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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di venerdì 31 ottobre 2025

di Giulio Manfredi ed Emilia Rossi*

europaradicale.eu, 31 ottobre 2025 Il 21 ottobre scorso, il Direttore Generale dei Detenuti e del Trattamento del DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria), Ernesto Napolillo, ha inviato una circolare ai Provveditorati Regionali e alle Direzioni degli istituti penitenziari con cui si dispone che “per i soli Istituti penitenziari con circuiti a gestione dipartimentale (Alta Sicurezza, Collaboratori di Giustizia, 41-bis) l’autorizzazione per gli eventi di carattere trattamentale, anche se previsti per i soli detenuti allocati nel medesimo istituto al circuito cd. Media Sicurezza, dovrà sempre essere richiesta a questa Direzione Generale”.

 

di Domenico Marino

Avvenire, 31 ottobre 2025 Claudio Conte è un laureato premiato per la tesi migliore dell’anno in Italia e adesso anche un dottore di ricerca con lode. Ma da oltre tre decenni Claudio è anzitutto un detenuto che per di più ha trascorso buona parte dei suoi anni dietro le sbarre al 41 bis. Ma né le rigide limitazioni imposte dallo speciale disciplinare detentivo, né il peso di quanto fatto o il pesante stigma del recluso hanno piegato la volontà di quest’uomo simbolo vivente dell’importanza d’avere una seconda occasione. Adesso l’Università della Calabria, confermata come il miglior grande ateneo italiano dalla classifica 2025/2026 del Censis, lo loda come il primo dottore di ricerca detenuto in Italia da quando, nel 2018, è stata istituita la Cnupp (Conferenza nazionale dei delegati dei rettori per i poli universitari penitenziari), organismo che coordina e promuove le attività degli Atenei all’interno degli istituti penitenziari.

 

di Giovanni Bianconi

Corriere della Sera, 31 ottobre 2025 Una riforma che sembra proporre più problemi che soluzioni. Restano irrisolti i nodi che sono emersi anche all’interno della stessa maggioranza che l’ha votata. Anche al momento dell’approvazione definitiva non sono mancati slogan contrapposti, che c’entrano poco o niente con il merito della riforma costituzionale della magistratura. Evocata da un lato come il toccasana per frenare gli errori giudiziari e la “giustizia politicizzata”, e dall’altro come un pericolo immanente e imminente per la democrazia. Affermazioni quanto meno azzardate, e ci sarebbe da augurarsi che la campagna referendaria che sta per cominciare sfugga alla trappola di richiami fideistici o catastrofici, ancorché infondati. Ma viste le premesse è difficile che accada.

 

di Danilo Paolini

Avvenire, 31 ottobre 2025 Le modifiche dovrebbero servire a migliorare la vita dei cittadini. Ma troppo spesso il clangore prodotto dallo scontro politico e mediatico lo fa dimenticare. Un approccio più razionale alle cose della giustizia, al posto di quello un po’ morboso e quasi isterico che si usa avere nel nostro Paese da oltre 30 anni, consentirebbe di vedere due aspetti della riforma costituzionale approvata in via definitiva dal Parlamento. Il primo è che la separazione delle carriere delle magistrature giudicante e requirente non è un colpo di Stato. Il secondo aspetto - strettamente correlato al primo - è che, a Costituzione vigente (anche così come modificata dalla riforma) non sottomette la funzione del pubblico ministero al potere esecutivo.

 

di Giorgio Tonini

Il Foglio, 31 ottobre 2025 Sin dall’inizio il confronto parlamentare ha assunto i toni di una precoce campagna referendaria, in patente contraddizione non solo con la retorica della centralità del Parlamento, ma anche con lo spirito dell’articolo 138, che suggerisce al Parlamento la via maestra dell’approvazione condivisa delle revisioni costituzionali.

