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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di mercoledì 29 ottobre 2025
APPUNTAMENTI DI RISTRETTI
Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, fino al 10 novembre 2025)
CARCERI
di Enrico Sbriglia*
L’Opinione, 29 ottobre 2025 È preoccupante quanto accade, da qualche tempo, presso il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, dove tra gli operatori penitenziari e tra gli stessi dirigenti-direttori degli istituti, facenti parte di questa organizzazione sindacale rappresentativa della dirigenza, si constata l’approssimativa conoscenza che i “grands commis” dell’amministrazione dell’esecuzione penale hanno del mondo italiano delle carceri.
di Raffaele Sardo
La Repubblica, 29 ottobre 2025 La denuncia del Garante campano. Samuele Ciambriello, il Garante campano dei detenuti, e Portavoce della Conferenza Nazionale dei Garanti, critica duramente una circolare inviata il 10 ottobre scorso dal capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (Dap), Stefano Carmine De Michele, ai direttori delle carceri. Si tratta di una circolare sulle misure di coordinamento tra le aree per l’efficienza operativa, la prevenzione di eventi critici negli istituti penitenziari. Il documento, rivolto ai medici penitenziari, invita a limitare i trasferimenti dei detenuti verso ospedali esterni, autorizzandoli solo in presenza di una “reale necessità”. Ma ciò che ha suscitato maggiore indignazione è l’uso del termine “pendolarismo ospedaliero”, che secondo Ciambriello rappresenta una grave offesa alla dignità delle persone detenute e al lavoro degli operatori sanitari.
di Nello Trocchia
Il Domani, 29 ottobre 2025 Gli agenti senza formazione, le dipendenze ignorate, detenuti che dormono a terra e abusi quotidiani. Resistono i volontari, che offrono un’alternativa con il lavoro a chi sogna di diventare un “bravo ragazzo”. “Pablo Escobar prendeva ai ricchi e dava ai poveri. Mi è piaciuto e l’ho tatuato”. “Io sono qua dentro perché ho tentato di ammazzare uno, ma è vivo. In coma vegetativo”. “A me la rieducazione non serve, sono già maturo”. “Ora che esco devo sistemare una cosa, anzi uno”. Voci di dentro, voci di detenuti negli istituti minorili d’Italia: Bari, Roma, Milano. Proprio quest’ultimo istituto, il Cesare Beccaria, è scosso da un’indagine giudiziaria che vede coinvolte 52 persone: stanze di tortura, violenze inaudite e silenzi di vertici e perfino cappellani. Accuse tutte da dimostrare.
di Paolo Comi
L’Unità, 29 ottobre 2025 Domani al Senato l’ultimo ok alla riforma, poi il via alla campagna per il voto popolare in primavera. La maggioranza punta sulla società civile, Cassese sogno proibito dei comitati per il sì. Per il No c’è già il comitato dell’Anm, front runner Sigfrido Ranucci. “Partiremo subito, senza perdere tempo, con la raccolta delle firme per il referendum. Vogliamo essere i primi e non abbiamo paura che i cittadini si confrontino su un tema così delicato”. Ostenta dunque sicurezza Pierantonio Zanettin, senatore di Forza Italia, che insieme al collega alla Camera Enrico Costa, è stato incaricato da Antonio Tajani di creare i comitati per il Sì alla riforma.
di Virginia Piccolillo
Corriere della Sera, 29 ottobre 2025 Il ministro: basta con l’aggressività. Un caso le parole su Garlasco. Medita di prendere la parola oggi in Aula il ministro Carlo Nordio. Per difendere la sua riforma costituzionale sulla separazione delle carriere che domani vedrà il via libera definitivo dagli ultimi attacchi piovuti ieri in Senato. Scuoteva la testa il titolare della Giustizia ieri, dai banchi del governo di Palazzo Madama, mentre il dem Alfieri accusava: “Umilia la magistratura”. L’M5S Elisa Pirro rincarava: “È un cavallo di Troia per riorganizzare il potere giudiziario e assoggettare il pm al potere esecutivo”. E l’Avs Ilaria Cucchi chiosava: “Il governo sta piegando la Costituzione a una democratura”. Un poco sollevato solo dalla difesa di Carlo Calenda: “La riforma libera la magistratura dalla dipendenza dalle correnti”.
