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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 30 ottobre 2025
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, fino al 10 novembre 2025)
di Fulvio Fulvi
Avvenire, 30 ottobre 2025 D’ora in poi per poter svolgere all’interno del carcere attività educative, culturali e ricreative destinate ai detenuti, le associazioni, le cooperative, gli enti locali e i gruppi di volontariato che le promuovono dovranno presentare la domanda solo alla direzione del Dap di Roma e non più al direttore del singolo istituto penale. Le procedure sono cambiate. Lo stabilisce una circolare del Direttore generale dei detenuti e del trattamento Ernesto Napolillo, datata 21 ottobre e indirizzata ai provveditori regionali dell’amministrazione penitenziaria e agli stessi direttori delle carceri i quali, fino a ieri avevano il compito di trasmettere l’istanza, con allegato parere, al magistrato di sorveglianza.
di Chiara Cacciani
huffingtonpost.it, 30 ottobre 2025 La prima centralizza e rende più complicato l’ok per ogni richiesta di iniziative culturali, educative e ricreative. La seconda stigmatizza i “pendolarismi ospedalieri”. Due circolari ministeriali firmate a distanza di 11 giorni stanno provocando un’onda di reazioni in quel mondo che si muove dentro e fuori gli istituti penitenziari per renderli più umani e coerenti col dettato costituzionale, sia in riferimento alla finalità rieducativa, sia alla tutela di diritti fondamentali come quello alla salute.
di Patrizio Gonnella
Il Manifesto, 30 ottobre 2025 Il modello penitenziario scelto è quello delle chiusure insensate, scoraggiando il mondo esterno dall’essere protagonista, in senso positivo, della pena. Per ben 5.837 volte nel 2024 c’è stato un giudice di sorveglianza che ha affermato che un detenuto era costretto a vivere in condizioni disumane e degradanti. Per ben 5.837 volte la giustizia italiana ha riconosciuto l’illegalità del sistema penitenziario. Che costringe le persone a vivere sotto la soglia della decenza anche a causa di spazi insufficienti. È inutilmente vessatoria la modalità attraverso cui si esegue oggi la pena in Italia.
di Eleonora Martini
Il Manifesto, 30 ottobre 2025 Sovraffollamento e non solo, impennata di ricorsi accolti dai Tribunali di sorveglianza. “Celle da quattro dove viviamo in sette”; “la scuola trasformata in dormitorio”; “finestre senza vetri”; “invasione di ratti in tutti i locali e infestazione di insetti vari”; “vitto insufficiente e scadente”; “mancanza di acqua calda”; “spazio per cucinare vicino alla latrina”; “file mostruose per andare in bagno”; “mancanza di lavoro”; “clima di paura”; “repressione di qualsiasi tentativo di lamentarsi o di denunciare”. E ancora, definitivo: “Non tutti si possono permettere di avere una vita da detenuto. È come essere un senza tetto”.
di Franco Pigna
La Notizia, 30 ottobre 2025 Antigone lancia una campagna e una petizione per fermare il sovraffollamento carceri in Italia, oggi al 135%. “Condizioni inumane”. Antigone lancia una petizione per riportare il carcere nei confini della Costituzione. Il sovraffollamento nelle carceri italiane ha superato il 135%. Oltre 63.000 detenuti per meno di 47.000 posti realmente disponibili. È in questo quadro che l’associazione Antigone ha lanciato una nuova campagna, accompagnata da una petizione pubblica, per chiedere al Parlamento e al Governo di riportare la detenzione “entro i confini della Costituzione”.
