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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di giovedì 27 novembre 2025
di Ilaria Dioguardi
vita.it, 27 novembre 2025 Un educatore si è suicidato nella casa circondariale di Cremona. Il fatto riaccende una luce sulle grandi difficoltà di questo lavoro, a forte rischio burnout. Davide Longhi (Sol.co Cremona): “La cura di chi cura, in un ambiente come il carcere, diventa ancora più importante”. Ulderico Maggi (Comunità di Sant’Egidio): “Il lavoro di educatore in carcere comporta uno stress emotivo altissimo, oltre il burnout”. Sonia Caronni (Cnca): “Del burnout degli educatori si ha contezza, ma non si prevedono interventi. Per esempio per i funzionari giuridico-pedagogici non è prevista supervisione”.
di Damiano Aliprandi
Il Dubbio, 27 novembre 2025 La Corte suprema respinge il ricorso del ministero della Giustizia e autorizza la visita del figlio, anche lui recluso: l’affettività familiare può essere negata solo per ragioni concrete di sicurezza. Un video su TikTok pubblicato dai nipoti. Un detenuto al 41 bis che, durante un colloquio, dimostra di conoscerne l’esistenza. Il sospetto immediato: ha canali di comunicazione illeciti con l’esterno. La conseguenza: stop ai colloqui visivi con il figlio, anche lui detenuto. Ma la storia finisce in modo diverso da come si potrebbe immaginare. La Cassazione, con la sentenza n. 3113 depositata il 17 novembre scorso, respinge il ricorso del ministero della Giustizia e conferma il diritto di Francesco Stimoli, 64 anni, detenuto in regime di carcere duro, a vedere suo figlio faccia a faccia.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 27 novembre 2025 “Gli indennizzi liquidati per riparazione per ingiusta detenzione nell’intero anno 2024 sono pari a 26,9 milioni di euro. Dal 1° gennaio 2025 al 31 ottobre 2025 sono state accolte 535 per un importo complessivo a carico dell’Erario pari ad euro 23.850.925,00. In particolare, i dati più alti si registrano presso la Corte di Appello di Reggio Calabria con 77 indennizzi liquidati per 5.486.000,00 euro e presso la Corte di Appello di Catanzaro con 126 indennizzi per un importo di 4.311.000,00 euro. A seguire Palermo con 32 istanze liquidate per un importo di 2.905,000,00 euro e Roma con 40 istanze liquidate per un importo di 2.552,000,00 euro.
GIUSTIZIA
di Alessandro De Angelis
La Stampa, 27 novembre 2025 La data del referendum indicata da Nordio è una forzatura rispetto alle norme. Se si accorciano i tempi della raccolta delle firme si rischia lo strappo col Colle. Era già tutto previsto. Annunciato nei comizi, il premierato risuscita anche nell’agenda parlamentare. Annunciata, a sconfitta ancora calda nel Sud, la legge elettorale, ecco la sollecitazione da parte del presidente del Senato. L’ultimo tassello della “grande forzatura” lo esplicita il guardasigilli Carlo Nordio: “Il referendum sulla giustizia si terrà entro la prima metà di marzo, secondo i nostri calcoli”. E allora, per capire calcoli e strappi anche su questo terreno, occorre partire dalla norma, e da una lunga consuetudine.
di Alberto Cisterna
Il Manifesto, 27 novembre 2025 La domanda delle domande è sempre quella; se la separazione delle carriere, alla fine, non sia altro che un primo passaggio per attestare la maggioranza politica di turno nella cittadella giudiziaria. Gli occhi sono sempre puntati sul pubblico ministero di cui la riforma Nordio prevede l’espulsione dall’unitario ordinamento giudiziario per dare vita a quella che il professor Ferrua ha di recente definito un’autocrazia irresponsabile. Ovviamente una provocazione, ma che punta l’indice sulle norme della legge costituzionale su cui più acuti sono i timori del fronte del No e più prodighi di rassicurazioni gli esponenti del Sì. Si vedrà. Ma guardiamo oltre.