 

di Vittorio Minervini*

Il Dubbio, 31 ottobre 2025 Giunge a termine il percorso parlamentare per la modifica dell’art. 102 Cost., che prevede l’introduzione della separazione delle carriere dei magistrati, nella distinzione formale tra giudicanti e requirenti. Una riforma attesa trentasei anni: per ogni ordinamento arriva, prima o poi, il momento in cui deve rivolgere lo sguardo verso se stesso, nella continua evoluzione come soggetto vivente, necessaria se non vuole trasformarsi in un corpo asfittico. Per la giustizia italiana oggi quel momento è giunto, in attesa dell’esito del referendum confermativo della riforma. La politica attuale, sempre più immersa in un presente infinito, dovrà essere in grado di interpretare il prossimo passaggio per il suo effettivo significato, perché il quesito referendario sia compreso nel suo autentico valore, oltre ogni contrapposizione partitica.

 

di Gaetano Azzariti

Il Manifesto, 31 ottobre 2025 Il disegno di legge sull’ordinamento della giustizia è stato approvato violando lo spirito, ma anche la lettera della nostra Costituzione. Per la prima volta nella storia della nostra Repubblica, infatti, i quattro passaggi parlamentari non sono serviti assolutamente a nulla: non hanno permesso alcuna discussione autonoma dei parlamentari. I parlamentari hanno votato infatti per disciplina di partito e vincolo di maggioranza senza poter esercitare il loro libero mandato. Il testo approvato in via definitiva è esattamente lo stesso approvato dal Consiglio dei ministri nel maggio del 2024, nei quattro passaggi in Parlamento non ha subito alcuna modifica. L’andamento della discussione (si fa per dire) è stato paradossale.

 

di Claudio Cerasa

Il Foglio, 31 ottobre 2025 Giudici con più indipendenza, magistratura meno politicizzata, democrazia più tutelata, Costituzione più rispettata. Si può dire di no? Come ribaltare le tesi più serie dei nemici della separazione dei poteri e del sorteggio al Csm. Gli avversari più acerrimi della riforma della giustizia, riforma che come sapete prevede la separazione delle carriere tra pubblico ministero e giudice, l’indebolimento delle correnti attraverso il sorteggio dei membri del Csm e l’introduzione di un’alta corte cui è attribuita in via esclusiva la giurisdizione disciplinare tanto nei confronti dei magistrati giudicanti quanto dei magistrati requirenti, sostengono da mesi tre tesi precise per provare a dimostrare che il testo approvato ieri in via definitiva al Senato sia un pericolo per il futuro del nostro paese. Tre punti, tre idee, tre battaglie.

 

di Ermes Antonucci

Il Foglio, 31 ottobre 2025 Meloni e Nordio vogliono tagliare i tempi di indizione del referendum confermativo, seguendo un’interpretazione diversa, rispetto ai governi precedenti, delle norme che regolano la materia. L’obiettivo è andare alle urne agli inizi di marzo, evitando la concomitanza con altri appuntamenti elettorali o che si aggiungano divisioni interne. Correre, correre, correre. È la parola d’ordine che circola tra Palazzo Chigi e Via Arenula sul referendum confermativo della giustizia, dopo l’approvazione in via definitiva del provvedimento al Senato (112 voti favorevoli, 59 contrari e 9 astensioni).

 

di Daniela Preziosi

Il Domani, 31 ottobre 2025 Dopo l’ultimo sì del senato alla riforma della magistratura, la segretaria dem: “L’obiettivo è indebolire l’indipendenza della magistratura e permettere a chi comanda di scegliersi i propri giudici”. Sul Ponte di Messina: “Si fermino”. Pd e M5s, conferenze separate. Dietro le spalle le campeggia il cartello che Pd, M5s e Avs hanno esposto nell’aula del Senato al momento del sì finale della riforma della magistratura. Dice “No ai pieni poteri” e già dà l’idea della campagna referendaria. Elly Schlein, fra i presidenti dei gruppi Francesco Boccia e Chiara Braga, inizia a snocciolare le ragioni del No: è “una falsa riforma che non tocca i nodi veri della giustizia, come la durata dei processi o il sovraffollamento carcerario.

