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Notiziario quotidiano dal carcere

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Edizione di giovedì 16 ottobre 2025

APPUNTAMENTI DI RISTRETTI

Percorso di formazione: "Volontari per la Giustizia di Comunità" (Padova, fino al 10 novembre 2025)

 

di Umberto Brindani

Gente, 16 ottobre 2025 Giorni fa sono entrato in un carcere per una breve lezione di giornalismo. E adesso mi domando se l’incontro con quei detenuti abbia fatto più bene a loro o a me. L’altro giorno sono finito in carcere. Ma no, cosa avete capito? Non mi hanno arrestato: mi è stato consentito l’accesso in un penitenziario per tenere a un piccolo gruppo di detenuti una breve lezione di giornalismo. Ho attraversato cancelli, sbarre, guardiole ed enormi cortili per arrivare nella sezione che mi era stata assegnata, dove in una stanza aperta sul corridoio delle celle mi aspettava una dozzina di carcerati. Ci sono rimasto un paio d’ore. E non so se quell’incontro abbia fatto bene più a loro che a me.

 

di Susanna Marietti*

Il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2025 Finalmente è stato messo un microfono in mano a questi ragazzi e a queste ragazze. Finalmente sono stati ascoltati. Dal penale al sociale è stato lo slogan che ha accompagnato le battaglie politiche e sintetizzato l’approccio culturale della nostra associazione Antigone negli ultimi decenni. La reazione delle politiche penali deve lasciare il campo alla prevenzione delle politiche sociali, intese nella maniera più ampia e integrata possibile. Se davvero accadesse questo, il carcere si svuoterebbe dei grandi numeri che oggi lo gonfiano. Le carceri non recludono la grande criminalità bensì la grande marginalità, portatrice di ogni tipo di povertà - a cominciare da quella sanitaria - e di problema sociale. La prigione costituisce vergognosamente l’ultima frontiera del welfare.

 

di Alessandra Vescio

Marie Claire, 16 ottobre 2025 “Ho sentito meno il carcere, psicologicamente ti risolleva. Io avevo una condanna di sette anni: vedere persone, uscire a lavorare e poter socializzare rende più facile il reinserimento nella società. Di solito i carcerati si uccidono per il troppo stress che vivono. Ma se dai loro la possibilità di uscire, di lavorare, allora loro cambiano, sentono di avere uno scopo. Progetti come questi possono veramente dare una possibilità e cambiare delle vite”.

 

di Guido Vitiello

Il Foglio, 16 ottobre 2025 Non si parla di corda in casa dell’impiccato. L’impiccato è Aldo Scardella, il ragazzo di ventiquattro anni che si uccise in una cella di isolamento del carcere di Buoncammino a Cagliari il 2 luglio 1986, dopo sei mesi di detenzione da innocente. Quanto alla casa, non è difficile trovarne l’indirizzo: è quella in cui si parla malvolentieri della corda. L’avvocato Patrizio Rovelli, dopo aver raccolto migliaia di firme per intitolare a Scardella l’aula magna del Palazzo di Giustizia di Cagliari, si è sentito rispondere dai presidenti del Tribunale e della Corte d’appello che “ricordare un errore giudiziario getterebbe discredito sulla magistratura”.

 

di Valentina Stella

Il Dubbio, 16 ottobre 2025 Il presidente dell’Ucpi replica alle accuse dei magistrati progressisti: “Difendiamo i diritti dei cittadini, il divorzio tra giudici e pm una battaglia di libertà”. Il ddl di riforma costituzionale sulla separazione delle carriere dei magistrati arriverà in aula al Senato il 28 ottobre per l’ultimo passaggio parlamentare. Lo ha deciso ieri la capigruppo di Palazzo Madama. “Noi come maggioranza - ha spiegato il capogruppo di FI, Maurizio Gasparri - chiedevamo il 23 ma, chiarito che all’unanimità si poteva fare il 28, abbiamo accolto la proposta del presidente del Senato, La Russa. Di fronte alla certezza dei tempi non abbiamo avuto nulla da obiettare”. La maggioranza punta a tenere il referendum a fine marzo 2026.