di Fabrizio Costarella e Cosimo Palumbo*
Il Dubbio, 27 novembre 2025 L’articolo pubblicato sul Dubbio il 6 novembre, firmato da Errico Novi, dedicato alle intercettazioni emerse durante le indagini sull’allora presidente del Tribunale delle misure di prevenzione di Palermo, Silvana Saguto, offre uno spunto di riflessione che va ben oltre il singolo caso. Riporta al centro dell’attenzione un tema cruciale e spesso ridotto a sterile scontro ideologico: la separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti. Molti, cittadini potrebbero chiedersi che nesso ci sia tra il dibattito in corso sulla necessità di separare le carriere di pubblici ministeri e giudici carriere e il procedimento di prevenzione, quello strumento che consente di disporre sequestri e confische dei beni nei confronti di soggetti ritenuti socialmente pericolosi, anche in assenza di condanna penale.
di Alberto Sofia
Il Fatto Quotidiano, 27 novembre 2025 La protesta dei precari Pnrr: “6.000 a rischio taglio”. Assunti negli ultimi quattro anni, rischiano di rimanere a casa da giugno 2026 e ora chiedono stabilizzazioni al governo Meloni. “Altro che separazione delle carriere e la creazione del doppio Consiglio superiore della magistratura. Questa riforma non è la priorità. I cittadini chiedono tempi certi, dalle cause che si fanno per il risarcimento del danno, fino ai processi penali. Ma il sistema è già sotto organico, senza di noi la giustizia sarà al collasso”. Mentre governo e forze politiche già si scontrano e si preparano al referendum sulla giustizia di marzo 2026, è il personale precario assunto con il Piano nazionale di ripresa e resilienza e ora in scadenza con la fine degli stessi progetti Pnrr, a rivendicare garanzie per il proprio futuro.
di Ermes Antonucci
Il Foglio, 27 novembre 2025 La giurista: “Nel nostro ordinamento non esisteva nessuna lacuna. Assistiamo all’ennesimo ricorso al diritto penale per rispondere, in termini meramente repressivi e simbolici, a fenomeni ad alto tasso emotivo, dimenticando invece di investire sulle politiche di prevenzione”. Il reato di femminicidio? Inutile, simbolico, irrazionale, ma soprattutto di dubbia efficacia e di difficile applicazione. È netto il giudizio di Elena Mattevi, professoressa di Diritto penale all’Università di Trento, sul nuovo reato introdotto dopo il via libera unanime della Camera di martedì. La notizia dell’approvazione definitiva del disegno di legge bipartisan è paradossalmente passata in secondo piano, travolta dalle polemiche politiche generate dalla decisione della maggioranza di sospendere l’esame del ddl sulla violenza sessuale.
di Mauro Bazzucchi
Il Dubbio, 27 novembre 2025 Salvini fa saltare l’accordo sul reato di violenza sessuale tra Meloni e Schlein. E la premier rilancia il premierato. Matteo Salvini non aspetta nemmeno di smaltire l’adrenalina post-elettorale per impallinare la legge sulla riforma del reato di violenza sessuale. Il leader della Lega, davanti alle telecamere convocate per commentare il voto in Puglia e Campania, ha rivendicato apertamente lo stop del Carroccio a un testo che solo una settimana fa aveva incassato il via libera unanime della Camera e che Palazzo Madama avrebbe dovuto approvare in via definitiva, proprio nel giorno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne. Una frenata che ha sorpreso perfino parte della maggioranza, e che soprattutto ha contraddetto il patto politico che Giorgia Meloni aveva stretto con Elly Schlein: un accordo bipartisan, simbolico e politico, per arrivare a una legge condivisa.