di Mario Lavia
linkiesta.it, 29 ottobre 2025 Toni sobri e niente invettive, così il No alla separazione delle carriere diventa un atto di buon senso più che di battaglia politica. Schlein evita lo scontro frontale con Meloni e archivia, per ora, le parole incendiarie di Amsterdam. A un certo punto nella sala Koch del Senato, un’aula grande che era mezza vuota dove ieri mattina si è riunita l’assemblea dei gruppi parlamentari del Partito democratico, è risuonata una frase un po’ sinistra: “Si prega i signori passeggeri di allacciare le cinture di sicurezza”. Non era un messaggio politico, che peraltro sarebbe risultato consono alla situazione, ma la voce uscita dal collegamento da remoto della senatrice Tatjana Rojc che si trovava in volo. Risate per stemperare un clima descritto come abbastanza preoccupato.
di Conchita Sannino
La Repubblica, 29 ottobre 2025 Nordio: “Il referendum non sia su Meloni. Intercettazioni porcheria, farò la riforma”. Parodi (Anm): “Se perdo lascio”. C’è il Nordio uno che picchia sui magistrati e riapre il fronte delle intercettazioni, e c’è il Nordio due che “supplica” gli ex colleghi di “non essere aggressivi” e di non trasformare il referendum “in un Meloni sì-Meloni no”. Ma a pesare politicamente sulla giornata è invece un pacatissimo La Russa che fa spallucce rispetto alla riforma della giustizia che spaccherà il Paese, fino al referendum. “Io ero per questa legge, ma in fondo già oggi è difficile il passaggio tra pm e giudici”. Insomma: “Non so se il gioco valeva la candela”, esita la seconda carica dello Stato. Un colpo indigesto, per via Arenula. E per non pochi alleati.
di Edmondo Bruti Liberati
La Stampa, 29 ottobre 2025 Con il voto al Senato il Ddl Meloni/Nordio “Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte Disciplinare” viene approvato nel testo depositato il 13 giugno 2024, senza che ne sia mutata una virgola. Dopo un momento di disponibilità verso modifiche, si è andati alla “blindatura”. Il percorso di riflessione che il Costituente aveva proposto la revisione è stato di fatto vanificato. La legge sarà pubblicata in Gazzetta Ufficiale, ma l’entrata in vigore, non essendo stata raggiunta la maggioranza dei due terzi, rimane sospesa all’esito del referendum che si preannuncia.
di Luca Sablone
Il Riformista, 29 ottobre 2025 “Alta Corte e sorteggio terrorizzano le toghe, basta strapotere”. L’ex pm di Mani Pulite: “Il Csm non giudicherà più sé stesso” ma “la maggioranza non commetta errori di comunicazione o la riforma rischia di saltare per sempre”. Affluenza? “Dobbiamo spiegarlo ai cittadini. Anche io l’ho spiegato a mia sorella di 90 anni, che ha fatto la terza elementare”. Sì alla separazione delle carriere, no alla “giustizia domestica” e allo strapotere del Consiglio superiore della magistratura. Il voto favorevole al referendum arriva da chi meno te lo aspetti: Antonio Di Pietro. L’ex pm simbolo di Mani Pulite sostiene la riforma che sta agitando il mondo togato.
di Alberto de Sanctis
Il Riformista, 29 ottobre 2025 Abbiamo chiesto ad Andrea Mirenda, componente del CSM, cosa ne pensa della riforma costituzionale nella parte in cui prevede il sorteggio dei membri togati. La magistratura associata è indignata all’idea che i componenti del Consiglio Superiore della Magistratura siano sorteggiati. Prima di conoscere la sua opinione, le chiedo un po’ provocatoriamente di raccontarci la sua esperienza. Per quale ragione è stato sorteggiato, visto che oggi i componenti sono di regola eletti?
di Coordinamento camere panali calabresi
Il Dubbio, 29 ottobre 2025 Non è vero che l’Anm ha lasciato solo Gratteri: lo ha lasciato indisturbato. Abbiamo ascoltato con attenzione le dichiarazioni del Procuratore di Napoli Nicola Gratteri, che ha invitato ANM alla compattezza contro la separazione delle carriere, paventando il rischio che dietro la riforma vi sia il disegno di “controllare il pubblico ministero” e di “normalizzare la magistratura”.