 

di Leandro Del Gaudio

Il Mattino, 16 ottobre 2025 Una battaglia per la difesa della Costituzione, dialogo e confronto serrato su alcuni punti cardine dell’assetto democratico in Italia. È questa la sfida del comitato che si batte contro la riforma della giustizia. Una sfida che parte da Napoli che avrà il suo punto di svolta sabato pomeriggio, con la nuova edizione della notte bianca della giustizia. Ci saranno magistrati, ma anche scuole e docenti. Artisti (tra cui la cantante Fiorella Mannoia), ma anche il procuratore di Napoli Nicola Gratteri, i giornalisti Giovanni Floris e Massimo Giannini, don Luigi Ciotti (modera la giornalista di Repubblica Conchita Sannino).

 

di Lorenzo Giarelli

Il Fatto Quotidiano, 16 ottobre 2025 “La sicurezza non si ottiene creando nuovi reati, né continuando ad aumentare le pene. Difficilmente i Governi incidono sulla frequenza dei delitti ogni volta che promettono di occuparsene”. Marzio Barbagli è un sociologo tra i più noti in Italia. Professore emerito di Sociologia all’Università di Bologna e autore di svariati saggi, da anni studia i numeri e le tendenze della criminalità, osservandone l’impatto sulla società. Di fronte ai dati dei delitti commessi in Italia, fa una premessa da studioso: “Per fare valutazioni specifiche sui singoli reati, bisognerebbe essere a conoscenza di serie storiche degli ultimi decenni”.

 

di Simona Musco

Il Dubbio, 16 ottobre 2025 I capigruppo invocano il conflitto di attribuzioni sulla capo di gabinetto Bartolozzi, indagata per false dichiarazioni. “Un uso distorto” del “potere di qualificazione dei reati”. È un’accusa pesante quella rivolta dai capigruppo di maggioranza al procuratore Francesco Lo Voi, “colpevole” di aver iscritto sul registro degli indagati la capo di gabinetto del ministero della Giustizia Giusi Bartolozzi. A guidare l’attacco sono Galeazzo Bignami (FdI), Paolo Barelli (Forza Italia), Riccardo Molinari (Lega) e Maurizio Lupi (Noi Moderati), che hanno formalmente chiesto di sollevare un conflitto di attribuzioni tra poteri dello Stato, con una lettera di cinque pagine inviata al presidente della Giunta per le autorizzazioni della Camera, Devis Dori.

 

di Jacopo Storni

Corriere Fiorentino, 16 ottobre 2025 Una vita tra furti e crack. Il saluto di chi ha cercato di aiutarla. Aveva 14 anni quando fuggì dalla sua famiglia in Romania. Ha vissuto nelle strade d’Europa, dall’Ungheria fino all’Italia. Poi una vita di stenti a Firenze, costretta a prostituirsi, schiava del crack sui marciapiedi nei dintorni della stazione. Finita due volte in carcere, prima al minorile di Pontremoli e poi a Sollicciano, dove lo scorso 7 settembre si è tolta la vita impicciandosi nella sua cella: il suicidio carcerario numero 60 nel 2025. A Sollicciano era arrivata dopo l’aggressione a Ezio, l’anziano di via Maso Finiguerra finito in coma.

 

di Andrea Papaccio

monza-news.it, 16 ottobre 2025 Un uomo di 63 anni deceduto nella casa circondariale di via Sanquirico. Indaga la Procura, disposta l’autopsia. I carabinieri del Nucleo investigativo sono entrati nella struttura di via Sanquirico nella mattinata di lunedì 14 ottobre, dopo che un detenuto è morto. L’uomo, un italiano di 63 anni, è stato trovato senza vita all’interno della sua cella. Sulla vicenda indagano la Procura di Monza e i militari, mentre è stata disposta l’autopsia per chiarire le cause del decesso. Secondo le prime informazioni, l’ipotesi del suicidio appare da scartare. Anche una morte violenta sarebbe al momento esclusa, ma gli inquirenti mantengono il massimo riserbo.

di Vera Mantengoli

Corriere del Veneto, 16 ottobre 2025 Il caso Enrico Farina arriva in Parlamento. Non è ancora chiaro cosa ci sia dietro l’improvvisa revoca del direttore del carcere maschile di Venezia, Santa Maria Maggiore, noto in città per aver trasformato in due anni la struttura, firmando numerosi protocolli con le istituzioni per favorire il reinserimento lavorativo dei detenuti. Dopo aver ricevuto un provvedimento di “sospensione temporanea per motivi organizzativi” ieri si è saputo che Farina, salernitano classe 1977, assumerà la guida dell’istituto penitenziario di Belluno, in attesa dell’arrivo della titolare Fabiana Sasso. Uno spostamento singolare dato che il suo incarico a Venezia sarebbe scaduto a dicembre 2026.