di Fabrizia Giuliani
La Stampa, 27 novembre 2025 Che il diavolo sia nei dettagli è cosa nota. I dettagli, nella battaglia per una legge che metta nero su bianco che un rapporto sessuale diventa violenza, se imposto, sono nelle parole di commento. Il vicepremier parla di eccesso di spazio interpretativo, vendette personali, di una legge che finirà per intasare i tribunali, esacerbare i conflitti, un far west. Non è il solo, ne abbiamo lette tante e in fondo non c’è ragione di stupirsi se ci voltiamo indietro: tutte le leggi che hanno restituito alle donne una libertà che il quadro normativo non ammetteva hanno visto compatte levate di scudi. Compattissime.
di Marco Nigro*
Il Dubbio, 27 novembre 2025 La riforma dell’art. 609-bis c.p., approvata alla Camera 19 novembre, introduce nel sistema penale italiano il paradigma del consenso affermativo, determinando una metamorfosi che non si esaurisce nel mero aggiornamento della tecnica legislativa, ma incide profondamente sul patrimonio concettuale e sulle garanzie strutturali del processo penale. L’intento dichiarato è quello di armonizzare la disciplina interna ai modelli internazionali più recenti, rafforzando la protezione dell’autodeterminazione sessuale. Intento nobile, per carità, ma non per questo immune da problematiche applicative. L’innovazione normativa, infatti, si proietta su un terreno scivoloso, nel quale la tutela della vittima e la salvaguardia delle garanzie non possono essere considerate grandezze antagoniste, ma devono convivere entro un equilibrio che non sia puramente retorico.
di Valentina Stella
Il Dubbio, 27 novembre 2025 L’omicidio di Lida Taffi Pamio, avvenuto il 20 dicembre del 2012 nella sua abitazione di Mestre, e per il quale sono state condannate due donne (Susanna Lazzarini e Monica Busetto), ma paradossalmente non in concorso tra di loro, arriva all’attenzione del Parlamento. Sono state infatti presentate quattro interrogazioni parlamentari: una del senatore Pd Andrea Martella, una della deputata del M5S Stefania Ascari, una del senatore pentastellato Roberto Cataldi, una del deputato di Avs Devis Dori. Tutte chiedono di far luce su una vicenda giudiziaria che ha dell’incredibile, e di rivalutare soprattutto la posizione di una delle due condannate, Monica Busetto, in carcere da 12 anni ma sempre professatasi innocente. Ieri Nordio ha risposto proprio all’atto di sindacato ispettivo promosso da Dori. Ma riassumiamo la vicenda. Tutto inizia con la morte dell’anziana Taffi Pamio.
di Sara Nocentini
Corriere Fiorentino, 27 novembre 2025 La separazione delle politiche regionali per le questioni carcerarie da sanità e sociale, da lavoro e formazione, rischia di indebolire i rapporti con la giustizia e l’amministrazione penitenziaria. La definitiva composizione della giunta regionale toscana e l’assegnazione delle deleghe invita a sviluppare una riflessione su un tema apparentemente ai margini delle nostre comunità, ma in realtà pienamente parte di un più ampio ragionamento sui sistemi di welfare e sulla loro efficacia. Il tema è il carcere o, se preferiamo, i percorsi di esecuzione penale (che possono essere interni al carcere o esterni attraverso varie misure), o ancora più in generale, il legame tanto profondo quanto poco esplicitato tra il governo delle nostre istituzioni territoriali, Regione e Comuni, e l’amministrazione della giustizia.
di Valentina Farina*
brindisireport.it, 27 novembre 2025 Ancora vite spezzate. Ieri mattina un detenuto della Casa circondariale di Brindisi si è tolto la vita. Dietro questo tragico gesto c’è un volto, una storia, una sofferenza umana, da Potenza a Brindisi, lontano dagli affetti. Nel disporre i trasferimenti deve essere favorito il criterio di destinare i soggetti in istituti prossimi alla residenza delle famiglie. Si registrano, invece, continui e frequenti trasferimenti da carcere a carcere, e da regione a regione, i quali non sono motivati da interessi di avvicinamento all’ambiente di provenienza, ma dagli interessi interni al sistema penitenziario.
