L'opinione dei detenuti

 

"Soldi dei criminali" e soldi dei poveracci

 

Stefano Bentivogli - Redazione di Ristretti Orizzonti

 

Quando si parla dei "soldi dei criminali", si intende il sequestro dei beni dei mafiosi o anche le spese processuali e le pene pecuniarie, comprese quelle associate alla condanna al carcere? Questa è la prima questione che andrebbe chiarita se si propone che questi soldi e beni, che lo Stato italiano dovrebbe iniziare a recuperare con più "convinzione", potrebbero essere utilizzati per risanare i conti pubblici.

Sono diversi difatti i tipi di proventi di questo genere che, a vario titolo, possono essere chiesti o sequestrati a chi è stato condannato per illeciti. Ed è un chiarimento che andrebbe fatto con estrema attenzione, al di là di quella che può essere stata l’occasione nella quale il Pubblico Ministero Francesco Greco ha efficacemente denunciato una situazione che ha veramente dell’anomalo.

L’ammontare della cifra che lo Stato potrebbe recuperare, non avendo mai funzionato a regime né il sequestro dei beni di mafia, né il recupero di soldi sottratti (o non versati) allo Stato, né le sanzioni pecuniarie comminate normalmente insieme alla pena della reclusione, è senz’altro alta ma colpisce tasche ben diverse.

Normalmente in sede di sentenza, oltre alla pena del carcere, viene chiesto infatti al condannato il pagamento di una multa, e ciò avviene indipendentemente dalla sua condizione economica, ma solo in base al reato per cui è stato condannato.

Occorre chiarezza quindi, occorre lo sforzo di spiegare come stanno le cose sventando il rischio demagogico di far credere alla gente che operazioni del genere abbiano facilmente successo: in realtà, se non condotte in maniera oculata, sono pura demagogia, oltre a non sortire un euro che sia uno per le casse dello Stato.

È una fortuna che proprio nello stesso giornale nel quale leggo di questa proposta di Greco ci siano svariate pagine (alleluia) dove si parla di amnistia ed indulto, con tabelle e dati. Ed è proprio lì la chiave di ciò che vorrei fosse chiaro o chiarito, ossia che la gran parte delle persone che sono dietro le sbarre, ad esempio, soldi per pagare le multe non ne hanno, come non ne hanno per pagare le spese di mantenimento carcerario (già, arriva il conto anche di quello… come in albergo), né per pagare i soldi degli avvocati etc..

Non mi riferisco a tutti ovviamente, ma la gran parte è proprio in queste condizioni oppure in quelle di far fare sacrifici incredibili alle famiglie, se le hanno, che li aspettano fuori.

Certo, gli esempi di Greco sono inoppugnabili: i soldi di Tangentopoli, Antonveneta. Ma non è dentro le carceri, o almeno lo è in piccola parte, che si possono andare a recuperare risorse per coprire il disavanzo.

Tutta questa gente di cui parla Greco è per la maggior parte fuori dal carcere, sono quelli che al massimo hanno scontato non una pena, ma lo spavento all’idea che i "colletti bianchi" pagassero veramente per i reati commessi. Diversa è la questione della confisca delle immense ricchezze della mafia, qualcosa lì si è provato a fare, ma se penso alle cifre di affari che ad ogni blitz sembra siano stati sventati ed a quanto invece si è recuperato viene da sorridere.

Per farla breve: non sia mai che l’idea di attingere a questa risorsa dei "beni dei criminali" alla fine impedisca di rivedere quel meccanismo balordo, per cui il ladruncolo, tossico o meno che sia, finita la pena si trovi ulteriormente vessato da debiti con lo Stato che non è mai in grado di pagare, ed è costretto a chiederne la conversione in misura di sicurezza. Non si può far di tutte le tasche dei condannati il sacco da dove attingere soldi per il risanamento, perché molte di queste tasche sono vuote, e questa è una delle condizioni per cui quando si esce dal carcere si parte col piede sbagliato, perché molti di questi "criminali" hanno già pagato e duramente (il carcere di oggi è durissimo) per le loro trasgressioni. E magari a questa maggioranza di tasche vuote non sarebbe il caso di offrirgli l’opportunità di ripartire con qualche possibilità economica in più, piuttosto che ritrovarli immediatamente con l’urgenza di delinquere per mangiare e per dormire?

Sia chiaro che a me non dispiace se i grandi ladri di Stato ed i grandi boss mafiosi rendono quanto hanno tolto anche dalle mie tasche, occhio però a non farne una questione di categoria morale, i delinquenti a cui togliere i soldi per renderli allo Stato degli onesti. Numericamente i delinquenti accertati, quelli che magari pagano il conto con il carcere sul serio, sono a loro volta stati vittime della delinquenza ricca, a questi volente o nolente hanno portato risorse, e non vorrei che dopo aver pagato in proporzione ben di più dei primi, si trovino in maniera uguale considerati debitori verso lo Stato.

 

 

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