di Francesco Grignetti
La Stampa, 30 ottobre 2025 La riforma sancisce la separazione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri. La novità sostanziale sarà l’Alta Corte disciplinare. Ultimi passi per la riforma della Costituzione che sancisce la separazione delle carriere tra magistrati e pubblici ministeri. La legge, “Norme per l’attuazione della separazione delle carriere giudicante e requirente della magistratura”, è forse l’unico caso di proposta che finisce il suo iter parlamentare nell’esatta formulazione con cui è uscita dal consiglio dei ministri e così depositata in Parlamento il 13 giugno 2024. Consta di 8 articoli, ma rivoluzionari per l’ordinamento giudiziario.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 30 ottobre 2025 Oggi ultimo passaggio parlamentare prima del voto La maggioranza festeggia, le opposizioni protestano. Intorno alle 12 il Senato darà il via libera finale alla riforma costituzionale della separazione delle carriere. Subito dopo, le forze di maggioranza si riuniranno tutte a piazza Navona per un flash mob, pioggia permettendo. Ma intanto ieri a tenere banco ancora le dichiarazioni del presidente del Senato Ignazio La Russa e quelle del Ministro Nordio contro l’opposizione. “Valeva un candelabro” ha risposto il Guardasigilli ai giornalisti che gli chiedevano un commento sulle dichiarazioni del vertice di Palazzo Madama per cui la separazione è giusta ma “forse il gioco non valeva la candela”.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 30 ottobre 2025 C’è qualcosa di familiare, quasi di storico, nello scetticismo con cui Ignazio La Russa ha commentato la riforma della giustizia e, in particolare, la separazione delle carriere. Non è la prima volta che il presidente del Senato lascia trapelare la sua perplessità su un progetto che, per larga parte del centrodestra, rappresenta la bandiera simbolica della stagione garantista. Ma le sue parole di martedì risuonano con un’eco più profonda: quella del vecchio riflesso identitario della destra italiana, che davanti al traguardo della riforma della giustizia si scopre ogni volta impacciata, quasi restia a varcare la soglia.
di Enrico Morando
Il Foglio, 30 ottobre 2025 La sinistra non ha soltanto consentito, ma ha anche guidato, il processo di riforma che oggi può trovare compimento con la separazione delle carriere. Nel 1999 fu il centrosinistra a promuovere il lavoro politico-parlamentare sul principio del giusto processo. La campagna per il referendum sulla riforma costituzionale per la separazione delle carriere dei magistrati requirenti da quelle dei magistrati giudicanti è partita sotto i peggiori auspici. Il primo ad imbrogliare le carte è stato il Ministro Nordio (Il Dubbio-16-11-24): “Siete contenti, cari cittadini, di com’è oggi la magistratura? Se non lo siete, votate sì al referendum confermativo”.
di Mario Di Vito
Il Manifesto, 30 ottobre 2025 Verso il referendum. Il procuratore di Napoli già capeggia il fronte del no. Dall’altra parte c’è l’ex eroe di Mani pulite. Tra fine febbraio e inizio marzo uscirà Portobello, la serie di Bellocchio sul caso Tortora, il più grave errore giudiziario della storia della Repubblica. La destra userà anche quello. “Il popolo di Garlasco” contro “il partito della magistratura”. Lo schema è facile, la campagna è partita. Trasmissioni televisive che tengono accesa la brace sotto al calderone del cold case. Podcast di cronaca nera specializzati nella conta delle macchie di sangue. Post, reel, meme. Giovanni Donzelli l’ha detto chiaramente che a vincere il referendum sarà “quel popolo silenzioso di italiani che sono rimasti sconvolti dalle sviste, dalle indagini condotte male”.
huffingtonpost.it, 30 ottobre 2025 L’appello di un gruppo di avvocati progressisti favorevoli alla separazione delle carriere: “Ma respingiamo ogni identificazione con l’attuale maggioranza politica e questo governo”. Il Senato sta per approvare in quarta lettura la riforma costituzionale della separazione delle carriere dei magistrati, aprendo così le porte all’eventuale - ma scontato - Referendum confermativo. Già da tempo i partiti di opposizione e larghi settori della magistratura hanno cominciato a manifestare apertamente la propria ferma avversione alla Riforma, iscrivendo tutti i suoi fautori tra i nemici della magistratura e della Costituzione e facendone - per ciò solo - strenui sostenitori del Governo Meloni e delle sue politiche.
di Giovanni Maria Jacobazzi
Il Dubbio, 30 ottobre 2025 Parla Alberto Liguori, procuratore di Civitavecchia: “Le misure cautelari più frequenti non impediscono di uccidere, bisogna puntare sulla prevenzione, con un approccio culturale che preveda la frequentazione dei centri per uomini maltrattanti”. “Nonostante il ricorso a quasi 5.000 braccialetti elettronici, le statistiche dei reati in materia di violenza domestica e di genere ci dicono che qualcosa non ha funzionato”, afferma Alberto Liguori, procuratore della Repubblica di Civitavecchia e fra i maggiori esperti nel contrasto a queste condotte criminali particolarmente intollerabili.