di Jacopo Storni
Corriere Fiorentino, 27 novembre 2025 In 70 si sono rifiutati di tornare in cella fino all’arrivo della direttrice. Sventato un tentativo di evasione. Dai rubinetti non veniva l’acqua calda, come accade spesso. E quindi una settantina di detenuti, martedì sera intorno alle 21, ha inscenato una protesta rifiutandosi di rientrare nelle proprie celle. “Vogliamo che la direzione si renda conto dello stato in cui viviamo. Non possiamo neanche farci una doccia”. La protesta è andata avanti fino a che la direttrice e il comandante non si sono recati nelle sezioni del subbuglio, verificando di persona la mancanza di acqua calda con la promessa di tentare di risolvere la situazione. Una situazione ormai atavica, nel penitenziario fiorentino, dove si prolungano da anni le criticità all’impianto di riscaldamento e di raffreddamento, con conseguenze di inverni molto freddi ed estati molto calde.
ilgerme.it, 27 novembre 2025 Resta in carcere, nonostante sia stato dichiarato incompatibile con il sistema penitenziario, il 58enne di Sulmona indagato per maltrattamenti nei confronti della madre di 91 anni. La sua detenzione si sta infatti protraendo a causa dell’impossibilità di trovare una struttura sanitaria specializzata in grado di accogliere pazienti con doppia diagnosi, come richiesto dal giudice. Il caso ha registrato un importante sviluppo lo scorso 6 novembre, quando il gip Marta Sarnelli ha disposto la sostituzione della misura cautelare, ordinando il trasferimento dell’uomo in un luogo di cura. La decisione era stata sollecitata dal difensore, l’avvocato Alberto Paolini, e supportata dalla perizia del dottor Mario Di Napoli, che aveva certificato le condizioni cliniche dell’indagato.
di Massimo Solani
rainews.it, 27 novembre 2025 Verrà discusso questa mattina al Tribunale di Sorveglianza di Perugia il ricorso del ministero della Giustizia, il primo depositato in Italia, contro l’ordinanza con la quale il magistrato di sorveglianza di Spoleto aveva dato il via libera alle richieste di due detenuti del carcere di Sabbione di poter accedere ai colloqui intimi con il proprio partner all’interno della struttura carceraria. L’appuntamento, fissato dal presidente del tribunale di sorveglianza Antonio Minchella, è per le 9 e in quella sede verrà discusso il ricorso presentato dalla direzione generale dei detenuti e del trattamento del Ministero della Giustizia secondo il quale con l’ordinanza dello scorso gennaio il magistrato di sorveglianza Fabio Gianfilippi avrebbe applicato e interpretato in maniera non corretta la sentenza con cui la Corte Costituzionale aveva dichiarato illegittime le norme sull’ordinamento penitenziario che vietano colloqui privati fra il detenuto e il partner da svolgersi in strutture adatte e senza il controllo della polizia penitenziaria.
di Francesco Esposito
fanpage.it, 27 novembre 2025 Freddo e sovraffollamento a Rebibbia. Il Garante per i detenuti Stefano Anastasìa: “Le caldaie saranno riparate, ma nuove carceri saranno pronte fra molti anni”. I riscaldamenti del carcere di Rebibbia a Roma non funzionano. I detenuti soffrono il freddo e l’unica fonte di calore sono gli altri carcerati, con cui vivono sempre più attaccati a causa della situazione di terribile sovraffollamento che affligge tutte le ‘patrie galere’ d’Italia. “Un problema che non si risolve in tempi brevi - commenta a Fanpage.it il garante dei diritti dei detenuti per il Lazio Stefano Anastasìa. O meglio, si potrebbe fare se non ci fosse un tabù sulla soluzione dell’indulto”.
