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Notiziario quotidiano dal carcere
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Edizione di lunedì 24 novembre 2025
di Gabriele Garbo
politicamag.it, 24 novembre 2025 La riforma della giustizia, approvata il 30 ottobre in quarta lettura al Senato con 112 sì, 59 no e 9 astenuti, segna un passaggio decisivo nella trasformazione dell’assetto della magistratura italiana. Non avendo raggiunto la maggioranza dei due terzi richiesta dall’art. 138 della Costituzione, la legge dovrà ora essere sottoposta a referendum confermativo, probabilmente nella primavera del 2026. È bene precisare sin d’ora che, sebbene sia stata presentata come una semplice ‘separazione delle carriere’ tra giudici (magistrati giudicanti) e pubblici ministeri (magistrati requirenti), la riforma interviene in realtà sul cuore del governo autonomo della magistratura e sul sistema disciplinare, modificando la stessa nozione di autonomia finora conosciuta.
di Giuliano Foschini
La Repubblica, 24 novembre 2025 Carbone, Csm, d’accordo con il procuratore di Bari. Interrogazione di Avs. Conte: vogliono che la legge non sia uguale per tutti. È battaglia sui numeri dati dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sulle intercettazioni telefoniche: “Falsi” attaccano dal Csm. “Strumentali” rincarano dall’Anm. Avs, con Angelo Bonelli, chiede che il ministro ne risponda immediatamente in aula. Mentre il capo del Movimento 5 Stelle, l’ex premier Giuseppe Conte, attacca: “Quello che sta accadendo - dice - mira alla base della democrazia e dello stato di diritto. Quel che dà più fastidio è che non si vuole che la legge sia uguale per tutti”.
di Floriana Rullo
Corriere della Sera, 24 novembre 2025 Il figlio Rudra: “Da 18 anni combatto per conoscere la verità”. Arrestato il 12 ottobre 2007 per il possesso di marijuana, il vercellese Aldo Bianzino morì in cella due giorni dopo. Il figlio Rudra: “Ho depositato una nuova richiesta di riapertura delle indagini, troppi aspetti oscuri in questa vicenda”. “Per la seconda volta, dopo ben 18 anni, ho depositato la richiesta di riapertura delle indagini per omicidio volontario presso la Procura della Repubblica di Perugia, riguardo alla vicenda di mio padre, Aldo Bianzino”. A parlare è Rudra, figlio Aldo, arrestato il 12 ottobre 2007 per il possesso di poche piantine di marijuana e trovato morto in cella nel carcere Capanne di Perugia due giorni dopo. Vercellese, Aldo si era trasferito in Umbria dove viveva con la compagna e il figlio Rudra, all’epoca 14enne.
di Stefano Cinaglia
La Nazione, 24 novembre 2025 “Solo i canali Rai e le frequenze in Am”. La Cassazione dà ragione a magistratura di sorveglianza e direzione del penitenziario ternano. “Esigenze di sicurezza connesse alla possibilità di veicolare messaggi con canali in modulazione di frequenza”. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso di un detenuto, recluso al “41 bis” nella casa circondariale di vocabolo Sabbione, contro la magistratura di sorveglianza che, avallando la decisione della direzione del penitenziario ternano, gli aveva limitato la fruizione di canali televisivi e frequenze radio. In sintesi, al detenuto era concesso l’ascolto della radio in frequenza AM e non Fm e la visione dei primi tre canali radio della Rai; lui ha però richiesto di poter ascoltare la radio anche in FM e di sintonizzarsi su “tutti i canali televisivi nazionali presenti sulla piattaforma digitale”, in base al diritto all’informazione dei detenuti, anche in regime di 41-bis.
di Paola Rossi
Il Sole 24 Ore, 24 novembre 2025 L’improcedibilità per mancata conoscenza del processo dichiarata con sentenza dal Gup è un momento prettamente processuale che non prevede la riqualificazione del reato e men che mai senza azionare il contraddittorio col Pm. Il Giudice dell’udienza preliminare non può - nel pronunciare sentenza di non lugo a procedere per mancata conoscenza del procedimento da parte dell’imputato - riqualificare l’imputazione. Si tratta di passaggio puramente procedimentale che non consente la modifica del reato contestato in totale assenza di contraddittorio con il pubblico ministero che ha promosso l’azione penale.
di Francesco Machina Grifeo
Il Sole 24 Ore, 24 novembre 2025 Lo ha chiarito la Cassazione, ordinanza n. 37379/2025, affermando l’abnormità di un simile procedimento. In tema di rapporti giurisdizionali con le Autorità straniere, la Cassazione (ordinanza n. 37379/2025) ha affermato che è affetta da abnormità, in quanto espressione di un potere astrattamente riconosciuto dall’ordinamento, ma esercitato in concreto al di fuori dei casi consentiti, la sentenza che dispone il parziale riconoscimento per l’esecuzione di una sentenza di condanna emessa da altro Stato membro dell’Unione Europea, in assenza di previa interlocuzione e di accordo con lo Stato di emissione sulle condizioni del riconoscimento e dell’esecuzione parziale.
