcerario fuori dal centro storico;

la realizzazione di una nuova sede del carcere di Siena servirebbe a garantire migliori condizioni strutturali e di sicurezza; al tempo stesso consentirebbe il riutilizzo di un complesso edilizio di forte valore storico ed urbanistico -:

se condivida la necessità di individuare una nuova sede per la casa circondariale di Siena e, in caso affermativo, quali iniziative intenda sviluppare per prevederne la realizzazione nell’ambito del piano di edilizia penitenziaria.

 

 

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