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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di venerdì 24 ottobre 2025

APPUNTAMENTI DI RISTRETTI

Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, fino al 10 novembre 2025)

 

di Marco Cafiero*

progettouomo.net, 24 ottobre 2025 Da poco sono Garante delle persone private della libertà personale del Comune di Genova, ma da quaranta anni mi aggiro nei meandri della Giustizia, un labirinto di strade tra intervento e ideologia che oggi determina un forte scollamento con la gente, sfiduciata, alterata, disillusa, piena di paure e insicurezze. Nessun intervento va nella strada della sicurezza, anche i più severi moniti del Governo non fanno che creare consenso in un elettorato che, comunque, si affida perché diversamente non saprebbe che fare.

 

di Angela Stella

L’Unità, 24 ottobre 2025 Ad immortalare plasticamente l’indifferenza della maggioranza verso i problemi dell’esecuzione penale è il senatore del Partito Democratico Filippo Sensi che ieri ha fotografato e condiviso sui social un emiciclo vuoto mentre il vice ministro della giustizia, Francesco Paolo Sisto, rispondeva ad una interrogazione parlamentare del senatore dem Michele Fina sulla situazione del carcere di Teramo e in generale in tutto il Paese. “Il carcere continua ad essere un luogo di mera afflizione e poca o nessuna possibilità di riabilitazione, solo espiazione generalizzata e mortificazione” ha denunciato Fina che ha proseguito: “Sembra di avere a che fare con un buco nero che ingoia ogni briciolo di umanità in barba alle leggi e all’intelligenza.

 

di Ivana Marrone

collettiva.it, 24 ottobre 2025 Nonostante la sentenza della Consulta, solo poche strutture penitenziarie del nostro Paese hanno spazi dedicati alla vita affettiva dei detenuti. Sono ancora pochissime, appena tre o quattro, le cosiddette “stanze dell’amore” attivate nelle carceri italiane, nonostante la sentenza della Corte Costituzionale del gennaio 2024 che ha riconosciuto il diritto alla vita affettiva e sessuale come un diritto fondamentale della persona detenuta.

 

di Federica Pennelli

Il Domani, 24 ottobre 2025 “Entrato nel carcere di Poggioreale in buona salute, ne è uscito in fin di vita”. Il caso di Alhagie Konte: la procura ha aperto un’indagine e disposto il sequestro delle cartelle cliniche relative ai ricoveri. Per l’avvocata Esposito è rilevante che “la notizia del decesso non è stata comunicata ufficialmente né ai familiari né agli operatori che lo seguivano”. Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private della libertà personale: “Il carcere è un buco nero, è una bomba ad orologeria. La politica tace, fa solo passerella”.

 

di Diego Paciello e Serena Uccello

Il Sole 24 Ore, 24 ottobre 2025 Il 31 ottobre la scadenza per presentare agli istituti la richiesta di credito d’imposta, entro il 15 novembre gli atti al Dap. Tre scadenze: il 31 ottobre, la prima, e poi 15 novembre e 15 dicembre. Si rinnova così attraverso queste date l’appuntamento annuale per le aziende che intendono assumere lavoratori sottoposti a carcerazione. Una possibilità introdotta dalla legge Smuraglia (legge 193 del 2000) che prevede alcune agevolazioni fiscali e contributive rivolte alle imprese che scelgono di assumere detenuti o internati negli istituti penitenziari, nonché soggetti ammessi al lavoro all’esterno secondo quanto previsto dall’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, e persone in semilibertà. Il punto di partenza, prerequisito fondamentale, è che per accedere ai benefici fiscali e contributivi l’azienda ...

 

di Fulvio Fulvi

Avvenire, 24 ottobre 2025 Il lavoro è l’unica risposta adeguata al profondo malessere di chi è costretto a vivere dietro le sbarre nell’inedia quotidiana, troppo spesso in preda alla solitudine interiore. Ma avere un’occupazione rappresenta anche una speranza concreta di reinserimento nella società quando, scontata la pena, si tornerà fuori. È necessario però abbattere gli impedimenti legati allo stigma che accompagna quasi sempre chi esce da uno stato di reclusione, ritenuto per ciò stesso inaffidabile, impreparato se non addirittura pericoloso.