di Luca Roberto

Il Foglio, 31 ottobre 2025 Il deputato di Italia viva ed ex radicale: “Al referendum spero vinca il sì, ma credo anche che chi ha a cuore questi principi garantisti abbia iniziato con il piede sbagliato. Usare la clava non serve”. “Sono quarant’anni che facciamo battaglia su questi temi”, dice Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva, voce storica dei radicali e da sempre tra i più convinti sostenitori della separazione delle carriere. “Io mi batto per questo obiettivo dai tempi di Pannella e Bonino, quando nei nostri congressi si parlava di giustizia come di un diritto da difendere, non come di un campo di battaglia per le correnti o per i governi”.

 

di Marcello Basilico

Il Domani, 31 ottobre 2025 Il disegno dietro la riforma è quello di cambiare la collocazione della magistratura nella Carta, dividendola in due e sorteggiando chi deve garantirne l’autonomia. L’approvazione definitiva della riforma costituzionale è avvenuta a tempo di record, come previsto e annunciato. Si apre dunque la stagione del referendum, reso necessario dal fatto che la maggioranza parlamentare è stata inferiore ai due terzi. Più che dei contenuti della legge, peraltro, la maggioranza è sembrata preoccuparsi finora della celerità e del messaggio politico della riforma. Il che già di per sé dovrebbe allarmare qualunque cittadino, visto che parliamo di modificare la Costituzione.

 

di Gian Carlo Caselli e Vittorio Barosio

La Stampa, 31 ottobre 2025 Nell’inchiesta di Palermo sull’omicidio di Piersanti Mattarella, avvenuto 45 anni fa, l’ex prefetto Filippo Piritore (allora funzionario della Squadra mobile) è indagato per depistaggio. L’accusa è di aver fatto scomparire un guanto rimasto nell’autovettura dei killer e che avrebbe potuto essere utile per risalire agli autori dell’omicidio. Il caso del guanto sparito ha riacceso l’attenzione sui molti casi analoghi che si sono verificati in momenti significativi, talora nevralgici, della storia criminale di Cosa nostra. Alcuni articoli scritti da Mauro De Mauro e riposti in un cassetto della sua scrivania furono trafugati dopo la sua morte. Dopo la strage di via Carini, in cui fu ucciso il generale-prefetto Carlo Alberto dalla Chiesa, furono sottratti documenti custoditi nella cassaforte della Prefettura.

 

di Francesco Machina Grifeo

Il Sole 24 Ore, 31 ottobre 2025 Lo ha chiarito la Cassazione, con l’ordinanza n. 35419 depositata oggi, affermando un principio di diritto. Anche dopo la cd. riforma Nordio che ha sbarrato la strada all’appello del Pm contro le pronunce di proscioglimento, la parte civile rimane legittimata a impugnare con riguardo ovviamente ai soli capi concernenti la responsabilità civile. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 35419 depositata oggi, affermando un principio di diritto.

 

Il Centro, 31 ottobre 2025 Secondo quanto si è appreso, un detenuto italiano di 35 anni è rimasto ferito gravemente nel corso di una violenta zuffa con un altro recluso di nazionalità straniera: ha riportato gravi traumi al bacino e agli arti superiori e diverse ferite da arma da taglio alle gambe. L’uomo è stato soccorso dal personale di polizia penitenziaria e dopo una prima assistenza in infermeria, in considerazione della gravità delle sue condizioni, è stato trasferito con un’ambulanza del 118 all’ospedale di Teramo in codice rosso.

 

di Gianni Alemanno e Fabio Falbo

Il Dubbio, 31 ottobre 2025 Prima di scrivere siamo andati a controllare di persona, perché questa è una storia tanto folle che non sembrava vera neanche a noi. E invece è tutto vero, lo abbiamo visto con i nostri occhi: Zoran e Joao Victor stanno realmente insieme nella stessa cella da una sola persona. Non solo, ma non hanno neanche il lavandino, mentre il WC (come in tutte le celle singole, dette “cubicoli”) è a vista senza nessuno schermo per difendere la privacy. Ma andiamo con ordine.