ansa.it, 30 ottobre 2025 È un cittadino straniero di 35 anni recluso a Campobasso. Disposta l’autopsia. Ieri mattina, nel carcere di Campobasso un detenuto di origine straniera di 35 anni è stato trovato senza vita all’interno della sua cella. Era arrivato da poco nel carcere del capoluogo e stava scontando una pena per reati legati alla droga. Al momento del ritrovamento era nel suo letto. Potrebbe trattarsi di morte naturale, ma è stata disposta l’autopsia per accertare le cause del decesso.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 30 ottobre 2025 Acqua fredda, muffa, campanelli spenti e non solo. Una lettera collettiva dalla casa circondariale milanese innesca una denuncia in procura e un’interrogazione parlamentare. Mancanza di acqua calda, docce rotte, muffa sulle pareti, infiltrazioni d’acqua dalle finestre, assenza di riscaldamenti, campanelli d’emergenza disattivati. Sono quarantatré le criticità specifiche documentate in una lettera collettiva firmata da 135 detenuti del quarto piano del primo blocco della Casa di Reclusione di Milano Opera. La loro denuncia ha innescato delle iniziative: prima la Procura della Repubblica di Milano, dove l’Associazione “Quei Bravi Ragazzi Family - ONLUS” ha presentato un esposto, poi il Parlamento.
di Luca Bonzanni
L’Eco di Bergamo, 30 ottobre 2025 Raggiunto quasi il doppio della capienza. Don Tengattini: “I politici dovrebbero venire a vedere”. Marchesi: “Numeri che non sono degni di un Paese civile”. “Mai così tanti”. Quella frase, ormai ciclica se riferita al carcere di Bergamo, deve essere utilizzata per l’ennesima volta: lunedì̀, stando ai dati ufficiali del ministero della Giustizia, in via Gleno si contavano 610 detenuti. È il nuovo record negativo, toccato al termine di un’escalation che non conosce soste, qui come in gran parte d’Italia. A marzo era stata raggiunta quota 600, asticella sino a quel momento inedita, e a inizio aprile ci si spinse fino a 605. In mezzo c’è stata un’oscillazione costante, quella che anima la vita di ogni penitenziario, tra nuovi ingressi (persone arrestate o che devono scontare condanne definitive), uscite (per fine pena o misure alternative) e trasferimenti.
di Fabio Toni
umbriaon.it, 30 ottobre 2025 Il gup Chiara Mastracchio ha disposto il processo per i medici della Usl Umbria 2 indagati, operativi presso il carcere di Sabbione. Il gup di Terni, Chiara Mastracchio, ha disposto mercoledì pomeriggio il processo per cinque medici della Usl Umbria 2, operativi nel tempo presso il carcere di Terni, per le ipotesi di reato di ‘lesioni personali’ e ‘omissione di atti d’ufficio’ in relazione a quanto denunciato da un detenuto 38enne campano e sostenuto, nel corso dell’udienza preliminare, dalla procura di Terni.
di Francesco Nania
La Sicilia, 30 ottobre 2025 L’uomo, affetto da una rara patologia spinale, avrebbe bisogno di cure urgenti. Il garante dei diritti dei detenuti conferma le difficoltà: “È costretto a letto per gran parte della giornata”. Le condizioni di salute di un detenuto peggiorano e le richieste di sottoporlo a una visita specialistica finora non hanno dato alcun esito. La vicenda è stata sollevata dalla moglie di un siracusano, detenuto da circa sei mesi nella casa circondariale di Cavadonna. “L’ultima volta che mi sono recata al penitenziario per il colloquio - dice la donna - mio marito faticava anche a stare in piedi. Accusa una patologia rara, la siringomielia, una condizione neurologica caratterizzata dalla formazione di cisti piene di liquido nel midollo spinale. Una circostanza che gli causa dolori e altri sintomi come debolezza e rigidità dei muscoli”.
di Matilde Bicciato
Corriere del Veneto, 30 ottobre 2025 La Casa di Reclusione “Due Palazzi” ospita cinquanta posti in più: sono state inaugurate ieri mattina le ventiquattro nuove celle, per un totale di cinquanta posti, che potranno accogliere nuovi detenuti, aumentando la capienza dell’area dedicata alle pene lunghe. Alla presenza della direttrice del carcere, Maria Gabriella Lusi, del prefetto Giuseppe Forlenza, e del procuratore capo di Padova, Angelantonio Racanelli, e del sottosegretario di Stato al Ministero della giustizia Andrea Ostellari, è stato tagliato il nastro inaugurale del nuovo spazio.