di Margherita De Bac
Corriere del Mezzogiorno, 27 novembre 2025 “Senza sbarre” è il progetto di reinserimento ideato da don Riccardo Agresti nella chiesa di San Luigi Castel del Monte. Tra i clienti anche il cantante Claudio Baglioni e l’attore Sebastiano Somma. Il valore del tarallo non si esaurisce nel gusto prelibato. Qui, è simbolo di riscatto, riconciliazione, restituzione. Così lo identifica don Riccardo Agresti, 64 anni, parroco della chiesa di San Luigi Castel del Monte di Andria, dotato di energia inesauribile e carisma, che ha saputo trasformare in realtà sociale ed economica un progetto da sognatore. Il tipico biscotto salato da forno è al centro di questa bella storia di gente dimenticata ed esclusa.
comune.belluno.it, 27 novembre 2025 Deliberato nei giorni scorsi in sede di giunta il proseguimento del progetto “Detenuti per il Sociale”, iniziativa avviata nel 2024 e promossa dal Ministero della Giustizia per favorire il reinserimento sociale dei detenuti attraverso attività di pubblica utilità sul territorio. Sarà valido fino al 31 dicembre 2026. Seguirà la sottoscrizione dell’accordo tra il Comune di Belluno e la Casa Circondariale di Baldenich, dando in questo modo seguito ad un’iniziativa che ha già portato buoni risultati in termini di inclusione, relazioni e reinserimento sociale. “Il reinserimento passa attraverso gesti concreti e attraverso la fiducia reciproca - commenta il sindaco, Oscar De Pellegrin.
esperienzeconilsud.it, 27 novembre 2025 Favorire il reinserimento sociale e lavorativo di persone detenute nel sistema penitenziario della provincia di Potenza con una pena definitiva residua non superiore ai quattro anni. È l’obiettivo di Stra.d.e. - strategie di empowerment per la ricerca attiva del lavoro, il progetto che sarà presentato giovedì 27 novembre, a partire dalle ore 9.30, nell’aula Grippo del Tribunale di Potenza. Stra.d.e. intende attivare una rete propositiva e sistematizzare le esperienze di reinserimento sociale di persone detenute, sperimentando un modello di inserimento lavorativo attraverso la realizzazione di tirocini di inclusione sociale e percorsi di orientamento e rafforzamento delle competenze.
corriereromagna.it, 27 novembre 2025 È andato in scena all’interno del carcere di Forlì, nei giorni scorsi, lo spettacolo “Lo specchio dell’arte: voci e colori in frantumi”, diretto dalla regista Sabina Spazzoli e interpretato da 15 detenuti della sezione maschile e della sezione femminile, che hanno condiviso il palco con 5 studentesse del triennio del liceo “Monti” di Cesena: Alice Drudi, Maria Antonieta Polichetti, Arianna Magnani, Greta Peroni, Agnese Sintoni. Gli attori, provenienti da otto paesi diversi (Italia, Ungheria, Tunisia, Repubblica Dominicana, Brasile, Albania, Tunisia, Marocco, Burkina Faso) hanno dato voce con monologhi molto toccanti, spesso scritti da loro, ad artisti folli che la società ha emarginato.
trevisotoday.it, 27 novembre 2025 Il saluto al termine dell’udienza generale. In dono al Papa anche un dolce a forma di Leone di san Marco, preparato da Giovanni. Due i detenuti della Casa circondariale che hanno partecipato, e tre i giovani, già ospiti del Minorile e oggi all’esterno in misura alternativa. “Quello che mi è successo oggi è stato un dono di Dio, l’incontro più bello della mia vita”: è così che Giovanni, detenuto della Casa circondariale di Treviso, racconta l’esperienza giubilare a Roma che si è conclusa con l’udienza generale di papa Leone e l’incontro con lui, mercoledì 26 novembre. Con Giovanni, un altro detenuto del “Maggiore” e tre giovani che sono stati ospiti dell’Istituto penale minorile e ora vivono all’esterno in misura alternativa.