 

di Franco Mirabelli

senatoripd.it, 16 ottobre 2025 Le vicende che interessano il carcere di San Vittore sono frequentemente oggetto di attenzione di numerosi organi di stampa che, pressoché quotidianamente, riportano fatti che riguardano l’istituto penitenziario. La situazione che emerge appare sempre più drammatica e quanto mai fuori controllo perdurando, ormai da molti anni, una quanto mai complicata condizione di sovraffollamento, dal momento in cui si registra un numero di detenuti che rappresenta il doppio di quello sostenibile dalla sua capienza normale.

 

di Paola Pottino

La Repubblica, 16 ottobre 2025 Erano 17 nel 2023, sono 33 oggi. Nella Sicilia occidentale è raddoppiato in due anni il numero dei giovanissimi detenuti, e non sono in prevalenza extracomunitari. Al Malaspina erano 17 nel 2023, sono 33 oggi. Aumentato di circa l’ottanta per cento (da 108 a 189) anche il numero degli ospiti di strutture. Mentre risultano addirittura triplicati i minori arrestati in flagranza di reato: sono passati da 24 a 61. Sono i dati che confermano un’emergenza. Quella della violenza giovanile, al centro delle attenzioni in questi giorni dopo l’omicidio di Paolo Taormina, nel cuore della città.

 

di Gianni Varani

omnismagazine.com, 16 ottobre 2025 Qualcuno, dopo essere stato a cena dentro il carcere minorile del Pratello, a Bologna, grazie ad un’avventura molto particolare, ha subito pensato ad una celebre frase di Italo Calvino. “Cercare e saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno”. Il carcere è un muro. Separa. A volte seppellisce. Per tanti è appunto un inferno. Molti pensano che serva solo ad isolare i cattivi dai buoni. Ma dentro il carcere c’è vita, ci sono esseri umani che sperano, a fatica, in una seconda possibilità. Nel girone infernale di un carcere sovraffollato, c’è qualcosa che inferno non è. Accade. A Bologna come in altre carceri.

 

di Laura Distefano

La Sicilia, 16 ottobre 2025 La direzione della casa circondariale di Piazza Lanza a Catania ha voluto celebrare il cinquantesimo anniversario della legge sull’ordinamento penitenziario con gli studenti. “Storia, legalità, futuro”. Tre parole che rappresentano lo spirito con cui sono stati condotti i lavori del congresso dedicato ai 50 anni della nuova legge dell’ordinamento penitenziario, che si è svolto ieri mattina al Palazzo di Giustizia. Una riforma che ha cambiato totalmente il volto del carcere. O meglio del modo di considerare il detenuto: una persona, prima che un recluso. La pena è (o dovrebbe essere) un percorso formativo, educativo e sociale.

 

gnewsonline.it, 16 ottobre 2025 Una vera e propria Accademia di arti e mestieri del teatro frequentata dai detenuti. Succede nella casa circondariale di Modena, grazie al progetto del Teatro dei Venti con il sostegno del Ministero. Sono 704 le ore di lezione tenute da professionisti del settore (registi, docenti universitari, tecnici, drammaturghi) che si svolgeranno fino a marzo 2026. Gli allievi potranno frequentare due tipi di programmi: artistico o tecnico. Alla fine del percorso, i detenuti riceveranno un attestato di frequenza, che apre la strada al vero e proprio diploma e a possibili tirocini presso enti teatrali del territorio.

 

di Stefano de Stefano

Corriere del Mezzogiorno, 16 ottobre 2025 “Sono ragazzi che spesso, a causa di carenze sociali, hanno dovuto deviare dalla retta via; e nei prossimi mesi intendo dedicare a loro più tempo di prima. E su questo vorrei soffermarmi. Si tratta di migliaia di giovani e del loro futuro, ed è essenziale che un’Assemblea come il Senato prenda a cuore la riparazione delle carenze dannose, posso dire catastrofiche, che da secoli coinvolgono quasi l’intero territorio dal Sud al Nord dell’Italia”. Parole appassionate che Eduardo De Filippo, nominato senatore a vita, pronunciava a Palazzo Madama il 23 marzo 1982. E oggi alle 17, dopo 43 anni, alla presenza del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, del sottosegretario Andrea Ostellari, della vice presidente della Università Luiss Guido Carli, Paola Severino, nell’istituto penale per i minorenni ...