 

di Salvatore Tropea

romasette.it, 31 ottobre 2025 L’incontro sul progetto Comunità educante con i carcerati, promosso dalla Pastorale carceraria della diocesi di Roma. Trincia: “Un’alternativa valida al carcere, strada da percorrere con urgenza”. Da una giustizia retributiva a una riparativa, da una pena che è solo condanna a una che rieduca. È la strada indicata dalla Pastorale carceraria della diocesi di Roma, che ha ripreso a pieno regime le attività del nuovo anno pastorale, con l’incontro di ieri, giovedì 30 ottobre, al Pontificio Seminario Romano Maggiore con Giorgio Pieri, coordinatore e ideatore del progetto Comunità educante con i carcerati (Cec) della Comunità Papa Giovanni XXIII.

 

di Ciro Salvucci e Piero Di Domenicantonio

L’Osservatore Romano, 31 ottobre 2025 Da che mondo è mondo, la famiglia si riunisce sempre al momento del pasto. Per questo, a Roma, c’è un posto dove la tavola è sempre imbandita e c’è posto per tutti. È il centro dell’associazione Vo.Re.Co. (Volontari Regina Coeli), in via della Lungara, nel cuore di Trastevere. Nato nel 2012 come punto di raccolta di abiti e cibo per i detenuti del carcere che sta proprio lì di fronte, ben presto è diventato la casa di una grande famiglia, aperta tutti i giorni a tutti coloro che hanno bisogno.

 

di Veronica Rossi

vita.it, 31 ottobre 2025 Nella casa circondariale di Busto Arsizio, grazie al Csi l’attività sportiva diventa strumento di inclusione e rinascita col progetto “Liberamente sportivi”. Allenamenti, tornei e un corso per arbitri aiutano i giovani detenuti a ritrovare fiducia e a costruire nuove possibilità, dentro e fuori dal campo. “Il carcere è un mondo che non si conosce per niente, a meno di non aver avuto qualcuno vicino che è o è stato recluso. Se ne sente parlare solo per sentito dire, per quello che si legge sui giornali, per le polemiche dei politici. Quando però entri dentro un penitenziario, cambi completamente atteggiamento.

 

di Rossella Montemurro

tuttoh24.info, 31 ottobre 2025 “Oggi le carceri si sono trasformate in grandi caravanserragli: sono piene di folli, di disadattati, di uomini e donne che hanno delinquito perché espunti dal mondo del lavoro, perché scarto delle crisi economiche, della perdita di lavoro, di mancanza di case; oppure di giovani, indigeni o stranieri, che non sono stati correttamente investiti di responsabilità sociali e verso i quali la scuola e le istituzioni formative tradizionali hanno fallito la propria missione, studenti non sintonizzati con il vivere civile che, forse, a essi non è stato mai spiegato o fatto comprendere come ricchezza sociale e non come mera limitazione di diritti”.

 

di Franco Corleone

L’Espresso, 31 ottobre 2025 Al funerale dei tre carabinieri morti a Castel D’Azzano, in provincia di Verona, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, dal presidente Mattarella alla presidente del Consiglio Meloni, il ministro della Difesa Crosetto ha proclamato con commozione che i loro nomi resteranno scolpiti nella roccia della memoria del Paese. È una bella immagine per me che da bambino ho ascoltato Stelutis alpinis, il canto friulano degli alpini, morti eroicamente in montagna, ma obbliga a porsi degli interrogativi rispetto al paragone con i caduti di Nassiriya.