 

di Marco Belli

gnewsonline.it, 24 ottobre 2025 Solo cinque mesi fa oltre 400 volontari, fra cui 114 detenuti che avevano beneficiato di un apposito permesso premio, hanno pulito e rimosso quasi quattro tonnellate di plastica e rifiuti in 12 città italiane. Domani nuova mobilitazione: l’organizzazione impegnata nel contrasto all’inquinamento da plastica, Plastic Free Onlus, e l’associazione del terzo settore dedicata al reinserimento socio-lavorativo dei detenuti, Seconda Chance, hanno organizzato infatti un’altra giornata di impegno per curare l’ambiente e promuovere il reinserimento sociale. 

 

di Giuseppe Ariola

L’Identità, 24 ottobre 2025 Il voto finale al Senato atteso per la prossima settimana. In concomitanza con l’arrivo della legge di bilancio al Senato, la riforma della Giustizia ha fatto un nuovo passo in avanti. La commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha infatti licenziato il provvedimento sulla separazione delle carriere in magistratura che approderà in aula la prossima settimana. L’ultimo passaggio parlamentare dei quattro previsti per il via libero definitivo alla riforma. Poi, sarà la volta del referendum confermativo che la maggioranza ha messo in agenda entro i primi tre mesi del prossimo anno.

 

di Alessandro Parrotta

Il Dubbio, 24 ottobre 2025 Comitati per il No, il delicato equilibrio tra l’indipendenza e la libertà politica dei magistrati. Nel dibattito apertosi attorno al ruolo dei magistrati nei comitati referendari, il nodo giuridico di fondo è uno: se tali comitati possano essere considerati “soggetti politici” e, in tal caso, se la partecipazione dei magistrati in carica a essi configuri una violazione del divieto costituzionale di appartenenza a partiti politici. La questione, sollevata da Enrico Costa e accennata anche dal professor Oliviero Mazza, tocca il cuore del rapporto tra indipendenza della magistratura e libertà di espressione politica dei singoli magistrati.

 

di Antonio Alizzi

Il Dubbio, 24 ottobre 2025 Sentenza belga cancellata dalla Cassazione: l’italiano sotto accusa non aveva neppure nominato il legale. La sesta sezione penale della Corte di Cassazione ha annullato la sentenza con cui la Corte d’appello di Reggio Calabria aveva riconosciuto, ai sensi del decreto legislativo 161 del 2010, la condanna pronunciata dalla Corte d’appello di Anversa nei confronti di un imputato, accusato di associazione per delinquere e traffico internazionale di stupefacenti. Il riconoscimento della sentenza straniera - disposto dai giudici reggini il 15 luglio 2025 - era stato impugnato dalla difesa, che aveva lamentato due profili di illegittimità: la mancata traduzione in italiano della decisione belga e l’assenza di prove che l’imputato fosse stato effettivamente informato del processo svoltosi all’estero.

 

di Francesco Machina Grifeo

Il Sole 24 Ore, 24 ottobre 2025 Lo ha ribadito la Cassazione, con l’ordinanza n. 28132 depositata ieri. La mancata traduzione nella lingua madre dell’interessato - l’albanese - non invalida il decreto di espulsione dello straniero irregolare se vi sono elementi per presumere che comprenda l’italiano, come nel caso specifico l’aver lavorato tre anni nel Paese. Lo ha ribadito la Corte di cassazione, con l’ordinanza n. 28132 depositata oggi, dichiarando inammissibile il ricorso dell’extracomunitario.

 

di Damiano Aliprandi

Il Dubbio, 24 ottobre 2025 Nel terremoto giudiziario che continua a scuotere il carcere minorile Cesare Beccaria di Milano, spunta una notizia che sorprende e toglie il fiato: don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio, gli ex cappellani dell’istituto, risultano indagati nell’inchiesta della procura. Per loro l’accusa è di omessa denuncia. Sarebbero stati consapevoli delle violenze ai danni dei giovani detenuti, eppure non le avrebbero comunicate alle autorità. Parliamo di ragazzi pestaggi quasi a sangue. “L’abbiamo ucciso, massacrato proprio”, dialoghi riportati nelle intercettazioni di alcuni agenti della polizia penitenziaria.