di Giulia Ghirardi
fanpage.it, 29 ottobre 2025 Un detenuto è stato trovato senza vita nel carcere di Bollate, alle porte di Milano. “Il detenuto ha inalato del gas. È un metodo che viene utilizzato con un doppio scopo: sballarsi o togliersi la vita. Ma ancora non si sa quale fosse l’intento”, spiega Luigi Pagano, Garante dei detenuti di Milano. La procura di Milano ha aperto un’indagine per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. All’alba di ieri mattina, martedì 28 ottobre, un detenuto di 43 anni è stato trovato senza vita nel carcere di Bollate, alle porte di Milano. “Il detenuto ha inalato del gas. È un metodo che solitamente viene utilizzato con un doppio scopo: sballarsi o togliersi la vita”, ha spiegato a Fanpage.it Luigi Pagano, Garante dei detenuti di Milano.
di Nicola Palma
Il Giorno, 29 ottobre 2025 Si chiamava Youssef, era nato in Marocco, aveva 43 anni e gliene mancavano meno di 3 da scontare per tornare in libertà. Era detenuto a Bollate dal 2022 per un cumulo di condanne pari a 6 anni per furti e rapine. Fine pena: 2028. È morto ieri notte sull’ambulanza che lo stava trasportando in ospedale, a circa un’ora dall’allarme lanciato dai compagni di cella attorno alle 23.30. Gli agenti della penitenziaria lo hanno immediatamente soccorso, ma purtroppo i tentativi di rianimarlo si sono rivelati vani. Il fortissimo odore di gas percepito dalle guardie all’interno della stanza ha fatto immediatamente sospettare che l’uomo abbia inalato gas dal fornelletto da campeggio utilizzato dai reclusi per cucinare.
di Stefano Brogioni
La Nazione, 29 ottobre 2025 Da quasi un mese il giudice ha disposto la scarcerazione dal carcere di Sollicciano, tramutando la sua detenzione in arresti domiciliari con il braccialetto elettronico. Ma da quel 1 ottobre, giorno in cui la corte d’appello ha accordato la trasformazione della misura cautelare, non è ancora arrivata la disponibilità da parte della Fastweb per l’applicazione del dispositivo.
di Paola Scuffi
inconsiglio.it, 29 ottobre 2025 Presentata la ricerca dopo il superamento degli Opg. Il Garante regionale dei diritti dei detenuti Giuseppe Fanfani: “Urgente intervenire sul sovraffollamento e sull’isolamento esterno, per rendere possibile immaginare un futuro fuori dal carcere, attraverso un supporto sociale precedente e successivo”. “La mente incarcerata” questo il titolo del convegno, svoltosi a palazzo Bastogi, per presentare la ricerca sulla salute mentale in carcere dopo il superamento degli Opg, promossa dalla Società della Ragione e dall’Ufficio del Garante dei diritti dei detenuti della Regione Toscana, con il sostegno dell’Otto per Mille della Chiesa Valdese.
mantovauno.it, 29 ottobre 2025 Nel carcere di Mantova prende il via “Spazio Extra”, un nuovo progetto nato con l’obiettivo di offrire ai giovani detenuti percorsi educativi, formativi e creativi capaci di favorire la crescita personale e il reinserimento sociale. L’iniziativa è promossa dall’istituto penitenziario in collaborazione con una rete di realtà del territorio: Cooperativa Sociale Alce Nero, Teatro Magro, Pantacon, Collettivo Landesì, Strongvilla, Il Piccolo Campo e il graphic designer Andrea Pilati.
di Roberto Brambilla
Avvenire, 29 ottobre 2025 Grazie alla passione di una giovane emiliana oggi è realtà “Mani & Fuori”, la squadra di volley della sezione femminile del carcere “Dozza” di Bologna. La squadra di pallavolo “Mani & Fuori” nata all’interno della sezione femminile del carcere “Dozza” di Bologna / foto Valentina Finarelli. “Un giorno in un questionario una delle ragazze alla domanda come ti senti quando sei in campo mi ha risposto letteralmente: ‘na favola. Mi ha spiegato che lei in campo si divertiva e dimenticava in quel momento le difficoltà e i problemi. È questa una delle vittorie più belle”.