 

di Barbara Stefanelli

Corriere della Sera, 31 ottobre 2025 Sostituire la rabbia con la temperanza equivale a un atto politico che libera l’economia della convivenza. Economia circolare. Non è debolezza, rassegnazione, fragilità. Al contrario: è un altro genere di potere, di forza, di energia. Che senso ha parlare di gentilezza? Metterla al centro delle nostre conversazioni e riflessioni? Farci addirittura un Festival? Che senso può avere guardare con interesse al World Kindness Movement, nato a Tokyo quasi 30 anni fa e celebrato ora con una Giornata internazionale il 13 novembre? Il nostro calendario trabocca di giornate speciali che non servono a nulla. Semmai, ci distraggono.

 

di Valentina Petrini

La Stampa, 31 ottobre 2025 Hanno accompagnato un malato a morire in Svizzera e si sono autodenunciati. Ma dopo anni parenti e volontari restano in un limbo. “Mi chiamo Vittorio Parpaglioni, il 31 ottobre di due anni fa ho accompagnato mia madre, Sibilla Barbieri, in Svizzera per accedere al suicidio assistito che in Italia le era stato negato. Subito dopo mi sono autodenunciato perché in Italia è reato aiutare un malato terminale a morire se lo chiede. Da due anni sono sotto indagine e non so nulla”.

 

di Paolo Foschini

Corriere della Sera, 31 ottobre 2025 Festival della Migrazione, dieci anni di campagne. Il presidente Edoardo Patriarca e le priorità attuali: “Le battaglie per i diritti dei migranti misurano qualità e tenuta della democrazia e dello stato di diritto, di cui oggi assistiamo a una lenta erosione indotta dall’ideologia del “governo forte” che vorrebbe ridurre all’irrilevanza le autorità sovranazionali, avere una magistratura sempre allineata e Parlamenti ridotti a passa carte sotto dettatura”.

 

di Roberto Saviano

Corriere della Sera, 31 ottobre 2025 Nelle favelas Complexo do Alemão e Complexo da Penha, a nord di Rio de Janeiro, il Bope (le forze speciali di polizia), con altre polizie locali, ha commesso un massacro senza sapere nemmeno chi abbia davvero ucciso. Volevano smantellare il Comando Vermelho, la mafia che comanda Rio da quasi mezzo secolo. Il principio lo conosco: “Chiunque in quelle fogne è complice, se vuoi colpire i narcos devi colpire tutti”. Così ragionando, hanno sparato a chiunque avesse un’arma, a chiunque scappasse, a chiunque fosse vicino ai depositi di armi e di coca. Risultato? 130 morti (ma saranno molti di più), un centinaio di arrestati e una novantina di armi lunghe sequestrate.

 

di Daniele Zaccaria

Il Dubbio, 31 ottobre 2025 Dalla primavera tunisina al lungo inverno dei diritti. Il sogno della Primavera tunisina è annegato in un lungo inverno delle libertà. La nazione che nel 2011 aveva incendiato il mondo arabo, regalando la prima rivoluzione democratica del secolo e in parte riuscendoci, si ritrova oggi immersa in un incubo autoritario. Dalla caduta di Ben Ali, la Tunisia aveva creduto di poter costruire uno Stato fondato sul diritto e la giustizia sociale. Da quasi cinque anni vive nella morsa di un presidente autoritario e feroce.

 

DOCUMENTI

Comunicato Garante detenuti Padova. "Annullato evento programmato da tempo nell'ambito del progetto Kutub Hurra (libri liberi)"

Appello Ass. Antigone. "Inumane e degradanti. Il carcere italiano è fuori dalla legalità costituzionale"

Articolo. "L’impugnabilità del diniego ai programmi di GR nel segno della processualizzazione dell’esito riparativo", di Paola Maggio e Veronica Virga

Articolo. "L’indulto: un possibile strumento di tutela della salute delle persone private della libertà personale durante un’emergenza sanitaria", di Carla Cataneo

Radio Carcere, di Riccardo Arena. Il Carcere di Velletri, parla l’ex detenuto: "Da lì dentro si esce solo peggiori! Se eri drogato resti drogato, se eri disoccupato resti senza lavoro e se eri disperato esci che lo sei ancora più!"