di Francesco Curzio
rossetorri.it, 30 ottobre 2025 Tra proteste dei detenuti e malcontento degli agenti la Casa Circondariale aumenta le barriere verso l’esterno. Il tema carcere in Italia salta agli onori della cronaca in genere per due motivi. Il primo è dato dalle frequenti notizie di suicidi di detenuti, proteste violente di singoli o rivolte collettive che avvengono negli istituti italiani. Il secondo deriva da sempre nuove richieste di “più carcere” con le quali i partiti di governo sono soliti rispondere a problemi che richiederebbero ben altra risposta, quali l’occupazione di strade, case o scuole, l’opposizione anche non violenta alla polizia penitenziaria e in genere qualunque resistenza a pubblico ufficiale.
di Matteo Brighenti
paneacquaculture.net, 30 ottobre 2025 Intervista a Stefano Tè sull’Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro in Carcere. “L’investimento sulla cultura in carcere è un beneficio tangibile per l’intera società”. Stefano Tè, Direttore artistico del Teatro dei Venti, parla della nuova Accademia delle Arti e dei Mestieri del Teatro in Carcere a Modena, e lo fa con la convinzione di chi sa di aver progettato un percorso modello per la formazione professionale dei detenuti e per la creazione di un presidio culturale stabile in carcere.
Il Mattino, 30 ottobre 2025 Il carcere di Poggioreale, il carcere di Secondigliano insieme a Il Mattino, al garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, alla Fondazione Banco di Napoli e a noi, Fondazione Polis della Regione Campania per le vittime innocenti della criminalità e il riuso sociale dei beni confiscati alle mafie, insieme per un nuovo anno di lavoro negli istituti di detenzione, in collaborazione con la popolazione carceraria per scrivere nuove pagine di cultura e di approfondimento, veicolate dal giornale più importante di Napoli e del Sud Italia. Sono tante le parole spese, soprattutto nell’ultima decade, sulla giustizia riparativa.
di Valentina Di Salvo
radiomilazzo.it, 30 ottobre 2025 Ripariamo Vite è un’officina riabilitativa attraverso l’arte segreta del Kintsugi “messa in scena della “Giara”, con la Libera Compagnia del Teatro per Sognare dei detenuti - attori che frequentano il laboratorio teatrale di D’aRteventi, all’interno dell’Istituto penitenziario “V. Madia” di Barcellona Pozzo di Gotto. Il carcere di Barcellona Pozzo di Gotto ospita un evento culturale virtuoso e molto significativo: la messa in scena della “Giara” di Luigi Pirandello, interpretata dalla Compagnia dei detenuti attori, con la Compagnia delle Signore di Patti e della studentessa dell’Università di Messina di Liberi di Essere Liberi, Adriana Malignaggi e la musica popolare di Pietro Scilipoti, movimento scenico Giovanna Prizzi, trucco e parrucco Giovanna Gaudenzi.
CULTURA
di Andrea Florenzano
Il Fatto Quotidiano, 30 ottobre 2025 “I social hanno reso tutti noi così, distaccati dalla realtà, a vivere di fantasie”. Pelazza non fa troppa retorica, le domande, anche quelle più scomode, le fa ai ragazzini. Le risposte sono sincere e non filtrate, a volte penitenti: “Tornassi indietro non farei truffe o spaccio, il problema è che già dai 12/13 anni vogliamo diventare uomini”. “Le cose che riempiono il ventre non hanno mai saziato il cuore”. Così Don Maurizio Patriciello, sacerdote ‘storico’ della chiesa di San Paolo Apostolo di Caivano impegnato nella lotta alla criminalità organizzata, ha cercato per anni di dissuadere i ragazzi dal cadere nella strada della criminalità. Poche parole, che vanno dritte al punto.
di Iacopo Scaramuzzi
La Repubblica, 30 ottobre 2025 Era stato Bergoglio a lanciare l’idea dopo averne inaugurata una a Rebibbia. Adesso saranno dieci. Davide Rampello la chiama una “bottega rinascimentale”: architetti, scultori, ingegneri, artigiani, ma c’è anche un regista, un’astrofisica e uno chef, tutti insieme per costruire dieci “porte della speranza” dinanzi ad altrettante carceri. Un’idea promossa dalla Santa Sede che, coinvolgendo la popolazione carceraria, punta a creare un simbolico passaggio tra il dentro e il fuori. “In tutto saranno un centinaio di persone”, racconta Rampello, che cura la realizzazione del progetto, “un cantiere che alla fine realizzerà queste opere d’arte”.