 

di Marianna Vazzana

Il Giorno, 24 ottobre 2025 Il sacerdote, 50 anni passati in via Calchi Taeggi, è finito nell’inchiesta con don Claudio Burgio. “Lì dentro non c’era alcun ‘sistema’. Io vado avanti”. Le loro posizioni stralciate: probabile l’archiviazione. Don Gino Rigoldi e don Claudio Burgio, rispettivamente ex ed attuale cappellano del carcere minorile Beccaria, risultavano iscritti nel registro degli indagati per l’ipotesi di omessa denuncia nella maxi indagine su torture, violenze e maltrattamenti sui detenuti minorenni, ma non hanno ricevuto informazioni di garanzia. E la loro posizione è stata stralciata rispetto a quelle dei 42 indagati per i quali il 30 ottobre inizierà il maxi incidente probatorio con l’ascolto, nei mesi successivi, di 33 vittime per cristallizzare le dichiarazioni in vista dell’eventuale processo.

 

di Linda Baldessarini

Corriere dell’Alto Adige, 24 ottobre 2025 La storia di un giovane del Gambia, detenuto a Bolzano. Si allena con la squadra dell’Excelsior. Quando Ceesay Kekuta calcia un pallone, tutto il resto scompare. Il rumore delle chiavi, le porte di ferro, persino il tempo. “Quando gioco mi sento libero”, dice con un sorriso timido ma deciso. Ha 28 anni, viene dal Gambia e il calcio non è solo un gioco: è il filo che tiene insieme i pezzi della sua vita. Partito da casa da giovanissimo, inseguendo il sogno di diventare calciatore, ha attraversato Senegal, Mauritania, Mali, Algeria e Libia. “Ho visto cose che non si dimenticano - racconta - ma il mio pensiero era sempre uno: arrivare in Europa, giocare, avere una possibilità”. Poi il mare, l’approdo in Italia e il difficile cammino dell’accoglienza.

 

diocesinovara.it, 24 ottobre 2025 Nei mesi di novembre e dicembre la Caritas diocesana propone un ciclo di incontri dedicati al mondo del carcere, con al centro il tema della giustizia riparativa. La proposta si inserisce nel solco dell’Actio Emblematica della diocesi di Novara per il Giubileo 2025 “Spazi di Speranza”, annunciata dal vescovo Franco Giulio durante la festa patronale di San Gaudenzio. Il progetto realizzato da Caritas è stato concordato con le direttrici dei due istituti (con una popolazione carceraria di circa 70 detenuti a Verbania e 170 a Novara), a seguito di un’attenta analisi dei bisogni.

 

Il Domani, 24 ottobre 2025 L’undicesima edizione del festival si terrà a Palermo dal 23 al 25 ottobre presso i Cantieri culturali alla Zisa. Tanti i temi della tre giorni tra cui l’esternalizzazione delle frontiere, i diritti delle persone migranti, la Palestina e la libertà di informazione. Torna il festival Sabir giunto oramai alla sua undicesima edizione. Il festival della società civile del Mediterraneo si tiene a Palermo dal 23 al 25 ottobre. Tra i temi centrali di questa edizione l’esternalizzazione delle frontiere e diritti delle persone migranti, libertà di informazione nei contesti di guerra, cittadinanza e nuove generazioni, clima e migrazioni forzate, giustizia per la Palestina e solidarietà internazionale, linguaggi dell’arte e della cultura come strumenti di resistenza.

 

di Ernesto Galli della Loggia

Corriere della Sera, 24 ottobre 2025 Le nuove sfide per il mondo progressista. Quale strada percorrere? Dalla scelta dipendono l’identità e il programma È importante puntare su proposte concrete e accettare la pluralità. Dopo l’accostamento fatto da Elly Schlein tra l’attentato a Sigfrido Ranucci e l’”estrema destra” al governo, con conseguente proclamazione della “democrazia a rischio”, è forse giunto il momento che la sinistra italiana, i suoi politici e i suoi elettori, i suoi intellettuali e i suoi giornalisti, decidano una buona volta in che Paese pensano di abitare.