TERRITORIO
di Elisa Barresi
ilreggino.it, 24 novembre 2025 Incontriamo l’avvocato Giovanna Russo, la prima donna in Calabria ad essere nominata Garante dei diritti dei privati della libertà personale. Il Consiglio regionale undici mesi fa l’ha scelta all’unanimità e lei ai nostri microfoni dice che questa responsabilità se la sente tutta e sottolinea come il suo maggior impegno è donare credibilità a questa istituzione con rigore e diligenza per la tutela dei diritti umani e il necessario contrasto alle mafie che in Calabria comprimono lo stato di diritto, soprattutto in ambito penitenziario.
di Anna Campaniello
Corriere del Ticino, 24 novembre 2025 La recente rivolta è solo l’espressione più evidente dello stato di emergenza in cui si trova la prigione di Como. Sovraffollamento, violenza, limiti strutturali, carenza di agenti e suicidi creano una situazione di tensione estrema. “Il carcere di Como è una polveriera”. In una riunione del Comitato per la sicurezza e l’ordine pubblico in prefettura, il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni, esponente del governo italiano, ha usato queste parole per descrivere la situazione del Bassone. Nel penitenziario del capoluogo lariano i detenuti sono quasi il doppio rispetto alla capienza massima di 226 posti. Il 13 novembre scorso è scoppiata una rivolta, sedata dopo ore ad altissima tensione. L’ultimo, grave episodio di una lunga serie.
terzultimafermata.blog, 24 novembre 2025 Rebibbia femminile è in grado di garantire l’assistenza sanitaria, psicologica e sociale alle detenute in gravidanza e ai bambini presenti nella sezione nido? Una visita ispettiva di una senatrice e non del Garante Nazionale dei detenuti, in altre faccende affaccendato, ha rilevato una situazione che appare non garantire: “L’incolumità e la tutela della salute delle donne in stato di gravidanza ristrette presso l’istituto e dei loro nascituri … e l’assistenza sanitaria, psicologica e sociale alle detenute in gravidanza e ai bambini presenti nella sezione nido”.
oraquadra.info, 24 novembre 2025 Si è concluso in questi giorni presso la Casa Circondariale “Ugo Caridi” di Catanzaro il ciclo dei sei incontri previsti dal progetto “La cultura rende liberi”, promosso dall’Associazione culturale “Ophelia’s Friends Cultural Projects” e curato da Stefania Romito. Un percorso che ha portato all’interno della realtà carceraria un’esperienza di dialogo, introspezione e rinascita personale. Il progetto, fin dal suo avvio, ha voluto offrire uno spazio in cui cultura e umanità potessero incontrarsi, generando ascolto reciproco e nuove consapevolezze. Ora, al termine di questo viaggio, i risultati raggiunti parlano da soli.
di Angelo Palmieri
orvietonews.it, 24 novembre 2025 C’è un contatore che gira in silenzio, lontano dai talk show: è quello dei suicidi in carcere. Da anni la cronaca restituisce un sistema penitenziario in affanno, sovraffollato, dove lo spazio si restringe, l’aria manca e la violenza cresce, rivolta contro gli altri o contro se stessi. Dentro questo orizzonte di crisi strutturale si inserisce una storia piccola, nata a Orvieto ma dal respiro più ampio. Un’esperienza che prova a scalfire l’idea di carcere come discarica sociale, come “istituzione totale” - direbbero Goffman e Foucault - che separa, isola, neutralizza non solo i corpi ma anche le parole. Ha un titolo semplice: “Io non sono qui”, la nuova serie di podcast di Radio Orvieto Web che ha portato i microfoni dentro la Casa di Reclusione, affacciata sul centro storico, incastonata nel tufo, a pochi metri dalle stesse vie attraversate ogni giorno da turisti e residenti: il carcere non come altrove, ma come parte viva del territorio.