 

di Daria Capitani

vita.it, 16 ottobre 2025 A Genova, Saluzzo e Torino tre compagnie teatrali da tempo entrano negli istituti per favorire l’espressione creativa, offrire l’opportunità di una formazione professionale in campo artistico, aprire prospettive di reinserimento lavorativo una volta scontata la pena. Tutte e tre hanno indicato una rotta. Per chi oggi ha intenzione di seguirla, c’è una mappa che rende il cammino meno impervio. Un’iniziativa di Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Fondazione Compagnia di San Paolo nel solco del progetto Per Aspera ad Astra promosso da Acri.

 

di Maria Giuseppina Bonanno

Oggi, 16 ottobre 2025 Don Antonio Loffredo ha fatto miracoli in un quartiere difficile della città, e ora è al centro della fiction “Noi del Rione Sanità”, interpretata da Carmine Recano. “Mi hanno aggiustato un po’: non solo appaio più bello, ma anche più dolce. Io sono di carattere impetuoso. Mi è pure capitato di dire parolacce in chiesa”. Così, e col sorriso, don Antonio Loffredo parla della fiction Noi del Rione Sanità, in onda dal 23 ottobre su Rai 1 in prima serata. A rappresentarlo, col nome di don Giuseppe, è stato chiamato Carmine Recano, attore sempre apprezzato, nei film di Ferzan Özpetek come in tv, per esempio in Mare fuori.

 

di Pietro Rebusi

Il Manifesto, 16 ottobre 2025 “Una firma che vale una vita” è l’iniziativa che sancisce l’incontro tra la campagna Coop “Dire Fare Amare” avviata all’inizio di quest’anno (a favore dell’obbligatorietà dell’educazione affettiva nella scuola) e “Diritto a Stare Bene” (la proposta di legge di iniziativa popolare per l’istituzione del servizio nazionale pubblico di psicologia, obbligatorio e permanente). Sulla scia di questa alleanza, l’8 ottobre è stata inaugurata a Firenze la campagna Una firma che vale una vita, appunto raccogliendo firme con i presidi nei punti vendita Coop in 23 luoghi, tra grandi città e capoluoghi di provincia.

di Leonardo Fiorentini

Il Manifesto, 16 ottobre 2025 Da un podcast alla formazione clinica. È questo l’avventuroso percorso di Illuminismo Psichedelico, trasmissione prodotta dall’Associazione Luca Coscioni e condotta dal giornalista Federico di Vita, che da contenuto di nicchia è diventata negli anni un punto di riferimento nel dibattito italiano sulla psichedelia. Nasce così Illuminismo Psichedelico Academy: la prima scuola nazionale dedicata alle terapie condotte con psichedelici.

 

di Giulio Cavalli

Il Domani, 16 ottobre 2025 Da Palermo a Torino, i giudici bocciano l’approccio repressivo del governo: servono prove scientifiche, non arresti a vista. In assenza di prove sull’efficacia drogante, la canapa resta legale. Nel giro di quarantotto ore tre tribunali italiani - Palermo, Belluno e Torino - hanno dato torto al governo Meloni sulla canapa industriale. Le pronunce, tutte depositate tra il 12 e il 14 ottobre, smentiscono l’impianto del decreto sicurezza che aveva equiparato la cannabis light agli stupefacenti, imponendo una stretta che da mesi paralizza il settore agricolo e commerciale. I giudici hanno ribadito un principio elementare: senza analisi di laboratorio che certifichino la presenza di Thc oltre i limiti di legge, non esiste alcun reato.

 

di Vincenzo R. Spagnolo

Avvenire, 16 ottobre 2025 La maggioranza vota compatta per il rinnovo del sostegno alla discussa Guardia costiera libica, inaugurato nel 2017 dall’allora premier del Pd. Il centrosinistra: così si nasconde un fallimento. Si susseguono le legislature, cambiano di segno governi e maggioranze, ma la rotta dell’Italia rispetto al memorandum fra Italia e Libia resta la stessa. Con un voto nettamente polarizzato (153 sì del centrodestra, contro 112 no delle opposizioni e 9 astensioni), è passata alla Camera la mozione presentata da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi moderati che impegna il Governo a “proseguire la strategia nazionale di contrasto ai trafficanti di immigrati e di prevenzione delle partenze dalla Libia, fondata sul Memorandum del 2017, procedendo al rinnovo dello stesso”.