 

di Emilio Minervini

Il Dubbio, 24 ottobre 2025 Qual è lo stato di salute della libertà di stampa in Italia? Secondo Schlein pessimo. Almeno in base a quanto dichiarato dalla segretaria del Partito Democratico lo scorso 18 ottobre al congresso del Partito Socialista Europeo ad Amsterdam. “La democrazia è a rischio, la libertà di stampa è a rischio quando l’estrema destra è al governo - ha detto Schlein, che ha espresso - solidarietà a uno dei più famosi giornalisti d’inchiesta del mio Paese, Sigfrido Ranucci, perché ieri c’è stata una bomba davanti a casa sua”. Lo scorso 16 ottobre un ordigno composto da un chilo di tritolo è stato fatto deflagrare di fronte all’abitazione di Pomezia del direttore della trasmissione Report, distruggendo la sua auto e danneggiando pesantemente quella della figlia.

 

di Simona Ciaramitaro

collettiva.it, 24 ottobre 2025 Lunga la lista delle sigle del terzo settore che parteciperanno alla manifestazione promossa dalla Cgil a Roma. “Meno spese militari, più risorse a welfare, lavoro, scuola e sanità”. Lunga la lista delle associazioni che aderiscono alla manifestazione nazionale indetta dalla Cgil per il 25 ottobre a Roma sotto lo slogan Democrazia al lavoro. “Per aumentare salari e pensioni, Per dire No al riarmo, Per investire su sanità e scuola, Per dire No alla precarietà, Per una vera riforma fiscale” sono i temi che il sindacato porta in piazza e che sono sottoscritti dagli aderenti, ognuno anche con le proprie peculiari motivazioni. Bastano pochi esempi per comprendere quanti siano i motivi che spingono alla mobilitazione. 

 

di Francesca Spasiano

Il Dubbio, 24 ottobre 2025 Lo sprint mormorato per settimane non c’è stato. Al contrario, la legge della maggioranza sul fine vita si arena di nuovo al Senato. I lavori riprenderanno verosimilmente dopo il via libera della Manovra, e comunque non prima che la Corte Costituzionale si pronunci sulla legge regionale della Toscana impugnata dal governo. A comunicare il rinvio è stato il meloniano Francesco Zaffini, presidente della commissione Affari sociali, che ieri ha certificato lo stallo nel corso della seduta delle commissioni riunione Giustizia e Affari sociali di Palazzo Madama: senza i pareri della commissione Bilancio sul testo base e sulle proposte di modifica - ha spiegato il senatore FdI - “non posso procedere” all’esame degli emendamenti.

di Rita Rapisardi

Il Manifesto, 24 ottobre 2025 Il processo per la morte di Moussa Balde prosegue e a rafforzare il quadro che sta uscendo dalle testimonianze (tra cui quella rilasciata da Mauro Palma, garante nazionale delle persone private della libertà dell’epoca, che ha definito il Cpr di Torino un “vecchio zoo”) arriva il Consiglio di Stato. Il processo per la morte di Moussa Balde prosegue e a rafforzare il quadro che sta uscendo dalle testimonianze (tra cui quella rilasciata da Mauro Palma, garante nazionale delle persone private della libertà dell’epoca, che ha definito il Cpr di Torino un “vecchio zoo”) arriva la sentenza del Consiglio di Stato.

 

di Ibrahima Lo

Avvenire, 24 ottobre 2025 La lettera-denuncia di Ibrahima Lo, studente e attivista, che si è salvato dalle atrocità dei lager libici. “L’accordo Roma-Tripoli è contro la dignità delle persone, chiedo all’Italia di non collaborare più a questa catena di violenza”. Caro direttore, sono Ibrahima Lo, un giovane di ventisei anni, originario del Senegal e residente in Italia da un decennio. Con questa lettera ad “Avvenire”, rivolgo un appello alle Autorità italiane in qualità di cittadino residente, scrittore e attivista, ma soprattutto come testimone diretto di una crisi umanitaria che interpella l’etica e i valori fondanti della nostra Repubblica.