di Michele Lepori
csivarese.com, 29 ottobre 2025 “Liberamente Sportivi”, è il nome del progetto presentato il 27 ottobre presso la Casa Circondariale di Busto Arsizio. Porterà sport e formazione all’interno del carcere grazie a un bando finanziato da Sport e Salute. A dare il via alla conferenza stampa la direttrice del carcere, Dott. Maria Pitaniello “L’interazione con il mondo esterno è vitale per i nostri detenuti, ancora di più se inserita in un contesto di rispetto delle regole e dei compagni di gioco. Ringrazio tutti i miei collaboratori, polizia penitenziaria e educatori per la capacità di creare percorsi che aumentino l’offerta della nostra area trattamentale”
associazioneconnect.org, 29 ottobre 2025 Dal 26 ottobre al 15 novembre, l’associazione Connect APS lancia “Il silenzio di Moussa”, sei tappe video di approfondimento che sarà possibile seguire sulle pagine Facebook, Instagram e Linkedin di Connect per raccontare, con un conto alla rovescia, i 21 giorni di detenzione e parziale isolamento di Ben Mahmoud Moussa trascorsi senza terapia curativa della sua malattia e senza una visita di un familiare, tra la cella dell’istituto penitenziario di Genova Marassi e l’ospedale San Martino. Attraverso video divulgativi, testimonianze e contributi, l’iniziativa racconterà i nodi salienti del percorso di Moussa in detenzione e di come il sistema penitenziario fallisca nell’individuare e tutelare le persone fragili.
la7.it, 29 ottobre 2025 La giornalista Ilaria Sotis, intervistata da Giovanni Floris a diMartedì, parla del suo podcast “Le loro prigioni. Voci e cronache in presa diretta dalle carceri del Mediterraneo”, ideato insieme alla giornalista Azzurra Meringolo. L’esigenza di raccontare le storie e le vite dei prigionieri, dalle carceri di alcuni Paesi del Mediterraneo (Siria, Israele, Palestina, Egitto, Iran) per capire in che direzione stanno andando questi stessi Paesi. Perché come scriveva Voltaire: “Il grado di civiltà di un Paese si misura osservando la condizione delle sue carceri”. Quello che non vediamo è il sommerso emotivo molto forte, che emerge proprio attraverso le voci dei prigionieri, costretti in condizioni ignobili. Tra gli intervistati anche il Premio Nobel per la Pace 2023, Narges Mohammadi.
AFFARI SOCIALI
di Carlo Verdelli
Corriere della Sera, 29 ottobre 2025 Come un’ombra che si allarga, minimizzando il carico eversivo che porta in sé. Eversivo rispetto all’ordine che i Padri costituenti della nostra Patria hanno voluto per questa Italia, uscita a pezzi proprio dal Ventennio fascista. Nell’anno terzo dell’era Meloni, si avvera una delle promesse che la futura presidente del Consiglio aveva fatto in campagna elettorale. Diceva così: chi fino ad allora aveva dovuto nascondersi o girare a capo chino, col nuovo corso avrebbe potuto finalmente mostrarsi ovunque a testa alta e fiera. Ma chi ha dovuto girare a capo chino durante i quasi 80 anni della nostra Repubblica? La risposta è arrivata un po’ per volta e adesso dovrebbe essere chiara anche ai solutori meno abili e più onesti.
di Umberto De Giovannangeli
L’Unità, 29 ottobre 2025 Pierfrancesco Majorino, già europarlamentare, è capogruppo PD Regione Lombardia, membro della Segreteria nazionale del Partito democratico con l’incarico di responsabile Politiche migratorie e Diritto alla Casa.
di Chiara Comai
La Stampa, 29 ottobre 2025 I genitori scrivono al preside: “Nessuno è intervenuto per evitare gli scontri e proteggerlo”. La replica: fermiamo l’escalation di violenze. Il giorno dopo la pubblicazione del video che lo ritraeva in manette mentre veniva portato via dall’istituto superiore Einstein di Torino, Marco (nome di fantasia), sedici anni, racconta: “Sto abbastanza bene anche se ieri sera mi sono accorto di avere sul corpo altri lividi”. Lunedì è stato portato via dall’istituto dopo a cercato di ostacolare un volantinaggio di Gioventù nazionale, l’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia, “contro la cultura maranza”. Ci sono famiglie, studenti e professori che solidarizzano con lui e con gli altri ragazzi dei collettivi di sinistra che avevano cercato di impedire il volantinaggio.