di Elisabetta Ambrosi
Il Fatto Quotidiano, 27 novembre 2025 “Lo scopo è aiutare i ragazzi detenuti a fare pace col passato”. Il progetto scelto da Terre des Hommes: un metodo pensato per chi non sa disegnare, che libera dai condizionamenti e crea nuovi punti di vista sulla realtà: “Non si giudica e non si viene giudicati”. “C’era un ragazzo, in carcere, che si masticava i fogli, perché non gli piaceva quello che disegnava. Un giorno si è disegnato in una buca, che era come si sentiva in quel periodo. Mi sono accorto che la forma della buca che aveva disegnato non era chiusa e quindi gli ho detto, ‘vedi, stai esprimendo il fatto che puoi uscirne’. Il disegno è parte di noi, e spesso rappresenta un pensiero o una sensazione”.
di Maria Giuseppina Buonanno
Oggi, 27 novembre 2025 “Se fossi stato saggio, non avrei fatto tutto quello che ho fatto”, dice il sacerdote. “Papà mi ha lasciato a 13 mesi: spero di rivederlo in paradiso”. “Sono nato in una stalla, come Gesù Bambino. Quello era il luogo più caldo della casa”. Così ricorda don Antonio Mazzi, venuto al mondo il 30 novembre 1929 a Verona, nella cascina dei nonni senza riscaldamento. E così il fondatore della Comunità Exodus, che si occupa di dipendenze, accoglienza, prevenzione e formazione, fa memoria della sua vita di uomo e di prete ora anche nell’autobiografia “Saggezza e follia”, appena pubblicata da Piemme.
AFFARI SOCIALI
di Serena Sileoni
La Stampa, 27 novembre 2025 Il controverso caso dell’imam di Torino espulso dal governo. O difendiamo sempre la possibilità di esprimersi, o accettiamo che il discorso d’odio possa essere limitato. Fino a che punto le frasi, anche le più indecenti, possono essere pericolose? Come sempre, la risposta è facile a dirsi, difficile a realizzarsi. A parole, esiste una differenza fra un discorso odioso e un discorso d’odio, che inciti alla violenza e che sia fonte diretta di pericolo. La differenza è nel fatto che le parole, per quanto odiose, non possono da sole essere esplosive. Per essere tali, per compromettere la sicurezza degli altri, devono essere accompagnate da un elemento di violenza che è estraneo alle sola forma verbale. Nei fatti, stabilire però se manifestare un pensiero carico di odio induce a praticarlo, mettendo in pericolo l’ordinato vivere civile, è davvero complicato.
di Stefano Galieni
L’Unità, 27 novembre 2025 Oggi l’udienza di convalida del trattenimento per l’imam della moschea di via Saluzzo a Torino, Mohamed Shahin, prelevato da casa e portato da Torino nel Cpr di Caltanissetta. Cittadino egiziano, regolarmente residente in Italia da 20 anni, due figli minorenni nati qui, una vita da attivista impegnato in questi ultimi anni nelle mobilitazioni per Gaza e la Palestina intera, Shahin sta per essere espulso in Egitto dove rischia la vita. L’avvocato Gianluca Vitale: “Non sappiamo cosa accadrà dopo l’esito dell’udienza per la convalida, che avverrà da remoto. Si rischia di recarsi in Sicilia - magari quando già Mohamed Shahin è in volo, o quando sta per ripartire, perché, nei disegni del Ministero questa è la sentenza già scritta - unicamente per portare i due figli, di 9 e 12 anni a salutare il papà che forse non vedranno più vivo”.
DOCUMENTI
APPUNTAMENTI
Convegno. "Sovraffollamento carcerario e clemenza: se non ora, quando?" (Napoli, 27 novembre 2025)
Convegno. "Diritti e detenzione: spunti di riflessione" (Siracusa, 28 novembre 2025)
La Newsletter di Liberi dentro – Eduradio & Tv. Programmazione fino al 30 novembre 2025
Associazione Controluce. "Corso di formazione per volontari penitenziari" (Pisa, 10 dicembre 2025)
CORSI DI FORMAZIONE
BANDI E CONCORSI