 

di Luigi Ferrajoli

Il Manifesto, 24 ottobre 2025 Ottanta anni fa, il 24 ottobre 1945, all’indomani delle due spaventose guerre mondiali, è entrata in vigore la Carta dell’Onu, con la sua promessa di pace. Una promessa non mantenuta, dato che l’Onu non è riuscita a impedire nessuna delle tante guerre che in questi otto decenni hanno insanguinato l’umanità. Il suo lento logoramento, fino all’odierno fallimento, si è aggravato con la fine della guerra fredda. Con il crollo del muro di Berlino e con l’implosione dell’Urss avrebbe potuto aprirsi un’era di pace. Venuto meno il “nemico” con la fine del comunismo sovietico, non avevano più senso le alleanze militari, inclusa la Nato, che avrebbe potuto sciogliersi, unitamente allo scioglimento, se l’avesse proposto la superpotenza Usa allora incontrastata, di tutti gli eserciti nazionali.

 

di Barbara Stefanelli

Corriere della Sera, 24 ottobre 2025 A Gaza non c’è ancora la pace, mentre in Italia continua una zuffa politica con accuse e contraccuse che non offre alcun contributo e diventa una paradossale comfort zone ideologica alla quale rischiamo di abituarci. “The war is over”. La guerra è finita, ma non esattamente. Non a Gaza, dove Hamas - a colpi di kalashnikov ed esecuzioni sommarie degli “oppositori” - sta riempiendo il vuoto lasciato tra le macerie dall’esercito di Israele. Non in Italia, dove accuse e contraccuse tra schieramenti opposti si inseguono lasciandoci in balìa di una ruota di verità alternative che non porta da nessuna parte. È un po’ quella “stasi iperaccelerata” o “inerzia polare” di cui parla, sul piano della riflessione filosofica, Mauro Bonazzi (a pagina 31).

 

di Nello Scavo

Avvenire, 24 ottobre 2025 Fermata più volte per le attività studentesche, è finita nel “buco nero” delle prigionie indefinite. Più di tremila come lei. Layan ha 25 anni, gli ultimi due trascorsi in galera, senza accuse. Fino a una condanna a sette mesi, in un processo celebrato pochi giorni fa in sua assenza. È palestinese ed è cristiana. E come altri tremila non ha diritto di sapere quali prove ci siano contro di lei. Si chiama “detenzione amministrativa”, una prassi giudiziaria israeliana che consente di trattenere chiunque per un tempo indefinito. Come Layan Nasir, cristiana anglicana di Bir Zeit, a nord di Ramallah, bloccata nel 2023 poco dopo essersi laureata in Scienze della nutrizione.

 

di Lorenzo Santucci

huffingtonpost.it, 24 ottobre 2025 Come conferma anche il Times of Israel, molti prigionieri catturati da Idf durante l’offensiva sono stati riconsegnati con evidenti segni di tortura e maltrattamento. Le prove in immagini molto aspre. Il ministro Ben Gvir ammette, e dice: “Ci vuole la pena di morte”. Omicidi, esecuzioni sommarie, torture sistematiche. È il resoconto offerto dai medici dell’ospedale Nasser di Khan Younis, dopo aver esaminato i corpi di alcuni prigionieri palestinesi rimpatriati da Israele. Su almeno 135 corpi erano evidenti “chiari segni di spari [esplosi] a distanza ravvicinata”, così come alcuni sono stati “schiacciati sotto i cingoli dei carri armati israeliani”. Il che rende ancor più difficile il loro riconoscimento. Nei sacchi in cui sono stati infilati non c’era alcun nome che permettesse l’identificazione della vittima: solo un codice.

 

DOCUMENTI

Comunicato dell'ASGI. "La morte di Alhagie Konte a Poggioreale è un fallimento del sistema sanitario penitenziario. Serve verità e trasparenza"

Articolo. "Il Consiglio di Stato si esprime sulle carenze rispetto all’assistenza sanitaria del capitolato d’appalto dei Centri per il rimpatrio (CPR)", di Giulia Di Giacinto

Circolare DAP. "Integrazione disposizioni relative ai provvedimenti autorizzativi degli eventi di carattere educativo, culturale e ricreativo presso gli Istituti Penitenziari: competenze autorizzatorie in materia trattamentale ascritte alla DGDT"

Radio Carcere, di Riccardo Arena. "Nordio & Le Comunità per i detenuti senza casa?. La storia di Igor: diabetico, senza un occhio, gravemente malato e alcoldipendente. Ma che resta in carcere perché non si riesce a trovare una Comunità"