 

di Angela Stella

L’Unità, 16 ottobre 2025 Il cappellano di Mediterranea dopo il voto in Aula sui patti con la Libia: “Io stesso ho dovuto dare la benedizione in videochiamata a ragazzi cattolici catturati in mare, portati nei lager e lì ridotti in fin di vita”.

 

di Ludovica Lopetti

Corriere di Torino, 16 ottobre 2025 Ha chiesto la protezione internazionale a Torino nel 2017 e poi di nuovo nel 2025, ma in entrambi i casi gli è stata negata “per manifesta infondatezza”. A nulla è valso dichiarare che nel Paese d’origine, il Gambia, rischia la morte per il proprio orientamento sessuale. Lo scorso 26 settembre E.J., 27 anni, è stato fatto salire su un aereo per Banjul, la capitale, mentre ancora pendeva il ricorso contro l’ultimo rifiuto della commissione territoriale. L’udienza davanti al Tribunale civile (competente a giudicare in 2° grado le decisioni dell’organo prefettizio) si è svolta martedì, ma senza l’interessato, perché il giudice non ha concesso la sospensione del provvedimento di espulsione.

 

di Mauro Magatti

Corriere della Sera, 16 ottobre 2025 Dall’Ucraina al Medio Oriente e alla Libia: il volto moderno dell’orrore e il dovere delle democrazie. Per molto tempo si è creduto che, con il progresso delle istituzioni democratiche, la diffusione della cultura dei diritti umani e l’integrazione economica tra i popoli, la barbarie fosse ormai relegata al passato. E invece, la realtà del nostro tempo ci costringe a una dolorosa presa d’atto: l’orrore non è una categoria della storia, ma una presenza viva e drammatica del nostro presente. Essa assume nuove forme, ma conserva la stessa essenza: la negazione della dignità umana, l’uso della violenza come strumento politico, la riduzione della persona a mezzo sacrificabile per interessi di potere.

 

di Francesca Mannocchi

Elle, 16 ottobre 2025 Siamo diventati spettatori professionali del dolore altrui. Guardiamo i conflitti in diretta, li commentiamo, poi cambiamo canale. La pace, invece, chiede presenza, lentezza, memoria. È un lavoro, non un’emozione. Tutti dicono “pace”. C’è parola più bella? No, non ce n’è. Pace è una parola breve, facile. Apparentemente. Ma ogni volta che la parola pace torna sulla nostra bocca, dovremmo chiederci: pace per chi? Pace a quale prezzo? Oggi “pace” non significa più la fine della guerra, ma il suo intervallo amministrato. A Gaza, in Israele, in Ucraina, nei tanti conflitti dimenticati, la pace è una formula diplomatica che copre la continuità della violenza.

 

di Letizia Tortello

La Stampa, 16 ottobre 2025 Il giornalista israeliano: “Il piano Trump ha molte falle, non dice chi governa Gaza. Irrealistici i due Stati, l’unica via per i palestinesi è la pressione internazionale”. “Vorrei poter dire che ci sarà uno Stato palestinese, ma non credo. Abbiamo perso quel treno. Con 700 mila coloni in Cisgiordania - persone violente, politicamente molto forti - non vedo alcun governo israeliano disposto a sgomberarli. L’unica soluzione è parlare di “democrazia dal fiume al mare”.

DOCUMENTI

Circolare DAP: "Misure di coordinamento tra le aree per l'efficienza operativa e la prevenzione di eventi critici negli istituti penitenziari"

Ministero della Giustizia. Statistiche su detenuti presenti, capienza delle carceri e condannati in misura alternativa, al 30 settembre 2025

Articolo. "Carcere e carcerati: avanti adagio, il refrain di Nordio", di Riccardo Radi

Articolo. "I rischi di vittimizzazione secondaria e ripetuta, di intimidazione e di ritorsioni nei programmi di giustizia riparativa", di Fabrizio Cacace