unfoldingroma.com, 24 novembre 2025 Dal 28 novembre al 18 dicembre, in occasione del Giubileo dei Detenuti, La piattaforma editoriale torna con un nuovo progetto dedicato al polo penitenziario più grande d’Italia. Una città nella città. Un quartiere nel quartiere. Un polo penitenziario che è il più grande d’Italia, con una sezione femminile tra le più grandi d’Europa. Ogni giorno qui si svegliano in oltre duemila tra detenuti e detenute, e centinaia sono le persone che, sempre ogni giorno, escono ed entrano per lavoro, assistenza o per visitare i propri familiari rinchiusi.
di Michelangelo Zama
ilnuovodiario.com, 24 novembre 2025 Al Polo di Lugo due incontri per conoscere e imparare da una storia di rivalsa. Lunedì 24 il primo appuntamento pubblico, il 25 quello riservato alle scuole. “Ero un bullo”. Un titolo breve, ma che parla di sbagli e cambiamenti quello del libro di Andrea Franzoso, scrittore ed educatore, oltre che ex carabiniere, pubblicato nel 2022 per raccontare la storia di Daniel Zaccaro: milanese classe 1992, prima rapinatore di banche poi laureato in Scienze dell’educazione e della formazione, un passato all’istituto penale minorile Cesare Beccaria e al carcere di San Vittore.
di Cristian Arni
consulpress.eu, 24 novembre 2025 È possibile raccontare la poesia da chi vive in condizioni di restrizione? Può la poesia, dar voce a chi voce non ha? Anche in luoghi così bui, cupi e in qualche modo percepiti come remoti, luoghi dove la vita certo non scorre facilmente è possibile parlare di poesia come atto di speranza e fiducia, per questo presentiamo sotto la nuova silloge di Francesco Certo intitolata “Oltre le Sbarre” (Ensemble Poesia, Collana Alter, pagine 120, prezzo 15 euro). Da dove è partito l’autore? Quali sono stati gli interrogativi che si è posto per raccontare la vita in versi di un immaginario detenuto?
di Elisa Forte
La Stampa, 24 novembre 2025 Oggi ha 29 anni e vive a Udine. Quando ne aveva 14 sua mamma è stata uccisa. E prima di lei sua nonna, da suo nonno. Dopo il baratro, ha scritto un libro che racconta la sua rinascita e la sua battaglia. Da “figlio di nessuno” a testimone. Pasquale Guadagno a 14 anni ha visto la sua famiglia spezzarsi. A 29 sta iniziando una nuova vita. Da quando il 25 aprile 2010 il padre Salvatore ha ucciso sua madre Carmela Cerillo porta dentro di sé la ferita di un dolore indelebile. Lui è anche il nipote di una vittima e di un carnefice: il nonno materno uccise la nonna, lasciando anche sua mamma orfana di femminicidio. Tragedie continuate nel silenzio, nell’abbandono, nelle porte chiuse che lo Stato non ha mai aperto per lui e per sua sorella. “Sì, siamo stati lasciati soli. Quando ho deciso di fare psicoterapia l’ho pagata io, euro dopo euro: ho fatto un mutuo che pago ancora ma è stato il miglior investimento della mia vita”.
di Daniele Mencarelli
Corriere della Sera, 24 novembre 2025 Michela Marzano nel romanzo “Qualcosa che brilla” racconta la fragilità degli adolescenti: i loro sintomi - disturbi alimentari, dipendenze, autolesionismo, fobie sociali - diventano l’unico linguaggio con cui manifestare una sofferenza altrimenti indicibile. Dialogo con uno scrittore-poeta, che i ragazzi li conosce bene. Quello che stiamo vivendo, senza enfasi alcuna, può definirsi senz’altro un tornante della Storia. Gli accadimenti hanno preso a correre in modo sfrenato, sarebbe bello poter dire verso qualcosa di nuovo rispetto all’umanità e ai suoi cicli. Invece no. Dal genocidio a Gaza alla guerra in Ucraina, come per un maleficio invincibile, l’uomo torna sui suoi passi, cambiano gli scenari, le tecnologie, ma la distruzione sembra punto d’arrivo e partenza inevitabile. Ma non tutte le generazioni hanno pari responsabilità.