di Michele Gambirasi
Il Manifesto, 29 ottobre 2025 Albania tragica L’ispezione dei deputati Scarpa, Orfini (Pd) e Magi (+Europa). Nel centro 25 persone trattenute, 220 da aprile. Oltre un anno dopo l’apertura e aver vissuto più fasi, nel Cpr di Gjader in Albania sono transitate all’incirca 220 persone, e attualmente ne sono presenti 25: è quanto è emerso ieri nel corso dell’ispezione al centro effettuata dai deputati Rachele Scarpa e Matteo Orfini del Pd e Riccardo Magi di +Europa.
di Giulio Cavalli
Il Domani, 29 ottobre 2025 La Corte d’Appello ha respinto la richiesta del Viminale di sospendere la sentenza che aveva condannato la questura. Entro l’8 dicembre la questura dovrà riorganizzare i propri uffici e garantire che ogni richiedente asilo possa essere ricevuto tempestivamente, senza file notturne, liste chiuse o richieste di documenti non previste dalla legge. A Torino la giustizia ha messo in mora la burocrazia. Con un’ordinanza depositata il 27 ottobre 2025, la Corte d’Appello ha respinto la richiesta del ministero dell’Interno di sospendere la sentenza che aveva condannato la questura per le cosiddette “code discriminatorie”. Entro l’8 dicembre la questura dovrà quindi riorganizzare i propri uffici e garantire che ogni richiedente asilo possa essere ricevuto tempestivamente, senza file notturne, liste chiuse o richieste di documenti non previste dalla legge.
di Leonardo Fiorentini
Il Manifesto, 29 ottobre 2025 Il Governo si prepara a celebrare la propria strategia di “tolleranza zero”, fatta di repressione, stigma e patologizzazione, a Roma un’altra conferenza prende la parola. È la Contro-conferenza nazionale sulle droghe, autoconvocata da associazioni, reti, operatori, persone che usano droghe, studiosi e movimenti sociali per proporre una svolta radicale nelle politiche sulle droghe. Un momento di confronto, analisi e proposta che si terrà dal 6 all’8 novembre tra la Città dell’Altra Economia e il Campidoglio, con l’obiettivo di presentare un Piano costruito dal basso e alternativo alla guerra alla droga.
di Stefano Stefanini
La Stampa, 29 ottobre 2025 Infranta la tregua che nessuno dei due avversari ha mai voluto. Da oggi toccherà alla diplomazie americana e araba provare a ristabilirla. Credevano di essere usciti dall’incubo. Stamane, i gazawi si sono svegliati dopo aver passato, di nuovo, una notte di guerra. Benjamin Netanyahu aveva ordinato una ripresa di raid pesanti (“forceful strikes”) e l’Idf ha prontamente eseguito. La tregua è dunque infranta. Fattore scatenante: Hamas aveva restituito i resti di una salma che non appartengono a nessuno dei 13 ostaggi mancanti; si sarebbero aggiunti, secondo fonti israeliane, attacchi di milizie del Movimento a Rafah. Causa vera: la fragilità del cessate il fuoco. Con avversari che lo vogliono far fallire.
di Fabrizio Arena
Il Domani, 29 ottobre 2025 Le Forze di supporto rapido hanno conquistato dopo 500 giorni di assedio la capitale del Darfur settentrionale. Il governo denuncia l’uccisione di 2mila civili disarmati solo negli ultimi giorni. La Commissione dell’Unione africana: “Presunti crimini di guerra per motivi etnici”. Dopo 500 giorni di assedio la città sudanese di El Fasher è caduta nelle mani dei paramilitari delle Forze di supporto rapido (Rsf). Le Forze armate sudanesi (Saf) hanno così perso l’ultimo baluardo nel Darfur settentrionale e con questo il controllo dell’intera regione. Il presidente del Consiglio sovrano, Abdel Fattah Al Buhran, ha confermato l’accaduto: “Il Sudan risorgerà grazie alla forza del suo popolo e all’unità delle sue truppe”.
DOCUMENTI
Articolo. "Separazione delle carriere: ogni cosa è illuminata", di Maurizio Romanelli
Articolo. "Il volto costituzionale della pena: aspetti sostanziali e processuali", di Guglielmo Leo
APPUNTAMENTI
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 2 novembre 2025
"L'ipocrisia del carcere". Assemblea del Movimento No Prison (Assisi-PG, 13 e 14 novembre 2025)
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