AFFARI SOCIALI
di Danilo Paolini
Avvenire, 30 ottobre 2025 Perché non c’è niente di più sbagliato di trasformare in odio verso gli ebrei gli errori e gli orrori di un governo come quello di Netanyahu. Un gruppo di attivisti pro Pal ha impedito lo svolgimento di un incontro-dibattito sulle prospettive di pace in Medioriente nell’Università di ca’ Foscari a Venezia, interrompendo un incontro a cui stava prendendo parte il parlamentare Emanuele Fiano (Pd), con slogan e cartelli contro il sionismo. Dunque in Europa, e nella nostra Italia, torna a farsi vedere (e sentire) il male antico e nefasto dell’antisemitismo, l’odio verso gli ebrei. Le atrocità perpetrate in Medio Oriente sembrano avere pericolosamente ravvivato una fiamma mai, in realtà, del tutto spenta.
di Sabina Cuccaro*
Il Fatto Quotidiano, 30 ottobre 2025 Se nel revenge porn l’80% delle vittime sono donne, nella sextortion il 90% sono uomini. I dati e gli strumenti di Meta per contrastare il fenomeno. Esiste una livella nel mondo della violenza digitale? No. Lo sappiamo tutti: le donne sono le principali vittime (anche qui). Eppure, c’è un contrappasso. Perché, se la violenza digitale colpisce il sesso femminile, sembra poi ‘compensare’ accanendosi sugli uomini in modo speculare e opposto.
di Nello Scavo
Avvenire, 30 ottobre 2025 Doveva essere la linea del primo arretramento israeliano, in vista dell’uscita da Gaza. Ma ora la “linea gialla” si candida ad essere un confine stabile. Doveva essere la linea del primo arretramento israeliano, in vista della definitiva uscita dalla Striscia di Gaza. Ma ora la “linea gialla” si candida ad essere un confine stabile. Israele aveva promesso di demarcare con segnali distintivi, ma dopo la posa dei pesanti blocchi di cemento molti hanno cominciato a temere che non fosse un confine temporaneo. A dirlo è il quotidiano “Yedioth Ahronoth”, il più diffuso in Israele, secondo cui la demarcazione attuale potrebbe presto diventare “una barriera alta e sofisticata che ridurrà la Striscia di Gaza, amplierà il Negev occidentale e consentirà la costruzione di insediamenti israeliani in quella zona”.
di Federico Varese
La Stampa, 30 ottobre 2025 La chiave per comprendere gli avvenimenti di Rio de Janeiro è duplice. La criminalità organizzata controlla in modo capillare vaste aree della città e del Paese, mentre la politica-divisa tra livello statele e federale--si affida ad operazioni brutali ma di facciata, simili a quelle di Donald Trump. Partiamo dal controllo del territorio. In questo momento a Rio sono attivi tre grandi gruppi in conflitto tra loro: il Comando Vermelho (CV, oggetto dell’operazione di ieri), il più numeroso e influente; il Terceiro Comando Puro (TCP); e le milizie, formate da ex agenti di polizia e paramilitari. Questi tre attori si contendono il dominio territoriale, impongono il pizzo e influenzano il sistema politico e l’economia, controllando la vita quotidiana come l’accesso all’elettricità, al gas, all’acqua, ai trasporti.
di Jacopo Storni
Corriere della Sera, 30 ottobre 2025 Coordinatrice di due cliniche con Intersos, Fumagalli racconta il conflitto dimenticato. “Oltre due milioni affamati o malnutriti, molti destinati a diventare bambini-soldato”. La sua vita è cambiata in terza elementare. Alla parete della classe c’era un poster del mondo che si abbraccia. “Il senso era che bisognava guardare oltre il nostro limitato orizzonte”. E dentro di lei scattò qualcosa. L’anno dopo, in quarta elementare, nella sua classe si presentarono alcuni cooperanti internazionali a parlare di mine anti-uomo in Afghanistan. “Da quando sono piccola ho sempre pensato che il senso della vita sia aiutare gli altri, quelli più sfortunati”. Ecco perché oggi Chiara Fumagalli, 30 anni, parla al telefono da una clinica sanitaria del Darfur, in Sudan occidentale dove a pochi chilometri imperversa una guerra civile ...
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"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
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