AFFARI SOCIALI
di Ruggiero Corcella
Corriere della Sera, 24 novembre 2025 Un nuovo rapporto dell’Oms/Europa denuncia la grave inadeguatezza dei sistemi sanitari nella risposta alla violenza contro donne e ragazze, mentre i primi risultati del progetto EpiWE dell’Istituto Superiore di Sanità mostrano come l’esperienza traumatica lasci segni profondi e duraturi, fino addirittura a modificare l’attività dei geni. La violenza contro le donne e le ragazze resta una delle più gravi emergenze sanitarie del nostro tempo. A denunciarlo è il nuovo rapporto dell’OMS/Europa, “Care, courage, change: health-sector leadership in tackling violence against women and girls” (“Cura, coraggio, cambiamento: leadership del settore sanitario nel porre fine alla violenza contro donne e ragazze”), presentato a Madrid.
di Melania Petriello
La Stampa, 24 novembre 2025 Migliaia di avvocate, assistenti sociali, volontarie e psicologhe fanno fronte a chiamate continue negli oltre 460 centri in Italia: “La pancia del Paese non è ancora cambiata”. Squilla il telefono. Di continuo, a tutte le ore. Nei centri antiviolenza, nelle case rifugio, al numero verde, persino sulle linee private, il tempo è scandito da quel suono. Chi risponde, chi si mette al lavoro quando una donna chiede aiuto? Altre donne. Le operatrici di tutta Italia, migliaia, in più di 460 strutture. Assistenti sociali, avvocate, psicologhe, sanitarie, professioniste, volontarie. Che inforcano occhiali speciali, le lenti di genere: guardare meglio, dare un nome alle cose. E stare, tenere l’albero nel vento, fare rete.
di Elisa Forte
La Stampa, 24 novembre 2025 Laura Ramaciotti, da settembre guida il Crui: “Una società più consapevole passa dalla scuola. Il rispetto non è un optional. Da studentessa e fino ad oggi per fortuna non ho subito violenze fisiche ma discriminazioni sì. Verso di noi c’è sempre una barriera di diffidenza. Pensi che quando 4 anni fa mi sono candidata a rettrice all’Università di Ferrara qualche collega ha avuto il coraggio di dire “non so se riuscirò a votare una donna”. Le donne devono ancora fare sempre uno sforzo in più per dimostrare di saper fare”.
di Gianni Oliva
La Stampa, 24 novembre 2025 “La scuola è il principale strumento di integrazione”, si legge da più parti. Tutti d’accordo. Ma la scuola non è il “banco alimentare”, dove la buona volontà dei volontari e la generosità dei donatori possono fare la differenza. La scuola è un’istituzione complessa, con parti che si integrano l’una con l’altra, dove l’indole positiva dei singoli non basta: la scuola ha bisogno di programmazione, di articolazione, di aggiornamento. In tempo di migrazioni, la scuola che integra non può essere la stessa scuola di prima aperta ai nuovi arrivati. Deve essere una scuola rinnovata. E senza pensare a improbabili rivoluzioni copernicane, qualche intervento si può fare: per esempio, a partire dall’insegnamento della lingua.
di Elena Molinari
Avvenire, 24 novembre 2025 In Louisiana è l’unica donna in lista per l’esecuzione. “Non posso restituire la vita a chi l’ho tolta, ma posso cambiare la mia. Durante l’isolamento il silenzio fa più paura delle urla”. Quando la porta di metallo si apre, Antoinette Frank entra nella piccola sala colloqui trascinando i piedi. Le caviglie sono unite da una catena che la costringe a muoversi a passi minuscoli. Eppure non vacilla. Da trent’anni quelle maglie le stringono la pelle ogni volta che lascia la cella, tranne per la doccia. Ha avuto il tempo di abituarsi. Un agente aggancia le manette a una barra che attraversa il tavolo di metallo e Antoinette è obbligata a tenere le dita intrecciate e i polsi sollevati, in gesto di perenne supplica. Si sistema sulla sedia e sorride.
di Riccardo Noury*
Il Fatto Quotidiano, 24 novembre 2025 Queste persone hanno dovuto pagare tra 700 e 3.500 dollari, indebitandosi a volte per sempre o in altri casi rinunciando a pagare le rette scolastiche per i figli, pur di lavorare. Decenni di sfruttamento del lavoro migrante sono alla base di uno dei progetti infrastrutturali di cui l’Arabia Saudita va maggiormente fiera: presentata come la “spina dorsale” del sistema di trasporti pubblici della capitale, la metropolitana di Riad - recentemente inaugurata - è stata costruita da imprese nazionali e internazionali che, sotto la supervisione delle autorità locali, si sono servite di manodopera straniera sottopagata e costretta a lavorare in condizioni di grande pericolo e con temperature estreme.
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